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Cultura e spettacoliDomenica 16 novembre 2014LIBERTÀ
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Addio all’attrice MorlacchiLa grande Lucilla Morlac-
chi è morta a Milano, a78 anni. Lavorò con Vi-sconti (fu Concetta nel
“Gattopardo”) e la Volon-ghi, fu la musa di Testori.
Nell’ultimo spettacolo hadato voce al “Grande in-
quisitore”di Dostoevskij.
Bill Cosby: accuse di molestieBill Cosby coinvolto in u-no scandalo per presun-te aggressioni sessuali a
diverse donne negli annipassati. Il comico ha can-cellato apparizioni tv perle polemiche dopo l’edi-
toriale e le comparse intv di una sua accusatrice.
Brask a Milano book cityOggi si chiude Milano
book city: alle 16 al mu-seo della scienza e della
tecnica conversazionesulla “Perfetta solitudine
del matematico”conMorten Brask, autore de
“La vita perfetta di Wil-liam Sidis”, Iperborea.
Bollani di scena a BolognaIl pianista Stefano Bollani e il mandolinista bra-siliano Hamilton de Holanda suoneranno oggi
alle 18 al PalaDozza di Bologna per la Fonda-zione Ant Italia che assiste i malati oncologici.
di MAURO BARDELLI
n recital di Leo Nucci co-me appuntamento di a-pertura di ogni stagione
concertistica. E’ l’idea che re-galiamo alla Fondazione Teatridi Piacenza, dopo l’ennesimo,grandioso concerto del celebrebaritono bolognese che l’altrasera, accompagnato dall’ItalianOpera Chamber ha aperto lastagione 2014-2015 con il reci-tal Cantata italiana in un Mu-nicipale affollato, bissando ilmemorabile successo della se-rata inaugurale della passatastagione.
E se un anno or sono avevascelto di iniziare il concertoquasi sottovoce, con le tre pre-ghiere verdiane che tutti ricor-deranno, il Leo Nucci di que-st’anno ha invece seguito lastrada opposta. Un trascinante Largo al factotum dal rossinia-no Barbiere di Siviglia ha infat-ti inaugurato trionfalmente laserata, facendo subito capire alpubblico, se mai ce ne fossestato bisogno, che il “factotum”della serata sarebbe stato dav-vero lui: il grande Leo Nucci.
E infatti le ovazioni non si so-no fatte attendere, quando su-bito dopo un gustoso quantoraffinato Intermezzo napoleta-no proposto dai bravissimi mu-sicisti dell’Italian Opera Cham-ber con brani come ’O sole mio,Sul mare luccica e Funiculì Fu-niculà, sapientemente uniti informa di medley dall’abile ma-no di Paolo Marcarini, pianistae arrangiatore del gruppo, il ba-ritono bolognese tanto amatodai piacentini ha deliziato ilteatro con tre perle pescate daquello scrigno di tesori musica-li che è la canzone tradizionalenapoletana, alla quale, non acaso, tutti i grandi interpreti diogni tempo hanno voluto acco-starsi: Dicitincello vuje di Ro-dolfo Falvo, Voce ’e notte di Er-nesto De Curtis e Maria Marì! di Eduardo Di Capua. Tre braniuno più bello dell’altro, cantaticon quella maestrìa e quella
U
sensibilità che solo il grandebaritono bolognese sa regalare.
Dopo il tributo alla canzonenapoletana, non potevanomancare le stupende arie ope-
ristiche che hanno reso famosoe ammirato Leo Nucci in tutti iteatri del mondo. Ed ecco allo-ra straordinarie interpretazio-ni come L’Esule, bellissima ro-
manza di Giuseppe Verdi, se-guita da una strepitosa Ah persempre io ti perdei dai Puritanidi Vincenzo Bellini e dalla friz-zante In testa la cappellina dal
Gianni Schicchi pucciniano. Eancora, Nemico della patriadall’Andrea Chénier di Umber-to Giordano e il finale con Ariae morte di Rodrigo dal Don Car-
lo di Verdi, brano molto amatoda Nucci, con il quale avevaconcluso anche il recital delloscorso anno.
