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Edizioni Arcadia Ricerche S.r .1. Parco Scientifico Tecnologico di Venezia via della Libertà 5-12 - Marghera -Venezia Tel. : (041) 5093048 Fax : (041) 5093098 E-mail: [email protected] . it www.arcadiaricerche.it E' vietata la riproduzione, anche solo parziale, sotto qualsiasi forma o denominazione SCIENZA E BENI CULTURALI XVIII. 2002 I MOSAICI Cultura, Tecnologia, Conservazione Atti del convegno di studi Bressanone 2 - 5 luglio 2002 a cura di Guido Biscontin e Guido Driussi Organizzazione: Università degli Studi di Padova, Dipartimento Chimica Inorganica Metallorganica Analitica; Università Foscari di Venezia, Dipartimento Scienze Ambientali; Università degli Studi di Genova, Istituto Storia dell'Architettura e Scuola di Specializzazi.one in Restauro dei Monumenti; Università degli Studi di Brescia, Dipartimento di Ingegneria Civile; Politecnico di Milano , Dipartimento di Conservazi.one e Storia dell'Architettura; Ministero per i Beni e le Attività Culturali , Ufficio Centrale per i Beni Architettonici e il Paesaggio; Consorzio I.N.S.T.M.; Prometeo Istituto per la Conservazi.one del Patrimonio Culturale e del Territorio. Enti Patrocinatori: Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Istituto Centrale del Restauro; Consiglio Nazi.anale delle Ricerche; UNESCO; UNESCO-ROSTE; ICCROM; Amministrazi.one Comunale di Bressanone, Azienda di Cura e Soggiorno di Bressanone Con la collaborazione di : Arcadia Ricerche Srl, Fassa Bortolo Sri, HD System Sri, Tassullo SpA

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Edizioni Arcadia Ricerche S.r .1. Parco Scientifico Tecnologico di Venezia via della Libertà 5-12 - Marghera-Venezia Tel. : (041) 5093048 Fax: (041) 5093098 E-mail: [email protected] www.arcadiaricerche.it

E' vietata la riproduzione, anche solo parziale, sotto qualsiasi forma o denominazione

SCIENZA E BENI CULTURALI XVIII. 2002

I MOSAICI Cultura, Tecnologia, Conservazione

Atti del convegno di studi Bressanone 2 - 5 luglio 2002

a cura di Guido Biscontin e Guido Driussi

Organizzazione: Università degli Studi di Padova, Dipartimento Chimica Inorganica Metallorganica Analitica; Università Cà Foscari di Venezia, Dipartimento Scienze Ambientali; Università degli Studi di Genova, Istituto Storia dell'Architettura e Scuola di Specializzazi.one in Restauro dei Monumenti; Università degli Studi di Brescia, Dipartimento di Ingegneria Civile; Politecnico di Milano, Dipartimento di Conservazi.one e Storia dell'Architettura; Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ufficio Centrale per i Beni Architettonici e il Paesaggio; Consorzio I.N.S .T.M.; Prometeo Istituto per la Conservazi.one del Patrimonio Culturale e del Territorio.

Enti Patrocinatori: Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Istituto Centrale del Restauro; Consiglio Nazi.anale delle Ricerche; UNESCO; UNESCO-ROSTE; ICCROM; Amministrazi.one Comunale di Bressanone, Azienda di Cura e Soggiorno di Bressanone

Con la collaborazione di: Arcadia Ricerche Srl, Fassa Bortolo Sri, HD System Sri, Tassullo SpA

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SCIENZA E BENI CULTURALI XVIII 2002

OTRANTO: IL MOSAICO PAVIMENTALE DEL XII SECOLO DELLA CATTEDRALE. STORIA DEI RESTAURI E STATO DI CONSERVAZIONE

A. CALIA- F. GABELLONE-A. MONTE- G. QUARTA CNR - IBAM - Lecce

Abstract The XII century mosaic (also known as Pantaleone's Mosaic) which covers the most ofthe walking floor of Otranto Cathedral, was subjected to many restorations. The firstly documented one dates back to 1875 and was made by the mosaicist Maselli, who restored severa! areas of the paving of the nave. From 1897 to 1979 many restoring proposals and intervention had been following one another up to the last restoration executed by the "Ditta Carlo Signorini ' ' ofRavenna from September 1986 to July 1991. Starting from the research of further sources about ancient and recent restorations (at the Archivio di Stato di Lecce, Archivio della Soprintendenza per i BE.A.A.A. SS. della Puglia e Genio Civile di Lecce), we regarded the one executed by Signorini in order to test the condition of preservation of the mosaic ten years atìer the end ofthe intervention. In order to do that, we made a map of the main forms of deteriorati on.

Key - Words: Otranto; Romanic mosaic; restoration history, conservation.

La Cattedra le di Otranto, ubicata nel cuore del nucleo antico, rappresenta per la Pu~lia e per tutto il territorio del Salento uno degli esempi più significativi dell ' architettura romanica. La costruzione della fabbrica (I 088) coincide con il periodo più aureo della città otrantina; essa presenta un impianto basilicale a tre navate divise da dieci colonne e quattro semicolonne. La Cattedrale è nota a li vello internazionale per la presenza di un pregevole pavimento a mosaico (circa 720 mq) del secolo Xl I che rappresenta tre alberi allegorici (dell a vita, della redenzione, del giudizio universale) che racchiudono tutta la stori a della vita dell'uomo. L'opera, aulica ed emblematica per il contenuto simbolico strettamente legato alla cultura medievale, fu eseguita dal pictor imaginarius Pantaleone dal 11 63 al 11 65 con la collaborazione di tessei/ad di provenienza locale. Quasi completamente figurata , la stesura pavimentale, rispecchia nella sua divisione in zone, l'impianto planimetrico della fabbrica. La parte più significativa è la navata centrale in cui si svi luppa " l'albero della vita" affiancato da dodici medaglioni nei quali sono riprodotti l'uomo che lavora la terra, i mesi dell ' anno e i segni zodiacali , scene che rappresentano gli usi e i costumi delle genti salentine. (Fig. 1) Per la realizzazione della stesura musiva sono state usate tessere policrome di calcare locale di colore bianco, grigio, nero, rosso, rosato, verde, giallo. Per le tessere nere talvolta sono state utilizzate rocce di basalto non presenti nella regione3 . Inoltre, sono state impiegate tessere in pasta vitrea di colore turchese e oro.

