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N ell’anno dei mondiali 10 splendidi sconosciuti si ritrovarono in un viaggio discovery dall’altro lato dell’oceano. Tanto abbiamo visto e tante emozioni abbiamo vissuto, ma piuttosto che raccontare la nostra avventura “giorno per giorno” preferirei elencare le 10 emozioni che porteremo di più nel cuore, dalla meno alla più indimenticabile… “quella volta che andai in Brasile con un gruppo di Avventure nel Mondo”. Da dove inizio, forse dal fatto che voglio fare questo viaggio dietro consiglio di un’amica brasiliana che mi decanta sempre talmente tanto il suo paese che alla fine “stufa” di sentir solo parlare delle bellezze presenti in Brasile le voglio anche vedere. O forse dal fatto che voglio partire con Luana, una mia amica coordinatrice, e Armando, un altro ex compagno di viaggio, e questo è uno dei pochissimi paesi non visitati da loro. Oppure perché dopo tanta Africa ho voglia di cambiare continente e il Sudamerica e in vantaggio sugli altri. Iniziamo che è meglio! 10 agosto - Milano - Stranamente si parte tutti quanti da Milano, non mi è mai successo prima con AnM, oltretutto con volo diretto senza scali intermedi, che fortuna! I membri del gruppo arrivano alla spicciolata secondo la regione di provenienza, s’inizia così a poco a poco a fare conoscenza e la mia prima impressione è buona. Arriviamo, come sempre, da tutta Italia (io da Milano, Luana da Roma, Armando da Catania, Rosanna da Palermo, Riccardo da Napoli, Nadia e Irene da Mantova e Gianmario da Varese e…) e come aveva detto Luana in una mail precedente lo yin e lo yang si sono equilibrati perfettamente, cinque donne e cinque uomini è la composizione di questa squadra. Fino all’ultimo però rimaniamo in otto, gli ultimi due membri non si fanno ne vedere ne sentire poi come due spiriti si materializzano dal nulla, fanno per ultimi il check-in e entrano con noi dai controlli; verrò a scoprire più avanti che Gabriele e Alessandro, pugliesi, non avevano nessuna fretta di farsi conoscere e se l’erano presa comoda davanti a un bicchiere di vino! I da un Brasile Express gruppo Lo Forte Testo di Monica Ripamonti Foto di M. Ripamonti e Luana Lo Forte RACCONTI DI VIAGGIO | Brasile Brasile , il sole verde

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RACCONTI DI VIAGGIO | East AfricaRACCONTI DI VIAGGIO | East Africa

Nell’anno dei mondiali 10 splendidi sconosciuti si ritrovarono in un viaggio discovery dall’altro lato dell’oceano. Tanto

abbiamo visto e tante emozioni abbiamo vissuto, ma piuttosto che raccontare la nostra avventura “giorno per giorno” preferirei elencare le 10 emozioni che porteremo di più nel cuore, dalla meno alla più indimenticabile… “quella volta che andai in Brasile con un gruppo di Avventure nel Mondo”.

Da dove inizio, forse dal fatto che voglio fare questo viaggio dietro consiglio di un’amica brasiliana che mi decanta sempre talmente tanto il suo paese che alla fine “stufa” di sentir solo parlare delle bellezze presenti in Brasile le voglio anche vedere. O forse dal fatto che voglio partire con Luana, una mia amica coordinatrice, e Armando, un altro ex compagno di viaggio, e questo è uno dei pochissimi paesi non visitati da loro. Oppure perché dopo tanta Africa ho voglia di cambiare continente e il Sudamerica e in vantaggio sugli altri. Iniziamo che è meglio!

10 agosto - Milano - Stranamente si parte tutti quanti da Milano, non mi è mai successo prima con AnM, oltretutto con volo diretto senza scali intermedi, che fortuna! I membri del gruppo arrivano alla spicciolata secondo la regione di provenienza, s’inizia così a poco a poco a fare conoscenza e la mia prima impressione è buona. Arriviamo, come sempre, da tutta Italia (io da Milano, Luana da Roma, Armando da Catania, Rosanna da Palermo, Riccardo da Napoli, Nadia e Irene da Mantova e Gianmario da Varese e…) e come aveva detto Luana in una mail precedente lo yin e lo yang si sono equilibrati perfettamente, cinque donne e cinque uomini è la composizione di questa squadra. Fino all’ultimo però rimaniamo in otto, gli ultimi due membri non si fanno ne vedere ne sentire poi come due spiriti si materializzano dal nulla, fanno per ultimi il check-in e entrano con noi dai controlli; verrò a scoprire più avanti che Gabriele e Alessandro, pugliesi, non avevano nessuna fretta di farsi conoscere e se l’erano presa comoda davanti a un bicchiere di vino! I

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Testo di Monica RipamontiFoto di M. Ripamonti e Luana Lo Forte

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posti vicini in aereo favoriscono maggiormente la conoscenza, le chiacchiere sono utili per sciogliere il ghiaccio e proseguono fino a quando gli occhi si chiudono.

