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DATA: 03.6.2016 SECONDA EDIZIONE Le barbarie della guerra e del fondamentalismo Una testimonianza di chi le ha vissute in prima persona DIO E' MORTO E RESTA MORTO L'editoriale di Pampa “Dio è morto”, quante ore abbiamo passato a studiare questa citazione? Questo aforisma è così lontano nella storia tanto è moderno e si può verificare negli avvenimenti del nostro tempo. Dio inteso come l’insieme di valori che la religione si impegna a diffondere, ha perso il suo significato quando l’uomo ha messo se stesso al centro dell’universo, uscendo dalle tenebre della superstizione e dell’ignoranza grazie ai “lumi” della ragione e della scienza, scegliendo di seguire la sua bramosia e di soggiogarsi alla tecnica. Tutto questo ha portato l’uomo a venerare il denaro, disprezzare i suoi simili e vendersi a quel sistema che egli stesso a creato, annichilendosi. Certo, la tecnica e le scienze hanno portato immensi benefici alla nostra specie: siamo più longevi, mangiamo mediamente meglio e siamo arrivati là dove nessun altro era mai stato, ma a quale prezzo? (Continua a pagina 2) Farhad Bitani, afgano nato nel 1986 da una famiglia benestante, una delle migliori del suo paese, è figlio di un ex capitano delle forze armate afgane. Il giorno 22 aprile si è recato presso la scuola IIS da Vinci di Carate Brianza per raccontare la sua storia. “Nato durante la guerra, e fuggito da quella, è ora un rifugiato politico italiano e racconta la propria storia per cercare di costruire una pace tra i popoli” spiega il professor Gibellato nella sua presentazione. Fahrad introduce il suo discorso attraverso la riproduzione di un filmato realizzato semplicemente da immagini e da una musica tipicamente araba. Il contenuto del video proponeva delle foto contrapposte tra la dura vita della guerra e la felicità di vivere. Dunque comparivano sullo schermo bambini senza gambe, uomini e bambini con armi da fuoco, palazzi distrutti, bambini sorridenti e persone determinate a ricostruire le proprie città. Sono immagini molto toccanti che catturano subito l’attenzione dei presenti in aula e li indirizzano a uno dei temi principali della giornata: la brutalità della guerra. Ripartendo dall’introduzione del Gibellato, Farhad spiega che il fondamentalismo islamico si è diffuso nel 1987 quando i Mujaidini hanno conquistato territori limitrofi all’Afganistan. All’età di 6 anni vedevo per strada i corpi morti ed ero costretto a rimanere in casa pei i vari bombardamenti parole terrificanti quelle espresse da Farhad. Come può un bambino vivere in queste condizioni? Esclusiva Intervista a pagina 8 “Legalizzazione Cannabis, Pro o Contro?” Vediamo insieme i benefici e gli svantaggi di un'eventuale legalizzazione che questa tanto discussa sostanza potrebbe portare alla nostra società e al nostro paese, in luce della recente proposta di legge portata in parlamento da un gruppo di 200 deputati. Di Gabriele Villa. (Continua a pagina 5) (continua a pagina 3) Di Alessandro Puleri

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IL VITRUVIANODATA: 03.6.2016 SECONDA EDIZIONE

Le barbarie della guerra e del fondamentalismoUna testimonianza di chi le ha vissute in prima persona

DIO E' MORTOE RESTA MORTO

L'editoriale di Pampa

“Dio è morto”, quante ore abbiamo passato astudiare questa citazione? Questo aforisma ècosì lontano nella storia tanto è moderno e sipuò verificare negli avvenimenti del nostrotempo.Dio inteso come l’insieme di valori che lareligione si impegna a diffondere, ha perso ilsuo significato quando l’uomo ha messo sestesso al centro dell’universo, uscendo dalletenebre della superstizione e dell’ignoranzagrazie ai “lumi” della ragione e della scienza,scegliendo di seguire la sua bramosia e disoggiogarsi alla tecnica.Tutto questo ha portato l’uomo a venerare ildenaro, disprezzare i suoi simili e vendersi aquel sistema che egli stesso a creato,annichilendosi. Certo, la tecnica e le scienzehanno portato immensi benefici alla nostraspecie: siamo più longevi, mangiamomediamente meglio e siamo arrivati là dovenessun altro era mai stato, ma a quale prezzo?

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Farhad Bitani, afgano nato nel 1986 da una famigliabenestante, una delle migliori del suo paese, è figlio di unex capitano delle forze armate afgane. Il giorno 22 aprile si èrecato presso la scuola IIS da Vinci di Carate Brianza perraccontare la sua storia.

“Nato durante la guerra, e fuggito da quella, è ora unrifugiato politico italiano e racconta la propria storia percercare di costruire una pace tra i popoli” spiega il professorGibellato nella sua presentazione.

Fahrad introduce il suo discorso attraverso la riproduzionedi un filmato realizzato semplicemente da immagini e dauna musica tipicamente araba. Il contenuto del videoproponeva delle foto contrapposte tra la dura vita dellaguerra e la felicità di vivere. Dunque comparivano sulloschermo bambini senza gambe, uomini e bambini con armida fuoco, palazzi distrutti, bambini sorridenti e personedeterminate a ricostruire le proprie città.Sono immagini molto toccanti che catturano subitol’attenzione dei presenti in aula e li indirizzano a uno deitemi principali della giornata: la brutalità della guerra.Ripartendo dall’introduzione del Gibellato, Farhad spiegache il fondamentalismo islamico si è diffuso nel 1987quando i Mujaidini hanno conquistato territori limitrofiall’Afganistan.­All’età di 6 anni vedevo per strada i corpi morti ed erocostretto a rimanere in casa pei i vari bombardamenti­parole terrificanti quelle espresse da Farhad.Come può un bambino vivere in queste condizioni?Esclusiva Intervista

a pagina 8

“Legalizzazione Cannabis, Pro o Contro?”Vediamo insieme i benefici e gli svantaggi di un'eventuale legalizzazione che questa tanto discussa sostanzapotrebbe portare alla nostra società e al nostro paese, in luce della recente proposta di legge portata inparlamento da un gruppo di 200 deputati.

