Dalle ore 11 del 28 gennaio saranno Biagio Antonacci l'8 ...

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Corriere Fiorentino Venerdì 25 Gennaio 2019 FI 17 Culture La storia Una targa ricorderà il padre della Romania moderna che visse sul viale Machiavelli Amico di Firenze e dell’Italia, da esiliato abitò in quello che oggi è il Liceo Cavour-Pacinotti La villa del principe Cuza Firenze rende omaggio al primo sovrano di Romania, esiliato e rifugiato sull’Arno nel 1870. Abitava in quello che oggi è il Liceo Cavour-Pacinotti, sul viale Machiavelli. Una lunga ri- cerca d’archivio ha finalmente portato all’identificazione della villa dove Alexandru Ioan Cuza — l’unificatore della nazione, il Garibaldi romeno divenuto re — trascorse gli ultimi tre anni di vita. Una dimora che nel set- tembre del 1870 fu acquistata dal sovrano per 100.000 lire. Domani alle 15.30 — per cele- brare il 160° anniversario del- l’unificazione del Paese — il sindaco di Firenze Dario Nar- della e l’ambasciatore romeno in Italia George Gabriel Bolo- gan inaugureranno la targa commemorativa in un’aiuola pubblica all’angolo fra viale Machiavelli e il piazzale di Por- ta Romana in prossimità al luo- go dove il principe visse. Non solo. A ricordare il principe sa- ranno anche tre discendenti diretti di questa storia risorgi- mentale: si incontreranno per la prima volta Alexander Ioan Cuza e Raffaello Romanelli, omonimi pronipoti del princi- pe e dello scultore fiorentino che ne realizzò una gigantesca statua in bronzo. E ci sarà Paolo De Anna, bisnipote dell’artigia- no Gusmano Vignali che quella statua fuse nel suo laboratorio di viale Petrarca, per poi ac- compagnarla nel lunghissimo viaggio fino a Iasi, prima capi- tale della Romania unificata. Tre pronipoti per una statua: una stretta di mano in nome di un grande personaggio amico dell’Italia, di un rapporto stori- co fra i due popoli. Con Firenze protagonista. Principe della Moldavia e della Valacchia, Alexander Cu- za riesce a fondere le due regio- ni nel 1859. Un propellente per la causa nazionale italiana. «Adesso nessuno può più im- pedire — scrive Camillo Benso, Conte di Cavour — che il mera- viglioso atto compiutosi alle falde dei Carpazi si realizzi an- che ai piedi delle Alpi». Infatti è Cuza il primo capo di Stato a riconoscere l’Italia unita, nel 1861. Ed è lui a spingere la Ro- mania nella modernità: sua è la riforma agricola che libera i contadini dal peso dei debiti feudali rendendoli proprietari della terra; è lui a secolarizzare il patrimonio dei monasteri e a rinnovare i codici civile e pena- le, ispirandosi alle riforme na- poleoniche; è ancora lui a sta- bilire il suffragio universale maschile. Un programma trop- po progressista per non provo- cupa delle celebrazioni per l’anniversario — e adesso non ci sono dubbi: abbiamo ritro- vato il contratto d’acquisto, e le mappe dei lavori sui viali fatti dall’architetto Enrico Poggi, che menzionano ‘Villa Cuza’». Passano soli tre anni, e l’ex famiglia reale — la moglie, la compagna e i due figli del prin- cipe — è colpita dal lutto. Ma non è qui che il padre della Ro- mania moderna muore: sta viaggiando verso Heidelberg, si ammala e se ne va in pochi giorni, senza aver potuto ri- mettere piede nel suo Paese. La villa è venduta. Dovranno pas- sare altri 40 anni perché a Fi- renze si torni a parlare di lui. Nel 1911 una sua gigantesca sta- tua viene commissionata da un comitato di cittadini di Iasi. Il lavoro va a Raffaello Romanelli, scultore fiorentino che