Dahlhaus - Analisi Musicale e Giudizio Estetico - sintesi

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Dalhlaus – Analisi musicale e giudizio estetico Premesse Analisi, storia ed estetica. Irrazionalità, pigrizia aristocratica in estetica. Emotività può essere premessa psicologica a fondamenti razionali. Mediazione fra sé ed oggetto estetico. Oggettività come intersoggettività, non common sense. Vari gradi di oggettività. Il giudizio di valore si deve basare su giudizi di fatto, che non può fondarsi semplicemente su norme di gruppo, dato il medio analfabetismo musicale. I giudizi di fatto dipendono dai metodi di analisi che riflettono le concezioni musicali dell’epoca (circolo estetico). Esempio: Marx e Koch sulla forma sonata (temi). L’analisi dipende dall’estetica dell’epoca ed è interconnessa alla teoria. Rapporto fra teoria e analisi, Schenker, teoria degli strati, Ursatz. L’analisi può mirare alla teoria, trattando la partitura come documento di una regola, sopra il particolare. Oppure può rendere giustizia all’unicità di un’opera. L’analisi per dimostrare la validità di una teoria risulta sterile (pitch class?!). Idee di bello musicale e carattere artistico, giudizio estetico (Ottocento); giudizio funzionale (gebraushmusik e Umgangsmusik); giudizio storicizzante, adeguatezza storico-filosofica. Dalla valutazione funzionale dell’ars, alle categorie religiose dell’800 (creazione, contemplazione, Schopenhauer). Dalla valore di essere esemplare di un genere al valore dell’originalità e unicità romantica, fino al valore di essere parte di un percorso dei metodi compositivi e del pensiero musicale. La morte istantanea delle avanguardie, che rifiutano la parola arte, dopo la concezione romantica. Il giudizio estetico compete al pubblico, e il critico modello dell’800 è il dilettante colto con le sue parafrasi poetizzanti e con il suo disdegno dell’analisi, di cui non è capace. La critica estetica nasconde il mestiere, quella storicizzante lo porta in primo piano, sotto il nome di ‘struttura’, costretta così a tecnicismi che la rendono ‘esoterica’. In Kant, si distingue giudizio di gusto (disinteressato), e giudizio artistico. L’opera d’arte è portatrice di un mondo etico. Rapporto vizioso fra morale e campo artistico. Inscindibilità di elemento etico ed estetico. La contraddizione nei termini: originalità (nuovo/irriflesso, Monteverdi e Schoenberg, molta riflessione), genuino/artefatto;

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Dalhlaus – Analisi musicale e giudizio estetico

PremesseAnalisi, storia ed estetica. Irrazionalità, pigrizia aristocratica in estetica. Emotività può essere premessa psicologica a fondamenti razionali. Mediazione fra sé ed oggetto estetico. Oggettività come intersoggettività, non common sense. Vari gradi di oggettività.Il giudizio di valore si deve basare su giudizi di fatto, che non può fondarsi semplicemente su norme di gruppo, dato il medio analfabetismo musicale. I giudizi di fatto dipendono dai metodi di analisi che riflettono le concezioni musicali dell’epoca (circolo estetico). Esempio: Marx e Koch sulla forma sonata (temi). L’analisi dipende dall’estetica dell’epoca ed è interconnessa alla teoria. Rapporto fra teoria e analisi, Schenker, teoria degli strati, Ursatz. L’analisi può mirare alla teoria, trattando la partitura come documento di una regola, sopra il particolare. Oppure può rendere giustizia all’unicità di un’opera. L’analisi per dimostrare la validità di una teoria risulta sterile (pitch class?!).Idee di bello musicale e carattere artistico, giudizio estetico (Ottocento); giudizio funzionale (gebraushmusik e Umgangsmusik); giudizio storicizzante, adeguatezza storico-filosofica.Dalla valutazione funzionale dell’ars, alle categorie religiose dell’800 (creazione, contemplazione, Schopenhauer). Dalla valore di essere esemplare di un genere al valore dell’originalità e unicità romantica, fino al valore di essere parte di un percorso dei metodi compositivi e del pensiero musicale. La morte istantanea delle avanguardie, che rifiutano la parola arte, dopo la concezione romantica.Il giudizio estetico compete al pubblico, e il critico modello dell’800 è il dilettante colto con le sue parafrasi poetizzanti e con il suo disdegno dell’analisi, di cui non è capace.La critica estetica nasconde il mestiere, quella storicizzante lo porta in primo piano, sotto il nome di ‘struttura’, costretta così a tecnicismi che la rendono ‘esoterica’.In Kant, si distingue giudizio di gusto (disinteressato), e giudizio artistico. L’opera d’arte è portatrice di un mondo etico. Rapporto vizioso fra morale e campo artistico. Inscindibilità di elemento etico ed estetico. La contraddizione nei termini: originalità (nuovo/irriflesso, Monteverdi e Schoenberg, molta riflessione), genuino/artefatto; Kitsch/ciarpame distanze sociali, accentuate con le avanguardie che nascondono il fattore sociale.Novità: rottura con il passato (Schoenberg, Monteverdi, Berlioz), risonanza nell’attualità e nel futuro in una prospettiva storica.Epigonismo/Autenticità, dualismo ottocentesco, la ripetizione, il lavoro di genere diventa sospetto. La musica antica è storicizzata, ripetuta, diventa inutile imitarla.Ricerca sulla recezione, problemi: recezione sempre artificiale, culturalmente costruita, non naturale; non accerta quale giudizio di fatto soggiace al giudizio estetico; problematico campionamento soggetti in grado di giudizio estetico; abuso dell’ottocentesco concetto di polivalenza di una grande opera.

