corretto poeticamente Il Benigni - La parte buona€¦ · superospite Biagio Antonacci. Quindi Mara...

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Avvenire - 08/02/2020 Pagina : A23 Copyright � Avvenire Febbraio 8, 2020 9:27 am (GMT -1:00) Powered by TECNAVIA Copia ridotta al 75% del formato originale a4 della pagina Roberto Benigni sul palco dell’Ariston Sotto, Gabbani e Le Vibrazioni durante le loro esecuzioni al Festival di Sanremo FESTIVAL LUCIA BELLASPIGA Inviata a Sanremo a telefonata di Roberto Benigni arriva al cel- lulare di Amadeus in piena conferenza stampa, proprio mentre si sta parlando di lui. «È stato bellissimo averti vicino, sei tu che i- spiri poesia, sei il più grande conduttore», esordi- sce rivolto al direttore artistico del Festival. «Io non ho dormito: ma ci rendiamo conto? Il Cantico dei Cantici a Sanremo! Ma è pazzesco, abbiamo osa- to la cosa più difficile, di impressionante bellezza, e la più scandalosa. Sanremo può fare anche que- sto, reggere il Cantico dei Cantici». A dispetto del- la reazione tiepida registrata in sala all’Ariston, i dati sciorinati dal direttore di Rai 1 Stefano Colet- ta gli danno ragione: non solo questo è «il Festival dei record» con un ulteriore rialzo di ascolti nella terza serata (share al 54.5%, solo nel 1997 fu più al- to), ma è proprio nel momento in cui Benigni de- clamava il libro biblico che la percentuale ha sfio- rato il 60%. «Nessuno può dire che non abbiamo osato», commenta felice Benigni. È la legge degli ascolti: ha puntato sulla sorpresa e ha ottenuto. Che il Cantico dei Cantici sia il libro erotico delle Sacre Scritture è cosa nota, dove eros significa amore fisico, quello che sublima l’unione tra i due spiriti di un uomo e di una donna, che at- traverso i cinque sensi fonde in una le loro due a- nime. Ma Benigni, da “animale da palcoscenico” qual è, prima di declamare il testo ha avvertito più e più volte, con una introduzione più lunga della pièce, che proprio di amore fisico si tratta, ha prean- nunciato un testo ricco di erotismo fin nei minimi dettagli, che parlerà «di sapori e di odori». Per far questo, ha spiegato, si affiderà a una versione del Cantico «che non avete mai sentito perché è ante- riore a tutte le revisioni e alle censure». È un’ope- razione di sicuro successo e insieme a rischio, ma Benigni sa come prevenire: «Non è facile trovare un testo che vada bene a tutti, mi sono fatto aiutare dai grandi studiosi come Ceronetti, Angelini e Ra- vasi. Questo è il testo primitivo, dopo sono stati at- L tenuati tutti i termini erotici». L’attesa è creata. «I- nizia con i baci, poi descrive il corpo di lei, poi lei fa un sogno erotico, si lanciano in un inno all’amore che non dimenticherete, che sale sempre di tono… Una cosa indimenticabile». Di vero amore, ha provocato Benigni, «se ne fa trop- po poco», persino tra i giovani che «parlano parla- no» ma solo di sesso e trasgressione, mentre «l’a- more è continua conquista». Soprattutto è atto creativo: «Noi siamo al mondo, ma ve ne rendete conto?», ha esclamato, celebrando così la me- raviglia di questo evento irripetibile che siamo noi, «uno scherzo glorioso» dovuto al fatto che nostra madre e nostro padre si sono amati. Do- po la Divina Commedia il Cantico dei Cantici, dunque, e proprio nella serata dedicata ai duet- ti, cioè alle coppie. Un’idea da fuoriclasse e da uomo fuori dal coro. Se nel coro non ci fosse rientrato subito dopo quel- l’inno alla vita, con una forzatura a lui non neces- saria, un atto dovuto di cui un Benigni non avreb- be bisogno: «Il Cantico è la canzone d’amore più antica del mondo tra un uomo e una donna», sì, ma «comprende ogni tipo di amore, anche tra don- na e donna, tra uomo e uomo, l’amore per tutto». Si è presentato come l’esegeta attento che ha re- cuperato la versione filologica rispettosa dell’ori- ginale – ed è vero – ma per un solo attimo, fatale, ne travisa totalmente il senso. «Non è facile ac- contentare tutti», lo aveva detto lui stesso, eppure ha cercato di farlo, a costo di piegare l’ode più an- tica della dualità donna/uomo a ciò che proprio non voleva significare (anche se ieri Coletta, forte degli ascolti, tagliava corto: «Il Cantico è stato let- to da tanti nomi illustri come la condensazione dell’amore tra un uomo e una donna, Benigni ha traslato questa possibilità amorosa parlando an- che di amori tra uomo e uomo, donna e donna: nell’opera di un genio non è rintracciabile alcuna irriverenza ma un grande rispetto»). «Spero che rimaniate travolti dall’incanto», ha det- to Benigni iniziando finalmente la lettura, e così poi è stato. «I baci della tua bocca sono il tuo amore che mi morde più del vino, fragranza soavissima è il tuo odore e il tuo nome è desiderio… La sua ma- no sinistra è sotto la mia testa, con la destra mi stringi nell’amplesso». Poesia pura (che ieri matti- na lo stesso cardinale Gianfranco Ravasi ha twit- tato, anche nell’originale ebraico), tant’è che 40 minuti di testo biblico hanno tenuto incollati al vi- deo milioni di persone nel cuore di un Festival del- la canzone, in tarda notte. Un’operazione pratica- mente perfetta. Se non fosse per quella tentazio- ne in cui è caduto anche uno spirito ribelle come Benigni: pagare il pegno al politicamente corretto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Successo per l’attore che con il Cantico dei Cantici ha esaltato l’amore nella sua unitiva fisicità ma, per non dispiacere a nessuno, ha finito col tradire la fondamentale dualità uomo-donna del testo biblico Il Benigni poeticamente “corretto”

