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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 1

Sommario

Curia generale 1I- Tempo Forte 1II- Siate misericordiosi... 3UFME 5I- Le sfide del pensiero... 5II- Riflessione del Min. gen. 13III- Documento finale 20Frati Minori Nord Italia 23I- Verbale CdC ottobre 23II- Postulato interprov. 25Vita della Provincia 13I- Riunione Definitorio TF 13Abbiamo vissuto 31I Nostri Defunti 32

Fraternitas n. 226

Notiziario Provincia di “CRISTO RE”Frati Minori dell’Emilia-Romagna(In copertina: “Cristo Re con Santi”, LORENZO CE-REGATO, 2000, Affresco, Foto di Fr. Carlo Dallari)

Anno XLVI - n.s.N. 221 - novembre 2015Sped. in Abbonamento postaleart. 2 comma 20/c legge 662/96Filiale di Bologna - Stampato in proprioReg. Trib. Bologna n. 6799 del 10.04.98Periodicità mensileDir. resp.: Fr. Giovanni MascarucciRedattore: Fr. Marco Zanotti

Curia generale

IComunicato del Tempo Forte e

Sessioni Straordinarie del

Definitorio Generale,

Settembre e Ottobre 2015

Il Ministro generale ed il Definitorio si sono incontrati in diverse occasioni durante i mesi di settembre e ottobre 2015: dal 7 al 9 settembre in Curia generale; dal 10 al 13 settembre nel Con-vento S. Francesco, Maiori, nella Provincia di Salerno; e di nuovo in Curia generale dal 14 al 18, il 28 e 29 settembre e dal 5 al 9 ot-tobre. Il Ministro e il Definitorio, come sempre, hanno celebrato la Festa delle Stimmate di S. Fran-cesco al Santuario della Verna il 17 settembre.

Dal momento che que-sto è stato il primo vero Tempo Forte del nuovo Definitorio dopo il Capitolo generale, parecchio tempo è stato dedicato a piani-ficare il futuro alla luce di quan-to ha deciso il Capitolo. Mentre stavano a Maiori, il Ministro e il

Definitorio hanno identificato il proprio tema di base per i sei anni in “Fratelli e Minori verso le peri-ferie”. Questa è un’eco del titolo del documento finale del Capito-lo. Dal momento che il mondo in cui viviamo cambia velocemente e dal momento che gli eventi pos-sono velocemente sorpassarci, il Definitorio ha deciso di non pia-nificare tutti i sei anni del proprio mandato, ma solo i primi due. Per cui l’attenzione per il 2016 ed il 2017 sarà:

* 2016: Fratelli e Minori verso la misericordia (alla luce dell’Anno della Misericordia e dell’800° anniversario del Per-dono d’Assisi);

* 2017: Fratelli e Minori ver-so Giustizia, Pace e Integrità del Creato.

Alla luce di questi temi globali, il Definitorio ha inizia-to a pianificare l’attuazione del-le diverse decisioni del Capitolo, identificando i responsabili e sta-bilendo delle scadenze. Una più completa relazione su ciascuna di queste sarà fatta più avanti.

Di ritorno a Roma, il De-finitorio ha riportato la propria attenzione alle ordinarie questio-ni di governo. È stato speso del tempo per la preparazione del te-

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sto della Lettera per la Festa di San Francesco che è stata tradot-ta nelle lingue ufficiali dell’Ordi-ne e pubblicata sul sito web. Nel corso degli incontri il Definitorio ha preso in considerazione un to-tale di 161 pratiche (plichi) aven-ti a che fare con un’ampia gam-ma di questioni provenienti dal-le diverse Entità dell’Ordine. La maggior parte è il risultato di ac-cumulo di questioni amministra-tive accantonate durante l’estate dal momento che non c’è stato il Tempo Forte di luglio. Tra i temi trattati c’era la ratifica di alcune elezioni:

- Fr. Santiago Andrade T., co-me Ministro Provinciale della Provincia della Santissima Trini-tà, in Cile;

- Fr. Mario Favretto, come Ministro Provinciale della Pro-vincia di S. Antonio di Padova, in Italia;

- Fr. Cielito R. Almazan, co-me Ministro Provinciale della Provincia di San Pedro Bautista, nelle Filippine;

- Fr. Rodolfo Hernández Me-drano, come Ministro Provincia-le della Provincia dei Santi Fran-cesco e Giacomo, in Messico;

- Fr. James Gannon, come Mi-nistro Provinciale della Provin-cia dell’Assunzione della BVM, negli USA.

Sono stati nominati anche al-cuni nuovi Visitatori generali. Sono:

- Fr. Amaral Bernardo Ama-ral, della Custodia di S. Chiara, in Mozambico, come Visitatore della Provincia del Verbo Incar-nato, nell’Africa Ovest.

- Fr. Dominique Joly, della Provincia del Beato Giovanni Duns Scoto, come Visitatore del-la Custodia dei Santi Protomarti-ri dell’Ordine, in Marocco.

- Fr. Dymitr Žeglin, della Pro-vincia dell’Assunzione della Be-ata Vergine Maria, in Polonia, co-me Visitatore della Provincia di S. Francesco d’Assisi, sempre in Polonia.

- Fr. Fabio Berti, della Provin-cia dei Santi Pietro e Paolo (Ro-ma), in Italia, come Visitatore della Provincia dell’Immacolata Concezione (Salerno), sempre in Italia.

- Fr. Francisco Gearóid Ó Co-naire, della Provincia di Nostra Signora di Guadalupe in Centro-america e Panama, come Visita-tore della Provincia di S. Barba-ra, in USA, al posto di Fr. Domi-nic Monti, che ha dovuto rinun-ciare per motivi di salute.

- Fr. Gabriel Ngga, OFM, del-la Custodia di S. Francesco, Aral-do della Pace, in West Papua, In-donesia, come Visitatore della Provincia di S. Michele Arcan-gelo, anch’essa in Indonesia.

- Fr. Gino Correa, OFM, del-la Provincia di Nostra Signora di Guadalupe, in USA, come Visi-tatore della Provincia di San Pe-dro Bautista, nelle Filippine.

- Fr. Guido Santiago Zegar-ra Ponce, della Provincia dei XII Apostoli in Perù, come Visitatore della Provincia di S. Francesco, in Ecuador.

- Fr. Jesús Hernández Martín, della Provincia dell’Immacolata Concezione della BVM, in Spa-gna come Assistente Visitatore generale della Custodia di Terra Santa.

- Fr. John Gerard Moore, del-la Provincia di Nostra Signora di Guadalupe in Centroamerica e Panama, come Visitatore della Provincia di S. Francesco Sola-no, in Argentina.

- Fr. Manuel Saúl Zamorano Soto, della Provincia della San-

tissima Trinità, in Cile, come Visitatore della Provincia di S. Francesco Solano, in Perù.

Il Ministro generale e il Definitorio hanno nominato Fr. Franco Mirri, della Provincia del Sacro Cuore di Maria, in Italia (Genova), Direttore dell’Ufficio di Fundraising e Sviluppo della Curia generale. Fr. Franco è at-tualmente Vicario provinciale e prenderà dimora presso la Curia in maggio, quando il suo manda-to di Vicario terminerà.

Un’altra nomina di inte-resse e rilevanza è stata quella di Fr. Sandro Overend Rigillo, della Provincia di S. Paolo, in Malta, come Guardiano della Fraterni-tà della Curia generale. Prenderà possesso formalmente della sua nomina il 3 novembre, e sarà pie-namente residente quando avrà terminato il suo servizio di Visi-tatore generale della Provincia di S. Casimiro, in Lituania.

Durante le sessioni, l’Economo generale ed il suo Vi-ce hanno presentato delle rela-zioni aggiornate sulla situazione finanziaria della Curia e le impli-cazioni per i suoi impegni con va-rie Entità e progetti. Tali aggior-namenti regolari saranno ora una caratteristica standard di ogni sessione del Definitorio genera-le. Similmente ci sarà un incon-tro regolare anche con il Segre-tariato generale per le Missioni e l’Evangelizzazione, con il Se-gretariato generale per la Forma-zione e gli Studi, e con l’Ufficio di Giustizia, Pace e Integrità del Creato.

Come avrete visto dal si-to web, le sessioni del Definito-rio in ottobre hanno avuto luogo nel contesto di una settimana di formazione permanente per l’in-tera fraternità della Curia. Du-

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 3

rante quei giorni, il Ministro e il Definitorio hanno riflettuto con i frati sul documento finale, sul-le decisioni del Capitolo e sulla relazione del Visitatore generale. La parte centrale della settimana è stata dedicata ad un laboratorio di due giorni sulla collaborazione e la comunicazione. Tutti coloro che hanno partecipato concorda-no sul fatto che l’esperienza è sta-ta utile.

Infine, il Definitorio ha speso parecchio tempo a riflette-re sulla Decisione n. 9 del Capi-tolo generale 2015, circa la nomi-na di un Comitato Internazionale per gli Affari Economici compo-sto da frati con esperienza e laici professionisti. Dal momento che il Capitolo ha indicato un lasso di tempo alquanto ristretto entro il quale certe proposte e decisioni devono essere messe in pratica, il Definitorio ha deciso di nomi-nare una commissione interna-zionale ad hoc. Essa comincerà a lavorare immediatamente così da poter fare delle proposte concrete prima della fine del 2015. I mem-bri della Commissione ad hoc so-no: Fr. Julio César Bunader, Vi-cario generale, Fr. Antonio Sca-bio, Definitore generale, Fr. John Puodziunas, Economo generale; Sig. Wilmer Smeenk, ed il Sig. Les Quick, entrambi esperti laici altamente qualificati provenienti dall’Olanda e dagli USA.

Il prossimo Tempo Forte inizierà lunedì 9 novembre.

Aidan McGrath ofmSegretario Generale

22 ottobre 2015

IIRiflessione di Fr. Micheal A. Perry

“Siate misericordiosi, come il Padre

vostro è misericordioso”

Carissimi Fratelli, stase-ra ci siamo presi un po’ di tempo per ascoltare insieme la Parola di Dio. Insieme vogliamo scoprire cosa significasse questa Parola per i contemporanei di Gesù. Ci caleremo nel contesto in cui è nato questo brano della Sacra Scrittu-ra. Insieme ne approfondiremo il valore profondo e composito per la nostra vita. Credo sia già chia-ra la motivazione per cui ho scelto questo testo del Vangelo secondo Luca che parla della misericordia come stile di vita. Ormai, infatti, siamo alle porte dell’Anno giubi-lare della Misericordia, annuncia-to da Papa Francesco nella Mise-ricordiae vultus, il quale ci ricor-da:

“Come si nota, la mise-ricordia nella Sacra Scrittura è la parola-chiave per indicare l’agi-re di Dio verso di noi. Egli non si limita ad affermare il suo amore, ma lo rende visibile e tangibile. L’amore, d’altronde, non potreb-be mai essere una parola astratta. Per sua stessa natura è vita con-creta: intenzioni, atteggiamenti, comportamenti che si verificano nell’agire quotidiano” (Mv 9), co-me abbiamo sentito nella seconda parte del brano evangelico.

“Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericor-dioso” (Lc 6,36). Nell’Antico Te-stamento la misericordia è un ele-mento fondamentale dell’essere e dell’agire di Dio. Come dice il

Salmo 116: “Pietoso e giusto è il Signore, il nostro Dio è misericor-dioso” (Sal 116,5). Nel concetto espresso dal termine hesed ritro-viamo insieme l’idea di gentilez-za, di giustizia e di misericordia. Questa sgorga dalla generosità e dalla sovrabbondanza; trabocca senza misura per il bene altrui. La misericordia è anche direttamen-te collegata alla giustizia, ossia al vivere in giusta relazione con sé stessi, con gli altri e con Dio.

Ancora, la misericordia è la sorgente dell’effusione del-la compassione che, nel contesto più ampio del Vangelo secondo Luca, e da quanto emerge anche nel contesto del brano che ci è sta-to proclamato, è la capacità di en-trare profondamente nell’espe-rienza esistenziale dell’altro, del povero e dell’emarginato, come è avvenuto per san Francesco d’Assisi, che nel suo Testamento scrive: “Quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stes-so mi condusse tra loro e usai con essi misericordia” (Test 1-2). Un altro concetto chiave della nozio-ne biblica di misericordia è que-sto: è riversata allo stesso modo su chi la merita e su chi non la merita. Dio non ha dei favoriti. L’offerta di hesed, di misericor-dia, l’invito a entrare nell’allean-za d’amore di Dio, è un dono che Dio ci offre nonostante noi non meritiamo quest’offerta di amo-re e di accoglienza senza limiti. Nel messaggio di annuncio del-la Giornata Mondiale della Gio-ventù 2016 Papa Francesco pre-senta la natura della misericordia di Dio in riferimento a un altro termine ebraico: rahamim, che sta ad indicare le viscere. Questa parola annuncia chiaramente che la misericordia di Dio fluisce da

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dentro, dal cuore, e “richiama in particolare il grembo materno, fa-cendoci comprendere l’amore di Dio per il suo popolo come quel-lo di una madre per il suo figlio. Così ce lo presenta il profeta Isa-ia: «Si dimentica forse una don-na del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is 49,15). Un amore di questo tipo implica fare spazio all’altro dentro di sé, sentire, patire e gioire con il pros-simo” (https: //w2.vatican.va/content/francsco/en/apostletters/documents/papa-francescobolla-20150411misericordiae-vultus.html).

Mi ricordo di una visita in Rwanda, dopo l’orrendo e indi-menticabile genocidio del 1994, nel quale furono assassinati più di 800.000 innocenti - uomini, don-ne e bambini - a causa di una lunga storia di violenza, esclusione so-ciale e manipolazione politica del-le identità, compresa l’identità cri-stiana, in quanto più dell’85% del-la popolazione che direttamente o indirettamente commetteva atti

di genocidio era cattolica. Mentre ero in visita ho partecipato a diver-si atti comunitari di riconciliazio-ne, durante i quali alcuni membri di piccole comunità cristiane cir-costanti chiedevano perdono. Du-rante una visita, un giovane Hutu di nome Pierre, che era coinvolto insieme ad altri in atti di violenza contro i loro vicini Tutsi, ha con-fessato la sua colpa e chiesto per-dono. Tra i presenti c’erano tre donne Tutsi che avevano perso i loro mariti e i loro figli nel genoci-dio. Ricordo che c’è stata una pau-sa, un momento di silenzio, quasi per lasciare che la voce dei defunti si manifestasse, alla ricerca di una liberazione che permettesse loro di trovare pace. Alla fine del silenzio, il catechista laico ha chiesto alle tre donne di commentare o repli-care alla confessione del giovane assassino. La prima donna, Grace, ha ammesso di aver serbato odio e rancore nel suo cuore contro tut-ti coloro che avevano ucciso suo marito Charles e i suoi loro tre fi-gli, Grace, Diue-Donné e Filobert. Mentre le lacrime le solcavano il viso, la donna ha guardato il gio-vane Hutu e gli ha detto che lei non

ce la faceva più a tenere in cuore tutto quell’odio. Ha aggiunto che Dio aveva salvato altri membri della sua famiglia e anche lei e ha espresso il suo profondo desiderio: che suo marito e i suoi figli potes-sero riposare in pace. Le altre due donne presenti, che avevano per-so i loro cari, hanno pronunciato più o meno le stesse parole e han-no invocato la misericordia di Dio su tutti i responsabili delle azioni violente del genocidio, chieden-do il perdono e la misericordia di Dio per gli autori di tali atti. Inoltre hanno perdonato Pierre e gli altri. Credo che non dimenticherò mai le parole, i volti e gli atti di corag-gio fedele di queste tre donne. Es-se sono arrivate ad ammettere che, per poter sperimentare appieno il potere liberante della misericordia e della riconciliazione di Dio nel-la loro vita, esse stesse dovevano diventare misericordiose, lascian-do che la riconciliazione guidasse la loro vita e le loro relazioni. Ca-rissimi fratelli, accogliamo l’invi-to di Gesù: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericor-dioso” (Lc 6,36).

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 5

UFMEXII Assemblea Generale dell’Unione dei Frati Minori d’Europa

a Dubrovnik dal 18 al 24 Ottobre 2015

ILe sfide del

pensiero francescano oggi:

chiamati a generare futuro

IntroduzioneVorrei anzitutto ringra-

ziare per l’invito che mi è stato rivolto a partecipare a questo in-contro, così significativo: me ne sento profondamente onorata. Allo stesso tempo, confesso che non avrei accettato se non fosse stato per il legame e la gratitudine verso l’Ordine, dal momento che non solo un’assemblea così qua-lificata incute sempre un po’ di ti-more, ma anche perché il tema è vasto e insidioso.

Anzitutto, infatti, biso-gna riconoscere che le sfide del pensiero francescano oggi chia-mano in causa, ovviamente, una complessità e molteplicità di aspetti talmente difficile da do-minare che si è sempre esposti al rischio di toccare solo in superfi-cie questi temi, rimanendo nella banalità.

