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Stati Uniti): si calcola che il numero di cubani che ogni anno lascia l’isola si attesti su 4 abitanti ogni mille. Il 14 gennaio 2013 è entrata in vigore una modifica alle leggi sull’emi- grazione, che consente ai cittadini cubani di lasciare il Paese senza un permesso rilasciato dalle autorità, con una serie di filtri per le professioni ‘sensibili’ (militari, scienziati). Tra i servizi sociali garantiti dallo Stato, spiccano l’istruzione (gra- tuita e obbligatoria dai 6 ai 15 anni), cui è destinato il 12,8% del PIL (2010, UNESCO), e il sistema sanitario, con l’8,8% del PIL (2013, OMS). Quest’ultimo, paragonabile a quello dei Paesi industrializzati, si basa su un alto numero di medici di famiglia: nel 2012 erano circa 75.000, ossia 670 ogni 100.000 ab., rapporto che, considerando la scarsa diffusione dell’AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome), si tra- duce in un’elevata aspettativa di vita (80 e 76 anni, rispet- tivamente donne e uomini, nel 2013) e in un basso tasso di mortalità infantile (5‰, nel 2013). Condizioni economiche. – Il Paese possiede una discreta economia (la seconda tra gli Stati caraibici), che ha i suoi punti di forza nel turismo e nelle rimesse degli emigrati, ma il PIL pro capite rimane tra i più bassi della regione. C. è il sesto produttore mondiale di nichel, mentre la produzione di zuc- chero, un tempo dominante, è avviata verso una crisi irre- versibile. Per quanto riguarda il settore energetico, nono- stante le buone prospettive per l’estrazione di idrocarburi, attualmente l’isola è in buona parte dipendente dalle impor- tazioni dal Venezuela. Negli ultimi anni il governo ha avviato alcune storiche riforme economiche, quali la riduzione del numero di occupati nell’inefficiente apparato statale e il con- testuale sviluppo dell’iniziativa privata, con la concessione di licenze per aprire piccole imprese. Ha altresì annunciato una nuova legge di regolazione del lavoro, l’eliminazione della doppia circolazione monetaria e la creazione della Zona espe- cial de desarrollo Mariel (ZEDM), che dovrebbe attirare im- portanti investimenti esteri. Anna Bordoni Storia. – Nel 2006, dopo aver alternato, negli anni pre- cedenti, limitate aperture a strette accentratrici, Fidel Ca- stro, ormai malato, cedette provvisoriamente la presidenza al fratello Raúl, ministro delle Forze armate. Iniziò così una fase di transizione terminata nel 2008, quando l’Assemblea nazionale ratificò l’elezione di Raúl come nuovo presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri. Nel 2013 fu riconfermato in queste cariche e annunciò che allo scadere dei mandati, nel 2018, non si sarebbe ripresentato. Dall’aprile 2011, il neopresidente inaugurò una fase di ri- forme economiche che, pur senza mettere in discussione il sistema socialista, aprivano cautamente al mercato. Furono così gradualmente concesse ai cittadini le possibilità di ac- quistare ed ereditare le case, di comprare e vendere auto- mobili anche nuove, di possedere senza limitazioni telefoni cellulari ed elettrodomestici, di svolgere privatamente una serie ampliata di professioni, di recarsi all’estero senza do- ver chiedere visti molti costosi. Alla fine del 2013, fu avviato il processo di abolizione della doppia valuta monetaria, e, nel marzo successivo, furono approvati dei provvedimenti di- retti ad attrarre capitali stranieri, riducendo la tassazione sui profitti delle imprese estere. Nel campo dei diritti civili, nel gennaio 2012 il Partito comunista di Cuba (PCC) aveva in- tanto introdotto nel suo statuto la lotta contro l’omofobia. Nonostante queste riforme e il rilascio, tra il 2010 e il 2011, di tutti i «prigionieri di coscienza» arrestati nel 2003, continuarono le critiche degli oppositori al regime, soprat- tutto a causa di fermi temporanei a cui erano spesso sogget- ti: