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DA MANAGER A LEADER Roma 17 - 18 febbraio 2009

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DA MANAGER A LEADER

Roma 17 - 18 febbraio 2009

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Patron dell’iniziativa il re dei formatori

Roberto Re, affiancato da trainer e il-

lustri testimonial quali il consigliere di

Sarkozy Jacques Attali e il sociologo Do-

menico De Masi.

IIl 17 e 18 febbraio seicento dirigenti

delle più grandi aziende italiane han-

no partecipato gratuitamente a Roma

all’evento di formazione, “Da manager

a leader”, finanziato da Fondirigenti.

600 manager a scuola di leadership

Reportage

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IL RE DEI FORMATORIL’evento è stato guidato da Roberto Re, proba-

bilmente il più noto formatore e coach ital-

iano. Basti pensare che il suo libro Leader di

te stesso (Mondadori) ha superato le 100.000

copie vendute, risultato davvero eclatante per

un libro di “self help”.

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IIN 600 DA TUTTA ITALIAOltre 200 le aziende rappresentate dai 600 dirigenti che sono confluiti all’Ergife di Roma per imparare a essere più Leader.

6600 manager a scuola di leadership

C’è crisi. Si torna a scuola.

Per non uscirne con le ossa rotte e per

essere pronti ad affrontare gli scenari

prossimi futuri. A febbraio Federmanager

ha organizzato un seminario di due giorni

con un format nuovo per l’associazione.

Ne ha infatti affidato la guida a uno dei

massimi esperti italiani di leadership, il

formatore Roberto Re, autore del best-

seller Leader di se stesso e trainer negli

ultimi vent’anni di manager, imprendi-

tori, sportivi e personaggi dello spetta-

colo. Con la carica trascinatrice e le doti

comunicative di sempre, Re ha tenuto

la scena e l’attenzione di tutti per due

giorni di fila. Smuovendo animi e convin-

zioni radicate in tanti manager. Perché

il messaggio era forte e chiaro: oggi es-

sere manager non basta più, bisogna div-

entare leader. E la leadership s’impara.

La struttura dell’evento ideato e organ-

izzato da HRD Training Group, la società

fondata da Roberto Re, il tema scelto in

chiave “anticrisi”, ospiti illustri e trainer

autorevoli hanno decretato il successo

dell’evento che ha visto la partecipazi-

one record, all’hotel Ergife di Roma, di

seicento manager delle più importanti

aziende presenti in Italia. Tutte alle

prese con una crisi fuori dal comune.

Al primo banco, ad acquisire strategie

anticrisi, Cai-Alitalia. Ma erano rappre-

sentate anche Baxter, Bulgari, Citigroup,

De Agostini, Enel, Ericsson, Ferrovie

dello Stato, Ina Assitalia, Invicta, Poste

Italiane, Seat pagine gialle, Siemens,

Telecom, Unicredit, Virgin, Vodafone,

Xerox, Finmeccanica.

E bastava ascoltare i commenti dei

partecipanti per capire com’è andata…

“Oltre ogni mia aspettativa - afferma

soddisfatto Giovanni Ghezzi, Export di-

rector di Levante Group -. Ho capito che

la leadership si può costruire valorizza-

ndo al meglio tutti i talenti che ho già

dentro di me!”.

“Dopo 22 anni di dirigenza e tanti cor-

si seguiti, questo è veramente il pri-

mo che mi ha divertito e mi è servito

nell’immediato e nel profondo”- dice

Michele Dussi di Telespazio. “Corso to-

talmente innovativo e coinvolgente. Mi

ha permesso di razionalizzare i compor-

tamenti”, aggiunge Giuseppe Gaggiotti,

direttore marketing ex Alitalia servizi.

“Vivo un momento di ristrutturazione

aziendale, in cui non c’è altra arma per

i manager che il coinvolgimento delle

risorse”, sostiene Salvatore Russo, re-

sponsabile Planning/customer care di

Atitech.

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Questa sera ho ricordato di essere stata

un dirigente d’azienda”, racconta Bian-

ca Pierangeli, avvocato di Albano.

“Ottima occasione per fare l’inventario.

Mi aiuta a ricaricare le pile in un momen-

to particolare perché sono inoccupato”,

dice Vincenzo Terzulli, commercial plan-

ning manager, ex British Airways.

UUna iniziativa SRDAI - UIR

L’iniziativa, che punta all’eccellenza

manageriale, è stata voluta da SRDAI

(Sindacato romano dirigenti aziende in-

dustriali – Federmanager) e UIR (Unione

degli industriali e delle imprese di Roma

– Confindustria), in convenzione con

Fondirigenti che l’ha finanziato.

