Cuore Cobalto, numero atomico 27.

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Come le corse di Serginho, i viaggi in macchine e il letto freddo sulle note di Cody ChesnuTT.

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Stai aspettando il discorso razionale, quello che ti presenta questo lavoro, il modo giusto per iniziare la lettura con qualche base solida in mano, capace di ricordarti il perchè lo stai facendo.

No.

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Voglio liberarmi di tutto questo, perche’ tenere le fotografie in cantina puzza.

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Partendo dal semplice fatto che domani, in ogni caso, andrai in bagno.

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Domani ci commissioneranno una poesia. Esatto, però non quelle piene di figure retoriche che piacciono alle ragazzine di 18 anni che frequentano licei scientifici in periferia, ma piuttosto quelle di strada, racconti paranormali, che quasi ti viene voglia di mangiarli con la parete. Del resto, la pancia è una sola e non serve un piatto di pasta a raccontarla ma una semplice chiamata telefonica. Dai ammettilo, anche tu che stai leggendo sei una persona malinconica, almeno una volta nella vita ti sei sentita complice di un furto, con la coscienza sporca. Non parlarci di sentimenti ti prego, o almeno non farci la morale, perchè in fondo scopavamo tutti al buio dentro casa a 16 anni. Si tratta di pancia, e non per forza serve una preghiera e nemmeno l’amore. Stitico? Sciolto? Vedi come si lega tutto, dall’amore alla tazza del cesso il passo è breve, così come dal grande pubblico alla strada, dal liceo scientifico alla scuola materna, da tua madre alla tua ragazza, da tuo figlio a mio nipote.

Bene, bis.

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Avrebbero raccontato questo concetto in televisione...

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Il grande connubio tra bene e male ma anche tra bianco e nero, alto e basso ma soprattutto vincente o perdente ancora non si riesce a identificare con una formula matematica ma bensì con un giudizio popolare. La democrazia è la più grande delle dittature ma non siamo qui per parlare di questo ma piuttosto crea un deficit mentale (non indifferente) sostenere nel 2012 se una persona sia buona, vincente e/o brutta: se una cosa è meravigliosa? La misura, gli aggettivi e le categoria per i sentimenti e per le persone sono spreco popolano e bieco ma questo fortunatamente lo sappiamo in pochi.

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Sapevi, anche se non tolleravi mai di ammetterlo, che in fondo, sei un essere umano con diversi problemi di natura personale. Non si parla della solita timidezza che hanno i jukebox nei bar di provincia, ma di concrete animazioni nella tua testa. Vai a capire i tuoi pensieri quando c’è freddo fuori e la nebbia cala a questa velocità, magari non è tutta colpa di tua nonna che ti dava da mangiare la nutella low cost mentre gli altri si prendevano la nintendo, però in qualche modo sei arrivato a comprenderti. Lego giallo, due attaccature, lego rosso quattro attaccature, la base è il lego blu con sei attaccature, gioco facile, non troppo complesso. Così anche i rapporti, concerto e pubblico, artista e uomo, tu e io, noi e voi, tutti e il resto del mondo.

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Bel casino, pare semplice ma poi non lo è, ci siamo letti in testa una serie di cose che ci fanno stare bene: Martino, il ciliegio e la grande lotta per valori e ideali che non moriranno mai, quella ragazza che ti guarda affranta, delusa ma sempre complice, eternamente complice, costantemente complice, robe che la lontananza non potrà mai sconfiggere, ora è per sempre, la comunicazione digitale tutto uccide tranne questo. Poi ci sarebbero quei ricordi pre scolastici, tipo la colazione alle 7.45 quando già ti ritrovavi in ritardo e in casa non c’era nessuno, solo Antonello Piroso, il giornalista con il tatuaggio, quello scansato da Mentana, che ti raccontava che la giornata non sarebbe mai stata peggiore di così. Oh, e il goal di Lucarelli a San Siro? quanti ricordi rendono finalmente giustizia a quel pensiero iniziale, sei una persona, hai dei problemi e non è nulla di grave.

avanti il prossimo, coraggio.

