Culture Del Turismo

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Appunti di antropologia culturale

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Metodo Zanoni esami da campioni è lieto di presentarvi

Gli appunti de “Le Culture del Turismo”

Il polo degli hosts

Capitolo 1

Analisi dell’impatto turistico sulle comunità locali: il turismo come fatto sociale totale

Con il termine “fatto sociale totale”, coniato dall’etnologo francese Mauss che partì dal concetto durkheimiano di “fatti sociali”, ovvero insiemi di azioni e rappresentazioni caratterizzati dal potere che essi hanno di esercitare una costrizione sugli individui, cioè i fatti che, indipendentemente dalla psicologia dei singoli individui, determinano dall’esterno il comportamento dei membri di una società (es. religione, istituzioni giuridiche, le norme etiche etc.), determinando, mediante meccanismo impersonale dell’obbligazione, l’adesione degli individui alle regole del corpo sociale di cui fanno parte.I fatti sociali totali possono essere definiti come elementi del sociale suscettibili di coinvolgere, nel loro accadere, la pluralità complessiva dei livelli sociali.Cioè fatti particolari che consentono di gettare lo sguardo su una molteplicità di altri elementi della vita sociale.Essi mettono in moto, in certi casi, la totalità della società e delle sue istituzioni e, in altri, solo un grandissimo numero di istituzioni.Mauss per esempio il potlach e il kula.Potlach di Boas: indiani del nord america della costa nord occidentale è un insieme di manifestazioni in momenti rilevanti di un individuo.Trovano la loro espressione in pratiche ostentatorie e distruttive di beni di prestigio e cibo, con il fine di affermare il proprio rango o di riacquistarlo nel caso in cui l’avessero perso.Mauss lo definisce come prestazione totale di antagonismo in virtù del principio di rivalità che sottintende il sistema scambio-dono.Kula di Malinowski: fenomeno economico importante nella vita dei trobriandesi.Malinowski individua due differenti tipologie di prestazioni implicite: le une realizzate nei limiti della comunità di residenza le altre nel corso di grandi spedizioni marittime di isola in isola che coinvolgono differenti tribù.E’ uno scambio di due soli beni: collane di conchiglie rosse (senso orario) e braccialetti con quelle bianche (senso antiorario).Gli oggetti ricevuti rimangono per un periodo limitato nelle mani del possessore prima di essere messe in circolazione.La detenzione temporanea di questi oggetti gioca un ruolo determinante per il prestigio e l’onore del suo possessore.I dono scambiati dai capi sono motivo di orgoglio per tutta la comunità.E’ il momento più solenne di un vasto sistema di prestazioni e controprestazioni che si estende a tutti gli abitanti delle Trobriand.Tutti e due racchiudono aspetti economici, religiosi, mitici etc. e, per Mauss, rispecchiano la totalità della vita sociale e delle istituzioni delle comunità analizzate.Alcuni antropologi individuano nel fenomeno turistico un’odierna visione di fatto sociale totale, definizione che indica il carattere pervasivo dei meccanismi turistici, in grado di condizionare dall’esterno il comportamento degli individui.Tale categorizzazione agisce su un duplice livello: 1) macrosistemico: a livello planetario, rappresenta il primo fenomeno in cui il contatto interculturale diviene una questione di massa; con

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la nascita di una vera e propria cultura turistica 2) microsistemico: a livello locale consente di individuare i diversi livelli del sociale implicati nella comparsa del fenomeno turistico.

Differenti attitudini rispetto all’impatto turistico

Elementi che si riscontrano nel processo di trasformazione di una comunità locale in una destinazione turistica:- Influenza sull’attitudine: accesso differenziato della popolazione all’industria turistica genererà

delle attitudini contrastanti (es. Kastellorizo sui generis di gestione turistica perché famigliare, lamentela da parte di chi non usufruisce dei benefici turistici).

- Modernizzazione vs tradizione: riconducibile al processo che Boissevain definisce dilemma delle comunità marginali; da un lato la comunità sente il desiderio di liberarsi dal loro modo di vita rurale e dell’altro sente la necessità di rimanere così poiché è proprio questa alterità che attira i guests.

- Cambiamenti dei criteri estetici: lo sguardo del turista è portatore di valori e interessi nuovi che provoca negli hosts, per es. a Kastellorizo, un’inversione dei criteri estetici per quanto concerne case, architettura, arredamento etc.l’attenzione dei turisti ha trasformato agli occhi dei locali le semplici abitazioni in oggetti di valore, perché considerati sinonimi di tradizione ed autenticità.

- Cambiamenti nei rapporti di potere, genere, status: il fatto sociale totale turismo è portatore di cambiamenti che contribuiscono a ridefinire le interazioni tra gli abitanti intaccandone la struttura sociale della comunità.Quelli che hanno guadagnato grazie al turismo, sono cresciuti di prestigio e nel loro status, viceversa degli altri.Nel caso Kastellorizo il cambiamento risiede nella modifica del valore d’uso della terra e delle case.Anche per le donne che prima era su di loro che si costruiva l’identità sociale dell’isola, anche se non godevano di particolari privilegi nella vita domestica e sociale.

- Cambiamenti dei valori etici: il rapporto continuato tra visitatori e visitati innesca una serie di reazioni che si inscrivono nella differenza di status, cultura e temporalità.Temporalità: differenza tra tempo libero dei guests e lavoro hostsStatus: i turisti abbandonano la solita identità giocando ad essere come se fossero ciò che nella loro vita non sono.Cultura: la presenza dei turisti ha subito, negli anni, un processo di normalizzazione, favorendo l’autonomia concessa alle ragazze.

Fino ad ora, sembrerebbe che le comunità si trasformano passivamente in destinazioni turistiche; ma così non è.