PER LE FIGURE A COLORI VEDI TAV 46 FUORI TESTO

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Fig. I : ' L'albero della vita' nella navata centrale.

Storia dei restauri Il primo intervento di restauro fu promosso, nel gennaio 1873, dal Corpo Reale del Genio Civile-Ufficio Centrale di Lecce; esso riguardava "[ .. . ] La ristaurazione di tutto il vecchio pavimento a Mosaico, mediante la ricostruzione di quei tratti distrutti, il che si rende della più urgente necessità per impedire che il guasto di quello interessante pavimento progredisca rapidamente, com 'è inevitabile pel genere di lavoro o per il luogo tanto frequentato in cui si trova[ ... )". Nella "Designazione dei lavori" si evince che il"[ ... ] Ristauro in rappezzi del vecchio pavimento a mosaico della navata di mezzo [ . .. ]" deve essere "[ ... ] eseguito con cura per collegare la vecchia con la nuova costruzione, seguendo i disegni esistenti ed adottando la identica maniera per non far comparire distacco alcuno tra il vecchio e il nuovo"4

• Il restauro ebbe inizio dopo oltre due anni e mezzo, fu diretto dall'ing. "di 3° classe" Pispico ed eseguito dal mosa1c1sta Giovanni Angelo Maselli da Cutrofiano. Il cantiere fu consegnato a Maselli il 1 O settembre 1875, ma i lavori furono avviati solo il primo ottobre. L'intervento si sviluppò su una superficie di mq 75,965 di cui mq 30,00 circa erano stati previsti nella "Perizia" del 1873 e mq 50,00 circa nella "Perizia suppletoria" del lO febbraio 1876. Questa si rese necessaria perché "[ .. . ] Dopo circa tre anni dal momento in cui fu redatta la prima penz1a, aumentarono le alterazioni, in particolar modo dei tetti e del pavimento a mosaico [ ... ]"6

. Ed inoltre,"[ ... ] nel togliere le lastre di pietra e le pezze di battuto ordinario che sostituivano il pavimento distrutto, si vide la necessità di dovere estendere il ristauro ad

fi . I . ' t [ ]" 7 una super 1c1e mo to pm vas a . . . . L'intervento del mosaicista Maselli interessò alcune zone della navata centrale, soprattutto quella dell'ingresso, la quale si presentava molto lacunosa e ridotta in uno stato di conservazione tale da rendere ormai illeggibile l' iscrizione posta sulla porta. Nella "Perizia" viene infatti riportato: " [ .. . ] Tra i diversi disegni a eseguirsi in questo ristauro ci sarà il

--Fig. 2: Schizzo in cui viene riportata l' estesa lacuna in corrispondenza dell ' ingresso. Genio Civile, Cl. V, Tit. lii, Fase. I, Busta I, .. Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali .. Archivio di Stato di Lecce. (Riproduzione vietata).

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proseguimento di una iscrizione posta innanzi alla porta d'ingresso a piè dei due grandi elefanti, la quale si è avuta dal Monsignor Vicario che la ricordava e che qui si trascrive per memoria Ex lonaty donis per dexteram Pantaleonis, hoc opus insigne est superans impendia digne [ ... ]"8

. I lavori di restauro, dopo la "rotatura e pulitura con olio di lino", vennero ultimati il 9 dicembre 18769

. Questo intervento venne duramente criticato dalla Commissione Conservatrice dei Monumenti Storici e di Belle Arti di Terra d'Otranto perché " [ ... ] mancando disegni dell 'antico musaico, la Commissione non ha fiducia nell ' autenticità del restauro,

[ ... ]"10

. In un disegno conservato nell 'Archivio di Stato di Lecce è rappresentata, in corrispondenza dell'ingresso, tutta la parte mancante del mosaico e dell'iscrizione (Fig. 2); in un altro disegno (firmato T. Pispico e datato 24 ottobre 1975, con su scritto "Studio"), invece, si vedono le figure ricostruite, l' iscrizione riproposta così come riportata nella "Perizia dei lavori ... " e l' inserimento (sul lato destro) di un ornato con motivi geometrici (Fig.3). La Commissione inoltre sottolinea "[ ... ] che in alcuni punti per le necessità tecniche della commessura del nuovo musaico col vecchio, siasi rimosso di questo una parte maggiore di quello che non sarebbe stato forse strettamente necessario. Deplora che sulla soglia del tempio siasi tolta un 'antica figura di elefante, per sostituirvi un ornato, [ •• • ]"

11• Infatti, il motivo geometrico che oggi si scorge sul lato sinistro dell'ingresso fu inserito al

posto di una figura di animale, che venne quindi rimossa. Del restauro eseguito tra il 1875 e il 1876 risulta di notevole interesse la tavola redatta dall ' ing. G. De Tommasi nella quale si possono osservare, oltre ad altri interventi realizzati negli anni successivi, tutte le zone della navata centrale su cui venne eseguito l' intervento del Maselli 12

Il secondo intervento di restauro fu promosso dal Ministero dell'Istruzione Pubblica- Direzione Generale per le Antichità e le Belle Arti ed eseguito dal 1897 al 190 I. L'iter "burocratico" per l'attuazione di questo secondo intervento è ben documentato, risultano agli atti, infatti, tutte le lettere istituzionali che hanno accompagnato l'esecuzione dei lavori . Il Ministero, il 26 giugno 1896, incarica l'Ufficio Regionale per i Monumenti delle provincie meridionali - Sede di Napoli - a studiare e proporre le necessarie opere per la conservazione dell'importante pavimento a mosaico e di fare "[ ... ] le pratiche opportune presso gli enti locali [ ... ]" per avere da essi dei contributi ("concorso alla spesa") per il restauro del mosaico. E poi ancora scrive: " [ ... ] il pavimento a mosaico della Cattedrale di Otranto si trova, specialmente nella navata centrale, in stato di deperimento. [ ... ] prima di provvedere alla copertura del mosaico con tavole di legno, converrebbe eseguirvi lavori di riparazione, saldando le tessere smosse, e stuccando