il caso che riguardò il fermo della blogger Yoani Sánchez, per es., divenne noto in tutto il mondo. Sul piano della politica estera, oltre al rapporto privi- legiato con il Venezuela – il primo partner commerciale e il principale fornitore delle risorse energetiche dell’isola – istituzionalizzato nell’ALBA (Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América), furono rafforzati i legami con la Cina. Migliorate le relazioni con l’UE, che nel 2008 abolì le sanzioni contro C. imposte cinque anni prima, anche i rap- porti con gli Stati Uniti iniziarono a distendersi dopo l’ele- zione di Barack Obama.Dopo una prima attenuazione dei re- golamenti sull’invio di rimesse dirette e le restrizioni sui viaggi verso l’isola, si giunse – anche grazie alla mediazione di papa Francesco – alla svolta storica del 17 dicembre 2014, quando furono varate una serie di misure di disgelo, tra cui lo scambio di prigionieri. Prendendo atto del fallimento della politica statunitense contro C., Obama affermò inoltre l’intenzione di avviare l’iter parlamentare per l’abolizione dell’embargo imposto dagli Stati Uniti sull’isola da decenni, e condannato dal 1992 dall’ONU. I due Paesi annunciarono anche di voler ristabilire le relazioni diplomatiche: tale im- pegno fu onorato con l’apertura delle reciproche ambasciate – in precedenza semplici uffici d’interesse – il 20 luglio 2015. Nel mese di maggio, C. era inoltre stata cancellata dalla lista dei Paesi sponsor del terrorismo. Nel giugno 2009, senza alcuna richiesta da parte di C., l’OAS (Organization of American States) revocò la so- spensione del Paese, in vigore dal 1962, chiedendo tuttavia maggiore democrazia e più rispetto dei diritti umani. Nello stesso anno, come anche nel 2012, C. ottenne un seggio nel Consiglio dell’ONU per i diritti umani (UNHRC, United Nations Human Rights Council ). Bibliografia: «Limes», 2007, 2, nr. monografico: Chávez- Castro. L’Antiamerica. Ilenia Rossini CULTURA POPOLARE. Il dibattito in Italia e i Cultural studies. Le nuove forme di diffusione della cultura popolare. Bibliografia Il dibattito in Italia e i Cultural studies. – In Italia il di- battito intorno alla c. p. si è sviluppato soprattutto nell’am- bito degli studi demologici e di tradizioni popolari, dove è stato influenzato negli anni 1949-50 dal pensiero di Antonio Gramsci. La pubblicazione nei Quaderni dal carcere delle Osservazioni sul folclore, ha infatti segnato il passaggio da una concezione del folclore di stampo romantico, a una conce- zione marxista di classe, connessa alle condizioni socioeco- nomiche dei ceti rurali, la quale ha dato l’avvio a una stagione di studi demologici sulla c. p. entro i temi del meridionali- smo. Nell’accezione gramsciana la c. p. (folclore) definisce un insieme di elementi culturali (di natura magico-religiosa, morale, espressiva ecc.) dotati di una propria specificità so- cioculturale, che si pongono in una relazione di subalternità con la cultura colta propria dei ceti dominanti. Questa ac- cezione della c. p. è stata ripresa tra gli anni Cinquanta e Set- tanta del Novecento dai più importanti demologi ed etnologi italiani, come Ernesto De Martino (De Martino 1949), Al- berto Cirese (Cirese 1971; cfr. Dei 2002), Alfonso Maria di Nola e molti altri, anche in connessione con il movimento del folk revival, caratterizzato dalla riscoperta della c. p. (nei fe- nomeni musicali, festivi, di tradizione orale ecc.), come am- biti di espressione controculturale e oppositivi sia nei con- fronti della cultura borghese ‘colta’, che di quella di massa, ritenuta conformista e omologante. A partire dagli anni Settanta, con le profonde trasfor- mazioni economiche e sociali e l’invasione della cultura di massa la c. p. (o subalterna) ha cessato di corrispondere a 354 CUBA - CULTURA POPOLARE C definitivo IX app 206_355:Appendice IX 28-09-2015 12:35 Pagina 354