all’epo- ca ha già realizzato il busto di Benvenuto Cellini per Ponte Vecchio, il cenotafio di Dona- tello in San Lorenzo, il monu- mento a Carlo Alberto per il Quirinale. È il Rodin italiano, le sue opere sono apprezzate in tutto il mondo, negli Stati Uniti gli dedicano addirittura un parco. Anche la nuova famiglia reale romena non esita a ricor- rere ai suoi servizi. Mentre la- vora al monumento di Cuza, Romanelli partecipa al concor- so internazionale per realizzare la statua dello Zar di Russia a cavallo: vince anche quello, ma ci penserà la Rivoluzione d’Ot- tobre ad annullare la commes- sa… Da anni le opere dello scultore sono fuse nella fonde- ria di Gusmano Vignali: un so- dalizio artistico fecondo, e una grande amicizia. È in viale Pe- trarca che nasce anche il Cuza di bronzo, un principe alto 3 metri su un piedistallo di sei, in divisa ufficiale, con la spada in mano e quattro collaboratori ai piedi. È lo stesso Vignali a scor- tare la statua fino a Iasi, nel cuore dell’inverno, incarican- dosi di un difficile montaggio. Durante l’inaugurazione uffi- ciale alla presenza di Carlo I (il principe tedesco che era stato messo sul trono dopo il colpo di stato contro Cuza), il drappo che copriva il monumento ca- de all’improvviso: solo la pron- tezza di spirito del Re — che balza in piedi facendo il saluto e spingendo la guardia d’onore a presentare le armi — può sal- vare la cerimonia. Oggi come allora, celebrando l’unità na- zionale, la Romania rende omaggio al suo padre fondato- re, l’uomo che aveva visto (troppo) lontano, il re che ave- va chiesto l’obbligo della scuola primaria per tutti i bambini. Così faranno adesso anche i tre bisnipoti a Firenze, incontran- dosi nella galleria di Raffaello Romanelli jr. Quello stesso luo- go da cui il principe Cuza era uscito per intraprendere final- mente il suo viaggio di ritorno in patria. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Daniela Cavini care la reazione dell’antica clas- se dirigente: e alle 4 del matti- no del 22 febbraio 1866, un gruppo di cospiratori irrompe a palazzo. Quella che passerà alla storia come «la mostruosa coalizione» costringe il princi- pe all’abdicazione e all’esilio. Cuza si rifugia a Vienna, poi si sposta a Parigi. Nel 1870, pren- de casa a Firenze. «C’è voluta una lunga ricerca all’archivio di Stato di Firenze per identificare la sua dimora fra viale Machia- velli e il Poggio Imperiale — spiega Melania Cristina Cotoi, presidente dell’Associazione culturale Alter.nativa che si oc- Casa reale In alto e a destra la villa dove il primo sovrano di Romania trascorse gli ultimi tre anni della sua vita Il nuovo tour di Ligabue il 25 giugno allo Stadio Franchi E l’8 luglio arrivano Laura Pausini e Biagio Antonacci L’ultimo era stato Tiziano Ferro, due anni fa con l’ultima data de «Il mestiere della vita». Poi lo Stadio Franchi non era più tornato a ospitare grandi concerti pop, con l’unica eccezione del raduno «RockIn1000» del 2018. Nell’estate 2019 però il rito delle grandi adunate pop sul prato che ospita la Fiorentina riprende corpo con il ritorno di Ligabue, il 25 giugno, e l’accoppiata Laura Pausini – Biagio Antonacci l’8 luglio. Quattro anni dopo il «pokerissimo» che portò in sequenza due volte Vasco Rossi, due volte Jovanotti e una ancora Tiziano Ferro. I biglietti per il concerto di Ligabue saranno disponibili in prevendita a partire dalle ore 11 di domani e il 27 gennaio in prelazione per i soli iscritti al fanclub Bar Mario. Dalle ore 11 del 28 gennaio saranno