Come ha spiegato il presidente del fondo

Giuseppe Perrone, “in questo momento

difficile Fondirigenti ha creato l’agenzia

integrata per i servizi alla dirigenza e, la

formazione, è uno di questi servizi”.

Così Stefano Cuzzilla, presidente del

sindacato romano, ha sottolineato che

questo evento “segna l’inizio di un

cambiamento importante, perché mai

si erano visti tanti dirigenti insieme e

l’essere uniti è necessario soprattutto in

un momento come questo”.

Si dice quindi soddisfatto che Fondiri-

genti, Federmanager e sindacati si tro-

vino riuniti con l’obiettivo di creare

sinergia tra colleghi e questo grazie a

Roberto Re.

“È eccitante il fatto che per due giorni

si è creato un team e la possibilità di

incontrare persone di spessore e di ri-

flettere su alcuni temi”, dice Alessandro

Parisi, manager Alitalia.

“Idea eccellente di un seminario che

ha coinvolto più realtà manageriali di

aziende diverse. Ha dato una chiara idea/

aiuto sulla gestione del team-work”,

commenta Mauro Marchi, direttore

servizi marketing in Procter&Gamble.

“È stata una sfida molto difficile riunire

tanti dirigenti diversi con un programma

così variegato - afferma il dirigente di

Telecom Italia Angelo Vittiglio, rivolgen-

dosi agli organizzatori – e l’avete vinta.

Se ci fossero mille corsi così in Italia le

cose, forse, migliorerebbero”.

“Eccellente momento di aggregazione e

confronto con i colleghi di categoria.

Esperienza utile per fare le necessarie

sinergie e fornire un contributo di idee

di cui il Paese ha bisogno in un momento

di crisi”, sostiene Andrea Bartoli, En-

gagement manager in Unisys Italia.

E Leonardo Giannetti, amministratore

delle Giannetti spa, rilancia: “Portate

questa esperienza nelle varie città coin-

volgendo e aiutando altri imprenditori e

manager a vedere anche le opportunità

della crisi”.

Anche chi in questo momento vive il

dramma della disoccupazione, pare aver

avuto una boccata d’ossigeno dal semi-

nario: “La mia azienda ha avuto grosse

difficoltà economiche ed è fallita…

Sinceramente emozionato Stefano Cuzzilla (a sinistra), Presidente SRDAI, per la presenza di così tanti colleghi. “I dirigenti non sono solo quelli delle stock options e dei contratti milionari” ha sot-tolineato nel suo intervento. “In questo momento essere uniti è ancora più importante”.A destra Giuseppe Perrone Presidente Fondirigenti.

RIMANERE UNITI

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Aurelio Regina (in alto), presi-dente della UIR, ha sottolineato l’importanza del lavorare in team: “il futuro non è dei solitari, ma della squadra e della capacità di coordi-narsi”. Il suo intervento, pragmatico e diretto, è stato molto apprezzato.

Una nuova generazione di leader

Da capo a leader, evitando lo stile del

“portavoce”.

Roberto Re ha presentato le caratteris-

tiche vincenti del manager di oggi per

affrontare le sfide di un mondo complet-

amente diverso da quello di trent’anni

fa, un mondo che cambia in fretta e gira

molto più velocemente di prima. ll man-

ager oggi dev’essere leader e il leader

dev’essere manager.

Serve sì il leader che ispiri e si schieri

in prima fila, ma deve saper anche co-

ordinare efficacemente il gruppo e far-

lo crescere costantemente. In pratica

serve la sinergia tra le classiche funzioni

di gestione del manager e quelle di mo-

tivazione e di vision del leader naturale.

“La capacità di creare una costante e

programmata crescita comportamentale

del gruppo prima non era richiesta, ma

oggi, soprattutto a seguito dei continui

cambiamenti strutturali del mercato, è

una necessità. In altre parole, al man-

ager oggi viene richiesto di ottenere ri-

sultati straordinari da persone apparen-

temente ordinarie”.

È il passaggio dal capo autoritario anni

Settanta al leader che decide ma sa as-

coltare, che indirizza e guida ma sa sos-

tenere, fare coaching, far emergere le

qualità dei collaboratori e delegarli.