11 agosto - Salvador de Bahia - Mattina presto, dopo undici ore di volo siamo quasi giunti a destinazione, per il momento siamo solo a San Paolo del Brasile, terra brasiliana ma meta solo di scalo, infatti il viaggio non è ancora concluso perché la prima tappa prevista è Salvador de Bahia e per raggiungerla dobbiamo prendere il primo dei quattro voli interni che ci aspettano lungo questa avventura. Arriviamo nel primo pomeriggio, nessuno di noi risente almeno in apparenza del fattore stanchezza o fuso orario, così una volta preso possesso delle varie camere nella Pousada de Magueira nel Pelorinho, la parte alta e storica della città, e dopo aver chiesto info per raggiungere il mare decidiamo di muoverci e immergerci subito nel clima brasiliano. Prima di uscire il personale della Reception ci tiene a farci delle raccomandazioni su come muoverci e soprattutto su cosa portare e non portare in giro con noi, rimaniamo un po’ perplessi quando ci dicono che dobbiamo girare senza zainetto ma solo con un normalissimo sacchetto di plastica, l’ideale secondo loro per riporre le poche cose che ci servono e utile per non dare nell’occhio, che a noi da tanto l’aria di fashion-victim italiani! Iniziamo partendo appunto dal Pelorinho, pieno di vicoli, di turisti e di cultura, e finendo nella parte bassa, un lungomare con tanta musica, locali e gente ovunque; ma andiamo con ordine...decidiamo di non soffermarci troppo sulle bellezze del centro storico, sarà la meta di domani,preferendo scendere lentamente verso mare e rimanendo travolti dalla bolgia delle strade che attraversiamo riuscendo anche a gustare la prima specialità della cucina brasiliana, l’acaraje’. E’ una pasta di fagioli che una Mami, qui chiamata baiana, frigge sul momento all’interno del suo carrettino e che poi imbottisce con altri ingredienti, che variano dal peperoncino ai gamberetti alle varie salsine piccanti, e si mangia direttamente sul posto così come abbiamo fatto noi. Consigliato per chi ama i sapori forti ma non per i vegetariani come Luana, che preferisce la variegata e succosa “frutta di strada”. Continuiamo per altri 4... o 7... o 10 km... secondo la stanchezza accumulata, superiamo la parte residenziale piena di numerosi grattacieli moderni e infine lungo una discesa panoramica sbuchiamo sul lungomare di Bahia. Ci limitiamo a girovagare sul litorale andando a vedere il faro più antico di tutte le americhe, il Farrol da Barra, che spicca con la sua imponenza fin da lontano e reso ancora più affascinante con questa luce serale, e bevendo tutti assieme la prima delle numerose birre fresche, gustandoci il primo tramonto che questa terra ci regala, direi che il colore giallo-arancio si posa ovunque intorno a noi. Torniamo nel Pelorinho e una volta rinfrescati andiamo a rifocillarci in uno

dei ristoranti lì vicino, cibo ottimo a volontà e prime risate ci accompagnano fino alla fine della serata.

12 agosto - Salvador de Bahia - Colazione abbondante e ricca sotto il dehors in giardino, ecco come cominciare bene la prima vera giornata in Brasile. Scambiamo quattro chiacchiere ma soprattutto informazioni con il gruppo di AnM partito la settimana prima di noi e poi si fa sul serio. Iniziamo a visitare Bahia con l’aiuto di David, guida e coordinatore di AnM che vive tra la stessa Bahia e Roma e di conseguenza parla bene la nostra lingua. Stavolta partiamo dal basso, con l’aiuto di un pulmino raggiungiamo le statue di Orixa che si trovano posizionate nel centro del lago di Ibirapuera e sono le divinità sacre molto venerate dal popolo di Bahia. Gli Orixa sono divinità di origine totemica, sono associati ciascuno a un elemento naturale e appartengono alla religione afro brasiliana chiamata Candomblè, religione che mescola riti indigeni a credenze africane. E’ giunta in Brasile dall’Africa, portata da sacerdoti africani e fedeli che erano stati deportati come schiavi. Discutiamo perciò di sacro e profano, cristianesimo e paganesimo, venendo tra l’altro a conoscenza del fatto che in questi giorni si sarebbe svolta a Cachoeira, piccola cittadina nei dintorni, una festa dedicata proprio al sacro e profano, la Festa da Boa Morte, attrazione amata a quanto sembra da parecchi americani. David ci propone di prendere un treno presso quella che sembra una vecchia stazione, Estacao Santa Luzia ( nata nel 1980 per volere della popolazione), che serve per raggiungere la periferia di Salvador e costeggia la Baia di Itapajipe; così rilassati e ben integrati facciamo un pezzetto di tragitto insieme alla gente locale, ammiriamo ciò che dal finestrino giunge fino ai nostri sguardi e alla fermata indicataci scendiamo. Il paesaggio assomiglia molto a Mont Saint Michel, il mare si è ritirato e parecchia gente, compresi numerosi bambini, sta raccogliendo tra la sabbia ancora bagnata e le rocce quello che il mare ha lasciato dietro di se. Ascoltando David parlare della storia di Bahia ci dirigiamo lentamente verso un barcone, fermo lungo un porticciolo, che attraverso un lento movimento ci riporta nella parte opposta della baia, a Ribeira, dove ci concediamo un piccolo peccato di gola, un ottimo gelato presso la più vecchia gelateria di Bahia.I gusti sono tanti e parecchio buoni ed è per questo che ognuno di noi assaggia anche i gusti degli altri, la voglia di fare il bis c’è ma bisogna ripartire per riprendere la via del centro. Prima però facciamo una “fermata obbligatoria” presso l’Igreja do Nossa Senhora de Bonfim, una delle chiese più note e amate dai baitiani. Qui vengono per chiedere la grazia o a sciogliere voti, la chiesa di per sé è simile a molte altre ma l’abside della chiesa e la cancellata esterna mi lasciano stupita, miliardi di braccialetti di stoffa colorata sono legati con tre nodi, uno per ogni desiderio richiesto, e riempiono ogni piccolo appiglio

