Dalla casa dei matti alla città

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Indice Dalla Casa dei Matti alla Città Cinque Temi di progetto 7 pag. 1 Programma del Workshop 2 Infromazioni generali 3 Introduzione 5 di 8 Prof. Arch. 10 Prof. Arch. 12 Il disegno degli spazi aperti nella forma del progetto del suolo nell'area della Vignicella Prof. Arch. Progetti a Palermo Prof. Arch. 18 L'architettura fra aree intercluse e infrastruttura Prof. Arch. 22 Cesare Ajroldi Monumento, Progetto, Geometria Cesare Ajroldi Interno di Città Francesco Cannone Connessioni, tramiti, legami Giuseppe Di Benedetto Dall' ex Ospedale Psichiatrico 15 all'Ecoquartiere Renzo Lecardane Re-Urban_Defrag Zeila Tesoriere Elaborati grafici e consegna

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Indice

Dalla Casa dei Matti alla Città

Cinque Temi di progetto 7

pag. 1

Programma del Workshop 2

Infromazioni generali 3

Introduzione 5di

8Prof. Arch.

10Prof. Arch.

12Il disegno degli spazi aperti nella forma del progetto del suolo nell'area della Vignicella

Prof. Arch.

Progetti a Palermo

Prof. Arch.

18L'architettura fra aree intercluse e infrastruttura

Prof. Arch.

22

Cesare Ajroldi

Monumento, Progetto, GeometriaCesare Ajroldi

Interno di CittàFrancesco Cannone

Connessioni, tramiti, legami

Giuseppe Di Benedetto

Dall' ex Ospedale Psichiatrico 15all'Ecoquartiere

Renzo Lecardane

Re-Urban_Defrag

Zeila Tesoriere

Elaborati grafici e consegna

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Programma12 luglio 2012

VISITA DEL SITO

Prof. Arch. Marcella Aprile

Prof. Arch. Cesare Ajroldi

CINQUE TEMI DI PROGETTO

Monumento, Progetto, Geometria

Interno di Città

Connessioni, tramiti, legami

Dall' ex Ospedale Psichiatrico all'Ecoquartiere

Re-Urban_Defrag

ore 9,30

Cesare Ajroldi

Francesco Cannone

Giuseppe Di Benedetto

Renzo Lecardane

Zeila Tesoriere

Ex Ospedale Psichiatrico P. Pisani, ingresso da via La loggia

ore 15,30

PRESENTAZIONE DEI TEMI DI PROGETTOFacoltà di Architettura

Saluti

Direttore del Dipartimento di Architettura

Introduce

Resposabile locale PRIN 2008,Coordinatore delDottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica

Prof. Arch.

Prof. Arch.

Il disegno degli spazi aperti nella forma del progetto del suolo nell'area della Vignicella

Prof. Arch.

Progetti a Palermo

Prof. Arch.

L'architettura fra aree intercluse e infrastruttura

Prof. Arch.

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Monumento, progetto, geometriaCesare Ajroldi

Il programma del workshop che propongo riguarda un progetto architettonico (potrebbe essere, a esempio, un museo dell'architettura), che si riferisce alla parte alta dell'ospedale, e comprende alcuni edifici esterni, ma utilizzati un tempo come parte del complesso. Innanzitutto la Vignicella, l'edificio seicentesco in origine dei Gesuiti e poi divenuto Ospedale psichiatrico, un grande cubo in pietra di forte interesse architettonico, poi la chiesa barocca a croce greca che è posta accanto, e infine l'esedra che conclude il complesso dell'ex Ospedale psichiatrico, progettato da Francesco Palazzotto alla fine del XIX secolo.La Vignicella è composta di vasti ambienti, quelli a pianterreno voltati, quelli successivi coperti da solai, quello all'ultimo livello a doppia altezza; è coperta con grandi capriate, e al piano rialzato, nello spazio d'ingresso, contiene un bellissimo disegno composto in elementi in ceramica che occupa un'intera parete, Si parla di piano rialzato perché l'edificio si distacca dalla quota 0, in quanto è occupato in parte da una rete di canali sotterranei di origine araba (qanat). Si tratterà quindi da una parte di affrontare il tema del progetto in un antico e prestigioso edificio e in un altro di minori dimensioni e importanza, eliminandone le evidenti superfetazioni e conservando l'opera monumentale, con la possibilità di un intervento che non modifichi le parti fondamentali del complesso. E si tratterà di elaborare un progetto che tenga conto della perfetta geometria delle tre parti esistenti, con la possibilità di un intervento nuovo capace di confrontarsi con questa geometria.Per la Vignicella, pensiamo al progetto di restauro di Grassi dell'Almudín a Xátiva, per la delicatezza e insieme la espressività dell'intervento, che può riguardare le parti esterne dell'edificio che hanno un carattere architettonico non del tutto definito; e soprattutto il restauro di Purini delle scuderie medicee di Poggio a Caiano, in cui si inserisce un gabbia trilitica nell'edificio per permettere l'illuminazione dall'alto. Quest'ultimo esempio è più vicino al nostro caso, tenendo presente la difficoltà di immettere una struttura così pesante, che arriva al suolo e quindi rischia di interferire con alcuni degli elementi più significativi dell'opera.Bisognerà comunque eliminare il nuovo padiglione di geriatria, posto in modo casuale tra l'esedra e la Vignicella: si potrà quindi eventualmente proporre un progetto che entri in rapporto con le geometrie assolute dell'esedra, della Vignicella, della chiesa con pianta a croce greca del XVII secolo.Si tratterà in sostanza di affrontare il tema complessivo del rapporto tra questi edifici, ripensando a esempio all'attuale cortile antistante la Vignicella, e a tutti gli elementi non risolti dell'area. Il tema è centrato sul rapporto tra monumento e progetto, nell'accezione e secondo le modalità contenute nel mio testo Monumento e progetto, Officina,

