cucire ia speranza - EMI Editrice Missionaria Italiana | Libri per … stampa 2016/RMN Madre...

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A/[ ESTERI VI u G A N D A di Francesco Mannoni - foto Thinkslock intervista alla suora che salva e recupera le ragazze soldato, addestrate a uccidere con ferocia. Per il Time è stata personaggio dell'anno nel 2014 ed è inclusa tra le cento persone più importanti del mondo. Parla sorridendo anche se racconta fatti atroci: «La guerra in Uganda è finita, ma è durata vent'anni e nessuno può pensare di riabilitare tutto nel giro di un mese. Abbiamo iniziato e non ci dobbiamo fermare perché le persone, anche a distanza di tempo, continuano a sentire il Madre (ITA) - it Print Tipo media: Periodici Tiratura: 51.013 Publication date: 01.11.2016 Diffusione: Pagina: 48-50 Spread: 51.013 Readership: 126.000 Madre (ITA) - it Tipo media: Publication date: Pagina: Periodici 01.11.2016 48-50 ESTER! UGANDA di Francesco Mannoni foto Tu nkstoek . ì - 1 r e g 4 ì f -a * *. .?, Tiratura: Diffusione: Spread: Readership: 51.013 51.013 126.000 1; cucire ia speranza ntervista alla suora che salva e recupera le ragazze soldato, addestrate a uccidere con ferocia. Per il Time è stata personaggio dell'anno nel 2014 ed è inclusa tra le cento persone più importanti del mondo. Print Tutti i diritti riservati PAESE : Italia PAGINE : 48-50 SUPERFICIE : 0 % DIFFUSIONE : (50000) 1 novembre 2016

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Page 1: cucire ia speranza - EMI Editrice Missionaria Italiana | Libri per … stampa 2016/RMN Madre 1-11... · 2018-04-24 · Per il Time è stata personaggio dell'anno nel 2014 ed è inclusa

