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I ballerini della Scala nel ricordo della grande maestra che li ha formati CLUB 3 41 MARZO 2007 LA BELLEZZA CON LE ALI U n grande fotografo giapponese e la sua magia in bianco e nero. Come sfondo, il luogo più affa- scinante che un appassionato di teatro pos- sa visitare: i polverosi e labirintici Labora- tori della Scala di Milano, nell’ex fabbrica dell’Ansaldo, dove vengono costruite le scenografie, creati e immagazzinati i costu- mi delle più importanti opere prodotte per il mitico palco milanese. Infine, soprattut- to, la leggerezza e l’eleganza di alcuni dei migliori ballerini del mondo, gli artisti del Corpo di ballo del Teatro alla Scala. Gli ingredienti ci sono tut- ti: li ha messi insieme la Freddy, azienda specializza- ta nell’abbigliamento per la danza, per festeggiare con una rassegna fotografica la prestigiosa collaborazione con il teatro milane- se. Alcuni degli scatti di quella mostra li ave- te sotto gli occhi. Per commentarli abbiamo chiamato una delle massime esperte di danza: Annamaria Prina, pensionata d’ecce- zione, appena ritirata dopo trent’anni di di- rezione della Scuola di ballo della Scala. Una vita dedicata alla danza, prima come ballerina, poi come insegnante, infine come direttrice di una delle più impor- tanti accademie del mondo. Qua- si tutti i ragazzi che vedete in que- ste pagine hanno studiato con lei. Co- me in un album dei ricordi di scuola, ce li racconta co- m’erano da ragazzini e co- me li conosce adesso, balle- rini ormai affermati. Due di loro non sono in queste foto, ma sono i pri- mi che vuole menzionare: i primi della classe, magari non da bambini ma certo oggi, nella vita professiona- le. «Alessandra Ferri ha stu- diato da noi sei anni», racconta della gran- dissima étoile milanese, 43 anni, sposata con il fotografo Fabrizio Ferri e madre di due bambine: «Non ha finito la Scuola della Scala perché a 15 anni ha partecipato a un’audizione per il Royal Ballett di Londra, dove l’hanno immediatamente presa: era molto preparata e aveva doti naturali rare. Alessandra scelse di entrare alla scuola del Royal Ballett perché allora chi studiava nel- l’accademia di Londra entrava di diritto nel Corpo di ballo del teatro», continua Anna- maria Prina. «Entrare in quello della Scala, [DANZA] CLUB 3 MARZO 2007 40 DI GIUSI GALIMBERTI - FOTO DI SATOSHI SAÏKUSA PER FREDDY Mick Zeni ha una forte personalità. Gilda Gelati ha classe e stile Sotto: Il Corpo di ballo della Scala. Nel riquadro: Annamaria Prina, per trent’anni direttrice della Scuola di ballo della Scala. Nella foto grande: Mick Zeni e Gilda Gelati, primi ballerini

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I ballerini della Scala nel ricordo della grande maestra che li ha formati

CLUB341

MARZO 2007

LA BELLEZZA CON LE ALIUn grande fotografo giapponese e

la sua magia in bianco e nero.Come sfondo, il luogo più affa-

scinante che un appassionato di teatro pos-sa visitare: i polverosi e labirintici Labora-tori della Scala di Milano, nell’ex fabbricadell’Ansaldo, dove vengono costruite lescenografie, creati e immagazzinati i costu-mi delle più importanti opere prodotte peril mitico palco milanese. Infine, soprattut-to, la leggerezza e l’eleganza di alcuni deimigliori ballerini del mondo, gli artisti delCorpo di ballo del Teatro alla Scala.

Gli ingredienti ci sono tut-ti: li ha messi insieme laFreddy, azienda specializza-ta nell’abbigliamento per ladanza, per festeggiare conuna rassegna fotografica laprestigiosa collaborazione

con il teatro milane-se. Alcuni degli scattidi quella mostra li ave-te sotto gli occhi. Percommentarli abbiamochiamato una delle massime esperte didanza: Annamaria Prina, pensionata d’ecce-zione, appena ritirata dopo trent’anni di di-rezione della Scuola di ballo della Scala.

Una vita dedicata alla danza, prima comeballerina, poi come insegnante, infine comedirettrice di una delle più impor-tanti accademie del mondo. Qua-

si tutti i ragazziche vedete in que-ste pagine hannostudiato con lei. Co-me in un album dei ricordidi scuola, ce li racconta co-m’erano da ragazzini e co-me li conosce adesso, balle-rini ormai affermati.

Due di loro non sono inqueste foto, ma sono i pri-mi che vuole menzionare: iprimi della classe, magarinon da bambini ma certooggi, nella vita professiona-le. «Alessandra Ferri ha stu-

diato da noi sei anni», racconta della gran-dissima étoile milanese, 43 anni, sposatacon il fotografo Fabrizio Ferri e madre didue bambine: «Non ha finito la Scuola dellaScala perché a 15 anni ha partecipato aun’audizione per il Royal Ballett di Londra,dove l’hanno immediatamente presa: eramolto preparata e aveva doti naturali rare.Alessandra scelse di entrare alla scuola delRoyal Ballett perché allora chi studiava nel-l’accademia di Londra entrava di diritto nelCorpo di ballo del teatro», continua Anna-maria Prina. «Entrare in quello della Scala,

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DI GIUSI GALIMBERTI - FOTO DI SATOSHI SAÏKUSA PER FREDDY

Mick Zeni ha una fortepersonalità. Gilda Gelati

ha classe e stile

Sotto: Il Corpo di ballo della

Scala. Nel riquadro: Annamaria

Prina, per trent’anni direttrice

della Scuola di ballo della Scala.