In secondo luogo, poi, un’altra insidia non meno peri-colosa è rappresentata dal fatto

che su questi temi il vostro Or-dine ha lavorato tanto, tantissi-mo: è difficile trovare qualcosa che non sia già stato analizzato e studiato e riformulato operativa-mente. Penso, ad esempio, ai due seminari celebrati proprio presso la Pontificia Università Antonia-num, tra il 2012 e il 2013, sul te-ma «Francescanesimo e contem-poraneità»: gli Atti, pubblicati di recente, colpiscono per la pro-fondità dei contributi come pure per la varietà degli ambiti consi-derati.

Tuttavia, poiché il comi-tato organizzatore mi ha lascia-to ampia libertà di circoscrivere il tema, ho pensato di aggiunge-re come sottotitolo orientativo per la mia relazione la seguente espressione: “chiamati a genera-re futuro”. In italiano tale espres-sione suona un po’ insolita: nor-malmente, sarebbe meglio dire: generare il futuro. Ho tolto l’ar-ticolo appositamente per far ri-saltare l’idea di fondo che vorrei sviluppare in questo intervento, e cioè che oggi, tra le tante sfide che il pensiero francescano affronta, forse una delle più complesse è quella di recuperare la certezza che esiste un futuro, per noi, per i nostri popoli, per la Chiesa e per

la nostra madre terra.Mi ha sollecitato a sce-

gliere questa prospettiva anche un passaggio del discorso tenuto dal santo padre al parlamento eu-ropeo il 25 novembre 2014. Nel richiamare i problemi e le poten-zialità dell’Europa, Francesco incoraggiava l’assemblea parla-mentare a «ritornare alla ferma convinzione dei Padri Fondato-ri dell’Unione Europea, che de-sideravano un futuro basato sul-la capacità di lavorare insieme, superare le divisioni per favori-re la pace e la comunione tra tut-ti i popoli del continente». Certo, l’espressione perde molta effica-cia privata del suo contesto glo-bale, in cui più volte il papa arriva a scuotere l’Europa, che sembra aver rinunciato alla sua fecondi-tà tanto da presentarsi come una nonna, stanca, sfiduciata e am-malata di solitudine. Tuttavia, a mio parere, non si può non rima-nere colpiti dall’idea di un can-tiere nato dal desiderio di un fu-turo basato sulla custodia delle relazioni, perché proprio attorno a questi due termini – desiderio di futuro e custodia delle relazio-ni – sembrano polarizzarsi molte delle sfide contemporanee.

Il mio intervento si arti-

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colerà perciò in tre tappe: 1) in un primo momento, vorrei dare ra-gione del perché desiderio di fu-turo e custodia delle relazioni si presentano come referenti sim-bolici delle dimensioni di crisi e di opportunità del nostro tempo per poi approfondire più da vici-no, 2) in un secondo momento, il rapporto tra il pensiero france-scano e questi temi; 3) infine, nel terzo momento tenterò di avan-zare alcune provocazioni sulla responsabilità di generare futuro come sfida del pensiero france-scano.

1) Esiste ancora l’idea di futuro in una società del desiderio?

Post-umano e post-mo-derno sono le categorie a cui si ricorre usualmente per definire la realtà del nostro tempo. Stret-tamente connessi, questi due ter-mini tuttavia non fanno diret-tamente riferimento alla stessa interpretazione del reale. Se la post-modernità evoca scenari le-gati allo stesso tempo ad emanci-pazione e precarietà, il riferimen-to al post-umano va ancora oltre, rivendicando la trasformazione profonda avvenuta nel vivere dell’uomo e il conseguente cam-biamento del suo modo d’essere.

Nella visione del post-umano domina la certez-za dell’impossibilità di defini-re l’uomo, di trovare in lui una funzione comune essenziale che consenta di comprenderlo. Nes-suna idea di uomo, nessuna es-senza umana può esistere o può essere pensata come immutabile. All’idea di umanità si sostituisce pertanto la convinzione che l’uo-mo può e deve farsi carico del suo modo di costituirsi, orientando i suoi cambiamenti attraverso le sue scelte.

L’autodeterminazione assurge così a criterio fondamen-tale in ogni ambito di esperienza: particolarmente sensibile è ai no-stri giorni la questione dell’au-todeterminazione dell’identità sessuale, la questione del gen-der, secondo l’idea che maschi e femmine si nasce, mentre uo-mini o donne si diventa – ho let-to da qualche parte che Facebook comprende ben 35 opzioni diver-se di identità sessuale. Ma l’auto-determinazione fonda pure la ri-chiesta di accedere alle tecniche della riproduzione artificiale, in quanto si ritiene la procreazione fondamentalmente legata al desi-derio soggettivo, così come fonda l’atteggiamento verso la propria morte, sempre più considerata un diritto da esercitare piuttosto che un processo da attendere; e si po-trebbe continuare.

La rivendicazione del-l’autodeterminazione da par-te del soggetto si identifica, sul piano comportamentale, con il bisogno di autorealizzazione: la ricerca della propria felicità, o comunque del proprio benessere, si propone come il criterio antro-pologico dominante, che sembra reggere e rendere possibile ogni scelta.

Ce ne rendiamo sensibil-mente conto all’interno della vita consacrata: non è un caso che a fronte della diminuzione voca-zionale degli ordini e delle con-gregazioni tradizionali si deb-ba registrare paradossalmente la nascita e l’incremento numerico delle nuove forme di vita consa-crata. Certo, parlarne è comples-so e bisogna evitare ogni sem-plificazione; tuttavia da studi re-centi risulta chiaramente che tra i motivi che danno ragione del si-gnificativo numero di vocazioni

di queste nuove forme sta indub-biamente la loro capacità di dare risposta al desiderio di soggetti-vità, di fedeltà a se stessi, di au-torealizzazione appunto, in una parola, nella loro capacità di met-tere in evidenza il valore e la per-sonalità dell’individuo.

Ma ce ne rendiamo tragi-camente conto anche dinanzi al-lo sfruttamento delle risorse e al degrado ambientale: è stato giu-stamente rilevato che l’enciclica Laudato si’ non è tanto un’enci-clica sul bene comune, ma un’en-ciclica che fa del bene comune l’unico criterio di giudizio glo-bale, smascherando il limite del-le nostre civiltà tutte concentrate sull’interesse privato. Le politi-che recenti, di ogni colore, non hanno saputo o voluto custodi-re il bene di tutti e di ciascuno, al punto che guardando le nostre società dobbiamo accettare con rassegnazione che – cito un com-mento all’enciclica - «la storia umana conferma e amplifica la verità del vangelo: non solo Laz-zaro continua a stare sotto la tavo-la del ricco epulone a raccogliere le briciole della sua opulenza, ma da quella tavola, sempre più im-bandita con prodotti che nascono dalle terre sfruttate dei tanti po-veri del pianeta, ormai goccio-lano sul capo di Lazzaro anche i rifiuti, le scorie, la sporcizia che rendono immangiabili le sue po-che briciole di pane».

Questi rilievi un po’ af-frettati non hanno la pretesa di presentare una diagnosi del mon-do contemporaneo, e neppure in-tendono veicolare l’idea che tutto sia negativo.

Sappiamo tutti molto be-ne infatti che se il soggettivismo, inteso come chiusura in un oriz-zonte di senso costituito unica-

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 7

mente dai propri bisogni perso-nali rappresenta il grande limite del nostro tempo, tuttavia l’atten-zione ad ogni soggetto e alla sua dignità non può che essere salu-tata come una grande conquista.

Il nostro intento dunque non è quello di formulare giudi-zi e valutazioni affrettate e a tin-te scure, ma unicamente quel-lo di cogliere l’affermarsi di un nuovo rapporto con il tempo, che potremmo definire la cultura del presente. Noi stiamo vivendo un impressionante schiacciamento sul presente. Sicuramente le ra-gioni di questo dato sono molte-plici, come ad esempio la visione del futuro caratterizzata dall’in-certezza, a motivo delle gravi cri-si persistenti, sia a livello econo-mico che nella convivenza tra i popoli, crisi che suscitano timore e privano del senso di progettua-lità. Tale schiacciamento sul pre-sente sembra imporsi però anche come conseguenza di una visio-ne dell’uomo e del mondo che ha ridotto non solo le distanze ge-ografiche, ma anche quelle cro-nologiche, eliminando significa-tivamente dal nostro quotidiano la capacità di attendere: non solo noi non siamo più abituati ad at-tendere per fare un biglietto del treno o per pagare un conto cor-rente, ma nemmeno per vedere realizzato un cambiamento. Ciò che vale, deve affermarsi qui e ora, perché il presente è per noi, in effetti, l’unico criterio di misu-ra nelle nostre mani.

Una certa negativa cul-tura del presente è dominante oggi anche nella stessa vita con-sacrata: non si può infatti negare che, nonostante tante iniziative e nonostante il cammino serio in-trapreso da religiosi e religiose per un autentico rinnovamento, a

volte siamo guardati e noi stessi ci guardiamo con la sensazione di non avere più futuro, così che perdendo il coraggio dei grandi progetti, ci limitiamo a governa-re le nostre famiglie rimediando ai problemi, tamponando le ne-cessità, senza sollevare lo sguar-do più oltre. Scrive Andrea Ric-cardi in un suo recente saggio sulla storia della vita consacrata che ciò che oggi manca ai religio-si è «la visione del futuro e perciò prevale il senso del declino e ci si limita a gestire il presente».

Ma lo schiacciamento sul presente non è solo frutto del mutato stile di vita o delle diffi-coltà sempre maggiori che si ad-densano all’orizzonte; esso si ra-dica proprio nella realtà stessa della post-modernità, con la sua esaltazione dell’individualismo che porta con sé la rottura con il passato e con il suo significato normativo. Ci si affida all’unico tempo che può essere realmente vissuto, il presente, sentendosi senza obblighi sia verso il passa-to, come pure verso il futuro. Ci si «ingozza di presente», impri-gionandosi nell’unico tempo che può essere per sé stessi, mentre il futuro è percepito e pensato come indisponibile, interrotto, spesso appunto minaccioso.

È su questo sfondo che si colloca il ruolo del desiderio, che è in sé stesso legato al futuro. Il desiderio proietta per sua natura oltre l’immediato e dunque è fon-damentale per un sano rapporto con il tempo: il futuro lo si genera se lo si desidera, altrimenti o lo si teme o lo si nega.

Nel clima contempora-neo di autodeterminazione e di autorealizzazione, però, il desi-derio non è sano, perché viene semplicemente ridotto al rango

di soddisfazione del bisogno. E, come tutti sappiamo, la soddisfa-zione del bisogno non termina mai, in una spirale di continua ri-petizione del godimento che de-ve essere immediata, che non tol-lera attese.

Il desiderio dunque ap-pare oggi fortemente condiziona-to, come fortemente condiziona-ta appare pure la nostra capacità di relazionarci. Le conferme e le ragioni sono sotto gli occhi di tut-ti. Io vorrei richiamare un aspet-to tra gli altri, che può apparire distante dalle nostre realtà quo-tidiane mentre le influenza pro-fondamente, e cioè la crisi della cultura dei diritti dell’uomo. Le norme sancite e difese a livello internazionale, con un insostitu-ibile contributo dell’Europa, pe-sano molto meno sul nostro mon-do. La crisi economica ha creato una mentalità generale di disin-teresse, di indifferenza, ha mes-so sulla difensiva, per lo meno a livello sociale. È impressionante constatare che, rispetto ad alcuni decenni fa, «le popolazioni non si preoccupano più tanto della na-tura del proprio regime politico, democratico o autocratico, fin-ché produce ricchezza e qualità di vita. Se smette di farlo, allora cominciano a porsi la domanda e forse, anche a contestare».

Si tratta di uno dei tanti aspetti che fanno apparire prio-ritaria la custodia delle relazio-ni: per usare ancora una volta le parole di papa Francesco a Stra-sburgo: «Una delle malattie più diffuse oggi in Europa è la soli-tudine, propria di chi è privo di legami».

Alla luce di queste consi-derazioni, vorrei proporre un ap-proccio francescano al tema del binomio desiderio-futuro e della

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custodia delle relazioni.

2. Pensiero francescano, futuro e custodia delle relazioni

2.1. Il desiderio come presuppo-sto di futuro

Francesco viene consi-derato dai suoi biografi un uomo capace di appassionarsi e di desi-derare. Non è per caso che Bona-ventura, nel prologo dell’Itinera-rium, paragonandolo a Daniele lo presenti come vir desideriorum. L’espressione «uomo dei desi-deri», che si trova nella Scrittura ebraica applicata a Daniele (Dn 9,23), tradotta letteralmente in la-tino ha alquanto modificato il suo significato di origine. In ebraico, infatti, Daniele è uomo dei desi-deri nel senso che è oggetto del desiderio, cioè della predilezione di Dio. In latino, invece, Daniele diventa il soggetto del desidera-re, colui che nutre grandi deside-ri e perciò è simbolo del mistico. Trovo molto interessante questa interpretazione: il mistico è colui che nutre grandi desideri e Fran-cesco appare a Bonaventura pro-prio la realizzazione di questa idea. Ma quali sono i grandi de-sideri di Francesco?

All’apice del suo mon-do di desideri si trova in manie-ra chiara il desiderio di giungere alla piena conformazione di Cri-sto, un desiderio talmente inten-so che, nella sua vita, prende la forma del desiderio di martirio per poi concretizzarsi nell’impo-sizione delle stimmate.

Secondo la Legenda Ma-ior di Bonaventura che, come è a tutti fin troppo noto, riutilizza fonti a lui precedenti, Francesco avrebbe tentato per ben tre volte il martirio con la partenza verso l’Oriente; tuttavia, solo la terza

volta riuscì ad approdare in Siria, nel 1219, 13 anni dopo essersi convertito.

Parlare del desiderio di martirio di Francesco, ma in re-altà parlare del desiderio di mar-tirio in generale, è complesso e facilmente equivocabile, non so-lo per noi, lontani dal suo tempo, ma per i suoi stessi biografi, per lo meno per due ragioni. Vorrei provare a considerarle alla luce della Legenda maior.

Nella biografia bona-venturiana il termine martyrium ricorre 6 volte, nel capitolo IX, e tutte le volte l’uso di questo ter-mine è fortemente connotato dal-la presenza del concetto di desi-derium: o per mezzo del sostanti-vo, o nella forma verbale deside-rare oppure, ancora, mediante il ricorso ad altre espressioni simi-li: cupere, concupiscere, optare, peroptare. Tale insistenza sulla dimensione del desiderio confe-risce particolare risalto al carat-tere di volontarietà del martirio così che esso appare non tanto come una possibilità da mettere in conto nell’annuncio della fede e nella testimonianza del vangelo tra gli infideles, quanto piuttosto come un vero e proprio oggetto di desiderio che accende France-sco, lo infiamma, lo attrae, a cui egli anela con tutto se stesso. La tessitura del racconto bonaventu-riano lo sottolinea efficacemen-te, presentando ad esempio l’in-terruzione involontaria del primo viaggio in Oriente come un furto che il santo subisce, al punto da sentirsi defraudato nel suo desi-derio o, ancora, disegnando nel secondo viaggio la scena di Fran-cesco che, pur malandato e debo-le, precede il compagno corren-do così in fretta, per la brama del desiderio di morire per Cristo, da

sembrare in volo.Questa accentuazione si

ritrova anche nelle altre biogra-fie. Da qui le due ragioni di esi-tazione.

Anzitutto, la rilevanza data all’anelito di Francesco le-gittima una forte perplessità sul significato stesso dell’incontro con il sultano, che nelle narrazio-ni sembra avere un valore pura-mente strumentale. In altri termi-ni, sembrerebbe che a Francesco più che la possibilità di evange-lizzare il sultano, interessi in re-altà avere l’occasione favore-vole per poter donare la propria vita con l’effusione del sangue. Se fosse vero, tante delle nostre costruzioni successive sul valore dell’incontro con il sultano nella prospettiva del dialogo cadreb-bero inesorabilmente.

In secondo luogo, l’asso-lutizzazione del desiderium mar-tyrii operata dai biografi entra in qualche modo in contraddizione con il dettato delle Regole, e spe-cificatamente con l’insistenza di Francesco sulla «divina ispi-razione» quale imprescindibile condizione per la scelta martiria-le che, comunque, rimane sempre una possibilità «e non una scelta obbligante della testimonianza francescana della fede».

Dinanzi a simili perples-sità, la Legenda bonaventuriana offre più delle altre narrazioni un contributo considerevole per l’interpretazione corretta della volontarietà del martirio, perché inserisce il desiderium martyrii all’interno dell’idea di un itine-rario. L’intera Legenda, infatti, ha la struttura di un cammino, il cui oggetto è la progressiva asce-sa verso la comunione con Dio, scandita attraverso il passaggio dalla via purificativa a quella il-

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 9

luminativa e unitiva, tre tappe as-sai ricorrenti negli scritti bona-venturiani e teorizzate in partico-lare nel De triplici via.