Di Gabriele Villa.(Continua a pagina 5)

(continua a pagina 3)Di Alessandro Puleri.

Dio E' Morto?

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Di Riccardo Pampagnin.

Dalla creatura perfetta di Madre Natura ci siamo trasformati in divoratori di mondi; siamo una speciefondata sulle relazioni e le comunità ma, ormai, ognuno di noi è sempre più solo, in quegli immensiformicai che sono le nostre città.Il paragone con le formiche è più che mai azzeccato; ogni uomo, donna o bambino è solo un numero agliocchi del mondo, egli vale quello che può produrre, lavora e vive per arricchire e mantenere una manciata dialtri individui che possiedono già tutto ma bramano di più.Dio muore e resta morto! Quando si muore per una guerra altrui. Quando si da importanza all’apparenza enon alla sostanza. Quando un manager di una multinazionale viene pagato più di un professore o di unmaestro. Quando la storia viene cancellata.Ci stiamo trasformando in macchine di carne, annichilite e soggiogate dal lavoro e dalla società. Forse, Dionon è neanche morto, l’abbiamo sostituito con un altro, che si rivela e si manifesta nei nostri portafogli econti correnti, per cui ogni mattina ci alziamo e compiamo lo stesso rituale ogni giorno, di ogni mese, diogni anno della nostra vita. Questo “Dio” che fa cadere governi e causa guerre.Siamo ancora convinti che far politica sia mettersi al servizio degli altri, costruire un mondo migliore per sestessi e per la comunità, ma ho come la sensazione che la realtà sia ben diversa. L’azione politica si è ridotta aun mero scambio di favori, esclusivamente a scopo di lucro.La religione, in tutto questo, è colpevole nelle sue istituzioni, nonostante i recenti segnali di stampoprogressista, troppo rigide e distanti dalle persone. Essa si è fatta “contagiare” dal materialismo e ne è tuttorainfetta. La religione, in se, non può essere la soluzione a questa società decadente, poiché condizionata eimbrigliata in dogmi che a volte risultano anacronistici o incompatibili alla realtà. Quando questo avviene, idogmi stessi e i valori della fede vengono distorti e piegati alle necessità di chi, spesso corrotto dalla brama dipotere, che cerca una giustificazione alle sue azioni. Io condanno la fede o l’adesione a un’ideologia di“facciata”, chi si professa praticante ma in realtà pratica solo i principi del voler apparire e che cade,inevitabilmente nel bigottismo e nell’ipocrisia.Ovviamente l’odierna cultura materialista tocca ogni sfaccettatura della nostra esistenza ma, se è vero che gliuomini sono liberi di scegliere, il cambiamento può solo partire da ognuno di noi.Attraverso la riscoperta e la rivalutazione delle arti e dei valori positivi che le religioni promuovono, e conl’aiuto della conoscenza, si potrebbe rifondare la nostra società e permettere a tutti di beneficiare di unnuovo ordine più equo e giusto; in cui l’uomo, illuminato dalla ragione e non più schiavo del consumismo,sia proiettato verso qualcosa di più grande e riesca a uscire dall’annichilimento del denaro e del lavoro fine ase stesso, riuscendo a migliorare il mondo che ci ospita e a salvarlo da noi stessi. Dobbiamo ripristinare illegame con la natura e la cultura, eliminare le differenze sociali. Solo così assicureremo un futuro prosperoper le generazioni future.

L'istituto riconoscerà ilmerito e l'eccellenza deglistudenti che negli ultimi dueanni si sono distinti in diversiambiti. Sono invitati allapartecipazione studenti efamiliari.

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Le barbarie della guerra e del fondamentalismoUna testimonianza di chi le ha vissute in prima persona

­C’è di più­ continua –Nelle piazze di Kabul prendevano i prigionieri di guerra e, come se fosse unospettacolo, gli tagliavano la testa, il seno, le mani e tutto veniva accompagnato da musiche vivaci. Come untrofeo, poi, le varie parti del corpo venivano esposte nella piazza­ un silenzio tombale si diffonde nella sala.Farhad spiega che vivendo in quelle condizioni un bambino non capisce cosa è bene e cosa è male. E, tral’entusiasmo di quelle orribili scene, capisce solo che vuole diventare come loro nell’età adulta.Infatti ­Vedevo le mamme concittadine e vicine di casa venire frustate dai soldati davanti agli occhi dei lorobambini. Io volevo diventare un soldato proprio per poterlo fare anch’io e vantarmi­ spiega in un episodiodella sua vita. Solo maturando con l’età e con l’aiuto di sua madre capì che una mamma, di qualunquereligione sia, non fa del male e non può essere punita.

Nel ’96 l’assetto politico afgano cambia. Gli USA unitisi con i Talebani, i pakistani dell’arabia saudita, permotivi economici hanno fatto cadere il potere dei Mujaheddin. Con al governo i Talebani la situazionedegenera ulteriormente: i teatri di scandalo non sono più le piazze ma interi stadi. Il giovedì la folla si riunivae assisteva alle crude scene e, come la catarsi delle tragedie greche, si purificavano con l’ideologia “uccidi gliinfedeli se vuoi raggiungere il paradiso”.Le teste mozzate e le mani questa volta venivano appese agli alberi come decorazioni natalizie.­Un giorno un marito ha portato sua moglie allo stadio per lapidarla obbligando i loro figli a guardare­racconta Farhad tra l’incredulità del pubblico.­contemporaneamente in Afghanistan venivano promosse nuove costrizioni come l’obbligo del burka opregare obbligatoriamente cinque volte al giorno.

Con l’arrivo dei Talebani, il padre di Farhad (un capo dei mujaheddin) è dovuto fuggire in Iran con la suafamiglia.­Dei capi iraniani sono stati ospitati da mio padre nella nostra casa. Una sera, con la scusa di voler bere unbicchiere d’acqua, mi sveglia. Trovai due di questi ospiti molestare sessualmente un bambino­ raccontaFarhad ­Cambiano bandiere, cambiano i nomi, ma nulla cambia. Sono tutti terroristi­.