possibile dando l’effetto di un dipinto multicolor. Il vecchio mercato di Bahia invece mi ricorda tantissimo i suq arabi: profumi di spezie, colori forti, labirinti formati da vicoli stretti e disconnessi, il vociare delle persone, gli anziani seduti fuori dai negozi a osservare tutt’intorno, i giovani che spingono carrelli pieni di mercanzia, animali in libertà etc etc. Insomma, potremmo benissimo essere a Marrakech o a Il Cairo! David ci fa assaggiare un po’ di tutto, in primis il cacao allo stato primitivo...no good! Se quello che si mangia fosse così ne farei volentieri a meno mentre la papaia e il mango sono decisamente più apprezzati. Preferisco sicuramente il vecchio al Mercado Moderno, dove andiamo subito dopo, utile solo per i regalini da portare a casa e per l’aver saputo da un rivenditore che tutti gli anni nella giornata del Santo patrono della città vi è una processione lunga 8km. Migliaia di devoti vestiti di bianco sfilano a piedi o su carri addobbati trainati da cavalli andando dalla Basilica di Nossa Senhora da Conceição da Praia, nel centro di Salvador di Bahia, fino a giungere al colle di Bonfim, tutto sempre nella tradizione del Candomblè. Finalmente la tappa successiva è il Pelorinho, splendido quartiere sito nella parte alta della città, non per niente dichiarato Patrimonio dell’Unesco. Vi è tutta una storia dietro a questa Meraviglia che non sto qui a raccontare, lo farete a tempo debito il giorno che lo visiterete, vi dico solo che come abbiamo fatto noi vi perderete nei suoi fantastici colori pastello, nelle miriadi di piccole costruzioni simili ma non uguali, nei vicoli sconnessi per il porfido rialzato, nei suoni dei tamburi che non smettono mai di farsi sentire da ogni dove, nei tanti locali caratteristici e nelle numerose chiese presenti. David spiega ma io sinceramente è un po’ che non sento, ho voglia di guardarmi un po’ intorno senza avere più “obblighi di ascolto” per riuscire a vedere quanto è incantevole questo posto. Alla fine della giornata ci catapultiamo in uno dei bar con vista sulla baia per godere del tramonto spettacolare che anche oggi ci viene regalato e ci prepariamo per la serata che ci aspetta. Oggi è martedì, ogni martedì il Pelorinho si riversa in strada per festeggiare! Mangiamo in uno dei locali presenti nella piazzetta principale poi da lì ci muoviamo in cerca delle feste organizzate, nessuna è all’altezza di quello che ci era stato prefissato ma alla fine la costanza ci gratifica, Geronimo, uno dei gruppi più famosi, sta tenendo un concerto su una delle numerose scalinate, l’Escadaia da Igreja do Passo, e capiamo che il divertimento è qui perché è strapiena di gente e la musica è travolgente, così finiamo la serata tra canzoni e balli scatenati.

13 agosto - Praia de Imbassai - La giornata è dedicata al sole, al mare e al riposo. Ci spostiamo fuori Bahia per raggiungere Praia do Forte, la spiaggia di Imbassai. Dopo un’ora e mezza di pulmino e con paesaggi sempre più marittimi arriviamo all’interno di un villaggio vacanze, da lì ci incamminiamo per