L’idea di progressione, di crescendo, però, non deve trar-re in inganno: l’interesse di Bo-naventura, nella Legenda Maior, non si sofferma tanto sul progre-dire delle singole virtù in Fran-cesco, quanto piuttosto sul suo lavorio di trasformazione che ha come traguardo l’identificazio-ne con Cristo, la piena confor-mazione a lui, con la quale può ritenersi raggiunta la perfezione evangelica e concluso il cammi-no intrapreso a partire dalla con-versione.

Il cammino di configu-razione cristica si fa particolar-mente chiaro proprio nel capitolo IX, dove si narra del desiderio di martirio, perché qui acquista un ruolo fondamentale la categoria di trasformazione, che introdu-ce e orienta decisamente l’atten-zione verso la successiva narra-zione delle stimmate. La trasfor-mazione viene resa possibile dal rapporto di reciprocità tra Cristo e Francesco che Bonaventura de-linea chiaramente fin dall’inizio del capitolo: da una parte, Cristo crocifisso dimora stabilmente nell’intimo di Francesco che, da parte sua, esprime il suo amore, anzi, l’eccesso e l’incendio del suo amore nel desiderio di tra-sformarsi totaliter in lui.

Bisogna, a mio giudizio, soffermarsi proprio su questo passaggio per poter cogliere la doppia valenza teologica ed an-tropologica che Bonaventura as-segna al desiderio.

Il desiderio è infatti in-timamente legato all’amore, si presenta anzi come una sua for-ma privilegiata perché, precisa

altrove Bonaventura, desiderare appartiene all’amare. Dell’amo-re, il desiderio amplifica soprat-tutto il bisogno di unificazione, in virtù del quale l’ascensione verso Dio può dirsi compiuta so-lo nel raggiungimento dell’unità, della comunione piena con lui.

È proprio l’aspetto uni-ficante del desiderio a consentire di gettare luce sul suo riferimen-to al martirio: si può desiderare il martirio per conseguire la pie-na conformazione a Cristo, ma non nella modalità dell’imitazio-ne – morire come e perché Cri-sto è morto – bensì nella modali-tà della piena comunione con lui: darsi tutto a lui, fino alla morte se necessario, per restituire a lui l’amore ricevuto. Perciò questa piena conformazione si realizza comunque per Francesco, non nel martirio, ma nell’impressio-ne delle stimmate.

Credo risulti chiaro qui il

grande valore che Francesco ri-conosce al desiderio: esso si ra-dica nell’incompletezza dell’uo-mo, nella sua finitudine creatu-rale da cui scaturisce costante la ricerca della pienezza, il bisogno di un completamento. Ma questo movimento verso un oltre, insito nel desiderio, ha un punto di ar-rivo che è la comunione, in cui l’Altro, Dio, Colui che è deside-rabilis totus, cioè tutto desidera-bile, rappresenta sì la pienezza e il compimento della ricerca ma rimane sempre l’Altro a cui resti-tuire tutto l’amore ricevuto. Per-ciò, come dice Francesco nel cap. 23 della Rnb, Egli non cessa di essere desiderabile, neppure do-po aver raggiunto la comunione con lui, perché in eterno si con-tinuerà a desiderarlo: totus super omnia desiderabilis in saecula.

Riscattato dall’abbas-samento a soddisfazione dei bi-sogni, il desiderio perciò si «ge-

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rarchizza», vale a dire si innalza, realizza una progressiva sursu-mactio, un progressivo innalza-mento. È questo tipo di desiderio, con il suo costante orientamento verso l’oltre, a costituire la con-dizione a partire dalla quale è possibile pensare il futuro.

2.2. La custodia delle relazioni a partire da una precisa visione di Dio

Una seconda provoca-zione del pensiero francescano alle sfide di oggi vorrei ricavar-la dalla riflessione teologica di Bonaventura sulla vita di Dio, profondamente segnata dalla vi-sione del sommo Bene attinta da Francesco. Basti pensare, ad esempio, al nome che egli sceglie nell’Itinerarium per designare la realtà di Dio: due sono i modi o gradi per comprendere le perfe-zioni eterne ed invisibili di Dio, di cui uno ha per oggetto l’es-senza divina, l’altro la proprietà delle persone. Nel primo modo, noi fissiamo il nostro sguardo sull’Essere stesso, dicendo che il nome proprio di Dio è Colui che è. Nel secondo modo, noi ci con-centriamo sullo stesso Bene, di-cendo che questo, cioè Sommo Bene, è il primo nome di Dio.

Nella visione bonaven-turiana del Dio sommo bene è determinante il concetto di pleni-tudo fontalis, che definisce la ca-ratteristica del Padre verso il Fi-glio e lo Spirito, ma anche la ca-ratteristica della Trinità intera nei confronti della creazione. Con l’espressione plenitudo fontalis, pienezza sorgiva, Bonaventura ci consegna un’immagine di Dio pensato come «perfettissimo nel produrre, sommamente capace di dare origine, fecondissimo nel diffondersi», dunque come un

inarrestabile dinamismo da cui sgorga la vita: Dio è vita che de-sidera generare vita. Si faccia at-tenzione: Bonaventura non si li-mita a dire di Dio che possiede la vita, ma che la possiede in modo sorgivo, cioè nella disponibilità a donarla. Del resto, questa sottoli-neatura è coerente con il punto di partenza del maestro, che è quel-lo di considerare Dio, alla scuola di Francesco, quale sommo bene: se Dio è la somma bontà, poiché il bene per sua natura è diffusivo, in Lui il possesso della vita non è chiusura autosufficiente ma sum-ma productio, «pienezza dell’at-tualità illimitata e perfetta», cioè capacità inarrestabile di realizza-re sempre nuove possibilità, di far passare la potentia in actum.

Si comprende allora il ruolo fondamentale che Bona-ventura assegna alla categoria di communicatio nel delineare la realtà di Dio. Per lui, infatti, la vita divina è posseduta dalle tre persone divine nella costante co-municazione di sé, e perciò ha la forma della comunione perico-retica: ciò significa che l’identi-tà delle persone divine non vie-ne garantita dal loro stare una di fronte all’altra, o addirittura dal chiudersi e isolarsi l’una dall’al-tra per affermare ciascuna se stessa, ma dal loro reciproco es-sere l’una nell’altra, l’una per e con l’altra; è questa la forma pe-ricoretica della comunione che egli definisce con precisione cir-cumincessio.

L’idea di questa singo-lare modalità di comunione non esalta solo la reciproca presen-za di una persona nell’altra: es-sa sottolinea particolarmente la realtà di apertura ed accoglien-za che ogni persona mette in at-to nel dinamismo comunicativo

dell’amore. È come se attraverso la comunione si rivelasse che in ogni persona divina vi è non so-lo la tensione al dono totale di sé, ma anche lo spazio per accoglie-re l’altro da sé. Si comprende al-lora perché una delle caratteristi-che più rimarcate della teologia trinitaria di Bonaventura sia la stretta connessione che essa ha con la dottrina della creazione. La volontà di comunicarsi di un Dio che è bontà assoluta e amore infinito e lo spazio di accoglienza dato dalla sua realtà comunionale assicurano infatti le condizioni di possibilità perché vi sia il mondo creato.

Si può affermare dunque che per Bonaventura la connes-sione dell’attività creatrice con la realtà comunicativa intima della Trinità fa della creazione il punto di arrivo del flusso d’amore e di donazione, libero e gratuito, del Dio trinitario, dove ovviamente la sottolineatura spetta proprio alla libertà e volontarietà dell’at-to creativo: nel suo essere amo-re infinito e comunicativo, Dio vuole la creazione. Questa af-fermazione, a dire il vero molto sommaria nella sua formulazio-ne, andrebbe precisata con due ri-ferimenti di particolare spessore: il primo, riguarda la dipendenza dell’atto creativo dalla genera-zione del Figlio, mentre il secon-do chiama in causa la struttura tri-nitaria impressa nella creazione e riconoscibile secondo un triplice grado, per usare la terminologia del Breviloquium, cioè a modo di vestigio, d’immagine e di simili-tudine. Ovviamente non è questa la sede per considerare queste di-mensioni.

Vorrei piuttosto sottoli-neare il carattere relazionale di questa teologia, che si può sinte-

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 11

tizzare così: ogni realtà creata è in relazione con la Trinità, concetto presente, tra l’altro, nell’encicli-ca Laudato si’, dove viene così formulato: ogni creatura porta in sé una struttura propriamente tri-nitaria (LS 239).

Ma come intendere in senso proprio questa relazione, questa struttura trinitaria? Essa significa fondamentalmente che la relazione con il sommo Bene assicura al creato una intrinseca bontà e una tensione verso la pie-nezza dell’amore: la bontà non è solo la perfezione a cui le crea-ture devono tendere, ma è anche la ragione del loro esistere, per-ché le creature sono espressione dell’essere di Dio, della sua bon-tà diffusiva eterna e perfetta.

Da questa posizione di Bonaventura, scaturiscono a mio avviso conseguenze davvero fe-conde, non solo in ambito pretta-mente teologico.

Una creazione che espri-me, in modo relativo e limitato, la bontà assoluta e illimitata di Dio, è una creazione che porta impres-sa in sé la chiamata a essere a sua volta diffusiva, cioè a relazionar-si, ad essere dinamica e generati-va nei modi che le sono propri. Se tutto l’essere è buono e la bontà è diffusiva, allora tutto l’essere è relazionale, dinamico, aperto e orientato all’altro da sé, alla con-divisione. La creazione buona di Bonaventura è intimamente rela-zionale.

Riconoscere seriamente che il vestigium dell’unità plu-rale di Dio, il vestigium Trinita-tis, è impresso anche nelle real-tà create, ha come esito quello di affermare l’esistenza di una sorta di interconnessione che coinvol-ge l’intera creazione, su cui l’uo-mo deve posare uno sguardo più

rispettoso, uno sguardo che sia soprattutto capace di cogliere il senso comunionale conferitole dall’opera della Trinità creatrice.

3. Chiamati a generare futuroL’analisi del desiderio di

martirio di Francesco e la visione comunionale del Dio sommo Be-ne di Bonaventura ci consentono, a mio giudizio, di trarre qualche significativa provocazione per una delle sfide più urgenti del pensiero francescano oggi: quel-la, come si diceva, di essere chia-mati a generare futuro nella cu-stodia delle relazioni.

I contenuti che si posso-no dare a questa espressione so-no molti e fanno di conseguenza apparire ogni proposta un po’ ri-duttiva. Nonostante ciò, provo ad indicare la mia interpretazione. Credo infatti che tale espressione riveli tutta la sua importanza alla luce di quella fecondità dinamica e generativa che in qualche mo-do caratterizza tanto il desiderio di Francesco quanto la visione di Dio di Bonaventura.

Secondo la lezione di Francesco, infatti, il desiderio vero non è determinato anzitut-to dalla mancanza, dalla caren-za, ma piuttosto dalla capacità di amare realmente. Perciò conser-va sempre l’apertura all’altro. Di conseguenza, non solo non può scomparire dalla nostra vita, ma va alimentato ed educato.

Il desiderio rende cerca-tori e dunque mette in cammino, innesca il bisogno di ricerca e ri-attiva la progettualità: perciò co-struisce futuro. Se uno dei biso-gni più forti della vita consacrata oggi è quello di maturare atteg-giamenti che aiutino a vivere la bellezza e la pienezza dell’esi-stere, l’attenzione alla capacità

di desiderare rappresenta sicura-mente una via privilegiata e pas-sa attraverso istituzioni, struttu-re, fraternità che siano capaci di riaccendere, nel dialogo interge-nerazionale, desideri e proget-tualità.

Tuttavia, il protender-si verso il futuro è impossibile se si prescinde dal radicamento nel proprio passato, se non si cu-stodisce una memoria significa-tiva. La storia della nostra vita è sempre inserita in una storia più grande, che la trascende. È rico-noscendosi parte di una storia più grande che impariamo a proten-derci verso il futuro, perché que-sta storia educa il nostro sguar-do a dare significato alla realtà: noi impariamo a dare valore agli eventi, a distinguere bene e male anche accogliendo l’esperienza degli altri, la loro storia con Dio che, perciò, diviene per noi una memoria significativa.

Questo richiamo alla ne-cessità di trasmettere nelle nostre fraternità, nei luoghi dove vivia-mo ed operiamo una memoria si-gnificativa in effetti non è altro che un invito a generare apparte-nenza.

Nel nostro tempo, se-gnato da un rapporto interrotto tra generazioni, è necessario re-cuperare questo servizio: il servi-zio, cioè, di generare appartenen-za, di alimentare una memoria significativa, nella consapevo-lezza che si può andare oltre chi ci ha preceduto solo se se ne ac-coglie l’eredità.

Non possiamo costruire futuro se non generiamo apparte-nenza, ma non riusciremo a gene-rare appartenenza se non sappia-mo essere attrattivi.

La memoria significa-tiva, infine, poiché presuppone

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12 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

la capacità di accogliere una pro-posta di senso che ci viene data dall’esperienza di altri, si radica nel riconoscimento della recetti-vità dell’essere. E questa visione ci riporta, ancora una volta, nel cuore del pensiero francescano, dove il diritto all’essere viene su-perato dal riconoscimento del do-no dell’essere, o, per usare il lin-guaggio di Bonaventura, dal rico-noscimento del senso profondo della relazionalità dell’essere. La relazionalità insita in ogni creatu-ra ci consegna la consapevolezza che la vita è piena quando custodi-sce altra vita, quando cioè si riesce a creare una sorta di pericoresi tra l’accogliersi come dono e il farsi dono.

Questi concetti sicura-mente ci insospettiscono per il lo-ro spessore ideale, quasi omileti-co; se tuttavia li consideriamo alla luce dell’importanza di recupera-re un rapporto con il futuro, allo-ra il compito e la responsabilità si chiariscono: si tratta di dare inizio a processi, a dinamismi di cresci-ta.

Si ripete spesso nei nostri ambienti questa frase di Miguel de Unamuno: Il mestiere dei religiosi non è vendere pane, ma essere lie-vito. Trovo che sia una immagine di sintesi molto bella per esprime-re il senso di questa responsabilità verso il futuro: essere lievito.

Anzi, credo che questa prospettiva possa apparire an-cor più significativa se la si pone in rapporto con la sollecitazione continua che ci viene rivolta, da papa Francesco innanzitutto, a re-cuperare la dimensione profetica della nostra vita. Nelle nostre isti-tuzioni, nelle fraternità o nelle co-munità a vario titolo a noi affidate, si recupera significatività profeti-ca, si diventa lievito e non vendi-

tori di pane quando si è capaci di far partire la progettualità e la cor-responsabilità, ricucendo con pa-zienza continuamente il progetto con la sua valutazione.

È evidente che queste di-mensioni chiamano in causa anzi-tutto la formazione: l’educazione del desiderio, l’attivazione di per-corsi condivisi richiede di inve-stire nella formazione del cuore e della mente. Io però mi permetto di ritagliare su questo sfondo solo un piccolo tassello, di considerare cioè non la formazione in quanto tale, ma la formazione universi-taria in particolare. Fa riflettere il rilievo presente nell’istrumentum laboris del vostro recente capitolo generale secondo cui nell’Ordine «Il lavoro e l’impegno nell’ambi-to culturale sembra essere abba-stanza trascurato»: certamente le cause sono molteplici, prima fra tutte la diminuzione di vocazio-ni. Rimane comunque vero che la capacità di innescare progettuali-tà nelle nostre istituzioni richiede studio e preparazione.

Non vorrei fare retorica su temi già di per sé inflazionati, come quello della necessità di es-sere preparati per evangelizzare, o per entrare in dialogo con le cultu-re e le religioni. Vorrei solo riba-dire che se c’è un ambito che può presentarsi come un cantiere dove si viene educati a guardare al futu-ro, questo ambito è quello dei luo-ghi di formazione e studio.

Il ruolo dei centri di stu-dio, e io mi riferisco in particola-re all’Antonianum, può diventare significativo, soprattutto perché il loro compito è proprio quello di rendere le persone meno su-perficiali, più disposte a perce-pire la complessità dei problemi, più aperte mentalmente, meno conformiste. Però perché que-

sto sia possibile è necessario, al-lo stesso tempo, che l’università non si pensi come un organismo autosufficiente: il cammino che stiamo facendo con i frati minori cappuccini e i conventuali in vista dell’unificazione delle istituzioni accademiche romane ci serve an-che a questo, a comprendere quan-to sia importante che lo sguardo di un centro universitario sappia po-sarsi continuamente all’esterno da sè. È questa la sfida dell’Anto-nianum oggi: la sua custodia delle relazioni, il suo impegno a gene-rare futuro richiede la capacità di tessere una rete, di creare rapporti, di imparare a comunicare. Pertan-to, ogni possibilità di collabora-zione, ovviamente coerente con la sua natura, rappresenta per l’An-tonianum una possibilità in più per affrontare questa sfida, perché aiuta la nostra istituzione a tenere insieme fede e storia, senso di Dio e senso della realtà: e questo è fon-damentale.

