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NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI PISA Redazione: Piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa tel: 050 565543 fax: 050 565544 Notiziario locale Direttore responsabile Domenico Mugnaini Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983 [email protected] 8 settembre 2019 DI GIOVANNI P AOLO BENOTTO+ ccogliendo l’istanza della reverenda suor Mary Judit Puthenparambil, della Congregazione delle Suore «Figlie di Nazareth», Postulatrice legittimamente costituita, che in data 8 marzo 2019 mi ha chiesto con il Supplex Libellus di introdurre la Causa per la Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Padre Agostino da Montefeltro, OFM, al secolo Luigi Vicini (Sant’Agata Feltria 1839 - Pisa 1921), dopo aver ottenuto l’unanime consenso della Conferenza Episcopale Toscana in data 8 aprile 2019 e il nulla osta della Sacra Congregazione per le Cause dei Santi in data 19 agosto 2019 (Prot. N. 3460-1/19), con il presente editto secondo le Normae servandae n.11 b, e l’Istruzione Sanctorum Mater art. 43 §3, informo la Comunità diocesana che intendo introdurre la causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio padre Agostino da Montefeltro, Ofm. LA FIGURA DI PADRE AGOSTINO adre Agostino nacque a Sant’Agata Feltria il 1° marzo 1839. A 18 anni entrò nel Seminario vescovile di Pennabilli, nella Diocesi di San Marino - Montefeltro, per la quale fu ordinato sacerdote il 21 dicembre 1861, ed inviato nella parrocchia del suo paese natale. In seguito ad una crisi morale, durata alcuni mesi nel 1868, il canonico Luigi Vicini entrò nel convento francescano de La Verna il 5 maggio 1869. Sotto la guida del p. Pier Maria da Bifolco, si dispose a riparare allo scandalo procurato, e a riabilitarsi nell’esercizio del ministero sacerdotale. Nel gennaio 1872, in quel medesimo convento, don Luigi vestì l’abito di terziario francescano, assumendo il nome di Agostino, ed emise la sua professione il 12 giugno 1875. Nel 1877, fu destinato al convento di Nicosia, vicino a Pisa. L’obbedienza che i superiori gli domandarono fu quella di continuare la predicazione della Parola di Dio, cui era particolarmente predisposto. padre Agostino si profuse in un’intensa opera di predicazione in molte città d’Italia, in un’epoca particolarmente complessa anche per i rapporti tra la Chiesa e il Regno d’Italia, distinguendosi per equilibrio e saggezza, riscuotendo la fiducia dei Sommi Pontefici e dei Vescovi diocesani. Seguendo un prezioso consiglio di oadre Ludovico da Casoria - «Rammentati che è venuta l’ora in cui, per salvare la società, bisogna che la verità sia unita alla carità» - Padre Agostino cominciò a prendersi cura di bambine orfane e bisognose, per le quali iniziò una grande opera caritativa, fondando a Pisa nel 1893, la Congregazione delle Suore «Figlie di Nazareth», riconosciuta dall’Arcivescovo di Pisa, Monsignor Ferdinando Capponi, nel 1896. Morì il 5 aprile 1921, a Marina di Pisa, e la sua salma fu sepolta nella chiesa di Santa Maria Assunta che egli stesso aveva costruito. Come attestato dalle molteplici testimonianze della sua fama di santità - viva all’epoca e costantemente proseguita - Padre Agostino da Montefeltro predicò con coraggio e chiarezza la fede cristiana in un tempo difficile per la Chiesa; animò di speranza le classi operaie e i più disagiati, in un momento di grandi trasformazioni sociali ed economiche; fondò la preziosa opera di carità sociale in favore delle orfanelle, che affidò alla Congregazione delle Suore «Figlie di Nazareth». Attraverso la parola e l’azione, l’esortazione e l’esempio, Padre Agostino unì la verità alla carità, sostenendo non poche avversità, all’interno della Chiesa e negli ambienti anticlericali della società del tempo. Per tali ragioni, ebbe modo di praticare la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza, sostenendo non poche prove, come ad esempio quelle delle calunnie e delle false accuse - a motivo delle quali la sua causa ha subito ingiustificati ritardi. LE DISPOSIZIONI onsiderata la grave responsabilità che questa decisione comporta, invito formalmente tutti coloro che fossero a conoscenza di qualche ostacolo, che possa essere discordante circa la fama di santità di detto Servo di Dio, a darne notizia al sottoscritto o alla Postulatrice. A norma delle disposizioni canoniche relative al caso, tutti coloro che fossero in possesso di scritti (manoscritti, diari, lettere…) e ogni altra documentazione relativa a Padre Agostino da Montefeltro, sono invitati a porli a disposizione della Postulatrice della Causa presso la Curia Arcivescovile di Pisa. Se il possessore di tali documenti e/o scritti intenderà conservarne l’originale, potrà esibirne copia debitamente autenticata. Il presente Editto rimarrà affisso per la durata di tre settimane all’albo della Curia Arcivescovile di Pisa, nella Chiesa Cattedrale, nelle Parrocchie, Conventi e Istituti di Vita Consacrata. Sarà inoltre pubblicato sul Settimanale Diocesano «Vita Nova- Toscana Oggi», nonché sul Bollettino Ufficiale dell’Arcidiocesi di Pisa. +arcivescovo C P A DI ANDREA BERNARDINI resto al via la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio padre Agostino da Montefeltro (Sant’Agata Feltria, 1º marzo 1839 – Pisa, 5 aprile 1921), frate minore francescano, predicatore e benefattore, fondatore delle Suore Figlie di Nazareth. È stato lo stesso arcivescovo Giovanni Paolo Benotto ad annunciarlo alle suore lo scorso 28 agosto - festa di sant’Agostino d’Ippona e, dunque, anche «onomastico» di padre Agostino da Montefeltro - a conclusione di una concelebrazione eucaristica da lui presieduta nel giardino della casa generali- zia in via San Bernardo. Hanno concelebrato con l’Arcivescovo: il cancelliere arcive- scovile monsignor Giuliano Catarsi, il parroco di San Martino in Kinzeca don Enri- co Giovacchini e diversi altri sacerdoti e religiosi. Dopo l’annuncio, il cancelliere arcivescovile ha dato lettura dell’«editto» con cui l’Arcivescovo annuncia l’imminen- te apertura del processo diocesano. Ecco il testo dell’editto firmato da monsignor Giovanni Paolo Benotto. P FIGLIE DI NAZARETH IN FESTA a notizia del prossimo avvio della fase diocesana della causa di beatificazione di padre Agostino da Montefeltro è stata accolta con soddisfazione dalla madre generale suor Brigit Kinkaranthara, dalla postulatrice suor Mary Judit Puthenparambil e dalla comunità tutta delle Figlie di Nazareth. La congregazione fu fondata nel 1893 proprio da padre Agostino. Oggi conta 115 suore che operano nella casa madre di via San Bernardo e in altre case: in via di Goletta (San Giusto), a San Piero a Grado, a Marina di Pisa, in località Cappetta a Calci, ad Arcidosso (Grosseto), Roma, in India, Albania, Ghana e Filippine. Ma anche all’Oasi del Sacro Cuore a Calci, alla Casa della giovane a Navacchio e nell’abitazione dell’Arcivescovo. Le Figlie di Nazareh osservano la «regola» del ter’ordine regolare di San Francesco. Si occupano dell’educazione cristiana e civile delle nuove generazioni, seguono i bambini nelle scuole materne, i fanciulli audiolesi e delle giovani nelle scuole, nei doposcuola, nei pensionati universitari, assistendo gli anziani nelle Case di Riposo e aiutando i parroci nelle attività parrocchiali. Titolare e patrona dell’Istituto è la Sacra Famiglia. Protettori: l’Immacolata Vergine Maria, patrona dell’Ordine Francescano, il patriarca san Giuseppe, san Francesco d’Assisi e santa Elisabetta d’ Ungheria. A.B. L L’invito dell’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto: «Tutti coloro che fossero in possesso di scritti - manoscritti, diari, lettere…- e ogni altra documentazione relativa a Padre Agostino da Montefeltro, sono invitati a porli a disposizione della Postulatrice della Causa presso la Curia Arcivescovile di Pisa» LA SCHEDA L’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto - al termine della celebrazione della festa di sant’Agostino - firma l’«editto» scritto per annunciare la prossima apertura della causa di beatificazione di padre Agostino da Montefeltro Padre Agostino da Montefeltro Padre Agostino da Montefeltro,presto al via la fase diocesana della causa di beatificazione

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NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI PISA

Redazione: Piazza Arcivescovado 1856126 Pisatel: 050 565543fax: 050 565544

Notiziario localeDirettore responsabileDomenico Mugnaini

Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983

[email protected]

8 settembre 2019

DI GIOVANNI PAOLO BENOTTO+

ccogliendo l’istanza dellareverenda suor Mary JuditPuthenparambil, dellaCongregazione delle Suore

«Figlie di Nazareth», Postulatricelegittimamente costituita, che indata 8 marzo 2019 mi ha chiestocon il Supplex Libellus di introdurrela Causa per la Beatificazione eCanonizzazione del Servo di DioPadre Agostino da Montefeltro,OFM, al secolo Luigi Vicini(Sant’Agata Feltria 1839 - Pisa1921), dopo aver ottenutol’unanime consenso dellaConferenza Episcopale Toscana indata 8 aprile 2019 e il nulla ostadella Sacra Congregazione per leCause dei Santi in data 19 agosto2019 (Prot. N. 3460-1/19), con ilpresente editto secondo le Normaeservandae n.11 b, e l’IstruzioneSanctorum Mater art. 43 §3, informola Comunità diocesana che intendointrodurre la causa di beatificazionee canonizzazione del Servo di Diopadre Agostino da Montefeltro,Ofm.