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un sentiero che sbuca…ai Caraibi! Un paesaggio così l’ho visto solo in cartolina: una ricca e verde vegetazione che delimita la spiaggia dal sentiero, il mare di un colore blu intenso che contrasta con l’azzurro del cielo, il color ocra della sabbia finissima. Allora il Paradiso esiste ed è qui! Guadiamo il piccolo fiume che il mare, parzialmente ritirato, ha lasciato dietro di se e arriviamo a una spiaggia attrezzata con ombrelloni e sdraio che sono di proprietà dei vari gestori dei bar che sovrastano la stessa. Scoperto che possiamo utilizzarli, previa consumazione di cibo o bevande, c’impossessiamo ognuno del suo e tra una lettura di libri, musica in cuffia, sonnellini, bagni e soprattutto foto passiamo così la prima parte della giornata. A mezzogiorno ci spostiamo nei vari bar, c’è chi preferisce pesce appena pescato e chi invece una semplice insalata; a un certo punto Armando oppure Gianmario, essendo i bar rialzati rispetto alla spiaggia, si accorgono di due- tre balene che sguazzano in mare, rimaniamo ad ammirare questa scena per un po’, sembriamo dei bambini davanti a una vetrina di giochi. Dopodiché mi prendo un po’ di libertà dal gruppo e decido di camminare lungo la spiaggia con la macchina fotografica pronta all’uso. Cammino per qualche chilometro divertendomi a fotografare di tutto e di più fino a quando mi accorgo che il mare si sta alzando, ciò significa che è giunta loro di rientrare dagli altri. Facciamo le ultime foto di gruppo (sotto la direzione di Irene ci divertiamo anche a comporre la scritta ‘BRASILE’), ci beviamo la nostra solita birra e appena arriva il nostro pulmino ci affrettiamo a riprendere la strada del ritorno. 14 agosto – Ilha de Itaparica - Ultimo giorno a Salvador de Bahia, giornata ricca di numerose cose da fare tra cui shopping, controllato per via del bagaglio a mano che incombe sulla nostra testa, ma shopping sarà! Anche oggi ricca e abbondante colazione, poi siamo velocissimi nel muoverci sotto una fastidiosissima pioggerellina perché dobbiamo arrivare presto al porto a prendere il traghetto per Ilha de Itaparica. Tutto il gruppo è compatto nel non voler utilizzare la solita barca da turisti, siamo invece tutti solidali nel volerla visitare da soli utilizzando i mezzi locali. Riusciamo a individuare il giusto attracco del traghetto anche grazie alle indicazioni dateci dalle persone presenti, arriviamo di corsa al molo...”non mollate gli ormeggi”...”aspettateci”...e saliamo al volo! Ci spostiamo tutti quanti a poppa della nave sedendoci e ammirando il panorama dello skyline tutto intorno; durante la traversata faccio “conversazione” con un signore, capisco poco o niente di portoghese ma l’interagire con le persone del posto è una mia abitudine. Giunti all’isola ci imbattiamo in Marco, uno dei tanti personaggi che ti assalgono quando esci dalla banchina del porto per portarti in giro a vedere ciò che vogliono. Credo che a noi sia andata molto bene! Una volta contrattata una cifra con Luana per portarci, a sua detta, in una delle spiagge più belle ci dirigiamo in pulmino verso la destinazione; ci fermiamo in un posto che non ha niente di straordinario e come dice giustamente Nadia “Il mare dov’è?”, invece attraversato un piccolo fiumiciattolo e superato un gruppo di casette, ci ritroviamo in un piccolo angolo di Paradiso, una spiaggia incantevole che si trova nella punta estrema a nord est dell’isola; ci sono ombrelloni di paglia, un angolo dedicato alla

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pennichella con tante amache in attesa di essere usate, un angolo per mangiare, materassini dove potersi sdraiare e infine il mare. Cosa più gradita, quest’angolo di terra appartiene solo a noi giacché siamo i soli presenti. Dopo esserci “accomodati” e aver bevuto qualcosa il gruppo si divide; è uscito il sole così la maggior parte va a fare il bagno, Ricky e Armando fanno da custodi alla roba chiacchierando tra loro ed io mi allontano andando a fare una passeggiata. Il paesaggio stuzzica la mia fantasia e mi regala parecchie foto, riesco anche a far amicizia con alcuni locali che stanno “lavorando” in mare, e con questo bagaglio rientro per fare quattro chiacchiere con chi è rimasto, parliamo principalmente di politica e dei Mondiali appena terminati, ma oggi siamo qui per rilassarci e così finiamo la conversazione con la musica brasiliana e con Michel Telò! Ci raggiungono anche gli altri perché è giunta l’ora di mangiare cosi sotto una grande struttura di legno, con la sabbia come pavimento, il ben di dio ci aspetta. Felicissimi di ciò che è stato cucinato assaggiamo un po’ di tutto rimanendo perplessi sul perché di tutte queste leccornie, fino a quando dal mare non vediamo sbarcare da una piccola imbarcazione un folto gruppo di turisti. “Scappiamo” è la parola d’ordine! Decidiamo di fare un salto veloce a Itaparica dove le cose più interessanti sono il Forte de Sao Lourenco e la Fonte da Bica, quest’ultima si dice faccia ringiovanire e che se bevi nella giusta sequenza dai tre rubinetti presenti servirà a farti trovare: amore, salute, giovinezza...o giovinezza, salute, amore...onestamente non ricordo la “giusta sequenza”!! Arriviamo al porto, non prima di aver

salutato Marco, prendiamo la barca del ritorno e arrivati nel Pelorinho decidiamo per prima cosa di visitare bene la Igreja de Sao Francesco con

relativo chiosco, visto che non eravamo riusciti a farlo il giorno prima. La chiesa non è di mio gusto, è decisamente troppo barocca e l’oro abbonda ovunque, non vi è neanche un piccolo spazio senza un accenno di questo colore, mentre il chiosco è meraviglioso e mi riporta alla mente il Portogallo visto che è ricco di Azulejos, le maioliche dipinte sui toni dell’azzurro, che ricoprono l’intero perimetro. Da lì ci dirigiamo verso i negozi scelti a caso per iniziare a fare acquisti, rientriamo velocemente nella Pousada, ci cambiamo e sotto un temporale c’infiliamo a teatro per vedere finalmente lo spettacolo di Capoeira. La prima parte non mi entusiasma, i ritmi sono un po’ lenti e a tratti noiosi perchè racconta attraverso la musica e il ballo l’evoluzione della stessa, nata come arte marziale tra gli schiavi e finita come una danza. La seconda parte invece è indescrivibile, il palco si anima, si riempie, i ragazzi saltano, ‘combattono’, si muovono con eleganza, precisione e perfetto sincronismo. Esibizione e utilizzo straordinario dei corpi, assolutamente magnifica! Per finire la serata andiamo a cena in un ristorante raffinato, quale modo migliore per salutare Salvador de Bahia. 15 agosto - Salvador de Bahia/ Rio de Janeiro - Ultima colazione nella Pousada, da domani ognuno se la dovrà preparare da solo perché saremo in appartamento; lasciamo le nostre camere, saliamo sul pulmino che ci aspetta e via verso l’aeroporto. Dopo aver litigato, sbraitato, tirato fuori dalle valigie grandi il più possibile e averlo messo a rinfusa negli zainetti piccolini (perché fuori peso consentito) o aver dato ai compagni con peso decisamente minore pezzi del proprio