disponibili su TicketOne.it e dalle ore 11 del 4 febbraio nei punti vendita e nelle prevendite abituali. La Biennale dell’Antiquariato invaderà la città Dal 21 al 29 settembre la kermesse. Iniziative ad hoc nei negozi e nelle gallerie È la biennale d’antiquariato numero 31 quella che va a inaugurarsi il prossimo 21 set- tembre, sempre a Palazzo Corsini, e che durerà fino al 29. Nove giorni, più uno di preview che porteranno in città una gamma sempre più ampia di opere d’arte a dispo- sizione dei collezionisti e che, già alla scorsa edizione, aveva accolto pezzi anche di pregio che toccavano fino agli anni ‘80 del Novecento, perché è il secolo breve, da un po’ di tem- po, a far gola a chi investe in questo settore. Questa volta, la terza edi- zione della kermesse a guida dell’antiquario Fabrizio Mo- retti, che compie 60 anni di vita — la prima edizione risa- le al 1959 — presenta varie no- vità. Intanto non sarà affian- cata alla grande mostra-in- stallazione in piazza Signoria. Nel 2015 Fabrizio Moretti por- tò sotto Palazzo Vecchio insie- me con Sergio Risaliti, opere di Jeff Koons; nel 2017, sem- pre su loro input, fu Urs Fi- scher a occupare Piazza della Signoria, con molti, discutibi- li, mal di pancia da parte dei fiorentini che giudicarono inadeguati i lavori dell’artista svizzero per il salotto della cit- tà. L’idea che frulla in testa a Moretti e Risaliti in questi giorni è di fare un ponte tra Palazzo Corsini e il Museo No- vecento dove per quella data è in preparazione una mostra dedicata a Fontana e a Giaco- metti. Sarebbe un bel colpo per entrambi. Per il Museo Novecento che, ricco di una collezione importante stenta a decollare, almeno per nu- meri, e che così avrebbe una cassa di risonanza e un nume- ro di visitatori potenziale alto e soprattutto competente. E per la Biennale di Moretti che, comunque, proporrebbe al suo pubblico una mostra de- dicata a due artisti fondamen- tali del ‘900. Nella mente di Fabrizio Mo- retti, però, c’è anche altro. Un po’ sul modello milanese del Salone del Mobile, intende mettere in rete altri antiquari e gallerie fiorentine e una se- rie di negozi, soprattutto quelli che raccolgono manu- fatti artigianali, per offrire ai visitatori un tour della città ad hoc perché chi è a Firenze in quei giorni possa goderne ap- pieno. Per ora sono partiti i primi contatti. Ma l’idea è quella di spingere gli interlo- cutori a fare dei loro negozi e gallerie, dei contenitori di eventi. Non basta: in quello stesso periodo potrebbe esse- re pronta la nuova proposta della Galleria Tornabuoni che, negli spazi di Palazzo Bartolini Salimbeni, ha creato un vero museo: se oggi qui abbiamo visto alcuni capola- vori che comprendono artisti italiani e internazionali attivi dai primi del ‘900 fino ai ‘60 per settembre dovrebbe esse- re esposta la collezione di Ro- berto Casamonti con opere dagli anni ‘60 sino al contem- poraneo. Chiara Dino © RIPRODUZIONE RISERVATA A Palazzo Corsini Fabrizio Moretti segretario generale della Biennale Internazionale dell’Antiqua- riato di Firenze La scultura Una immagine storica della statua in bronzo commissionata da un comitato di cittadini di Iasi dove fu collocata ( foto in basso a destra). Fu realizzata dal fiorentino Raffaello Romanelli e fusa nel laboratorio di Gusmano Vignali Domani l’incontro tra i pronipoti del sovrano e dello scultore fiorentino che realizzò una grande statua in bronzo Un ponte con il Museo Novecento dove è in prepara- zione una mostra dedicata a Fontana e Giacometti