Capitolo 2

Strategie di resistenza

Messe in atto degli hosts che, in seguito al passaggio dal turismo di massa a quello culturale, caratterizzato da un incremento dell’attenzione dei guests nei confronti della componente umana delle località turistiche e dall’estensione dell’incontro ad una più elevata porzione della popolazione, sperimentano una nuova condizione, sospesa tra l’essere coloro che cercano di soddisfare i bisogni dei turisti ed essere al tempo stesso l’oggetto del loro interesse.Difatti i locali assecondano le esigenze dei turisti, visto che dal loro grado di soddisfazione dipende la prosperità dell’industria locale.

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Negli ultimi anni si è visto puntare, sia privati sia pubblici, a un turismo di qualità, non vogliono più le 4s, ma natura e popolazione locale, e modalità creative e culturali.Ma ciò ha creato tensioni e differenze tra hosts e guests, perché i visitatori, che vogliono scappare dalla quotidianità per rigenerarsi, pensano di poter abusare dei locali.

Gli hosts e gli agenti della rappresentazione turistica

2 casi che illustrano i conflitti in atto tra residenti ed autorità promotrici del processo di creazione di una località come attrattiva turistica.- Sardegna: analizza il conflitto tra la rappresentazione turistica degli abitanti di Abbasanta e

quella promossa dalle autorità regionali concernente il nuraghe di Losa e il passaggio da simbolo proprio a simbolo commerciale.Questo caso consente di riflettere sul tema teorizzato da Mac Cannell sul turismo: la rappresentazione dell’altro.I locali spesso devono accettare la rappresentazione di sé o della loro cultura, creata dagli altri, in cui sguardo è portatore di aspettative che devono essere in qualche modo soddisfatte e che possono oscurare l’esperienza della realtà.

- Almonte: villaggio andaluso esempio di risentimento nei confronti del processo di mercificazione turistica a causa della creazione di un beach resort a Matalascanas e la trasformazione sia della Romerià, una pellegrinaggio pentecostale trasformato da rituale locale a evento mediatico sia del Coto, l’ex riserva di caccia ora parco nazionale.

I locali di conseguenza mettono in atto una strategia di difesa che consiste nella creazione di controrituali che hanno luogo in spazi alternativi in cui lo sguardo turistico è circoscritto.

Resistenza per mediazione

In alcuni casi i locali mettono in atto delle strategie di resistenza per poter far fronte ai cambiamenti sociali e culturali indotti all’interno della loro comunità dall’impatto turistico.Esempio di una particolare resistenza retorica quella adottata a Pushkar, meta di di pellegrinaggio per gli induisti per risolvere l’ambivalenza tra una percezione del turismo come minaccia alla tradizione e alla religione e la dipendenza da esso di una larga percentuale degli abitanti.Due ricercatori la definiscono strategia per mediazione.La retorica locale viene costruita su due costrutti culturali: Kalyuga e governo nella triplice modalità esclusiva, religiosa e politica; consentendo ai locali di evitare un confronto diretto con i turisti individuandone una valvola di sfogo del loro risentimento.

Back regions e fronts regions: intimità culturale e autenticità rappresentata

Utile per l’analisi delle strategie e dei meccanismi di resistenza è la teoria di Goffmann, che definisce la vita quotidiana dell’individuo connotata dalla presenza di due piani paralleli: quello pubblico (front stage o ribalta) in cui l’attore mette in scena il suo io sociale e privato (backstage o retroscena) dove torna ad essere se stesso.Prima Mac Cannell poi Boissevain applicano questa teoria all’interazione turstica designando rispettivamente:- ribalta: luogo di incontro tra ospitanti e ospitati - retroscena: luogo dove i membri del gruppo interno si ritirano tra una prestazione e l’altra per

rilassarsi e prepararsi; definita da Herzfeld: intimità culturale.L’incontro hosts-guests si configura dunque in termini di opposizione tra desiderio dei visitatori di penetrare nell’intimità delle back regions e desiderio dei locali di tutelar la loro sfera privata cercando di circoscrivere lo sguardo dei turisti sulla superficie delle front regions.Non solo meccanismo di difesa ma reazione al processo di mercificazione della cultura.

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A volte anche resistenza agita in modo consapevole.Front region: luogo di applicazione di alcune strategie con cui gli hosts cercano di gestire la presenza dei turisti e di controllarne gli effetti negativi.

Le strategie:- Difesa segreta: strategie di resistenza passiva, messe in atto quotidianamente dai singoli che

consentono a coloro che occupano una posizione subordinata di trovare una sensazione di fiducia e rispetto di loro stessi; questi ultimi assumono comportamenti ostili burberi e insultano in dialetto locale i turisti; consentono ai locali di stabilire un confine netto tra loro e gli altri (es. Kamaki, una forma di autoaffermazione sociale, sorta di pratica competitiva di adescamento collettivo nei confronti delle donne straniere).

- Occultamento: strategie di occultamento che includono il differimento di rituali e cerimonie nella stagione invernale, posticipando i festeggiamenti alla partenza dei turisti, creazione di rituali alternativi che conservano l’antico valore coesivo per la comunità e celebrazioni in località segrete.

- Recinzione: di spazi o eventi, sia reale che simbolica per difendere la propria intimità (es. confinamento dei turisti in spiagge nudiste).

- Incremento dei rituali pubblici: che ha caratterizzato l’Europa, soprattutto eventi interni che celebrano l’identità delle singole comunità, sia sotto forma di riscoperta di antiche celebrazioni che di invenzione di nuove, entrambe investite della funzione coesiva e rafforzativa dell’identità comunitaria svolta tradizionalmente dai riti; a questo processo hanno contribuito anche gli emigranti che fanno ritorno a casa portando con sé idee relative a come dovrebbe essere la madrepatria che differivano da quelle dei residenti.Zahara de los Atunes né è un ottimo esempio: la presenza dei turisti interessati all’autenticità assieme al coinvolgimento delle amministrazioni locali ha fatto sì che si avviò un processo di riscoperta/re-invenzione di rituali pubblici: la castana una celebrazione inventata, il carnevale, celebrazione rivitalizzata e la feria, un festival organizzato dal comune che ha perso il suo significato originale.

