CSRE - La Gazzettadella Chiocciola

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La Gazzetta della Chiocciola - 1 La Gazzetta La Gazzetta della Chiocciola della Chiocciola Cronache dai CSRE e dintorni SOMMARIO Ritorno alle medie 2 La fine del mondo 4 La cooperativa Itaca 5 Il C.S.R.E. insegna 6 Tutti in tuta 8 Musica e cinema 10 Arte 11 Gossip 12 Lo sport 13 Meravigliosa avventura 14 Una grande famiglia 15 Oroscopo e cucina 16 [email protected] Anno 2 Numero 3 Giugno 2012 Euro 0,0 Non c’è due senza tre! Ed infatti eccoci di nuovo qua con la nuova uscita del nostro caro giornalino! Più andiamo avanti, più ci af- fezioniamo a questo nostro piccolo lavoro di edito- ria e non vediamo l’ora di poter condividere con i nostri lettori i contenuti e le idee che ci hanno ispi- rato e tenuto compagnia nei mesi di preparazione. Ogni uscita è un piccolo traguardo raggiunto, frutto di un intenso lavoro di ideazione, preparazione e stesura, che ogni tanto costa un po’ di fatica e sacri- ficio ma che ogni volta ci fa sentire soddisfatti e ap- pagati del risultato. Tutti contribuiscono, in misura diversa e in relazione alle diverse capacità, tutti ap- portano il loro prezioso contributo, chi con un’idea, chi con una foto o un disegno, chi con un articolo, chi semplicemente con un incoraggiamento. Ed ora vediamo un po’ che cosa ci riserva questo strabiliante numero della “Gazzetta della Chioccio- la”. Ovviamente non possono mancare le rubriche fisse: la divertentissima intervista doppia a Michele Lazzara e Andrea Valent sulla profezia Maya della fine del mondo che ci svela ogni volta differenti pun- ti di vista o l’originale e creativo oroscopo dei pro- vetti astrologi Egidio e Michele Miglietta, lo spazio dedicato alla poesia e ai disegni, la pagina dello sport questa volta con un articolo sul nuoto e la ru- Segue a pagina 2

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La Gazzetta della Chiocciola

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La Gazzetta della Chiocciola - 1

La GazzettaLa Gazzettadella Chioccioladella ChiocciolaCronache dai CSRE e dintorni

SOMMARIORitorno alle medie 2

La fine del mondo 4

La cooperativa Itaca 5

Il C.S.R.E. insegna 6

Tutti in tuta 8

Musica e cinema 10

Arte 11

Gossip 12

Lo sport 13

Meravigliosa avventura 14

Una grande famiglia 15

Oroscopo e cucina 16

[email protected]

Anno 2Numero 3

Giugno 2012Euro 0,0

Non c’è due senza tre!Ed infatti eccoci di nuovo qua con la nuova uscita del

nostro caro giornalino! Più andiamo avanti, più ci af-

fezioniamo a questo nostro piccolo lavoro di edito-

ria e non vediamo l’ora di poter condividere con i

nostri lettori i contenuti e le idee che ci hanno ispi-

rato e tenuto compagnia nei mesi di preparazione.

Ogni uscita è un piccolo traguardo raggiunto, frutto

di un intenso lavoro di ideazione, preparazione e

stesura, che ogni tanto costa un po’ di fatica e sacri-

ficio ma che ogni volta ci fa sentire soddisfatti e ap-

pagati del risultato. Tutti contribuiscono, in misura

diversa e in relazione alle diverse capacità, tutti ap-

portano il loro prezioso contributo, chi con un’idea,

chi con una foto o un disegno, chi con un articolo,

chi semplicemente con un incoraggiamento.

Ed ora vediamo un po’ che cosa ci riserva questo

strabiliante numero della “Gazzetta della Chioccio-

la”. Ovviamente non possono mancare le rubriche

fisse: la divertentissima intervista doppia a Michele

Lazzara e Andrea Valent sulla profezia Maya della

fine del mondo che ci svela ogni volta differenti pun-

ti di vista o l’originale e creativo oroscopo dei pro-

vetti astrologi Egidio e Michele Miglietta, lo spazio

dedicato alla poesia e ai disegni, la pagina dello

sport questa volta con un articolo sul nuoto e la ru-

Segue a pagina 2

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brica di cucina con una ghiotta ricetta

che arriva direttamente da Napoli!

Inoltre uno spaccato delle attività

portate avanti dai Centri, con la des-

crizione dell’esperienza presso la fat-

toria didattica “La pecora nera” e

l’intervista ad uno degli operatori che

seguono le attività motorie ed ancora

una chiacchierata simpatica ed infor-

male con uno dei genitori dei nostri

ragazzi, a cui abbiamo chiesto di con-

dividere con noi alcune riflessioni che

ci incuriosivano. Ma non dimentichia-

mo anche un momento di frivolezza

ed ecco che puntuali i nostri ragazzi ci

danno tutti gli aggiornamenti sulle

ultime novità dal mondo dei vips e

delle starlette con un po’ di sano gos-

sip. E ovviamente sfogliandolo vi ac-

corgerete che c’è molto altro ancora!

Ora però basta chiacchiere, vi abbia-

mo rubato già abbastanza tempo e vi

lasciamo liberi di procedere nella let-

tura di questo nuovo ed appassionan-

te numero del giornalino.

Buona lettura!