11 settembre 2001: attentato alle Twin Towers. La Nato, costituita da 40 paesi, unitamente ai Mujaheddin,riesce ad abbattere il potere Talebano e riportare la situazione politica precedente. In questa occasioneFarhad si è dovuto trasferire in Italia perché il padreè diventato protettore e portavoce degli Afgani.

Cresciuto con l’idea di uccidere gli infedeli perottenere un posto in paradiso, arrivato a RomaFarhad vedeva esclusivamente nemici. Ma è proprioin questa occasione che gli si è accesso il “pallinobianco nel cuore”, il pallino della tolleranza euguaglianza tra i popoli. Piccoli gesti che l’hannotrasformato nella persona che è ora. –Ricordoancora quando mia fratello più grande mi avevapicchiato e, uscito di casa piangendo, incontrai unadolce vecchietta che mi aveva consolato. Ricordoancora come non riuscivo a comprendere il motivoper cui un “infedele” mi stesse aiutando­.

Ed è allora che si pose questa domanda:” Perchéodiare chi non si conosce?”.

Di Alessandro Giuseppe Filippo Puleri

­Un fondamentalismo non nasce nella pancia della mamma, ma ce lo creiamo noi­ afferma Farhad.­Io sono un mussulmano che non aveva mai letto il corano finché non sono arrivato in Italia­ continua.­I suoi insegnamenti non coincidevano con le parole scritte nel corano: i cristiani vengo apprezzati e Gesù ela Madonna sono figure importanti anche nel mio testo sacro­.

Nel 2011, la svolta decisiva. Un fallito attentano alla sua vita da parte un gruppo di talebani l’ha portato atestimoniare tutto, a raccontare la dura vita in Afghanistan e a cercare una pace tra i popoli.Farhad ha scritto un libro, pubblicato tra non poche difficoltà nel 2014 ed intitolato “l’ultimo lenzuolobianco” dove racconta la sua esperienza di vita. Tuttora vive in Italia e non può più tornare nel suo paeseperché condannato a morte.

Il suo racconto termina con una storia che racchiude in sé un significato profondo: ­ Non bisogna lavoraresul mondo per risolvere i problemi, ma sugli uomini­.Una frase toccante e piena di senso. Gli stati, infatti, si possono unire e alleare contro il nemico numerosevolte ma, se risolto il problema, non si promuove un’azione per migliorare le condizioni di vita di unapopolazione e non si fa vedere la bontà che un uomo può dare, allora l’odio, la discriminazione e ledifferenze razziali rimarranno per sempre.

La giornata raggiunge la fine con le domande degli studenti:­Cos’è un fondamentalismo? ­ chiede Brian di 1aDS.­Quando si vive in un paese dove non si ha un’identità, dove perdi la tua identità e si è ignorante alloranasce il fondamentalismo­ risponde Farhad.

­Lei si sente artefice o vittima del fondamentalismo? ­ chiede Marco 2aAS.­Io sono vittima come i 95% dei mussulmani. Oggi muoiono mille persone al giorno per questi motivi. Io hovisto morire 75 persone della mia famiglia e ho perso la mia libertà­ risponde Farhad.

­Quando parla di Dio a chi si riferisce? ­ chiede Fabrizio 2aD.­Mi riferisco al cuore degli uomini. Ognuno crede a qualcuno o qualcosa. Quello è Dio: è credere­ rispondeFarhad.

La lista di domande prosegue, Farhad saluta e ringrazia tutti per la disponibilità. Un lungo applauso riempiel’aula .Ognuno ha un “punto bianco” di verità che è difficile da far emergere. Ci vuole un dialogo e un duro lavoroper poter conoscere gli uomini oltre i fondamentalismi e le maschere. Questa è la dignità dell’uomo.

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Cannabis, si o no?

Di Gabriele Villa

Forse pochi di voi ne sono a conoscenza, ma giovedì 26 Maggio sono iniziate le cosiddette “audizioniparlamentari” per discutere di un tema molto sentito in Italia, soprattutto dai giovani, la legalizzazione dellacannabis e di alcuni suoi derivati.Detto più semplicemente, il parlamento ha richiesto dei colloqui con esperti del settore, allo scopo diinformarsi maggiormente su questa questione, capire quali ripercussioni potrebbe avere sulla societàun'eventuale legalizzazione, in modo da decidere se prendere o meno in considerazione la proposta di leggepresentata da un intergruppo parlamentare di circa 200 deputati.

“Il proibizionismo sulla cannabis ha fallito. L’Italia è il primo consumatore di cannabis nei paesioccidentali (il 32% degli italiani dichiara di averla utilizzata). La criminalità organizzata ha ilmonopolio della distribuzione. Se la produzione e il commercio fossero controllate e regolate dalloStato si ricaverebbero quattro miliardi di euro l’anno sottratti alla malavita e da reinvestire subito inpolitiche sociali, a cui vanno aggiunti tutti i soldi spesi inutilmente per tenere in piedi l’attualemacchina repressiva proibizionista e che potremmo utilizzare per attività molto più utili.”Con queste le parole Alberto Pellicci, esponente di Sinistra Italiana e difensore della causa, esponemolto sinteticamente le idee di chi vorrebbe la cosiddetta “libertà di spinello”.

Le proposte sembrano indubbiamente valide e con pochi punti su cui poter discutere, siamo quindi sicuriche la legalizzazione sia la strada migliore per l'Italia e per i cittadini? Per molti non è così.Ciò che più spaventa coloro che prendono posizioni contro la legalizzazione delle droghe leggere èsicuramente la questione salute, è infatti risaputo che il fumo faccia male, da quello di sigaretta fino allo“spinello”. Il vero problema è però dettato dal fatto che la cannabis e in particolare il suo componenteprimo, il THC, agiscono direttamente sul cervello, ed è scientificamente provato che ciò, dopo molti anni,può portare a danni veramente seri, quali la schizzofrenia, la lenta perdita di memoria e un lieveabbassamento delle proprie capacità cognitive.

Dovremmo quindi fermarci un attimo a pensare quale sia la strada migliore, una eventuale legalizzazioneporterebbe molti benefici, a chi la consuma, allo Stato e alla società tutta, al contrario porterebbe però conse anche molti rischi.La domanda finale resta soltanto una: “La cannabis va legalizzata o no?”.