Chiudo con un accenno troppo breve in realtà per l’impor-tanza dell’argomento che tocca: si tratta del ruolo della Vergine Ma-ria. Francesco, in un modo anche insolito per il suo tempo, ama pre-sentarla al centro della comunio-ne con il Dio Trinità, invocandola quale figlia del Padre, madre del Figlio, amata dallo Spirito che è l’amore sponsale di Dio. Maria è «esperta e custode delle rela-zioni», ma è anche la donna pie-namente aperta al futuro di Dio e dell’uomo. Ai suoi occhi, capaci di riconoscere l’attuarsi del pro-getto di Dio nella storia, affidiamo perciò il nostro cammino.

Sr. Mary MeloneRettore Magnifico

della Pontificia Università Antonianum

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 13

IIRiflessioni del

Ministro generale all’incontro UFME

“Siamo ad un bivio importante per la storia dell’umanità. Un mondo nuovo sta per nascere e soffre le doglie del parto. La donna che partorisce soffre,

ma quando è nato il suo figlio ritrova la gioia” (Verso le peri-

ferie con la gioia del Vangelo (VPGV), Documento finale, Ca-

pitolo generale 2015, par. 3)

Cari Fratelli Ministri del-le Conferenze d’Europa, membri dell’UFME:

il Signore vi doni la sua pace!

È una grande gioia per me e per i Definitori generali fr. Ivan, fr. Lóránt e fr. Antonio essere qui con voi in questi giorni, riuniti in assemblea per condividere le pre-occupazioni e gli interessi comuni, per trovare nuove strategie di col-laborazione e per riscoprire come vivere i valori essenziali della no-stra vita di Frati Minori in questo tempo. Questo, come ben sapete, era il tema centrale del Capitolo generale 2015 e sarà anche il tema che guiderà il lavoro del Definito-rio generale nel prossimo sessen-nio, durante il quale cercheremo di liberarci per andare verso le pe-riferie, verso i margini del nostro mondo contemporaneo. Inoltre, è molto chiara la chiamata dall’in-terno e dall’esterno dell’Ordine a ritornare ad essere ancora itine-ranti e missionari, disposti a por-tare la Buona Notizia del Vangelo alle periferie della nostra società. E questo lo dobbiamo fare in un modo che sia capace di risveglia-re il mondo a nuove possibilità e

nuove speranze, e che sappia of-frire la misericordia, il perdono e la potenza della riconciliazione di Dio. In tal modo corroboriamo la grazia della nostra vocazione alla conclusione di questo speciale an-no dedicato alla Vita Consacrata e ci presentiamo come precursori che annunciano il tema centrale dell’Anno giubilare della miseri-cordia ormai alle porte.

Siamo ad un bivio importan-te per la storia dell’umanità: le nuove sfide che l’Ordine dei Frati Minori deve affrontare in Europa

Ci troviamo ad un bivio importante che plasmerà il volto della comunità umana, dell’am-biente, della Chiesa e dell’Ordine nei prossimi anni.

Nel Documento finale del Capitolo (VPGV) troviamo queste sfide:

a. la rivoluzione digitale, che con Internet permette di diffonde-re le notizie in tempo reale, e la ri-voluzione bioetica che sconvolge il nostro modo di agire sulla natu-ra. Nuove forme di povertà sono nate, ad esempio la disoccupazio-ne di molti giovani, la globalizza-zione della violenza e della paura e il problema dei movimenti mi-gratori di enormi masse di perso-ne. A tutto questo bisogna aggiun-gere il cambiamento climatico, che comincia a preoccupare tutti i governi, e altri grandi problemi ecologici come la deforestazio-ne, la perdita della bio-diversità e l’inquinamento dell’acqua e della terra, che toccano soprattutto i più poveri

b. la rivoluzione economica legata alla globalizzazione;

c. la rivoluzione digitale; d. la rivoluzione bioetica che

sconvolge il nostro modo di agire

sulla natura; e. nuove forme di povertà cro-

nica e di disoccupazione; f. la globalizzazione della vio-

lenza e le sue conseguenze;g. il problema dei movimenti

migratori di enormi masse di per-sone, che sta avendo effetti diret-ti su molti dei Paesi rappresentati nell’UFME – nel 2014 c’erano 60 milioni di rifugiati o di migranti in-terni, 1 ogni 122 persone nel mon-do (cf. D. Graham, 17 giugno 2015, “Violence Has Forced 60 Million People From Their Homes,” The Monthly Atlantic, http://www.theatlantic.com/international/ar-chive/2015/06/refugees-global-peace-index/396122/);

h. una globalizzazione della retorica e della violenza terrori-stica;

i. innovazioni biotecnologiche che stanno avendo effetti irrever-sibili sull’ambiente;

l. un contributo negativo da parte dell’uomo al fenomeno del surriscaldamento del pianeta, al-la distruzione delle foreste e del-la biodiversità e all’inquinamento atmosferico.

Queste sfide alla qualità della vita umana e dell’ambiente esigono una maggiore attenzione da parte della Chiesa, come Papa Francesco ha evidenziato tanto nella Evangelii gaudium che nella Laudato Si’. Ciò che non è ancora chiaro è come noi Frati e Minori nel nostro tempo risponderemo a queste gravi sfide. Dedicheremo il tempo necessario ad approfon-dire la nostra conoscenza dei va-lori evangelici che sostengono la nostra vita? Svilupperemo nuo-ve strategie per vivere le Cinque Priorità personalmente e frater-namente, nelle nostre Province e Custodie? Avremo il coraggio di tuffarci nel cuore del mondo, ana-

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14 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

lizzando le sfide che ci stanno da-vanti e usando i migliori strumenti disponibili delle diverse scienze, unendo le forze con altre persone di buona volontà, al fine di pro-porre possibili soluzioni a queste domande cosi profonde? Lascere-mo che queste sfide aprano in noi un nuovo desiderio di fare nostra la vita di penitenza vissuta e pro-posta da Francesco d’Assisi e dai suoi primi Fratelli, semplificando il nostro stile di vita, creando nel-le nostre Fraternità “oasi” di mi-sericordia, di riconciliazione, di autentico dialogo e di incontro? Siamo pronti e disposti ad intra-prendere il cammino meno battu-to (Robert Frost, “The Road Not Taken”), il cammino che richiede un’autenticità negli obiettivi e una testimonianza della speranza che ci è data nella morte e risurrezione di Gesù, un cammino di penitenza e di gioia evangeliche, e scegliere-mo di restare sul cammino percor-so dalla maggior parte dell’uma-nità, un cammino che non ci por-ta al cuore di Dio né dell’umanità ma, che, al contrario, ci allontana da Dio, da noi stessi e dal mondo?

Nel bosco mi sono ritrovato ad un bivio e io – io ho preso quello solitario e meno battuto, E que-sto ha fatto la grande differenza.

(Robert Frost, ‘The Road Not Ta-ken” – Il sentiero non intrapreso)

Guardare il mondo dalle peri-ferie: sviluppare una nuova er-meneutica per la vita francesca-na nel mondo d’oggi

Una delle cose più sor-prendenti che è capitata nella Chiesa è essersi spostata dal cen-tro, da Roma, per andare verso le periferie, le Chiese locali. Questo movimento è cominciato duran-

te il Concilio Vaticano II, ha pre-so ulteriore forma nei vari Sino-di della Chiesa, a cominciare da quello sull’evangelizzazione del 1971, per passare poi nei succes-sivi Sinodi in Asia, nelle Ameri-che, in Africa e in Europa “fuo-ri Roma”, ed è ancora più chiaro nell’attuale Sinodo sulla famiglia. Non è stato un cammino lineare, bensì si è interrotto ed è stato ri-preso più volte. Il pericolo che la Chiesa e anche l’Ordine ritornino al loro interno e divorzino dalle realtà del mondo e del creato resta una minaccia costante, da tenere sempre sott’occhio.

Papa Francesco ha an-che giocato un ruolo maggiore nel modo in cui la Chiesa vive, riflette e testimonia attraverso i propri atti di giustizia e di carità. Il fatto che egli provenga dall’America Lati-na ha avuto un impatto rilevante sul modo in cui egli percepisce il mondo, la sua comprensione di come la Chiesa debba agire all’in-terno delle proprie mura e come debba ci si debba impegnare nel mondo composto da comunità ecumeniche, inter-religiose e cul-turali. Non intendo offrire un’ana-lisi esaustiva della visione che Pa-pa Francesco ha della Chiesa e del mondo perché io non ho ancora ca-pito che cosa stia succedendo nella sua testa “gesuito-francescana”, e credo che nemmeno nessun altro sia riuscito a farlo! Comunque, si intravedono dei temi-chiave del suo pontificato, che risuonano nei suoi scritti, nella sua testimo-nianza di vita e nel suo incarnare concretamente ciò che definia-mo gli specifici valori francesca-ni. Questi temi-chiave erano già presenti nella sua testimonianza di vita come Arcivescovo di Bue-nos Aires e hanno trovato svilup-po in maniera chiara e sistemati-

ca nel suo contributo alla Chiesa dell’America Latina ad Apareci-da nel 2007 (cf. http://www.ae-crc.org/documents/Aparecida-Concluding%20Document.pdf).

Vorrei sottolineare alcuni di questi temi per suggerire a voi, cari Fratelli delle Province e Cu-stodie delle Conferenze d’Euro-pa, alcune linee di fondo che ma-gari vorrete prendere in conside-razione, mentre l’Ordine cerca di rispondere alla sfida di portare il Vangelo ai confini, alle periferie, nel contesto della situazione sto-rica attuale.

Temi centrali di Papa France-sco

1. Dio è misericordia to-tale e non giudizio totale: il punto di partenza di Papa Francesco ri-guardo al discepolato cristiano e alla vita di fede cattolica è la con-vinzione che Dio è misericordio-so e cerca ogni modo possibile per offrire misericordia a tutti coloro che la chiedono, senza limiti né condizioni. L’Anno giubilare del-la Misericordia è una chiamata rivolta a tutta la Chiesa ad intra-prendere la missione della mise-ricordia verso tutti. [“Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre,” Misericordiae vultus, 1]. Guardare Dio attraverso le lenti della misericordia ci porta ad in-contrarlo davvero per quel che è, ossia il Dio vivente e amante [cf. Evangelii gaudium, par. 3: “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro perso-nale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta”].

2. Dio si prende special-mente cura dei poveri, degli emar-ginati, di coloro che a causa della

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 15

violenza dei sistemi politici, eco-nomici e culturali che disumaniz-zano la gente e la privano della capacità di vivere nella libertà di figli di Dio. La sfida per la Chie-sa è abbandonare qualsiasi diritto speciale o privilegio e la ricerca dell’auto-accrescimento a moti-vo del Vangelo. La sfida per tutti i cristiani è abbracciare gli inse-gnamenti sociali della Chiesa co-me dimensione costitutiva della nostra fede. Non riuscire ad inte-grare i valori evangelici di giusti-zia, pace, integrità del creato e ri-conciliazione nella nostra vita e a cercare di camminare insieme con gli anawim Adonai significa falli-re nel comprendere chi sia Dio e come agisca nel suo e nostro mon-do (cf. Parte IV di Evangelii gau-dium, par. 49; par. 176-221).

3. Dio cerca di abbattere i muri che ci separano gli uni dagli altri. Questi muri sono stati costru-iti all’interno della cristianità e tra il cristianesimo e le altre religioni; separano le persone di buona vo-lontà dai credenti e impediscono loro di collaborare in armonia per perseguire il bene comune. Per Papa Francesco compito del pa-pa è creare opportunità di dialogo alla ricerca dell’unità dei cristiani e ri-orientare l’identità religiosa al fine di costruire ponti che per-mettano a persone di diversi credo e diverse culture di ritrovarsi per cercare cammini di pace e di ve-rità [cf. Evangelii gaudium, par. 238-258, specialmente il par. 244, “Dobbiamo sempre ricordare che siamo pellegrini, e che peregrinia-mo insieme. A tale scopo bisogna affidare il cuore al compagno di strada senza sospetti, senza diffi-denze, e guardare anzitutto a quel-lo che cerchiamo: la pace nel volto dell’unico Dio”].

4. Dio agisce dall’ester-

no verso l’interno e dal basso in alto e la Chiesa, che è missione, esce da sé per andare dappertutto incontro al popolo di Dio. Questo risulta evidente nelle omelie, ne-gli scritti e nella testimonianza di vita del Cardinal Bergoglio/Papa Francesco, che ha scelto coscien-temente di vivere in semplicità, permettendo ai poveri di raggiun-gerlo e permettendo a sé stesso di raggiungere i poveri. Le sue corse in autobus e metropolitana a Bue-nos Aires gli offrivano la possibi-lità di avvicinarsi alla sua gente e toccare con mano il dramma del-la vita umana in tutte le sue for-me. Egli spinge la Chiesa a met-tere al centro della propria vita e testimonianza gli interessi altrui, specialmente quelli dei poveri e degli esclusi, e non il carrierismo e l’abuso di potere [cf. Evange-lii gaudium, par. 27: “Sogno una scelta missionaria capace di tra-sformare ogni cosa, perché le con-suetudini, gli stili, gli orari, il lin-guaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo at-tuale, più che per l’autopreserva-zione.”]

5. Dio non cerca il pote-re, preferisce l’umiltà, non crede

nel formalismo ma cerca la sem-plicità, l’accessibilità e la condi-visione del ruolo dell’autorità in una maniera che rifletta il rispet-to reciproco, la promozione del-la corresponsabilità e lo sviluppo della collegialità come modello del servizio dell’autorità. Papa Francesco cerca di potenziare le Chiese locali, affidando loro mag-giori responsabilità e impegnan-dole in modo più chiaro e costrut-tivo in ogni settore della vita della Chiesa, imparando ad ascoltare la voce dello Spirito che parla ovun-que nella Chiesa, non solo nel suo centro.

6. Dio desidera sporcar-si, entrare nella tragedia umana della vita della gente, nella soffe-renza del creato e dare voce alla gente e al mondo che soffrono. Ci ricordiamo tutti la sua predica in cui ha invitato i pastori ad avere l’odore del gregge. Pertanto, la Chiesa è chiamata ad uscire dalle sue strutture fisiche e mentali per abbracciare gli essere umani e il creato in un modo che istilli fidu-cia, costruisca confidenza e pro-muova coraggio e speranza per tutti i popoli.

7. Dio è il Dio dell’ospi-talità, che accoglie chi scappa

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16 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

dalla violenza e dalla minaccia di morte verso posti dove poter tro-vare tranquillità e nuove oppor-tunità di vita in libertà, per poter vivere una vita degna da esseri umani. Nonostante alcune solu-zioni proposte da Papa France-sco per rispondere alla crisi della migrazione mondiale non siano praticabili né contengano dettagli sufficienti per aiutare la gente a compiere le giuste decisioni, egli comunque dà voce a uno dei fon-damenti biblici più profondi: ac-cogliere lo straniero, l’orfano, la vedova e i poveri. Papa Francesco estende questa esperienza di ospi-talità a coloro che si sono sentiti allontanati dalla Chiesa, i cattoli-ci divorziati risposati, gli omoses-suali, chi ha praticato o provoca-to l’aborto e tutti coloro che si so-no sentiti emarginati dalla Chiesa istituzionale.

La chiesa di Papa FrancescoUna Chiesa che da te-

stimonianza alla vita, morte e ri-surrezione del Signore Gesù e ai valori proposti dalle beatitudini del Regno di Dio (cf. Mt 5) è una Chiesa che, secondo Papa Fran-cesco, porta in sé e condivide col mondo la visione di un Dio umi-le, che è misericordia totale. Il Dio che adoriamo è personale, amante, misericordioso e fedele. Il nostro Dio esce da sé e entra nell’espe-rienza esistenziale di ogni singo-la persona e del creato attraverso l’Incarnazione. Il nostro Dio ri-mane fedele alla promessa fatta ad Abramo e Sara di restare, abbrac-ciare e accompagnare l’umanità e il creato nella via verso la piena re-alizzazione del Regno.

I temi-chiave del pontifi-cato di Papa Francesco, che gui-dano la chiesa, delineano gli ele-menti fondanti di quanto, vorrei

suggerire, potrebbe costruire una nuova ermeneutica francescana per vivere il Vangelo nel XXI se-colo, qui in Europa e in ogni par-te del mondo francescano. Ecco questi elementi fondanti:

1. Un Ordine di Fratel-li che cercano di rinnovare ogni giorno la propria relazione perso-nale con Gesù Cristo e fanno sì che Egli scorra nella loro vita – la no-stra vita! – con misericordia, per-dono, accoglienza, amore e gioia. Le crisi che alcuni Fratelli attra-versano, la crisi economica che ha colpito fortemente la Curia gene-rale e altre Istituzioni dell’Ordine in Europa e anche altrove e la crisi di umanità e di fede nella vita fra-terna e nel servizio dell’autorità ci impongono di approfondire la nostra relazione con Dio, lascian-do che Dio ritorni al centro della nostra vita, del nostro agire e del nostro servizio di autorità e di ani-mazione. Dobbiamo, inoltre, cer-care la riconciliazione tra noi in uno spirito di rinnovamento, cer-cando di perdonarci a vicenda, per ogni violenza che possiamo aver esercitato sugli altri, a livello per-sonale o istituzionale, nelle nostre Entità, a livello di Conferenza e a livello di UFME. Non potremo procedere finché non ci saremo ri-conciliati, individualmente e isti-tuzionalmente.