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Corriere Fiorentino Venerdì 25 Gennaio 2019 FI17

Culture

La storia Una targa ricorderà il padre della Romania moderna che visse sul viale MachiavelliAmico di Firenze e dell’Italia, da esiliato abitò in quello che oggi è il Liceo Cavour-Pacinotti

La villa del principe CuzaFirenze rende omaggio al

primo sovrano di Romania,esiliato e rifugiato sull’Arno nel1870. Abitava in quello che oggiè il Liceo Cavour-Pacinotti, sulviale Machiavelli. Una lunga ri-cerca d’archivio ha finalmenteportato all’identificazione dellavilla dove Alexandru Ioan Cuza— l’unificatore della nazione, ilGaribaldi romeno divenuto re— trascorse gli ultimi tre annidi vita. Una dimora che nel set-tembre del 1870 fu acquistata dal sovrano per 100.000 lire.Domani alle 15.30 — per cele-brare il 160° anniversario del-l’unificazione del Paese — ilsindaco di Firenze Dario Nar-della e l’ambasciatore romenoin Italia George Gabriel Bolo-gan inaugureranno la targacommemorativa in un’aiuola pubblica all’angolo fra vialeMachiavelli e il piazzale di Por-ta Romana in prossimità al luo-go dove il principe visse. Nonsolo. A ricordare il principe sa-ranno anche tre discendenti diretti di questa storia risorgi-mentale: si incontreranno perla prima volta Alexander IoanCuza e Raffaello Romanelli, omonimi pronipoti del princi-pe e dello scultore fiorentino che ne realizzò una gigantescastatua in bronzo. E ci sarà PaoloDe Anna, bisnipote dell’artigia-no Gusmano Vignali che quellastatua fuse nel suo laboratoriodi viale Petrarca, per poi ac-compagnarla nel lunghissimoviaggio fino a Iasi, prima capi-tale della Romania unificata.Tre pronipoti per una statua:una stretta di mano in nome diun grande personaggio amicodell’Italia, di un rapporto stori-co fra i due popoli. Con Firenzeprotagonista.

Principe della Moldavia edella Valacchia, Alexander Cu-za riesce a fondere le due regio-ni nel 1859. Un propellente perla causa nazionale italiana. «Adesso nessuno può più im-pedire — scrive Camillo Benso,Conte di Cavour — che il mera-

viglioso atto compiutosi alle falde dei Carpazi si realizzi an-che ai piedi delle Alpi». Infattiè Cuza il primo capo di Stato ariconoscere l’Italia unita, nel1861. Ed è lui a spingere la Ro-mania nella modernità: sua è lariforma agricola che libera icontadini dal peso dei debitifeudali rendendoli proprietari della terra; è lui a secolarizzareil patrimonio dei monasteri e arinnovare i codici civile e pena-le, ispirandosi alle riforme na-poleoniche; è ancora lui a sta-bilire il suffragio universale maschile. Un programma trop-po progressista per non provo-

cupa delle celebrazioni per l’anniversario — e adesso nonci sono dubbi: abbiamo ritro-vato il contratto d’acquisto, e lemappe dei lavori sui viali fatti dall’architetto Enrico Poggi, che menzionano ‘Villa Cuza’».

Passano soli tre anni, e l’exfamiglia reale — la moglie, lacompagna e i due figli del prin-cipe — è colpita dal lutto. Ma non è qui che il padre della Ro-mania moderna muore: staviaggiando verso Heidelberg,si ammala e se ne va in pochigiorni, senza aver potuto ri-mettere piede nel suo Paese. Lavilla è venduta. Dovranno pas-