- Protesta organizzata: i residenti a volte predispongono vere e proprie azioni di protesta organizzata contro istituzioni pubbliche o iniziative di privati che promuovono la commercializzazione delle loro back regions, senza il loro consenso; alcune sfociano in vere e proprie rivolte.(es. pescatori di Goa, donne in un villaggio messicano)

- Aggressione: talvolta le strategie di resistenza possono includere atti di aggressione nei confronti dei turisti anche se sono estremamente limitati.L’attitudine antituristica sembra iscriversi nello statuto stesso del turista occidentale che viene, il più delle volte percepito dai locali come rappresentante della propria nazione e corresponsabile della politica del suo paese d’origine e al tempo stesso ambasciatore di quella civiltà dell’abbondanza che ha imposto un nuovo ordine politico-economico al pianeta..

Capitolo 3 Il turismo tra autenticità rappresentate, tradizioni inventate, identità costruite

Per assecondare i turisti i locali innescano processi di rappresentazione dell’autenticità, ma grazie al loro sguardo, dei meccanismi di riscoperta delle tradizioni.Il processo di commercializzazione della cultura è implicito nella trasformazione di una località in destinazione turistica: snaturamento e degrado della cultura, da un lato, e rafforzamento dei confini culturali dall’altro.3 modelli che utilizzeremo per rileggere lo spazio turistico: Alarde, Amish e Bali.

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L’autenticità in antropologia, nella duplice accezione di principio orientativo della ricerca, sotto forma di ricostruzione e di comprensione delle società indigene nella loro integrità, da un lato, e di propensione etica, caratteristica dell’approccio evoluzionista e del concetto da esso veicolato.Questo concetto sembra conservare un potere suggestivo nell’ambito turistico, in termini di ricerca di culture locali autentiche come motivazione al viaggio e un’intensa forza simulativa, sotto forma dell’illusione dell’autenticità promossa dall’industria turistica.Il termine è ambiguo il cui uso originario è collegato all’ambito museale.Nel turismo viengono definiti autentici i prodotti materiali e immateriali, qualora siano realizzati da locali, seguendo i dettami del costume e della tradizione.E’ legato alla cultura tradizionale e all’origine, evocando un senso di genuinità, realtà ed unicità.Il concetto di autenticità può essere utilizzato per indicare una qualità percettiva dello sguardo del visitatore o una caratteristica oggettiva del sito di destinazione, suscettibile di una duplice lettura: critico-sociale ed estetica.- Prospettiva di critica sociale: richiama la critica culturale alla società di massa di Boorstin e

l’etnografia di della modernità di Mac Cannell.Entrambe definiscono la società moderna come caratterizzata da un elevato grado di alienazione ed inautencità. Ciò induce i turisti a cercare autenticità e realizzazione in altri luoghi, a loro volta prodotto di una costruzione artificiale di massa, in atto dai locali per venire incontro alle loro aspettative che si risolve per Boorstin nella creazione di pseudo-eventi e, nel caso di Mac Cannell, in un sistema di attrazioni che costituiscono simboli ad alto significato sociale.

- Prospettiva estetica: dibatte l’autenticità artistica dei manufatti indigeni contrapponendo una concezione estetica a una etnologica di arte; ovvero prodotto dell’azione umana collettiva destina all’uso e al soddisfacimento dei bisogni o oggetti irripetibili prodotti dall’estro dell’artista.

Esiste una nuova idea di tradizione: processo di rilettura del passato nel contesto di immagini ed idee perennemente reinterpretate e rinnovate.Il concetto autenticità evoca al tempo stesso l’idea di distanza e autenticità.Per spiegare il divario tra la limitata applicabilità del concetto di autenticità e la sua centralità negli studi sul turismo adottiamo 4 differenti approcci al tema dell’autenticità:- Approccio oggettivista: si rifà alla concezione museale e considera l’autenticità una qualità

intrinseca agli oggetti e presuppone un criterio assoluto ed oggettivo di misurazione; la critica: prospettiva incapace di rendere il carattere fuzzy della autenticità.

- Approccio costruttivista: l’autenticità non è una qualità oggettivamente misurabile di ciò che viene visitato, ma il risultato di una costruzione sociale che si esprime attraverso punti di vista, credenze e prospettive condivise o rapporti di potere.L’autenticità è quindi una nozione relativa, “negoziabile”.Un’autenticità simbolica che rappresenta una corrispondenza con i sogni, immagini stereotipate e aspettative sugli oggetti che sono esperiti come autentici non perché originali o reali ma perché percepiti come simboli dell’autenticità.Autenticità: proiezione dell’attributo sull’oggetto.

- Approccio postmodernista: dell’autenticità turistica sembra essere caratterizzato da un processo di decostruzione dell’autenticita, il cui esempio paradigmatico è l’iperrealtà incarnato da Disneyland, prodotto della fantasia e dell’immaginazione a cui non sono applicabili gli attributi di verità o falsità data l’assenza di un originale che possa essere usato come metro di riferimento.Il reale può trasformarsi in finzione e viceversa.In questa prospettiva l’autenticità funge da elemento di protezione, agendo come sostituto dell’originale e mantenendo i turisti lontani dalla fragile cultura della comunità di ricezione.Destrutturazione dei legami copia/originali e realtà/segno.Autenticità rappresentata: sostitua dell’originale: protezione.