Ed è qui, nel campo della liri-ca, e non ce ne vogliano altristimati e blasonati interpreti,che quando canta Leo Nucci,non ce n’è più per nessuno. Ilsuo stupendo timbro è in-confondibile, la sua espressi-vità è un capolavoro di dram-maticità e di eleganza, la suapresenza scenica “buca” il tea-tro, parafrasando il linguaggiotelevisivo. E il tutto è racchiusoin uno stile sempre dolcissimoe affettuoso, che palesa l’amo-re che questo interprete ha peril canto e per il pubblico, a fa-vore del quale spende ogni par-ticella del suo sconfinato talen-to.
Un grande encomio va poi ri-volto alla bravura del sestettodell’Italian Opera Chamber(Paolo Marcarini al pianoforte,Pierantonio Cazzulani e CesareCarretta al violino, ChristianSerazzi alla viola, Massimo Re-pellini al violoncello e MartaPettoni all’arpa) che ha regala-to preziosi intermezzi stru-mentali: il medley napoletanodell’inizio e un omaggio a NinoRota con temi dalle colonne so-nore dei film La Strada, La Dol-ce vita, Amarcord e Otto e mez-zo. E ancora, la Pucciniana, conarie tratte da Bohème (Sì, michiamano Mimì), MadamaButterfly (Un bel dì vedremo) e Gianni Schicchi (O mio babbi-no caro) e per finire, una fanta-sia sui temi dell’Aida verdiana.
Che aggiungere di più, senon i ben quattro bis regalatida Nucci ad un pubblico in vi-sibilio: Cortigiani vil razza dan-nata dal Rigoletto di Verdi, Co-re ‘ngrato, Non ti scordar di mee un commovente Donna vor-rei morir di Francesco PaoloTosti? Già, gli affettuosi, caloro-sissimi applausi e la standingovation che tutto il pubblicodel Municipale ha voluto tribu-tare a questo interprete dal va-lore mondiale.
Il grande Leo Nucci nella sua strepitosa prova per l’aperturadella stagione concertistica del Municipale (foto Del Papa)
Con gli Amici dell’Arte alla scopertadi chiese e palazzi storici di Piacenza
alla basilica di S. Antoni-no alla chiesa d S. Fran-cesco, dal Collegio Albe-
roni a Palazzo Costa. É davveroinvitante il menù di visite gui-date proposto ai piacentini da-gli Amici dell’Arte, che per leprossime settimane hannopensato bene di offrire una sor-ta di mini tour per chiese e pa-lazzi del centro storico guidatida don Giuseppe Lusignani, e-sperto d’arte e beni artistici eculturali: il ciclo, che prevedetre appuntamenti, inizia oggi
D alle 15 dalla Basilica di S. Anto-nino per proseguire successiva-mente alla chiesa di S. France-sco e concludersi a Palazzo Fo-gliani. Il 29 novembre invece lavisita guidata si sposterà versole meraviglie del Collegio Albe-roni, dove don Lusignani atten-derà i partecipanti alle 15.30,mentre per l’ultima tappa, inprogramma domenica 14 di-cembre alle 15, il percorso par-tirà dalla chiesa di S. Savino perproseguire poi a Palazzo Costae concludersi infine nella chie-
sa di S. Sisto. Chiaramente tut-ti gli appuntamenti sono a in-gresso gratuito.
«Abbiamo chiesto ad un e-sperto come don Giuseppe Lu-signani di guidarci in questotour cittadino» ha spiegatoFranca Franchi che è la presi-dente degli Amici dell’Arte,«perché riteniamo che la divul-gazione delle bellezze artisticheed architettoniche delle nostrechiese e dei nostri bei palazzidel centro cittadino sia impor-tante: si tratta di eccellenze che
davvero non sono mai cono-sciute abbastanza. Questa èun’opportunità ulteriore per u-nire cultura e socialità, facendoquattro passi in centro che fan-no bene alla mente e al cuore».
