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Generalità sugli isotopi radiogenici e metodo di datazione U/Th

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Generalità sugli isotopi radiogenici e metodo di datazione U/Th

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Joseph John ThomsonPremio Nobel per la fisica 1906

Dallo studio dei raggi catodici Thomson comprese che l’elettrone è una particella

subatomica, la prima ad essere scoperta.

Nel 1912 realizzò il primo spettrometro di massa, lo strumento che consentiva di

determinare il rapporto tra la massa e la carica degli ioni.

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Isotopo, dal greco ἴσος (ìsos, "stesso") e τόπος (tòpos, “luogo")

Cosa è: un atomo di uno stesso elemento chimico (medesimo numero atomico Z)

con un diverso numero di massa A > quindi con differente massa atomica

Il numero atomico (Z) è il numero di protoni contenuti in un nucleo atomico

Il numero di massa, (A) è la somma del numero di protoni e neutroni totali (nucleoni)

La differenza dei numeri di massa è dovuta ad un diverso numero di neutroni presenti

nel nucleo dell'atomo, a parità di numero atomico.

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Con il termine isòbari sono chiamati atomi di elementi diversi con lo stesso numero di massa (es. 14C e 14N).

Con il termine isòtoni sono chiamati atomi di elementi diversi con lo stesso numero di neutroni (es.56Fe e 58Ni hanno

entrambi 30 neutroni).

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Gli isotopi di uno stesso elemento (es. 12C, 13C, 14C) hanno quasi le stesse caratteristiche chimiche.

Per questo motivo si comportano in modo quasi identico nei processi di formazione dei minerali che compongono le

rocce, nei processi biologici, nei fenomeni atmosferici etc. (eccezione notevole sono gli isotopi dell'idrogeno)

Tuttavia, le differenze di massa daranno come risultato la

parziale separazione degli isotopi leggeri da quelli pesanti

nel corso di processi chimici e fisici (es. diffusione, evaporazione).

Questo processo si chiama frazionamento isotopico (en.

isotope fractionation).

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Conseguenze del frazionamento isotopico: in natura gli elementi chimici sono rappresentati da più di un isotopo, ossia

come una miscela isotopica (en. isotope mixture), la cui

composizione varia in funzione dei fenomeni idro-geochimici o biologici che hanno determinato tale miscela.

Esempio: il carbonio in natura è una miscela di tre isotopi, 12C, 13C e 14C.

Rispetto alla quantità globale di carbonio: 12C - 98,89% 13C - 1,11%, 14C – in tracce (1 atomo ogni ~ 1012 atomi di 12C; radioattivo).

English reading:

12C carbon twelve, 13C carbon thirteen, 14C carbon fourteen.

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Gli isotopi sono considerati stabili (en. stable) o non stabili (en. unstable); detti anche isotopi radioattivi

Il concetto di stabilità non è netto.

Esistono infatti isotopi "quasi stabili“: cioè, pur essendo radioattivi,

hanno un tempo di dimezzamento estremamente lungo anche se confrontato con l'età della Terra di 4.5 Ga.

Teorie recenti ipotizzano che nessun isotopo è da ritenersi propriamente stabile.

Nell'ultima parte del corso ci occuperemo degli isotopi radiogenici.

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Geochimica degli isotopi radiogenici

•Non tutte le combinazioni di protoni e neutroni danno luogo a un nucleo stabile

•Generalmente i nuclei stabili hanno un numero di protoni (o numero atomico Z) ≈al numero di neutroni (N).

•Nel nucleo esiste una tendenza dei protoni a respingersi reciprocamente.

• Esiste una forza più intensa della forza di repulsione tra protoni che agisce da

‘collante’ del nucleo: si tratta della forza nucleare forte.

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Cosa accade quando il nucleo di un atomo diventa instabile e si trasforma

(decade o trasmuta) in una configurazione più stabile?

- Si ha il decadimento dell’atomo che trasmuta in un altro atomo che a sua volta

può essere stabile o radiogenico.

- Qualora vi sia una successione di decadimenti che trasmutano un atomo

“genitore” in altri atomi “figli” si parla di catena di decadimento. L'insieme degli

elementi ottenuti per decadimenti successivi costituisce una famiglia radioattiva.

-Il fenomeno più rilevante associato al decadimento è la radioattività, che può

essere di origine naturale o artificiale, che è legata all’emissione di particelle con

caratteristiche diverse.

- Il decadimento nucleare ha luogo secondo dei tassi di trasformazione che

seguono le leggi del decadimento radioattivo.

- Le radiazioni prodotte nel corso del decadimento radioattivo interagiscono con

la materia trasferendovi energia

Geochimica degli isotopi radiogenici

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I decadimenti nucleari presentano tre classi principali (Modello di Rutherford):

�decadimento alfa

�decadimento beta

�decadimento gamma

Il decadimento alfa e il decadimento beta cambiano il numero di protoni nel

nucleo e quindi il numero di elettroni che vi orbitano attorno > cambiano la natura chimica dell'atomo stesso

Il decadimento gamma avviene fra stati eccitati dello stesso nucleo e comporta

solo la perdita di energia.