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- autenticità esistenziale: si contrappone alle altre due visioni e si fonda sulla proposta di Wang come fonte alternativa di esperienze autentiche, in contrapposizione alle concezioni più tradizionali di autenticità turistica oggettiva e costruttivista. In pratica ha un orientamento postmodernista ed è l’insieme di sentimenti personali e intersoggettivi attivati dal processo liminale delle attività turistiche.In questo contesto la percezione dell’esperienza vissuta come autentica e il sentimento di autorealizzazione esperito sono associati non alla corrispondenza tra oggetti visitati ed originali ma alla pratica di attività non ordinarie e libere dalle costrizioni quotidiane (liminali).I turisti postmoderni sono interessati alla ricerca dell’autenticità di loro stessi con l’aiuto delle attività e degli oggetti visitati.Wang individua nell’autenticità esistenziale indotta dal turismo due dimensioni: una intra-personale e l’altra inter-personale.La prima allude alla centralità attribuita nelle pratiche turistiche alle sensazioni corporee e al corpo, veicolo dell’identità personale e organi primario della sensibilità e del piacere.La seconda allude alla ricerca dell’autenticità sociale; può essere finalizzata al rafforzamento dei legami familiari o alla creazione di communitas turistiche.

Auntenticità come modalità di percezione dei turisti: uno sguardo strabico

L’interazione visitatori-visitati si configura spesso come ricerca di autenticità da parte dei primi e desiderio di difesa della propria intimità da parte dei secondi.Numerosi esempi di come gli hosts scelgano di adeguarsi all’immaginario che i turisti hanno di loro: tuareg del sud della Libia o i Dogon del Mali.Un processo di adeguamento alle esigenze del mercato rustico che include l’appropriazione da parte dei nativi delle categorie di definizione prodotte da sguardi alieni e la loro riproposizione ai turisti.Sono esempi che evocano l’immagine di una realtà rappresentata, difficilmente riconducibile all’autenticità oggetivista e costruttivista.Il concetto di autenticità racciude in sé un paradosso, come evidenzia Aime, la ricerca dell’autenticità da un lato è un modo per sottrarsi all’alienazione della società industriale e dall’altro è però un’espressione della stessa società a cui i turisti vogliono sfuggire.Quello che alimenta l’industria turistica è l’eccesso di etnicizzazione, ovvero l’enfatizzazione delle differenze descritte negli anni da scrittori di viaggio e antropologi.I nativi possono assecondarli, mettendo in scena l’autenticità o continuare a vivere l’esistenza senza tenere conto dei turisti.Solitamente tentano una mediane attraverso il ricorso a strategie di difesa che consentono loro di gestire la presenza dei turisti e al tempo stesso di salvaguardare la loro intimità oppure metteno in pratica i processi di autenticità rappresentata (es. danze dei Dogon).Il concetto nasconde un ulteriore paradosso: la commercializzazione di alcuni aspetti della propria cultura o processo di mercificazione della cultura.Accanto al processo di adeguamento si registrano processi inversi di risignificazione di oggetti di provenienza esterna da parte dei locali; può riguardare anche prodotti indigeni (es. le molas dei Kuna delle isole San Blas).Il processo di inclusione di elementi della cultura occidentale implica l’attivazione di meccanismi di selezione e di rielaborazione da parte delle donne kuna.Le molas sono un espressione culturale e risultato di un’interazione tra innovazione e tradizione, simbolo di coersione collettiva e creatività individuale, mantengono un forte potere comunicativo.Hanno mantenuto inalterata la tecnica dell’intaglio ma hanno modificato i soggetti raffigurati.Il turista deve cambiare la sua visione e concezione di autenticità; non acquista un oggetto il cui valore risiede nel suo carattere di rappresentatività di una determinata tradizione domestica di un popolo ma un artefatto di cultura e tradizione turistica.

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Vedi Storyboards, tavolette in legno raffiguranti leggende mitologiche e scene di vita quotidiana inventate nel 70 dal alcuni artisti di Kabot in Papua Nuova Guinea, modificando un oggetto tradizionale per soddisfare le esigenze d turisti e mercanti d’arte primitiva.Definite arti turistiche o espressioni culturali del quarto mondo poiché la loro produzione è finalizzata unicamente al consumo esterno.Questi artefatti turistici sono le espressioni simboliche dei cambiamenti socio-culturali che hanno avuto luogo negli anni a differenza dell’arte tradizionale che riflette e incarna valori e identità del passato.Sono dei suovenir, un piccolo totem dell’identità, spoletta della memoria testimonia il desiderio dei turisti di famigliare con la realtà attraverso il suo condensato e al tempo stesso certificazione dell’esperienza di viaggio vissuta.Per kabot i veri destinatari delle tavolette sono gli abitanti degli altri villaggi.Ultimo esempio per valutare la fluidità dell’autenticità arriva da Aime con lo studio delle calebasse: 1) oggetto d’uso domestico quotidiano (affonda le sue radici nel passato) 2) artefatto turistico (trasformata in souvenir perde la sua funzione originale per trasformarsi in oggetto estetico) 3) oggetto d’uso domestico che è copia del tradizionale (provenienza straniera; ha mutato l’aspetto formale ma ha mantenuto intatta la sua funzione).

Autenticità come caratteristica del sito: la rappresentazione dei locali

2 modi di vedere il turismo: 1) passaporto per lo sviluppo 2) elemento catalizzatore delle differenze sociali e culturali tra visitatori e visitati.Questa dicotomia si traduce nella distinzione tra quanti attribuiscono al turismo una funzione di mantenimento dei confini culturali (modello Amish) e di rafforzamento delle tradizioni (modello Bali) in contrapposizione con quanti lo considerano invece come strumento di commercializzazione e degradazione delle culture ospitanti (modello Alarde).

Turismo: mantenimento dei confini culturali o degrado delle culture ospitanti?

Questi 3 casi rinviano a 2 diverse modalità di fruizione della rappresentazione dell’autenticità, sia per turisti e sia per locali: nei primi 2 casi la rappresentazione dell’autenticità offerta ai turisti svolge una funzione di consolidamento della cultura della comunità mentre la seconda svolge una funzione distruttiva.- Amish: Pennsylvania; riescono a conservare il loro stile di vita nonostante l’avvento dei turisti- Bali: l’industria turistica è promossa e gestita da corporazioni locali che funzionano sulla base di

legami famigliari e che hanno subito, con l’avvento del turismo un processo di preservazione e riscoperta; il denaro viene reinvestito dai locali nella promozione delle tradizioni che contribuiscono a rafforzare l’identità culturale dell’isola; il turismo quindi tende a ricompattare le vecchie identià.