È il nuovo manager leader che si è lasci-

ato alle spalle anche lo stile del “porta-

voce”, totalmente democratico ma che

alla fine non decide. MOLTO APPREZZATO

U

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rinnovata e rinnovabile ogniqualvolta lo

desideri”, dice Maria Franca Lanza, am-

ministratore delegato di Non solo donna

srl. “Grande opportunità! Cosa ho impa-

rato? Che bisogna sempre imparare! Che

ci sono cose che possono aiutarci a es-

sere delle persone migliori”, dice Cinzia

Angeli, manager in Procter&Gamble.

“Vale la pena fare un po’ di coaching su

se stessi!”, secondo Gloria Pravatà, diri-

gente comunicazione ISSanità. “Ho cap-

ito che devo cercare di capire!”, asser-

isce l’imprenditore Tommaso Prudenza.

In un intervento successivo Roberto

Re ha anche introdotto i concetti base

della PNL, la programmazione neuro-

linguistica che studia come gli esseri

umani elaborino le situazioni in base

alle credenze e alle griglie interpreta-

tive e come i pensieri influenzino i com-

portamenti.

La PNL ha suscitato molto interesse e

stupore tra i partecipanti, dimostrando

come sia ancora poco conosciuta e uti-

lizzata nelle aziende italiane.

“Stimoli interessanti, soprattutto la ri-

EE allora, per attrezzarsi alla sfida, div-

enta più che mai importante essere dis-

ponibili ad apprendere. Con l’ingenuità

dei bambini, che per imparare a cam-

minare cadono mille volte ma si rialzano

sempre senza mai sentirsi sbagliati, ma

con il gusto di imparare cose nuove, una

dopo l’altra.

Se così non fosse, non ci sarebbe stata

l’evoluzione né il miglioramento del-

la specie. L’invito di Re è a “imparare

a imparare dai bambini”, facendo un

salto fuori dalla propria “zona di com-

fort”, ossia quelle pratiche e abitudini

quotidiane che conosciamo e ripetiamo

automaticamente. Ma il mondo intorno

a noi cambia più veloce e fare resistenza

fa solo danni.

Fuori dalla bolla di protezione, invece,

impariamo a muoverci in un contesto

nuovo, ci abituiamo a convivere con il

cambiamento, prendiamo familiarità e

la zona di comfort si allarga (e lo stress

diminuisce). L’importante è creare con-

fini fluidi. Ma quali strumenti ci possono

aiutare in questo adattamento al cam-

biamento?

Roberto Re ricorre spesso all’intelligenza

emotiva di David Goleman (vedi box):

consapevolezza del nostro stato emotivo

e dei suoi effetti sui comportamenti,

empatia con gli stati emotivi altrui prima

di tutto. L’invito è dunque di imparare a

riconoscere e gestire le nostre emozioni

e il nostro stress per poter agire efficace-

mente sul gruppo. Le emozioni non vanno

sottovalutate se vogliamo trasmettere

motivazione, senso di appartenenza,

spirito di squadra. “In un momento così

difficile investire su se stessi e cambiare

dei comportamenti è ciò che fa la dif-

ferenza”, dice il re dei coach.

Lui ci crede davvero: il suo best seller

Leader di se stessi parte proprio dalla

gestione del sé per poter essere leader

per altre persone.

Passa anche in rassegna i diversi stili

di leadership (vedi box) e la loro op-

portunità a seconda del contesto e del

livello di crescita del collaboratore.

“Corso fondamentale per vivere positi-

vamente l’inevitabile cambiamento”,

dice Valter Tè, account manager di T-Sys-

tems. “Fantastico! Due giorni di energia

CONSAPEVOLEZZA DI SÉ - Consapevolezza del proprio stato emotivo - Accurata autovalutazione- Fiducia in se stessi

GESTIONE DI SÉ- Gestione delle proprie emozioni- Trasparenza- Adattabilità- Orientamento al risultato- Iniziativa - Ottimismo

INTELLIGENZA EMOTIVA E LEADERSHIP

Le 4 aree dell’intelligenza emotiva e le relative caratteristiche di Leadership:

CONSAPEVOLEZZA SOCIALE- Empatia - Consapevolezza dell’organizzazione- Orientamento al cliente

GESTIONE DEI RAPPORTI INTERPERSONALI- Leadership ispiratrice- Influenza- Sviluppo delle potenzialità altrui- Agente di cambiamento- Gestione dei conflitti- Lavoro di gruppo e collaborazione

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flessione su come liberare il nostro po-

tenziale”, dice Stefano Coiro, responsa-

bile Sales development di Ericsson Tlc.