LA FIGURA DI PADRE AGOSTINOadre Agostino nacque aSant’Agata Feltria il 1° marzo

1839. A 18 anni entrò nelSeminario vescovile di Pennabilli,nella Diocesi di San Marino -Montefeltro, per la quale fuordinato sacerdote il 21 dicembre1861, ed inviato nella parrocchiadel suo paese natale. In seguito aduna crisi morale, durata alcuni mesinel 1868, il canonico Luigi Vicinientrò nel convento francescano deLa Verna il 5 maggio 1869. Sotto la

guida del p. Pier Maria da Bifolco,si dispose a riparare allo scandaloprocurato, e a riabilitarsinell’esercizio del ministerosacerdotale. Nel gennaio 1872, inquel medesimo convento, donLuigi vestì l’abito di terziariofrancescano, assumendo il nome diAgostino, ed emise la suaprofessione il 12 giugno 1875. Nel1877, fu destinato al convento diNicosia, vicino a Pisa. L’obbedienzache i superiori gli domandarono fuquella di continuare lapredicazione della Parola di Dio,cui era particolarmentepredisposto. padre Agostino siprofuse in un’intensa opera dipredicazione in molte città d’Italia,in un’epoca particolarmentecomplessa anche per i rapporti trala Chiesa e il Regno d’Italia,distinguendosi per equilibrio esaggezza, riscuotendo la fiducia deiSommi Pontefici e dei Vescovidiocesani.Seguendo un prezioso consiglio dioadre Ludovico da Casoria -«Rammentati che è venuta l’ora in cui,per salvare la società, bisogna che laverità sia unita alla carità» - PadreAgostino cominciò a prendersi curadi bambine orfane e bisognose, perle quali iniziò una grande operacaritativa, fondando a Pisa nel1893, la Congregazione delle Suore«Figlie di Nazareth», riconosciutadall’Arcivescovo di Pisa, MonsignorFerdinando Capponi, nel 1896.Morì il 5 aprile 1921, a Marina diPisa, e la sua salma fu sepolta nellachiesa di Santa Maria Assunta cheegli stesso aveva costruito.Come attestato dalle molteplicitestimonianze della sua fama disantità - viva all’epoca ecostantemente proseguita - PadreAgostino da Montefeltro predicòcon coraggio e chiarezza la fedecristiana in un tempo difficile per laChiesa; animò di speranza le classioperaie e i più disagiati, in unmomento di grandi trasformazionisociali ed economiche; fondò la

preziosa opera di carità sociale infavore delle orfanelle, che affidòalla Congregazione delle Suore«Figlie di Nazareth». Attraverso laparola e l’azione, l’esortazione el’esempio, Padre Agostino unì laverità alla carità, sostenendo nonpoche avversità, all’interno dellaChiesa e negli ambienti anticlericalidella società del tempo. Per taliragioni, ebbe modo di praticare laprudenza, la giustizia, la fortezza ela temperanza, sostenendo nonpoche prove, come ad esempioquelle delle calunnie e delle falseaccuse - a motivo delle quali la suacausa ha subito ingiustificati ritardi.

LE DISPOSIZIONIonsiderata la graveresponsabilità che questa

decisione comporta, invitoformalmente tutti coloro chefossero a conoscenza di qualcheostacolo, che possa esserediscordante circa la fama di santitàdi detto Servo di Dio, a darnenotizia al sottoscritto o allaPostulatrice.A norma delle disposizionicanoniche relative al caso, tutticoloro che fossero in possesso discritti (manoscritti, diari, lettere…)e ogni altra documentazionerelativa a Padre Agostino daMontefeltro, sono invitati a porli adisposizione della Postulatricedella Causa presso la CuriaArcivescovile di Pisa. Se ilpossessore di tali documenti e/oscritti intenderà conservarnel’originale, potrà esibirne copiadebitamente autenticata. Il presente Editto rimarrà affisso perla durata di tre settimane all’albodella Curia Arcivescovile di Pisa,nella Chiesa Cattedrale, nelleParrocchie, Conventi e Istituti diVita Consacrata. Sarà inoltrepubblicato sul SettimanaleDiocesano «Vita Nova- ToscanaOggi», nonché sul BollettinoUfficiale dell’Arcidiocesi di Pisa.

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DI ANDREA BERNARDINI

resto al via la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione delServo di Dio padre Agostino da Montefeltro (Sant’Agata Feltria, 1º marzo 1839 –

Pisa, 5 aprile 1921), frate minore francescano, predicatore e benefattore, fondatoredelle Suore Figlie di Nazareth. È stato lo stesso arcivescovo Giovanni Paolo Benottoad annunciarlo alle suore lo scorso 28 agosto - festa di sant’Agostino d’Ippona e,dunque, anche «onomastico» di padre Agostino da Montefeltro - a conclusione diuna concelebrazione eucaristica da lui presieduta nel giardino della casa generali-zia in via San Bernardo. Hanno concelebrato con l’Arcivescovo: il cancelliere arcive-scovile monsignor Giuliano Catarsi, il parroco di San Martino in Kinzeca don Enri-co Giovacchini e diversi altri sacerdoti e religiosi. Dopo l’annuncio, il cancellierearcivescovile ha dato lettura dell’«editto» con cui l’Arcivescovo annuncia l’imminen-te apertura del processo diocesano. Ecco il testo dell’editto firmato da monsignorGiovanni Paolo Benotto.

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FIGLIE DI NAZARETH IN FESTAa notizia del prossimo avvio della fase diocesana della causa dibeatificazione di padre Agostino da Montefeltro è stata accolta

con soddisfazione dalla madre generale suor Brigit Kinkaranthara,dalla postulatrice suor Mary Judit Puthenparambil e dalla comunitàtutta delle Figlie di Nazareth. La congregazione fu fondata nel 1893proprio da padre Agostino. Oggi conta 115 suore che operano nellacasa madre di via San Bernardo e in altre case: in via di Goletta (SanGiusto), a San Piero a Grado, a Marina di Pisa, in località Cappetta aCalci, ad Arcidosso (Grosseto), Roma, in India, Albania, Ghana eFilippine. Ma anche all’Oasi del Sacro Cuore a Calci, alla Casa dellagiovane a Navacchio e nell’abitazione dell’Arcivescovo.

Le Figlie di Nazareh osservanola «regola» del ter’ordineregolare di San Francesco. Sioccupano dell’educazionecristiana e civile delle nuovegenerazioni, seguono i bambininelle scuole materne, i fanciulliaudiolesi e delle giovani nellescuole, nei doposcuola, neipensionati universitari,assistendo gli anziani nelleCase di Riposo e aiutando iparroci nelle attivitàparrocchiali. Titolare e patronadell’Istituto è la Sacra Famiglia.Protettori: l’Immacolata VergineMaria, patrona dell’OrdineFrancescano, il patriarca sanGiuseppe, san Francesco d’Assisie santa Elisabetta d’ Ungheria.

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L’invito dell’arcivescovoGiovanni Paolo Benotto:«Tutti coloro che fossero in possesso di scritti -manoscritti, diari,lettere…- e ogni altradocumentazione relativa a Padre Agostino da Montefeltro, sono invitati a porli a disposizione della Postulatrice della Causa presso la CuriaArcivescovile di Pisa»

LA SCHEDA

L’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto - al termine della celebrazione della festa di sant’Agostino - firma l’«editto» scritto per annunciare laprossima apertura della causa di beatificazione di padre Agostino da Montefeltro

Padre Agostino da Montefeltro

Padre Agostinoda Montefeltro,presto al viala fase diocesanadella causa di beatificazione

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VITA NOVATOSCANA OGGI8 settembre 2019II

«I gemiti della terra»:la due giorni Ac a San Cerbone

DI LORENZO MASTROPIETRO

l Creato non è unaproprietà di cuipossiamo spadroneggiarea nostro piacimento,

tanto meno una proprietà solo dipochi. Ma è un dono che Dio ciha dato affinché ne abbiamo curae lo utilizziamo a beneficio ditutti, sempre con grande rispetto egratitudine»: così papaFrancesco nell’ Udienzagenerale del 21 maggio 2014)L’importanza dei temiambientali, già presente innumerosi documenti delmagistero della Chiesa, haassunto una dimensionecentrale nel pontificato di papaFrancesco. Dalla sua primaomelia del 19 marzo 2013 incui invitava alla custodia delcreato e delle sue creature, allapubblicazione dell’enciclica Laudato si’ del maggio 2015fino agli ultimi interventi sulSinodo dei Vescovi perl’Amazzonia del prossimoottobre, papa Francesco nonha mai mancato di denunciarela «cultura dello scarto» e lostretto legame che esiste tra losfruttamento irresponsabiledelle risorse naturali e lacondizione delle persone piùpovere e vulnerabili della terra. Il riscaldamento globale,l’innalzamento del livello delmare, la siccità, gli incendidevastanti su vaste aree delpianeta, l’incremento deglieventi meteorologici estremiche costringono interi popoli amigrazioni forzate. E poiancora: i rischi per la salute, laperdita di biodiversità... qualiresponsabilità abbiamo tuttinoi che utilizziamo più risorsedi quelle che il pianeta ci mettea disposizione?. Purtroppo,anche se la comunitàscientifica ha ormai raggiuntouna sostanziale convergenzasulle cause e sulle conseguenzedi questi fenomeni, nonsempre la gravità del problema

è percepita dalle comunitàpolitiche e civili. Per questo lalotta al cambiamentoclimatico è una sfidacomplessa che richiede tempoe profonde motivazioni nonsolo economiche ma ancheetiche e spirituali, capaci diincidere sulla culturadominante e suicomportamenti.L’Azione cattolica diocesana diPisa, in collaborazione con l’Acdi Lucca e il Movimentocattolico mondiale per il climaha organizzato per il finesettimana del 14 e 15settembre una due giorni dispiritualità e di riflessione «Igemiti della Terra e il grido deipoveri - Laudato si’, 49» nelconvento di San Cerbone aLucca. L’iniziativa si colloca nelperiodo del Tempo del Creato,tempo della celebrazioneecumenica annuale dipreghiera e azione per il creatoche si apre il 1 settembre,Giornata mondiale dipreghiera per la cura delCreato, e si conclude il 4ottobre, festa di san Francesco.Interverranno esperti eresponsabili del Movimentocattolico globale per il clima(https://catholicclimatemove

ment.global/it/) che ciguideranno verso unaconversione ecologica e nuovistili di vita sostenibili, alla lucedella Laudato Si’, che come hadetto il mese scorso papaFrancesco «non è un’enciclicaverde, ma un’enciclica sociale,che si basa su una realtà “verde”,la custodia del Creato». Il Movimento cattolico globaleper il clima rappresenta laprima alleanza internazionaledi fede cattolica impegnata arispondere alla sfida delcambiamento climatico conpiù di 650 organizzazionicattoliche aderenti, compresiordini religiosi locali, diocesi,associazioni, parrocchie emigliaia di cattolici. Ilprogramma della 2 giorniprevede l’arrivo alle ore 16 disabato 14 settembre alConvento delle Suore Figlie diSan Francesco di Sales, in viadella Fornace n. 1512 a SanCerbone (Lucca). Sabatopomeriggio il Canto del Creato,all’aperto: momento dicontemplazione fino all’ora dicena. La domenica mattina,dopo la preghiera comunitariadelle lodi, il Grido del Creato,che rappresenta il momento didenuncia. Quindi dopo la