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Page 1: corretto poeticamente Il Benigni - La parte buona€¦ · superospite Biagio Antonacci. Quindi Mara Venier, con Diletta Leotta, Sabrina Salerno e Francesca Sofia ... campione italiano

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Copia ridotta al 75% del formato originale a4 della pagina

Trionfo d’arteLeo Gassmann1° tra i GiovaniIn attesa dei Big,ieri sera il 70°Festival di Sanremoha visto laproclamazione delvincitore dellacategoria NuoveProposte che havisto trionfare LeoGassmann (figlio diAlessandro e nipotedel grande VittorioGassmann) con lacanzone Vai benecosì, che ha avutola meglio con il52,5% dei voti sullacantante TeclaInsolia, che si èconsolata con lavittoria del Premiodella Sala Stampa“Lucio Dalla” cheha premiato la suacanzone 8 marzo.Tra i Giovani ilPremio della Criticaè invece andato algruppo Eugenio inVia di Gioia. Grandeattesa per la finaledi stasera chevedrà comesuperospite BiagioAntonacci. QuindiMara Venier, conDiletta Leotta,Sabrina Salerno eFrancesca SofiaNovello, oltre aglihabitué Fiorello eTiziano Ferro.Stasera votano lagiuria demoscopica(33%), la giuriadella sala stampa,tv, radio e web(33%) e il televoto(34%).

Fiorello sgridaFerro, ma poitorna la pacePace fatta traFiorello e TizianoFerro dopo gliscrezi delle ultimeore. Sul suo profiloInstagram ilcantante ha postatouna foto che li vedeabbracciati conl’hashtag#fatevenarisata. Edopo aver provatonel pomeriggio idue artisti hannoduettato ieri seranella canzoneFinalmente tu.Eppure poche oreprima Fiorello si eraancora sfogato,intervistato dalgiornale online TpiNews, in meritoall’hashtag di Ferrodell’altra sera che loaveva mandato sututte le furie. «Non ègiusto darmi delpermaloso come semi fossi arrabbiatoper nulla – sbotta loshowman –.Accetto le critiche,accetto che si dicache non faccioridere, qualunquecosa, ma TizianoFerro ha fatto unacosa che non si fa.Dopo che halanciato sul palcol’hashtag#fiorellostattezitto,ho ricevuto insultitremendi per 24ore. Tiziano devecrescere, io sonostato male per gliinsulti».