Dalla prima pagina

Anche quest’anno unpaio di operatori e alcu-ni ragazzi del C.S.R.E. di

Tolmezzo hanno avuto la possi-bilità di far conoscere il Centro,che quotidianamente frequen-tano, a un bel po’ di personeche della realtà delle nostre

strutture non ipotizzava nep-pure l’esistenza.Questa iniziativa è partita loscorso anno grazie al desideriodi un gruppo di genitori di“sensibilizzare” i propri figli al-le tematiche della diversità edella disabilità. È infatti graziealla volontà di questi genitori e

alla disponibilità di alcuni inse-gnanti che abbiamo avuto lapossibilità di presentarci, di far-ci conoscere e di spiegare quel-lo che facciamo all’interno deiCentri ad alcune classi terzedelle scuole medie di Arta Ter-me e di Paularo.

Dal punto di vistaoperativo, l’espe-rienza è statastrutturata in duefasi consecutive: laprima consistentenella presentazio-

ne e nella testimonianza diret-ta, da parte di un gruppetto deinostri ragazzi, all’interno delleclassi delle scuole su citate. Laseconda invece ha previsto lo“scambio della cortesia”: ab-biamo avuto cioè il piacere diricevere come ospiti gli studen-ti, che hanno passato una mat-

tinata con noi visitando ilCentro con tutte le sue stanzee laboratori, cimentandosi an-che in alcune delle attività chegiornalmente svolgiamo all’in-terno della nostra struttura.Per noi non è proprio una novi-tà ricevere persone “estra-nee”: infatti ogni anno, in variperiodi, ospitiamo tirocinanti discuole superiori, università e divari corsi.La testimonianza nella scuola,fatta da un gruppetto di utentie da due operatori del nostroCentro, ci ha visti impegnatiper un paio d’ore, durante lequali ci siamo presentati allaclasse che ci ospitava, abbiamospiegato cos’è e cosa si fa all’in-terno di un C.S.R.E. Per una mi-gliore esposizione ci siamoavvalsi di una presentazione inPower Point ricca di fotografieche, in alcuni casi, descrivonomeglio di mille parole la strut-turazione della nostra giornatae tutte le attività che svolgia-mo. In questa fase la partecipa-zione dei nostri ragazzi è statalodevole: non sono mancatiracconti di aneddoti particolariaccaduti ad esempio durante isoggiorni estivi o frasi simpati-che su ragazzi e operatori checomparivano nelle foto. A dis-tanza di una settimana dal nos-

Abbiamo avuto il piacere di ricevere

come ospiti gli studenti, che hanno

passato una mattinata con noi

visitando il Centro

Ritorno allemedie di Stefania Tonello

Scambio di esperienze e reciproca conoscenza tra il

nostro C.S.R.E. e le classi terze delle scuole medie di

Arta Terme e di Paularo

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tro intervento, siamo noi cheabbiamo “giocato in casa” os-pitando a nostra volta i ragazzidella scuola: per l’occasioneavevamo “ripensato” i labora-tori delle attività manuali in mo-do da farvi accederecontemporaneamente grup-petti di utenti e di ragazzi dellascuola insieme agli operatoriche gestiscono tali attività. Inquesto modo si voleva innanzi-tutto permettere agli studentidi rendersi conto in prima per-sona di come è organizzata larealtà di un C.S.R.E. e in secon-do luogo di favorire la conos-cenza e la relazione con gliutenti. Abbiamo preferito pun-tare su attività di laboratorioperché riteniamo siano quelleche più facilitano l’instaurarsi di

una conversazione “sponta-nea” all’interno e fra i gruppi.L’esperienza dal nostro puntodi vista è stata alquanto positi-va: ha permesso a noi operatoridi metterci in gioco e agli utentidi dimostrare quante buone e

positive qualità possiedano.I ragazzi delle scuole restanosempre colpiti positivamentedalla schiettezza, genuinità, na-turalezza, spontaneità dei“nostri” ragazzi, che raramentepongono barriere nella relazio-ne con gli altri.Anche il rimando che abbiamoavuto dalle insegnanti è stato

positivo: l’inevitabile imba-razzo iniziale ha lasciato breve-mente il posto ad unamaggiore spontaneità anchegrazie alla buona mediazionedegli operatori.In conclusione ci auguriamo

che esperienze come queste sipossano ripetere in futuro: ol-tre ad essere delle buone occa-sioni per promuovere i C.S.R.E.e le loro attività sono soprattu-tto occasioni importanti per gliutenti che si sentono protago-nisti nel raccontare e nel rac-contarsi.

L’esperienza è stata alquanto positiva: ha permesso anoi operatori di metterci in gioco e agli utenti didimostrare quante buone e positive qualità possiedano.

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2012: la fine del mondoEccoci arrivati al 2012. Già da tempo circolano notizie soprattutto sulle previsioni che iMaya hanno fatto su questo fatidico anno, si parla perfino di fine del mondo. Cosa ne saie cosa ne pensi dell’argomento?

Ormai siamo prossimi a unadata emblematica: il 21 di-cembre 2012. Per quanto ne

so, secondo la cultura Maya, più chela fine del mondo siamo di fronte allafine di un ciclo e l’inizio di un altro.I Maya erano una popolazione cheviveva nel centro America, l’attualeMessico. Il loro sistema per misurareil tempo si basava sull’uso di tre ca-lendari: uno religioso, uno solare (di365 giorni) e uno che calcolava il tem-po trascorso dalla data della creazio-ne del mondo secondo la loromitologia. I criteri alla base diogni calendario sono piut-tosto complessi da spiega-re.Noi attualmente faccia-mo riferimento al ca-lendario“Gregoriano” cheprende come riferi-mento la data dinascita di Gesù. Lamisurazione deltempo e la colloca-zione temporale deivari eventi storiciviene definita secon-do le diciture “avantiCristo” e “dopoCristo”.Confrontando il calenda-rio Gregoriano con quelloMaya troviamo diverse similitu-dini: i Maya avevano un calendariosolare che era di 365 giorni propriocome nel Gregoriano.Anche il nostro calendario, come illoro, ha le feste religiose, ad esempioil Natale o la Pasqua, poi abbiamo lefeste civili come il 1° maggio o il 25aprile. Inoltre viene data molta im-portanza alla successione delle sta-gioni, ai solstizi, agli equinozi e allefasi lunari, eccetera.Nel calendario Maya c’è una data rile-vante che individua la fine di un lungo