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Stati Uniti): si calcola che il numero di cubani che ogni annolascia l’isola si attesti su 4 abitanti ogni mille. Il 14 gennaio2013 è entrata in vigore una modifica alle leggi sull’emi-grazione, che consente ai cittadini cubani di lasciare il Paesesenza un permesso rilasciato dalle autorità, con una serie difiltri per le professioni ‘sensibili’ (militari, scienziati). Tra iservizi sociali garantiti dallo Stato, spiccano l’istruzione (gra -tuita e obbligatoria dai 6 ai 15 anni), cui è destinato il 12,8%del PIL (2010, UNESCO), e il sistema sanitario, con l’8,8% delPIL (2013, OMS). Quest’ultimo, paragonabile a quello deiPaesi industrializzati, si basa su un alto numero di medicidi famiglia: nel 2012 erano circa 75.000, ossia 670 ogni100.000 ab., rapporto che, considerando la scarsa diffusionedell’AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome), si tra-duce in un’elevata aspettativa di vita (80 e 76 anni, rispet-tivamente donne e uomini, nel 2013) e in un basso tasso dimortalità infantile (5‰, nel 2013).

Condizioni economiche. – Il Paese possiede una discretaeconomia (la seconda tra gli Stati caraibici), che ha i suoi puntidi forza nel turismo e nelle rimesse degli emigrati, ma il PILpro capite rimane tra i più bassi della regione. C. è il sestoproduttore mondiale di nichel, mentre la produzione di zuc-chero, un tempo dominante, è avviata verso una crisi irre-versibile. Per quanto riguarda il settore energetico, nono-stante le buone prospettive per l’estrazione di idrocarburi,attualmente l’isola è in buona parte dipendente dalle impor-tazioni dal Venezuela. Negli ultimi anni il governo ha avviatoalcune storiche riforme economiche, quali la riduzione delnumero di occupati nell’inefficiente apparato statale e il con-testuale sviluppo dell’iniziativa privata, con la concessione dilicenze per aprire piccole imprese. Ha altresì annunciato unanuova legge di regolazione del lavoro, l’eliminazione delladoppia circolazione monetaria e la creazione della Zona espe-cial de desarrollo Mariel (ZEDM), che dovrebbe attirare im-portanti investimenti esteri. Anna Bordoni

Storia. – Nel 2006, dopo aver alternato, negli anni pre-cedenti, limitate aperture a strette accentratrici, Fidel Ca-stro, ormai malato, cedette provvisoriamente la presidenzaal fratello Raúl, ministro delle Forze armate. Iniziò così unafase di transizione terminata nel 2008, quando l’Assembleanazionale ratificò l’elezione di Raúl come nuovo presidentedel Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri. Nel2013 fu riconfermato in queste cariche e annunciò che alloscadere dei mandati, nel 2018, non si sarebbe ripresentato.

Dall’aprile 2011, il neopresidente inaugurò una fase di ri-forme economiche che, pur senza mettere in discussione ilsistema socialista, aprivano cautamente al mercato. Furonocosì gradualmente concesse ai cittadini le possibilità di ac-quistare ed ereditare le case, di comprare e vendere auto-mobili anche nuove, di possedere senza limitazioni telefonicellulari ed elettrodomestici, di svolgere privatamente unaserie ampliata di professioni, di recarsi all’estero senza do-ver chiedere visti molti costosi. Alla fine del 2013, fu avviatoil processo di abolizione della doppia valuta monetaria, e, nelmarzo successivo, furono approvati dei provvedimenti di-retti ad attrarre capitali stranieri, riducendo la tassazione suiprofitti delle imprese estere. Nel campo dei diritti civili, nelgennaio 2012 il Partito comunista di Cuba (PCC) aveva in-tanto introdotto nel suo statuto la lotta contro l’omofobia.