bagaglio, riusciamo finalmente a convincere le hostess a farci portare con noi i bagagli. Grandi ragazzi! Ora solo due ore di volo ci separano

da Rio, la grande metropoli brasiliana. Giunti a destinazione rimaniamo sbigottiti, “Piove e fa freddo! Ma dov’è il sole? “, mi sembra di essere ritornata a casa dove ho lasciato temporali, freddo e acqua anche se una differenza c’è: qua sono a Rio de Janeiro! Giungiamo agli appartamenti dove il proprietario, italiano trasferitosi tempo fa in Brasile, ci accoglie. Speravamo fossero vicini ma più vicini di così…sono due appartamenti attigui, separati solo da un piccolo atrio personale, che noi facciamo diventare un unico grande appartamento suddiviso in varie camere con bagno…e poi c’è la camera di Gabry, essendo il “suonatore del gruppo” viene relegato nel letto del soggiorno e, anche se non concorda, rimane comunque un open-space tutto suo!Sistemiamo le nostre cose e usciamo per immergerci nella vita di questa metropoli conosciuta in tutto il mondo per la sua allegria e vivacità. Prima ci rifocilliamo con cibi caldi, sembra notevolmente novembre a Milano perché fa freddo e tira vento, poi ci spostiamo sul lungomare che è per nostra fortuna vicinissimo all’appartamento. Decidiamo di percorrere a piedi una parte dei suoi 6 km prima di congelarci, quasi tutti i ragazzi si staccano subito dal gruppo perché a caccia di ragazze brasiliane mentre noi altri avanziamo lentamente tra carretti dedicati al dolce sudamericano per eccellenza, il churros, e meravigliose costruzioni di sabbia; l’acqua attira sempre i miei piedi perciò pur facendo freddo decido di provare la temperatura del mare, l’espressione perfetta per definire il giusto grado è ghiacciata, per fortuna mi fa un regalo…una foglia di un albero, portata lì dalle onde, si è seccata prendendo una forma sinuosa che stuzzica la mia fantasia e decido che sarà mia compagnia di viaggio fino a casa. Gli ometti, dopo aver capito che sono molto meglio le donne del gruppo, li ritroviamo seduti in uno dei chioschi a bersi qualcosa, c’è chi si ferma con loro mentre io, Luana e Gianmario decidiamo di proseguire imperterriti fino a quando il sole tramonta e allora ci avviciniamo all’Oceano Atlantico godendoci della vista delle onde e un po’ di questa prima serata qua. Il luogo deciso per rifocillarsi è la zona di Ipanema, una volta finito di cenare, visto che non fa più neanche tanto freddo, la voglia di rientrare con calma senza fretta ci porta a tornare a piedi, così chiacchierando ci facciamo prima il litorale di Ipanema e poi quello di Copacabana. 16 agosto - Rio de Janeiro - Sveglia come un ghiro e unica in piedi decido di punto in bianco, visto che sono solo le sei, di fare come tutti i bravi cariocas e vado a farmi una corsettina lungo il litorale. Fa un certo effetto ritrovarsi a correre sul lungomare di Rio ma mi sento quasi subito una normale cittadina di questa

metropoli, e poi non capita tutti i giorni di veder nascere il sole dietro le alture di una baia così, è qualcosa che ti toglie il fiato. Energia pura, fino