ciclo, che si potrebbe paragonare allafine del millennio avvenuta per noidodici anni fa. Questa data, confron-tata con il calendario Gregoriano, cor-risponderà al 21 dicembre 2012.Secondo me la questione del 21 di-cembre 2012 è solo una delle tantevoci che indicano delle cose particola-ri che potrebbero accadere. Ma vi ri-cordate che all’avvicinarsi dell’anno2000 i mass media ci avevano terro-rizzato parlando

del ris-chio che nel nostro mondo, ormai go-vernato dall’informatica, potesseesserci un blocco totale provocatodal “millennium bug” che avrebbepotuto impedire la lettura del 2000 edeterminare grossi problemi? Invececosì non è stato!Adesso secondo me accade lo stesso,i mass media ci hanno talmente bom-bardato su questa data e le teorie

che l’accompagnano, che tutti ne ab-biamo timore.Io dico che rimarrà tutto come prima,non cambierà assolutamente nulla.Tuttavia mi piacerebbe pensare chequella data porti un cambiamento eche le nostre differenze sociali, cultu-rali e di religione venissero azzerate.Una delle ipotesi evocate, che a mepiace molto, è che dopo questa dataarrivi un periodo di pace e armoniatra i popoli della terra.Ve lo immaginate se davvero fosse

così? Io ho un sogno: finalmente fi-niscono tutte le guerre, fatte

solo per interessi economici,e ci prendiamo cura degli

interessi dell’interaumanità, preoccupan-

doci di abbattere ledifferenze che ci so-no a tutti i livelli.Non esistono ricchie poveri ma siamotutti uguali. L’uma-nità ha l’opportu-nità di accederealle risorse che laterra mette a dis-

posizione senza chenessuno venga dis-

criminato.Anche le differenze tra

persone “normali” e “di-sabili” spariscono: i “disabi-

li” si trasformano tutti in“normali”. Così davvero possia-

mo fondare una nuova “era” di pacee serenità.Anche l’enorme problema dell’ef-fetto serra scompare così non succe-deranno più gli eventi catastrofici chenegli ultimi anni si sono abbattuti sul-la terra con così tanta durezza.Ecco come la penso e come mi piace-rebbe che andasse nel prossimo fu-turo!Andrea Valent

Continua a pag.9

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La cooperativa Itaca,questa sconosciuta di Enrichetta Zamò

Enrichetta Zamò, vice presidente di Itaca, ci raccontascopi, obiettivi e stile lavorativo della cooperativa chegestisce i C.S.R.E. dell’Alto Friuli

Fondata il 29 giugno 1992 a Por-denone, Itaca è una cooperati-va sociale di tipo “A” che

opera nei campi dell’impegno socia-le, sanitario ed educativo, gestendoservizi suddivisi in cinque aree pro-duttive: domiciliare anziani, residen-ziale anziani, disabilità, salutementale e minori-età evolutiva. Itacaagisce in una vasta area territorialeche comprende il Friuli-Venezia Giu-lia, le province venete di Treviso, Ve-nezia e Belluno e la provinciaautonoma di Bolzano.Lo scopo della cooperativa Itaca èstato, fin dalla sua nascita, quello di“perseguire l’interesse generaledella comunità alla promozioneumana e alla integrazione socialedelle cittadine e dei cittadiniattraverso la gestione di servizisocio-sanitari educativi orientati invia prioritaria, ma non esclusiva, allarisposta dei bisogni di persone incondizioni di svantaggio fisico,psichico e sociale, anziani e minori.La cooperativa, nello svolgimentodella propria attività, si avvaleprevalentemente delle prestazionilavorative dei soci (estrattodell’articolo 3 dello statuto sociale).È una realtà grande che conta più di1300 lavoratori di cui circa l’80% sonosoci.Si occupa di diverse tipologie diservizi, educativi ed assistenziali aminori, assistenza residenziale edomiciliare per gli anziani, supportoalle persone seguite dai servizi dellasalute mentale e supportoassistenziale ed educativo nelcampo della disabilità adulta.Itaca si pone come obiettivi, dasempre, di: rispondere alle esigenzesia dei soci che degli utenti,promuovere una buona qualità dellavita, agire sui problemi ma avere un

attenzione anche perprevenirli, garantire aisoci una stabilitàprofessionale.Nell’A.S.S.3, Itaca èpresente, in A.T.I.(AssociazioneTemporanea diImprese - N.d.R.) conaltre cooperative, dadiversi anni con unametodologia di lavoroche sempre più si èspostata dall’attivitànei servizi ad unaattività di rete per ilterritorio e lacomunità.Siamo certi chesolamente una messain comune dellerisorse e una condivisione degliobiettivi possano contribuire allarealizzazione di un intervento chesia realmente sociale. Il confrontotra coordinatori ed operatorioccupati nei diversi servizi (dallaprima infanzia fino agli interventidomiciliari agli anziani) e l’utilizzodelle realtà territoriali che sioccupano di sociale e non solo, hapermesso una buona realizzazione eimplementazione di quello che era ilprogetto iniziale che l’appaltochiedeva: un intervento globale sututti i diversi servizi socio-sanitari.Al centro dei servizi che Itaca eroga,ci sono sempre le persone con lequali “scriviamo” il proprio progettodi vita, nel rispetto di quello che èstata la loro storia manell’attenzione ad avere econdividere sempre nuovi obiettiviattraverso azioni multiple macollegate in modo coerente tra diloro. Nel lavoro quotidiano con lepersone è importante non