2. Un Ordine che cerca la via della minorità e della sempli-cità di vita, abbracciando il valo-re evangelico del vivere sine pro-prio, liberandosi per vivere e di-ventare amici e fratelli dei poveri e degli emarginati, dei rifugiati, delle vittime di traffici umani e di ogni forma di violenza, di ingiusti-zia e di disumanizzazione. Questo potrebbe avere serie ripercussioni sulle scelte che compiamo rispet-to a dove dobbiamo vivere e lavo-

rare e dove dobbiamo porre le fra-ternità di formazione, come molti voci al Capitolo generale hanno evidenziato, specialmente voci dall’America Latina.

3. Un Ordine caratteriz-zato da uno spirito di dialogo in ogni settore di vita, sia all’interno (tra i Fratelli) che all’esterno con tutte le istituzioni e i popoli; un Ordine che promuove i valori del Regno di Dio, che vive il sogno della riunificazione delle Chiese cristiane, che cerca una maggiore prossimità e un senso di fraterni-tà condivisa con credenti di altre fedi, con non credenti e con tutte le persone di buona volontà. Sol-lecitando un’accesa discussione sulla crisi ecologica che il mondo sta affrontando, Papa Francesco è convinto che possiamo collabora-re in tutte le dimensioni della no-stra vita: ecumenica, inter-religio-sa, culturale e scientifica. È un ot-timista radicale perché crede che il dialogo cominci quando viene fatta riemergere l’immagine di Dio iscritta in ogni singolo essere umano. E così anche la ricerca del bene comune arriva al centro de-gli interessi politici, economici e socio-culturali. Noi Frati Minori, siamo pronti ad essere promoto-ri di dialogo? Abbiamo le qualità necessarie, personali e tecniche, per portare avanti la nostra voca-zione di uomini di fede e di dia-logo?

Siamo convinti davvero che il dialogo sia una qualità es-senziale della nostra vita e voca-zione?

4. Un Ordine caratteriz-zato da un rinnovato spirito mis-sionario, dove i Fratelli si sentono spinti da Cristo ad uscire e condi-videre la Buona Novella attraver-so la testimonianza di vita; dove le Province e le Custodie siano di-

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 17

sposte a sacrificare i Frati miglio-ri, per lasciarli camminare in mo-di nuovi, sviluppando forme che possano incarnare i valori france-scani, forme in linea con i più pro-fondi valori della nostra tradizio-ne ma che possano anche offrire nuove opportunità affinché il po-polo di Dio possa fare esperienza dell’amore, della misericordia, della pace, della riconciliazione e della gioia del Vangelo. Questo avrà serie ripercussioni sulle no-stre attuali “buone opere” e strut-ture, nelle Province e nelle Custo-die, come pure nella Curia gene-rale. Questo dovrebbe sfidarci ad interrogarci sulle strutture fisiche che attualmente usiamo per rea-lizzare la nostra missione di go-verno e amministrazione: sono le migliori possibili per l’oggi? O forse dobbiamo riflettere e deci-dere di abbandonare queste strut-ture in cerca di altre che ci aiutino a attuare la missione che Dio affi-da oggi al nostro Ordine? Questo implica che anche il Governo ge-nerale dell’Ordine dovrà riflette-re sulla sua presenza nella Curia generale a Roma e sulla possibi-lità di aprirsi a nuove opportunità in futuro.

5. Un Ordine profonda-mente impegnato a combattere ogni forma di peccato sociale (S. Giovanni Paolo II, 1984, Riconci-liazione e penitenza, par. 16), im-pegnato nei valori trasversali di giustizia, pace, integrità del cre-ato e riconciliazione. Il Capitolo generale 2015 ha dichiarato ur-gente il bisogno per tutti i Fratelli dell’Ordine di integrare i valori di GPIC e della Dottrina Sociale del-la Chiesa nelle dimensioni spiri-tuale, fraterna e missionaria della nostra vita. Ci sono ancora delle incomprensioni, delle paure e del-le reticenze tra i Frati in alcune par-

ti d’Europa e in altre parti dell’Or-dine che impediscono loro di ab-bracciare le dimensioni sociali del Vangelo, la Dottrina Sociale della Chiesa, lasciando che essa dia for-ma alla loro spiritualità, alle loro relazioni fraterne e alla loro testi-monianza evangelica nel mondo. L’attuale crisi dei rifugiati aggiun-ge ulteriore pressione sulle società e sulla Chiesa, testando la credibi-lità della nostra fede. È possibile, inoltre, che i nostri Paesi lascino crescere le nubi di un nuovo na-zionalismo e protezionismo, che oscurano i valori più profondi che hanno permesso la fondazione di queste nazioni. Queste stesse nu-bi rischiano di penetrare la coraz-za del nostro impegno evangeli-co, trasformando alcuni Fratelli in nazionalisti esasperati, chiusi nei confronti di coloro che scappano da pericoli che minacciano la lo-ro vita. Non dobbiamo lasciarci fuorviare da questi venti di paura e di xenofobia, né permettere che oscurino e trasformino il nostro cuore e la nostra mente. Al tempo stesso, dobbiamo essere critici e analitici, riconoscendo il bisogno di rispettare il dominio della leg-ge e facendo molta attenzione ai singoli rifugiati, per non permet-tere che individui violenti e dediti al terrorismo infiltrino violenza e odio in Europa come in altre parti del mondo. E dobbiamo dialogare tra noi per vedere come possiamo rispondere, in qualità di Fratelli nel Vangelo, alle difficoltà dei po-veri, dei rifugiati, delle vittime di ingiustizie e all’inarrestabile di-struzione del creato. Al Capitolo è emersa chiaramente la preoc-cupazione per le condizioni di vi-ta del pianeta. Questa preoccupa-zione è stata sollevata fortemen-te dai Fratelli asiatici, che stanno sperimentando in prima persona

le conseguenze negative delle cri-si umana ed ecologica di cui Pa-pa Francesco parla nell’Enciclica Laudato si’. Il Capitolo generale 2015 ha già dato mandato al de-finitorio generale di preparare un documento sulla salvaguardia del creato; ma io sollecito ogni vostra Entità a intraprendere il processo di formazione alla luce della Lau-dato si’ e a verificare i modi in cui state o meno rispondendo alla cri-si ecologica.

6. Un Ordine che mostri i valori del sine proprio e della semplicità di vita nella gestione economica. Come ricorderete, uno dei primi argomenti trattati nel Capitolo generale 2015 è stato quello della crisi economica, che sta impedendo alla Curia genera-le di mantenere fede alle proprie responsabilità. È emerso chia-ramente che molte altre Entità dell’Ordine non stanno ammini-strando i beni che Dio e il popo-lo di Dio ci hanno affidato secon-do i valori della nostra vocazione francescana e le direttive della Chiesa. Non possiamo fare scon-ti alla trasparenza, al rispetto delle leggi dei Paesi dove viviamo e in cui operiamo. Non ci sono modi miracolosi per aumentare i gua-dagni e assicurarci così una sta-bilità economica. La recente crisi economica ha messo in luce tut-to ciò. Inoltre, dobbiamo aiutare i Fratelli a riscoprire la “grazia del lavoro e della fatica”. Dobbiamo aiutarli a rendersi conto di essere corresponsabili di quanto ricevia-mo come corrispettivo per il no-stro servizio al popolo di Dio e per il nostro lavoro. I nostri Fra-telli Cappuccini hanno scelto co-me tema del loro Consiglio Plena-rio 2015 proprio questo tema: “La grazia del lavoro”. Il piccolo ma-nuale “L’amministrazione fran-

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18 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

cescana dell’economia” offre una visione semplice e chiara di come dobbiamo usare delle risorse che sono state messe a nostra dispo-sizione per grazia di Dio. La pre-sentazione dei valori biblici, ec-clesiali e francescani che devono guidare le nostre pratiche viene compendiata da linee-guida molto specifiche e concrete. Questo do-cumento e i passi concreti in esso proposti in materia di trasparenza economica, dovrebbe essere stu-diato da tutti i Frati, a livello per-sonale, locale e provinciale. Per di più, le line-guida dovrebbero es-sere integrate in tutti i sistemi di rendicontazione economica, nella speranza che questi possano esse-re legalmente conformi e possano riflettere i valori più profondi che diciamo di abbracciare come Frati e Minori.

7. Un Ordine i cui membri a livello di UFME, di Conferenze e di Province e Custodie sono im-pegnati a scoprire nuove vie da percorrere per una collaborazione tra le Conferenze, tra le Province e tra le Entità seria e sempre più in-tensa. In un’epoca di diminuzio-ne numerica, di invecchiamen-to (ingrigimento) e di decrescita delle vocazioni, abbiamo davan-ti a noi due alternative tra cui sce-gliere in questo preciso momento storico: la vita, che significa im-pegnarsi con altre Entità all’inter-no delle Conferenze e dell’UF-ME, convogliando le energie, le risorse e le forze che abbiamo per condividerle e costruire qualcosa che serva a ciascuno e a tutti al-lo stesso tempo; oppure la mor-te, ossia lasciarci consumare dal-la decrescente capacità di gover-narci, di animare e di impegnarci nell’evangelizzazione missiona-ria della Chiesa e dell’Ordine. Il sentiero della morte smaschera la

mancanza di fiducia che a volte nutriamo reciprocamente tra di-verse Entità dell’Ordine. Ricono-sciamo e onoriamo le esperienze e le sensibilità storiche e culturali, ma queste non possono diventa-re una scusa che blocchi l’azione. Alcune Entità preferiscono mori-re piuttosto che collaborare. Altre Entità hanno scoperto una nuova energia e una rinascita della spe-ranza tra i Fratelli grazie al “dono della collaborazione fraterna”. Lo scopo della collaborazione non deve mai essere la sopravviven-za. La collaborazione serve a pro-muovere un rinnovamento nella visione, nel coraggio, nella spe-ranza e nella gioia e non a prolun-gare l’agonia della morte e ad al-lungare la processione verso il ci-mitero. Il prezzo da pagare per la collaborazione è lasciar andare il potere e il controllo, lasciando che Dio porti qualcosa di nuovo in noi e tra di noi. Sollecito tutte le En-tità dell’UFME a seguire il cam-mino della collaborazione imme-diatamente e con determinazione, lasciando spazio all’aspettativa che Dio opererà miracoli in noi e tra di noi. Questo vale anche per i programmi di formazione inizia-le come per ogni altro aspetto di governo e di animazione della vita dei Fratelli.

8. Un Ordine che spera che “tutto possa diventare uni-co”, che i tre Primi Ordini – OFM, OFMConv e OFMCapp – possa-no iniziare un processo di dialo-go, di scambio e di collaborazio-ne, per intraprendere un cammino spirituale e fraterno che possa, un giorno, creare le condizioni per la riunificazione degli Ordini in un unico Ordine dei Frati Mino-ri. Come già sapete, la Pontificia Università Antonianum, il Sera-phicum e l’Istituto Francescano

di Spiritualità diventeranno l’uni-ca Università Francescana entro Pasqua 2018. La decisione è già stata presa e si concretizzerà sen-za se e senza ma. I rispettivi centri di studio hanno tempo fino a Pa-squa 2018 per creare le strutture necessarie per portare avanti que-sta unificazione.

L’itinerario triennale verso il futuro

C’è anche il cammino di penitenza, riconciliazione e risco-perta del dono della nostra comu-ne vocazione condiviso tra OFM, OFMConv, OFMCapp e TOR. Questo cammino avrà luogo negli anni 2016-2018 e cercherà di pro-muovere un maggior senso della vocazione e della fraternità condi-vise. Nel 2016 l’attenzione si con-centrerà sulla commemorazione dell’VIII centenario del Perdono d’Assisi. Sarà un tempo di peni-tenza, di perdono e di riconcilia-zione tra i Fratelli dei differenti Primi Ordini e del TOR.

Nel 2017 si celebrerà il V centenario della Bolla Ite vos che in realtà divise i membri del-la Famiglia Francescana in Frati Minori della Regolare Osservan-za e Frati Minori Conventuali. Ci sforzeremo di interpretare in una nuova prospettiva le forze e gli eventi che portarono alla divi-sione dell’Ordine dei Frati Mino-ri, chiedendo perdono e cercando nuove strade per superare le offe-se storiche e le diverse interpreta-zioni e nutrendo la speranza e il sogno di un’eventuale riunifica-zione. La visita di Papa Francesco ad Assisi e i suoi suggerimenti ai Ministri generali hanno sollecita-to fortemente il desiderio e il bi-sogno di avvicinarci di più gli uni agli altri e di cercare il sentiero dell’unità.

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 19

Nel 2018 ci impegnere-mo a rafforzare sempre più i lega-mi già esistenti, studiando nuove possibilità per vivere e lavorare insieme in modo interobbedien-ziale. L’unica Università a Ro-ma è un asso in questa direzione. Si parla seriamente anche di cre-are diverse nuove fraternità in-terobbedienziali in diverse parti del mondo. La speciale relazione che esiste da tempo al centro stu-di “S. Bonaventura” di Lusaka, in Zambia, mostra come davvero sia possibile lavorare, studiare, pre-gare e vivere insieme. I Frati delle Case generali OFM, OFMConv e OFMCapp hanno cominciato ad incontrarsi condividendo la pre-ghiera e il pasto fraterno.

Cosa potrebbe essere fat-to in più a livello di Province e Custodie e a livello di Conferen-ze Europee e di UFME per aiu-tare i Fratelli a entrare nello spi-rito di questo cammino triennale di fede, speranza e amore? So che ci sono Fratelli ed Entità che tro-veranno difficoltà a far proprio questo suggerimento, a motivo di conflitti storici, di offese di di-verso tipo e di reciproca sfiducia. Allo stesso tempo, molti Frati Mi-nori (OFM) in Europa hanno ami-ci Conventuali, Cappuccini e del TOR. Pertanto, non è impossibile immaginare di partecipare a que-sto cammino triennale di condivi-sione. Il Definitorio generale so-stiene appieno tale percorso e farà tutto il possibile per incoraggiarlo e favorirne la piena realizzazione. Riteniamo e speriamo che questo processo potrà aiutarci a cresce-re nella costruzione della fiducia fraterna vicendevole all’interno del nostro Ordine, favorendo la disponibilità a edificare un futuro sempre più condiviso.

Promuovere una maggiore col-laborazione tra le Entità in Eu-ropa: quale futuro per l’UF-ME?

Come molti di voi san-no, alcune entità dell’UFME non sono pienamente rappresentate a questo incontro. Diverse sono le motivazioni, che saranno espo-ste dal Vice-Presidente dell’UF-ME, fr. Michel Laloux. Questo fatto deve farci riflettere ed esi-gerà un’analisi seria dello scopo e della missione dell’UFME in fu-turo. L’importante, credo, è con-tinuare a promuovere vari forum di discussione in cui approfondire la nostra vocazione comune, con-dividere quanto impariamo nelle nostre Entità e anche nel lavoro di collaborazione con le altre Entità e cercare modalità per promuove-re ulteriori progetti di collabora-zione che coinvolgano non solo le strutture interne ma che ci sfidi-no a crescere nel nostro impegno verso il mondo d’oggi. Da questa analisi approfondita sullo “stato delle questioni umane ed ambien-tali” l’UFME e altri forum di con-divisione tra Entità potranno aiu-tarci a sviluppare una maggiore capacità di collaborazione, al fine di reperire nuovi strumenti e me-todi per portare avanti il program-

ma specificamente francescano di evangelizzazione missionaria in ogni angolo d’Europa – Est, Ovest, Nord e Sud.

Suggerisco di non cercare i possibili sviluppi futuri dell’UF-ME basandosi su quanto è stato fatto, elencando i successi o i falli-menti di alcuni progetti collabora-tivi del passato. Dovremmo, inve-ce, guardare al futuro del mondo, al futuro della rispsota della Chie-sa e della nostra risposta alle sfi-de urgenti e pressanti che stanno di fronte ai nostri fratelli e sorelle, specialmente i poveri e gli emar-ginati, e che stanno di fronte alla nostra casa comune, al nostro pia-neta. Dovremmo porci questa do-manda centrale: come Ordine, chi dobbiamo diventare, perché Dio ci chiama a diventare, per il bene del mondo, del pianeta e dell’Eu-ropa? L’impegno a rispondere a questa domanda centrale richie-derà molto sacrificio, l’impiego delle nostre qualità migliori per compiere analisi e preparare pro-poste d’azione, e la disponibilità da parte di tutti i Fratelli ad impe-gnarsi reciprocamente per il bene del pianeta, della comunità uma-na, della Chiesa e dell’Ordine.

Anche se l’UFME non realizzasse mai pienamente le

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20 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

aspettative dei Fratelli delle di-verse Entità che la compongono, dovremo ritornare ancora e sem-pre alla fonte della nostra comu-ne vocazione e dovremo trova-re nuove vie per collaborare più strettamente per il Regno di Dio, in nome della nostra presenza e testimonianza francescane e per il bene del mondo e del pianeta. Io temo solamente che, se conti-nueremo a lavorare nei nostri pic-coli, angusti mondi, chiudendoci in noi stessi, sperpereremo le no-stre energie solo in manutenzione e assistenza, derubandoci e deru-bando i Fratelli della possibilità di creare una nuova visione, una nuova speranza e una nuova te-stimonianza condivisa della no-stra vita evangelica per il bene del mondo e del creato.