“Parola chiave consapevolezza: avere

consapevolezza di sé, dei propri limiti

e delle potenzialità illumina la strada…

che è già lì ad aspettarti!”, dice Valeria

Scaglia, Sales manager Italia Alliance Al-

berghi.

Trainer per manager

Nel corso delle due giornate Roberto Re

è stato affiancato da alcuni trainer che

hanno offerto stimoli interessanti ai

manager presenti. “Ci sono stati molti

spunti di riflessione e molti argomenti

pratici da applicare nella gestione quo-

tidiana”, dice Carla Ciaramelli, direttore

It di Poste Italiane.

“Il corso ha creato lo stimolo per voler

crescere ed essere migliore in quello

che faccio. Mi ha dato energia e voglia

di distinguermi nel mio lavoro”, dice

Giuseppe Cassetti, National key account

di Citigroup. “Mi ha permesso di condi-

videre le difficoltà e le possibilità dei

cambiamenti e ciò mi darà la forza per

affrontarli meglio. La capacità di sdram-

matizzare dei trainer è stato per me un

esempio di statura anche umana”, dice

Silvia Lagorio, Natural fitness manager

di Virginactive. “Qualche suggerimento

è già pronto per l’uso”, dice Alessandro

Cagliati, direttore di movimento Raffin-

eria di Roma, “Un vero tagliando per le

mie capacità!”, afferma il consulente

Gianfranco Belcaro.

3 diversi stili di leadership:

Il “CAPO” è autoritarioParola chiave IO Impone velocemente (autorità dall’alto)Si prende tutta la responsabilitàNon ascoltaNon accetta criticheNon delega

Il “PORTAVOCE” è democraticoParola chiave VOINon decideModera gli interventi Non si assume responsabilità Dà la parola a tuttiAperto alle critiche (opinioni)

Il “LEADER” è autorevoleParola chiave NOIDecide (autorevolezza dal basso)Ascolta Si prende la responsabilitàAccetta le critiche e riconosce i meritiDelega e fa crescere altri leader

TSergio Borra, amministratore delegato

di Dale Carnegie Italia, la scuola ameri-

cana di crescita personale, con il suo

stile provocatorio ha così apostrofato la

platea durante il suo intervento: “Ci as-

pettiamo il cambiamento degli altri, ma

perché non cambiamo noi e non trascini-

amo gli altri verso il cambiamento?”.

Ha poi parlato di fiducia, che ispiriamo

negli altri se prima l’abbiamo in noi

stessi e ha ricordato che un vero leader

sa ascoltare le persone, ne capisce i sen-

IDOMANDE PROVOCATORIEPremiamo lo sforzo o i risultati? Ti fideresti di te stesso? Ascolt-iamo le persone?Ha chiesto al gruppo Sergio Borra, AD di Dale Carnegie Italia.

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Max Bindi è invece senior trainer di Hrd

Training Group, esperto di creazione e

gestione di team, primo trainer certificato

del corso Team to Results in Italia, che da

anni forma team di lavoro manageriali e

commerciali di grandi aziende.

Il suo intervento si è basato sulle dieci

strategie di incasinamento dei team e sulle

relative soluzioni. “Una squadra vincente

garantisce risultati straordinari”, ma per

ottenere questi risultati occorre ridurre al

minimo la perdita di tempo, la dispersione

di energia e garantire una rapida ed ef-

ficace comunicazione interna.

“In questo il leader dev’essere di esempio

per il suo team - dice Bindi -, deve creare

lo spirito di squadra e rendere chiari gli

obiettivi non solo del singolo ma anche del

gruppo. Solo così si ottengono dei risultati

importanti.”

“Ho capito quanto è importante stabilire

gli obiettivi personali e di squadra per rius-

cire ad arrivare ai risultati”, dice Ceraseza

Kotzur, caposervizio Sorgente in lavoro.

“Ho appreso il valore della squadra, del

creare punti di forza e di collaborazione”,

dice l’imprenditore Riccardo Viganò.

timenti e il significato che c’è dietro le

parole. Il suo è un susseguirsi di affer-

mazioni e domande che scuotono: “Poco

ascolto è poca decisione. Prometto o

realizzo? Noi confondiamo gli sforzi con

i risultati. Sono preparato a cogliere le

opportunità? Il leader è promotore del

talento. Torniamo alle cose semplici,

le connessioni più importanti sono le

relazioni umane! Volontà e impegno,

cos’hai fatto perché la tua vita sia migl-

iore? Oggi ti estingui o ti distingui, incidi

su cose che dipendono da te!”