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Interno di citta'Francesco Cannone

“Interno di città” non rappresenta un tema progettuale specifico, ma piuttosto una possibile chiave di lettura più generale, da cui desumere modi d'intervento finalizzati a rappresentare una scelta, che è al contempo di architettura e di un possibile futuro destino del complesso dell'ex Ospedale Psichiatrico di Palermo.Ci troviamo all'interno di una città tutta interna: città murata, governata da un terribile ordine, seppur artatamente addolcito da architetture di buona fattura, ben dislocate reciprocamente e in relazione agli spazi aperti interposti.Fuori un'altra città: caotica, disordinata, ma viva!Nessun rapporto oggi tra le due città, o quasi.Come regalare questo interno di città alla città, quella caotica, quella vera?Come deformare, piegare, umanizzare, in buona sostanza immergere nella contemporaneità dell'oggi queste strutture, nel pur necessario riconoscimento di valori storici e architettonici comunque permanenti?E' possibile che la città caotica possa iniettare germi salutari all'interno di una struttura tetragona, in cui sembra ancor oggi di poter udire lamenti di sofferenza e vedere automi compiere gesti preordinati entro un piccolo mondo, chiuso saldamente in sé e tutto governato dall'ordine (architettonico, burocratico, esistenziale)?Nell'interno, dall'interno all'esterno, e viceversa, passando attraverso il margine, il muro: si formano così salutari interconnessioni, interessanti potenzialità di rilettura e modificazione che, coinvolgendo le aree, gli edifici e l'intero assetto insediativo, possono prefigurare usi nuovi, dettati dalla logica ma anche dalla fantasia, regalando la città interna alla città vera, dotando quest'ultima di nuove qualità.

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Connessioni, tramiti, legami Il disegno degli spazi aperti nella forma del progetto del suolo nell'area della Vignicella