Geochimica degli isotopi radiogenici

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E’ possibile prevedere quando un atomo di un elemento radiogenico decadrà? NO

Tuttavia, dato un campione di un determinato isotopo, è possibile stimare

statisticamente il numero di decadimenti che accadrà in un determinato intervallo

di tempo mediante una legge di decadimento che ha un forma esponenziale.

Supponiamo di avere un campione di N0 atomi; il numero di atomi che decadranno

dopo un intervallo di tempo t sarà dato da:

N(t) = N0e-λλλλt

Geochimica degli isotopi radiogenici

Dove λ è la costante di decadimento radioattivo.

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N(t) = N0e-λλλλt

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Geochimica degli isotopi radiogenici

Ogni atomo di un elemento radiogenico “vive” per un tempo preciso prima di

decadere e la vita media, ττττ, è data dalla media aritmetica dei tempi di vita di tutti gli atomi della stessa specie.

L’emivita (o tempo di dimezzamento) t½ è il tempo necessario a far decadere

un numero di atomi pari alla metà del totale ed è legato alla costante di decadimento, λλλλ, dalla relazione:

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Geocronologia U–Th–Pb

Il metodo di datazione U/Th (Ivanovich e Harmon, 1992) si basa sul decadimento

di alcuni isotopi della “famiglia radioattiva” del 238U

A partire da 238U, le reazioni di decadimento portano alla formazione di 234Th,234Pa (protoattinio), 234U, 230Th e così via sino al 206Pb, che è stabile.

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Geocronologia U–Th–Pb

Il metodo di datazione U/Th (Ivanovich e Harmon, 1992) si basa sul decadimento

di alcuni isotopi della “famiglia radioattiva” del 238U

A partire da 238U, le reazioni di decadimento portano alla formazione di 234Th,234Pa (protoattinio), 234U, 230Th e così via sino al 206Pb, che è stabile.

Trascorso un arco di tempo pari a circa 10 volte il tempo di dimezzamento più

lungo presente nella famiglia del 238U, ossia circa 750.000 anni (il tempo di

dimezzamento più lungo è quello del 230Th pari a 75.200 anni) si osserva che solo l’isotopo iniziale (238U) decresce senza interruzioni, e solo l’ultimo figlio (l’isotopo stabile 206Pb) cresce mentre gli altri isotopi intermedi sono in equilibrio.

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Geocronologia U–Th–Pb

Il metodo di datazione U/Th (Ivanovich e Harmon, 1992) si basa sul decadimento

di alcuni isotopi della “famiglia radioattiva” del 238U

A partire da 238U, le reazioni di decadimento portano alla formazione di 234Th,234Pa (protoattinio), 234U, 230Th e così via sino al 206Pb, che è stabile.

Applicazione basata sulla diversa solubilità In acqua:

•solubilità dell’U

•scarsa solubilità del Th

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Geocronologia U–Th–Pb

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Gli ambienti ipogei e la geocronologia U–Th–Pb

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L’acqua che circola in un massiccio carbonatico prende in carico sia carbonato di

calcio sia una minima quantità di Uranio.

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Using uranium-series dating of coralloid speleothems directly associated with

12 human hand stencils and two figurative animal depictions from seven cave

sites in the Maros karsts of Sulawesi, we show that rock art traditions on this

Indonesian island are at least compatible in age with the oldest Europeanart.

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The earliest of these is characterized by human hand stencils (made by

spraying wet pigment around hands pressed against rock surfaces) and, less

commonly, large naturalistic paintings of endemic Sulawesian land mammals,

including the dwarfed bovid anoa (Anoa sp.), Celebes warty pig (Sus

celebensis) and the ‘pig-deer’ babirusa (Babyrousa sp.).

These wild animal species are most commonly depicted in profile as

irregularly infilled outlines.

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METHODS SUMMARY

A small segment (100–200mm2) of each coralloid was removed from the rock

art panels using a battery-operated rotary tool equipped with a diamond saw

blade.

Each sample was sawn in situ so as to produce a continuous microstratigraphic

profile extending from the outer surface of the coralloid through the pigment layer

and into the underlying rock face.

The identification of a pigment layer overlain by an extensive accumulation of

calcite laminations within each coralloid.

In total, we obtained 55 uranium-series age determinations

The uranium series isotopes were measured on a ThermoFinniganNeptune

PlusMulti-Collector inductively coupled plasma mass spectrometer at the

Research School of Earth Sciences, Australian National University.

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Dating results from Sulawesi suggest that figurative art was already part of the cultural repertoire of the first modern human populations to reach this regionmore than 40 kyr ago. It is possible that rock art emerged independently at

around the same time and at roughly both ends of the spatial distribution of early

modern humans.

An alternative scenario, however, is that cave painting waswidely practised by the

first H. sapiens to leave Africa tens of thousands of years earlier, and thus that

naturalistic animal art from Leang Timpuseng and Leang Barugayya, as well as

Chauvet Cave in France,may well havemuch deeper origins outside both western

Europe and Sulawesi. If so, we can expect future discoveries of depictions ofhuman hands, figurative art and other forms of image-making dating to the earliest period of the global dispersal of our species.