Vediamo però insieme in cosa consiste essenzialmente la proposta di legge:Possesso: è consentito detenere legalmente fino a 15 grammi di cannabis, resta il reato di spaccio anche dipiccolissime quantità;

Coltivazione: è possibile coltivare fino a 5 piante, per uso esclusivamente personale, sia essoterapeutico o ricreativo;

Vendita: il permesso di vendita sarà garantito da un apposito monopolio istituito dello Stato, sotto lastretta sorveglianza del Ministero della Salute;

Divieti: è vietato fumare all'aperto e in luoghi pubblici, è consentito solo all'interno delle propriamura domestiche. Come per l'alcool è vietato guidare dopo aver fumato.

Prevenzione: il 5% delle entrate che lo Stato otterrà dalla legalizzazione andranno direttamente al“Fondo Nazionale di intervento per la lotta alla droga”.

Prevenzione tra "pari"

Peer education e peer sono termini che quest’ anno sono stati spesso sentiti all’interno dell’istituto, ma chenon sono mai stati abbastanza chiariti. Chi pensava si parlasse di corsi di recupero pomeridiani e chi diprevenzione dall’utilizzo di sostanze e chi di altro ancora. A distanza di un anno scolastico è ora di averequalche chiarimento.Peer education: educazione tra pari, un metodo nuovo per l’Italia ma che ha già dato i suoi frutti all’estero,che ha il fine di fare prevenzione sulla salute tra i giovani.Il tutto viene svolto senza l’aiuto di psicologi, medici, esperti, ma semplicemente tramite la conversazione tracoetanei. In questo modo i ragazzi si sentono meno sotto pressione e meno giudicati. Ecco perché è statoscelto il termine peer.Cinque ragazzi tra i molti candidati della scuola sono stati scelti da Michele Di Paola di Spazio Giovani persvolgere questo compito(Andrea Folci, Francesco Caramanico, Andrea Pisana, Michelle Franzese,Alessandro Lanzani) e insieme al tutor scolastico (prof. Maria Luisa Mosca) hanno svolto un seminario didue giorni sul Monte Barro con i peer delle scuole vicine aderenti al progetto,per imparare le basi dellacomunicazione e per sviluppare la capacità di collaborazione, elementi fondamentali per poter compiere ilprogetto. Durante i quattro mesi successivi sono stati svolti ulteriori incontri con i tutor e i responsabili delprogetto Anna Biffi, Katiuscia Cacioppo e Michele Di Paola per progettare nei minimi dettagli le ricadutenelle classi prime (1As, 1Bs, 1Ls, 1B, 1F; scelte per vedere il riscontro della peer education).La ricaduta è stata svolta con l’utilizzo della “metodologia attiva” basata su giochi e attività in grado distimolare le persone a riflettere su un determinato argomento. I ragazzi si sono messi in gioco, riflettendo sultema delle dipendenze, rispondendo alle domande proposte. Le risposte sono state molte e talvoltacontrastanti. Questo è stato un aspetto positivo che ha evidenziato la partecipazione degli studenti e hamostrato il raggiungimento dell’obiettivo principale del progetto: la riflessione e la messa in discussione ditemi delicati.Nei giorni precedenti l’incontro èstato utile l’utilizzo di una “guerrillamarketing” (opere d’arte ad effettoche suscitano qualcosa all’interno dichi le guarda), preparata da espertinel settore, i quali, dopo averconsultato i peer delle scuolecoinvolte, hanno progettato trepannelli­cornici e decine dicartelloni­specchio con la scritta:“La vita non ha bisogno di filtri”.L’obbiettivo di tale realizzazione erafar pensare al tema delle dipendenzefacendo partecipare i ragazzi inprima persona, infatti la cornicepoteva essere utilizzata per fare fotoispirate al social “Instagram”. Ilmateriale è stato posizionato perdue giorni all’interno degli istitutipartecipanti in modo da preparare iragazzi e dar loro qualcosa a cuipensare in vista dell’incontro.

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La Vita non ha bisogno di Filtri

La peer education è stata un’idea nuova e innovativa per il nostro istituto, che ha portato con se parericontrastanti. Chi pensa che sia efficace e chi pensa il contrario. E’ necessario però sottolineare che questametodologia far riflettere i ragazzi sui temi delicati e che li interessano direttamente(bullismo, dipendenze,sexting…). Quindi quello che viene fatto non è una prevenzione medica o teorica, ma semplicemente unpercorso tra “pari” verso una presa di coscienza che può portare i ragazzi a prendere più seriamentedeterminati argomenti e quindi a riconsiderare comportamenti per salvaguardare la propria salute. Ilvantaggio principale è il non utilizzo di termini di giudizio, i ragazzi non sentendosi giudicati infatti sono piùpropensi a discutere, a farsi coinvolgere e a riflettere in prima persona.

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Di Michelle Franzese.

C'era una volta…

Tempesta tempestosa!? No! Piano piano una pioggerellina tenue si poggia sulla scuola IIS da Vinci di Carate Brianza.Questa volta è il plesso A a pagare le conseguenze!

L’inondazione ha già allagato tutto! Come testuggine romana tutta l’acqua si è unita e diretta verso gli archivi.ASPETTATE! Gli archivi si stanno EVOLVENDO! Ecco le TERME, riscaldate ovviamente dal Caldissimo Caldo diqueste giornate CALDOSE… eppure tutti indossano ancora il maglione, se non anche la “maglia della salute”!

Con tutta questa acqua pesci i migratori sono già alle porte, o meglio, alle terme!E c’è di più! Piano piano negli oscuri “archivi” del plesso, i pesci hanno pianificato le proprie citta.E puff, come lo stretto di Messina, sono state edificate. (Mmmh, si notano incongruenza…)Ma aspettate, non si sono mai viste! (Ah, adesso è tutto chiaro!O quasi…

…Dove si trovano gli archivi!?)­Seguendo il giapponese la via sarà rivelata! – nuovi sussurri circolano nella scuola e, al fianco dei volantini nei bagnidelSan George Premiere, la scritta compare. (Tutto ancora più strano!)