S.Messa delle ore 11, l’Azioneper il Creato, momento diimpegno per una conversioneecologica e l’attuazione dinuovi stili di vita orientati allasostenibilità e alla giustiziasociale a tutti i livelli dell’agireumano. Dopo pranzo sicontinua con una brevesessione in laboratori pergruppi di interesse e chi lodesidera, per proseguire ilcammino insieme allacomunità cattolica più attiva,può ricevere l’attestato di Animatore Laudato Si’ che offrel’opportunità di inserirsi inrete con tutti gli AnimatoriLaudato Si’ del mondonell’ambito del Movimentocattolico mondiale per ilclima, ricevendo insieme all’Acdi Pisa e di Lucca occasioni dicondivisione e formazionepermanente per motivare lapropria comunità alla cura delcreato.La quota di partecipazione è di50 euro per la 2 giornicompleta - 20 euro solopranzo o cena. Sarà presenteun servizio di baby sitting; periscrizioni telefonare al numero3283641134 oppure scrivere [email protected]

Da Pisa a Roma lungo la Via Francigena

DI ANDREA BERNARDINI

a piazza dei Miracoli a piazza SanPietro a Roma percorrendo l’antica via

Francigena. È il pellegrinaggio portato atermine da quattro amici maratoneti,conosciutisi in questi anni lungo strade esentieri d’Italia. . I loro nomi: RobertoFerrando, colonnello in servizionell’Aereonautica militare, MarcoScarpellini, odontotecnico, AlessandroGiuntini infermiere prossimo allapensione. Con loro anche EnricoMarchetti, che nella fondazione «Maffi» sioccupa di marketing e comunicazione. È stato lui a scrivere, giorno dopo giorno,il diario di pellegrinaggio. 450 km,distribuiti in 11 tappe. I pellegrini pisanihanno fatto sosta a Lucca, San MiniatoBasso, San Gimignano, Siena, Torrenieri,Radicofani, Bolsena, Viterbo, Sutri,

DFormello. Per arrivare, appunto, a Roma, inpiazza San Pietro, dove hanno ritirato il«testimonium», un documento con cui laSanta Sede riconosce a chi può «certificarlo»la qualifica di «pellegrino». I pellegrini avevano in spalla uno zainoleggero. Al suo interno era contenutoil kit disopravvivenza che dovrebbe portare con séogni pellegrino non improvvisato. Magliette,pantaloncini e calzini di ricambio - da lavaree asciugare a fine gara - un telino termico, ilkit di primo soccorso, i cerotti compeed(antivescica), bottiglie di acqua. «E unbastone trovato lungo il cammino:nell’immediato percepito come un peso in

più, a poco a poco divenuto un’utilissimaappendice dei pellegrini» racconta EnricoMarchetti. Nella mente e nel cuore dei quattro amiciresteranno a lungo i volti, le parole diincoraggiamento e le piccole attenzionirivolte loro da centinaia di personeincontrate durante il pellegrinaggio. Glislanci e i momenti di fatica: «è in questiultimi che hai chiara la presenza diQualcuno che ti sorregge per portarti allamèta».I quattro maratoneti sono stati accolti inostelli o appartamenti «convenzionati».Ad ogni tappa hanno presentato il«passaporto» del pellegrino, cercando chipoteva certificare - con un timbro - il loroarrivo. Durante il pellegrinaggio i pellegrinipisani hanno promosso una raccoltafondi per il progetto pet-terapy portatoavanti dalle strutture della fondazione«Maffi» a Collesalvetti e a San Pietro inPalazzi. Incontrando curiosità esolidarietà. Le donazioni sono ancorapossibili: per sostenere quel progettooccorre effettuare un bonifico bancario,intestato a fondazione Casa CardinalMaffi (codice Iban:IT09A0637070692000010003910)indicando nella causale «Pet therapyFCCM».In San Pietro l’abbraccio di mogli efidanzate. Prima del ritorno a casa.Stanchi, sì, ma felici.

L’ESPERIENZA

BLOCK NOTESIMPEGNI PASTORALI DELL’ARCIVESCOVODomenica 8 settembre 2019 ore 10,30:Cresime a Pieve di S. Luce; ore 18: S. Mes-sa a Pietrasanta per la festa della Madon-na del Sole.Lunedì 9 settembre ore 9,30: incontro deipreti giovani all’Oasi del S. Cuore a Calci.Martedì 10 settembre ore 9,15: udienzeper i sacerdoti.Mercoledì 11 settembre ore 17,30: incon-tro con i Coordinatori scolastici delleScuole Paritarie in S. Caterina.Giovedì 12 settembre ore 9,30: riunionedel Consiglio Presbiterale.Venerdì 13 settembre ore 9,15: udienze.Sabato 14 settembre ore 18: S. Messa nel-la Parrocchia di Avane.Domenica 15 settembre 2019 ore 11: S.Messa nella Parrocchia di Metato; ore 16:Professioni e anniversari delle Suore del-l’Addolorata in S. Antonio.

LA FESTA DELLA MADONNA DI RUPECAVARIPAFRATTA - Come ogni anno, l’8 set-tembre si celebrerà la festa della Madon-na di Rupecava. Data l’inagibilità dell’Ere-mo sul monte, per il pericolo di crollo deiruderi del convento e della chiesa, le cele-brazioni si svolgeranno nella chiesa par-rocchiale di Ripafratta dove è esposta lavenerata immagine della Madonna.Le Sante Messe saranno celebrate alle ore9,10 e 11, quest’ultima celebrata da mon-signor Gino Biagini, Vicario generale del-la Diocesi. Alle ore 16,30 ci sarà la pre-ghiera del Rosario a cui seguirà la S. Messaalle ore 17.

INCONTRO CARITAS PARROCCHIALICELLOLE - Riprendono gli incontri delcoordinamento delle Caritas parrocchiali.Sabato 28 settembre, dalle 10 alle 16, tuttigli interessati si incontreranno con la fra-ternità di Cellole della Comunità di Bose.Spiega il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli: «Con l’aiuto deimonaci rifletteremo su “Chiesa, giovani eservizio” per costruire la mediazione Ca-ritas al piano pastorale diocesano deiprossimi tre anni».Sarà possibile confermare la partecipazio-ne a questo incontro scrivendo alla [email protected].

ASSEMBLEA PASTORALE FAMILIAREPONTASSERCHIO - La Casa Caritas, invia Vittorio Veneto 106 a Pontasserchio -ospiterà, il prossimo giovedì 12 settembredalle ore 21, l’assemblea diocesana per lapastorale della famiglia. Sarà questa l’oc-casione per presentare due percorsi di for-mazione che l’ufficio diocesano intendeavviare nei prossimi mesi: uno dedicatoalla teologia del corpo di Giovanni PaoloII alla luce della “Amoris laetitia” e un se-condo dedicato al tempo dell’attesa (ge-nitorialità responsabile, medicina pre-concezionale e fecondità allargata).

Sforziamoci di entrarenella porta stretta

DI GIOVANNI MANECCHIA

ubito un sincero ringraziamento adAndrea Fagioli e un saluto di

benvenuto al nuovo direttoreDomenico Mugnaini. Non è cosa dapoco dirigere - oggi - un giornalecattolico. Detto questo, con un belsalto, passiamo all’estate spesso bellae sempre corta, con il lavoro che siavvicina. Ma anche il lavoro ha i suoilati positivi. C’è un detto famoso chenon piacerà a tanti «l’estate è lavendemmia del diavolo»; lo dicevasan Giovanni Bosco (1815-1888) chefondò anche a Pisa i salesiani. Si dà ilcaso però che anche Papa Francesco(oltre a tutti i Papi) parli spesso deidiavolo. E con rammarico però devoammettere che uno con cui ha fattoun po’ di vendemmia sono proprio ioe ne chiedo perdono a Dio e a voi. Il 2 agosto era il «Perdono di Assisi,ma quanti preti ne hanno parlato?Sarà bene che un giorno qualsiasi,sabato o Domenica, cerchiamo unsacerdote fedele che ci ascolti e ciperdoni. “Gesù... disse loro:’Sforzatevi di entrare nella portastretta...” (Lc 13,22-30 liturgia dellaXXI Domenica, 25 agosto; “... perchélarga... e spaziosa è la via che conducealla perdizione...” (Mt 7,13)».

S

ASTERISCO

Quattro amici maratoneti hanno percorso a piedi 450 kmin undici giorni. Promuovendouna raccolta di fondi a sostegnodel progetto della «Pet terapy»nelle strutture della fondazione«Maffi» di Collesalvetti e San Pietro in Palazzi

Sabato 14 e domenica15 settembre incontrodi approfondimentosul tema della cura del Creato

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VITA NOVA TOSCANA OGGI8 settembre 2019 III

LO SCORSO 4 AGOSTO

a Valdiserchio ha fatto memoria - lo scorso4 agosto -del «rastrellamento» e

dell’Eccidio della Romagna. Molte persone sisono ritrovate di primo mattino sul montesopra Pugnano per ricordare il tragicoepisodio. Presente, tra gli altri, il vicesindacodel comune di San Giuliano Terme LuciaScatena. Una celebrazione eucaristica è statapresieduta dal parroco dell’unità pastorale padre Joy Xavier.