Giuseppe Di Benedetto

Se guardate in una visione simultanea, come quella offerta dalle rappresentazioni cartografiche alla fine degli anni cinquanta, le architetture dell'area della Vignicella, con il suo vasto complesso manicomiale, appaiono come isole urbane in un chiuso arcipelago verde. Luogo dell'esclusione e dell'isolamento, città altra, recinto introverso della “follia”, il manicomio di Francesco Palazzotto rappresentò sin dalla sua realizzazione l'espressione più aggiornata dell'ingegneria sanitaria internazionale di fine Ottocento. L'insieme dei padiglioni separati, comunicanti in superficie e nel sottosuolo attraverso gallerie e corridoi, nella loro immersione nel verde dai risvolti terapeutici è, tuttavia, evocativo degli impianti delle coeve istituzioni correttive; ma è proprio da questa retorica insediativa che scaturisce il fascino odierno, sublimato dall'attuale stato di endemica decadenza. L'area della Vignicella, rimasta coerente e costretta nella sua autenticità di allegorica riproduzione di cittadella autonoma e satellitare, vocata all'isolamento, appare oggi assoggettata - nella parte meno protetta, quella segnata dalla presenza delle architetture volute dai padri gesuiti - a modelli esogeni di modificazioni insediative. Ed è proprio a questa parte, e al ruolo strategico rivestito nel rapporto con la città, che occorre rivolgere una particolare riflessione di carattere progettuale. L'ipotesi di recupero e di riordino di quest'area, infatti, non può che riconfermare e valorizzare in convergenza la frammentaria, multiforme, dispersa coesistenza delle architetture presenti, prerogativa stessa dell'impianto a padiglione del manicomio senza un vero centro. L'idea progettuale deve essere tesa alla ridefinizione delle connessioni contestuali, fornendo dei tramiti, dei legami, anziché delle cesure, con la molteplicità dei principali fattori di connotazione identitaria dell'area d'intervento, sedimentata da un lungo processo storico. Da ciò scaturisce la necessità di trovare regole capaci di costituire una coerente logica progettuale, praticabile nella costruzione e nell'uso della sequenza di spazi aperti tra l'eterogeneo susseguirsi di architetture preesistenti e il superamento dei tanti recinti invalicabili. Nel confermare l'originario “diradamento” naturalista, che in molte parti attende un indispensabile risarcimento, l'intervento dovrebbe agire su parte dei confini perimetrici rendendoli diafani, inesistenti, svelando in tal modo ulteriori sistemi di relazioni tra l'area della Vignicella e i tessuti urbani limitrofi. Strade, spazi liberi risultanti da dismissioni, giardini residuali, potenzialmente costituiscono i grandi interni di quest'area le cui parti risultano definite dalle fronti dei volumi costruiti, dalle lontananze delle concatenazioni prospettiche, dall'essere pezzi di una sequenza che dovrebbe essere percorsa su un suolo modellato, anch'esso come una vera fronte, anzi come principale piano di connessione degli spazi aperti.

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La sostenibilità urbana è un progetto collettivo in cui il progetto di architettura permette di testare nuove soluzioni agli attuali modi di vivere e di abitare (Emelianoff-Stegassy, 2010). Il luogo dell'elaborazione progettuale è il complesso dell'ex Ospedale Psichiatrico di Palermo, progettato dall'arch. Francesco Paolo Palazzotto (1884) che insiste sull'antica area del Piano dei Porrazzi e di Santa Teresa cui fa da sfondo il Monte Cuccio. L'intera area situata su un declivio naturale articolato in dolce pendenza e estesa circa 2,5 ha nell'attuale Quartiere Cuba-Calatafimi di Palermo, è delimitata a nord dalla via Altarello, a sud via La Loggia (ex Cavallacci), a est dalla via Pindemonte e ad ovest dal viale della Regione Siciliana (attuale Circonvallazione). Il complesso dell'ex Ospedale Psichiatrico di Palermo si trova in una parte della città caratterizzata da un denso tessuto costruito, allineato alle vie principali e inserito in ampi brani di un tessuto agricolo residuale, che include al suo interno l'antico insediamento della Vignicella (fine del XVII sec.). Si tratta, in particolare, dell'imponente volume prismatico dell'ex casa gesuita che caratterizza l'edificio principale di un articolato sistema di edifici e di spazi pubblici, i più antichi dei quali sono la Vignicella, la chiesa a croce greca e le masserie.L'attenzione ai temi del patrimonio urbano e architettonico, dell'infrastruttura del verde, dell'uso consapevole delle risorse naturali, diventano fattori indispensabili per indurre mutamenti positivi e per promuovere modelli di vita urbana sostenibili. Concepire interventi di riqualificazione pensati con una logica integrata di qualità e sostenibilità del territorio e del paesaggio urbano può contribuire a progettare un ambiente urbano di qualità, limitando l'estensione incontrollata della crescita edilizia casuale e caotica.L'integrazione della dimensione patrimoniale con quella insediativa attraverso la densificazione di alcuni vuoti urbani, derivanti anche dalle demolizioni lungo il tracciato della strada interna ha come obiettivo la costruzione di un brano compiuto di città. Nel rispetto delle linee guida in materia di ecocittà e di rigenerazione urbana, il Workshop propone un progetto urbano e architettonico trainante di una serie di interventi più ampi nel patrimonio costruito e nel paesaggio naturale che comprende: le tracce e i principi insediativi del tessuto preesistente, la strada interna all'ex Ospedale Psichiatrico e il margine ovest della Circonvallazione. Lungo l'ampio e lungo viale alberato, attuale strada interna all'ex Ospedale Psichiatrico parallela alla via La Loggia, e il margine della Circonvallazione, si chiede di ridisegnare lo spazio pubblico come estensione del verde preesistente e una rete di percorsi pedonali finalizzati a connettere il nuovo insediamento con il tessuto urbano esistente.