Parab.
Nucci da favola, largo al factotumStrepitoso recital con l’Italian Opera Chamber e standing ovationAperta al Municipale
la Concertistica
La chiesa di San Francesco
Matteotti e il suo povero PolesineNel primo incontro sul politico curato da Cittàcomune e Isrec
Da sinistra Gianni D’Amo,Gianpaolo Romanato e CarlaAntonini (foto Del Papa)
di ANNA ANSELMI
gni volta che in unastalla dei villaggi delPolesine muore di
qualche malattia un bue o unavacca, il veterinario del man-damento ne ordina il seppelli-mento. E questo viene esegui-to da tre o quattro contadini inpresenza dell’usciere munici-pale. Ma appena questi si al-lontana di pochi passi, succe-de una scena selvaggia. Ventio trenta contadini armati dibadili, di accette, di falci e dicoltelli si avanzano frettolosa-mente, dissotterrano l’anima-le e lo tagliano cercando ognu-no di prendersi i pezzi miglio-ri. Per contendersi una mezzacoscia, la trippa o il fegato na-scono sempre liti: gl’improvvi-
O«sati beccai, tutti insanguinati,cogli occhi luccicanti per l’a-vidità e la fame, si minacciano,gridano e spesso si battono».
Scene di ordinaria dispera-zione descritte a fine ’800 dalgiornalista Adolfo Rossi nelladisastrata provincia di Rovigo,dove nel 1885 era nato, da fa-miglia molto benestante, Gia-como Matteotti, assassinatonovant’anni fa, nel 1924, per lasua tenace e coraggiosa oppo-sizione al fascismo. Propriodal contesto nel quale Mat-teotti cominciò la sua attivitàdi amministratore pubblicoprende avvio la biografia scrit-ta da Gianpaolo Romanato, Un italiano diverso, Longane-si, fonte per la citazione inizia-le. E tra quelle masse di brac-cianti sradicati, analfabeti, di-
sperati e sfruttati si è soffer-mato lo sguardo di Romanato,docente di storia contempora-nea all’università di Padova,come Matteotti originario diFratta Polesine, nel primo in-contro del ciclo Matteotti vive,organizzato al Teatro dei Filo-drammatici dall’associazione“Cittàcomune”, per la quale èintervenuto Gianni D’Amoche ha introdotto la serata, edall’Isrec, l’Istituto storico del-la Resistenza e dell’età con-temporanea, rappresentatodalla direttrice Carla Antonini.L’arretratezza economica e so-ciale di questo lembo dellaValle del Po è stata, per Roma-nato, la causa principale del-l’impegno politico del futurosegretario del partito sociali-sta unitario (il Psu frutto della
scissione nel 1922 dal partitosocialista italiano, dal quale sierano già staccati nel 1921 icomunisti). «Una persona o-nesta, di fronte all’intollerabi-lità della situazione non pote-va non ribellarsi» ha osservato
Romanato, accennando a co-me Matteotti, ricco proprieta-rio terriero, varcato il cancellodella sua residenza, trovavadavanti a sé gente che morivadi stenti. «Divenne socialistalì», abbandonando gli studi
giuridici a favore dell’attivitàpolitica a tempo pieno, espo-nente di un riformismo sui ge-neris, che Romanato spiegaprendendo ancora una voltain esame la campagna del Po-lesine, attraversata da fortitensioni e nella quale era pre-dominante il fronte socialistamassimalista. Matteotti è sta-to definito «un anticipatore diSaragat, della socialdemocra-zia della prima repubblica».Eppure, «soprattutto nel bien-nio rosso, quando Matteottivide sorgere prima di altri laviolenza squadrista, ebbe rea-zioni più vicine al massimali-smo che al riformismo, al qua-le si avvicinerà dopo la marciasu Roma. Però ormai la partitaera perduta, il fascismo avevavinto».