LA VICENDAuglio 1944: centinaia di persone, in fugadai tedeschi, si rifugiano in un

accampamento di fortuna in località laRomagna, nei pressi di Molina di Quosa.Nella notte tra il 6 ed il 7 agosto gli «sfollati»sono però raggiunti dai soldati tedeschi della16ª SS-Panzergrenadier-Division«Reichsfuher SS» comandata dal generale(Gruppenfuhrer) Max Simon. «Rastrellati» efatti prigionieri, gli «sfollati» (per bocca di Livia Gereschi, insegnante nei corsi diavviamento professionale e che conoscebene il tedesco) negano qualsiasi «contatto»con i partigiani. Ma non sono creduti. Portatia Ripafratta, sono divisi in due gruppi: chipuò lavorare è caricato su camion e inviato aLucca per essere «smistato» in campi dilavoro; chi, al contrario, si dichiara non abileal lavoro viene condotto a Nozzano, e quisperimenta, per alcuni giorni, una prigionìadurissima, vivendo a pane ed acqua. L’11agosto i prigionieri vengono condotti inpaesi vicini: a Quiesa (sulla strada perMassarosa), a Filettole, Avane, Ripafratta,nelle località di Sassaia (una frazione diCorsanico) e Cavaliere, sul monte di Balbano( 3 km ad ovest di Nozzano). E qui fucilati. La decisione di «liberare» le celle di Nozzanomaturò, in fretta e furia, con buonaprobabilità, alla vigilia dell’eccidio diSant’Anna di Stazzema, di cui si reseprotagonista la stessa divisione tedescacomandata da Max Simon.Nell’Eccidio della Romagna persero la vita69 persone. Scamparono al massacro: Generoso Giaconi - grazie ad un gestoistintivo e all’inceppamento dell’armadell’ufficiale tedesco che avrebbe dovutoucciderlo - e Oscar Grassini, che soltantoferito dalle raffiche di fucile mitragliatoredegli assassini, si finse morto, riuscendo poia fuggire per i campi.

IL RICORDOn primo cippo in ricordo dell’Eccidiodella Romagna fu inaugurato l’11 agosto

del 1945. Da allora diverse comunità dellaValdiserchio, in quella data, hanno preso acelebrare il giorno dei fucilati. Il monumento alla Romagna che vediamoadesso fu invece realizzato nei primi anniSessanta su iniziativa di un comitatointerparrocchiale per le onoranze ai martiridella Romagna sorto in seno all’Azionecattolica del vicariato (presidente di allora:Vittorino Benotto). Comitato che si fecepromotore anche dell’assegnazione di unamedaglia d’oro al valor civile a don GiuseppeBertini, una delle vittime dell’Eccidio,parroco di Molina di Quosa negli anni dellaSeconda Guerra Mondiale. Si legge nellemotivazioni della medaglia: «Nominatoparroco di una borgata nel settembre del 1943,dedicò tutte le sue giovani energie all’altoministero. Durante il periodo più burrascosodell’occupazione nemica, incurante delgravissimo rischio personale, si prodigòincessantemente e infaticabilmente - tra icontinui bombardamenti e gli spietatirastrellamenti - in mirabile opera di assistenzamateriale e spirituale: organizzò servizi diraccolta di pane e viveri, aiutò i partigiani, curòferiti, accorse dove maggiore era il pericolo,perché al suo gregge non mancasse il confortodella sua parola e dei sacramenti. Arrestatodall’invasore, venne sottoposto a maltrattamentie sevizie, che sopportò con dignità ed eccezionalefermezza; affrontò, infine, con esemplare serenitàe sublime coraggio, il plotone di esecuzione,pronunciando parole di perdono per i suoicarnefici».Dai primi anni Sessanta il ricordo del«rastrellamento» (e del conseguente Eccidio)è stato fissato alla prima domenica di agosto.

A. B.

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Sant’Anna, la pace punto per punto

Pisa ha ricordato don Fiore MenguzzoDI ANDREA BERNARDINI

a città di Pisa ha resoomaggio a don FioreMenguzzo, una delleprime vittime

dell’Eccidio di Sant’Anna. Nato a Cascina, ordinatosacerdote, don Fiore funominato parroco di Mulina diStazzema alla fine del1941.«Inviato», nell’aprile1943, come cappellanomilitare in Grecia ed Albania,fu arrestato e internato in uncampo di prigionia tedesco.Qui si ammalò. Liberato grazieall’intercessione della madre edell’arcivescovo di PisaGabriele Vettori, rientrò nella«sua» parrocchia nel maggio1944. A Mulina di Stazzemaaccolse nella sua canonicamolti sfollati che in quellesettimane cercavano rifugio frale montagne versiliesi. All’alba del 12 agosto 1944 unfolto gruppo di SS raggiunse lachiesa in cui il sacerdoteprestava servizio. Perproteggere i compaesani attiròsu di sé l’attenzione deimilitari, saltando dalla finestradella sua abitazione e correndoverso i boschi: dopo pochecentinaia di metri fu ucciso daproiettili sparati da un mitra.Le SS tedesche entrarono incanonica: un massacro. Inquelle stanze furono uccisi ilpadre del sacerdote, AntonioMenguzzo, 65 anni, la sorella Teresa, vedova Colombini, di36, la cognata Claudina

LSirocchi, di 28, oltre allenipotine Colombina GraziellaColombini, di 13 anni, edElena Menguzzo, di un anno esei mesi: Della famigliaMenguzzo si salvaronosolamente la madre di donFiore, Amalia, ed il fratelloAmelio, partiti il giorno primaper far visita alla sorellaCorinna, maestra elementare aPescaglia.Il 6 ottobre del 1944 - dunque55 giorni dopo l’Eccidio diSant’Anna - i pochi resti dellevittime raccolti fra le maceriedella canonica di Mulina diStazzema furono traslati nellacappella del cimitarosuburbano di Pisa dedicata asan Giovanni La «memoria» del sacrificio delprete e dei suoi familiari saràricordata per la prima voltadalle istituzioni solo l’11agosto 1991, mentre solo il 15novembre 1999 il Presidentedella Repubblica Carlo AzeglioCiampi conferirà a don FioreMenguzzo la medaglia d’oroalla memoria al merito civile.Da alcuni anni i comuni diPisa, Stazzema, Cascina, CastelTesino, Domodossola ePescaglia hanno siglato unpatto di amicizia, grazie alquale si impegnano apromuovere il valore della pacee a ricordare la figura di questosacerdote Da sei anni, inparticolare, il comune di Pisa -su stimolo dell’associazioneculturale «Il Mosaico» - ricordadon Fiore Menguzzo in una

Messa di suffragio.Anche quest’anno, lo scorso 11agosto, nel 75° anniversariodell’Eccidio di Sant’Anna, si èrinnovata la memoria di donFiore Menguzzo. Nellacappella San Giovanni delcimitaro suburbano di Pisa leautorità civili e militari sonostate accolte da RiccardoBuscemi, consigliere comunalee presidente dell’associazione«Il Mosaico». Presentil’assessore Paolo Pesciatini e laconsigliera Laura Barsotti per ilComune di Pisa, la consigliera Bianca Maria Coli per laProvincia e i rappresentantidelle amministrazionicomunali di Calci, Vecchiano eVicopisano; il presidente dellacomunità ebraica Maurizio

Gabbrielli, i vertici militari edell’Associazione nazionalepartigiani. Non ha inviatoalcun rappresentantel’amministrazione comunaledi Cascina, un’assenza «notata»dal consigliere di opposizione Paola Viegi. L’orazioneufficiale è stata tenuta da Amelio Menguzzo, bisnipote didon Fiore, mentre l’officiante don Andrea Antonelli,indossando i paramenti dicolore rosso, ha definito«martiri» don Fiore e i suoifamiliari. Ha prestato serviziola Filarmonica «GiuseppeVerdi» di Calci. Persolennizzare il 75°anniversario in autunno sisvolgeranno altre iniziative inricordo di don Fiore.

■ L’OMAGGIO La cerimonia dedicata al sacerdote ucciso a Molina di Stazzema dalle SS tedesche

Un momento della cerimonia ospitata nel cimitero suburbano di Pisa

DI ANNA GUIDI

uando si giunse alborgo delmassacro nazista,Sant’Anna, su cuigravita un picco

abrupto...»: il primo verso dellapoesia che Montale dedica aSant’Anna di Stazzema richiamal’attenzione al colle su cui sorgel’Ossario. La moglie del poeta,Drusilla Tanzi, detta Mosca, siarrampicò fino al monumento,mentre Eugenio Montale restò«fermo per cinque ore sulla piazzaenumerando i morti sulla stele...»Lunedì 12 agosto ai più è statoimpossibile salire all’Ossario etantomeno sostare sulla piazzadella chiesa dove venne ucciso don Innocenzo Lazzeri con altriche concorrono a formare ilnumero di 392 vittime(dall’elenco ufficiale incompletodel comune). Il paese, fin dalprimo mattino, pullulava dipersone, trasportate dainfaticabili navette. Il silenzio èindubitabilmente unadimensione privilegiata perricordare, pregare ed onorare i

morti, ma la vivacità di presenzee di colori a Sant’Anna, in questosettantacinquesimo, è stata unvalore aggiunto, non hadistratto, non ha disturbato.Oltre alle auorità civili e religiosee ai numerosi gonfaloni, aisupersiti e ai sindaci dellaVersilia ed oltre (presentequest’anno anche CristophFleischhnauer, sindaco delcomune tedesco di Moers ),all’associazionismo a e alvolontariato, molte erano ledonne salite per il tappeto della

pace, prodotto dalle loro mani:ore e ore di punti a maglia,all’uncinetto, ad ago.Il risultato finale: un lungonastro di colori che si snnodavadall’ossario giù fino alla piazza,una stola che è l’insieme dimolte stole più brevi già inprecedenza sospese ai campanilio appese ai balconi nei borghi diVersilia: Farnocchia, Stazzema,Pruno, Volegno, Cardoso.....maanche, in occasione diprocessioni e feste, più lontano,in piccole contrade della grande

Europa e del mondo. Non solopunti, ma anche pensieri,ricordi, promesse in quellemattonelle che, mentrerealizzavano la misura stabilita(cinquanta per cinquanta )erano totalmente libere nellascelta della tecnica, del motivo,dell’oggetto da delineare: pace elibertà coincidono, a partire dalgesto di imbracciare i ferri,scegliere il gomitolo, decidere sepunto a catenella o raso,nell’intimità della propia cucinao nel salone comune dove ci siincontra e scambia. I colori dellapace: a partire da vissutigiornalieri, a muovere dallecompetenze meno altisonanti,ma potenti al punto darealizzare un pavimento diincredile bellezza.L’orazione ufficiale di RenzoMoavero, ministro degli Affariesteri e della Cooperazioneinternazionale, gli interventi di Enrico Pieri, superstite, delsindaco di Stazzema MaurizioVerona, del presidente dellaRegione Toscana Enrico Rossi,l’omelia dell’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, ilmessaggio del Presidente dellaRepubblica, momenti di grandesignificato ufficiale che si sonoincontrati e confrontati, con ilripetuto invito alla memoria ealla pace, in questo anniversario,con la concretezza di un lavoroche, steso a terra o poggiato sullaringhiera, riconduceva adimensione giornaliera leidealità e i valori espressi. Esserecostruttori e costruttrici di pace,è lavorare per il calore e il colore,e se da soli, la lezione deltappeto sta nel fatto che ilrisultato complessivo siconquista assieme agli altri.