dimenticarsi delle famiglie e dellepersone di riferimento ed esseresoggetto con cui confrontarsi econ cui condividere i percorsi divita.Per quanto riguarda gli assistenti egli educatori la metodologia checome cooperativa Itaca sostiene, eche noi soci riteniamo possa esserel’unica che veramente risponde adun valido lavoro sociale, è quelladel lavorare in équipe, nellacondivisione dello stile di lavoro,della mission del servizio, dellediverse competenze eresponsabilità per una migliorvalutazione sia degli interventi chedella progettualità in generale.Ah, dimenticavo… Per incisoquest’anno la cooperativa Itacacompie vent’anni! Un traguardoimportante e che ci aiuta aripensare a quello che in questianni è stato fatto, ma anche agliobiettivi futuri.

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Che cosa succede in unamattina qualsiasi alC.S.R.E. di Gemona? Ci so-

no delle visite. E che visite! Infatti,come ormai accade da diversi an-ni, accogliamo una classe dell’isti-tuto I.S.I.S. “D’Aronco” diGemona. E cosa vengono a fare,questi ragazzi, di prima mattinanel nostro Centro? Passeranno unintera mattinata con noi. E a farecosa? Quest’anno, oltre a fareamicizia e visitare il Centro, impa-reranno come vengono svolte al-cune delle nostre attività. E chiglielo insegna? Ma noi, no! E chisennò! Mica gli operatori! Dun-que, facciamo presto perché iltempo passa e le cose da fare so-

no tante. Per prima cosa ci conos-ciamo un po’: chi siamo, cosafacciamo al Centro etc. etc. Masiamo anche curiosi di sapere co-sa fanno di bello i nostri ospiti nel-la loro scuola. Ma glioperatori intanto co-sa fanno? Sono lì connoi e partecipano as-sieme agli insegnantia questo scambio diinformazioni e lascia-no che a dare questeindicazioni siamonoi, che tutto som-mato siamo a “casanostra”.E dopo aver cantatotutti assieme per

darci la giusta carica, si parte! Ini-ziano le attività!A questo punto ci dividiamo inquattro gruppi: qualcuno accom-pagnerà alcuni dei nostri ospitinel laboratorio di falegnameria,qualcuno in quello di ceramica,altri in cucina e un ultimo grup-petto parteciperà ad una “assag-gio” dell’attività espressiva. E poi?E poi a metà mattinata i gruppiruotano, così i nostri ospitiavranno modo di ritornare a casacon un “bis” delle nostre attività.Naturalmente dopo aver fatto unpo’ di festa tutti assieme a conclu-sione di una bella giornata.Allora via! Si parte con lo “smista-mento”: assieme agli operatoriconduciamo i nostri “allievi” neilaboratori. Dopo aver descrittobrevemente l’attività e alcune se-quenze fondamentali per proce-dere nei lavori, ci affianchiamo airagazzi e cominciamo le attività.C’è chi in falegnameria lavora conla lima e i vari tipi di carta vetratae chi in cucina sbuccia, sminuzza oimpasta deliziose salse per specia-li tramezzini. In ceramica invece simodellano e si decorano vari og-gettini pronti poi per la cottura,mentre nell’aula magna dellascuola ci si “confonde” con la mu-

Due giornate di attività al C.S.R.E. per gli studentidell’I.S.I.S. “D’Aronco” di Gemona del Friuli

Il C.S.R.E.insegna di Mauro Di Giusto

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sica e il movimento, giungendo adun primo approccio con l’attivitàespressiva.E noi? Siamo sempre lì a fare da“guida” ai nostri ospiti che seguo-no alla lettera le nostre istruzioni.Nel frattempo, si approfitta perscambiare due parole, per conos-cersi di più e ci scappa anche qual-che risata.A metà mattinata, come da pro-gramma, si cambia gruppo. Eccodunque che chi prima aveva fattofalegnameria si trova magari a farecucina e viceversa, etc. Ma noi sia-mo sempre ai nostri posti e acco-gliamo anche il nuovo gruppo conmolto entusiasmo e pronti a spie-gare di nuovo come “vanno fattele cose”.Durante le attività nei volti dei ra-gazzi riusciamo a scorgere, oltread una iniziale timidezza, anchecuriosità, attenzione, ma sopratu-tto stupore. Tutto questo ci riem-pie di orgoglio e per questo siamoun po’ emozionati.È quasi mezzogiorno e come daprogramma ci avviciniamo ai salu-ti. Sospendiamo dunque le attività.

Peccato, ci stavamo così diverten-do... Non dimentichiamo però checi attende ancora un piacevole ap-puntamento: tutti insieme ci in-tratteniamo per un po’ davanti adun ricco buffet a base di specialitàpreparate nel laboratorio di cucinae altre sfiziosità offerte dai nostriospiti. Questo è un bel momento,si parla, ci si scambia impressionisulla mattinata trascorsa, si ride, siscattano foto ma soprattutto, vis-ta l’ora, si mangia!!!!

Bene, adesso i nostri ospiti si pre-parano per la partenza: l’autobusche li riporterà a scuola è prontoall’ingresso con il motore acceso ele porte aperte. Inizia il rientro.Giacche, borse, saluti e ringrazia-menti… Ma sembra proprio chenessuno voglia ritornare a scuola:ed è proprio così! È stata propriouna bella mattinata!Prima di andare ci comunicano chealcuni di questi ragazzi ritorne-ranno fra breve per un tirocinio di

due settimane (questo ormai acca-de da diversi anni e per noi è unmomento molto atteso). Buon perloro dunque! E anche per noi... Èsempre bello avere delle personeche vengono nel nostro Centroper imparare qualcosa di nuovo eper conoscere persone nuove!