­C’è un collegamento tra pesci e giapponesi! ­ Esclama la Carmen in tutto il suo splendore.­La questione è semplice: i giapponesi vogliono creare un Sushi qui al Da Vinci­ Risponde lo Zagone già pensando a cosaordinare.­Sushi! Sushi! ­ I più audaci e più impavidi difronte alla salmonella (tutti al giorno d’oggi) lo acclamano un rotolino allavolta.­Splash! Splash! Spalsh!­ afferma un pesce migratore con l’acqua alla bocca. XD XD

Preoccupazioni tra i baristi, il loro posto di lavoro è a rischio e la disoccupazione è imminente.­C’è un'unica soluzione: MONOPOLIZZARE il commercio di cibo! ­ afferma impavido il nostro eroe dai muscolipossenti! L’eroe dello studente affamato dell’intervallo! L’eroe che tutti sognano, quando nel sogno abbiamo fame… oabbiamo fame in generale! IL TIPO DEL BAR!

La guerra culinaria sta per iniziare, tutto è pronto per la Monopolizzazione!E tu da che parte stai? #TeamIlTipoDelBar or #TeamGiappo?

La scuola del FuturoLe origini della guerra culinaria

Di Alessandro Puleri.

Ancora una volta la scuola si trova di fronte a una situazione di allagamento. Questa volta al plesso A.L'indifferenza degli organi di stato superiori alla scuola è notevole, e ancora non si è fatto nulla. Siamocostretti a mettere pezze per terra per assorbire l'acqua o, nel caso della palestra, interi secchi. Con questegiornate uggiose sarà necessario rimboccarsi le maniche per scrivere un nuovo articolo... magari è la volta diuna alluvione al plesso B.

/*Ricordiamo che il “Tipo del Bar” è il bello & muscoloso barista del plesso C*/

L' IntervistaPer questo numero la sezione interviste sarà dedicata alla professoressa Brambilla Augusta la quale èsubentrata all'inizio di quest'anno scolastico come insegnante di filosofia. La prof potrebebbe non essereconosciuta da tutti gli alunni all'interno dell'istituto in quanto filosofia è una materia solamente del triennioscentifico, ma non temete, invitiamo coloro che non la conoscono a prendere questa intevista comeun'occasione per farlo. Per tutti gli altri sono sicuro che sarà una lettura pittosto interessante.

Il Direttore.

Corso di studi?Ho frequentato l’istituto allora magistrale Carlo Porta di Monza, 4 anni più uno integrativo , dopo di che hodeciso che tra le varie possibili scelte di facoltà universitarie, filosofia era quella che mi interessava di più, emi sono iscritta all’ Università degli Studi di Milano. All’epoca esisteva un piano di studi liberalizzato,cheogni studente poteva proporre all’approvazione del Rettore: io scelsi un percorso che affiancava agli esamifondamentali, quindi imprescindibili di filosofia e storia della filosofia, esami centrati su quelle disciplineche oggi definiremmo “Scienze dell’educazione” (antropologia, psicologia, pedagogia). Mi laureai con unatesi sulla valutazione ed inizia ad insegnare.

Che cosa volevo fare da grande:A tredici anni mi sarebbe piaciuto fare la giornalista o l’inviata nelle zone di guerra, come Oriana Fallaci cheera un po’ il mio mito, o comunque un tipo di lavoro che non mi tenesse legata ad una routine quotidiana.Quando ho iniziato ad insegnare, capii che avere una rendita economica mi dava un’autonomia maggiore euna libertà che altrimenti non avrei avuto. Tutto sommato la scuola e l’insegnamento nonostante, adifferenza del giornalismo,non mi hanno dato la possibilità di viaggiare materialmente nello spazio,mihanno dato la possibilità di viaggiare metaforicamente con la mente; mi hanno permesso di spaziareliberamente col pensiero e al contempo di mantenere il rapporto con la realtà attraverso la relazione con iragazzi. Inizialmente l’insegnamento è stato quasi un ripiego, o meglio una scelta non cosciente, che ora peròvaluto positivamente.

Obbiettivi che ti poni da insegnante:Sicuramente, alla fine della mia carriera, mi piacerebberiuscire a incontrare qualcuno dei miei studenti chenon ha perso la voglia di conoscere, imparare,e sapere che anche quel piccolo rapporto che ha avuto con meè stato un momento che ha dato il là alla loro curiosità. Spesso mi chiedo perché insegnare storia dellafilosofia? E’ una domanda che solitamente pongo ai miei nuovi studenti di terza: io credo che il senso sia nelfatto che tutto quello che noi siamo è il frutto dell’esperienza non solo individuale ma collettiva che siritrova nella storia dell’umanità. Uno dei miei obbiettivi consiste nel far capire che esistono collegamenti traquello che siamo stati, quello che siamo e quello che saremo e soprattutto mi piacerebbe che gli studentiimparassero a sviluppare un pensiero critico, aperto al confronto e responsabile.

La scuola, cosa ti piace, cosa più ti dà fastidio e cosa cambieresti:Cosa mi dà fastidio: gli edifici scolastici generalmente in Italia sono poco curati, e questo non fa beneall’anima. Come diceva Platone il bello apre la mente alla conoscenza, e nell’incuria in cui versano le scuoleitaliane non possiamo poi chiedere allo studente di curare il proprio lavoro. Cosa cambierei: il sistemadisciplinare: non più note disciplinari, sospensioni, ma lavori manuali utili per la scuola e la comunitàscolastica nel suo insieme.

Che tipo di studente eri? carattere?Non frequentai la scuola materna ma quando iniziai le elementari non volevo andare a scuola e quindi fuuna anno drammatico per me e la mia insegnate. Da lì col tempo mi sono accorta che lo studio appagava ilmio bisogno intellettuale di curiosità e fino alla terza superiore, sono stata una studentessa , quasi modello,in quarta e quinta, invece, ho appagato la mia curiosità all’esterno della scuola (associazioni cooperative,comitati studenteschi…) e ho passato due anni da “ ha le capacità, ma dovrebbe studiare con più continuità”.Complessivamente una brava studentessa, magari un po’ difficile da gestire.