Misantropo e’meglio.

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Superlativo modo di interpretare le cose e non stiamo parlando dell’ultimo disco che avete ascoltato. Sono passate 8 ore, 8 eterne ore dove hai ascoltato chilometri di musica che quasi la pesi al kg ma ciò non conta più, ci sono bricioli d’anima come puntine di giradischi, che in ordine sparso ci ricordano:l’ultima volta che hai fatto l’amore, il sorriso di tua mamma, i film della fandango, il 1970 dove si stava bene perché si stava peggio, quella ragazza con gli occhi chiari che hai aspettato fino a 40 anni, la macchina gialla che a 6 anni ti faceva paura, babbo natale perché non è mai esistito, le canzoni di Luigi Tenco, il bacio mancato, il pianto angosciante di un figlio che perde suo padre, i ragazzi di 16 anni che non ci sono più e non è giusto - mai lo sarà e per sempre ci batteremo, le forze dell’ordine senza numero di matricola, l’odio a tutti i costi, quella volta in cui siamo scappati e non ero vestito da principe azzurro,

Il sorriso di tua mamma.

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lo specchio la mattina dove ti sembri l’ultimo ma fondamentalmente sei uno dei tanti, i libri di Nick Hornby, la partita tra Safin e Sampras sul cemento, i capelli sempre voluminosi della nonna, la pubblicità dell’Alfa Romeo con la voce di Luca Ward, i ladri di biciclette, i fasci appesi come porci, i coltelli dello chef Tony, l’ultima volta che ti sei drogato, i versi delle poesia di Pablo Neruda, il maglione a collo alto, la selezione all’ingresso, quando ti lavi i denti dopo pranzo, le stelle cadenti che non trovi mai, quell’urlo di Gaston Gaudio, te stesso in generale e l’affetto per le persone a cui tieni.

Queste cose non si scambiano per nulla al mondo, servirebbe una penna fatta con le vene.

saluti.

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Pensavamo adesso, che poi vale per le ultime settimane. Aspetta, ricapitoliamo, orgasmo ancora orgasmo e piacere nel veder soddisfatto qualcuno, possibile? Potere alle palpebre del cervello inconsapevoli di quanto stiano guardando. Freddo, non è mente da inverno, macina veloce l’esterno. Bastava anche uno sguardo, che poi le mani sapevi dove metterle, l’hai sempre saputo, lo dicevano le giovani marmotte mentre mediaset vendeva le pellicce su rete 4. Di nuovo freddo, è mente da inverno, questa volta c’è il piumone e 40 gradi corporei, ricordati che il giorno dopo continuerà ad esplodere le testa e tenterai di coprirti ma ti sei appena lavato i capelli e domani la sveglia suona alle 7.45. Caldo, ma dentro è freddo, sono 30 giorni quasi e non ci vedremo per settimane, l’unico pensiero va al 1999 e le prime tirate con la playstation, adrenalina allo stato puro anche di notte; il solo pensiero di faceva svegliare presto la mattina, una droga, un chiodo fisso. Sconnesso ma sottile, flebile ma coerente, controsenso anche se fa freddo e non è inverno.

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Quella sera c’erano le trombe.

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Nota di classe numero 4, suonava così, era ancora lunedì pomeriggio:

Dobbiamo assolutamente rivalutare il rapporto con le donne, esatto quello fatto di sesso, preservativi di lattice e preliminari veloci. Ci siamo, si parte, occhi dentro occhi, e fino a qui tutto bene, mani nelle mani, sorrisi dentro sorrisi che poi diventano baci che a loro volta hanno come protagonisti lingue, salive e respiri. Dai, ci stiamo gasando, voi che leggete vi state scaldando, nella vostra testa l’ultimo (o il primo) amplesso. La pelle che rivela una certa anima nel momento in cui, è quasi il momento. Manca la penetrazione, l’orgasmo e soprattutto l’arresa dei propri corpi postuma al rapporto. Non siamo qui per raccontarci queste cose, ognuno darebbe le proprie sfumature e sinceramente verrebbe fuori dei ritratti anche grotteschi, se non si riuscisse a cogliere per davvero il significato di tutto ciò.