Nota a margine: questa iniziativarientra tra alcune delle azioni checostituiscono “Animo!”, progettoche mira a creare occasioni di col-laborazione tra i Servizi per l’han-dicap dell’A.S.S. n.3 “Alto Friuli”(fondamentalmente i C.S.R.E. diTolmezzo e Gemona) e altre realtàpresenti sul territorio (istituti sco-lastici, realtà parrocchiali, associa-zioni di volontariato, etc.). Il puntodi partenza consiste nel pensare lenostre strutture come luoghi neiquali si possano realizzare oppor-tunità di integrazione, formazione,crescita personale e sensibilizza-zione alla diversità per ragazzi,adolescenti e giovani adulti. Eccola motivazione di “Animo!”, titolodel progetto, che in friulano rap-presenta una forte esortazione adattivarsi, a muoversi, a scrollarsi didosso le indolenze mentre in italia-no è la coniugazione della primapersona singolare del verbo ani-mare (io animo) e può rappresen-tare la scelta di impegnarsipersonalmente per svolgere servi-zi di animazione nei confronti dialtre persone.

È sempre bello avere delle persone che vengononel nostro Centro per imparare qualcosa di nuovoe per conoscere persone nuove!

Animo!

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Tutti in tuta,pronti per il riscaldamentoParte con questo numero la presentazione delle varie attivitàche quotidianamente vengono proposte e svolte nei nostriCentri. Iniziamo con un’attività “storica”, presente da semprenella programmazione settimanale: l’attività motoria.

Una delle attività,sempre presentepresso il nostro

Centro, è quella motoria. Lareferente è sempre statal’operatrice Rosanna e la suaaiutante l’operatrice Monica.Gli utenti sono stati divisi indue gruppi secondo le loro ca-pacità motorie. Al primo grup-po è riservato il pomeriggiodel martedì mentre al secon-do la mattinata del venerdi.Ci ritroviamo nella “Stanzaverde” dove ci sono gli attrez-zi ginnici, le cyclettes e glistep che ci possono servire inbase all’esercizio che ci vieneproposto. Per essere più co-modi indossiamo la tuta daginnastica.Rosanna e Monica non cifanno pesare la fatica nellosvolgere gli esercizi da lorosuggeriti perché procedono inmodo graduale. Ci insegnanoa conoscere bene le parti delnostro corpo per cui ci rendia-mo conto dei benefici che nepossiamo trarre. Ci spiegano

ogni cosa in maniera com-prensibile e sanno come invo-gliarci e spesso ci divertiamopur lavorando.Per questa attività, segue ilmetodo “Pilates”: iniziamocon esercizi di riscaldamentoseguendo la musica in sotto-fondo. Io personalmente usola spalliera per alzarmi esedermi dalla carrozzina. Ro-sanna ci fa poi stendere suitappetini per continuare congli esercizi di “scarico” per laschiena, rimanendo in posizio-ne supina e ascoltando altramusica. A questo punto sicrea penombra nella stanza ela musica si fa più lenta. Ci gi-riamo tutti in posizione pronaper concludere con la fase dirilassamento. Inizia così la fa-se dei massaggi sul dorso; noidobbiamo solo fare attenzio-ne non addormentarci! Abbia-mo la sensazione difrequentare un corso di gin-nastica in una vera palestra,guidati da validi insegnanti.Paolo Cabas

Il pareredell’esperto

Da quanto tempo ti dedichi all’at-tività motoria?Fino ai 15 anni ho praticato atleticaleggera e pallavolo. Ora frequentola piscina e la palestra.Fin dall’apertura del Centro, quellamotoria è sempre stata una delleattività proposte. Con il movimen-to manteniamo efficiente il fisico ela mente e apprendiamo nozioninuove sul comportamento del cor-po.Come è nato in te il desiderio diapprofondirti in questo campo?Mi hanno sempre interessato leattività che riguardano il movimen-to corporeo ma per avere effettipositivi su chi partecipa alle “lezio-ni” mi sono formata leggendo tes-ti specifici sull’argomento. Èimportante proporre l’attività

Abbiamo intervistato Rosanna,referente dell’attività motoriaper il C.S.R.E. di Gemona delFriuli ma “guida” storica diquesta attività per tutti i Centridell’Alto Friuli.

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come un gioco. Ho frequentato uncorso di riabilitazione motoria. Ilcorso forniva competenze specifi-che per operare con persone com-promesse a livello motorio di base.Ho frequentato poi un corso di “Ri-lassamento guidato” basato sul ri-conoscimento della tensione e delrilassamento. Una voce esterna“guida” i partecipanti e il tutto èsupportato da una musica opportu-namente scelta.

Che sensazioni provi quando noiseguiamo con attenzione e impe-gno i tuoi ordini?Non ordini ma indicazioni. L’obietti-vo dell’attività non è la mia soddis-fazione personale ma il benessereper chi fa attività motoria.Hai notato in noi qualche migliora-mento?Direi di si ma dovreste essere voi adirmelo. L’attività fisica aumenta leconoscenze sul nostro corpo e la

consapevolezza di quali parti delnostro corpo stiamo adoperando.Come organizzi il tuo lavoro?Preparo per ogni utente un pro-gramma personalizzato in base allesue esigenze. Durante l’anno seguoun diario su cui in precedenza misono annotata gli esercizi. Alla finedi ogni seduta annoto sullo stessodiario ciò che realmente è statofatto durante l’ora di “ginnastica”.Genni Lepore, Marcello Comini,Pablo Zanussi

Ehi Michele hai sentito? C’è chi dice ingiro che nel 2012 ci sarà la fine del mon-do! Cosa ne pensi?Magari venisse!Perché?Sono stufo, è ora di finirla con questecommedie!Ma ci credi?Sì ci credo, toccherà scappare!Dove?Da Sasso (Stefania Chiapolino - n.d.r.), aSutrio.