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a quando starò qui lo faccio. Alle otto, pronti come bravi scolari, siamo già davanti al pulmino, oggi ci aspetta un tour de force abbastanza ricco, abbiamo in programma le cose più importanti della città partendo dal Corcovado. Dal punto biglietteria tutti..tranne due.. decidiamo di farla a piedi, così da abili escursionisti chiacchieriamo e osserviamo prima il panorama sulla baia e poi sul Cristo Redentore, che tutto a un tratto incombe su di noi. Giunti in cima la statua è veramente impressionante, riesco a capire per quale motivo è il simbolo del Brasile, l’altezza ma soprattutto la forza che emana scaturiscono un senso di inferiorità assoluta. Dopo aver fatto le nostre dovute ‘rimostranze’ ci spostiamo per andare all’altra attrazione di qua, Pão de Açúcar, il monolito più alto rispetto agli altri che si elevano dal livello del mare attorno a Rio de Janeiro e da dove si gode, per via della sommità, una vista incredibile su tutta la Baia de Guanabara. Per arrivare in cima bisogna prendere due funivie, la prima si ferma su un monolito più basso e qui io vorrei fermarmi (ahimè io, Nadia e Irene soffriamo di vertigini) ma incentivata da Luana salgo anche sulla seconda; la vista non ha eguali da quassù, è possibile girare tutt’intorno godendo di un panorama quasi a 360° e tutta la baia è sotto i miei piedi, anche il sole ha deciso di uscire proprio ora per regalarci colori più splendidi. Ne vale notevolmente la pena soffrire un po’! Da li decidiamo di andare a vedere altre due cose: la Cattedrale di San Sebastiano (meglio conosciuta come Catedral Metropolitana) e poi il Sambodromo. La prima si trova in centro città ed è la Cattedrale di Rio, a quanto sembra sono l’unica che apprezza il suo stile: la forma è quella di un cono rovesciato, cemento pieno a cassettoni tranne che in tre punti (la navata e i due laterali) dove strisce di vetri colorati le danno luce all’interno, è talmente ampia che al suo interno può contenere 20.000 persone; al resto del gruppo fa venire i brividi a me invece ricorda tanto le Piramidi Inca tanto è vero che la fotografo riflessa negli specchi dei grattacieli di fronte perché rendono meglio questa mia visione! La seconda è la meta dei tanti turisti che vengono qua ogni anno per assistere a uno degli eventi più conosciuti al mondo: il Carnevale. Devo dire che in questo caso sono io che rimango un po’ perplessa, ma una visita è doverosa anche solo per vedere una delle creazioni di Oscar Nemeyer, il famoso architetto brasiliano. Rientriamo in appartamento giusto per cambiarci dopodiché procediamo spediti verso il quartiere di Lapa, conosciuto soprattutto per la sua movida serale. Usciti dalla metropolitana ci troviamo nel quartiere di Cinelandia dove ci imbattiamo in due edifici di stile prettamente francese, sono Palazzo Pedro Ernesto, il Municipio di Rio, e il Teatro Municipal, il teatro dell’Opera della città; quest’ultimo solletica la nostra curiosità, visto che è aperto io con Armando, Ale e Gabry tentiamo di avventurarci all’interno per scoprirne i tesori nascosti ma veniamo ostacolati dai due uscieri che ci fermano e così la nostra curiosità

rimane tale. Entrati nel vivo del quartiere di Lapa cambiamo completamente ambiente: musica dal vivo, numerosi locali, giovani e movimento sono decisamente la prerogativa di questo quartiere. Ci sediamo all’esterno di uno dei pub più affollati per mangiare un mix di piatti brasiliani, poi salutiamo Nadia e Rosi che stanche “rientrano all’ovile” mentre la rimanenza respira un po’ di questa movida. Finiamo la serata prima nella classica discoteca e poi ascoltando un gruppo che suona musica dal vivo. 17 agosto - Rio de Janeiro - Sono decisamente combattuta tra l’andare a vedere con Armando l’esibizione di Usain Bolt (e già, è qui anche lui!) oppure andare con gli altri a vedere il Giardino Botanico. Alla fine, dopo aver dato io stessa un’ora allo sport, mi convinco e decido per il giardinaggio; oggi è una giornata più blanda così una volta ‘colazionati’ ci avviamo con tutta calma verso la nostra destinazione. Notiamo che lo stesso è molto grande e molto ben tenuto, personalmente ho visto giardini più interessanti ma è pur sempre un immersione nel verde. Giriamo tra i vari vialetti fermandoci quando qualche pianta particolare attira la nostra attenzione, ognuno di noi si sofferma maggiormente nei vari angoli dedicati alle piante favorite, vedi le orchidee per le donne e le ninfee per gli uomini. Finiamo abbastanza velocemente il giro, decidiamo così di dividere le nostre strade, gli uomini hanno voglia di sole e di mare mentre noi donne siamo alla ricerca di cultura e vogliamo visitare bene Lapa, che non è solo la sede della movida ma è anche la parte storica di Rio. Non so come ma mi sono ritrovata in spiaggia a Copacabana