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Fig. 3: Studio ricostruttivo del motivo a mosaico posto in corrispondenza dell ' ingresso. Genio Civile, Cl. V, Tit. Ili, Fase. I, Busta I, "Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali " Archivio di Stato di Lecce. (Riproduzione vietata).

le soluzioni di continuità prodottesi nell'antico mosaico, in modo da rinforzare le parti vicine[ .. . ]' '. La spesa prevista per il restauro era di circa f. 1500. Dopo circa quattro mesi, il 2 ottobre 1896, il Ministero scrive al Direttore dell'Ufficio Regionale, suggerendo di utilizzare l'opera dei mosaicisti Cherubini e Valenzi per i lavori di saldatura, di stuccatura e di rafforzamento di cui ha urgente bisogno il pavimento a mosaico. In seguito, il 25 gennaio 1897, si ritrova agli atti una lettera dell'Arcivescovo di Otranto indirizzata al Direttore dell 'Ufficio Regionale per sollecitare la venuta degli operai designati al restauro del pavimento. La risposta del Ministero arriva il 18 febbraio 1897, all'Arcivescovo di Otranto viene scritto che per non interrompere i lavori di restauro dei mosaici di San Giovanni in Fonte, si ritiene opportuno "[ ... ] inviare a Otranto uno solo dei mosaicisti [ . . . ]". Sempre il Ministero, nell'agosto dello stesso anno, scrive al Direttore dell'Ufficio Regionale, affermando che: " [ .. . ] Il mosaicista che la S.V. manderà ad Otranto, potrà senz'altro por mano al lavoro di saldatura delle tessere smosse del pavimento a mosaico e al riempimento con tessere delle piccole zone vuote che non presentano ornamenti . Quanto alle zone grandi, da riempire con un buon battuto di coccio pesto e semina comune (per la quale si potrà adattare la pietra bianca adoperata come fondo nel mosaico antico),[ ... ]''. In basso alla lettera vi è una nota scritta a matita: "parte il Sig. Valenzi Raimondo''. E proprio il mosaicista Raimondo Valenzi, dopo un breve periodo di lavoro, scrive alla Direzione Generale per la Conservazione dei Monumenti Nazionali riportando la descrizione del mosaico, i materiali con cui è stato realizzato, le dimensioni delle tessere utilizzate, i metri quadrati complessivi della stesura e i restauri eseguiti; su quest'ultimi scrive: " [ ... ] si scorgono ancora dei restauri che non si saprebbe precisare l'epoca, ma moderna, fatti da mano tutta ignara dell'Arte musiva. Tale è la sua bruttura [ ... ]". Descrive poi lo stato di conservazione in cui si trova il pavimento "[ ... ] è in molte parti staccato; in molte altre abbottato. Ha delle grandi mancanze nonché sgretolamenti, e moltissime piccole parti mancanti di tessere. Per riempire queste piccole mancanze e assolutamente indispensabile la pietra bianca antica, chiamata Palombino, che po'

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ottenersi dall'ufficio di Roma [ ... ]". Infine, dopo aver analizzato tutta la stesura musiva indica i t~mpi. per i.I res~auro "[ ... ] per .eseguire, l'assicurazione, del Pavimento, riattaccare le parti hcenz1~te; r~emptre a tessere le piccole mancanze; mandare in piano le abbottature, e per tutta la nparaz10ne in generale, eseguendo le norme volute dal Ministero. Vi occorre il tempo di anni tre o in più o in meno [ .. . ]''. Il carteggio è molto fitto; il 24 settembre 1897, il Direttore dell'Ufficio Regionale al Ministro della Pubblica Istruzione scrive che il mosaicista Valenzi mandato in Otranto per il restauro del pavimento della Cattedrale, ha già iniziato il lavoro di saÌdatura delle tessere s~osse . Agg.iunge inoltre, che molte parti del pavimento sono distaccate, che sono presenti ngonfiamentt e sgretolatu'.e dovute alla presenza di umidità e che molte altre parti risultano lacunose per la mancanza d1 tessere. I lavori eseguiti consistettero nella rimozione di tutte le tessere smosse e nel successivo riempimento con tessere molto piccole, soprattutto in corrispondenza delle zone che no~ pre~entavano pa~i figurative, mentre nelle zone prive di motivi decorativi e più estese, tale nemp1mento fu realizzato con un buon cocciopesto. In un documento successivo si apprende che il mosaicista Valenzi per la realizzazione di questi lavori percepiva una mercede giornaliera di f. 6,50. '."el 1899, precisamente da fine gennaio sino ad agosto, i lavori di restauro del mosaico furono interr?tti per~?é il Valenzi venne mandato a Taranto per"[ ... ] l'estrazione di alcuni pavimenti in mosaico [.: .] e p~r 11 lo.ro re~~auro che avven~e n~l Museo. Alla fine dell'anno (dicembre 1899), nella relazione SUI lavon dell ing./arch1tetto V1ttono Cremona, riferita all'ultima ispezione dell'8 s~ttembre, si legge che il mosaicista Valenzi aveva già restaurato mq 8, 12 di mosaico in 500 giornate lavorative, .impiega~do in media cinque giorni lavorativi per il restauro di un rettangolo di m 0,40 x 0,20. A distanza d1 un anno esatto, il primo dicembre 1900, Valenzi scrive al Direttore dell 'U,fficio Regionale .informandol.o delle altre diverse riparazioni di cui aveva bisogno il mosaico, perche nel fr~ttempo s1 erano manifestate "[ . . . ] nuove rigonfiature e sgretola ture [ ... ] causate dal continuo attnto, dal generale deperimento del mosaico e dall'umidità che vi domina in fondo al pavimento[ .. . ]". A questo sollecito segue l'intervento dell'ing. Vittorio Cremona che riferisce al Mini~t~o ~~e i 1.av.?,ri. si s.ta:ano prol.unga~do non per negligenza del mosaicista, ma per le cond1Z1om speciali in CUI s1 trovava 11 pavimento e per le riparazioni che si resero necessarie a causa d.i nuovi r~gonfiamenti e lesioni nelle parti ancora non restaurate. Dopo quasi quattro anni di lavoro 11 Va.lenz1 scnve (maggio 190 I.) all'ing. Cremona, comunicando che dal 18 agosto 1897 sino al I O mag?10 19~ 1 ~t;;nne 1 ~et ~est e m~z~o di lavori .fatti a Taranto) egli aveva restaurato mq 24, 1729 .d1 mosaico. [ ... ] S1ffatt1 restaun nguardano ngonfiament1, sgretolature e piccole zone mancanti, e per quest.e ultii:ne si è impiegato un numero assai rilevante di tessere bianche (pietra ca lcare. detta. Palombino) situate com.e Il resto delle altre zone, con masso a calcestruzzo [ ... ]''. Vaknz1 nfer~sce, inoltre, che Il mosaico si trova"[ ... ] in uno stato deplorevole[ ... ]" a causa del contmuo attnto, delle varie vicende subite e all'incuria in cui è stato lasciato nei secoli. Pertanto suggensce che per "arrestare" i numerosi fenomeni di degrado che continuamente si manifestavan~ su ll a stesura musiva e per "evitarne degli ulteriori", era necessario un laborioso lavoro di lunga dura.~a "[ ... ] e solo cosi provvede~dovi con sollecitudine, si potranno eliminare danni maggiori [ ... ] . Oltre al restauro, egh ~segui anche mq 14,4029 di stuccature; tale intervento comportò una spesa d1 f 8696,80. Successivamente, dalla fine di maggio sino al 30 agosto 190 I, Raimondo Valenz1 ~ntervenne su 34 zone (mq 2,3671) che necessitavano di interventi urgenti; infine, dal 31 agosto smo al 15 settembre 1901, intervenne ne l presbiterio eseguendo delle stuccature in varie zone del pavimento 13