In ultima analisi, due so-

IIIDocumento finale

“Sulle Strade dell’Europa con Maria Regina

Pacis”

MESSAGGIOCari fratelli il Signore vi

dia Pace!Nei giorni 18 – 24 otto-

bre 2015 a Dubrovnik – Croazia noi Ministri, Custodi e Delegati delle Conferenze OFM presenti in Europa e i tre Definitori gene-rali che collaborano nell’anima-zione delle stesse, ci siamo riu-niti per la XII Assemblea gene-rale dell’UFME.

In questi giorni di fra-ternità e di grazia, il Signore con la sua Parola ci ha illuminati e aiutati a prendere sempre più coscienza della nostra missione evangelizzatrice di frati minori nel Continente europeo, nella varietà e nella complementarie-tà dei doni e dei compiti di cia-scuno.

Accogliendo le parole del nostro Ministro generale Fr. Michael Perry, che ci ha esortati a fermarci e a riflettere per svi-luppare un’analisi attenta della missione e dello scopo dell’UF-ME in futuro, continuiamo a cre-dere che siamo chiamati a cam-minare sempre più assieme. Per questo vogliamo promuovere, in comunione con il Definitorio generale, varie iniziative che ci portino a:

- approfondire la nostra vo-cazione comune;

- condividere quanto impa-riamo dal servizio alle nostre Entità;

- cercare nuove forme e mo-dalità per realizzare progetti di

no le domande cui dobbiamo ne-cessariamente rispondere.

Primo: crediamo di esse-re chiamati ad andare verso le pe-riferie con la gioia del Vangelo?

Secondo: se rispondia-mo positivamente e se questo im-pegno sta al centro della nostra attenzione e del nostro impegno concreto di vita, come possiamo aiutarci l’un l’altro al di là delle nostre rispettive identità e struttu-re provinciali o custodiali per rea-lizzare questa comune vocazione francescana in Europa e nel mon-do d’oggi?

Grazie per la vostra cor-tese attenzione!

fr. Michael A. Perry, OFMMinistro generale

Il Ministro provinciale, Fr. Bruno Bartolini, insieme a Fr. Ivan Cesar, Defini-tore generale e Fr. Miljenko Šteko, Ministro provinciale della Bosnia-Erze-govina. Fr. Ivan e Fr. Milijeko sono due ex studenti dello Studio Teologico di Bologna.

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 21

collaborazione;- crescere nel nostro impe-

gno verso il mondo di oggi;- continuare ad interrogarci

sul contributo che la nostra spi-ritualità può offrire alla costru-zione della casa comune euro-pea.

Sulle strade d’Europa, percorse oggi da milioni di mi-granti e segnate da nuove sfide, con Maria nostra Madre e Regi-na della Pace, riaffermiamo la nostra identità e testimonianza di fraternità evangelica a servi-zio dell’Uomo.

Vogliamo promuovere una cultura dell’accoglienza e della solidarietà con un’atten-zione agli immigrati, ai rifugiati e ai più bisognosi. Ad essi vo-gliamo offrire non solo una ri-sposta a bisogni materiali im-mediati, ma anche il pane della fraternità, il vino della speranza e l’olio della consolazione che solo Gesù Cristo ci può donare.

Come ci siamo detti più volte in questi giorni, vogliamo evangelizzare col nostro essere, col nostro agire e anche con le nostre parole: imparando ad abi-tare la soglia dell’accoglienza, a frequentare la scuola della mi-sericordia e del dialogo, ad ade-rire alla famiglia di Gesù, quella che nasce dall’ascolto della sua Parola e dal compiere la volontà del Padre.

Il Signore, per inter-cessione del Serafico Padre san Francesco, benedica questi no-stri propositi, su ciascuno di noi faccia splendere la bellezza del suo volto e ci doni la capacità di testimoniare la gioia del Vange-lo.

PROGETTO EUROPAItineranti e missionari verso

le periferie d’EuropaNoi Ministri provin-

ciali, Custodi e Delegati delle diverse Entità presenti sul ter-ritorio europeo, insieme ai De-finitori generali dell’Ordine incaricati di accompagnare le nostre Conferenze d’Europa e ai Segretari delle Conferenze, siamo stati convocati a Dubro-vnik (Croazia) dal 18 al 24 ot-tobre 2015, per celebrare la XII Assemblea Generale dell’Unio-ne DEI FRATI MINORI D’EU-ROPA (UFME).

In questi giorni abbiamo avuto modo di approfondire il si-gnificato del nostro essere Frati Minori oggi SULLE STRADE D’EUROPA CON MARIA RE-GINA PACIS. Abbiamo posto al centro della nostra riflessione il contesto storico odierno così de-licato, accogliendo la sfida di ri-dare speranza all’uomo contem-poraneo nello spirito di quanto ci va proponendo papa France-sco attraverso il suo magistero, specialmente quello contenuto in Evangelii Gaudium e nell’en-ciclica Laudato si’. È la proposta tipica cristiana di tenere insieme l’attenzione ai poveri e al creato a partire dal riconoscere che Dio è Padre di tutti, che per tutti il Figlio ha dato se stesso, che su tutti il Padre e il Figlio hanno ri-versato lo Spirito d’amore.

È da questa coscienza evangelica che nasce il deside-rio di prenderci cura di ogni cre-atura, di difendere la qualità au-tenticamente umana della vita in ogni suo istante, di tutelare la famiglia naturale, di promuove-re l’accoglienza, la solidarietà e la pace nel Continente europeo, attraverso una testimonianza di vita evangelica significativa.

L’Assemblea ha avuto

inizio con il saluto del Presiden-te UFME, Fr. Miljenko Šteko a nome di tutto il Consiglio Per-manente. Sono seguiti gli inter-venti di diversi relatori: il Mini-stro generale del nostro Ordine, Fr. Michael A. Perry, ha pre-sentato una riflessione dal tito-lo “Le nuove sfide che l’Ordine dei Frati Minori deve affronta-re in Europa”; a seguire il Dott. Prof. Davor Pavuna (Swiss Fe-deral Institute of Techonology Lausanne, EPFL) ha tenuto un creativo incontro sul tema “La nostra fede e la scienza nel terzo millennio”; prezioso e profondo è stato l’intervento del Rettore Magnifico della Pontificia Uni-versità Antonianum in Roma, Rev.da Sr. Prof. Mary Melone sul tema “Le sfide del pensiero francescano oggi: chiamati a ge-nerare futuro”.

Nelle nostre assemblee, sempre riveste un’importanza particolare il conoscere la realtà locale, la vita e la testimonianza che i nostri fratelli incarnano in un luogo concreto, come pure le attese che i pastori della Chie-sa hanno nei nostri confronti dei Frati Minori. Per questo è sta-to importante per il nostro stare insieme la visita al Santuario di Sinj a Spalato, la concelebrazio-ne con l’Arcivescovo di Spala-to S. Ecc. Mons.Marin Barišić e con il Vescovo di Dubrovnik S. Ecc. Mate Uzinić e la condivi-sione fraterna della mensa con i fratelli della Fraternità di Spala-to, di Slano e di Dubrovnik.

L’Assemblea dopo aver approvato alcune modifiche allo Statuto UFME, che rafforzano il legame tra e con le Conferenze, e il bilancio economico, ha elet-to il nuovo Consiglio Permanen-te UFME nelle persone di:

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22 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

pazione delle Entità europee al Capitolo medesimo.

EUROFRAMEL’Assemblea dà man-

dato al Consiglio Permanente di chiarire gli obiettivi, i destina-tari e i metodi dell’EUROFRA-ME ed in riferimento a tale ini-ziativa si chiede che:

a. non sia celebrata in conco-mitanza con la GMG;

b. i Ministri/Custodi inter-vengano presso i responsabi-li della Pastorale giovanile per aiutarli ad orientare e accompa-gnare i giovani a questa propo-sta;

c. se necessario si riveda il periodo di realizzazione;

d. si abbattano i costi cercan-do il modo di finanziare tale ini-ziativa magari ricorrendo a pro-getti promossi dall’Associazio-ne UFME ASBL;

e. sia cercata una maggiore collaborazione tra gli Animato-ri di pastorale giovanile e voca-zionale e la GI.FRA., inserendo eventualmente un rappresentan-te nel Comitato organizzativo.

Associazione UFME ASBLa. Nella gestione della Asbl

il Consiglio Permanente, secon-do le necessità, si avvalga della consulenza di un perito in giuri-sprudenza europea.

b. Vengano individuate le modalità attraverso le quali le singole Entità possano avvaler-si dell’attività di ricerca fondi della Asbl.

ConclusioneAffidiamo ai Fratelli del

Consiglio Permanente UFME queste proposte votate dall’As-semblea generale, dopo giorni di intensa preghiera, fraternità e condivisione, affinché aiuti-no tutti i frati minori presenti sul territorio europeo ad essere, con la testimonianza di vita perso-nale e fraterna, itineranti e mis-sionari verso le periferie d’Eu-ropa.

Il Signore che ha guida-to per mezzo dello Spirito i lavo-ri della nostra Assemblea, sotto la protezione materna di Maria Regina della Pace, benedica i nostri passi sulle strade d’Euro-pa.

L’Assemblea dell’Unione dei Frati Minori d’Europa

Presidente Fr. Sabino IAN-NUZZI

Vice-Presidente Fr. Juan Maria MARTINEZ DE ILAR-DUIA

Consigliere Fr. Lovro GA-VRAN

Consigliere Fr. Alan Tomasz BRZYSKI

Consigliere Fr. Hugh McKENNA

Consigliere Fr. Oliver RUG-GENTHALER.

PROPOSTEL’Assemblea ha quindi

approvato le seguenti proposte emerse dai lavori di gruppo:

1. L’Assemblea generale de-manda al Consiglio Permanen-te di proseguire il dialogo con il Ministro generale ed il suo De-finitorio per la costituzione in Europa di almeno una Fraterni-tà internazionale secondo i sette punti della Carta della rete San Giuseppe Custode, soprattutto in quei luoghi nei quali la pre-senza dell’Ordine appare essere in maggiore difficoltà.

2. Si dà mandato al Consi-glio Permanente di chiedere al Ministro generale con il suo De-finitorio di nominare un Delega-to che accompagni le Fraterni-tà della rete di “nuove forme di vita e missione” San Giuseppe Custode in Europa.

3. L’Assemblea dà manda-to al Consiglio Permanente di studiare le modalità di presenza dell’UFME a Bruxelles e di ela-borare una proposta da presen-tare alla prossima Assemblea generale.

4. Sia convocata un’Assem-blea Generale dell’UFME prima della celebrazione del prossimo Capitolo generale (2021), affin-ché si possa preparare la parteci-

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 23

Frati Minoridel Nord Italia

IVerbale del Consiglio di

Cooperazione dei Ministri provinciali

del Nord ItaliaAssisi, 8-9 ottobre

2015

Fr. Massimo Fusarelli dà inizio alle 15.30 all’incontro odierno del Consiglio di coope-razione tenuto ad Assisi - Casa Leonori - dove i Ministri provin-ciali sono riuniti per la annua-le Assemblea COMPI. Come di consueto l’incontro incomincia con la preghiera ispirata al Van-gelo liturgico del giorno. I Mini-stri sono tutti presenti.

Fr. Francesco Bravi con-divide la sua esperienza ad Assi-si nei primi giorni di ottobre per l’offerta dell’olio della lampada votiva a san Francesco offerto quest’anno dalla Regione Lom-bardia insieme ai Vescovi lom-bardi.

Assemblea GuardianiSegue una valutazione

dell’andamento della recente As-semblea Guardiani tenutasi a Ca-

stelletto di Brenzone dal 28 al 30 settembre.

È stato molto apprezzato il contributo di riflessione sulla economia di sr. Alessandra Sme-rilli. Buona la partecipazione dei frati ed il clima di condivisione e di familiarità, nel quale si respi-rava già l’aria della nuova Pro-vincia.

MappaturaViene dedicato un ampio

spazio di riflessione all’esame della Mappatura delle presenze, in vista della nascita della nuova Provincia. Viene ripreso il lavoro della apposita Commissione che aveva lavorato nel 2010-2011, poi discusso nella Assemblea Definitòri di Pergine dell’agosto 2012, ed il mandato della stessa Assemblea che affidava il pro-sieguo del discernimento della Mappatura al Collegio dei Mi-nistri. Viene sottolineato che il processo di ridimensionamento e ridefinizione delle nostre Pre-senze non è legato se non indi-rettamente al processo di unio-ne delle Province, ma si fonda su una valutazione realistica del-le proprie forze, che si desidera vivere anche come opportunità per ridefinire e rinnovare la no-

stra presenza come Frati Minori nel Nord Italia. Vengono quindi fatte alcune valutazioni anche in vista dell’Instrumentum Laboris del Capitolo.

I lavori per questa prima giornata si concludono alle 19.25 e riprendono venerdì 9 ottobre 9.00. Nella prima parte della mattina si prosegue nel confron-to sulla Mappatura.

Preparazione del Capitolo pro-vinciale

Fr. Mario Favretto pre-senta il verbale dell’incontro della Commissione liturgica per il Capitolo 2016 e le proposte emerse. L’analisi verte soprattut-to sulla celebrazione della matti-na del 16 maggio 2016, data del-la nascita della nuova Provincia a Padova: struttura della celebra-zione e momenti di essa, luoghi e spazi adatti.

Viene concordato di estendere l’invito a questo evento al Presidente e ai Ministri provin-ciali COMPI, al Ministro provin-ciale Conventuale e ai Ministri provinciali Cappuccini, ai presi-denti regionali OFS. Il Vescovo di Treviso (diocesi nella quale si trova la Casa di Camposampiero ove verrà celebrato il Capitolo)

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24 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

mons. Agostino Gardin, ex Mi-nistro generale OFM Conv. e già Segretario CIVCSVA, verrà in-vitato a presiedere l’Eucaristia in una giornata della seconda fase del Capitolo.

Il discorso si allarga poi su altri aspetti della preparazio-ne del Capitolo provinciale. Fr. Matteo Giuliani viene nominato perito metodologo per facilitare i lavori capitolari della seconda parte del Capitolo, ad accezione delle unità di lavoro dedicate agli Statuti particolari, per le quali viene nominato fr. Cristoforo Pa-skiewicz (della Casa di Voghera) in quanto presidente della Com-missione preparatoria per la boz-za Statuti particolari.

EconomiaFr. Mario Vaccari rela-

ziona sul lavoro del Coordina-mento Economi riguardante il Budget di previsione, gli Uffici e la Mappatura delle Attività, ed il cammino di fusione degli Enti.

Segue uno spazio di ri-flessione e discernimento, in par-ticolare sugli Uffici del nuovo Economato e sulla gestione dei dipendenti.

Archivi provincialiFr. Maggiorino Stoppa

viene confermato come Mini-stro referente per gli Archivi pro-vinciali, e al tempo stesso viene nominato il dr. Riccardo Pedrini - laico archivista presso la Curia OFM di Bologna - come peri-to referente che sviluppi il lavo-ro necessario con le competenze dovute, in particolare in riferi-mento alle normative sugli archi-vi, alla Mappatura degli Archivi provinciali, al software ed ai cri-teri di catalogazione, ed ai criteri per orientare il passaggio del ma-

teriale “vivo” al nuovo Archivio provinciale corrente che avrà se-de a Milano presso la Curia pro-vinciale.

L’incontro del Consiglio si conclude con il tradizionale Agimus alle ore 19.11.

Fr. Stefano Dallarda

Segretario

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 25

IIPostulato

Interprovinciale del Nord Italia

Convento S. Maria delle Grazie

Arco TN

Cari fratelli, il Signore vi dia pace!

Dai Laboratori territoria-li che come frati del Nord Italia abbiamo appena vissuto, è emer-so da più parti il desiderio di po-ter conoscere, di anno in anno, i Postulanti del Nord Italia che so-no in cammino di discernimento. Per questa ragione, dedichiamo questo semplice spazio alla loro presentazione.

Affidandoli alla preghie-ra di ciascun frate affinché possa-no vivere un affidamento gioio-so al Signore, vi saluto tutti e vi auguro una buona festa di tutti i Santi!!