Nel 75º anniversariodall’Eccidio, un lungotappeto colorato -ricamato a mano dallesarte dei monti dellaVersilia - ha «unito»l’ossario alla piazza della chiesa. Allacommemorazione ancheil ministro degli Affariesteri Renzo Moavero

L’INIZIATIVA

E a Pugnanosi è fatta memoriadell’Eccidiodella Romagna

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VITA NOVATOSCANA OGGI8 settembre 2019IV

A Pietrasantasi «scopre» la Madonna del sole

DI ANNA GUIDI

a devozione per laMadonna del Sole èdiffusa in Versilia anchefra i villeggianti della

marina di Pietrasanta. Nonpochi programmano il lororientro dopo le celebrazionidell’8 settembre che, anchequesto anno, si articolano intre giorni di iniziative, unputuale invito a coglierel’opportunità di intensificarela preghiera a MariaSantissima e ad affidarci allasua materna protezione.Venerdì 6 settembre, a partiredalle 16.30, un’ora diadorazione eucaristicaprecederà la recita del Vesproe la celebrazione della Messa.Dopo cena è in programma ilconcerto corale dell’ensemble«DiVini Cantores» diretto dalmaestro Marco Tomei. Ilsabato la Messa sarà celebrataalle ore 19 e il tempo per leconfessioni si estenderà dalmattino ( dalle 10 alle 12,come per la mattina delvenerdì) al pomeriggio( dalle18 alle 19). Alle 21. 30, dopoil canto del vespro presiedutoda monsignor GiovanniSantucci, vescovo di MassaCarrara e Pontremoli, la sacraimmagine verrà scoperta.Domenica 8 settembre

Lcelebrazioni eucaristiche alleore 10 alle ore 12. Nel tardopomeriggio, alle ore 18,solenne concelebrazioneeucaristica presiedutadall’arcivescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto. Aseguire il ricoprimento deldipinto e l’affidamentodell’anno pastorale allaMadonna.

STORIA DELLA DEVOZIONErano il 2 e il 3 aprile 1631quando il Magistrato prima

e il general Consiglio poi,preso atto che la grande peste- quella narrata da Manzonine «I promessi sposi» - stavainfierendo nel territorio dellaRepubblica di Lucca,decretarono un voto perpetuodi celebrare ogni anno unafunzione all’altare dellaMadonna. Nella circostanzatutti i magistrati avrebberodovuto recarsi in chiesasfilando, assieme al clero, perle strade principali diPietrasanta. Il giorno stabilitofu il sabato precedente laDomenica delle Palme. Lasupplica inviata allagranduchessa Maria Cristinavenne approvata e la festa del Sabato del Voto ebbe inizioquell’anno, e sempre da allorain poi, con lo scoprimentodella venerata immagine.

E

Durante il XVIII secolo siverifica un fatto nuovo neirapporti fra Magistrato civicoe Capitolo di San Martino.Fino al 1745 era stato ilMagistrato a decretare efissare il giorno delloscoprimento, ma in occasionedi una deliberazione del 2dicembre di quell’anno, ilCapitolo, appellandosi aduna Bolla di Benedetto XIV,allora sommo Pontefice,obiettò che il compito era dipertinenza dell’Ordinediocesano, del Capitolo o delClero. Dopo una breve resistenza, ilMagistrato desistette dalla suaposizione e si giustificòdicendo che non conosceval’esistenza della Bolla.Riconoscendo la competenzadel capitolo a determinare ladata della funzione, ilMagistrato precisò tuttaviache non rinunciava a nessunadelle altre prerogative inmateria. Fu dunque l’autoritàecclesiastica da allora a fissarele date delle feste dellaMadonna del Sole che, aprescindere dal Sabato delVoto, furono individuate nel24 maggio, ricorrenza diMaria Ausiliatrice, e piùparticolarmente nell’8settembre, dedicato allaNatività di Maria.

Memorabili furono gliscoprimenti dell’8 settembredel 1799 per l’inaugurazionedi un nuovo altare dellaMadonna e perringraziamento della partenzadelle truppe francesi,avvenuta nel luglio di quellostesso anno. Volgendo altermine il XVIII secolo, siscrisse e disse che ifesteggiamenti erano statiorganizzati per solennizzare ilvolgere del secolo ma quantoscritto nel libro dei partiti delComune non lascia dubbi:all’Altissimo va ilringraziamento per laliberazione ostile, e per levittorie riportate dall’ArmateAustro-russe e coalizzatecontro il nemico comune. Sul cadere dell’estate 1835venne ad incombere suPietrasanta la minaccia delcolera che imperversava inzone vicine, a Livorno e aGenova. La popolazione,memore dei tempi in cuiavevano invocato la Madonnacontro la malaria e la peste,l’8 settembre, tornarono adimplorarla. Il colera risparmiòla comunità di Pietrasanta.Piace, sul declinare dell’estateche la comunità dei fedelidella Madonna del Sole siallarghi a comprendere molti«vacanzieri».

L’estate al chiostro di «San Francesco»state ricca di iniziative al «SanFrancesco», nome con cui si indicano

il chiostro e la chiesa del SS.Salvatore diPietrasanta. Spettacoli, mostre econferenze hanno avuto il merito dirichiamare l’attenzione della gente sullacomplessa ed affascinante vicendaspirituale e storica della presenza deiMinori a Pietrasanta ed in Versilia. E disensibilizzare la comunità locale nelreperire fondi per il resaturo degli edifici.La sezione Versilia storica dell’IstitutoStorico Lucchese ha offerto il suocontributo con cinque conferenze chehanno approfondito gli aspetti storici,politici, culturali e sociali. Fra le ultime: Luigi Santini, direttore dell’Istituto, il 3agosto, ha analizzato i numerosi stemminobliari, gentilizi e familiari presenti nelchiostro, Romano Tommasi, il 18, si èsoffermato sulla meridiana italica checampeggia su una parete, preposta adindicare le ore di luce da dedicare ancoraalla preghiera e al lavoro. Commentateanche altre due meridiane, sempre ad oreitaliche, presenti nel chiostro di SanFrancesco a Barga e nella chiesa diLoppia. Sabato 31 Lodovico Gierut, natoa Gubbio in terra francescana, ha inveceproposto una carrellata di immaginid’arte per il San Francesco. Sempre intema d’arte, nel chiostro è visitabile lamostra di opere di Giuseppe Bergoni,Vito Tongiani e Ivan Theimer, mentre il30 è stata di scena la poesia con

E

Domenico Lombardi e Giuseppe Cordoni.Particolarmente coinvolgente, la sera del 22gosto, lo spettacolo di Elisabetta Salvatoriche, con la maestria di sempre, ha intrecciatole vite di santa Caterina da Siena, patrona diItalia e di Europa e di Beatrice di Pian degliOntani, la poetessa pastora venerata comeuna dea dell’ottava rima. Due donne fortidivise da cinquecento anni di storia e daicento chilometri che separano Siena dallamontagna pistoiese. Elisabetta le ha unite inun unico spettacolo che, saltando dalMedioevo al Risorgimento, segue i fili che ledue hanno in comune, a cominciare da unadata, il 25 marzo, giorno di nascita diCaterina nel 1347 e, nel 1885, di morte perBeatrice. Altra significativa coincidenza:ambedue erano analfabete ma grandicomunicatrici e quando la gente, incredula,chiedeva loro dove avessero imparato quella

sapienza, tutte e due rispondevano: « DalLibro Aperto» dalle braccia aperte delcrocifisso, intendeva dire Caterina, dallamontagna sopra casa, intendeva Beatrice.Entrambe caparbie, pur non sapendoscrivere, perseguuirono il loro scopo:Caterina dettò ed inviò più di trecentolettere a sovrani e pontefici del suotempo, richiamandoli, senza sconti pernessuno, alla coerenza e al dovere. Nellapoverissima casa di Beatrice c’era un viavai continuo di intellettuali incuriositi edaffascinati dalla sua capacità diimprovvisare poesie in rima. Duepersonalità carismatiche e battagliere,capaci di tener testa a uomini colti e dipotere che non si perdono mai d’animo erivolgono lo sguardo oltre le difficolltà ele miserie, verso la bellezza, attingendoforza dalle loro radici. E, in aggiunta e asuggello di tante concomitanze, nellaspecificità di ognuna, ci sono i sassi adunirle. A Siena, il sasso su cui, nella cella,posava la testa Caterina per dormire, aPian degli Ontani, il «sasso di Beatrice»,la grande pietra in ricordo dov’era la suacasa, cancellata dal fiume. In una Versiliastordita dal frastuono della vacanza,Elisabetta Salvatori, chiamando in causa«gli occhi» dei faggi, la voce delle pietre ele biografie di due grandi donne,«francescane» nella loro essenza, ci hadonato un’ora di silenziosa trascendenteattenzione.

A.G.