Nonostante queste riforme e il rilascio, tra il 2010 e il2011, di tutti i «prigionieri di coscienza» arrestati nel 2003,continuarono le critiche degli oppositori al regime, soprat-tutto a causa di fermi temporanei a cui erano spesso sogget -ti: il caso che riguardò il fermo della blogger Yoani Sánchez,per es., divenne noto in tutto il mondo.

Sul piano della politica estera, oltre al rapporto privi-legiato con il Venezuela – il primo partner commerciale eil principale fornitore delle risorse energetiche dell’isola –istituzionalizzato nell’ALBA (Alianza Bolivariana paralos Pueblos de Nuestra América), furono rafforzati i legamicon la Cina.

Migliorate le relazioni con l’UE, che nel 2008 abolì lesanzioni contro C. imposte cinque anni prima, anche i rap-porti con gli Stati Uniti iniziarono a distendersi dopo l’ele-zione di Barack Obama.Dopo una prima attenuazione dei re-golamenti sull’invio di rimesse dirette e le restrizioni suiviaggi verso l’isola, si giunse – anche grazie alla mediazionedi papa Francesco – alla svolta storica del 17 dicembre 2014,quando furono varate una serie di misure di disgelo, tra cuilo scambio di prigionieri. Prendendo atto del fallimentodella politica statunitense contro C., Obama affermò inoltrel’intenzione di avviare l’iter parlamentare per l’abolizionedell’embargo imposto dagli Stati Uniti sull’isola da decenni,e condannato dal 1992 dall’ONU. I due Paesi annunciaronoanche di voler ristabilire le relazioni diplomatiche: tale im-pegno fu onorato con l’apertura delle reciproche ambasciate– in precedenza semplici uffici d’interesse – il 20 luglio2015. Nel mese di maggio, C. era inoltre stata cancellata dallalista dei Paesi sponsor del terrorismo.

Nel giugno 2009, senza alcuna richiesta da parte di C.,l’OAS (Organization of American States) revocò la so-spensione del Paese, in vigore dal 1962, chiedendo tuttaviamaggiore democrazia e più rispetto dei diritti umani. Nellostesso anno, come anche nel 2012, C. ottenne un seggio nelConsiglio dell’ONU per i diritti umani (UNHRC, UnitedNations Human Rights Council).

Bibliografia: «Limes», 2007, 2, nr. monografico: Chávez-Castro. L’Antiamerica. Ilenia Rossini

CULTURA POPOLARE. – Il dibattito in Italia e i

Cultural studies. Le nuove forme di diffusione della

cultura popolare. Bibliografia

Il dibattito in Italia e i Cultural studies. – In Italia il di-battito intorno alla c. p. si è sviluppato soprattutto nell’am-bito degli studi demologici e di tradizioni popolari, dove èstato influenzato negli anni 1949-50 dal pensiero di AntonioGramsci. La pubblicazione nei Quaderni dal carcere delleOsservazioni sul folclore, ha infatti segnato il passaggio da unaconcezione del folclore di stampo romantico, a una conce-zione marxista di classe, connessa alle condizioni socioeco-nomiche dei ceti rurali, la quale ha dato l’avvio a una stagionedi studi demologici sulla c. p. entro i temi del meridionali-smo. Nell’accezione gramsciana la c. p. (folclore) definisceun insieme di elementi culturali (di natura magico-religiosa,morale, espressiva ecc.) dotati di una propria specificità so-cioculturale, che si pongono in una relazione di subalternitàcon la cultura colta propria dei ceti dominanti. Questa ac-cezione della c. p. è stata ripresa tra gli anni Cinquanta e Set-tanta del Novecento dai più importanti demologi ed etnologiitaliani, come Ernesto De Martino (De Martino 1949), Al-berto Cirese (Cirese 1971; cfr. Dei 2002), Alfonso Maria diNola e molti altri, anche in connessione con il movimento delfolk revival, caratterizzato dalla riscoperta della c. p. (nei fe-nomeni musicali, festivi, di tradizione orale ecc.), come am-biti di espressione controculturale e oppositivi sia nei con-fronti della cultura borghese ‘colta’, che di quella di massa,ritenuta conformista e omologante.