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Re-urban _ DefragL'architettura fra aree intercluse e infrastruttura

Zeila Tesoriere

Alcuni tratti appaiono comuni alle recenti modalità di intervento del progetto di architettura nella città contemporanea. Sempre più spesso, il progetto è intervento trasformativo di ciò che esiste già. Sempre più spesso, perciò, appare in forma sostantivata: progetto di recupero, di risanamento, di riconversione, di trasformazione, di rigenerazione urbana.Questa condizione è stata talmente praticata e generalizzata che si possono datare i procedimenti più rappresentativi del progetto architettonico nella città recente per temi di riciclo: gli ultimi due decenni del XX secolo hanno legato il progetto al tema delle aree intercluse e dismesse, mentre, dalla fine degli anni Novanta si è affermata la necessità di ricucire, ricomporre tasselli urbani, parti di città frammentate, interrotte, solcate dal passaggio delle infrastrutture.È questo uno dei campi principali in cui il progetto di architettura misura oggi le potenzialità del suo ruolo, in relazione ai nuovi scenari della sostenibilità e della decrescita. Chiamato a articolare le relazioni fra lo spazio degli edifici e quello della città, il progetto di architettura deve costruire le forme dell'incontro fra componenti a lungo considerate estranee o incompatibili, attraverso un procedimento unitario e articolato di trasformazione delle materie urbane: aree intercluse, infrastrutture, residenza, spazio pubblico.L'ibrido fra architettura e infrastruttura, nuove relazioni fra aree intercluse e sistemi urbani, il progetto di architettura come catalizzatore e induttore di pratiche della cittadinanza, sono oggi largamente evocati per definire i nuovi fattori della costruzione della città occidentale, in un'ottica in cui il futuro degli equilibri è legato a un'idea di storia intesa come storia delle trasformazioni.Sullo sfondo di questi temi, le questioni che inquadrano il destino dell'ex ospedale psichiatrico di Palermo interessano se, assumendo valenze di carattere generale, permettono di astrarre dalla sola specificità del luogo, e posizionano la riflessione progettuale nel più ampio dibattito disciplinare.I temi di progetto proposti si basano quindi su una lettura del sistema urbano coinvolto che mira a cogliere insieme l'area interclusa, l'infrastruttura, la capacità trasformativa dell'architettura.Rispetto all'epoca della sua costruzione, il complesso dell'Ospedale appare oggi il perno di due procedimenti di inversione delle condizioni architettoniche dell'area che contribuisce a definire. Il primo riguarda la densità del costruito, cresciuta con velocità nel secondo dopoguerra in base a logiche di massimo profitto e consumo del suolo. Il complesso intercluso, all'origine il più denso degli elementi costruiti ai margini della città, immerso nei giardini della Conca d'oro, appare oggi il meno denso degli elementi di un'area ormai del tutto satura, e si mostra fra i pochi ancora governati dalla capacità del progetto di comporre equilibri e relazioni fra il costruito, la vegetazione, gli elementi del paesaggio.

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Elaborati grafici e consegna

Ciascun gruppo dovrà predisporre tre tavole in formato UNI A1 (cm. 84 x 59.4), orizzontali, in cui l'orientamento della planimetria abbia il nord in alto.

Lo svolgimento dei progetti dovrà essere elaborato attraverso una progressione di rapporti scalari, meglio specificati per ciascun tema di progetto, ma deve comunque prevedere una riflessione alla scala del contesto urbano (fra 1:2000 e 1: 500) e ulteriori definizioni per gli edifici e le loro parti (fra 1:200 e 1:100).

Ciascun progetto dovrà avere un titolo, che ne esprimerà i temi salienti.

Ogni gruppo dovrà redigere una relazione (non oltre le 20.000 battute, spazi inclusi, note non comprese), in cui sarà possibile inserire sino a quattro immagini, anche non presenti nelle tavole.

Le tre tavole, stampate e fissate su supporto rigido (per esempio su polistirolo cartonato), la relazione e un Cd rom (o DVD) contenente il materiale grafico in formato TIFF e la relazione in formato DOC dovranno essere consegnate o inviate, entro il 17 settembre (per gli invii farà fede il timbro postale) a:

Prof.arch. Cesare AjroldiDipartimento di ArchitetturaC.so Vittorio Emanuele 188 , 90133, Palermo

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