. Comp lessivamente il mosaicista romano Raimondo Va lenzi lavorò al restauro del mosaico della Cattedrale di Otranto dal 18 agosto 1897 sino al 15 settembre 190 I.

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A partire dal 1911 sino al 1916 furono eseguiti degli interventi di restauro limitati solo a 24 piccole zone della navata centrale; tali lavori furono promossi dalla Soprintendenza ai Monumenti della Puglia e del Molise ed eseguiti da Emilio Massaro. In una lettera del 15 dicembre 1911 , scritta dall'Ispettore lng. Angelo Pantaleo al Soprintendente, è riportato il sistema utilizzato, da don Emilio Massaro, per il restauro di alcune zone (quattro) del mosaico."[ ... ] Dirò a priori che il sistema è logico e razionale, rispondente a quelle formule ed alla medesima tecnica che, a suo tempo, usò il mosaicista Pantaleone [ ... ]". Dopo aver descritto la "cinese pazienza" con cui l'operatore si accingeva ad eseguire l'intervento, egli spiega il processo "[ .. . ] Si batte il disegno su carta porosa e l'impronta è perfetta. Si enumerano le tessere progressivamente [ . .. ]. Questa complessa e lenta operazione si fa con ogni diligenza. Tolte le tessere si toglie la malta che ha perduto ogni presa e se ne pulisce bene la breccia[ ... ]. Dopo questa operazione e dopo aver fatta ben asciugare la parte si inizia la composizione delle tessere [ ... ]. Il collegamento delle tessere è oggetto di speciale cura, perché il risaldare è operazione non facile, occorrendo una malta che per presa non sia ne troppo tenace ne troppo labile [ ... ]. Questa malta dovrà essere formata costantemente con calce spenta. arena dell'Idro e cemento da formare lo spessore di un due centimetri al massimo[ ... ]". Il Pantaleo continua la sua descrizione con dovizia di particolari, mettendo in risalto sia il corretto modo di procedere nel lavoro di restauro sia le principali cause di degrado a cui è esposta la superficie musiva. Inoltre, afferma che i danni al pavimento sono dovuti principalmente all'umidità ed alla cattiva qualità della malta, confezionata senza calce e con un dosaggio incorretto delle miscele . Infine conclude sottolineando la "[ . .. ] Mancanza di rifazione del massetto a coccio-pesto che sottosta al mosaico [ ... ]. Detto massetto è formato di calce, arena de li 'Idro e figulina pesta [ ... ]" . In seguito descrive i materiali lapidei utilizzati per il restauro, la loro provenienza, i tempi di preparazione delle tessere, di esecuzione dell ' intervento, il costo per ogni metro quadrato, la superficie e il costo totale dell'intervento. Brevemente riportiamo qualche brano della relazione che, a nostro avviso, risulta di notevole interesse soprattutto per la conoscenza delle tecniche e dei materiali utilizzati in passato di cui ormai non si conse_rva la memoria; "[ ... ] Le tessere tutte provengono dalle contrade montane e marine idruntine . Ne ho visitate le località e ne ho puranco rinvenute. Se ne rinvengono ovunque nelle contrade dette di Orte (Torre dell'Idra), a Palascìa o dei Monaci sulla direttrice di S. Nicolò di Caso le, alle Creste e Monte Raolo. [ ... ] Per lavorare I 00 tessere occorrono al minimo giorni 3 e per raccoglierle dalle varie località occorrono per lo meno giorni 4. Per scomporre una parte di musaico sui mq. 2 occorrono al minimo giorni 2 e per la ricomposizione non meno di 20 giorni. Da queste osservazioni fatte ho potuto stabilire che il prezzo di f 30,00 al mq compresa la malta la lavorazione e la messa in opera, [ .. . ]. I mq da doversi restaurare sono presso a poco in N° 40 che a f 30 il mq. importerebbe una spesa complessiva di f 1200,00. [ ... ]". Quindi ·ii restauratore Emilio Massaro interviene su quattro piccole zone per dimostrare la sua competenza nel restauro di opere musive. A seguito di questo piccolo intervento, il Massaro scrive al Soprintendente lamentando "[ ... ] dopo i primi lavori eseguiti [ ... ]" che la spesa per ogni mq dovrà ammontare a f. 118,00 per alcune difficoltà incontrate durante il lavoro di restauro . Egli conclude la lettera elencando venti zone da restaurare e sollecitando l'inizio dei lavori: "[ ... ] I lavori poi necessari a farsi urgentemente, anzi aggiungo urgentissimamente[ ... ]". Tale intervento ebbe inizio il 25 novembre 1914; nella Perizia dei lavori più urgenti di restauro al pavimento in mosaico della Cattedrale di Otranto (9 aprile 1913) sono riportate le modalità dell'intervento e l'elenco delle zone su cui intervenire con le rispettive dimensioni e quantità. Il restauro venne ultimato il 20 agosto 1916; l'intervento interessò mq 11,75 di superficie del mosaico (mq 9,35 di restauro e mq 2,40 per rattoppamenti) per un importo di f 998,75, così come risulta dal Verbale di