«La musica?Parla ancoraal maschile»

anremo è la puntadell’iceberg, nella musicasiamo poco supportate. A

parità di temi affrontati e di bravuraa esprimersi sul palco, a emergeresono maggiormente gli uomini.Abbiamo molti crediti in meno». Aparlare è Levante, una delle giovanicantautrici più lanciate e una dellepiù convincenti di questo Festival. Elo fa dati alla mano, quelli di unabella ricerca di Nuovo Imaie, istitutomutualistico che tutela i diritti diriproduzione dei cantanti e degliattori, che ha analizzato il repertoriocompleto di opere registrate epubblicate, ovvero 765.789registrazioni musicali in 116 Paesi,analizzati per Paese, fascia d’età esesso nonché volume economicogenerato dall’utilizzo delle opere.Levante si è fatta testimonial diquesta ricerca che, come diconoAndrea Micciché e Maila Sansaini,rispettivamente presidente e dg diNuovo Imaie, aiuta a comprendere«perché l’industria musicale siacaratterizzata da un forte divario trai generi». In generale i ruoli da«primari», ovvero da interpretiprincipali, risulta essere affidato alledonne per il 7,44% (136.088 ruoli) afronte del 92,56% pari a 1.692.000ruoli maschili. La tendenza è similein tutti i Paesi. L’Italia è quello in cuila forbice tra ruoli occupati dalledonne e dagli uomini è, pur nellasproporzione, meno accentuata. Sulcampione italiano di 389.219registrazioni musicali, sono 71.105(8,32%) i ruoli da primari per ledonne e 783.539 (91,68%) per gliuomini. Per quello che riguarda lefasce d’età, la forbice donna-uomoper i ruoli primari comincia adivaricarsi dai 18 a 34 anni, perraggiungere dimensioni sempre piùsignificative dai 35 ai 54 anni in cuila sproporzione fra uomini e donneè del 93,55% contro solo il 6,45%.Spiega il presidente Micciché: «Laforbice si divarica proprio quandole artiste diventano madri e quindihanno difficoltà prima fisiche, e poidi impegno con i figli». Per questoNuovo Imaie ha istituito un fondo asostegno delle madri di 6.000 eurol’anno, estendendolo sino al sestoanno di età del bambino. Eppure, inun mercato globale di 11.858.153euro, il valore economico generatodalle poche donne presenti, il7,44%, è più che doppio, 16,78%,«sintomo che la musica femminileincontra di fatto i gusti del mercatopiù di quella maschile, con unaefficacia superiore anche a livello dibusiness». E allora perché le donnerestano ai margini dell’industriamusicale? «Fare musica per ledonne non è difficile, puoiregistrarti e lanciare nel web i tuoibrani, ma non siamo supportatedagli ascoltatori né dall’industria –aggiunge Levante –. Io spesso hosofferto di pregiudizi, e mi sono resaconto che a pari merito la gentepreferisce le canzoni degli uomini,una discriminazioneinconsapevole. Occorre cambiareuna mentalità, ma piano piano ce lafaremo, basandoci sul merito. Direche le donne sono più intelligenti èuna sconfitta per la lotta. Saràun’utopia ma vorrei si partisse dauna base di assoluta parità».Angela Calvini© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dallʼinviata a Sanremo

o ha ispirato la cronaca e ha fat-to centro: nessuna scimmiaquesta volta al fianco di Gab-

bani, ma i panni dell’astronauta Par-mitano, la cui navetta è appena tor-nata a terra dopo sette mesi di navi-gazione nel cosmo. È con la tuta da a-stronauta, infatti, che l’altra sera Fran-cesco Gabbani si è presentato sul pal-co dell’Ariston, e sventolando la ban-diera tricolore ha cantato L’italiano diToto Cutugno nella serata delle cover.Così, sommando i voti delle prime treserate, venerdì sera si trova (tempo-raneamente) al primo posto. La canzone con cuisi è presentato al70° Festival di San-remo, Viceversa, haconvinto e conqui-stato. Divertenteeppure profonda,assomiglia al suoautore. Come inOccidentali’s Khar-ma, il brano concui vinse nel 2018accanto alla cele-bre scimmia, dinuovo ironizza sull’abitudine a pren-dersi troppo sul serio: «Se dovessimospiegare in pochissime parole il com-plesso meccanismo dell’amore – è ilritornello – basterebbe solamente di-re, senza starci tropo a ragionare, chesei tu che mi fai stare bene quando iosto male, e viceversa». È quel “vice-versa”, che mima anche con le mani,a riassumere in un avverbio il segretosemplice (a parole) della reciprocità.Dopo aver trionfato nelle nuove pro-poste nel 2017 e aver fatto il bis l’an-no dopo tra i big, Gabbani rischia co-sì di fare triplete, se oltre alla giuriademoscopia lo hanno già premiato leclassifiche radiofoniche e delle variepiattaforme streaming. «Mi riempie ilcuore di gioia, perché sono tornato alFestival in modo molto sereno – sor-ride Gabbani con il solito fatalismo –. Lo sfizio di vincere me lo sono giàtolto, non credo che l’universo mi pos-sa riportare simili circostanze». Vice-