Perché? Tanto la fine del mondo arrive-rà anche a Sutrio…Noo, a Sutrio non viene!E perché?La c’è miseria non viene niente, ne hannogià abbastanza. E poi hanno litigato…Quindi a Sutrio sei in qualche modoprotetto?Eh si!!!E tutto il resto?Sparisce! Anche Salaris, sopra Buttea.Spariscono i paesi?Sì e anche le persone. Ad Amaro, in diver-se case, è già sparito qualche geranio e lamia maglia di pallavolo. Siere la machine!Sennò sparisce anche quella!

Ma qual è l’origine di questa catastrofe?Un botto! Una macchina che si schiantacontro il palo della luce.Ti spaventa questa possibile situazione?Sì, è un casino! Scappo per le montagne.Viene anche nel tuo paese?Boh, spero di no! Ma sai chi ha parlatodi fine del mondo?Non so. Tuo fratello?Ma no. I maya. Sai chi sono?I Maya… No non li conosco.La fine del mondo secondo loro vieneperché finisce il calendario che hannoscritto.Ce maucs! Potevano ben farlo più lungo!

La fin dal montDa pagina 6

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Cin

ema

mu

sicasp

ettacoli

Gli studiosi ipotizzano che la prima manifestazionesonora umana, risalente ai tempi delle caverne, siastata l’emissione di un unico suono. Gradualmentepoi ne sono scaturiti altri che hanno consentito diperfezionare sempre più l’espressione dello statod’animo umano: questo percorso si può paragona-re all’evolversi del linguaggio di un neonato.Per molto tempo le esperienze sono state traman-date oralmente. Con la scoperta della scrittura e inparticolare con l’invenzione delle note musicali,

che hanno permesso di tradurre la musica in segni,si sono potute trascrivere le melodie dei canti.Molti studiosi ed appassionati, specializzati in et-nomusicologia (scienza che studia le tradizioni mu-sicali popolari) hanno raccolto testimonianze dicanti popolari in tutti i luoghi del mondo.Le ricerche avvengono facendo indagini d’archivioo andando a recuperare le testimonianze diretta-mente “sul campo” registrando la viva voce dellepersone mentre eseguono canti tradizionali tra-mandati a loro di generazione in generazione.Ogni popolo si esprime musicalmente in un mododiverso e i temi esposti nei canti sono quelli cheriguardano la vita degli individui e delle loro comu-nità. Anche molti grandi compositori si sono ispira-ti alla musica e al canto popolare.I popoli di tutto il mondo e di tutte le epochehanno utilizzato il canto per tenere vive le proprietradizioni: ecco perché il canto popolare continuaa riscuotere grande interesse e le formazioni coralidi ogni luogo propongono ricchi repertori di musi-che che appartengono alla tradizione non solopropria ma anche di altre culture.

Il canto popolare in FriuliIl Friuli, pur essendo una piccola regio-ne, possiede una notevole varietà dicanzoni e musiche popolari tipiche del-le diverse zone presenti al suo interno.Il fatto di essere una regione di confi-ne e di transito ha avuto la sua impor-tanza nello sviluppo della sua culturamusicale. Vi sono infatti delle località

che tuttora si distinguono per l’origina-lità di usi, costumi e sonorità: Resia è so-

lo uno dei vari esempi.Una caratteristica importante che in pas-sato distingueva il canto friulano eral’improvvisazione: le note venivano cam-

biate dai cantori a seconda del momen-to: ogni esecuzione non era mai uguale

ad un’altra. I canti venivano generalmente eseguitida piccoli gruppi nei quali le voci basse maschilidialogavano con le voci acute femminili. Gli argo-menti ricorrenti erano: il lavoro, la natura, gli affet-ti, la guerra, l’emigrazione, insomma la realtàquotidiana.La canzone tipica friulana viene definita “villotta”(“espressione lirico musicale villereccia” cioè cam-pagnola, contadina – n.d.r.) ed è nata verso il XVsecolo. Studi approfonditi hanno messo in luce in-teressanti legami e influenze che riguardano ques-ta espressione artistica friulana in rapporto adaltre culture (ad esempio con i canti popolari vene-ti – n.d.r.).Pier Paolo Pasolini ha dedicato parole competentied intense alle villotte che conosceva bene ancheper il fatto di aver trascorso in Friuli la sua gioven-tù. Ci ha lasciato una frase che riassume in breve ilsuo sentimento verso il canto friulano: lo ha defini-to un “cjandit lusor inocent” cioè “una luce candi-da e innocente”.Qualche appunto personale di Paolo sulle villottefriulaneHo incominciato da bambino ad apprezzare questicanti quando andavo alle sagre con i miei genitori.Più le ascoltavo, più mi appassionavo. Così ho co-minciato a suonarle con la mia tastiera. Queste so-no solo alcune di quelle che conosco: “Joi, ce bielcis’ciel a Udin”, “Stelutis alpinis”, “Se jo ves di ma-ridami”, “Sul puint di Braulins”, “E l’alegrie”, “Alcjante il gjal”, “La montanara”, “Suspir da l’ani-me”. Non mi stanco mai di suonarle perché sonoorecchiabili e facili da ricordare. Gli argomenti spa-ziano dal sacro al profano. Mettono in evidenza ipregi, i difetti, le abitudini, le usanze e raccontanostorie che riguardano le popolazioni dei vari paesifriulani con toni che vanno dallo scherzoso all’iro-nico al malinconico. Contribuiscono a farci conos-cere le generazioni passate ed a confrontare ilnostro modo di vivere con il loro.