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ultimazione dei lavori redatto in data 16 settembre 1916. Quindi il prezzo ultimo pattuito per l'intervento fu di f 85,00 a mq (cfr. lettera del Massaro al Soprintendente del 27 marzo 1913). Dal 1916 sino al 1921 sul mosaico non venne fatto nessun tipo di intervento; infatti, in una lettera del 18 marzo 1921 si legge"[ ... ] dal 1916 in poi non fu più oggetto di cure, mentre sono ancora notevoli i danni[ ... ]". Quindi dal 1921 sino al 1926 vennero eseguiti, da Emilio Massaro, piccoli interventi per circa mq 6,00. Mentre sono in corso i lavori, in una missiva de~l '8 settembre 1925, ?el Ministero al Soprintendente, viene richiamata l'attenzione "[ ... ] sul detenoramen.to del mos~1co [ ... ]".Si susseguono lettere ed inviti, da parte del Mi~istero, per ac~ertare lo stato d1 con~erva~1one e la necessità di un intervento urgente . Nella relazione (15 luglio 1928) redatta dall architetto Edgardo Grazia, per ordine del Soprintendente, è riportato che le condizioni del mos~ico sono, i~ generale, abbastanza buone; prosegue dicendo "[ .. . ] che i danni I~ avari~ o le ~normaht~ prodottes1 nell 'opera musiva si estendono soltanto ad alcune zone sparse m van punt.1 della chiesa, ~ .... J. e dipendono in parte dal tempo ma più ancora da imperfetti ed inesperti lavon d1 restauro, comprnt1 m tempi recenti. [ . .. ]".È chiara l'allusione ai restauri prima citati, eseguiti da Emilio Massaro. Infine, dopo aver evidenziato, elencando le varie zone,"[ ... ] altri danni visibili [ ... ]"dovuti al "cattivo restauro", conclude il suo rapporto dicendo: "[ . .. ]Nel complesso, i danni, [ . .. ] non sono affatto gravi né molto estesi e potrebbero essere eliminati soltanto con pazienti ed oculate. ~pere di ~e~taur?~ le quali, a mio parere, non possono affidarsi se non a mosaicista di provata capacita per tah d1~fic1h e specialissime opere. [ ... ]". A seguito di questa relazione venne mandato ad Otran~o, pe~ es~mmare lo stato in cui versava l'opera d'arte, il mosaicista Italo Bichi operatore del Reg10 Op1fic10 delle Pietre Dure di Firenze. Il Bichi arrivò in città l'uno settembre 1928 e dopo"[ ... ] minuziosi e dettagliati rilievi[ ... ]" elaborò una perizia sui lavori di restauro. Dopo letter.e e carteggi v.ari ~stima dei lavori, preventivo per il riordino del mosaico, ecc.) l'Ispettore onorano L. Maroccia, m una lettera del 6 settembre 1929, a distanza di un anno dal sopralluogo fatto dal Bichi, lamentava il fatto che il Direttore dell'Opificio Poggi non aveva ancora dato una risposta in merito al suo interessamento"[ .. . ] presso le autorità competenti delle sorti del povero mosaico[ ... ]" 14

Nel 1934 viene invitato Renato Signorini ad eseguire dei restauri, ma il maestro mosaicista ravennate non accettò perché impegnato come docente presso l'Accademia delle Belle Arti di Ravenna; egli però si premurò di segnalare al Soprintendente Bartoccini due restauratori: Zelo Molducci e Libera Musiani. Ad Otranto fu presente (dal 1935) solo la signorina Musiani, che si avvalse della Ditta F. Gallo per la manodopera e la fornitura dei materiali, la quale intervenne su alcune zone della stesura musiva con "[ . . . ] rappezzi numerosissimi e consolidamenti di estensione limitata, ha compreso anche parecchi strappi di larghe zone distaccatesi e gonfiatesi per l'umidità [ ... ]" . Dopo alcuni interventi di sutura eseguiti su delle "aperture" manifestatesi nelle navate laterali~ i lavori di restauro si conclusero, dopo la pulitura completa del pavimento, il 18 ottobre 1935. Essi furono spesso elogiati sia dal Regio Ispettore L. Maroccia che dal Soprintendente, il quale si ritenne"[ . .. ] pienamente soddisfatto [ ... ]"

15 degli esiti del restauro. . . . . . . .