CriteriLogica, estetica e categorie storiche. Nozioni di: originalità, autenticità. Senso della tradizione o atteggiamento epigonale. Necessità di storicizzare i criteri. I criteri estetici non sono autonomi, es. della ricchezza di collegamenti motivici. La critica musicale non può essere esclusivamente razionale. Trivialmusik e musica mal composta, elasticità dei concetti e storicizzazione. Mutamento dei codici tecnico-compositivi. Con quale ottica valutare il valore compositivo? Il ben composto può essere musicalmente irrilevante (gebrauschmusik). Crisi dello stile palestrininano nel

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19esimo secolo. Debussy, musica nuova e contraria alle regole ma valutata come ben composta, perché le infrazioni non isolate costituiscono un sistema. È brutta la musica che rompe le regole in modo isolato, con strappi a caso, ad effetto. Con la critica estetica poetizzante, elevata, giudica male la trivialmusik e il kitsch.Ricchezza di relazioni: pregnanza dei motivi, differenziati nettamente; coerenza, relazioni che investono l’intero brano, non isolate; complicazione, che giustifichi l’elaborazione motivica.La ricerca delle relazioni è tipica dell’analista del nostro secolo. Coerente applicarlo alla musica del passato? Astrazione, separazione fra melodia e ritmo, è un giudizio estetico valutarla sensata oppure no.Mito dell’equilibrio fra differenziazione e integrazione come postulato estetico. Difetto estetico in Schoenberg e Webern, estrema differenziazione con insufficiente integrazione, risolto dalla dodecafonia. La storia delle tecniche compositive occidentali tende all’integrazione, sempre più informazioni in partitura, aumentando paradossalmente la differenziazione nella praxis, che essendo prima improvvisata su modelli, tendeva ad appiattirsi (arbitrio o convenzione, effetto).Differenziazione: materiale (lessico musicale); funzionale (sintassi musicale, armonia, passaggio da modale a tonale, non conseguenza ma più spesso alternativa); relazionale, fra i vari elementi musicali (vicina a quella materiale), es. rapporto fra dissonanza, ritmo e metro nel contrappunto. La complessità funzionale in epoche diverse non corrisponde necessariamente ad un maggior valore estetico. Svuotamento dei principi formali da Adolf Bernard Marx (‘800) a oggi, mutamento, storicizzazione dei concetti che presuppongono l’analisi.Il principio dell’allineamento (successione di di momenti musicali non in relazione fra loro) nella musica galante settecentesca, coesione interna nell’intenzione, nella maniera. È una forma che se analizzata con l’analisi formale è priva di alcun senso e dignità. Malinteso della Fortspinnung (ripetizione, motore) in Bach e Vivaldi, non esteticamente prominente.Principio dello svolgimento, cioè elaborazione motivico-tematica, normale oggetto di studio dell’analisi formale. Principio di raggruppamento, su cui si basa la Liedform, con ripetizione di sezioni melodiche senza funzione tematica e regolarità del periodo.Equilibrio fra complessità e semplicità fra le diversi dimensioni della composizione. Ricercata dal compositore o creata dall’uditore (Bach).Berlioz in Symphonie Fantastique divarica stile e forma, ma nei limiti del movimento sinfonico consueto. Schoenberg rigetta questo concetto di compensazione, preferendovi quello di analogia, cioè di sviluppo paritario della complessità nei vari livelli (parla di espansione in Stile e Idea). Comprensibilità è diverso da valore, valutazione diversa.Primato dell’udibilità sulla scrittura in musica, pretesto novecentesco all’analfabetismo musicale, sul pretesto che la notazione musicale non ha utilità sociale. Non critica l’analfabetismo, ma non può avere lo stesso valore in un giudizio estetico. Livelli logici-strutturali si percepiscono anche a livello semi-conscio. La divisione fra ascolto e lettura è astratta. Integrazione fra storia della composizione e storia delle recezione.