versa, che uscirà anche come albumil giorno di San Valentino, mostra unGabbani meno scanzonato, «che fa le-va su contenuti più emozionali, ilGabbani che è sempre esistito dentrodi me, lo sanno bene i miei suppor-ter… non uso la parola fan, il fanati-smo non mi piace». Sanremo è unagara, certo, «ma partecipo senza spic-cato senso di competizione. Ero cu-rioso di vedere l’effetto del mio branoe nella reazione dei numeri è espres-so il “viceversa” che è proprio il con-cetto della mia canzone». Sdramma-tizza, non fa il divo, a chi chiede sedietro la sua presenza scenica ci siauno studio da attore, risponde che c’è

solo spontaneità.Va bene Sanremo –dichiara –, ma nonvede l’ora di torna-re alle serate live: «Èciò che facevo già a15 anni, ricordomia mamma chequando tornavo al-le 3 del mattino milanciava il sacchet-to con il cambio ecorrevo al liceoclassico».

Intanto non smette di sorprendere.Dietro al suo Parmitano, idea che haimprovvisato vedendo l’astronauta altigì («altrimenti avrei cantato vestitoda Gabbani»), quindici giovani dallapelle di diversi colori sventolavano lostesso Tricolore: tutti italiani di se-conda generazione, figli di genitori ve-nuti da lontano. Un messaggio anchepolitico? «Se in senso buono, sì. Mapoggia sulla convinzione che questesiano cose scontate, almeno per me».Leggerezza e umiltà sono la sua cifra:«Non voglio passare da buonista»,precisa, restio a ogni retorica, «il miosottinteso è la consapevolezza di es-sere italiani nei pregi e nei difetti, miauguro che dietro il mio grande Tri-colore sia passato questo concetto.Nella messa in scena scherzosa, vole-vo cantare che siano italiani qua, maanche nell’universo».

Lucia Bellaspiga© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Roberto Benigni sul palco dell’AristonSotto, Gabbanie Le Vibrazionidurante le loroesecuzionial Festivaldi Sanremo

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LUCIA BELLASPIGAInviata a Sanremo

a telefonata di Roberto Benigni arriva al cel-lulare di Amadeus in piena conferenzastampa, proprio mentre si sta parlando di

lui. «È stato bellissimo averti vicino, sei tu che i-spiri poesia, sei il più grande conduttore», esordi-sce rivolto al direttore artistico del Festival. «Io nonho dormito: ma ci rendiamo conto? Il Cantico deiCantici a Sanremo! Ma è pazzesco, abbiamo osa-to la cosa più difficile, di impressionante bellezza,e la più scandalosa. Sanremo può fare anche que-sto, reggere il Cantico dei Cantici». A dispetto del-la reazione tiepida registrata in sala all’Ariston, idati sciorinati dal direttore di Rai 1 Stefano Colet-ta gli danno ragione: non solo questo è «il Festivaldei record» con un ulteriore rialzo di ascolti nellaterza serata (share al 54.5%, solo nel 1997 fu più al-to), ma è proprio nel momento in cui Benigni de-clamava il libro biblico che la percentuale ha sfio-rato il 60%. «Nessuno può dire che non abbiamoosato», commenta felice Benigni.È la legge degli ascolti: ha puntato sulla sorpresa eha ottenuto. Che il Cantico dei Cantici sia il libroerotico delle Sacre Scritture è cosa nota, dove erossignifica amore fisico, quello che sublima l’unionetra i due spiriti di un uomo e di una donna, che at-traverso i cinque sensi fonde in una le loro due a-nime. Ma Benigni, da “animale da palcoscenico”qual è, prima di declamare il testo ha avvertito piùe più volte, con una introduzione più lunga dellapièce, che proprio di amore fisico si tratta, ha prean-nunciato un testo ricco di erotismo fin nei minimidettagli, che parlerà «di sapori e di odori». Per farquesto, ha spiegato, si affiderà a una versione delCantico «che non avete mai sentito perché è ante-riore a tutte le revisioni e alle censure». È un’ope-razione di sicuro successo e insieme a rischio, maBenigni sa come prevenire: «Non è facile trovare untesto che vada bene a tutti, mi sono fatto aiutaredai grandi studiosi come Ceronetti, Angelini e Ra-vasi. Questo è il testo primitivo, dopo sono stati at-