Dal 194 7 sino al restauro effettuato tra il 1986 e il 1991, si sono sussegu1t1 ptccoh mtervent1 d1 restauro (1960,1968,1976); tante proposte progettuali, indagini ed analisi per conoscere le ver~ patologie che hanno causato il degrado di una delle più note opere d'arte ~el mondo. ~Ilo scopo d1 individuare la migliore soluzione conservativa, anche attraverso l'uso d1 metodologie altamente innovative (oltre a quelle fatte dai Soprintendenti F. Schettini e R. Ghiurazzi), furono imp.egnat! allo studio del mosaico di Otranto noti Istituti ed esperti illustri nel campo del restauro. Tra 1 quah C. Brandi (IO aprile 1948 e nel 1953) e P. Rotondi (20 maggio 1967) Direttori dell'Istituto Centrale del Restauro; F. Rossi (20 maggio 1967) e U. Baldini (gennaio 1976) Direttori dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze; l'accademico dei Lincei ing. G. Massari (20 maggio 1967 e 23 gennaio 1969) del CNR ed esperto di deumidificazione per conto dell'UNESCO; la Società Rodio ( 1971) di

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Milano coadiuvata dal prof. V. Cotecchia, dell'Istituto di Geologia applicata-Facoltà di Ingegneria di Bari, e dall'ing. G. Melidoro. Tra il numeroso carteggio, conservato presso l'Archivio Storico della Soprintendenza di Bari, è presente anche un'Interrogazione parlamentare (1974) dell'on.le G. Urso, indirizzata al Ministero della Pubblica Istruzione, che chiedeva di conoscere quali iniziative intendeva prendere il Ministero per consentire il restauro del mosaico utilizzando i fondi della Cassa per il Mezzogiorno. Nella nota il deputato si lamentava dicendo: "[ ... ] È veramente grave che intralci burocratici e discordi pareri di tecnici [ ... ] ancora ritardino - pur registrando la disponibilità dei mezzi finanziari - l'intervento risanatore di un'opera, unica nel suo genere, destinata ogni giorno, per irresponsabile incuria di uffici, a deteriorarsi forse in maniera irrimediabile" .16

Tra le numerose proposte per la conservazione della stesura musiva, quella avanzata dall'ing. G. De Tommasi (tra il 1979 e il 1981) sicuramente può essere considerata la più innovativa, progettata secondo le più moderne concezioni del restauro e per l'uso di tecnologie sofisticate. Egli, infatti, proponeva il sollevamento rigido e contemporaneo del pavimento e del massetto ad esso collegato, per l'intera superficie della navata centrale, mediante l'uso di martinetti idraulici , prescriveva la realizzazione di un vespaio areato ed infine la riapplicazione in opera del pavimento. Per l'esecuzione dell'intervento vennero invitate a presentare uno schema di massima dell'impianto di sollevamento, con l'indicazione della spesa, ditte specializzate quali la Rodio di Milano, la Società Fondedile di Napoli, l'Impresa Cingoli di Teramo, ed altre. Tale proposta conservativa non venne accettata dal Ministero e quindi l'intervento progettuale rimase solo su carta. 17

Finalmente, dopo restauri e proposte che si sono succeduti per circa cento anni (1875-1979), la Soprintendenza per i BB.A.A.A.SS. della Puglia decise di intervenire perché tutta la stesura musiva della navata centrale manifestava preoccupanti fenomeni di degrado che stavano seriamente pregiudicando l'integrità dell'opera d'arte. I principali fenomeni di degrado si manifestavano con il costante distacco delle tessere, lesioni passanti e numerosi avvallamenti; tali manifestazioni erano dovute all'instabilità del sottofondo su cui era poggiata la stesura musiva. Questo risultava"[ ... ] umido dapertutto [ ... ]".Sottofondo dello spessore di cm 8/1 O, sotto al quale non vi era vespaio ma un "[ .. . ] riempimento incoerente umidissimo. [ ... ]". Inoltre, nella relazione del prof. G. Massari si legge: "[ ... ] l'edificio è caratterizzato da una diffusa umidità nel sottofondo del mosaico, umidità che però non sale nelle murature, da una enorme inerzia termica, da scarso ricambio d'aria. Conseguenza notevole è l ' istabilità nell'umidità relativa dell'aria e la facilità alla condensazione. [ ... ]". 18

Pertanto, si predispose un intervento integrale che interessava tutta la superficie della suddetta navata. I lavori ebbero inizio il 9 settembre 1986 con la rimozione del manto musivo adottando la tecnica dello stacco e solo in alcune zone, interessate da restauri precedenti, quello dello strappo. L'intervento fu predisposto in tredici fasi, su una superficie di circa mq 350,00 suddividendola in 168 sezioni di stacco. Brevemente elenchiamo le fasi operative: rilievo fotogrammetrico; rilievo generale del pavimento; pulitura di tutta la stesura musiva; suddivisione in 168 sezioni di distacco e rilievo in scala reale di ogni sezione; incollaggio di tele protettive; realizzazione di controforme in gesso; stacco delle sezioni con spade di acciaio; pulitura delle sezioni; realizzazione di un nuovo piano di posa; realizzazione dei pannelli delle sezioni distaccate; riassemblaggio delle sezioni (Tav. fuori testo a colori) sul nuovo piano di posa; distacco delle tele protettive; stilatura, tra sezione e sezione, dei tagli eseguiti per lo stacco. Previsto il lavaggio atomizzato di tutta la superficie restaurata e l'applicazione di prodotti protettivi, forse lavori mai eseguiti.19 I restauri si conclusero alla fine di luglio del 1991 , ma la Cattedrale fu riaperta solo l'uno luglio 1992. .....-i..--- Fessurazioni