INIZIATIVE CULTURALI E RACCOLTA FONDI A PIETRASANTA

il martire cristiano che ha dato ilnome alla tenuta di San Rossore.San Lussorio fu decapitato inSardegna nel 304 nella città

romana di Forum Traiani, oggiFordongianus. Le sue reliquie furonotrasportate a Pisa nell’XI secolo dopo chela Repubblica Marinara sconfisse gli arabiche tentavano di conquistare l’isola. Perconservare le spoglie del Santo furonorealizzati, in una zona vicino all’Arno ealla linea di costa dell’epoca, una chiesacon monastero, monumenti scomparsi eattualmente oggetto di ricerche storicheed archeologiche. Il cranio del Santo,invece, è contenuto nel mezzo busto dibronzo dorato realizzato da Donatelloed esposto al Museo di San Matteo.Lo scorso mercoledì 21 agosto, nel giornodell’anniversario del martirio, il rettoredel seminario don Francesco Bachi hapresieduto una celebrazione liturgicaricordando la figura del Santo nellachiesa di San Lussorio a Cascine Nuove.Si tratta di una struttura moderna, diproprietà della Regione, costruita nelsecondo dopoguerra e inauguratadurante la presidenza del presidentedella Repubblica Giovanni Gronchi. La chiesa - in estate e nei tempi «forti»dell’anno liturgico - ospita alcunecelebrazioni eucaristiche, presiedute, ingenere, dal parroco di Barbaricina e Cepdon Claudio Bullo. Da circa due anni erachiusa perché inagibile. È stata riaperta inquesta occasione dopo alcuni lavori direstauro che - necessariamente -dovranno essere completati.Dopo la Messa, la serata è proseguita alcircolo ricreativo aziendale di San Rosso-re con un aperitivo, la cena e la proiezio-ne del film Turandot del 1958. La Fonda-zione Cerratelli ha esposto costumi origi-nali utilizzati per la ripresa televisiva del-l’epoca.

È

In occasione della festa del Nome di Maria.Adorazione eucaristica, concerto, rosari e celebrazioni eucaristiche da venerdì 6 a domenica 8 settembre

L’INIZIATIVA

Gli abiti della «Turandot» esposti dalla fondazione Cerratelli

La Messa celebrata da don Francesco Bachi

La chiesa di San Lussorio a Cascine nuove

Nel parcodi San Rossorela festadi San Lussorio

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VITA NOVA TOSCANA OGGI8 settembre 2019 V

Il paese di Buti nel nome di MariaDI GINO BERNARDINI

a secoli i butesi sonoparticolarmente devoti allaMadonna. Ci sono occasioni in cuilo manifestano di più: una di

queste è la festa del Santissimo Nome diMaria, che si sta vivendo in questi giorni inpaese.

DUE SECOLI DALL’INCORONAZIONEuella di quest’anno è - come dicono aButi - «festa grossa»: nel 2019 ricorre

infatti anche il 200° anniversario dellaincoronazione della statua della Madonnadel SS. Rosario custodita nell’altareseicentesco, avvenuta l’11 settembre 1819per iniziativa dell’arcivescovo RanieriAlliata. Per l’occasione è uscita unapubblicazione che ripercorre l’iterseguitodue secoli fa per ottenere «il riconoscimentoalla nostra Immagine da parte del Capitolo disan Pietro in Vaticano, seguendo il rigidoprotocollo dell’ “Ordo Servandus in tradendiscoronis aureis…”» nel quale erano descrittigli atti necessari che si dovevano compiereprima di procedere al ritodell’Incoronazione. I butesi, per poter«incoronare» la «loro» Madonna,dovettero dimostrare l’antichità dell’opera,la venerazione dei butesi versoquell’immagine e i fatti miracolosi che daquella venerazione erano derivati. Antica,era antica: la statua in legno dellaMadonna di Buti, infatti, era statarealizzata nel 1381. Era molto venerata giànel secolo XVI: ne è testimonianza il

bellissimo altare dedicatole agli inizi del1600. Quanto ai fatti miracolosi, i butesiricordarono un episodio del 1694: in unorrendo giorno di tempesta, il torrente cheattraversa il paese straripò; le case costruitesulle sponde vennero inondate finoall’altezza delle finestre dei primi piani,molte crollarono perché l’acqua stavaasportando il fango con la quale, in queitempi, si cementavano le pietre. Fu cosìche «il popolo sbigottito e tremante alla chiesainvoca fra le lacrime Maria.. e al primoinvocando si rasserena il cielo, dilegua latempesta, si ritirano le acque e Buti è salva»,come è scritto nelle memorie della Pieve.

I FESTEGGIAMENTIentre scriviamo possiamo renderconto solo dell’inizio dei

festeggiamenti, aperti domenica 1settembre dall’arcivescovo Giovanni PaoloBenotto, che ha amministrato la santaCresima a 13 giovani. L’Arcivescovo ha poibenedetto una copia della sacra Immaginedella Madonna del SS. Rosario realizzataper celebrarne il 200° dellaIncoronazione. Sempre nel pomeriggio della domenica siè svolta la cerimonia del «Dono»,ripristinata da un passato nemmenotroppo remoto, come è vero che sono inmolti a ricordarlo ancora praticato neglianni ’60.Al «Dono» hanno partecipato veramentein tanti, al punto che la chiesa eratraboccante di persone. Ha prestatoservizio la corale «Santa Cecilia». Le

contrade del Paese hanno partecipato coni loro tamburini ed hanno donato bei ceri.C’è stato chi ha donato un nuovo inno allaMadonna di Buti, chi un quadro o unapoesia, poi tante altre significative offerte,piccole o importanti, che hanno riempitola base dell’altare della Madonna.Nella serata di lunedì 2 settembre,abbiamo potuto assistere anche al rosariomeditato sulla vita di Maria.Nel resto della settimana sono previstiincontri con giovani, famiglie, anziani eragazzi. Domenica 8 settembre, la copia dellaimmagine mariana sarà portata in corteodi auto alla chiesa dell’Ascensione, chiesaalla quale in origine essa apparteneva, perpoi essere collocata in una nicchia dellesovrastanti scogliere rocciose dove lastatua fu nascosta per preservarla dapossibile distruzione durante le guerre traPisa e Firenze del XV secolo.La tradizione dice che nei primi decennidel 1500, una volta cessata la guerra per lacaduta di Pisa del 1509, la statua furitrovata da cacciatori bientinesi. Sorseallora una disputa riguardo la suaappartenenza e quindi se dovesse essereportata nella chiesa di Buti o in quella diBientina. La sorte fu affidata al Cielo: lastatua fu caricata, infatti, su un carrotrainato da buoi che si fermò proprio sulsagrato della chiesa di Buti, dopo aver datol’illusione di proseguire verso il piano. Fucosì che iniziò una bella storia di amorefiliale dei Butesi verso la loro mammaCeleste.

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Don Federico Nassi parroco a Cascine di ButiHA FATTO IL SUO INGRESSO DOMENICA SCORSA

ascine di Buti in festa haaccolto - domenica 1

settembre - il nuovo parroco don Federico Nassi. È passatoun anno da quando il suopredecessore, don ItaloLucchesi, fu inviato a Pisacome parroco di San Paolo aRipa d’Arno, San Giovanni alGatano e Santa Lucia. Daallora Cascine era rimastosenza parroco. In questo annosono stati di grande aiuto donGiovanni Corti, don EmanueleMorelli e don Giulio Gianniniche hanno aiutato il camminodella comunità.Domenica pomeriggiomoltissime persone hannosalutato l’ingresso di donFederico. Tra queste, anchenumerosi amici che il giovanesacerdote ha conosciuto inquesti anni a Calci, dove haprestato servizio come vicarioparrocchiale. La celebrazioneeucaristica è stata presiedutadall’arcivescovo GiovanniPaolo Benotto e concelebratada molti sacerdoti delladiocesi. L’arcivescovo, riprendendo le

letture della domenica, hasottolineato l’importanzadell’umiltà e la necessità chetutta la comunità viva incomunione con il parroco.Anche il sindaco di Buti Alessio Lari ha salutato donFederico Nassi ricordando leradici solidaristiche delterritorio. A questo saluto ha rispostodon Federico, visibilmente

commosso, il quale ha ripresoe sottolineato le indicazioniespresse dall’arcivescovo conun bella metafora del ciclismoapplicata alla comunitàcristiana: che non ci sia ilplotone che frena e non cisiano fughe di solitari, ma siproceda, anche con pazienza,tutti insieme.A cerimonia conclusa, la gentesi è spostata nella piazza della

chiesa dove è stata offerta atutti i partecipanti una cena a buffet organizzata dallacomunità parrocchiale.Durante la serata l’omaggio didue artisti cascinesi chehanno cantato il maggioscritto dalla butese BrunellaRielli in onore del nuovoparroco. Successivamente, ilsacerdote ha risposto inmaniera impeccabile ad un test su storia e Fiorentina, duesue grandi passioni.Meritandosi per premio unamaglia da calcio dellaFiorentina, regalatagli dallagiovane promessa dellasquadra viola Marco Meli,originario di Cascine di Buti; euna maglia recantel’immagine della chiesa diCascine e la scritta «donFederico 100» dato che sarà ilprete ufficiale dei 100 annidella parrocchia. Infine il nuovo parroco con isuoi nuovi parrocchiani haintonato l’Inno a SantoStefano. La festa si è conclusacon i fuochi d’artificio.

Carlo Alberto Tamberi

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Nel fotoservizio«Overfoto»: a sinistral’arcivescovoGiovanni PaoloBenottobenedice la riproduzionedella statuadella Madonna,a destra è insieme ai giovanicresimandi,i loro catechisti e i loro parenti.Di lato l’altaredella Madonna

Nel fotoservizio di «Overfoto» l’ingresso di don Federico Nassinella parrocchia di Cascine di Buti

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VITA NOVATOSCANA OGGI8 settembre 2019VI

Al via la rassegna «Anima Mundi»rende il via sabato 7 settembre - alle20,30 nella Cattedrale di Pisa - la19ª edizione di «Anima Mundi»,rassegna Internazionale di Musica

Sacra, organizzata dall’Opera dellaPrimaziale Pisana con il contributo dellaFondazione Pisa e del Comune di Pisa. Confermata la direzione artistica di Daniel Harding, egregio successore di SirJohn Eliot Gardiner che per dodici anniha diretto con passione la rassegnapisana. Proprio a Daniel Harding spettail concerto inaugurale: sarà lui, infatti, adirigere l’ Orchestra e il coro della Radiosvedese Degno di direttore e complessicosì illustri anche il programma: Un Requiem tedesco di Johannes Brahms,monumento della spiritualità romantica,che impegnerà due voci importanti: ilsoprano Hanna Husáhr e il baritono Mark Stone..