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Meglio professore o studente?Forse studente, o meglio se io penso a me stessa studentessa non ho brutti ricordi nonostante qualche alto ebasso. Come insegnante in questi anni sento parecchia responsabilità poiché penso che non sempre imodelli che ho in testa (sull’insegnamento e la valutazione ) siano poi quelli che vengono proposti dalleindicazioni nazionali. Forse come studente fortunatamente non avevo la consapevolezza che ho adesso. Lascuola è un campo delicato dove si giocano le sorti di una nazione e negli ultimi anni non vedo investimentidi valore da parte dello stato.

Se avessi a disposizione una macchina del tempo:Cambieresti qualcosa del tuo passato?

NO.In che epoca vorresti vivere?

2050. Sicuramente nel futuro, poiché il passato puoi studiarlo.Chi avresti voluto incontrare?

Oriana FallaciAutore preferito?

Kant. La Critica della ragion pura e la Critica della ragion pratica mi affascinano, sono opere moltorigorose,e mi affascina anche il personaggio Kant , la famosa leggenda secondo cui gli abitanti di Königsbergquando vedevano passeggiare il filosofo per le vie della città deducevano l’ora poiché lui era semprepuntuale, i pranzi con gli amici, durante i quali beveva sistematicamente un litro di bourdeaux,l’adorazione dei suoi studenti per il suo metodo di insegnamento “critico”, ma soprattutto:

“Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”Decisamente il suo lavoro mi ha detto molto.

Autore del programma che preferirebbe evitare?Decisamente Hegel, O più in generale la filosofia idealista, sinceramente faccio molta fatica a capirne ilpunto di vista, d’altra parte ho più una visione materialista della storia.

SCELTA MULTIPLANietzsche, Marx o Freud?

No dai non saprei scegliere tra loro, io li voglio tutti e tre.Socrate, Platone o Aristotele?

Sicuramente per la concezione Aristotele mentre Platone per una questione professionale, è molto piùsemplice da spiegare.

Hegel Comte o Bergson?Se proprio devo sceglierne uno Comte, anche se Bergson mi ha dato e mi dà molto da riflettere..Bergson si interroga sul mondo della scienza e della materia in rapporto con la coscienza, il suo pensiero èancora molto attuale indipendentemente dal fatto che lo si condivida o meno. Personalmente ancheaccettando una concezione della vita materialistica, mi sembra impossibile non ammettere l’esistenza di unflusso, di un movimento spirituale.

Esami di statoIn tutte le nazioni europee alla fine di un percorso di studi viene emessa una certificazione.Secondo me, ogni sistema di istruzione deve prevedere una valutazione per monitorare l’efficacia del suointervento, in questa prospettiva ritengo utile l’Esame di Stato, anche se penso che non vadano valutati sologli studenti, ma tutti le componenti del sistema di istruzione, docenti compresi, in fondo mi sono laureatacon una tesi sulla valutazione (risata). Però, come diceva Platone, il problema è “ chi valuterà i custodi?” e,aggiungerei come e per quale fine? Per esempio in Danimarca la certificazione finale del percorso di studiuniversitario viene emessa a seguito della presentazione di un progetto di gruppo, realizzato presso aziende leattestazioni delle quali rientrano nella valutazione finale con pari dignità di quelle scolastiche. Penso che cisia ancora bisogno di riflessione su questo punto. Io ho fatto una maturità dove ho studiato un quarto dellavostra, la prassi era che il candidato sceglieva la prima materia d’interrogazione e proponeva la seconda,praticamente ho studiato due materie. Erano però gli anni settanta. Solamente due anni prima di me siportavano tutte le materie, dunque dipende molto dai vari rinnovamenti della scuola.

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Notte prima degli esami:Ho sostenuto moltissimi esami, quelli di maturità non me li ricordo più.Mi ricordo la notte precedente la discussione della tesi di laurea: ho visto un film(risata) che regolarmenteguardo quando mi sento giù: era Pretty woman, con chi e come sono fatti miei (altra risata) Se fossi rimastaa casa mi sarei disperata e depressa per cui ho preferito uscire con amici

Prof ma secondo lei Dio è morto?Nella nostra società? Io credo che è una società che ha rischiato e sta rischiando grosso, ma vedo, soprattuttonei giovani, il bisogno e la possibilità di una rinascita di Dio, di una metafisica e di valori magari nuovi ediversi. Parlando con i ragazzi e leggendo i loro scritti io mi rendo conto che c’è ancora tanta umanità etanto bisogno di trovare dei punti d’appoggio. Basta non fermarsi alle apparenze, ricercare il confronto congli altri, utilizzare il cuore e la mente: questo è uno dei motivi per cui continuo a insegnare filosofia, anchese certe volte come il sabato all’ultima ora mi chiedo “boh avrà senso?”

Intervista di Motta Leonardo & Agradi Furio.

Meno di un mese fa, il 19 maggio 2016, è morto Marco Giacinto Pannella: un politico italiano, leader delPartito Radicale. “Ma chi è Marco Pannella?” potreste chiedere. Non è infatti difficile che i più giovani nonconoscano questa personalità non essendo al centro della scena politica e mediatica da tanto tempo, ma harappresentato uno dei più grandi esponenti delle battaglie civili di fine anni ’70 e della fase di transizione traprima e seconda Repubblica.Le sue battaglie sono state innumerevoli e alcune di queste, nonostante fossero avvenute prima che noinascessimo, rimangono attualissime.Prima di tutto non si può citare Pannella senza far riferimento alle sue battaglie per l’aborto e per il divorzio,cose che ora diamo per scontate ma negli anni settanta fecero grandissimo scalpore.Le sue battaglie però non si ridussero soltanto a questo: le lotte per i diritti civili riguardavano soprattutto ladifesa degli ultimi, quelli che venivano dimenticati dall’opinione pubblica.Famosi anche in tempi recentisono i suoi sforzi per la dignità di trattamento dei detenuti nelle carceri, con frequenti visite nei centri didetenzione soprattutto nelle festività e le lotte a tema Amnistia e Indulto, argomento di discussione in questigiorni in parlamento.Se da una parte le lotte per i diritti di aborto, divorzio, eutanasia e ricerca scientifica furono apertamentelaiciste, anticlericali e libertarie, dall’altra ci furono molte altre battaglie in linea con la visione cattolica:degni di nota sicuramente i cortei ecologisti, contro la fame nel mondo e a favore dell’accoglienza deimigranti.Buoni erano i rapporti con Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco, «Il tuo Vangelo, quello degliultimi, è quello che io amo» scrisse a quest’ultimo in una lettera poco tempo prima della sua morte.