A partire dagli anni Settanta, con le profonde trasfor-mazioni economiche e sociali e l’invasione della cultura dimassa la c. p. (o subalterna) ha cessato di corrispondere a

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differenze di classe (la cultura contadina, agropastoraleecc.) e a una sfera autonoma di produzione culturale, ed èstata progressivamente riletta entro specifiche modalità diconsumo della cultura di massa. È la prospettiva introdottadai Cultural studies di derivazione anglosassone, dove lanozione di popolare (popular) recupera la concezione gram-sciana di egemonia/subalternità, ma più che definire unacultura socialmente subalterna al potere egemone, defini-sce specifiche modalità oppositive di consumo dei pro-dotti di massa (Dei 2002, p. 77; Fiske 1989). In questa pro-spettiva il popolare ci avvicina a determinate tipologie,socialmente subalterne, di consumatori, o di pubblico (au-dience), intesi tuttavia, non come ricettori passivi, ma comeattivi agenti di interpretazione e di resistenza popolare. Te-levisione e subculture giovanili diventano luogo centraledella riflessione dei Cultural studies. Dallo studio etno-grafico, per es., relativo all’uso dei programmi televisivi dimassa, come le soap operas, emerge un pubblico non total-mente passivo, come le precedenti letture critiche avevanovoluto mostrare. La fruizione dei programmi televisivi ap-pare essere al contrario selettiva, capace di letture ironichee creative, nonché autonomamente integrata alla vita quo-tidiana dell’individuo che vi ravvisa elementi del propriovissuto e li elabora anche in base al suo background socialee culturale (Moores 1993). Lo stesso si può dire delle sub-culture giovanili, che nei precedenti studi sociologici eranostate lette solo in termini di devianza e di criminalità. Lemode musicali, i modi di vestire e gli specifici comporta-menti pubblici, trasgressivi e identitari, come quelli espressidalla beat generation, fino al dark e oltre, passando per i mo- vimenti mods, psichedelici, punk, skinheads, rasta, hip hope altro, pur essendo tutti dipendenti dal mercato e dall’in-dustria culturale, rappresentano pratiche subculturali dirielaborazione autonoma e creativa, espressione di diffe-renziazione sociale e di ‘resistenza’ antiegemonica che de-finiscono le nuove forme della c. p. degli anni più recenti(Resistance through rituals, 1975).

Le nuove forme di diffusione della cultura popolare. –Più di recente, il dibattito antropologico ha individuatospecifici fenomeni culturali dentro la cultura di massa, incui la c. p. (folclorica) si sarebbe ‘trasfigurata’, riemergendoin forme diverse rispetto al passato, ma mantenendo unadimensione ‘altra’ e subalterna alle forme elitarie, come ve-diamo per es. nella narrativa popolare di tradizione orale,nei fenomeni rituali e nelle forme della socialità e della co-municazione, oggi intesi come prodotti culturali del pre-sente, al centro di processi identitari connessi con i flussiglobali e con la comunicazione mediatica digitale.