IL «REQUIEM» DI BRAHMSohannes Brahms cominciò a mettereinsieme il testo del futuro Requiem

tedesco già nel 1861. Nel 1862 ne avviòla composizione: intervennero poi aorientarlo ancor più decisamente lamorte della madre, nel 1865, e la guerraaustro-prussiana, nel 1866. La gestazionesi protrasse a lungo, come attesta l’altonumero delle prime esecuzioni. Il 18febbraio 1869, finalmente, il Requiem tedesco nella sua interezza risuonavanella sala già gravida di memorie storichedel Gewandhaus di Lipsia, sotto ladirezione di Carl Reinecke. Fu unsuccesso grandissimo, tale dacompensare Brahms del fiasco clamorosotoccato una decina d’anni prima nellastessa sala al Concerto op.15 perpianoforte e orchestra, nato, attraversofaticose trasformazioni, da una abortitaSinfonia in re minore, prima grandeimpresa di Brahms negli anni giovanili. Il concerto sarà annunciato dagli Ottonisulla Torre: a partire dalle ore 20consueto concerto di benvenuto di corni,trombe e tromboni. L’ingresso ai concerti è gratuito conbiglietto. La prenotazione dei tagliandipuò essere effettuata solo onlinewww.vivaticket.it fino ad esaurimentodei posti. In quella occasione il pubblico di«Anima Mundi» avrà la possibilità disostenere, attraverso libere offerte, ilcentro di ascolto della Caritas.

IL CENTRO DI ASCOLTOil cuore dell’attività della Caritas,spazio che la chiesa dedica all’ascolto

del grido dei poveri. È avamposto dellacomunità ecclesiale che si sperimenta "inuscita". È antenna ricetrasmittente perchéil grido a volte spezzato del poverodiventi provocazione per ilrinnovamento della società civile e per laconversione della comunità ecclesiale.Nel 2018 gli operatori del Centro diascolto della Caritas hanno accolto edascoltato circa 1600 persone. Moltehanno chiesto di essere aiutate asopravvivere, altre di essereaccompagnate verso una qualità miglioredella loro vita. Il servizio si concretizza inpiù di 70mila euro di contributieconomici ogni anno.

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P UN «FORTEPIANO» PER KRISTIANarà Kristian Bezuidenhout, nome di primo piano nelle esecuzioni construmenti d’epoca, il protagonista della seconda serata di «Anima Mundi». Il

prossimo lunedì 9 settembre- dalle ore 20,30 nelCamposanto monumentale -l’artista proporrà un viaggionel cuore dello stile classicosuonando su un fortepianoantico e prezioso musiche diWolfgang Amadeus Mozart eJoseph Haydn.

IL FORTEPIANOl «Gravecembalo col piano eforte» - come lo definì il

dottissimo Scipione Maffeiche ne aveva visto treesemplari nel 1709 - creato aFirenze dal padovanoBartolomeo Cristofori, fu viavia chiamato in modi diversi, oscillando a lungo in italiano tra «fortepiano» e«pianoforte», con o senza trattini fra i due termini, o in tedesco «Hammerklavier»,«strumento a tastiera a martelli». Così via via diversi furono i criteri con i quali lo sicostruì, prima che si stabilizzassero tanto la tipologia, almeno in linea di massima,quanto il nome, che da quasi due secoli per tutti più o meno è«pianoforte»internazionale. Quella sera il pubblico di «Anima Mundi» avrà la possibilità di sostenere,attraverso libere offerte, il progetto delle docce per i poveri.senza diritti. Unservizio nel quale vengono offerte oltre alla doccia anche la possibilità di radersi eun kit di biancheria intima pulita.

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HÄNDEL,VIVALDI E NICOLA FAGO IN CATTEDRALEncora musica antica, ma in Cattedrale, giovedì 12 settembre dalle ore 20,30: undirettore e un complesso gloriosi, Trevor Pinnock e The English Concert, per

accompagnare Jakub Jozef Orlinski, controtenore giovanissimo ma già affermatonel mondo come un autentico fenomeno nel campo della vocalità barocca, inpagine di Georg Friedrich Händel, Antonio Vivaldi e Nicola Fago.In programma il primo e il quinto dei Twelve Concertos di Händel che fanno dacornice a lavori liturgici italiani. Il primo è lo Stabat Mater RV 621 di AntonioVivaldi, composto nel 1712 per la festa dei Sette Dolori di Maria Vergine che sicelebrava a Brescia, città di origine del padre del compositore. E poi la Sinfonia in siminore «Al Santo Sepolcro» RV 169, composta per le funzioni della Settimana Santa,probabilmente per quell’Ospedale della Pietà nel quale per tanti anni prestòservizio come maestro dei concerti insegnando musica alle ragazze che vi eranoaccolte. La Sinfonia, riprendendo il clima mesto dello Stabat, fa da ponte fra questoe un pezzo assai meno conosciuto e di tutt’altro colore espressivo, il mottettonatalizio Tam non splendet, frutto di un autore meno conosciuto ancora, NicolaFago, studente e poi insegnante al «Conservatorio della Pietà dei Turchini», e peroltre vent’anni maestro di cappella al Tesoro di San Gennaro, quindi San Giacomodegli Spagnuoli. Il pubblico quella sera di «Anima Mundi» potrà sostenere, attraverso libere offerte,il progetto «Misericordia tua». Si tratta di una casa a «dimensione familiare» nellaquale vengono accolte persone ex detenute e/o detenuti ammessi a misurealternative.

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BLOCK NOTESADDIO A GUGLIELMO MARIA MALCHIODICORCIANO - Mondo della cultura in luttoper la morte di Guglielmo Maria Malchio-di, già Soprintendente ai monumenti. Ilricordo commosso dalla presidente degli«Amici dei musei e dei monumenti pisa-ni» Piera Orvietani: «Abbiamo appresocon grande dolore e commozione dellamorte di Guglielmo Maria Malchiodi, av-venuta il 25 agosto 2019, a Corciano inprovincia di Perugia. Guglielmo MariaMalchiodi ha diretto dal 1999 la Soprin-tendenza per i Beni architettonici, paesag-gistici, storici, artistici ed etnoantropolo-gici per le province di Pisa, Livorno, Luccae Massa Carrara per più di nove anni, finoal 2010, in un contesto territoriale nelquale si concentrano numerosi capolavoridell’arte mondiale. La morte di Malchio-di, grande amico dell’Associazione degliAmici dei musei e monumenti Pisani, uo-mo vitale e generoso, ci ha lasciato con ilsuo contributo di idee per la realizzazionedi attività di studio, manutenzione e re-stauro di questo immenso patrimonio.Nel corso della carriera ha diretto nume-rosi restauri di cui alcuni per ora non an-cora completati: il Porto Mediceo di Livor-no, il Museo delle Navi Romane, il MuseoNazionale di San Matteo. Ha provvedutoalla ricostruzione di quella parte di Palaz-zo Reale di via San Nicola, che era stata di-strutta dall’ultimo conflitto mondiale, se-de della Soprintendenza. Al restauro delTeatro Rossi, ha progettato la ricostruzio-ne del campanile della chiesa di San Pieroa Grado, istituito un laboratorio del pae-saggio presso la Certosa di Calci, ha re-staurato la chiesa di San Silvestro- non piùadibita a culto ma ad auditoriun e biblio-teca degli Amici dei musei contenente40.000 volumi di storia dell’arte, e a Mu-seo di pittori pisani degli ultimi 120 an-ni».«Era un uomo per certi versi visionarioproprio per il suo amore verso l’architettu-ra, solo guidato dalla volontà di arricchirePisa di qualcosa di importante e vivo - ri-corda ancora Piera Orvietani - In noi restail profondo sentimento di nostalgia dovu-to prima di tutto al rimpianto per la perdi-ta di un uomo e professionista di valore,ma anche perché permane la sensazioneche il tempo ci ha portato via uno deigrandi uomini della nostra città. Ci sentia-mo nostalgici del lungo tempo in cui luiè stato con noi e la sua morte è compagnadella nostra nostalgia; con Lui abbiamoavuto una bella avventura, prima di tuttoumana».

LA CITTÀ SOTTO I BOMBARDAMENTIPISA - «Pisa e i pisani il 31 agosto 1943 fu-rono vittime di un drammatico bombar-damento che in pochi minuti rese irrico-noscibili le nostre strade e le nostre piazzee gettò nel dolore e nello sconforto mi-gliaia di nostri concittadini. Quel giorno,dicono le cronache ufficiali, le vittime fu-rono 952 e migliaia furono i feriti, ma ilbilancio è reso ancora più drammatico dalnumero mai veramente definito dei di-spersi di quella pioggia di piombo cadutodal cielo.I Lungarni furono semidistrutti, iponti crollati, la stazione rasa al suolo e ilquartiere di Porta a Mare venne polveriz-zato, la Saint Gobain colpita e morti moltidegli operai che si trovavano in quel mo-mento in pausa pranzo, così come venne-ro colpite molte delle nostre chiese.Da al-lora, la città sarebbe stata colpita altre 54volte in un crescendo di disperazione e di-struzione che sconvolse le vite dei nostrinonni e dei nostri genitori». Così il primocittadino di Pisa Michele Conti ha ricorda-to il bombardamento Usa sulla città to-scana. Lo scorso 31 agosto l’amministra-zione comunale ha deposto una corona dialloro nella chiesa di Santa Maria Ausilia-trice a Marina di Pisa in ricordo degli ope-rai morti in seguito al bombardamentosulla fabbrica di idrovolanti. E un’altra co-rona d’alloro all’asilo Beltram, di frontealla chiesa di San Giovanni al Gatano, do-ve è stata celebrata una Messa. La comme-morazione per il bombardamento del ’43è stata invece ospitata presso il Sostegnodel Canale dei Navicelli a Porta a Mare.«In molti, a quel tempo, avevano la con-vinzione che Pisa sarebbe stata risparmia-ta dai bombardamenti e invece quel gior-no la guerra entrò nelle nostre case e portòil lutto e la disperazione. Un dolore che, adistanza di tempo, alberga ancora nei no-stri cuori». Il sindaco ha anche raccontatodell’incontro avuto nei giorni precedenticon Santina Fruzzetti, 104 anni, che gliaveva ricordato quei terribili giorni: la suacasa in via di Quarantola fu distrutta e ser-virono diversi anni per recuperare serenitàper sé e per la propria famiglia.