La sua particolarità è quella di aver contribuito a cambiamenti tanto drastici senza mai trovarsi in unaposizione di maggioranza, anzi,il suo Partito Radicale ha spesso rischiato di non ottenere voti sufficienti peravere seggi in parlamento. Le sue armi sono state prima di tutto lo strumento del referendum, utilizzato inmodo massiccio durante le sue campagne e apripista del concetto di “democrazia diretta” tornato alla ribaltanei tempi recenti, la disobbedienza civile di ispirazione Gandhiana e gli scioperi della fame con cui portavaall’attenzione mediatica argomenti che solitamente nonvenivano considerati.Per quanto le sue idee possano essere condivise o meno, era evidente che lui credeva con tutto il cuore inquello che faceva, ed è impossibile non riconoscergli una grinta ed una forza che solo poche persone delloscenario politico attuale possiedono.

Marco Pannella

Di Andrea Folci

Battaglie per i diritti civili

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Smartphone: Civil WarDa quando sono nati gli smartphone sono sempre stati due i sistemi operativi concorrenti: Android e IOSrispettivamente di Google e Apple. Tutti ormai ne possiedono uno e per questo motivo nessuno può dare ungiudizio oggettivo. Per ovviare a questo problema abbiamo deciso di fare le stesse 4 domande a 2 personepossessori delle 2 differenti categorie di telefoni cellulari. Starà a voi decidere quale delle due è la migliore(sempre che non abbiate già una vostra opinione personale).ANDROIDIOS­come reputi il rapporto qualità prezzo? Ti sembra conveniente?

A: Nel caso dei dispositivi Android il rapporto qualità prezzo varia in cambio alla marca: se si considera unHuawei e un Samsung con caratteristiche e prestazioni simili si noterà subito che il primo è molto piùconveniente. Questa convenienza purtroppo viene meno quando si passa alla fascia alta dove i costi si alzanomolto.I: Pur mostrando un prezzo elevato, Apple fornisce un dispositivo con una capacità elevata nel svolgere variefunzioni, che vengono completate rapidamente: per esempio c’è solo un tasto con il quale si svolgono piùfunzioni in base al numero di volte per cui viene premuto.

­La durata della batteria ti sembra sufficiente, dura una giornata?A: La durata della batteria è un problema per tutti i telefoni, ma, nel caso in cui la carica non duri più nulla,può essere facilmente sostituita spendendo circa 15 euro su internet. Purtroppo alcuni telefoni (soprattutto imodelli più nuovi) hanno la batteria integrata cosa che rende più difficile il ricambio.I: Pur risultando limitata, la batteria permette di svolgere tranquillamente più funzioni, utilizzando la stessaquantità di carica. Inoltre, come ogni dispositivo, meno lo si usa, meno si consuma la batteria; non èconsigliato se dovete andare in luoghi molto freddi poiché il freddo fa perdere l’intera carica della batteria inpoco tempo.­La sicurezza del sistema secondo te è sufficiente? Il sistema è affidabile?A: la sicurezza dei sistemi Android non è il massimo, a volte può capitare di prendere qualche virusscaricando dal browser, ma se si utilizza unicamente il PlayStore le applicazioni sono più controllate. Anchesull’affidabilità del sistema c’è molto da discutere, se si scaricano troppe applicazioni e si occupa quasi tuttala memoria il sistema si rallenta visibilmente e a volte addirittura si blocca. Facendo attenzionei alla memoriaoccupata e con qualche pulizia ogni tanto si riesce a evitare questa spiacevole evenienza.I: L’iPhone ha un sistema sicurissimo, infatti i dati del telefono sono gestiti unicamente da Apple e risultanovisibili solo ai lavoratori dell’azienda. Inoltre si possono trasferire da un dispositivo all’altro grazie ad iCloud.Riguardo alla sua affidabilità non c’è nulla di meglio, non ho mai sentito di un iPhone che si è bloccatoall’improvviso e senza motivo.­Trova almeno 3 pregi per la categoria oppostaA: A mio parere le qualità degli iPhone che mancano ad Android sono: l’affidabilità del sistema il quale nonsi blocca o “crasha” quasi mai, la possibilità di avere un cloud veramente sicuro e privato e come ultimo unasicurezza del telefono tale che perfino l’FBI fatica a decriptare.I: secondo me tre pregi di Android sono: la maggiore disponibilità di marche e modelli sul mercato, labatteria non integrata nel sistema, quindi facilmente sostituibile e sono inoltre più facili da “craccare”permettendo così di cambiare il sistema operativo consentendo una maggior personalizzazione.

In ogni caso, comunque la pensiate su Android e IOS, questo articolo non vuole invogliare all’acquisto dinessuno dei due per questo se vi serve un nuovo telefono compratevi un Nokia con Windows phone o unintramontabile Nokia3100.

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Di Fabio Galimbert & Alex Gelsomino.

Ore noiose?I consigli di un esperto!

Sono ormai gli ultimi giorni di scuola. Le giornate si fanno sempre più calde e le aule sempre più torride maqueste vacanze estive sembrano sempre ancora troppo lontane. E' ormai primo pomeriggio, il sole con il suoardente sguardo filtra attraverso le taparelle malridotte e fa capolino inevitabilmente sul mio banco. La prof,non immune alla calura estiva, tenta invano di spiegare una qualche lezione ad una ormai sfinita classe. Unaclasse sfiancata dal troppo studio e dal crescente ed invadente desiderio di vacanze. Di contro il tempo pareessersi come congelato in una giornata che sembra non voler finire più. Unicamente per controllare l'orarioe in preda alla noia sfodero il mio rovente smartphone, ma una tentazione è in agguato, un desiderioirrefrenabile di aprire qualche app e navigare, giusto per distrarmi e far passare il tempo così da avvicinare lafine di questa interminabile giornata. Tento di resistere ma tutto è inutile. Cedo e si, cado in Tentazione.