Fr. DevisMaestro dei Postulanti

EMANUELE BISESTO

Mi chiamo Emanuele, sono nato a Genova il 30 dicem-bre 1985. Terminate le scuole medie ho frequentato un istituto professionale alberghiero (1^-2^ e 3^) e turistico (4^ e 5^). Duran-te gli anni delle superiori, grazie a una GMG del 2000 vissuta as-sieme al Rinnovamento nello Spirito, ho sentito la presenza di un Dio che mi chiamava alla re-lazione e all’ascolto. Al termine degli anni di superiori, ho senti-to il bisogno di conoscere mag-giormente il Signore e crescere con lui nella relazione, anche se inizialmente ho scartato a priori di interrogarmi riguardo alla vi-ta consacrata e al sacerdozio ri-tenendole realtà troppo distanti da me. A 18 anni mi sono iscritto all’Istituto di Scienze Religiose di Genova. Ho poi insegnato reli-gione come supplente per 8 anni in scuole medie e superiori e nel contempo ho aiutato la mia fami-glia nella gestione di un ristoran-te lavorando come cameriere. Le esperienze fatte hanno alimen-tato dentro di me il desiderio di rispondere con maggiore consa-pevolezza alla domanda “Signo-re cosa vuoi che io faccia?”, per questo mi sono rimesso in cam-mino con questa domanda cer-cando con chi confrontarmi. Ho così iniziato a conoscere la vita consacrata e il carisma france-scano. Sono arrivato qui ad Ar-co (TN) il 23 Ottobre del 2014,

iniziando così un tempo di acco-glienza stabile, dal 21 Settembre ho poi iniziato quest’anno di Po-stulato.

LUCA PRINA

Sono Luca Prina, sono nato a Erba (CO) il 31 maggio 1984. Da bambino e adolescen-te non avevo molto interesse al dialogo con il Signore. Durante gli anni passati in ragioneria ho conosciuto un’associazione di volontariato (Operazione Ma-to Grosso) che mi ha fatto cono-scere, durante un ritiro, la vita di san Francesco. Nel ritiro mi han-no colpito il desiderio di vivere con radicalità e il voler affidarsi a Dio. Questo ritiro, grazie anche alla presenza di fra Roberto (cap-puccino), mi ha fatto riavvicina-re al Signore. Per molti anni ho cercato di soffocare il desiderio di approfondire questo rapporto, facendo molte esperienze socia-li: di missione, di lavoro in coo-perativa sociale come giardinie-re e di volontariato con il Mato Grosso stesso, però c’era sempre quell’inquietudine di fondo nella mancanza del rapporto con Dio. Circa tre anni fa ho conosciuto il mondo francescano e il deside-rio di provarmi con esso. Sono ad Arco (TN) da marzo 2015 per l’accoglienza e dal 21 settembre ho iniziato l’anno di postulato.

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26 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

Vita della Provincia

IRiunione delTempo Forte

Arta Terme (UD) 23-27 novembre

’15

* Il Definitorio si dà ap-puntamento presso la Casa per Ferie “Paola di Rosa” ad Arta Terma gestita dalle Ancelle della Carità di Brescia dal lunedì 23 a venerdì 27 novembre 2015.

* I lavori iniziano alle ore 15.45 di lunedì 23 novembre. I membri del Definitorio sono tutti presenti.

* Il pomeriggio di lune-dì 23 è dedicato ad una lectio sul Documento finale del Capitolo generale “Verso le periferie con la gioia del Vangelo”. Il Docu-mento è stato letto per intero con riflessioni spontanee soprattutto per cogliere l’attualità delle pro-blematiche esposte. Sono letti e commentati ugualmenti i “man-dati”, in numero di 19, riguar-danti il da farsi nel prossimo ses-senio. Inevitabile uno sconfina-mento nelle parole che il Papa ha rivolto ai capitolari nell’incontro del 26 maggio u.s.

* Nella mattinata di mar-

tedì 24 viene fatta la verifica del programma delle giornate del Tempo Forte.

* Il Definitorio dà uno sguardo sulla situazione della sa-lute dei Frati nella Provincia. Non vi sono situazioni particolarmen-te allarmanti, sia in Infermeria che nelle singole Fraternità.

* Il Ministro provinciale informa il Definitorio su alcuni eventi che hanno caratterizzato i mesi di ottobre e di novembre: l’Assemblea COMPI (5-8 otto-bre); il Consiglio di Cooperazio-ne (8-9 ottobre e 20-21 novem-bre); Assemblea generale UFME (15-24 ottobre).

* Il Ministro provinciale si chiede se i Guardiani abbiano presentato alle Fraternità il Do-cumento finale dell’Assemblea dei Definitòri di S. Zeno di Mon-tagna 24-28 agosto). Insieme si ritiene importante che i Frati sia-no messi al corrente, in maniera appropriata, delle decisioni prese per tutti i Frati del Nord Italia.

* Il Ministro provincia-le ricorda che è stato distribuito il sussidio per i Ritiri conventuali. Ci si augura che le Fraternità ne facciano buon uso.

Il Ministro provinciale sottolinea che nella sua decima e ultima lettera alla Provincia ha ritenuto opportuno soffermarsi su qualche punto particolarmen-te significativo già presente nelle precedenti lettere.

* Il Ministro provincia-le chiede a Fr. Maurizio Piazza, del Consiglio della Formazione Permanente, di illustrare le pros-sime “Tre Giorni” di Milano Ma-rittima che si svolgeranno dall’1 al 3 e dal 4 al 6 febbraio. Tema centrale delle “Tre giorni” sarà la gestione economica nelle singole Fraternità e una prima conoscen-za sull’amministrazione comune della Nuova Provincia.

* Il Ministro provinciale chiede di fare un excursus sulle Fraternità della Provincia, veri-ficandone l’andamento ed evi-denziandone, eventualmente, le problematiche. Attualmente le Fraternità non presentano pro-blematiche particolari, rimane, tuttavia, in alcune una certa fati-ca relazionale.

* Il Ministro provinciale chiede l’accettazione di tre legati a favore della Pia Opera Fratini e Missioni. Il Definitorio all’una-nimità esprime parere favorevo-le.

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 27

* Il Ministro provincia-le chiede all’Economo provin-ciale di aggiornare il Definitorio circa il percorso del processo di fusione per incorporazione. Vi-sta l’unicità, la delicatezza e la difficoltà del processo sono sta-ti consegnati agli Economi pro-vinciali nuovi compiti di raccolta di documenti riguardanti l’area legale-contrattuale-giuslavori-stica, l’area contabile-fiscale, l’area canonistica. Al processo partecipano i seguenti profes-sionisti: Avv. Andrea Montanari, Dott. Roberto Bozzo, Dott. Ren-zo Gangai e Prof. Avv. Giacomo Bertolini.

* Il Definitorio, su man-dato dell’Assemblea dei Defini-tòri del Nord Italia dell’agosto scorso, ha verificato analitica-mente tutte le Attività della Pro-vincia, verificando la sostenibi-lità economica e l’impronta cari-smatica. Dall’esame è emersa la necessità di ultimare la chiusura di Radio Tau; di ricercare sempre più la rispondenza carismatica delle origini e la valenza sociale attuale; di individuare la modali-tà di analisi e di controllo dei sin-goli bilanci delle attività; infine, di progettare nuovi percorsi.

* Il Ministro provinciale ragguaglia il Definitorio sulla si-tuazione di alcuni Frati: Fr. Ro-berto Ranieri; Fr. Raffaele Trotta e Fr. Lorenzo M. Ago.

* Il Ministro provinciale informa il Definitorio circa l’in-contro avuto con il Vescovo di Cesena il 5 c. m: si è trattato della possibile cessione dell’immobi-le conventuale dell’Osservanza e dell’affidamento alla diocesi, con contratto di comodato gra-

tuito, del Convento S. Francesco di San Piero in Bagno, del restau-ro della Cappella di Santa Ma-ria delle Grazie, sovvenzionata da una benefattrice e del ritorno a Cesena del bassorilievo della Madonna immacolata dopo che sia stata trovata una sistemazione onorata e sicura.

* Il Ministro provincia-le preannuncia che il Moderato-re dei Parroci di Milano Marit-tima presenterà un progetto con

preventivo per il Battistero della Chiesa parrochiale.

* I lavori del Definito-rio si concludono alle ore 18.30 di mercoledì 25 novembre. Nel-la giornata di giovedì 26 il Defi-nitorio trascorre una giornata di riposo visitando il complesso di Aquileia, le cittadine di Palma-nova e Cividale. Si fa rientro nel-le proprie abitazioni nella matti-nata di venerdì 27 novembre.

Sabato 14 novembre è stato eseguito nella Basilica di S. Antonio il Requiem di Mozart per coro e orchestra dall’Associazione Musicale Fabio da Bolo-gna. L’evento è stato organizzato con la finalità di raccogliere fondi per il restauro dell’organo della Basilica. Notevole l’affluenza di pubblico, ma-gistrale l’esecuzione.

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28 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

Calendario del Definitorio12 gennaio 2016, Reggio Emilia;

1 febbraio 2016, Milano Marittima;2 marzo 2016, Montepaolo;

5 aprile 2016, Parma;3 maggio 2016, Bologna S. Antonio.

Elvis Fr. Johnson 7 dicembreStefano Fr. Gitti 26 dicembreGiovanni Fr. Mascarucci 27 dicembreIvano Fr. Cavazzuti 27 dicembreDavide Fr. Coriani 29 dicembre

Nazzareno Fr. Burgazzi 3 gennaioMauro Fr. Galesini 15 gennaioTommaso Fr. Toschi 28 gennaioIvano Fr. Rossi 31 gennaio

OnomasticiDicembreGennaio

Formazio-ne Perma-

nente; Tre Giorni di Milano Marittima1-3 febbra-

io 2016,4-6 feb-

braio 2016

Assemblea della Pro-

vincia, Bologna,

S. Antonio19 aprile

2016

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 29

La Chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta dell’Osservanza, è aperta la domenica dalle ore 15 alle ore 17, mentre gli altri giorni su appuntamento. Per informazioni: 328 9686078 (Giampiero); 335 6397258 (Silvano); 339 7466697 (Clementina)

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30 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

ContattiVISITATORE E DELEGATO DEL MINISTRO GENERALE

Fr. Massimo Fusarelli, cell. 347.0078769 mail: [email protected] INTERPROVINCIALE

Fr. Stefano Dallarda, cell. 333.3911378 mail: [email protected]

REFERENTI DEI SETTORI INTERPROVINCIALISEGRETARIATO MISSIONI ED EVANGELIZZAZIONE

Fr. Alberto Tosini, cell. 339.7963082 mail: [email protected] Pastorale Giovanile:

Fr. Francesco Mazzon, cell. 349.7024802 - mail: [email protected] del settore Missioni al Popolo:

Fr. Federico Righetticell. 340.4673357 - mail: [email protected]

Coordinatore del settore Santuari:Fr. Alfonso Cracco, cell. 366.4544453 - mail: [email protected]

Coordinatore del settore Testimonianza della Carità:Fr. Alessandro Caspoli

cell. 335.5273426 - mail: [email protected] - [email protected] del settore Missioni ad Gentes:

Fr. Guido Ravaglia, cell. 347.4871499 - mail: [email protected] del settore Parroci:

Fr. Mauro Galesini, cell. 328.0055737 - mail: [email protected]

SEGRETARIATO FORMAZIONE E STUDIFr. Lorenzo Raniero, cell. 349.3991195 - mail: [email protected]

Moderatore Formazione Permanente:Fr. Fabio Piasentin, cell. 340.3773158 - mail: [email protected]

Coordinatore Under 5:Fr. Enzo Maggioni, cell. 331.4411470 - mail: [email protected]

Animatore Cura Pastorale Vocazioni:Fr. Giambattista Delpozzo, cell. 338.1769470 - mail: [email protected]

Responsabile Formazione ai Ministeri:Fr. Giampaolo Cavalli, cell. 347.1603705 - mail: [email protected]

Delegato per gli Studi:Fr. Paolo Dozio, cell. 335.7160148 - mail: [email protected]

Coordinatore Commissione GPIC:Fr. Antonio Pedrina, cell. 347.8518037 - mail: [email protected]

Coordinatore Commissione Ecumenismo e Dialogo Interreligioso:Fr. Tecle Vetrali, cell. 3482218365 - mail: [email protected]

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 31

Abbiamo vissuto

Ottobre 2015

* Nella mattinata di sa-bato 17 ottobre termina la terza sessione del terzo anno di forma-zione per le Clarisse all’Osser-vanza di Bologna; era iniziata il 7 ottobre u.s.

* Da lunedì 19 a sabato 24 ottobre il Ministro provinciale partecipa all’Assemblea UFME a Dubrovnik.

* Nella mattinata di lu-nedì 19 inizia a Bologna S. Anto-nio il secondo ciclo di formazio-ne dei dipendenti della Provincia per l’acquisizione di competenze gestionali e contabili del nuovo programma definito “Margheri-ta”.

* Nel pomeriggio di sa-bato 31 il Ministro provinciale partecipa all’Assemblea MO-FRA-ER presso il Convento di S. Giuseppe dei Capuccini in Bolo-gna.

Novembre 2015* Dal lunedì 2 a venerdì

6 le Clarisse del secondo triennio di formazione si incontrano a Bo-logna per un aggiornamento sul-le tematiche del discernimento comunitario.

* Nella mattinata di gio-vedì 5 presso la Curia vescovile di Cesena il Ministro provinciale incontra il Vescovo Mons. Dou-glas Regattieri.

* Venerdì 6 il Ministro e il Segretario provinciale incon-trano Don Stefano Bolzoni, Par-roco di Busseto.

* Martedì 17 alle ore 15.00 il Ministro provinciale in-sieme ai Frati di Bologna cele-brano l’Eucarestia in ricordo dei Fratelli defunti nell’anno.

* Mercoledì 18 alle ore 17.30 si tiene la prolusione pres-so la Sede della Facoltà Teologi-ca dell’Emilia-Romagna.

* Nella giornata di gio-vedì 19 l’Economo provinciale partecipa all’incontro degli Eco-nomi del Nord Italia, presiede il Visitatore e Delegato generale, Fr. Massimo Fusarelli.

* Venerdì 20 e sabato 21 il Ministro provinciale partecipa all’incontro CdC a Milano pres-so il Convento S. Antonio.

* Da lunedì 23 a vener-dì 27 il Definitorio si incontra ad Arta Terme (UD) per il Tempo Forte.

* Nella mattinata di sa-bato 28 il Ministro provinciale partecipa al ritiro del MOFRA-ER presso il Convento dei Ca-puccini.

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32 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

Questo numero del Notiziario è stato chiuso in Segreteria provinciale il

30 novembre 2015

I Nostri Fratelli Defunti

Giuseppe Marchesi, fratello di Fr. Francesco Marchesi, per tutti noi conosciuto come “Jusfùn”, è deceduto l’11 novembre 2015, era nato il 4 giugno 1944. I funerali si sono tenuti a Villa Minazzo venerdì 13 novembre 2015.

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 33

La Canonizzazione di S. Junipero SerraIl 23 settembre 2015, nel Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione, Washington, D.C., il

Santo Padre Papa Francesco ha canonizzato san Junipero Serra. Nell’omelia il Papa ha detto, «Oggi siamo qui, possiamo essere qui perché ci sono stati molti che hanno avuto il coraggio di rispondere a questa chiamata, molti che hanno creduto che «la vita si accresce donandola e si indebolisce nell’isola-mento e nella comodità» (Documento di Aparecida, 360). Siamo figli dell’audacia missionaria di tanti che hanno preferito non rinchiudersi «nelle strutture che danno una falsa protezione […] nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 49). Siamo debitori di una Tradizione, di una catena di testimoni che hanno reso possibile che la Buona Novella del Vangelo continui ad essere di generazione in generazione Nuova e Buona. Ed oggi ricordia-mo uno di quei testimoni che ha saputo testimoniare in queste terre la gioia del Vangelo: Padre Junipero Serra. Ha saputo vivere quello che è “la Chiesa in uscita”, questa Chiesa che sa uscire e andare per le strade, per condividere la tenerezza riconciliatrice di Dio. Ha saputo lasciare la sua terra, le sue usanze, ha avuto il coraggio di aprire vie, ha saputo andare incontro a tanti imparando a rispettare le loro usanze e le loro caratteristiche. Ha imparato a generare e ad accompagnare la vita di Dio nei volti di coloro che incontrava rendendoli suoi fratelli. Junipero ha cercato di difendere la dignità della comunità nativa, proteggendola da quanti ne avevano abusato. Abusi che oggi continuano a procurarci dispiacere, spe-cialmente per il dolore che provocano nella vita di tante persone. Scelse un motto che ispirò i suoi passi e plasmò la sua vita: seppe dire, ma soprattutto seppe vivere dicendo: “Sempre avanti”. Questo è stato il modo che Junipero ha trovato per vivere la gioia del Vangelo, perché non si anestetizzasse il suo cuore. E’ stato sempre avanti, perché il Signore aspetta; sempre avanti, perché il fratello aspetta; sempre avanti per tutto ciò che ancora gli rimaneva da vivere; è stato sempre avanti. Come lui allora, che noi oggi pos-siamo dire: sempre avanti.»