- Alarde: celebrazione annuale di Fuenterrabia, cittadina basca, che commemorava la vittoria riportata dagli spagnoli sull’esercito francese nel 1638.La trasformazione è avvenuta con i turisti che volevano prendere parte alla manifestazione e ciò ne intacca lo statuto di rituale pubblico caratterizzato dalla funzione coesiva.Le cause sono imputabili a ragioni politiche.

Kastellorizo più vicino modello Amish anche se difficile ricondurlo a un vero e proprio modello.Ballano il sirtaki per i turisti mentre per loro preferiscono ballare le danze tradizionali, e così fanno con gli spettacoli e rappresentazioni teatrali atte all’uso e al consumo dei turisti.Alla richiesta di incremento di esse i kastelloriziani hanno risposto negativamente.

La riscoperta delle tradizioni “autentiche”

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A Kastellorizo si tende ora a dipingere le case con colori accesi; recupero di un’antica tradizione fatta risalire all’occupazione veneziana.Ciò ha portato malumori etc. ma questo esempio è l’illustrazione di come la riscoperta di antiche tradizioni da parte dei locali passi attraverso l’interesse dei turisti.Lo stesso si può osservare in merito al processo di nomenclatura di bar e ristoranti, prima cambiavano tutti i nomi ora ritornano agli appellativi locali.Ultimo esempio di invenzione della tradizione è la lotteria del pesce.L’incontro host-guest rappresenta un importante fattore di cambiamento all’interno della comunità locale.

Il polo dei guestsCapitolo 4

Dagli hosts ai guests: antropologia dei turisti

Solo dal 90 interessamento per il contesto di provenienza dei turisti.Spostare l’attenzione dai locali ai turisti significa slittare dal sito turistico ad un soggetto collettivo rappresentato da un gruppo o dai gruppi di turisti in un campo mobile.

Turisti e antropologi: l’altro da sé

esiste un’analogia tra antropologi e turisti: viaggiano verso mete straniere, vi risiedono per un periodo limitato di tempo e ritornano con racconti e storie fondate sulle loro osservazioni dirette.

Il turismo culturale di Geertz

3 fasi del suo saggio:- la prima ripercorre a ritroso il suo soggiorno in Indonesia nel 1952- la seconda, racconta il ritorno, intorno agli anni ’70, nella cittadina in cui era stato ritrovandola

cambiata: sito archeologico e del turismo di lusso, condannando i turisti i veri responsabili del degrado ambientale.

- Inizio anni ’80 ritorna ancora lì nel duplice ruolo di partecipante ad un convegno itinerante e guida per i colleghi.Questa esperienza vissuta in veste di “osservatore quasi partecipante” lo induce a riflettere sulla difficoltà dell’individuazione di elementi che contraddistinguano i turisti e gli antropologi.

La sua visione di turismo diventa: il turismo, attraverso il contatto con l’alterità che esso implica, diventa il luogo delle rappresentazioni identitarie di entrambe le parti, quella turistificante e quella turistificata, rivelando così un carattere articolato e complesso difficile da ricondurre a categorie oppositive chiare ed esclusive: ospite e visitatore, interno ed esterno, locale e globale, noi e loro, qui e là.

Antropologi per caso

Difficoltà nel tracciare un confine tra turista e antropologo nonostante le differenti finalità e le diverse modalità di interazione con l’altro, sono però accomunati da pratiche di spostamento e di viaggio.

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Turisti

Turista visione negativa legata al turismo di massa in contrapposizione a quella positiva del viaggiatore legata al grand tour; anche se in realtà quest’ultimo effettua una pratica di viaggio estremamente istituzionalizzata molto differente dalla figura del vagabondo.La prima tappa di questo processo è rappresentato dalla letteratura di viaggio.Il viaggiatore sfrutta l’immagine del turista per rivendicare il suo statuto di osservatore privilegiato, che rimprovera il turista di banalizzare il mondo, trasformandolo in una sagra profana.La contrapposizione è ripresa dal discorso pubblicitario moderno che eleva il viaggiatore a modello.Esso tuttavia diventa promotore dell’industria turistica e ogni suo itinerario si trasforma in breve tempo in circuito turistico.L’ultima tappa è individuata da Urbain nell’introiezione da parte del turista delle attitudini antituristiche che accomunano scienziati e viaggiatori.Egli rilegge la trasformazione dell’antagonismo viaggiatore turista in contrapposizione con turista turista, attraverso il ricorso a due categorie antropologiche: - concetto di tribù: applicata all’ambito turistico consente di individuare forme di vita collettiva

periodiche in cui i membri condividono riti e cerimonie collettive- concetto di casta: elemento innovativo di Urbain che evoca l’immagine di una stratificazione

sociale e in questo contesto il turista cerca di collocarsi nella migliore posizione introducendo la contrapposizione tra buon turista: autenticità e rappresentazione e di schivare uomini e oggetti deformati dal processo di commercializzazione e cattivo turista.

Urbain contrappone la sua teoria di una carriera turistica trifasica distinguendo tra turista, anti-turista e post-turista ai quali riconosce pari dignità.1) turista: consapevole del fatto di essere tale e felice di esserlo; 2) antiturista: vive il dilemma tra la consapevolezza di essere turista e il desiderio di non esserlo 3) posr-turista: accetta con ironia la sua condizione di turista, anche se cerca di esserlo meno degli altri.Infatti chiunque che inventi forme di turismo deritualizzato crea uno spazio rituale potenziale, destinato ad essere progressivamente integrato nella struttura stabile del turismo iniziale che lo normalizzerà, così gli verrà restituita la condizione di turista.

Il turista-viaggiatore e il girovago vagabondo

Intese come modalità di vivere il viaggio fuori dall’ordinario per il primo che legge e si informa sulla destinazione e ordinario per il secondo che si affida al caso.