A/[ ESTERI VI u G A N D A di Francesco Mannoni - foto Thinkslock intervista alla suora che salva e recupera le ragazze soldato, addestrate a uccidere con ferocia. Per il Time è stata personaggio dell'anno nel 2014 ed è inclusa tra le cento persone più importanti del mondo. Parla sorridendo anche se racconta fatti atroci: «La guerra in Uganda è finita, ma è durata vent'anni e nessuno può pensare di riabilitare tutto nel giro di un mese. Abbiamo iniziato e non ci dobbiamo fermare perché le persone, anche a distanza di tempo, continuano a sentire il fischio dei proiettili e a combattere contro le conseguenze e le ripercussioni della guerra». Tra gli oltre cinquecento scrittori, saggisti, filosofi, storici, poeti che hanno partecipato alla festa del libro Pordenonelegge, spiccava una suora che non è una professionista della penna, ma un modello di bontà. È l'ugandese Rosemary Nyirumbe, che dal 2001 guida la Scuola di Santa Monica a Gulu, epicentro delle violenze dell'Ira (Esercito di resistenza del Signore), il gruppo ribelle che ha insanguinato il Paese. La scuola è frequentata da giovani sequestrate, schiavizzate e brutalizzate come oggetti sessuali dai miliziani, che le hanno costrette a diventare delle guerriere, addestrate a uccidere con ferocia. Caparbia e tenace, suor Rosemary porta avanti la sua battaglia contro i "signori della guerra", sgomitando tra l'odio, i rancori, le violenze e il terrore. Così, la piccola suora, valente ostetrica, conquista gli allori: è un'eroina per la Cnn, per il Time è stata il personaggio dell'anno 2014, ed è inclusa fra le cento persone più importanti del mondo. La religiosa che ridà dignità alle bambine soldato si racconta in un libro biografico scritto dai giornalisti Reggie Witten e Nancy Henderson, Rosemary Nyirumbe. Cucire la dignità (Emi, pp. 234, EUR 17,50) perché, afferma durante il nostro incontro, «voglio parlare di quello di cui il mondo ha smesso di parlare. Tutti devono conoscere la situazione delle bambine soldato. Hanno avuto un trattamento orribile: oltre a essere obbligate a uccidere (una di loro ha trucidato la sorellina), sono state violentate e costrette a scegliere tra la vita e la morte». Com'è iniziata la sua scuola di assistenza? «Vedevo tanta sofferenza e dovevo fare qualcosa, ma quando ho aperto la porta della nostra casa non mi sarei aspettata che in un solo anno sarebbero venute decine di ragazze con i loro figli, felici di essere accettate e di avere cure e attenzioni che non avevano ricevuto prima». Che scuola è quella che lei dirige?«Dirigo la scuola cattolica di Santa Monica dove con coraggio ho accolto madri con bambini e donne incinte, per le quali la mia formazione di ostetrica è stata molto utile. Il mio comportamento ha forzato certi pregiudizi della scuola ROSKMARY Quando parlo con queste ragazze ex soldato, le convinco che la stessa società che le ha rifiutate ora è pronta ad accoglierle di nuovo, per ricostruire la loro vita con la compassione che Dio riserva a tutti. A ,1 ESTERI M UGANDA cattolica in Uganda, ma dovevo aiutare queste giovani. Non avevo formule prestabilite, ma solo molta compassione e il desiderio di donare loro l'amore di Dio. Pensavo: loro sanno più di me cosa significa soffrire e quindi bisogna accoglierle». Come riesce e rincuorarle?«Quando parlo con queste ragazze, le convinco che la stessa società che le ha rifiutate ora è pronta ad accoglierle di nuovo per ricostruire la loro vita con la compassione che Dio riserva a tutti. Il fatto di vivere con delle ragazze addestrate per uccidere a qualcuno nella scuola incuteva paura. Ma io ero convinta che se fossimo riuscite a dare loro amore, avremmo cambiato la loro e la nostra vita». Come fa a continuare questa difficile missione?«Ho pensato di ripristinare la loro dignità ricucendo la loro vita come si fa con ago e filo, e ho insegnato loro a cucire a macchina. Se prima utilizzavano strumenti di guerra per distruggere tante vite, adesso usano le macchine per cucire mettendo insieme le esistenze rotte, unendo i tessuti dell'anima e del cuore. Confezioniamo soprattutto borse artigianali, fatte con materiali riciclati, che ora abbiamo incominciato a vendere su internet». La guerra aveva motivazioni religiose?«In Uganda non c'è il problema dello scontro religioso fra musulmani e cattolici. C'è tanta sofferenza, e i ribelli appartengono alla sedicente milizia della resistenza del Signore. Si spacciano per cattolici e dicono di voler combattere per restaurare i dieci comandamenti, ma in realtà li violano tutti perché sono solo degli assassini». Quanto tempo una donna rimane nella vostra scuola, e quando esce dove va?«Alle ragazze non poniamo mai limiti di tempo per la permanenza nella nostra casa perché dipende dal livello di trauma che hanno subito. Alcune ragazze sono con noi dal 2005 e sono diventate formatrici di quelle nuove. Anche quando una ci lascia, noi manteniamo il contatto e ci assicuriamo che stia costruendo la sua vita nel modo migliore. Lo scorso marzo ho iniziato un altro progetto di istruzione per insegnare a leggere e a scrivere agli adulti». Qual è stata la più terribile vicenda umana che ha dovuto affrontare?«È successa quando ho temuto di essere uccisa da un ribelle che si era asserragliato nella nostra cucina mentre era in corso una battaglia per le strade. Aveva paura di essere ucciso e anch'io tremavo. Lo pregai di andare via, ma mi disse di aver bisogno di medicine, io gli diedi un po' di pillole dalle piccole scorte che avevamo e se ne andò. Ma dopo pochi minuti tornò. Ripresi a tremare pensando che mi avrebbe uccisa, invece mi disse che, poiché ero stata generosa, anche lui voleva fare qualcosa per me: si mise a togliere le bombe che aveva nascosto in vari punti della cucina e che sarebbero scoppiate non appena avessi acceso il forno». Ha subito minacce?«No, non sono mai stata minacciata nella scuola e questo per due ragioni: la prima è che Dio ci ha protette; la seconda è che i ribelli sapevano che all'interno della scuola c'erano ragazze che erano state addestrate per combattere. Una volta un ribelle è entrato a sorpresa, una ragazza l'ha preso e l'ha sbattuto fuori». Qual è la sua attività più impegnativa?«Mi sono concentrata sull'importanza dell'etica del lavoro, che per loro è una fonte di guadagno. Senza questo sbocco possono finire nella prostituzione o a mendicare. E io non voglio. Le ragazze arrivano con i figli, io mi occupo dei loro bambini, così che possano lavorare».È vero che aprirà una nuova scuola?«Sono sempre stata una sognatrice e ho deciso di continuare a esserlo costruendo un orfanotrofio che dovrebbe accogliere cento bambini. Ma io sono solo una suora, non posso mantenere da sola cento bambini: questi piccoli sono miei, ma sono anche vostri. Bisogna contribuire a questa causa. Per questo il libro non parla solo di sofferenza: parla soprattutto della speranza di tante giovani donne, che sono le vere vincitrici della guerra».