sare altri 40 anni perché a Fi-renze si torni a parlare di lui. Nel 1911 una sua gigantesca sta-tua viene commissionata da uncomitato di cittadini di Iasi. Illavoro va a Raffaello Romanelli,scultore fiorentino che all’epo-ca ha già realizzato il busto diBenvenuto Cellini per PonteVecchio, il cenotafio di Dona-tello in San Lorenzo, il monu-mento a Carlo Alberto per il Quirinale. È il Rodin italiano, lesue opere sono apprezzate intutto il mondo, negli Stati Unitigli dedicano addirittura unparco. Anche la nuova famigliareale romena non esita a ricor-rere ai suoi servizi. Mentre la-vora al monumento di Cuza, Romanelli partecipa al concor-so internazionale per realizzarela statua dello Zar di Russia acavallo: vince anche quello, maci penserà la Rivoluzione d’Ot-tobre ad annullare la commes-sa… Da anni le opere delloscultore sono fuse nella fonde-ria di Gusmano Vignali: un so-dalizio artistico fecondo, e unagrande amicizia. È in viale Pe-trarca che nasce anche il Cuzadi bronzo, un principe alto 3metri su un piedistallo di sei, indivisa ufficiale, con la spada inmano e quattro collaboratori aipiedi. È lo stesso Vignali a scor-tare la statua fino a Iasi, nelcuore dell’inverno, incarican-dosi di un difficile montaggio.Durante l’inaugurazione uffi-ciale alla presenza di Carlo I (ilprincipe tedesco che era statomesso sul trono dopo il colpodi stato contro Cuza), il drappoche copriva il monumento ca-de all’improvviso: solo la pron-tezza di spirito del Re — chebalza in piedi facendo il salutoe spingendo la guardia d’onorea presentare le armi — può sal-vare la cerimonia. Oggi comeallora, celebrando l’unità na-zionale, la Romania rende omaggio al suo padre fondato-re, l’uomo che aveva visto(troppo) lontano, il re che ave-va chiesto l’obbligo della scuolaprimaria per tutti i bambini. Così faranno adesso anche i trebisnipoti a Firenze, incontran-dosi nella galleria di RaffaelloRomanelli jr. Quello stesso luo-go da cui il principe Cuza erauscito per intraprendere final-mente il suo viaggio di ritornoin patria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Daniela Cavini

care la reazione dell’antica clas-se dirigente: e alle 4 del matti-no del 22 febbraio 1866, ungruppo di cospiratori irrompea palazzo. Quella che passeràalla storia come «la mostruosacoalizione» costringe il princi-pe all’abdicazione e all’esilio.Cuza si rifugia a Vienna, poi sisposta a Parigi. Nel 1870, pren-de casa a Firenze. «C’è volutauna lunga ricerca all’archivio diStato di Firenze per identificarela sua dimora fra viale Machia-velli e il Poggio Imperiale — spiega Melania Cristina Cotoi, presidente dell’Associazione culturale Alter.nativa che si oc-

Casa realeIn alto e a destra la villa dove il primo sovrano di Romania trascorse gli ultimi tre anni della sua vita

Il nuovo tour di Ligabue il 25 giugno allo Stadio FranchiE l’8 luglio arrivano Laura Pausini e Biagio AntonacciL’ultimo era stato Tiziano Ferro, due anni fa con l’ultima data de «Il mestiere della vita». Poi lo Stadio Franchi non era più tornato a ospitare grandi concerti pop, con l’unica eccezione del raduno «RockIn1000» del 2018. Nell’estate 2019 però il rito delle grandi adunate pop sul prato

che ospita la Fiorentina riprende corpo con il ritorno di Ligabue, il 25 giugno, e l’accoppiata Laura Pausini – Biagio Antonacci l’8 luglio. Quattro anni dopo il «pokerissimo» che portò in sequenza due volte Vasco Rossi, due volte Jovanotti e una ancora Tiziano Ferro. I biglietti per il concerto

di Ligabue saranno disponibili in prevendita a partire dalle ore 11 di domani e il 27 gennaio in prelazione per i soli iscritti al fanclub Bar Mario. Dalle ore 11 del 28 gennaio saranno disponibili su TicketOne.it e dalle ore 11 del 4 febbraio nei punti vendita e nelle prevendite abituali.