La narrativa popolare, per es., rappresentata da poesia,fiabe e proverbi, che in passato costituiva un momentoespressivo della c. p. folclorica, oggi non appartiene piùsolo ad ambiti ‘locali’ di socialità, ma circola e viene riela-borata nei media e in rete. Il genere della barzelletta si èconquistato uno spazio di rilievo sia nelle trasmissioni te-levisive sia nei siti web, dove prescinde da luoghi, generee collocazioni politiche, ma da qui ritorna alla vita socialenel momento in cui essa viene ri-narrata rientrando in unatrama di relazione interpersonali (Oltre il folklore, 2001).Considerazioni analoghe possono essere fatte per la poesiaestemporanea in ottava rima (Meloni 2009), che vive ogginell’Italia centrale una stagione di ripresa entro forme didiffusione non più legate alla socialità quotidiana, ma for-malizzate in festival e raduni che hanno visto anche la par-tecipazione di artisti come Francesco Guccini o RobertoBenigni. Mentre le leggende popolari, con i loro scheminarrativi e varianti, sembrano oggi ritornare nella forma

delle cosiddette leggende metropolitane, storie spesso tra-smesse dalle generazioni più giovani e ambientate in luo-ghi potenzialmente pericolosi, come ospedali, supermer-cati, università, con i temi classici, come quello degliamanti ‘incastrati’, del rapimento dei bambini da partedegli zingari, dell’espianto di organi e di donne adescatrici,dove appare sempre un eroe sfortunato e un suo antagoni-sta (Bonato 1998).

Anche un altro ambito classico degli studi antropologicicome la magia, tradizionalmente attribuita ai cosiddettipopoli primitivi o al modo popolare contadino, appareoggi ‘trasfigurata’ nella cultura di massa, come dimostra lafitta presenza di maghi in televisione, i quali instaurano conil loro pubblico di consumatori, specifiche strategie co-municative non riconducibili a semplici forme di ‘inau-tenticità’ o di ‘inganno’ (Dei 2009). Lo stesso può dirsidelle feste popolari tradizionali legate al calendario agricoloo alla devozione popolare, che oggi sempre più si iscrivonoentro forme di comunicazione mediatica e di visibilità le-gata alla rete (v. festa popolare). Ma nuove feste ‘popo-lari’ sono state e vengono inventate, come nel caso delle co-siddette feste neomedievali, sempre più presenti nell’Italiacentrosettentrionale, o le sagre, oggi capillarmente diffusenella penisola e luogo di nuova socialità legata al consumodel ‘prodotto tipico’ locale.

Da questo punto di vista particolarmente rilevante ap-pare la nozione di ‘patrimonio’, che ha progressivamente in-vestito e trasformato la concezione demologica di culturapopolare. Fenomeni culturali, materiali e immateriali,espressione della vita dei ceti contadini e agropastorali comei fenomeni festivi, i saperi naturalistici locali, le espressionimusicali e coreutiche tradizionali o di tradizione orale, sonoandati incontro negli ultimi anni a un processo di patri-monializzazione, a livello sia locale sia nazionale, che haportato a un loro riconoscimento come beni culturali (v. beni

culturali: Beni culturali immateriali). Tale processo è oggivisibile non solo nelle locali politiche del patrimonio cultu-rale, nella museografia etnografica e nella vitalità che ca-ratterizza numerosi ambiti di riproposta di fenomeni po-polari, ma anche a livello legislativo nella nozione di «benidemoetnoantropologici», così come definiti dall’attuale Co-dice dei beni culturali e del paesaggio (Clemente, Candeloro2000; Bravo, Tucci 2006). Un ambito di riconoscimento cheha investito anche la scena internazionale con la nozione di«patrimonio culturale immateriale» introdotta nel 2003 dal-l’UNESCO con la Convenzione per la salvaguardia del pa-trimonio culturale immateriale (Il patrimonio culturale im-materiale secondo l’UNESCO, 2008). Entro questa cornicepatrimoniale la c. p. diventa non solo fenomeno social-mente trasversale, ma anche luogo forte di politiche cultu-rali, locali e nazionali, che guardano alla valorizzazione diquesti beni in vista di uno sviluppo locale legato al turismodi area. In Italia, a partire dal 2001, diversi fenomeni tra-dizionalmente appartenenti alla c. p. sono stati riconosciutidall’UNESCO, soprattutto alcune feste tradizionali, comela festa dei Gigli di Nola, la festa di santa Rosa di Viterbo,la Varia di Palmi e i Candelieri di Sassari, ma anche formedi teatro popolare, come il teatro dei pupi siciliani, o espres-sioni musicali, come il canto a tenore sardo.