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tenuati tutti i termini erotici». L’attesa è creata. «I-nizia con i baci, poi descrive il corpo di lei, poi leifa un sogno erotico, si lanciano in un inno all’amoreche non dimenticherete, che sale sempre di tono…Una cosa indimenticabile».Di vero amore, ha provocato Benigni, «se ne fa trop-po poco», persino tra i giovani che «parlano parla-no» ma solo di sesso e trasgressione, mentre «l’a-more è continua conquista». Soprattutto è attocreativo: «Noi siamo al mondo, ma ve ne rendeteconto?», ha esclamato, celebrando così la me-raviglia di questo evento irripetibile che siamonoi, «uno scherzo glorioso» dovuto al fatto chenostra madre e nostro padre si sono amati. Do-po la Divina Commedia il Cantico dei Cantici,dunque, e proprio nella serata dedicata ai duet-ti, cioè alle coppie. Un’idea da fuoriclasse e dauomo fuori dal coro.Se nel coro non ci fosse rientrato subito dopo quel-l’inno alla vita, con una forzatura a lui non neces-saria, un atto dovuto di cui un Benigni non avreb-be bisogno: «Il Cantico è la canzone d’amore piùantica del mondo tra un uomo e una donna», sì,ma «comprende ogni tipo di amore, anche tra don-na e donna, tra uomo e uomo, l’amore per tutto».Si è presentato come l’esegeta attento che ha re-cuperato la versione filologica rispettosa dell’ori-ginale – ed è vero – ma per un solo attimo, fatale,

ne travisa totalmente il senso. «Non è facile ac-contentare tutti», lo aveva detto lui stesso, eppureha cercato di farlo, a costo di piegare l’ode più an-tica della dualità donna/uomo a ciò che proprionon voleva significare (anche se ieri Coletta, fortedegli ascolti, tagliava corto: «Il Cantico è stato let-to da tanti nomi illustri come la condensazionedell’amore tra un uomo e una donna, Benigni hatraslato questa possibilità amorosa parlando an-che di amori tra uomo e uomo, donna e donna:nell’opera di un genio non è rintracciabile alcunairriverenza ma un grande rispetto»).«Spero che rimaniate travolti dall’incanto», ha det-to Benigni iniziando finalmente la lettura, e così poiè stato. «I baci della tua bocca sono il tuo amore chemi morde più del vino, fragranza soavissima è iltuo odore e il tuo nome è desiderio… La sua ma-no sinistra è sotto la mia testa, con la destra mistringi nell’amplesso». Poesia pura (che ieri matti-na lo stesso cardinale Gianfranco Ravasi ha twit-tato, anche nell’originale ebraico), tant’è che 40minuti di testo biblico hanno tenuto incollati al vi-deo milioni di persone nel cuore di un Festival del-la canzone, in tarda notte. Un’operazione pratica-mente perfetta. Se non fosse per quella tentazio-ne in cui è caduto anche uno spirito ribelle comeBenigni: pagare il pegno al politicamente corretto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Successo per l’attoreche con il Cantico dei Cantici ha esaltatol’amore nella suaunitiva fisicità ma, pernon dispiacere anessuno, ha finito coltradire la fondamentaledualità uomo-donnadel testo biblico