“Cosa mi porto a casa? L’importanza di

motivare prima se stessi, poi i propri

collaboratori”, dice Luigi Fiorelli, La-

bour consultant T-Systems Italia.

“Strabiliante! Ulteriore passo sulla con-

oscenza e consapevolezza dei miei po-

teri”, dice Stefano Cornetti di Fondiri-

genti.

“L’impossibile può essere possibile, se ci

credi”, dice Claudia Di Loreto, respon-

sabile editoriale Aimac. “Ho imparato il

valore del risultato e non dello sforzo”,

dice Amer Ansaldi, architetto di Inter-

system.

LA COMUNICAZIONE DEI LEADERCharlie Fantechi durante la sua lezione sulla comunicazione ip-notica dei Leader. Dall’ “I have a dream” di M.L.King ai comizi elet-torali di Obama.

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Charlie Fantechi, psicologo e psicoter-

apeuta, specializzato in ipnosi e psicot-

erapia ericksoniana, ha spiegato come

gran parte della comunicazione avvenga

a livello inconscio e ha portato a esem-

pio alcuni grandi leader della storia fino

alla comunicazione di Obama.

“I grandi leader sanno creare emozioni

nel pubblico e sanno stimolare delle ris-

poste inconsce a cui il nostro cervello

non sa resistere”.

L’ipnosi è uno stato naturale di alta con-

centrazione, in cui è l’inconscio che ci

fa agire. Vuol dire che in quel momento

il nostro cervello è in fase Theta (sono

onde che permettono di rilassarsi e di

resettare il contenuto per essere pronto

a recepire nuove informazioni).

Le onde Beta invece sono presenti quan-

do il cervello è molto attivo, le onde Alfa

quando il cervello apprende e le onde

Delta sono presenti durante il sonno.

“Questo intervento mi ha permesso di

capire che anche il mio linguaggio può

essere ipnotico”, dice Daniela Callegari,

insegnante del Convitto nazionale Um-

berto I.

“Ho fatto corsi di leadership in Italia e

all’estero, di durata anche maggiore.

Credo che questo sia stato il più utile

in assoluto. Alcune cose come la parte

sull’ipnosi sono da pelle d’oca!”, com-

menta Gianluca Cataldi, Regional Head

of analitycs di Ge International.

Testimonial d’eccezione: Attali

Grande attesa il secondo giorno per

l’intervento di Jacques Attali, lo studi-

oso francese a capo della commissione

per la crescita economica francese volu-

ta dal presidente Sarkozy. Attali, autore

del bestseller Breve storia del futuro, ha

presentato alla platea di manager la sua

visione del futuro secondo le tre diret-

trici fondamentali della demografia, tec-

nologia e finanza. La globalizzazione e

la mobilità di popoli si farà sempre più

sentire, mescolandosi in un turbinio di

etnie, con un aumento dei movimenti

della migrazione rurale.

Tuttora sono duecento milioni le persone

che vivono lontane da dove sono nate e

sono destinate a crescere vertiginosa-

mente.

La tecnologia è fondamentale per

l’innovazione, un punto cruciale nella

politica di ciascun paese per la crescita

economica.

E bisognerà ricorrere allo scambio di per-

sone capaci di produrre innovazione tra

i vari paesi. “Presto avremo l’Internet

degli oggetti, tutto sarà collegato alla

rete”. Un paese che non promuove

l’accesso alla rete è condannato al de-

clino.

Le tecnologie stanno rendendo sempre

più veloce e trasparente lo scambio di

informazioni nelle imprese.

La conseguenza sarà meno gerarchia

complessa, un mutamento radicale nella

storia che forgerà una nuova concezione

d’impresa.

Idee e innovazione sono alla base del

progresso e per questo servono talenti.

Le organizzazioni delle imprese dovran-

no puntare su biotecnologie, nanotec-

nologie e neuroscienze. “Tante imprese

sono in crisi o già morte perché rifiu-

tano i cambiamenti”. L’apertura verso

le nuove tecnologie, l’adattamento e la

flessibilità sono capacità necessarie per

sostenersi nell’attuale mondo economi-

co: “Il dirigente dovrà essere capace di

capire il cambiamento tecnologico senza

rifiutarlo”.

E infine una nuova finanza, che è la chi-

ave di tutto.

Nessuno può sopravvivere senza

un’adeguata gestione finanziaria punta-

ta a rinnovare i crediti, specialmente

in un periodo difficile finanziarimente

come questo. Il capitalismo deve rien-

trare all’interno dell’etica e creare un

equilibrio con il mercato in modo tale

che funzioni, riportando alla fidelizzazi-

one degli azionisti.