Nella foto grande: Mick Zeni e

Gilda Gelati, primi ballerini

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«I miei disgraziati. Li chiamavo così, con tenerezza, quando erano ragazzini»

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allora, era più difficile. In realtà, lei volò an-cora più in alto. Il suo talento fu notato dalgrande coreografo Mac Millan, che ne feceuna stella. Da ragazza era un “peperino”ma il suo carattere si è stemperato con glianni. Quando se ne andò da Milano, per an-ni parlò male della Scuola di ballo della Sca-la. Poi, è tornata anche da me per scusarsi.Ora è la prima ballerina étoile del teatro. Stameditando di smettere e secondo me è unacosa intelligente: è all’apice della carriera, hauna splendida famiglia e l’età giusta per la-sciare. Non apprezzo chi balla oltre una cer-ta età. La danza è giovane, è volo…».

È ancora giovane e vola alta un’altra étoi-le che lei conosce bene: Roberto Bolle…

«Me lo ricordo ragazzino. Arrivava daCasale Monferrato, dalla provincia, ed en-

trò al secondo anno della scuola. Era timidoe aveva già una muscolatura potente, forseanche troppo per un ballerino. I primi annifaticò a stare lontano dalla famiglia, era fintroppo riservato, comunicava poco. Lamamma lo ha seguito molto nei primi anni,ma con il suo talento sarebbe arrivato co-munque ai massimi livelli. L’unico suo pun-to debole, quello su cui abbiamo dovuto la-vorare negli anni di scuola, è stata l’espressi-vità. Del resto è sempre stato di una bellez-za straordinaria e questo gli bastava. Oggi èdiventato anche intenso nelle interpretazio-ni. È maturato e oggi è uno dei pochi che hasempre il coraggio di dire ciò che pensa».

Riconosce i ragazzi di queste fotografie?Ci può raccontare anche qualcosa di loro?

«Oh, eccoli i miei disgraziati. Scherzan-

do li chiamavo così, con tenerezza, quandoerano ragazzini a scuola. A volte ci faceva-no impazzire. Qualcuno oggi mi dice di ri-cordare con affetto quei giorni. Mick Zeni,per esempio, ha sempre avuto una grandepersonalità. Scontroso, spesso contestato-re. Finita la scuola ha cominciato a volermibene ed è diventato affettuoso. Nelle lezio-ni si pretendeva molto da loro, mi rendoconto che in certi momenti per alcuni è sta-ta dura. Oggi Mick ha ancora quel carattereforte che lo ha reso personaggio e sulla sce-na lo fa brillare e diventare ancor più bello.Nino (Antonino Sutera, ndr) da piccolo ave-va gambe lunghe lunghe e saltava altissimo,un’incredibile dote naturale. Dopo la scuo-la ha fatto progressi enormi, oggi è un uo-mo molto maturo. Forse anche perché è di-

ventato papà giovanissimo, appena venten-ne. Tra le prime allieve della mia direzionec’è la prima ballerina Gilda Gelati, che èsempre stata una ragazza deliziosa, carina,educata. Come ballerina ha grande stile eclasse. Anche Chiara Borgia era disciplina-ta, sempre calma, un po’ riservata. Ah eccola Deborina (Deborah Gismondi, ndr): unbel caratterino, molto volitiva e al tempostesso dolce e fragile. Lorella Ferraro è inve-ce buffa, persino un po’ strampalata. Pian-

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Sopra: a sinistra, i ballerini in gruppo;

a destra, Deborah Gismondi.

Sotto: a sinistra, Mick Zeni; a destra,

Chiara Borgia (con i capelli neri)

e Lorella Ferraro. Nella foto grande,

la prima ballerina Marta Romagna

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«Non apprezzo chi balla oltre una certa età. Per me la danza è giovane, è volo»la danza è giovane, è volo»

ge, poi ride… Ancora oggi se c’è qualcunoche nel Corpo di ballo sbaglia un passopuoi essere quasi certo che è lei. Ed è co-munque bellissima».

Qual è stata la sua allieva prediletta?«Forse una delle mie preferite è stata

Marta Romagna, oggi prima ballerina. Haun carattere schietto, aperto, positivo. Hasempre amato studiare e non si è mai lamen-tata di nulla. Ed è anche una delle pochissi-me italiane ad avere il fisico perfetto peruna ballerina di danza classica».

Naturalmente nelle foto tutti i ragazzi so-no vestiti con capi della Freddy, l’aziendache ha ideato il set fotografico e che dadue stagioni collabora con il Teatro allaScala di Milano. «Siamo davvero orgoglio-si di questo rapporto», spiega Luca Sordi,

responsabile dell’immagine e amministra-tore delegato dell’azienda. «Abbiamo uncontratto di quattro anni come fornitori uf-ficiali del Corpo di ballo e ci auguriamo dicontinuare anche in futuro. Per i balleriniabbiamo disegnato una divisa che perònon è uguale per tutti. Abbiamo presenta-to loro una gamma di prodotti dai colori fa-cilmente combinabili e ciascun ragazzo hascelto i capi che preferiva. Come appendi-ce della nostra linea Dance Academy, lanostra principale per il settore danza, abbia-mo proposto la nuova linea Freddy la Sca-la, che ha avuto un grande successo. Soprat-tutto nel nuovo dance store presso il Tea-tro alla Scala, la gente compra i nostri capicome fossero un souvenir, un bel ricordodel soggiorno a Milano». �

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Sopra: a sinistra, Antonino Sutera

e Lorella Ferraro; a destra, Beatrice

Carbone e Andrea Volpintesta. Sotto:

a sinistra, Lara Montanaro, Massimo

Dalla Mora e Riccardo Massimi;

a destra, Mick Zeni e Gilda Gelati

In questa foto: Maurizio

Licitra (in volo)

e Andrea Volpintesta