Con Le Vibrazionila gioia lascia il segnoANGELA CALVINIInviata a Sanremo

e Vibrazioni stanno facendo ungrande Festival, si sono piazza-ti secondi dietro Gabbani nella

classifica parziale che somma i voti del-la Giuria Demoscopica e dell’Orche-stra, nell’attesa dei risultati della Giu-ria della Sala Stampa. «Alla terza voltaa Sanremo non pensavamo di averequesto successo, noi non siamo abi-tuati ad andare oltre l’11° posto. Siamodei veri perdenti», spiega il cantanteFrancesco Sarcina, contento dei risul-tati ottenuti dalla band che si era sciol-ta per 5 anni, per ricostituirsi nel 2018proprio per Sanre-mo. «Credo che ab-biamo fatto la cosagiusta nel momen-to giusto, è cambia-ta la percezione del-la società nei nostriconfronti e nei con-fronti dei temi dellenostre canzoni. Allagente piacciono lecose semplici, il se-greto è proprio lanostra semplicità»,aggiunge papà Sarcina, che si divide trail palco e il camerino dove ha portatocon sé la piccola bimba di 4 anni. «Io imiei due figli, nonostante le traversiepersonali, non li lascio mai». Nel casodi Dov’è scritta da Sarcina insieme a Ro-berto Casalino, in gara al Festival dovestasera si giocherà la Finalissima, si trat-ta della ricerca di una gioia che si cre-de perduta, dopo le sconfitte e le delu-sioni della vita, che si ama immensa-mente. «Essere felici è una cosa moltorara, oggi ci perdiamo in tante di quel-le cose inutili mentre le cose impor-tanti sono il sorriso di bambino, l’ab-braccio di un anziano, la commozio-ne». Insomma, il brano è fra i più a-scoltati in streaming. «Abbiamo il JollyPeppe Vessicchio, la vera rockstar è lui»,aggiunge Sarcina anticipando che, nel-l’attesa del nuovo album di inediti inprimavera, il 17 marzo partirà da Pa-lermo il tour nei teatri con 20 elemen-ti di orchestra diretti dal maestro Ves-

sicchio. In realtà Le Vibrazioni hanno un altroasso nella manica, sul palco dell’Ari-ston, ovvero Mauro Iandolo, il bravis-simo interprete nella lingua dei segniche sul web è una vera popstar e che dàcorpo alle parole del brano in gara conla forza e la poesia di un danzatore. «Na-vigando sul web siamo capitati sul suocanale youtbe e lo abbiamo visto in-terpretare un brano di Tiziano Ferro –aggiunge Sarcina –. Lo abbiamo volu-to subito perché riesce a trasferire nel-la lingua dei segni l’intensità della no-stra musica». «Quando mi hanno chia-mato pensavo a uno scherzo. Ho tro-vato subito complicità con loro – spie-

ga Iandolo, figlio u-dente di due sordiche è interprete Lis–. Io sono bilingue,Lis e italiano. Lamusica nella linguadei segni è qualco-sa di nuovo in Italia,e grazie alle Vibra-zioni è arrivata sulpalco più famosod’Italia. Il mio com-pito è sciogliere lemetafore coi gesti,

perché tutto ciò che è implicito deveessere esplicito, devo rendere visivi iconcetti». Mauro fa parte dell’associa-zione Coda, l’associazione dei figli dinon udenti e sordi. «Da piccolino neglispostamenti in macchina mi divertivoa reinterpretare coi segni i brani dellaradio – ricorda il 37enne di Nettuno,Roma –. Il primo brano di cui si accor-se mia madre fu La traduzione di Di so-le e d’azzurro di Giorgia. Mia madrepianse. Dopo aver fatto corsi di teatroe danza, ho aperto il mio canale you-tube interpretando per primo il branoLuce di Elisa. La mia prima esperienzasul palco, invece, è stata con AmbrogioSparagna». Il sogno di Mauro è quelloche venga riconosciuta più attenzionealla lingua dei segni: «L’Italia è il fana-lino di coda nel riconoscimento dellalingua dei segni. Tramite il mio canaleyoutube e questo Sanremo spero di ab-battere i pregiudizi».

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Gabbani verso il triplete«Ma senza ansia»

Il Benignipoeticamente“corretto”

Sabato 8 febbraio 202023AGORÀ

La cantautrice siciliana Levante