Zona non rilevata

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Stato di conservazione L'analisi dei restauri effettuata, ha messo in evidenza i problemi che da sempre hanno interessato la stesura musiva di Pantaleone. In particolare, sin dal primo intervento sono stati rilevati inconvenienti correlati alla notevole umidità diffusa sulla maggior parte della stesura musiva. Il problema provocava, oltre agli avvallamenti e dossi sulla superficie, la perdita di coesione tra le tessere e la malta di allettamento. Tali patologie si sono ripetutamente manifestate nel tempo, richiedendo continui interventi e diventando di conseguenza opere di manutenzione ordinaria. Nel 1979, volendo risolvere il problema in maniera complessiva, si è progettato un intervento secondo i moderni criteri del restauro che prevedono la eliminazione delle cause di degrado. Malgrado l'intervento previsto dall'ing. De Tommasi non sia mai stato realizzato, comunque nel 1986 il mosaico venne staccato in 168 sezioni, che furono ricollocate nel 1991 nella posizione originaria, dopo aver rimosso le cause dell'umidità. Oggi, a distanza di 1 O anni si è voluto verificare l'efficacia di quell'intervento attraverso una mappatura delle principali forme di alterazione. Dal rilievo si evince che tutta la stesura musiva è interessata da fenomeni fessurativi localizzati prevalentemente in corrispondenza dei bordi (Tav. fuori testo a colori) delle sezioni di stacco (Fig. 6). Tali soluzioni di continuità agevolano il distacco delle tessere dal supporto di malta formando piccole lacune che potrebbero progredire. Restano da stabilire con certezza le cause di dissesto, le quali potrebbero ascriversi a fenomeni di ritiro e/o alla notevole rigidezza del sottofondo in calcestruzzo armato. Tale studio, seppur ancora in forma preliminare per alcune limitazioni di accesso che hanno impedito un rilievo completo, rappresenta un punto di partenza per un monitoraggio sistematico e continuo di tutta la stesura musiva.

Ringraziamenti Si ringrazia l'Arcidiocesi di Otranto per aver concesso l'autorizzazione ad analizzare la stesura musiva della navata centrale della Cattedrale; la Soprintendenza per i

, ..... Microfessurazioni BB.A.A.A.SS. della Puglia per la consultazione dell 'Archivio; Mancanza di tessere Ilaria Montillo per la collaborazione durante il rilievo delle

fessurazioni presenti sulla stesura. Fig. 6: Rilievo del quadro fessurativo.

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NOTE

1 P. Belli-D'Elia, ' Il romanico' in La Puglia fra Bisanzio e/ 'Occidente, Electa, Milano 1980, pp. 117-252. 2 C. Frugoni, ' Il mosaico della cattedrale di Otranto' in La Puglia fra Bisanzio e /'Occidente, Electa, Milano 1980, pp. 197-204; C. A. Willemsen, L'enigma di Otranto, Congedo, Galatina 1980; G. Gianfreda, Il mosaico di Otranto. Biblioteca medioevale in immagini, Edizioni del Grifo, Lecce 1990; C. Robotti - A. Monte, ' Il mosaico dell'albero della vita in Otranto. Nuovi ritrovamenti e problemi di conservazione', in Atti del Il Colloquio del/ 'Associazione Italiana per lo Studio e la Consevazione del Mosaico (AISCOM), Bordighera, 1995, pp.569-578. 3 A. Monte - G. Quarta, 'Mosaici pavimentali in ambienti sacri del Salento (Secc. XIX-XX). Caratterizzazione e provenienza dei materiali costituenti , in Atti AISCOM del VI Colloquio, Venezia 1999, pp. 625-36. 4 Archivio di Stato di Lecce, Perizia dei lavori di ristauro occorrenti nella Cattedrale e Palazzo arcivescovile di Otranto, redatta in seguito a/foglio prefettizio del 16 Dicembre 1872 N° 3055; al/igata al Rapporto N° 1962, Lecce 24 Gennaio 1873, Genio Civile, Cl. V, Tit. III , Fase. I , Busta I. 5 Archivio di Stato di Lecce, Lavori di ristauro alla Cattedrale e Palazzo Arcivescovile di Otranto. Impresa Maselli Giovanni Angelo. Stato finale dei lavori eseguiti a tutto il 9 Dicembre 1876, Lecce 20 Dicembre 1876, Genio Civile, Cl. V, Tit. III, Fase. I , Busta I. A titolo di curiosità i lavori di restauro de l mosaico costarono f. 859,60 e furono così ripartiti : "Ristauro in rappezzi del pavimento a mosaico, mq 75,96 x f.10,00 a mq= f. 759,60"; "Rotatura e pulitura con olio di lino nel vecchio pavimento mq 100,00 x f. 1,00 a mq= f. 100,00". Cfr., Lavori di ristauro ... , Stato finale dei lavori ... , op. cit .. 6 Archivio di Stato di Lecce, Perizia suppletoria di lavori occorrenti per ristauro dei tetti pavimento a mosaico ecc. nella sopra indicata Cattedrale, in aggiunta della Perizia del 24 Gennaio 1873. Alligata a/foglio N° 269, Lecce IO Febbraio 1876, Genio Civile, Cl. V, Tit. III, Fase. I, Busta I. 7 Archivio di Stato di Lecce, Relazione annessa al conto finale dei lavori di ristauro della Cattedra/e ed Episcopio di Otranto, eseguiti dall'impresa Gio Angelo Maselli, Lecce 20 dicembre 1876, Genio Civi le, Cl. V, Tit. III, Fase. I, Busta I. 8 Archivio di Stato di Lecce, Perizia dei lavori di ristauro ... , op. cit .. 9 Archivio di Stato di Lecce, Lavori di ristauro ... op. cit .. 10 La Commissione Conservatrice dei Monumenti Storici e di Belle Arti di Terra d'Otranto al Consiglio Provinciale. Relazione peli 'anno 1875 del Duca Sigismondo Castromediano, Tip. Editrice Salentina, Lecce 1876, p.35. 11 La Commissione ... op. cit., p. 35. 12 G. De Tommasi, ' Il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto: proposta di restauro', in Rassegna Tecnica Pugliese - Continuità, XIII , n° 3, luglio-settembre 1979, pp.3-12; id. 'A proposal of restoration of mosaics: the case of the mosaics in the cathedral of Otranto (LE)' , in Atti del Convegno Conservation in situ, Sori a 1986, Mosaicos IV, pp. 321-330. 13 Per un ulteriore approfondimento s i confronti l' Archivio della Soprintendenza per i BB.A.A.A.SS della Puglia (BA), Otranto, Cattedrale, Pavimento-Musaici, anno 1893, Carte lla I, LE-LVII. 14 Archivio Soprintendenza per i BB.A .A.A.SS della Puglia (BA), Cartella I , LE-LVII. 15 li carteggio relativo all'intervento fatto dalla Musiani merita sicuramente più spazio da quello concesso in questa sede; cfr. Archivio Soprintendenza per i BB.A .A.A.SS. dell a Puglia (BA), Carte ll a N° l/A,LE-LV ll. 16 Per un più puntuale approfondimento su tutte le vicende che hanno interessato il mosaico, s i consulti la ricca documentazione conservata presso l'Archiv io Soprintendenza: Carte ll a N° I I A,LE-L VII ; inoltre l'interessante saggio di M. D'El ia, ' li mosaico pavimentale de ll a cattedrale di Otranto. Cronaca di un restauro', in Quaderni medievali, n° 3, giugno 1977, Dedalo libri , Bari, pp. 121-131. 17 G. De Tommasi, Il mosaico ... , op. cit.; Archi vio Soprintendenza per i BB.A.A.A.SS. della Puglia (BA), Carte lla N° 1/D,LE-LVII. 18