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ed è inclusa tra le cento persone più importanti del mondo.

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sta del libro Pordenonelegge, spiccava una suo-ra che non è una professionista della penna, maun modello di bontà. È l'ugandese RosemanjNyirumbe, che dal 2001 guida la Scuola di SantaMonica a Gulu, epicentro delle violenze dell'Lra

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guerriere, addestrate a uccidere con ferocia.Caparbia e tenace. suor Rosernary porta avantila sua battaglia contro i della guerra',sgomitando tra l'odio, i rancori, le violenze e ilterrore. Cosi, la piccola suora, valente ostetrica,conquista gli allori: è un'eroina per la Cnn, peril Time è stata il personaggio dell'anno 2014, edè inclusa fra le cento persone più importanti del

mondo. La religiosa che ridà dignità alle bam-

bine soldato si racconta in un libro biograficascritto dai giornalisti Reggie Witten e Nancy

Henderson, Rosemary Nyirumbe. Cucire la di-gnità (Emi, pp. 234, € 17,50) perché, affermadurante il nostro incontro, «voglio parlare di

quello di cui il mondo ha smesso di parlare. Tuttidevono conoscere la situazione delle bambinesoldato. Hanno avuto un trattamento orribile:oltre a essere obbligate a uccidere (una di loroha trucidato la sorellina), sono state violentatee costrette a scegliere tra la vita e la morte)>.

Com'è iniziata la sua scuola di assi5tenza?«Vedevo tanta sofferenza e dovevo fare qualco-

sa, ma quando ho aperto la porta della nostracasa non mi sarei aspettata che in un solo annosarebbero venute decine di ragazze con i lorofigli, felici di essere accettate e di avere cure eattenzioni che non avevano ricevuto prima».Che scuola è quella che lei dirige?((Dirigo la scuola cattolica di Santa Monica dove

con coraggio ho accolto madri con bambini edonne incinte, per le quali la mia formazionedi ostetrica è stata molto utile. Il mio compor-tamento ha forzato certi pregiudizi della scuola

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«Alle ragazze non poniamo mai I miti di tem-po per la permanenza nella nostra caso perché d pende dal livello di trauma che hannosubito. Alcune ragazze sono con noi dal 2005e sono diventate formatrici di quelle nuove.Anche quando una ci lascia, noi manteniamoil contatto e ci assicuriamo che stia costruendola sua vita nel modo migliore. Lo scorso marzoho iniziato un altro progetto di istruzione perinsegnare a leggere e a scrivere agli adulti».Qual è stata la più terribile vicenda umana cheha dovuto affrontare?«E successo quando ho temuto di essere uccisada un ribelle che si era asserragliato nella nostra cucina mentre era in corso una battagliaper le strade. Aveva paua d essere icciso eanch'io tremavo Lo pregai di andare via, mami disse di aver bisogno di medicine, io gli de -di ur pe di pillole dalle piccole scorte che ave-vamo e se ne andò. Ma dopo pochi minuti tor-no Ripresi a tremare pensando che mi avrebbeuccisa, invece mi disse che, poiché ero stata ge-nerosa, anche lui vo eva fare qualcosa per me:si mise a togliere le bombe che avevo nascostoin vari punti dello cucina e che sarebbero scop-piate non appena avessi acceso il forrno»Ha subito minacce?«No, non sono mai stata minacciata nella scuo-la e questo per due ragioni: la pr ma è che Dioci ha protette: la seconda e che i ribelli sapevano che all' nterno della scuola c'erano ragazzeche erano state addestrate per combattereUna volta un ribelle è entrato a sorpresa, unaragazza l'ha preso e l'ha sbattuto fuori».Qual è la sua attività più impegnativa?«Mi sono concentrata sull'importanza del l'eticadel lavoro, che per loro è una fonte di guada-gno. Senza questo sbocco possono finire nellaprostituzione o a mendicare. E io non voglio.Le ragazze arrivano con i figli, io mi occupo deiloro bambini, tosi che possano lavorare)>.È vero che aprirà una nuova scuola?<>Sonosempre stata una sognatrice e ho decisodi continuare a esserlo costruendo un orfano-trofio che dovrebbe accogliere cento bambini.Ma io sono solo una suora, non posso mante-nere da sola cento bambini: questi piccoli sonomiei, ma sono anche vostri. Bisogna contribuirea questa causa. Per questo I libro non parla solodi sofferenza: parla soprattutto della speranzadi tante giovani donne, che sono le vere vinci -triti della guerra».

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1 novembre 2016