La Biennale dell’Antiquariato invaderà la cittàDal 21 al 29 settembre la kermesse. Iniziative ad hoc nei negozi e nelle gallerie

È la biennale d’antiquariatonumero 31 quella che va ainaugurarsi il prossimo 21 set-tembre, sempre a PalazzoCorsini, e che durerà fino al29. Nove giorni, più uno dipreview che porteranno incittà una gamma sempre piùampia di opere d’arte a dispo-sizione dei collezionisti e che,già alla scorsa edizione, avevaaccolto pezzi anche di pregioche toccavano fino agli anni‘80 del Novecento, perché è ilsecolo breve, da un po’ di tem-po, a far gola a chi investe inquesto settore.

Questa volta, la terza edi-zione della kermesse a guidadell’antiquario Fabrizio Mo-

retti, che compie 60 anni divita — la prima edizione risa-le al 1959 — presenta varie no-vità. Intanto non sarà affian-cata alla grande mostra-in-stallazione in piazza Signoria.Nel 2015 Fabrizio Moretti por-tò sotto Palazzo Vecchio insie-me con Sergio Risaliti, operedi Jeff Koons; nel 2017, sem-pre su loro input, fu Urs Fi-scher a occupare Piazza dellaSignoria, con molti, discutibi-li, mal di pancia da parte deifiorentini che giudicaronoinadeguati i lavori dell’artistasvizzero per il salotto della cit-tà. L’idea che frulla in testa aMoretti e Risaliti in questigiorni è di fare un ponte tra

Palazzo Corsini e il Museo No-vecento dove per quella data èin preparazione una mostradedicata a Fontana e a Giaco-metti. Sarebbe un bel colpoper entrambi. Per il MuseoNovecento che, ricco di unacollezione importante stentaa decollare, almeno per nu-meri, e che così avrebbe unacassa di risonanza e un nume-ro di visitatori potenziale altoe soprattutto competente. Eper la Biennale di Moretti che,comunque, proporrebbe alsuo pubblico una mostra de-dicata a due artisti fondamen-tali del ‘900.

Nella mente di Fabrizio Mo-retti, però, c’è anche altro. Un

po’ sul modello milanese delSalone del Mobile, intendemettere in rete altri antiquarie gallerie fiorentine e una se-rie di negozi, soprattuttoquelli che raccolgono manu-fatti artigianali, per offrire aivisitatori un tour della città adhoc perché chi è a Firenze inquei giorni possa goderne ap-pieno. Per ora sono partiti iprimi contatti. Ma l’idea èquella di spingere gli interlo-cutori a fare dei loro negozi egallerie, dei contenitori dieventi. Non basta: in quellostesso periodo potrebbe esse-re pronta la nuova propostadella Galleria Tornabuoniche, negli spazi di Palazzo

Bartolini Salimbeni, ha creatoun vero museo: se oggi quiabbiamo visto alcuni capola-vori che comprendono artistiitaliani e internazionali attivi dai primi del ‘900 fino ai ‘60per settembre dovrebbe esse-re esposta la collezione di Ro-berto Casamonti con operedagli anni ‘60 sino al contem-poraneo.

Chiara Dino© RIPRODUZIONE RISERVATA

A Palazzo CorsiniFabrizio Moretti segretario generale della Biennale Internazionale dell’Antiqua-riato di Firenze

La sculturaUna immagine storica della statua in bronzo commissionata da un comitato di cittadini di Iasi dove fu collocata ( foto in basso a destra). Fu realizzata dal fiorentino Raffaello Romanelli e fusa nel laboratorio di Gusmano Vignali

Domani l’incontro tra i pronipotidel sovrano e dello scultore fiorentino che realizzò una grande statua in bronzo

Un ponte con il Museo Novecento dove è in prepara-zione una mostra dedicata a Fontana e Giacometti