Definizioni e tipologieDefinizione di turista wto assume un criterio temporale + di una notte – di 4 mesi che si contrappone alla figura dell’escursionista: condividono le motivazioni: piacere salute lavoro.Rientrano nel turista anche: antropologi, atleti, pellegrini, pendolari, malati, rappresentanti etc.Viene tralasciato che il turista e colui che viaggi per piacere o cultura.

Smith

Smith definisce il turista una persona temporaneamente libera (leisured) che volontariamente visita un luogo lontano da casa con il proposito di sperimentare un cambiamentoEmerge la natura transitoria del turismo, poiché è sempre presente la categoria del ritorno.Un secondo elemento è l’opposizione tra lavoro e tempo libero e la disuguaglianza tra hosts e guests; sia a livello economico che temporale.

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La possibilità di viaggiare resta un privilegio dei turisti che non si estende ai membri della comunità; si parla per l’appunto di temporalità differenti.L’ultima parte evoca invece il desiderio di fuga del turista dalla routine quotidiana che evidenzia la componente ludica e rigenerativa che si concretizza nell’assunzione di una nuova identità temporanea.Smith identifica 7 tipologie di turista: esploratore, turista d’elite, turista fuori dai sentieri battuti, turista non abituale, turista di massa recente, turista di massa, turista charterizzato.

Cohen

Per Cohen il turista rappresenta un esempio di fuzzy set (insieme sfumato).E’ un viaggiatore temporaneo, volontario, privo di scopi strumentali, che compie un viaggio circolare, relativamente lungo e non ricorrente.Elabora una vera e propria fenomenologia delle esperienze turistiche fondata sul presupposto che l’uomo moderno sia alla ricerca di autenticità secondo gradi e consapevolezze di diverso livello poiché vive in una situazione di alienazione.Individua 4 tipi di turista.

Mac Cannel

Li definisce in termini di cannibali che consumano non solo i beni e le risorse materiali ma anche le culture con cui vengono a contatto.Un cannibalismo simbolico, che esercitano i turisti con i loro atteggiamenti intrusivi e violenti e le pretese di superiorità, tendendo a ridurre l’incontro ad una transazione di tipo economico.

Host/non-host e guest/non-guest

Isole Lofoten (Norvegia): il binomio host/guest si stempera in Host/non-host e guest/non-guest, host: sia locali che non locali (pescatori forestieri); guest: turisti estivi, invernali pescatori provenienti da fuori ed emigranti.La pesca maggiore risorsa economica e dopo il turismo.Da febbraio ad Aprile stagione della pesca e da giugno ad agosto quella turistica.Analogie: turista e pescatori estivi vedono la faccia pubblica della località ma usano mezzi di trasporto diversi per arrivare e differente uso dello spazio pubblico e privato.Turisti invernali giungono alle Lofoten per assistere alle attività di pesca invernali con un diverso modo di interazione tra turisti e locali; sono gente che vince un premio o incentive e ciò ha migliorato le strutture dei rorbu per venire incontro alle richieste di sistemazioni di lusso; così gli estivi costretti a pagare di più.Differenze tra i due turisti per l’abbigliamento che accentuano differenze con i locali; in particolare quello formale del turismo invernale e dal loro muoversi in gruppo e dallo scattare fotografie ai pescatori; che comunque provengono da altre parti.Difficile inserire tutti in uno schema fisso visto l’eterogeneità del gruppo guests ma anche del gruppo hosts.Insomma stranieri che appaiono come rappresentati della comunità.

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Turisti domestici e turisti internazionali

Per i kastelloriziani tutti i turisti rientrano sotto la meta-categoria di cliente, tuttavia si comportano in modo diverso con i greci rispetto agli stranieri.Flusso domestico attiva stereotipi più positivi a seguito di una condivisione di lingua, comportamento, abbigliamento, codici etici etc.Gli stranieri invece rappresentano la cultura occidentale benestante, non viene fatta alcuna distinzione di nazionalità.Rinforzata dalle abitudini, dalla capacità di spesa e dalla nozione di tempo libero in particolare della stagione estiva per gli stranieri.I kastelloriziani ignorano il concetto di vacanze, compreso l’inverno, tempo in cui si effettuano le ristrutturazioni e si dedica al riposo e alla famiglia.Vi è inoltre una legge non scritta che aumenta i prezzi per lo straniero rispetto al greco.

Il buon turista e cattivo turista

Accanto alla dicotomia greci/turisti internazionali vi è un’ulteriore contrapposizione: buon turista (amichevoli, aperti al dialogo) e cattivo turista; assegnate in modo arbitrario.

Capitolo 5

Le motivazioni turistiche

Differenti sono le motivazioni che spingono qualcuno ad allontanarsi da casa.

Teorie psicologiche

Elaborano classificazioni basate su tipologie ideali. Ad esempio teoria di Plog che invidua i turisti psicocentrici che incarnano il turista di massa e allocentrici che sono invece gli amanti delle destinazioni poco turistiche, dei viaggi indipendenti e avventurosi.La maggior parte si colloca nei mediocentrici.

Teorie antropologiche

Assumono la dicotomia teorizzata da Durkheim tra sacro e profano.Il viaggio, ovvero l’alterità viene esperita durante il viaggio (sacro) mentre la quotidianità (profano).Due approcci che partono da questa teoria:- Teoria del leisure: individua nel leisure uno stato mentale, un movente psicologico dell’azione

definendo il turismo un processo transazionale.Postula l’esistenza di un’opposizione netta tra lavoro e tempo libero focalizzando l’attenzione sul processo di produzione storico-sociale del tempo libero garantito da un surplus che permette il viaggio.

- Teoria esperienziale: vede nel leisure una modalità organizzativa del rapporto tra tempo di lavoro e tempo di ricreazione e di ricreazione di una vita più autentica e nel desiderio di fuga; turismo: struttura di esperienze.Si fonda sul presupposto dell’esistenza di un’alternanza tra due modalità esistenziali, il lavoro e il viaggio.Queste due realtà si escludono a vicenda e il turismo può quindi essere definito in termini di rottura ritualizzata della vita ordinaria.

