CULTURA E TRADIZIONE DEL N

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CULTURA E TRADIZIONE DEL NATALE

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CULTURA E TRADIZIONE

DEL NATALE

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CHE COS’È IL NATALE

Il Natale è una festa cristiana che celebra la nascita di Gesù

(la Natività). Cade il 25 dicembre (il 7 gennaio per le Chiese

greco-ortodosse). Secondo la tradizione cristiana, Gesù è nato

a Betlemme al tempo di Erode, re della Giudea sotto

protettorato romano. Nella maggior parte dei paesi del mondo,

il suo anno di nascita è alla base della datazione.

STORIA DELLA CRISTIANITÀ

- VIDEO -

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Betlemme

Città di Betlemme Basilica della Natività

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ORIGINI DELLA FESTA

- IL NATALE E LE FESTIVITÀ SOLARI PAGANE -

In verità non conosciamo il giorno esatto della nascita di

Gesù. Già verso il 200 d.C. era ampiamente diffusa nelle

comunità cristiane la celebrazione del 6 gennaio come giorno

della sua nascita. Perché dunque si festeggia il 25 dicembre?

L’ipotesi più probabile è che il Natale cristiano si sia

sovrapposto alla festa pagana del Dies Natalis Solis Invicti

che celebrava il Sole Invitto, divinità in cui confluivano altri

culti pagani (Helios, El-Gabal, Mitra…). Essa fu introdotta a

Roma da Eliogabalo (imperatore dal 218 al 222) e

ufficializzata da Aureliano nel 274 con la data del 25

dicembre.

Il Dies Natalis Solis Invicti cadeva nel periodo dell'anno in

cui la durata delle ore di luce del giorno cominciava ad

aumentare dopo il Solstizio d’inverno: celebrava dunque la

"rinascita" del sole.

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IL SOLE INVITTO

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IL NATALE E LE FESTIVITÀ SOLARI PAGANE

Nei suoi primi tre secoli di

vita, quando il rischio delle

persecuzioni impediva

l'utilizzo dei simboli della

nuova religione, il mondo

cristiano utilizzò immagini

pagane. Fece perciò ricorso

anche ad attributi solari per

alludere al Cristo, come la

corona radiata del Sol

Invictus o il carro solare.

Il Sole Invitto

e il carro solare

Cristo rappresentato come Sol Invictus,

mosaico rinvenuto presso la Necropoli

vaticana.

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ORIGINI STORICHE DEL NATALE

Sull’origine del Natale sono state proposte anche ipotesi

diverse; nello stesso periodo dell’anno si celebravano una

serie di ricorrenze e riti legati al mondo pagano: infatti,

nell'antica Roma dal 17 al 24 dicembre si festeggiavano i

Saturnali in onore di Saturno, dio dell'agricoltura,

durante i quali avvenivano scambi di doni e sontuosi

banchetti.

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IL NATALE NELLA CULTURA

DEL NORD EUROPA

Il Natale costituisce probabilmente

l'esempio più significativo di come una

tradizione pagana sia stata assorbita dal

Cristianesimo assumendo un nuovo

significato.

Quando i missionari iniziarono la

conversione dei popoli germanici (nel

Nord Europa), adattarono alla tradizione

cristiana molte delle loro feste pagane.

Fra i simboli moderni del Natale che

sembrano derivare dalle tradizioni

germaniche e celtiche pagane troviamo

l'uso decorativo del vischio,

dell'agrifoglio e l’albero di Natale.

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IL NATALE

E LE TRADIZIONI SOCIALI E RELIGIOSE

Tra i simboli e le pratiche del Natale sono presenti il presepe,

l’albero, la figura di Babbo Natale, lo scambio di auguri e di doni.

Molte tradizioni natalizie sono legate alla musica, a particolari

piante (l'agrifoglio, il vischio, la stella di Natale) ed a cibi tipici; tra

questi ultimi, in Italia, si ricordano il panettone, il pandoro, lo

zampone e il cotechino.

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LE TRADIZIONI NATALIZIE: IL PRESEPE

Il presepe (o presepio) è la rappresentazione

della Natività. Il primo presepe fu italiano e

“vivente”; fu realizzato da San Francesco

d'Assisi nel 1223 a Greccio.

In tutto il Sud Italia la tradizione del

Presepe è molto diffusa da centinaia di anni

e molto amata.

Personaggi tipici del presepe siciliano sono:

Susi Pasturi, che, in mezzo all'animazione

generale, dorme su un'amaca (corrisponde

al napoletano Benino e al bolognese

Dormiglione), lo sbaundatu o scantatu ra

stidda, che è il primo ad avvistare la stella

cometa, Zu Innaru (Zio Gennaio), che è un

vecchietto che si riscalda di fronte ad un

fuoco acceso.

Oggi la tradizione del presepe è presente in

tutti i continenti.

STORIA DEL PRESEPE

- VIDEO -

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LE TRADIZIONI NATALIZIE:

L’ALBERO DI NATALE

Il simbolo dell’albero della vita fu introdotto in

Sicilia dai Normanni (appunto uomini del Nord),

come possiamo vedere nella decorazione dell’albero

della vita sul portico meridionale della Cattedrale

di Palermo.