a prendere il sole! Morale, lasciate da sole Nadia e Rosi a girare per Lapa, tutti gli altri, compreso Armando che nel frattempo ci ha raggiunto raggiante della sua mattinata, siamo in spiaggia assieme ai carioca. Tra l’altro è domenica, il lungomare è stato chiuso alle macchine ed è diventato un’unica isola pedonale: la spiaggia si è riempita di ombrelloni, di gente e di sdraio, di venditori che offrono da bere e da mangiare passando tra i bagnanti, mentre sulla strada la gente circola in bici, a piedi oppure sui pattini. Rimaniamo in perfetto relax fino a quando il sole inizia a calare dopo rientriamo a casa con l’intenzione di andare finalmente a visitare Lapa e raggiungere le uniche due vere turiste. Per colpa della sottoscritta arriviamo nel quartiere molto tardi e per farmi perdonare propongo di andare a vedere la scalinata simbolo di Rio, la famosa Escadaria Selaron che si trova lì vicino. Dietro indicazioni ci addentriamo su per una salita e finalmente respiriamo un po’ di aria di casa: gente che canta, bimbi che giocano in maniera straordinaria a palla in mezzo alla strada, ragazzi che ballano samba e anziani che chiacchierano seduti fuori dai vari portoni. Troviamo tutti la scalinata molto divertente, è fatta da miliardi di maioliche rosse ma soprattutto verdi blu e gialle (i colori del Brasile) intervallate qua e là da altre multicolori e di diverse forme e grandezze; l’artista, Selaron appunto, iniziò tutto per protesta ma finì che quello che stava facendo incuriosì numerosi giornalisti e la sua opera divenne famosa in tutto il mondo, la gente inizio ad aiutarlo inviandogli materiale. Ora questa scalinata di 250 scalini contiene piastrelle provenienti da sessanta paesi diversi: frasi scherzose, gagliardetti di varie squadre di sport, panorami, specchi, cassette della posta etc. Vogliamo rimanere in quest’angolo della città per mangiare e una semplice ma ricca tavolata in mezzo alla strada è quello che di più bello potevamo trovare, chiudiamo con un brindisi di succhi di frutta in uno dei chioschi di Copacabana. 18 agosto - Rio de Janeiro - Foz do Iguaçu - Ultima corsa mattutina sul litorale di Copacabana e so già che mi mancherà, ultima colazione fai da te e poi lasciamo l’appartamento. Destinazione: Rocinha, una delle 1204 favelas di Rio, la favelas più grande di Rio. Arriviamo puntuali all’appuntamento che ci è stato dato anche perché il volo per Iguaçu non ci aspetta in caso di ritardo. Il marito di Barbara, la nostra “guida” all’interno della favelas, ci attende per iniziare il giro; devo essere onesta, sono stata una delle sostenitrici di questa iniziativa ma ora mi sento un po’ in imbarazzo, quasi fuori posto. Decido che non scatterò foto, non c’è niente da fotografare nella povertà e soprattutto nella dignità di queste persone, ma ascolto molto attentamente le spiegazioni che ci sono fornite da Barbara, che nel frattempo ci ha raggiunto, alla fine sono contenta di aver visitato anche questa parte di Rio, probabilmente la parte più vera di questa città. Così come sono contenta che l’importo versato per questa giornata sia utilizzato

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per la scuola che loro hanno creato e che ci portano a vedere. I bambini sono stupendi in tutto il mondo, non si accorgono delle differenze sociali o del fatto che tu sei lì per visitare, a loro interessa ridere e sorridere e se questo è quello che io posso dare nei pochi minuti che sto con loro ben venga. Così mi diverto a disegnare e giocare per tutto il tempo che rimaniamo. Finita la visita, ci dirigiamo in aeroporto per quella che sarà la nostra ultima tappa di questo viaggio, le cascate di Iguaçu. Arriviamo nel tardo pomeriggio, già dal finestrino dell’aereo vedo che il paesaggio intorno è cambiato rispetto a quello visto finora, ora siamo nel Paraná, c’è solo foresta e oltretutto, a differenza di quello che pensavamo, si muore di caldo! Arrivati alla Pousada , a Foz de Iguaçu, una volta sistemati usciamo per cenare e facciamo una delle mangiate..a mio parere.. più buona del viaggio, con chiacchiere e giochi per bambini come contorno.

19 agosto - Puerto Iguaçu ( Argentina) - Stamattina le cascate le vedremo dal lato argentino, partiamo presto in previsione anche del fatto che, come prima cosa da fare, abbiamo l’elicottero; dopo aver superatorapidamente le formalità alla frontiera ci fermiamo in un’area verde, punto di ritrovo dove aspettare per l’imbarco. L’area si riempie di persone ma fortunatamente noi siamo i primi a salire, gli addetti al volo ci chiamano e ci spostano in un punto ben preciso quando il velivolo sta per arrivare, cosa che avviene di lì a poco. Luana ed io siamo sistemate di fianco al pilota mente Armando, Gabry e Ale dietro fanno compagnia a una ragazza australiana. Già solo il salire sull’elicottero è per me fonte di emozione, non l’ho mai fatto e sono terribilmente curiosa; vengo ripagata ampiamente perché come sempre da lassù la Terra ha un suo fascino, mille virate e abbassamenti di quota ci consentono, soprattutto a noi due davanti, di avere una visuale perfetta su ciò che si estende sotto e quella che in lontananza ci sembra solo una colonna di fumo scopriamo avvicinandoci essere il vapore acqueo che le cascate producono. La Garganta del Diablo, la curva a U che definisce il confine tra Argentina e Brasile, è straordinaria da quassù figuriamoci quanto lo sarà da giù. Vorrei che il giro durasse tutto il giorno, chilometri e chilometri di foresta tagliata ogni tanto dalle forme serpeggianti del fiume Iguaçu rendono l’idea di quanto anche la regione del Paranà sarebbe interessante da visitare, ma tutto finisce. Pieni di adrenalina in corpo e recuperato il resto del gruppo, ci spostiamo all’entrata del Parco Nazionale per poterle visitare sia a piedi sia in gommone. La prima parte della visita è una camminata su un sentiero ben preciso dentro una fitta vegetazione alternata a punti di ristoro; la seconda parte è una lunga e interminabile passeggiata, a tratti su passerelle d’acciaio, che in alcuni punti sfiora l’acqua del fiume, il tutto