Breve storia delcanto popolaredi Paolo Cabas

Il mio amico Eric è un film divertente chevede tra i protagonisti l’ex attaccantefrancese del Manchester United EricCantona. La storia si svolge a Manchesterdove vive e lavora Eric Bishop, un postinocinquantenne scappato di casaabbandonando la figlia appena nata e lamoglie. Tutto è peggiorato dalla presenzadi due figliastri fannulloni.Cerca aiuto dai suoi amici che non sonoin grado di aiutarlo soprattutto nelriconquistare la ex moglie. Unico rifugioè la sua camera da letto dove si confidacon il poster di Cantona, suo grandeidolo. Un giorno Cantona diventa reale ecomincia a dargli consigli su comericonquistare l’ex moglie. Quando lafiglia, ragazza madre ancora studente, glichiede di prendersi cura della nipotina

insieme all’ex moglie, Eric trovafinalmente il coraggio diconfidarle i suoi problemi.Diverse sono le questioniche Eric deve risovere nellasua tormentata vita tracui la riappacificazionecon l’ex moglie. Il filmparla molto dellasolidarietà tra amici e usa ilcalcio come metafora diuna comunità con le sueemozioni: dalla felicitàalla sofferenza, dallosconforto allasperanza.Nel film c’è unmisto direaltà e

fantasia, tra la malinconia della vita di Erice la magia dei suoi dialoghi immaginari.Tutto il film è un incoraggiamento aguardare la realtà con uno sguardocostruttivo e al “gioco di squadra”.É l’unione che fa la forza, il lavoro disquadra è essenziale, nel calcio come nellavita: “Devi sempre fidarti dei tuoicompagni di squadra, se no è finita”, è unodei tanti insegnamenti offerti dalcalciatore al postino.Il regista Ken Loach con Il mio amico Eric,presenta la voglia di cambiare che sirealizza con il coinvolgimento della

“squadra” e della comunità e mette inevidenza sentimenti positivi: amore,amicizia, solidarietà, voglia diricominciare.

L’ironia del film rende la storia piena diumanità e invita lo spettatore ad avere

fiducia in chi si ama e a meditaresugli sbagli del passato.

La morale di questo film puòessere questa: per ognisituazione, per quanto

difficile essa sia, esistesempre una soluzione.

Marco Gonano

Il mio amico Eric

Continua la nostra carrellata fra i vari generimusicali. In questo numero il nostro espertoci farà conoscere la storia centenaria di ungenere ancora molto attuale, soprattuttodalle nostre parti.

Vi proponiamo in questo numero un film divertente, ironico ma che insegna adaffrontare ogni situazione con la speranza che c’è sempre una soluzione, una viad’uscita anche nelle situazioni più complicate. Per gli amanti del calcio che hannoqualche anno in più, la sorpresa di vedere un ex campione cimentarsi nel ruolo diattore.

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Arte

Io e il pescatoreIl sole rosseggia all’orizzonteil mare è calmo, la calda brezza del mattino mi passa fra i capelliin lontananza vedo solo un pescatore che mi invita a pescare con luiad un certo punto peschiamo una grossa balena e decidiamo di dividercelae il mio amico pescatore mi regala il pezzo più grande(Marco Gonano)

La felicità

La felicità e una cosa bellaperchè la sera splende una stellanella notte scura splende la luna

la vita torna dura.(Federico Iuri)

La luna che cade dal cielo

La luna è nera in cielo

nessuno passa per strada, c’è solo un cane che ulula

poi all’improvviso si sente un boato: è la luna che cade a terra

(Marco Gonano)

MargheritaMargherita che seiil mio angelo custodeio non ti dimentico maisei sempre nel mio cuore(Mirella Della Pietra)

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Piace ancora« L’isola dei famosi »?

Dei personaggi che partecipanoall’ISOLA DEI FAMOSI, ci potetedire chi vi piace e chi invece non

vi soddisfa?Massimo: Mi piace Antonella Elia perchéè della mia classe, il 1963. Aida Yespicainvece non mi va tanto perché una voltaha litigato con la Elia e si sono tirate i ca-pelli!Mariagrazia: A me piace Rossano. Pensoanche io come Massimo che Aida Yespi-ca litiga troppo! Ad esempio ha rispostomale a Nina Moric e ha fatto lo stessocon Valeria Marini: le ha tirato delle“frecciate” belle toste!Se voi foste il conduttore e la conduttri-ce, chi fareste partecipare alla trasmis-sione?Massimo:- Io inviterei: la “fatina” MariaGiovanna Elmi perché è una persona sim-patica e fa beneficenza alla povera gentee ai bambini che sono in difficoltà; Idrisperché va d’accordo con la Elmi e io ris-petto le persone di colore; Belen perchéha tatuato una farfallina e anche la sorel-la Cecilia perché è simpatica; MichelleHuntzicher e Gigi Proietti sono tra i mieipreferiti. Poi chiamerei Eros Ramazzottiper fargli guidare il motoscafo che va aprendere i personaggi che arrivano conl’elicottero e si buttano in mare: Eros po-trebbe raccoglierli e trasportarli sull’isoladove c’è il posto preparato per loro. Cisarebbe poi anche Bobo Vieri ad aiutare ipersonaggi a scendere dal motoscafo e asbarcare sull’isola.Mariagrazia: Maria Giovanna Elmi è mol-to carina, gentile e aiuta Tarvisio. Sareid’accordo anche io se partecipasse. Poi,secondo me, va bene Antonella Elia per-ché mi piace quando abbraccia gli albe-ri… è una cosa che faccio anche io! DanHarrow è bravo: balla, canta è simpaticoed è pure bello! Enzo Paolo Turchi anchelui è bravo come ballerino.Cosa ne dite di Luxuria e di Nicola Sa-vino come conduttori?