L’Albero di Natale ha origini germaniche e pagane: il

suo simbolismo è legato a Yggdrasill, l’albero cosmico

(che in origine era un frassino, non un abete), l’axis

mundi (l’asse del Mondo) che collegava il cielo e la terra

e sosteneva l’equilibrio dell’universo. Le candele, le luci,

e le decorazioni a forma di sfera, sono simboli solari che

nel Solstizio d’inverno hanno la funzione di propiziare il

ritorno del calore primaverile e la rinascita della vita.

Yggdrasill è dunque anche l’albero della vita.

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LE TRADIZIONI NATALIZIE: BABBO NATALE Anche la tradizione di Babbo Natale ha probabili origini nordiche.

Tutte le versioni del Babbo Natale moderno, chiamato Santa Claus nei

paesi anglofoni, derivano dalla figura di San Nicola, vescovo

di Myra (oggi Demre, città situata nell'odierna Turchia). Di lui si

racconta che ritrovò e riportò in vita cinque fanciulli, rapiti ed uccisi da

un oste, e che per questo era considerato il protettore dei bimbi.

L'appellativo Santa Claus deriva da Sinterklaas, nome olandese di San

Nicola.

In molte regioni del Nord Italia è Santa Lucia a portare i doni ai

bambini il 13 dicembre.

In diverse zone del Sud Italia i doni vengono portati anche dalla

Befana o da una Vecchia affine, il 6 gennaio.

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LE TRADIZIONI NATALIZIE: I DONI

La tradizione natalizia di scambiarsi doni è molto

antica, e presumibilmente, di origine pagana. Nei

paesi del Nord Europa era abitudine scambiarsi doni

il giorno del Solstizio d'Inverno, come forma d'augurio

per l'inizio della stagione invernale.

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LE TRADIZIONI NATALIZIE: I CANTI NATALIZI

Un canto di Natale, o carola di

Natale (dall'inglese Christmas carol), è una

composizione musicale tradizionale che ha avuto un

notevole sviluppo nei secoli. I canti di Natale sono

originari della tradizione inglese del tardo Medioevo

(1350–1550 circa) e hanno avuto poi una rinascita nella

seconda metà del XVIII secolo.

VIDEO Canti Natalizi:

Adeste Fideles

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I SATURNALIA E LE ORIGINI DEL GIOCO D’AZZARDO

Anche i giochi d’azzardo di Natale hanno origini pagane. Come abbiamo visto, la

festa del Natale ha preso il posto delle celebrazioni dedicate al dio Saturno degli

antichi Romani, festa corrispondente all’ingresso della stagione fredda con il

Solstizio d’inverno. Mentre durante tutto l’anno era proibito il gioco d’azzardo,

durante i Saturnali era consentito, perché il gioco d’azzardo “era

originariamente un atto rituale in stretta connessione con la funzione

rinnovatrice di Saturno il quale distribuiva le sorti agli uomini per il nuovo

anno; sicché la fortuna del giocatore non era dovuta al caso ma al volere della

divinità”.

Nel folklore di molte regioni si crede che nei giorni antecedenti alla nascita del

Redentore gli inferi hanno libertà di azione. Era dunque possibile sperare in

questi giorni in un sostegno profano per propiziarsi la fortuna. Queste credenze

sarebbero dunque alla base delle tombole, del gioco del Mercante in Fiera e

delle lotterie (compreso quella Nazionale) che si giocano in questo periodo.

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LA TRADIZIONE DEL NATALE

IN SICILIA

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LE TRADIZIONI NATALIZIE:

I PIATTI DELLA RICORRENZA IN SICILIA

Adesso ci soffermiamo su ciò che si

mangiava in Sicilia per Natale, e che

in parte si è perso a causa della

globalizzazione.

Nelle tavole dei siciliani si trovava

baccalà, pasta caciata, le sfinci; i

ricchi si potevano permettere

il capituni e la murena.

In alternativa al pesce, gallina

ripiena di riso con fegatelli e

anteriora (interiora, visceri di

animali) e cotta in brodo, timmula

catanese (timballo di riso, tuma

‘toma’ e altri ingredienti), pastizzo

del Pachinese (tritato, ragù, ricotta e

broccoli).

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Crispella con ricotta e acciughe

Baccalà alla messinese Schiacciata siciliana

Sfuogghiu salsiccia e ricotta,

ricetta ragusana

LE TRADIZIONI NATALIZIE:

I PIATTI DELLA RICORRENZA IN SICILIA

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ALTRI PIATTI

DELLA TRADIZIONE GASTRONOMICA IN SICILIA A Giarre si mangiava la nuzza, tacchina imbottita di riso, uova, cacio,

soppressata. A Termini, si preparavano le muffulittedda fritti, composti di

farina imbottiti di ricotta.

Tra i dolci c’erano i nucàtuli a Palermo, i mustazzoli a Messina,

i cuddureddi a Catania. Ma anche la cutugnata a Noto; la petrafennula a

Modica; a Piazza Armerina il turruni; a Borgetto la pignulata; a Cammarata

le paste di vinu cottu; a Corleone i dolci al miele; a Salaparuta i dolci ripieni

di fichi secchi.