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Applicando all’analisi del fenomeno turistico, inteso come struttura d’esperienza fondata sull’alternanza lavoro viaggio, l’opposizione sacro profano si ottengono si crea un modello che può essere letto come un insieme di passaggi da una dimensione profana (la casa) ad una sacra (viaggio) a cui segue sempre il ritorno.Mac Cannell e Nash ne interpretano il duplice passaggio: dal profano al sacro e dal sacro al profano e alle componenti emotive che accompagnano il passaggio mediante il ricorso all’istituzione del pellegrinaggio, inteso come viaggio compiuto in direzione di un luogo sacro per ottenere un guadagno spirituale o una guarigione oppure un atto di penitenza o ringraziamento.L’analogia tra turismo e pellegrinaggio passa attraverso la definizione di rito di passaggio.

I riti di passaggio di Van Gennep

Termine coniato per designare un insieme di cerimonie e di riti che scandiscono l’esistenza degli individui e sanzionano pubblicamente il passaggio da una condizione sociale ad un’altra.In qualsiasi società la vita dell’individuo consiste nel passare successivamente da una età ad un’altra e da un’occupazione ad un’altra.L’etnologo individua in una struttura trifasica l’elemento che accomuna tutti i riti di passaggio: separazione-margine-aggregazione e ciascuna è accompagnata da rituali specifici definiti rispettivamente riti preliminari, riti liminari e riti postliminari.- Separazione: sancisce la perdita del precedente status e coincide con il suo distacco rituale dalla

società e dalla vita ordinaria.- Margine: segna l’ingresso in un periodo liminale, ibrido in cui l’individuo ha perso il suo

precedente status e non ha ancora acquisito quello nuovo, rimanendo come sospeso.- Aggregazione: segna il ritorno dell’individuo alla società di appartenenza e alle regole che

strutturano la vita ordinaria e profana.

La communitas di Turner

Parte dal concetto che le persone vivono la loro vita in una dimensione profana (strutture sociali economiche e polithce) e attraverso mediazione dei rituali sono trasportati dal loro contesto abituale attraverso un processo in 3 fasi:- Prima fase: separazione spaziale e temporale: l’individuo è condotto in un luogo non famigliare,

separato dal suo gruppo sociale- Seconda fase: liminalità: l’individuo va a trovarsi nell’anti-struttura, fuori dal tempo e dallo

spazio, in sospensione da ruoli e obblighi sociali.In pratica varca la soglia che lo separa dal suo mondo ordinario e si viene a trovare in una situazione anti-struttura; dalla societas alla comunitas.La prima dice che l’identità è definita dai fattori sociali, economici e culturali mentre la seconda si concretizza in una società fusionale in cui tutti si percepiscono uguali e rappresentano un luogo in cui i rapporti con sé e con gli altri subiscono un processo di ridefinizione.

- Terza fase: reintegrazione: è reimmesso nel suo gruppo sociale.

Il turismo come rito

La fase intermedia dei riti di passaggio si presenta come una sospensione tra due status il vecchio e il nuovo di sé, in cui non si è né uno né l’altro e si è entrambe le cose.Pellegrinaggio, turismo e riti di passaggio rappresentano tutti e tre l’esatto inverso della vita quotidiana.Il turismo attraverso la creazione di communitas temporanee svolge un’importante funzione di coesione sociale, consentendo agli individui di esperire, nel periodo liminale della vacanza, nuove

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forme di socialità e di mettere in atto, al ritorno, un processo di riappropriazione individuale dei valori collettivi su cui si fonda la società profana.

Il viaggio come struttura di esperienza

La scansione trifasica del rito di passaggio consente di dividere l’esperienza turistica in tre fasi ritualizzate:- partenza = separazione- soggiorno in loco = esperienza extra-ordinaria) - ritorno = ritorno all’ordinario, aggregazione.Esiste una lettura incentrata sulle modalità di vivere l’esperienza del viaggio suscettibile a questa struttura:- immaginazione: in cui il viaggio viene visto come inseguimento di un sogno da raggiungere- vissuto o esperienza: identità temporanea, riti di inversione, ovvero comportamenti in contrasto

con quelli normalmente tenuti nella vita quotidiana.- racconto: fotografie, souvenirI souvenir (ostensione souvenir, dono souvenir) sono considerati i messaggeri della dimensione extra-ordinaria della vacanza, investiti dal potere di testimoniare la trasferta avvenuta e l’innalzamento di status e mutamenti esistenziali subiti dal turista attraverso l’esperienza del viaggio.Possono essere acquistati come dono per chi è rimasto a casa.Questo atto rivela una strategia densa di significati sociali e culturali.Mauss definisce il dono un fatto sociale totale fondato su 3 regole: l’obbligo di dare, l’obbligo di ricevere e l’obbligo di ricambiare, sussunti nel principio di reciprocità.Egli riconduce questo principio ad una qualità intrinseca agli oggetti scambiati, definita mediante il ricorso al termine di origine maori hau (lo spirito del donatore impresso nell’oggetto, detto anche mana).

La teoria della carriera turistica

Il passaggio dalla teoria leisure a quella esperienziale si inscrive nel contesto del declino del turismo a motivazione edonistica, legato unicamente alla liberazione dalla routine quotidiana e dalla progressiva diffusione di un mercato di viaggi che enfatizza il contesto socio-ambientale, promuove l’umanizzazione del viaggio e presenta la soddisfazione come criterio principale della scelta della vacanza: il turismo ad interessi speciali.Una nuova forma di turismo fondata su motivazioni culturali ed educative; ricerca di viaggio autentico.Ciò anzitutto deriva da una nuova unità di vita quotidiana.Alcuni ripensamenti della problematica relativa alle motivazioni turistiche.Esempio la teoria della carriera turistica incentrata sul rapporto tra motivazione soggettiva e cultura moderna del leisure.Si fonda sull’associazione del concetto di carriera rielaborata da Goffman e dalla teoria gerarchica delle motivazioni di Maslow.Il concetto di carriera indica lo sfondo motivazionale, che consente ad un individuo di vedere la propria vita come un tutto e di interpretare il significato delle sue azioni e degli avvenimenti in questa prospettiva totale all’interno della quale è possibile distinguere una dimensione soggettiva, che allude alla progressione dell’individuo lungo una serie di stadi e una oggettiva che si riferisce alle reazioni e ai sentimenti provati dall’individuo rispetto a questa progressione.