LUNEDÌ 9 SETTEMBRE AL CAMPOSANTO MONUMENTALE

LA SERA DI GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE

SABATO 7 SETTEMBRE DANIEL HARDING DIRIGERÀ’ORCHESTRA E CORO DELLA RADIO SVEDESE

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VITA NOVA TOSCANA OGGI8 settembre 2019 VII

Entusiasmo alle stelle per il ritorno dei neroazzurrinella serie cadetta. La «solidità»del vecchio gruppo che ha ottenuto la promozione e i progetti della società

La nuova avventura del Pisa in BDI ALESSANDRO BANTI

rano molti anni, troppi, che la Pisacalcistica non respirava unentusiasmo di queste proporzioni.La promozione in serie B dello

scorso giugno dopo un’inarrestabilecavalcata nel girone di ritorno e nei playoff ha riacceso una passione maisopita, finalmente sostenuta da unasocietà solida. Le ultime apparizioni deineroazzurri in serie B, quella del 2008-2009 con la gestione Pomponi e quelladel 2016-2017 con la proprietà Petroni,saranno ricordate più per i crack societariche per le vicende del campo. Con lafamiglia Corrado e i suoi soci invecesono tornate programmazione epassione. E la risposta della città si èconcretizzata in cinquemilaabbonamenti stagionali, con il tuttoesaurito in curva nord e praticamenteanche in gradinata, dati i problemidell’Arena Garibaldi, tirata a lucido masempre a capienza ridotta. Il Comune diPisa di partita in partita è costretto achiedere alle autorità competenti unaderoga per aumentare i posti nei settoripiù popolari. Per questo campionatoandrà così, ma quella dello stadio nuovo,secondo il progetto già approvato cheprevede l’abbattimento e la ricostruzionedella gradinata e delle due curve, èun’idea a cui la società tiene moltissimo.Burocrazia permettendo, si punta a far

partire i lavori già la prossima estate, altermine di questa stagione calcistica. Nel frattempo il Pisa è ripartito ancoracon mister Luca d’Angelo in panchina e ildirettore sportivo Roberto Gemmi a fareil mercato, mantenendo in grandissimaparte la rosa dello scorso campionato,che aveva fatto del gruppo uno dei suoipunti di forza. In porta confermatissimoStefano Gori che sarà affiancato da Andrea D’Egidio e il nuovo arrivato Simone Perilli. Sono arrivati i difensori Ramzi Aya, Francesco Belli e MarcoVarnier, che comporranno la difesa, a treo a quattro a seconda del modulo, con iconfermati Samuele Birindelli, AndreaMeroni, Daniele Liotti, Alessandro DeVitis e Simone Benedetti, oltre algiovanissimo Tommaso Fischer. Acentrocampo i big Luca Verna, Davide DiQuinzio, Mattia Minesso, il capitanoRobert Gucher, Francesco Lisi, MariusMarin e Nicolas Izzillo con i nuoviarrivati Nicholas Siega e Marco Pinato. Inattacco ritroviamo Gaetano Masucci,Michele Marconi e Davide Moscardelli,vero leader di questa squadra dall’altodei suoi 39 anni, nonostante siamomentaneamente fermo per un piccoloinfortunio, con i nuovi arrivati RaulAsencio e Michael Fabbro e il giovane Elia Giani. In pratica 8 o 9 undicesimi diquelli che erano titolari nella scorsastagione sono rimasti gli stessi.Il Pisa visto nelle prime due giornate di

campionato non ha deluso le aspettative.Prima il pareggio 0 a 0 in casa controuna delle favorite del campionato, ilBenevento,importante ma che potevatranquillamente essere una vittoria seMarconi non avesse fallito il calcio dirigore al 94°. Poi la vittoria per 2 a 0 intrasferta a Castellammare di Stabiacontro la Juve Stabia, altra neopromossacome i neroazzurri, con gol di Gucher eMarconi, due dei grandi protagonistidella stagione scorsa e della finaleplayoff di Trieste dove erano andati asegno. E così la striscia positivacominciata lo scorso gennaio dopo lasconfitta ad Arezzo si è allungata a 25risultati utili consecutivi. Siamo solo agliinizi e l’obiettivo ovviamente è quello diuna salvezza tranquilla, ma i presuppostiper togliersi delle soddisfazioni ci sono. In questa appassionante serie B 2019-2020 ci saranno due derby toscani controLivorno ed Empoli e un’altra sfida moltosentita contro lo Spezia. Le corrazzate delgirone dovrebbero essere Empoli,Benevento e Frosinone, con Ascoli,Cremonese e Salernitana che nonnascondono i loro programmi ambiziosi. Ma come ogni anno ci saranno sorpresepositive e negative, in un campionatoche non presenta nobili decadute o cittàmetropolitane ma tante realtà sane diprovincia con la voglia di emergere. Traqueste siamo sicuri che anche il Pisa diràla sua.

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Pisani pellegrini ad Assisi

ono ancora aperte leiscrizioni per il

pellegrinaggio ad Assisi inprogramma i prossimi 3 e 4ottobre quando la nostraregione «offrirà» l’olio chealimenterà per un interoanno la lampada votiva allatomba del santo.L’organizzazione delpellegrinaggio è affidato allaagenzia «Millennium». Perinformazioni e prenotazionitelefonare allo 050. 8341.89 o

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050. 565580 o inviare unamail [email protected] appello a partecipare alpellegrinaggio (e ad aderire infretta alla proposta) arriva da monsignor Danilo D’Angiolo,

delegato per l’arcidiocesi diPisa al tavolo regionale «LaToscana da Francesco». Scrivemonsignor Danilo D’Angiolo:«Dall’inizio dell’anno, laConferenza episcopaletoscana ha comunicato a più

riprese, tramite i delegati econ servizi giornalistici,l’iniziativa “La Toscana daSan Francesco” del 3 e 4ottobre, perché l’omaggioannuale dell’Italia al patrono,nel 2019, è di pertinenzadella nostra Regione. Comedelegato per la nostraarcidiocesi ho fatto pervenireanche il messaggio dei vescovidella Toscana, e mi auguro siastato fatto conoscere ai fedeli.Per il pellegrinaggio ad Assisi,da subito, ho impegnatol’agenzia dell’arcidiocesi, perl’organizzazione e leiscrizioni, che però ritardanoa pervenire. Passata l’estate,mi attivo nuovamente persegnalare l’urgenza. Nellariunione preparatoria deltavolo regionale a Pescia delloscorso 5 settembre non hopotuto, come richiesto,fornire il numero deipartecipanti, per avere i passnecessari e ho chiesto ancoratempo, ma è ormaiassolutamente urgente averele iscrizioni nominali, con ilrelativo versamento di euro170».

L’INIZIATIVA

È ancora possibileiscriversi alla due giorniorganizzata dall’agenzia«Millennium viaggi epellegrinaggi» delprossimo 3 e 4 ottobre,quando la Toscana«offrirà» l’olio con cuisarà alimentata lalampada votiva allatomba di san Francesco

L’ESPERIENZA

all’eremo di Camaldoli al santuariode La Verna seguendo il «camminodi San Francesco»: unpellegrinaggio a piedi di 36 km,

percorso nello scorso week-end da unatrentina di pellegrini provenienti daAgnano, Colignola, Ghezzano, Mezzana,Pisa e San Prospero.Uomini e donne con figli al seguito o inspalla (è il caso della più piccola pellegrina,Clelia, non ancora 4 anni, in dorso a papàe mamma per tutto il percorso) hannofatto tappa a Badia Prataglia, Sant’Egidio inFrassineta, Biforco, prima di salire perl’ultima tappa verso il santuario. Zaino«leggero» (in cuicaricarel’essenziale ) escarponi damontagna, ipellegrini hannosperimentato, inpiù occasioni, laProvvidenza:come quandohanno trovatoaccoglienza nelgiardino enell’abitazioneprivata di Roberto Biagirini, unpensionato che vive a Badia Prataglia; ocome quando, all’arrivo al santuario di LaVerna, sono stati raggiunti da un’altrapellegrina che aveva preparato per loro ilpranzo dei dì di festa. Durante ilpellegrinaggio, i pellegrini pisani hannopregato seguendo lo schema di una novenapreparata dalle suore Missionarie dellacarità di Piombino per ricordare la mortedella loro fondatrice, madre Teresa diCalcutta, avvenuta il 5 settembre 1997.Hanno sperimentato la fatica e lasolidarietà dei «compagni» di viaggio.Hanno contemplato la bellezza del Creato.Sono cresciuti in amicizia. Hanno provatoa «sognare» insieme.Al santuario - dove sono stati raggiunti daaltri compaesani - hanno partecipatoall’ultima celebrazione eucaristica delmattino. Incontrando in chiesa, tra gli altri,il diacono Giorgio Redini e sua moglie,arrivati a La Verna a piedi da Chiusi. Poi, in autobus, verso Bibbiena, per ilrecupero delle automobili con cui eranopartiti da Pisa. Stanchi sì, ma felici. Daquattro anni queste famiglie, tra fineagosto ed inizio settembre, vivel’esperienza del pellegrinaggio daCamaldoli e La Verna. I primi a «provare»questo itinerario - e a prendere contattocon la gente del posto per trovare ospitalitàal termine delle singole tappe - furono Marco Profeti e Fabio Uras. Da allora inmolti hanno voluto provare questaesperienza.

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DA CAMALDOLIA LA VERNASULLE ORME DIS.FRANCESCO

Nello scorsoweek-endsi è ripetutoil camminodi un gruppodi famigliedi Pisae dintorni

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VITA NOVATOSCANA OGGI8 settembre 2019VIII