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Torniamo al punto centrale, alla nota di classe numero 4 di un lunedì pomeriggio, dove finalmente abbiamo capito l’importanza e la bellezza nel dormire accanto a una donna senza sfiorarla fisicamente, ma guardandola addormentarsi sotto le coperte come un ghiro o un panettone nella cesta da mandare ai parenti. Ah voi direte cazzate, però francamente in quel momento esatto, in cui la persona che dorme di fianco a te, cede la sua razionalità al potere di Morfeo (non Domenico) potresti per davvero capire se sei innamorato di lei/lui. No ma questo è testato scientificamente, anche Luigi Tenco parlava sempre del tempo nelle sue canzoni ed è per questo che tutto ciò è finito nel registro di classe.

Fate una prova, suona bene.

Delinquere, mancare.

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Perchè dai, anche voi vi sarete innamorati del pensiero di essere innamorati dell’altra metà, quella complice, che ti completa, contempla e capisce. Quella del non c’è x senza y, pari e dispari, bianco e nero, alto e basso, bello e brutto, marmellata e burro sul pane la mattina, il cielo e la terra, il sole e la pioggia, il letto e la cucina, il fare all’amore e il sesso, l’anidride carbonica e l’acqua, la virtus e la fortitudo, il nome e il cognome, il tremolio delle gambe e l’eleganze del polso, l’orologio firmato e la catena al collo, il battito e il contro battito, le gome asciutte e il ghiaccio per terra, il pensiero e il chiodo fisso, l’odio e l’amore, il computer e la penna, la birra e la vodka, l’occhio chiaro dentro l’occhio scuro, il capello corto e quello lungo, i due corpi nel letto e la squadra di calcio, Michele Serra e Loris Facci, le canzoni Killa e quelle di Ghemon, il sublime rintocco delle campane a mezzanotte e il grande dolore di una perdita, la mamma e il papà, il rock e l’elettronica, la nintendo e la playstation, il vento e la stanza chiusa.

Tredici diviso due.

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Si, circa così, che poi non si parla di opposti ma di una cosa che completa l’altra, una roba che si metti ad analizzare e pensi a Loris Facci e Michele Serra in un salotto televisivo, viene fuori qualcosa di fantastico, così come il tuo nome e il cognome ma anche la birra dopo una vodka liscia. Dai non facciamo i puristi, che poi magari tra qualche mese, come al solito ci ritroviamo da soli per guardarci indietro e sentire un gran freddo alle gambe, perchè l’altra metà è partita, come la poesia che non c’è più. Ed è proprio così che si sentiva l’ultimo ciclista prima della salita che l’avrebbe consacrato nell’olimpo, un uomo solo, forse al comando, ma sicuramente solo. Amare non è una bestemmia, è solo un comandamento che mette in moto tutto. Tutti abbiamo una musa, seguila.

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Quindi alla fine della tempesta c’è sempre un grandissimo sole. Diciamolo che la mattina, appena ti svegliavi non potevi fare a meno di lei, non è la mamma e neppure la stufa che ti riscaldava l’ambiente. Ma dai, proprio lei, quel sorriso e le labbra? No, come siete scurrili e maliziosi, pensate subito all’organo sessuale femminile, ma per chi c’avete preso? Forse è la Poesia cantata da un noto gruppo, oppure la fantasia stessa, quella che ci porta a scrivere tutto questo. Per amore solo per amore, il motto, cuore e meccanismo che regola tutto, ma oltre a nascere da una squadra di basket cittadina è anche una giovane esperienza personale. Ricca di voli pindarici, quelli che non si stancano mai di crearsi. Una lettera d’amore avrebbe più significato di un poema del genere, ma questo è amore, in una qualche forma non scritta.

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Per amore solo per amore.