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Il turismo ad interessi speciali

Rappresenta una nuova tipologia di viaggio che implica il coinvolgimento attivo e consapevole dei guests che interagiscono con gli hosts.Smith individua 5 tipi di turismo: etnico, culturale, storico, ambientale, ricreativo.Simonicca individua nel turismo ad interessi speciali 5 tipologie: turismo educativo, artisco e dei patrimoni culturali,

Capitolo 6

Immaginario turistico

Nozione fluida che include immagini, simboli e figuere veicolate dai vari mass media che condizionano le modalità di interazione tra hosts e guests.Esso protegge il turista dall’ignoto.Amirou per spiegare la funzione di protezione e di mediazione implicite nell’immaginario turistico fonda una presunta analogia tra turista e bambino: il bambino ricorre a un oggetto transazionale in grado di istituire un’area di gioco che crea una relazione di fiducia con lo spazio e l’entourage immediato.Immaginario turistico: rappresenta uno spazio transizionale che unisce il qui e l’altrove, l’interno e l’esterno e che veicola immagini che proteggono il turista nel contatto con l’ignoto, fungendo da bolla protettiva.

Immaginario turistico come discorso meta sociale

Amirou individua 5 elementi che caratterizzano l’immaginario turistico:il ritorno alla natura attraverso il tema; il ritorno a una forma di socialità più spontanea e fusionale; la nascita di gruppi (i noi in contrapposizione ai loro); la società del pellegrinaggio come matrice della società comunitaria delle vacanze; una società ludica fondata sull’idea di un gioco di maschere sociali, in cui giocano ad essere “come se” al fine di ottenere un guadagno simile alla ricompensa spirituale.

Centralità del tema dell’immagine

Il concetto di immaginario turistico rinvia alla centralità del ruolo dell’immagine nel contesto delle dinamiche turistiche nella triplice accezione di:- stereotipo: il concetto di immagine rivela il processo di costruzione dell’immagine turistica- schema: componente visuale, ovvero la costruzione di simboli nel quale risultano coinvolti

visitatori e visitati.- Realtà non autentica: termine che designa un rapporto oppositivo con la dimensione di realtà e

autenticità di cui l’immagine costruirebbe l’adeguata o inadeguata rappresentazione.L’immaginario dei turisti agisce direttamente sulle motivazioni al viaggio e sulle modalità di interazione con la popolazione locale e i tentativi dei locali di assecondare questo immaginario o di manipolarlo al fine di veicolarlo in una determinata rappresentazione della loro identità.

I dogon: l’etnografo, i nativi, i turisti

Popolazione del mali studiati da Griaule in due fasi:

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- 1931-1947 ha parlato di paradigma documentario, caratterizzato da una pratica di ricerca incentrata sulla collezione di dati ed oggetti materiali, l’osservazione e l’interrogazione degli informatori.

- 1947-1956 ha parlato di paradigma iniziatico fondata sul dialogo, l’esegesi e l’educazione.Il fattore che determinò il passaggio fu l’incontro con Ogotemmeli che inizio Griaule alla mitologia e cosmogonia Dogon.Nel ’48 scrisse Dio d’acqua resoconto dei 33 giorni passati con il cacciatore cieco.I Dogon, nell’immaginario occidentale restano un popolo di filosofi e mistici.Aime parla della griaulizzazione dei Dogon intendendo il processo per cui gli odierni turisti continuano a vedere in questo popolo un mondo mistico.I locali attuano strategie sapendo che il turista vuole vedere un popolo mistico sono: citazioni riprese dal libro, rivendicazioni di una presunta discendenza da Ogotemmeli, rivestire case di cemento con uno strato di fango etc.

Kastellorizo: topografia dell’immaginario turistico

Assumendo come punto di partenza la polivalenza del termine immagine è possibile organizzare l’analisi su 3 livelli specificando l’impossibilità di operare una netta distinzione tra visitatori e visitati, essendo l’immaginario turistico il prodotto dell’interazione tra le due componenti dell’incontro:- immagine stereotipata che il turista ha del sito: delle attrazioni e della popolazione locale,

svolge un ruolo di mediazione tra comunità ospitante e società di provenienza.- Immagine che il locale ha del visitatore: comporta un reciproco processo di irrigidimento delle

immagini del sé e dell’altro.- Immagine che il locale ha dell’impatto del turismo: sull’ambiente fisico-sociale e culturale

della sua comunità.L’analisi della costruzione dell’immagine turistica di Kastellorizo si articolerà dunque in due parti: 1) analisi dei materiali (brochures e guide turistiche internazionali che contribuiscono alla creazione di un immaginario comune legato ad un ideale arcadico ed idilliaco di matrice ellenista, si tenterà di far emergere l’identità turistica 2) analisi di quegli elementi, di produzione locale, che costituiscono materiali di natura eterogenea (brochures, souvenir, pubblicazioni locali) finalizzati alla rappresentazione della grecità dell’isola costruita sull’enfatizzazione della storia e delle tradizioni che attestano una continuità con il passato.La funzione delle guide consiste nel duplice atto di disvelamento e nascondimento.Guide: internazionali lo descrivono come un luogo chiuso, isolato; nazionali :porta d’ingresso d’Europa; italiane: set di Mediterraneo che ancora ha un potere evocativo.