I prestiti sono stati senza limiti. la

crescita del debito e la mancanza di re-

sponsabilità hanno portato al tracollo e

fallimento del sistema.

FUTURO INTERNAZIONALEL’ospite d’onore, Jaques Attali, ha dato una importante visione sugli scenari futuri che potrebbero at-tendere l’Europa e il Mondo.

T

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TCarbone, Regional account manager di

Baxter.

“Intenso, motivante, formativo, ener-

gizzante” per Raffaele Loscialpo, vice-

direttore di Altran.

“Il concetto di coaching mi ha aperto la

mente su come realizzare il mio sogno”,

dice Davide Cialfi, amministratore di

Loro Fleur.

“Con questi due giorni di stimoli straor-

dinari ho capito che si può avere una vi-

sion straordinaria”, conclude Annalisa

Aceti di De Agostini.

Gaia Cappelletti

TTestimonial d’eccezione: De Masi

Grande successo anche per l’intervento

di Domenico De Masi, ordinario di socio-

logia del lavoro alla Sapienza di Roma,

autore del libro “cult” Ozio creativo dei

primi anni Duemila.

Con ironia e spirito divertito (e divert-

ente) il professore ha ripercorso le

svolte epocali della nostra società, pas-

sata dall’organizzazione rurale a quella

industriale fino a quella post industriale

dei nostri giorni.

Dove il lavoro è meno manuale e

più concettuale (siamo nella società

dell’informazione e della dematerializ-

zazione), dove si libera più tempo per

attività creative.

Oziare significa non pensare secondo

regole obbligatorie. Il lavoro creativo

non ha nulla a che fare con la catena di

montaggio e ha due caratteristiche fon-

damentali: fantasia e concretezza.

“Bisogna essere leggeri come una ron-

dine, non come una piuma”. È il richi-

amo alla soggettività, all’autonomia di

giudizio, all’estetica e al gusto del bello

che insieme stimolano l’ozio creativo

che è il nutrimento dell’ideazione.

E conclude dicendo che il futuro è don-

na, perché le donne hanno un bagaglio

di creatività. estetica, soggettività ed

emotività innati.

“Corso eccellente! Ora ho bisogno di

quell’ozio creativo per cambiare quello

che posso e che voglio, cominciando a

passare da sforzi a risultati. Adesso

voglio approfondire come si fa!”, dice

Sandra Piazzolla, funzionario del Tribu-

nale civile di Roma.

In questa kermesse romana ricca di

temi e di interventi autorevoli, sapien-

temente condotta da Roberto Re, non

è mancata neppure la metafora dello

sport.

Testimonial d’eccezione: Dan Peterson

Il grande coach della pallacanestro Dan

Peterson, ripercorrendo la sua storia e il

suo stile da allenatore, ha sfatato il luo-

go comune della “porta del capo sempre

aperta”. Perché poi, in realtà, non lo è

quasi mai.

“Un vero leader invece si alza e scende

in campo con la squadra! E come si crea

la squadra? Credendo nelle persone e

valorizzandole.”

Entusiasmo e soddisfazione in sala tra

gli ospiti e gli organizzatori. I commenti

del pubblico sono stati raccolti uno a uno

nei questionari conclusivi: “Fantastico,

sto scoprendo un mondo”, dice Pasquale

Bruno di Fondirigenti.

“Non vedo l’ora di mettere in pratica

quanto appreso”, afferma Vincenzo

La standing ovation finale tribu-tata dai partecipanti al prof. Do-menico De Masi (a destra), la dice lunga sul gradimento riscosso dal suo intervento. Il sociologo teorico dell’ozio crea-tivo ha “bacchettato” duramente manager e aziende all’antica.

STANDING OVATION

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Dan Peterson ha scherzato con Roberto Re, parafrasando la sua nota pubblicità: “Per me sei tu il vero Numero Uno!”Il Coach ha condiviso, con la sua consueta verve, la sua esperienza in campo come “Manager di cam-pioni”.

PER ME NUMERO UNO!

“LEADER DI TE STESSO” (Mon-dadori Editore), è un manuale di self-help che dalla data di pub-blicazione continua a registrare un costante successo di pubblico e che, con oltre 100.000 copie ven-dute, ha ormai superato le ven-dite dei “guru” internazionali del settore, divenendo un oscar best seller Mondadori.

PER SAPERNE DI PIU’

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