guardando le cascate dall’alto verso il basso. Prima di presentarci all’appuntamento per il gommone ci riempiamo lo stomaco di cibo argentino, io mi do una piccola tregua con degli insetti che mi stanno massacrando le gambe mangiando all’interno del bar! All’ora indicata saliamo su un camion aperto, una ragazza ci fa da guida e ci spiega, mentre la attraversiamo per dirigerci al fiume, la foresta tropicale; veniamo così a scoprire che è molto ricca sia a livello di fauna ( comprende numerose specie in pericolo d’estinzione, come giaguari, tapiri e aquile) che di flora ( la foresta è costituita da alberi alti oltre 30m e si incontrano arbusti, piante e specie selvatiche ). Arrivati al gommone, ci consegnano un grosso sacco di plastica per disporre il materiale che potrebbe rovinarsi e un giubbotto salvagente; saliamo e partiamo, chi in costume da bagno, chi riparato dai k-way e chi “non importa, mi bagno”, insomma siamo tutti pronti per farci la doccia. Infatti il comandante, dopo aver dato gas un paio di volte per superare delle rapide, si diverte per ben due volte a farci ‘entrare’ sotto imponenti getti d’acqua. Ghiacciata è la prima espressione che mi viene pensare, forza è la seconda! Arriviamo alla fine fradici ma soddisfatti, oggi abbiamo visto e ‘vissuto’ pienamente una delle meraviglie della Natura più ammirate al mondo. Ma la giornata non finisce qui, l’autista ci fa un piccolo omaggio, con una piccola deviazione ci porta a vedere dove i fiumi Iguaçu e Paranà s’incontrano dando origine alla triplice frontiera, tre stati del Sudamerica che si salutano: Brasile - Argentina e Paraguay. Rientriamo in terra brasiliana e precisamente alla Pousada giusto in tempo per berci tutti assieme una birra in piscina e festeggiare questa ricca giornata, poi ci concediamo, visto che è l’ultima sera in Brasile, la cena in una churrascaria in centro città. Giusto finale per questa incredibile vacanza.

20 agosto - Foz Iguaçu - San Paolo del Brasile - Ultimo giorno in Brasile, da domani torneremo a ‘respirare’ aria italiana. Prima abbiamo il lato brasiliano delle cascate che ci aspetta e poi un volo per San Paolo del Brasile, da dove partiremo con un volo direzione Milano. Godiamoci prima le cascate! Ad alcuni sono piaciute dal lato argentino, ad altri piacciono da questa parte, io dico tutte e due; ieri abbiamo assaggiato la forza e la potenza dell’acqua, oggi ammiriamo tutto il suo splendore

giacché da questo lato si ha una visione completa della lunghezza. Passeggiamo su passerelle che s’inoltrano fin quasi al centro della spaccatura in modo tale da poter avere una visione parziale della curvatura a U, starei le ore ad ammirarle perché la loro bellezza non ha eguali. Purtroppo invece il tutto avviene molto velocemente perché il primo volo è a mezzogiorno e non possiamo perderci in foto e chiacchiere. Con Luana che c’incalza, lasciamo il sito e arriviamo puntuali all’aeroporto, stavolta ci liberiamo del bagaglio, che non ha più niente di ‘a mano’, e ci imbarchiamo per il primo volo. Arrivati a San Paolo, avendo parecchio tempo da star qua, abbiamo una mezza idea di noleggiare o un pulmino o prendere dei taxi per visitare perlomeno le cose più importanti della città. Siamo demoralizzati quando il signore che noleggia i taxi ci dice che secondo lui abbiamo un tempo troppo limitato, c’è il rischio traffico che non è mai poco in questa metropoli e non riusciremmo a vedere più dì tanto. L’idea viene accantonata, tutti si dirigono verso l’aeroporto tranne io, mi rifiuto di stare chiusa lì dentro per parecchie ore prima di prendere il volo definitivo così mi dirigo verso un’area verde lì vicino per prendere un’ultima boccata d’aria brasiliana, mi riunisco al gruppo quando ormai manca poco alla partenza; riusciamo cosi a fare gli ultimi acquisti al duty-free, mangiamo un boccone e poi ci imbarchiamo sul volo che ci farà condividere quest’ultimo momento assieme.

21 agosto - Milano - Assonnati, stanchi dal volo ma pienamente soddisfatti da questo viaggio, ci lasciamo in quest’aeroporto internazionale. Sensazioni? E’ uno splendido paese, pieno di vita, di colori, sorrisi, di sole e calore umano, di musica e balli, mille paesaggi e numerose metropoli da visitare ma altrettanti angoli nascosti da scoprire, pur avendoci fatto mille pressioni..forse perché ci tengono a che non succeda niente al turista..non abbiamo mai avuto la sensazione di essere in pericolo, ci hanno anche molto coccolato e viziato. Infine vorrei salutare a modo mio, ma loro sanno perché, i miei compagni di viaggio: Irene “Amelie”, Nadia “Mamma Chioccia”, Rosy “Piccolina”, Lu “Birra e patatine”, Gabry “Pucci Pucci”, Ale “Si fa, vero?”, Ricky “Flemma napoletana”, Gianmario “Bianconero doc” e ultimo ma non ultimo Armando “Armandino”....siete stati semplicemente fantastici!

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