Bibliografia: E. De Martino, Intorno a una storia del mondopopolare subalterno, «Società», 1949, 3, pp. 411-35; A. Gramsci,Osservazioni sul folclore, in Letteratura e vita nazionale, Torino1950, pp. 215-21; A.M. Cirese, Cultura egemonica e culture su-balterne. Rassegna degli studi sul mondo popolare tradizionale, Pa-lermo 1971; Resistance through rituals. Youth subcultures in post-war Britain, ed. S. Hall, T. Jefferson, London-New York 1975;

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J. Fiske, Understanding popular culture, London-New York 1989;S. Moores, Interpreting audiences. The ethnography of media con-sumption, London 1993 (trad. it. Il consumo dei media. Un ap-proccio etnografico, Bologna 1998); L. Bonato, Trapianti, sesso,angosce: leggende metropolitane in Italia, Roma 1998; P. Cle-

mente, I. Candeloro, I beni culturali demo-etno-antropologici, inManuale dei beni culturali, a cura di N. Assini, P. Francalacci, Pa-dova 2000, pp. 191-220; Oltre il folklore. Tradizioni popolari e an-tropologia nella società contemporanea, a cura di P. Clemente, F.Mugnaini, Roma 2001; F. Dei, Beethoven e le mondine. Ripensarela cultura popolare, Roma 2002; G.L. Bravo, R. Tucci, I beni cul-turali demoetnoantropologici, Roma 2006; Il patrimonio culturaleimmateriale secondo l’UNESCO: analisi e prospettive, a cura di C.Bortolotto, Roma 2008; F. Dei, I maghi televisivi. Analisi de-scrittiva ed alcune suggestioni interpretative, 2009, http://www.fa-reantropologia.it/sitoweb/index.php?option=com_content&view=article&id=99:i-maghi-televisivi-analisi-descrittiva-ed-alcune-suggestioni-interpretative&catid=54:cultura-popolare-e-cultura-di-massa&Itemid=67 (13 maggio 2015); P. Meloni,Poeti estemporanei e cultura di massa, in L’albicocco e la rigaglia.Un ritratto del poeta Realdo Tonti, a cura di P. Clemente, A. Fa-nelli, Iesa 2009, pp. 255-74. Alessandra Broccolini

DALLA, Lucio. – Cantautore, musicista e attore, natoa Bologna il 4 marzo 1943 e morto a Montreux il 1° marzo2012. Tra i principali cantautori italiani, ha attraversatocinque decenni incidendo profondamente nella cultura po-polare, non solamente musicale, e raggiungendo un vastopubblico internazionale. Numerosi i riconoscimenti (targaTenco, due David di Donatello, tre Nastri d’argento), cuinel 1986 si aggiunse la nomina a commendatore e nel 2003a grande ufficiale della Repubblica italiana (2003), mentrenel 1999 era stato insignito di una laurea honoris causa in di-scipline delle arti, della musica e dello spettacolo dal-l’Università di Bologna.