Cfr. Relazione di G. Massari del 3 1 marzo 1969, Archivio Soprintendenza per i BB.A.A.A.SS . della Puglia, Cartella N° l/A,LE-LV ll. 19

Per un più dettagliato approfond imento su ll e fasi de ll ' intervento s i consu lti il saggio dell 'arch. Benedettelli al quale fu affidata la DD.LL. de l restauro. M. Benedettelli , Il restauro del mosaico pavimentale della cattedrale di Otranto, in " I saggi di Opus", Quaderno di stori a, architettura, restauro, IV - 1995, pp. 61-70; C. Signorini , ' Il restauro del mosaico pavimentale: cenn i tecnici e nuov i ri trovamenti', in Atti del Convegno Regionale di Arte Sacra, Otranto 16- 17 giugno 1989, Congedo, Ga latina 1990, pp.41. 7; A, Monte, 'La Cattedra le di Otranto: a lcune osservazioni sul restauro del pavimento musivo', in Antiquo, nn° 3-4, 1993, pp.92-4; G. Gianfreda, Cattedrale di Otranto. Diario di un restauro, Edi zioni de l Gr ifo , Lecce 1996, pp.1 7-256. Inoltre, interv iste orali fatte a due operati , M. C. lnvernizzi e A. Pisino, a conclusione del l'intervento. Nell ' Archivio della Soprintendenza sono conservate altre due cartelle che contengono documentaz ione relativa a indag ini e lavori esegui ti su l mosa ico. Cartella N° 1/C, LE-LV ll; Cartella N° 1/E, LE-LVll.

SC IENZA E BENI CULTURALI XVIII 2002

I PAVIMENTI ROMANI CASIMIRO A BRINDISI: INTERDISCIPLINARE

DELL'AREA ARCHEOLOGICA PRIMI RISULTATI DI UNO

M.T. GIANNOTT A 0 - G. QUART A 0

- A. COCClllARO*

° CNR - IBAM - Lecce *Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia - Taranto

Abstract

DI VIA STUDIO

In the old town of Brindisi there is the archaeological area of via Casimiro, with severa! remains of roman structures which were brought to light and excavated between 1957 and 1959. Beneath an imperial square surrounded by arcades, republican pavements in opus signinum were found, which were decorated which stone scutulatae and tesserne. One of these was decorated with a semis of bichrom crosslets in opus signinum, and presented a exceptional centrai pane) which it out among contemporary pavements of Roman ltaly. This panel presents a decoration made with polychrome materials (blue, green and yellow): marble and/or vitreous paste, some of them inserted in the hollows of sectioned shell. The last mentioned decorative pattern, with its brilliant chromatism, represents a unicum. In 1962, the Soprintendenza Archeologica of Taranto provided for the preservation in si tu of the Roman pavements of via Casimiro, which, however, due to the action of severa) degradation agents, present today a bad state of conservation. Study of pavement with its constituent materials and working technique have been conducted through a limited stratigraphical excavation and the drawing of samples for mineralogica) and petrographical testing (DRX, thin­section, ESEM) and chemical analyses (EDX). Key-Words: Brindisi, roman pavements, opus signinum, laboratory analyses.

Contesto storico-urbanistico Nel J 9S7 a Brindisi, in via Casimiro, angolo via De' Muscettola (Fig.1 ), i lavori edili per la costruzione di un edificio dell'Istituto Autonomo Case Popolari portarono alla luce monumentali resti, che imposero l'esecuzione di uno scavo archeologico protrattosi sino al 19591

.

Lo scavo fu condotto senza alcun criterio stratigrafico, ' seguendo i muri' e distruggendo i livelli di età medioevale. Nel terreno di risulta dello scavo fu rinvenuta una testa-ritratto marmorea di età antonina, in cui si è voluto riconoscere Antinoo2

.

I resti archeologici messi in luce, salvaguardati e lasciati a vista, grazie alle modifiche apportate al progetto di costruzione dell'edificio, sono da attribuire ad un porticato ma non è possibile identificare l'edificio pubblico di appartenenza attraverso la sola l!!ttura planimetrica del complesso e Io studio degli elementi architettonici rinvenuti nel corso dello scavo3

. La precisa identificazione dell'edificio potrà essere consentita solo dall'estensione dell'indagine, che dovrà esser prevista nei

PER LE FIGURE A COLORI VEDI TAV. 47 FUORI TESTO

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TAV. 46

Otranto: Riassemblaggio delle sezioni consolidate sui nuovi piani di posa, nel corso dei restauri del 1986-91.

Otranto: Particolare di una lesione manifestatasi in tempi successivi all'intervento di restaum del 1986-91

Emblema centrale del pavimento a cocciopesto decorato a crocette.

Particolare della conchiglia con le paste vitree colorate a/l'interno.

Resto di un inserto in pasta vitrea di colore azzurro.

Inserto blu in pasta vitrea a bande violacee, bianche e marroncine.

lnserto di roccia verde legger­mente scagliato.

TAV. 47

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•• " . e •l!-•4'• • • Particolare del tappeto con motivo a crocette.