Molti di questi prodotti della gastronomia natalizia avevano origini molto

antiche. Per esempio, i mustacca (mustazzòla) – secondo Enrico Onofrio in

Guida pratica di Palermo (1882) – derivavano da un dolce di farina e miele

che si preparava durante i Saturnalia dell’antica Roma.

Buccellato Mustazzoli al miele

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SACRO E PROFANO NELLA TRADIZIONE NATALIZIA

Sempre Giuseppe Pitrè racconta che tra la notte del 24 dicembre e la mattina

del 25 i palermitani ed i siciliani in genere si abbandonavano ad eccessi con il

cibo ed il vino non smettendo nemmeno durante le sacre funzioni in chiesa.

Già prima di far la nottata di Natale, la gente usciva di casa a far festa. Si

andava “a zonzo” tra le bancarelle di frutta secca e tutto questo movimento

era accompagnato da spari, mortaretti e schioppi. Chi andava alle funzioni

religiose portava con sé qualcosa da sgranocchiare (i ceci abbrustoliti) e da

bere. Molti però preferivano, durante la messa di Natale, allontanarsi

temporaneamente dalla chiesa per una rapida “ripassata” in osteria.

Contro tanta sregolatezza invano le diocesi e il Senato palermitano tentarono

di intervenire e condannare gli abusi tra il 1553 ed il 1647.

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LE TRADIZIONI NATALIZIE:

I CANTI NATALIZI IN SICILIA

Anche in Sicilia era molto diffusa l’usanza dei canti natalizi composti

in novene. Come racconta il Pitrè :

“i cantastorie vagano tra le vie della città a cantare le ninnareddi (le

cantate natalizie). Se le cantate sono gradite, i cantastorie ricevono

come compenso dei soldi o dei dolci natalizi (ad es. il buccellato) e fuori

dalle porte viene tracciato un segno con un carboncino”

Alla fine dell’Ottocento e nei primi anni del secolo scorso, essere in

grado di pagare i pochi soldi della novena (circa 9 grani, 19 centesimi),

consentendone l’ascolto anche ai vicini, era un elemento di distinzione

sociale, un vero e proprio stuatus simbol .

VIDEO “E la notti di Natali”

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IL NATALE E LA SINISTRA TRADIZIONE

DEL GIOCO D’AZZARDO Un’altra antica tradizione è quella delle giocate durante le festività

natalizie.

Giuseppe Pitrè racconta che nelle case, in attesa della grande

abbuffata, si giocava a carte. I giochi più diffusi erano: a minicheddu, a

setti e menzu, a belladonna, a trentunu. Ci riferisce un altro storico

palermitano, Enrico Onufrio (in: Guida pratica di Palermo, 1882) che

non era insolito incontrare la mattina dopo «facce livide di fatica e di

rabbia, delle persone prostrate dalla stanchezza e dal sonno, e che,

rimaste in debito di grosse somme di denaro, van cercando il modo di

riparare al danno».

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DA NATALE A SANTO STEFANO

Dopo Natale, si commemora Santo Stefano, il primo martire della

cristianità.

Racconta Giuseppe Pitrè che il giorno dopo Natale, S. Stefano, i nobili

palermitani digiunavano e si confessavano, in modo da ricevere una

protezione per i duelli, frequenti a quei tempi.

In effetti, dopo gli eccessi del Natale, un digiuno per riprendersi era il

minimo. Digiuno brevissimo, d’altronde, che appunto durava, come dice il

detto popolare “da Natali a Santu Stefanu”, cioè pochissimo. In altri

termini, era un “babbiu”.

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IL NATALE: FESTA DELLO SPRECO O MOMENTO DI

RACCOGLIMENTO, SPIRITUALITÀ E CONDIVISIONE

La celebrazione del Santo Natale, almeno per i

credenti, dovrebbe essere un momento di

raccoglimento, un’occasione per riflettere sul

messaggio di amore, fratellanza e condivisione

contenuto nella “Buona Novella”. È anche un

tempo di gioia perché con l’Avvento ritorna la

speranza che giunga ogni anno una nuova

primavera, intesa in tutti i significati e le

accezioni simboliche.

Di questo parla Luigi Pirandello nel bellissimo

racconto Sogno di Natale (1896), contenuto

nella raccolta Novelle per un anno, e di come

sia difficile abbandonare tutte le nostre inutili,

false priorità che immiseriscono la nostra vita

e fanno del Natale una festa caratterizzata dal

materialismo, dal consumismo e dallo spreco.

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VERIFICA Cos’è il Natale?

Perché si festeggia il 25 Dicembre?

Cos’è il Sole Invitto?

Perché il Dies Natalis Solis Invicti era un simbolo di rinascita?

Quali sono le più importanti tradizioni relative al Natale?

Come nasce la tradizione dell’albero di Natale?

Da quale personaggio storico ha origine “Babbo Natale”?

Come nasce il presepe?

Come festeggi il Natale? Se non sei cristiano, esistono nella tua

religione feste con caratteristiche simili a quella del Natale?

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