Dopo le prime esperienze come musicista jazz suonandoil clarinetto in numerose formazioni, negli anni Settantaesordì come cantautore presentando al Festival di Sanremodel 1971 la canzone 4 marzo 1943. Tra il 1973 e il 1976 col-laborò con il poeta bolognese Roberto Roversi, realizzandoalcuni significativi lavori discografici. Dal 1977, con l’albumCome è profondo il mare, divenne autore dei testi delle pro-prie canzoni; pubblicò così i suoi album più rappresenta-tivi, contraddistinti da testi intensi earrangiamenti rock incisivi: Lucio Dalla(1979), Dalla (1980), 1983 (dall’annodi pubblicazione), Viaggi organizzati(1984), Bugie (1985). Nel 1986 con l’al-bum live DallAmeriCaruso, registratonegli Stati Uniti e contenente il branoCaruso, conquistò un’improvvisa po-polarità internazionale. La produzionedegli anni Novanta e Duemila (Cambio,1990; Henna, 1993; Canzoni, 1996; Ciao,1999; Luna Matana, 2001; Lucio, 2003;Il contrario di me, 2007; Angoli nel cielo,2009) confermò il successo dell’artista.Le frequenti collaborazioni con altriprotagonisti della canzone italiana sonostate un elemento costante della sua car-riera: dopo la storica tournée con Fran-cesco De Gregori (Banana Republic,1979), nel 2010 si rinnovò il sodaliziocon il cantautore romano, documentatonell’album dal vivo Work in progress.Già autore di fortunati programmi te-levisivi, nel 2002 realizzò per RaiUnolo spettacolo La Bella e la Besthia con

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Sabrina Ferilli e per Sky lo show L’angolo nel cielo (2010).Dopo le interpretazioni cinematografiche negli anni Ses-santa e Settanta, tornò a recitare nel film di Mimmo Pala-dino Quijote (2003) e nella serie televisiva per RaiUno Ar-temisia Sanchez (2008).

Autore di colonne sonore per film di importanti registiitaliani, fra i quali Ettore Scola (Signore e signori buonanotte,1976), Carlo Verdone (Borotalco, 1982), Mario Monicelli (Ipicari, 1987), Michelangelo Antonioni (Al di là delle nuvole,1995), firmò anche le musiche di Gli amici del bar Marghe-rita (2009) e Il cuore grande delle ragazze (2011) dell’amicoPupi Avati. Numerose anche le incursioni nel mondo del-l’opera e della musica colta: impegnato in una personale ver-sione di Pierino e il lupo di Sergej Prokof′ev (1997), nel 2003mise in scena l’opera originale Tosca. Amore disperato, ispi-rata al melodramma di Giacomo Puccini; in collaborazionecon il Teatro comunale di Bologna curò inoltre la regia tea-trale dell’Arlecchino di Ferruccio Busoni, del Pulcinella diIgor′ Stravinskij (2007) e della Beggar’s Opera (2008) trattadal testo di John Gay. Nel 2002 pubblicò la raccolta di rac-conti Bella la vita, a cui fece seguito nel 2008 il volume Gliocchi di Lucio scritto con Marco Alemanno, suo compagnoe collaboratore. Autore del brano Nanì, presentato dal can-tante Pierdavide Carone al Festival di Sanremo nel 2012,fece la sua ultima apparizione televisiva nella veste di di-rettore d’orchestra durante l’esibizione del giovane inter-prete. L’improvvisa scomparsa avvenne durante una tour-née europea, dopo un’esibizione a Montreux.

Bibliografia: M. Venegoni, Dalla, Lucio, in Dizionario bio-grafico degli Italiani – Italiani della Repubblica, www.treccani.it.

Stefano Oliva

DANGAREMBGA, Tsitsi. – Scrittrice e regista zim-babwese, nata a Mutoko (ex Rhodesia, ora Zimbabwe) il 14febbraio 1959. Il suo romanzo Nervous conditions (1988;trad. it. Condizioni nervose, 1991), pietra miliare nella nar-rativa africana di lingua inglese, ha vinto il Commonwealthwriters prize (sezione africana) nel 1989. D. ha ottenutoprestigiosi premi in Zimbabwe ed è stata visiting lecturera Tallinn, Innsbruck, Harvard, Rutgers e presso il MIT(Massachusetts Institute of Technology).

Lucio Dalla – In concerto a Bologna durante il Duemiladieci Dalla De GregoriWork in progress tour, 22 gennaio 2010 ( fot. Roberto Serra-Iguana Press/Getty Images)

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