Festa san Francesco: Lettera del Ministro generale e definitorio«Ci sembra importante riprendere in mano e iniziare una riflessione comune sulla lettera enciclica

Laudato si’, che Papa Francesco ci ha indirizzato la scorsa Pentecoste “sulla cura della casa comune”. Ci sentiamo chiamati doppiamente in causa: come tutti gli uomini di buona volontà, perché il successore di Pietro si è rivolto a tutti noi, e come francescani, perché il riferimento a Francesco d’Assisi percorre questo testo, fino dal suo titolo. Il Papa stesso giustifica questo riferimento, dicendo: “Credo che Fran-cesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità” (n. 10). Tale idea di “ecologia integrale” percorre tutta l’enciclica e vuole ricordarci che il problema ecologico non è una questione settoriale, limitata al rapporto con l’ambiente inteso in senso stretto, quasi una sorta di “giardinaggio”, ma riguarda un insieme di problematiche ampie, quali la giustizia nei rapporti sociali, l’impegno per la pace, il rispetto della vita, che sono strettamente con-nesse al problema dell’ambiente. Rapporti giusti tra gli uomini e i popoli si riflettono in un giusto rap-porto con l’ambiente, mentre sfruttamento e ingiustizia nelle relazioni umane generano sfruttamento e inquinamento delle risorse naturali. Quando si parla di “ecologia integrale” si vuole invitare a questo sguardo d’insieme, che veda la profonda relazione che collega inquinamento, questione dell’acqua, cambiamenti climatici e perdita di biodiversità con la degradazione sociale, il deterioramento della qua-lità della vita umana e l’inequità planetaria. Il Papa declina la prospettiva integrale di questa ecologia mostrando i diversi ambiti in cui si sviluppa e parlando di ecologia ambientale, economica e sociale, strettamente connesse tra loro, come pure di ecologia culturale, riguardante la vita quotidiana. Il Papa invita in special modo i cristiani a una “conversione ecologica”...».

Celebrazione francescane della canonizzazione di Junipero SerraIl 24 settembre presso il convento della Custodia di Terra Santa in Washington, DC, il Ministro ge-

nerale ha presieduto la Messa di ringraziamento per la canonizzazione di Junipero Serra. Hanno parte-cipato vari francescani e il Vescovo di Majorca, luogo di nascita del nuovo santo.

10 anni fa veniva ucciso Angelo Radaelli

FRATERNITAS ita Vol. XLVIII. Nr. 226 - OFM Roma - Email: [email protected] - 1.11.2015

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34 - Notiziario Frati Minori dell’Emilia-Romagna

I Frati della Fondazione «Nostra Signora dell’Africa», Congo/Brazzaville, e vari Ospiti, hanno vo-luto ricordare l’uccisione di Fr. Angelo Radaelli, avvenuta il 12 settembre 2005 – per non dimenticare, perché altri sappiano e per restare in comunione con lui –, presso il Centro che ospitano i ragazzi in cer-ca di rifugio e di speranza. La commemorazione è consistita nella benedizione, da parte del Nunzio in Congo/Brazzaville, di una grande Croce verde in ferro piantata nel giardino del Centro e realizzata dai ragazzi, con la scritta che ne ricorda i 10 anni; nella benedizione della Cappella; nella celebrazione della santa Messa presieduta dal Nunzio.

Celebrati i 400 anni dall’arrivo dei Francescani “Recolletti” in CanadaÈ stato ricordato solennemente l’arrivo dei Frati Minori Recolletti in Canada 400 anni fa. Infatti, nel

1615 arrivarono quattro Francescani Recolletti per evangelizzare gli Indigeni e per servire i coloni fran-cesi. Il 400° anniversario dell’arrivo dei Francescani Recolletti è stato ricordato con varie iniziative: un Simposio tenuto nell’Università Lavala a Québec; celebrazioni eucaristiche, presiedute dall’Arcive-scovo di Montréal e dal Vescovo di Trois-Rivières; conferenze sui Recolletti a Trois-Rivières e a Mon-tréal di Fr. René Bacon, OFM, il quale ha contribuito grandemente alla pubblicazione del Dictionnaire biographique des Récolletts missionnaires en Nouvelle-France, edito da Bellarmin nel 1996.

Capitolo delle Stuoie in CanadaNei giorni 21-22 settembre, 2015, le Entità OFM canadesi: la Provincia di S. Giuseppe (Cana-

da Orientale), della Provincia di Cristo Re (Canada Occidentale), della Fondazione della Provincia dell’Immacolata Concezione Ontario (Toronto), della Custodia Croata della Sacra Famiglia (Chicago), e i Frati Francescani Lituani di Toronto, si sono riuniti con il Ministro generale Fr. Michael Perry, OFM, e il Definitore Generale Caoimhín Ó Laoide, OFM, per celebrare la loro varietà culturale, ma molto più la loro comunione, e per condividere le loro storie, così come il loro comune zelo evangelico. Il Capitolo delle stuoie, bilingue (francese e inglese) e interprovinciale, si è svolto sul tema “Condividere le nostre storie/Partager nos histories”, con lo scopo in primo luogo, di costruire relazioni fraterne, ma anche per aiutare i Frati canadesi nel loro viaggio verso la ristrutturazione e il rinnovamento della loro vita e mis-sione nella terra rivendicata da Champlain e a servizio del popolo canadese.

Gli Ebrei hanno festeggiato a MostarGli Ebrei di Mostar hanno festeggiato la Pasqua (Pesach) nei locali del Convento francescano dei

santi Pietro e Paolo di Mostar, nella notte tra venerdì e sabato il 3-4 aprile 2015. Il Convento francesca-no, con a capo il Guardiano Fr. Iko Skoko, ha organizzato il Seder di Pesah per tutti gli Ebrei di Mostar e i loro ospiti. Alla festa hanno preso parte anche i giovani Ebrei di tutto il mondo che studiano al collegio United World College a Mostar. La festa del Seder di Pesah è iniziata con la preghiera e gli auguri. Erna Danon-Cipra, Vice Presidente della Comunità ebraica di Mostar, ha detto che la celebrazione di Pesach, festa centrale ebraica, nei locali del Convento francescano dei santi Pietro e Paolo, è un avvenimento unico e un gran segno di dialogo interreligioso a Mostar. Inoltre, ha ringraziato i francescani di Mostar per questo gran dono a loro Ebrei, ma anche per il gran segno di dialogo interreligioso e di collabora-zione nella città sulla Neretva! La signora Danon-Cipra ha espresso, infine, la speranza che il dialogo interreligioso continuerà anche in futuro!

Il francescano olandese Sebaldus Linders: “Giusto tra le Nazioni”Il 9 settembre scorso la lunga lista dei “Giusti tra le Nazioni”, stilata da Yad Vashem, si è arricchita

di un nuovo nome, quello del francescano olandese padre Sebaldus Linders (1907-1944), che, negli anni roventi della seconda guerra mondiale, ascoltando la voce della propria coscienza, seppe fare una scelta coraggiosa, schierandosi apertamente dalla parte dei perseguitati piuttosto che restare in silenzio ad osservare lo scempio perpetrato dai nazisti sotto i suoi occhi ai danni degli ebrei, adoperandosi per nasconderli all’interno della sua parrocchia di Alverna a Wijchen e nelle altre zone circostanti, tanto che alla fine grazie al suo intervento almeno sette bambini e parecchi adulti riuscirono a salvarsi.

Firenze - Francescani e la prima guerra mondialeIl 24 ottobre 2015, presso il Convento san Francesco, in Via Antonio Giacomini, si è tenuta una Gior-

nata di studio su I Francescani e la prima guerra mondiale. Sono interventi: R. Pertici (La situazione politico-religiosa in Italia e in Europa alla vigilia del primo conflitto mondiale); A. Guasco (I vescovi

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Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 35

francescani e la prima guerra mondiale); G. Buffon (I Francescani di Terra Santa e il primo conflitto mondiale); L. Bertazzo (I Frati Minori Conventuali veneti e la grande guerra); G. Ingegneri (I Frati Mi-nori Cappuccini veneti e la prima guerra mondiale); M. Odorizzi (Con lo sguardo oltre la tragedia. I Fra-ti Minori del Tirolo italiano nella grande guerra); A. Maiarelli (I Frati Minori toscani e il primo conflitto mondiale). M. Roncalli ha tirato le conclusioni della Giornata di studio.

J. Dalarun alla PUA, Roma Promosso dalla Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani (Pontificia Università Antonia-

num) si terrà il 21 aprile 2016, a partire dalle 15, un seminario di studi su TOMMASO DA CELANO, Vita beati patris nostri Francisci – Vita brevior, edita da Jacques Dalarun. Alle relazioni di Giovanni Paolo Maggioni, Felice Accrocca, Marco Guida e Filippo Sedda seguirà una discussione con il prof. J. Dalarun.

Onomastico del Ministro generaleIl 29 settembre, nella Curia generale, in occasione della festa degli arcangeli era celebrato con gran-

de solennità la Festa onomastica del Ministro generale, Fr. Michael A. Perry, OFM. I Frati della Curia generale vi hanno partecipato, oltre agli altri Frati delle case dipendenti dal Ministro generale a Roma. Inoltre, erano presenti Fr. Marco Tasca, Ministro generale OFMConv., Fr. Mauro Jöhri, Ministro ge-nerale OFMCap., Fr. Eligio Gelmini, OFM, del Mondo X, Fr. Agostino Esposito, OFM, Ministro pro-vinciale di Napoli-Caserta e Sr. Mary Melone, Rettore della PUA, ed altre religiose vicine alla Casa ed alcuni amici o benefattori della Fraternità.

Settimana di formazione in Curia generaliziaNei giorni 5-9 ottobre, i Frati della Curia si sono riuniti per la programmazione e orientamento del

prossimo sessennio. Inoltre, due giorni sono stati dedicati al tema «Metodi e strumenti per la collabora-zione e la comunicazione» coordinati da Dr. Mario Becciu.

Libri Francescani* GIUSEPPE CASSIO - PIETRO MESSA, Il cibo di Francesco. Anche di pane vive l’uomo,

Edizioni Terra Santa, Milano 2015, pp. 96. Nella selva di pubblicazioni che si stanno affollando sul tema dell’alimentazione (stimolate certamente dall’Expo di Milano, che propone appunto il tema del cibo) una, crediamo, si distacca per originalità. Il volumetto (poco meno di 100 pagine, con un inserto di immagini in colore) ci introduce al rapporto di Francesco d’Assisi con il cibo. Nell’immaginario col-lettivo, Francesco avrebbe condotto una vita di stenti, quasi non avesse il primario bisogno di nutrirsi. Viceversa le fonti ci danno notizia di un Poverello «sano goloso», moderato estimatore del buon cibo, che sa apprezzare come dono e segno di letizia.

* PAOLAZZI CARLO, Lettura degli Scritti di Francesco d’Assisi, 3ª Edizione, Edizioni Bi-blioteca Francescana, Milano 2015, pp. 474.

L’Autore parte da un’analisi degli Scritti di Francesco d’Assisi ed arriva a tracciare il profilo di Fra-ternità e di vita «secondo la forma del santo Vangelo». La novità di questa nuova edizione consiste, so-prattutto, nel fatto che il testo degli Scritti è stato rivisto in base all’edizione critica apparsa nel 2009.

* CACCIOTTI ALVARO E MELLI MARIA (a cura di), Francesco plurale, Edizioni Bibliote-ca Francescana, Milano 2015, pp. 217. Il Volume raccoglie le relazioni tenute nel XII convegno sto-rico di Greccio, che si è tenuto nei giorni 9-10 maggio 2014, nei locali del santuario francescano. Con esse si è voluto condensare suggestioni, realizzazioni e lasciti disciplinari diversi che hanno segnato l’interesse per la figura di san Francesco nell’ultimo secolo.

TOMMASO DA CELANO, Leggenda di santa Chiara Vergine, Edizioni Paoline, Milano 2015, pp. 213. Attingendo alle testimonianze scritte durante il processo di canonizzazione e a quelle orali, l’Autore tratteggia l’itinerario di Chiara. L’introduzione, la traduzione e le note sono di Fr. Marco Guida, OFM.

LECLERC ÉLOI, La Fraternité en Héritage. Ma vie avec François d’Assise, Éditions Fran-ciscaines, Paris 2015, pp. 207. Si può dire: si tratta del Testamento del francescano Éloi Leclerc. Do-po l’incontro con l’Autore, vengono riportati diversi testi inediti di grande attualità, come quelli su san Francesco e la pace, l’ecologia e la vita spirituale. Al volume è allegato un CD con i testi più famosi di Frère Éloi.

Di Frate Alessandro uscirà il nuovo album, “Voice of Peace” Il 23 Ottobre 2015 uscirà “Voice of

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Peace”, terzo album di Frate Alessandro, con il quale completa la trilogia di CD realizzati per la Decca Records/Universal Music. Questi album custodiscono il messaggio universale di san Francesco, il fon-datore dell’Ordine a cui frate Alessandro appartiene. San Francesco ha annunciato Cristo piuttosto che se stesso, ha trasmesso al mondo Gioia e Pace, e ha sempre voluto restituire e condividere i doni che ave-va ricevuto da Dio. Frate Alessandro, seguendo le orme del Santo, vuole trasmettere lo stesso messaggio attraverso la sua voce, il dono che ha ricevuto da Lui. In “Voce di Assisi”, album di debutto e acclamato dalla critica, è risuonato chiaramente questo messaggio. Frate Alessandro ha, poi, annunciato la nascita del Salvatore nel secondo album, “Tu scendo dalle stelle” ed ora proclama il saluto di san Francesco – “Il Signore ti dia pace” – nel suo ultimo CD “Voice of Peace” che uscirà il 23 Ottobre.

Agenda del Ministro generaleNovembre:1-6: MESSICO: Celebrazioni per il 450° anniversario di fondazione della Provincia di SS.

Pietro e Paolo (Michoacan) 7: ROMA, Curia generale Ordine dei Predicatori: Inizio delle celebrazioni per il Giubileo

dell’VIII centenario9-20: ROMA: Tempo FORTE10: PUA: Festa del Beato Giovanni Duns Scoto16-20: Incontro Visitatori generali20: ROMA, XXX Conferenza Internazionale del Pontificio Consiglio per gli Operatori

sanitari: Relazione. “La gioia e la pace, fondamenti di una spiritualità ecologica”23-24: ASSISI: XXXI Convegno Formazione e Studi – COMPI25-27: ROMA: 86^ Assemblea Unione Superiori Generali (USG)28: ROMA, Seraphicum: Incontro interobbedienziale dei Frati delle Case dipendenti dai

Ministri generali30: ROMA, Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli: Assemblea Plenaria

NUOVI VISITATORI GENERALI:FR. MICHAEL WOO DELLA PROV. OUR LADY QUEEN OF CHINA (TAIWAN) PER LA

CUST. OF ST. FRANCIS (FENGXIANG - CINA)FR. FRANCISCO OLIVER ALCÓN DELLA PROV. INMACULADA CONCEPCIÓN (SPA-

GNA) PER LA PROV. DE LOS SANTOS MÁRTIRES DE MARRUECOS (PORTOGALLO)FR. NIALL O’CONNELL DELLA PROV. OF IRELAND PER LA PROV. OF IMMACULATE

CONCEPTION (USA)FR. AMBROGIO NGUYEN VAN SI DELLA PROV. DI S. FRANCESCO D’ASSISI (VIE-

TNAM) PER LA PROV. DI CRISTO RE (CANADA)FR. JAKAB VÁRNAI, OFM DELLA PROV. MAGNA DOMINA HUNGARORUM (UNGHE-

RIA) PER LA CUST. DI TERRA SANTA (ISRAELE)FR. FABIO BERTI DELLA PROV. DEI SS. APOSTOLI PIETRO E PAOLO (ITALIA) PER LA

PROV. DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE BVM (ITALIA)FR. DYMITR ŽEGLIN (HA SOSTITUITO A JERZY W. SZTYK) DELLA PROV. DELL’AS-

SUNZIONE DELLA B.V.M. (POLONIA) PER LA PROV. DI SAN FRANCESCO D’ASSISI (PO-LONIA)

FR. JOHN GERRARD MOORE DELLA PROV. N.SRA DE GUADALUPE (PANAMÁ Y CEN-TROAMÉRICA) PER LA PROV. DE SAN FRANCISCO SOLANO (ARGENTINA)

FR. GABRIEL NGGA DELLA CUST. OF ST. FRANCIS (WEST PAPUA) PER LA PROV. OF ST. MICHAEL ARCHANGEL (INDONESIA)

FR. GINO CORREA DELLA PROV. OUR LADY OF GUADALUPE (USA) PER LA PROV. S. PEDRO BAUTISTA (FILIPPINE)

FR. JESÚS HERNÁNDEZ MARTÍN (ASSISTENTE) DELLA PROV. INMACULADA CON-CEPCIÓN (SPAGNA) PER LA CUST. DI TERRA SANTA (ISRAELE)

FR. GUIDO ZEGARRA PONCE DELLA PROV. DE LOS XII APÓSTOLES (PERÚ) PER LA PROV. DE SAN FRANCISCO DE QUITO (ECUADOR)

FR. DOMINIQUE JOLY DELLA PROV. BIENHEREUX JEAN DUNS SCOT (FRANCIA-BELGIO) PER LA CUST. DE MARRUECOS (MAROCCO)

FR. FRANCISCO GEARÓID O’CONAIRE DELLA PROV. N.SRA DE GUADALUPE (PA-NAMÁ Y CENTROAMÉRICA) PER LA PROV. S. BARBARA(USA)