Nell'ambito della rubrica tecnologica vi proponiamo alcuni consigli pensati per allietare la permanenza tra lemura scolastiche durante il mese di giugno.Anche per questo numero vi presentiamo di seguito una breve lista di giochi e app selezionati personalmentedal nostro qualificato e attento (ma non in classe) staff.

Per giocare in classe non è importante il sistema operativo, sia che abbiate Android, Ios o Windows,banalmente bastano i giochi e, grazie ai nostri consigli, non ne rimarrete mai senza:

League of Stickman:Avete presente il Moba per PC chiamato League of Legend? Ecco questo gioco non centra niente se non peri campioni che sono molto simili anche se con nomi differenti. Il gioco consiste nel avanzare di livello inlivello picchiando i vari nemici che vi troverete contro usando appunto un Campione (il vostro personaggio).Il gioco è in due dimensioni, i mostri nemici arriveranno da entrambe le direzioni per circa 5 ondate alivello. Nell’ultima ondata sarà presente un boss, un po’ più forte degli altri. Una volta uccisi i nemicidroppano soldi e a volte degli oggetti utilizzabili per potenziare i propri campioni. Purtroppo per poter averepiù di un campione dovrete usare delle gemme le quali sono molto lente da ottenere, sempre che nonvogliate spendere un patrimonio; con il primo campione comunque si riesce ad andare molto avanti neilivelli.Il gioco è molto frenetico e richiede molta attenzione, per questo non è molto adatto per essere giocato inclasse se non durante le ore di supplenza. E’ però presente un tasto utilizzabile per mettere in pausa e che inalcune situazioni si dimostra molto utile.

Brain on It:Il concept del gioco è molto semplice e intuitivo, si tratta di disegnare delle linee sullo schermo del telefonoin modo tale da compiere la missione, diversa per ogni livello, con minor linee e nel minor tempo possibileper poter da ottenere un massimo di 3 stelle.E’ un titolo consigliato per le ore di lezione poiché non c’è un limite di tempo per pensare a come fare illivello, il tempo parte da quando cominciate a disegnare sullo schermo. È molto comodo poiché bastalasciare acceso il telefono sul banco e guardarlo per studiare il modo migliore per risolvere il livello e poi, inun momento in cui non c’è pericolo completare il disegno

Di Fabio Galimberti & Alex Gelsomino, prefazione di Leonardo Motta

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L'angolo del DirettoreNel mezzo del cammin della mia vita, o un po’ prima del mezzo spero, mi ritrovai di fronte ad un’idea.

Una proposta, flebile e ignorata dalla maggioranza, un progetto che io e pochi altri abbiamo deciso diintraprendere per i più svariati motivi, chi per gloria, chi per protesta, noia o anche solo per semplicecuriosità. Il giornalino è nato così. Un gruppo di ragazzi, completamente diversi e sconosciuti tra loro, cheriunitosi in una anonima (e torrida) aula dell’istituto caratese hanno deciso di credere in questa iniziativa,hanno deciso di dedicare del tempo prezioso al giornale, tempo rubato allo studio, o più probabilmente alleuscite con gli amici.Il progetto che inizialmente poteva apparire come un semplice gioco si è però presto rivelato comedecisamente impegnativo, ogni edizione del giornalino, anzi giornale, scolastico è il risultato del lavoro diuna vera e propria redazione, per quanto eccentrica e malandata.Il nostro lavoro non è però solo un giornale, esso costituisce la concreta possibilità di fare sentire la propriavoce nelle aule dell’IIs, un valido mezzo per esporre il proprio pensiero ai nostri coetanei quanto ai nostriinsegnati, e nonostante possa sembrare banale è una possibilità che non possiamo permetterci di ignorarenella società d’oggi.La redazione ha dovuto misurarsi con numerose difficoltà e inconvenienti ma anche questo mese siamo qui,con la nostra seconda ed, è triste dirlo, ultima edizione. E’ necessario sottolineare quanto l’iniziativa siainiziata in ritardo, e di conseguenza come il tempo sia stato tiranno con noi.

Questo giornale non si deve però concludere come un progetto malriuscito dalle sole due pubblicazioni,Questo giornale non può e non deve finire dimenticato e morente nella calura estiva.E’ per questo che mi rivolgo a voi, i nostri lettori, che forse siete la parte più importante di tutto il giornale.A voi, i nostri sostenitori, e ancora di più ai nostri detrattori perché possiate mantenere viva questa iniziativanel corso degli anni a venire ed aiutarla a crescere, insieme a noi studenti.Voglio ringraziare e fare i complimenti a tutti i membri della redazione che si sono DAVVERO impegnatinella realizzazione del giornale:

Riccardo Pampagnin (il nostro indignato speciale e vicedirettore), Gabriele Villa (sezione Politica),Alessandro Puleri (vignettista e scrittore), Andrea Folci, Michelle Franzese, Fabio Galimberti, e tutti icollaboratori minori.

Un ringraziamento è dovuto anche a tutti i professori che ci hanno aiutato nella realizzazione del giornale ea coloro che si sono resi disponibili per un'intervista. Una menzione particolare per la nostra Carmen, per ilsuo contributo indispensabile nella stampa della versione cartacea e al prof Nava, il nostro supervisore.

In ultimo, ma certo non per importanza, vorrei ringraziare la nostra dirigente Mariagrazia Fornaroli, il cuiindispensabile supporto e la fiducia per l’iniziativa non sono mai mancate.

Gestire un giornalino in una scuola come la nostra comporta numerose difficoltà, spesso genera malumori ecomporta una certa agitazione, ma non esiste mezzo migliore per capire come funziona la società e la nostrascuola.

Auguro buone vacanze a tutti i nostri lettori e futuri redattori, perché possiate mantenere viva questainiziativa, trovando la voglia ed il coraggio necessari, magari ispirati da una sera estiva trapunta di stelle.

Il Direttore Leonardo Motta.