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Suono lento, alla lavagna. Questi erano circa i 14-15 anni e potrebbero esser descritti così:

L’occhio chiaro, il sorriso perfetto, le labbra poi... un viaggio che manco avresti potuto sognare, capelli color autunno e tantissime foglie cadute, buon passo, una certa prepotenza e quanta delicata sofferenza. C’è personalità, da vendere, quasi a intimidirti, da piccola pare abbia giocato un sacco con i lego, quelli fatti perbene, solo da multipli di 4 e con colori vari, dal rosso al nero, passando per il blu e il giallo, ma l’arancione? Chi ha mai visto il lego arancione? Gamba tremula, manco ti regge, sudore freddo e attacco di panico. Sarà umana pure lei no? Di nuovo, vibrazione, petto gonfio e chewing gum secco, manca la saliva per poter parlare. Respira, respira, prometto solennemente che mi toglierò dalla testa tutto questo il giorno in cui avrò perduto la mia verginità. Ancora qui, è tempo di guardarsi, finalmente hai ottenuto qualcosa, come ti presenti? Cosa fai? Hobby? Segno zodiacale? Bo, ricominciamo tutto da capo.

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Gamba tremula, attacco di panico, vibrazione, petto gonfio sguardo e questa volta perfino una carezza. Cavolo, ora la faccenda si fa veramente dura, ma giuro dopo la prima scopata, tutto questo passerà, l’utopia svanirà e tornerai depresso in un bagno del centro storico. Questa volta ci sono le labbra protagoniste, è un casino, che facciamo? No perché se volessi chiuderla in rima ci sarebbe una soluzione senza tanti compromessi, però provate voi ad avere un rapporto sessuale con un sogno, nel sogno. Neanche un racconto di Stefano Benni, avrebbe potuto descrivere questo dramma adolescenziale, meglio di questa clamorosa presa di coscienza. Forse, ma non è ancora certificato, viviamo all’interno di un sogno, esatto tipo matrix, quel film lì, probabilmente finiva così oppure è sempre stato idealizzato in questo modo. Fondamentalmente quanto raccontato è masturbazione, però vedi mai che nella vita incontri davvero un qualcosa del genere.

Una cosa è certa, lo riconosci subito quel momento.

Olio extra vergine.

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E poi del domani parleremo ad agosto, magari quando in città non ci sarà nessuno che ci potrà rompere le scatole ma soprattutto le stelle, che vengono continuamente inquinate dallo smog quotidiano. I figli che non avremo, i chilometri di distanza e quei nevrotici giorni che ci separano. Una canzone, apparentemente brutta, racconta di una frase quasi banale che recita così: “ma se tu mi amassi, me lo diresti?”, francamente in quanti di noi ci hanno creduto, per mesi, anni, ore, secoli. Sono cadute dittature per colpa di questo semplice pensiero, eppure quei pochi ci hanno fondato imperi, spirituali, sentimentali e così personali da dover esser raccontati nei libri di storia. E’ un semplice gioco di addizioni e sottrazioni, più e meno, forse qualche moltiplicazione ma mancano le famose divisioni, quelle tra futuro e sacrificio che portano alla realtà. Quanto spaventa stare bene ed esser felici non si può dire, altrimenti si passa per eretici e anti costituzionalisti, ma qualcuno in fondo lo capirà e non sono i soliti veggenti da quattro soldi ma essere umani, capaci di stare in questo mondo.

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Macchina piccola, grandi cuori.

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Tutto questo è per te, non te lo saresti mai aspettato eppure, dalle macchine ai temporali, dal cielo autunnale ale stelle, passando per il

dentifricio e le cose “buone”.

Il tempo lo racconta Tenco, preoccupiamoci di non aver mal di stomaco le sere in cui fa

freddo, anche se fuori c’è il sole.

Grazie della lettura, davvero.

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Tutto questo è per te, non te lo saresti mai aspettato eppure, dalle macchine ai temporali, dal cielo autunnale ale stelle, passando per il

dentifricio e le cose “buone”.

Il tempo lo racconta Tenco, preoccupiamoci di non aver mal di stomaco le sere in cui fa

freddo, anche se fuori c’è il sole.

Grazie della lettura, davvero.

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