Massimo: Secondo me non vanno tantobene. Simona Ventura presentava me-glio. Insieme a lei farei presentare ancheMarco Liorni che fa già “La vita in diret-ta”.Mariagrazia: Nicola Savino non mi piace.Io preferisco Luxuria: mi piace molto ilmodo come si veste, come si trucca, isuoi gioielli. Poi è simpatica, mi piaccionole battute che fa.Partecipereste alla trasmissione comeconcorrenti?Massimo: Noo! E’ troppo impegnativo lì,si fa troppa fatica! Piuttosto è meglio fa-re il presentatore. Comunque preferiscoguardare cosa fanno i concorrenti stan-do tranquillo a casa.Mariagrazia: Io andrei ma è dura! Magaripotrei prendere il sole, poi andare a pes-ca e se non trovo abbastanza pesce sonocomunque bella robusta…ho le mie “ri-serve” (sorride diverti-ta). Per fare lacapanna poichiederei

a Walter Nudo di aiutarmi (altro sorriso).A pensarci bene, forse sarebbe megliofare la presentatrice: prima andrei dalparrucchiere, poi mi farei truccare e mimetterei un bel vestito rosso! Non trop-po sexi… solo un po’.Però... meglio ancora è guardare cosasuccede sull’isola stando comodi a casa!Ma secondo voi, è proprio vero che ipersonaggi vivono come naufraghi o ètutto finto?Mariagrazia: E’ vero! Perché le telecame-re riprendono tutto e si vede che qual-cuno ha crisi di fame, si vede chedimagriscono. Jivago è anche svenutoperché ha avuto un calo di zuccheri e al-cuni suoi compagni hanno dovuto aiutar-lo.Massimo: Sì è vero! L’hanno preso el’hanno portato in acqua perché si ri-prendesse, era svenuto! E’ giusto che i

suoi compagni si siano comportaticosì perché le persone devono

anche aiutarsi!Mariagrazia: Sì aiutarsi!

E tutti devono ancherispettare le regole:

non risponderemale, non direparolacce, af-frontare corret-tamente tutte leprove… E poi

alla fine, il pub-blico sovranodecide il vin-citore!

Massimo Co-lomba, Ma-

riagraziaTerlicher,Genni Le-pore.

gossip

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spo

rt

Faccio parte da tanti anni dell’asso-ciazione FAI SPORT* di cui il presi-dente è Giorgio Zanmarchi che

abita a Udine e lo conosco tanto bene.Lui è una brava persona e organizzasempre tante belle cose per noi. Infattitanti anni fa nella piscina di Gemona sia-mo andati a fare una gara di nuoto con igiocatori dell’Udinese. Quel giornoc’era tantissima gente a vederci e io misono divertito molto. Una volta siamoanche stati allo stadio Friuli di Udine aportare il pallone di inizio della partitatra Udinese e Fiorentina. In quella parti-ta i giocatori poi si sono picchiati. Io in-tanto me la stavo facendo sotto dallapaura perché urlavano e c’era genteche si era fatta male. Un’altra volta,sempre con i giocatori dell’Udinese, sia-mo stati a mangiare al “Belvedere” diTricesimo e c’era anche Mariagrazia (lasua amica Terlicher - N.d.r.). L'allenato-re dell’Udinese in quel periodo era Lu-ciano Spalletti che sento ancora oggi.Io sono un tifoso dell’Udinese e questegiornate passate con i giocatori mi so-no sempre piaciute tanto.Oltre a tutte queste cose la FAI SPORTci fa fare anche nuoto e io lo pratico da10 anni.Vado a nuotare a Magnano due voltealla settimana, il lunedì mi accompagnamia mamma e il giovedì il mio nuovooperatore Marco. Quando arrivo in pi-scina mi metto il costume, gli occhialininuovi tanto tanto belli e con una sediaa rotelle vado fino a bordo vasca. Dopoentro in acqua e comincio il mio allena-mento. Il mio stile preferito è il dorso:faccio tante vasche e la mia maestra dinome Alba mi cronometra. Un giornoho fatto 40 vasche con il mio amico nonvedente Alan e un altro mio amico chesi chiama Adriano che abita a Osoppo.Li conosco da tanti anni, prima andava-mo a nuotare a Tolmezzo con una

maestra rompiballe che mi urla-va tanto, poi sia-mo andati aGemona dove miaccompagnavala mia maestraElisa. La piscinadi Gemona è lapiù bella fra letre: è più spazio-sa e pulita, ci so-no tanti bagni esono comodi perme. Invece a Ma-gnano sono piccoli, le docce non fun-zionano bene e fa sempre molto caldo.Vorrei tornare nella piscina di Gemonama la maestra Alba preferisce andare inquella di Magnano… ma io no!In questi anno ho fatto tante gare intante località diverse: a Spittal in Aus-tria, a Monza, a Gemona, a Cividale, aMilano, a Stra, vicino a Venezia e a Fi-renze. A casa ho tante medaglie, men-tre in una gara in Austria mi hannoconsegnato come premio un quadromolto brutto di un signore austriaco. Disolito ci sono un milione di persone (!) avederci ma queste non fanno neancheun po’ di tifo. Un anno fa sono stato aMilano un po’ di giorni a fare i campio-nati italiani di nuoto. In questa occasio-ne non ho vinto niente perché ungiudice donna ha fischiato male la par-tenza e per causa sua ho perso dei se-condi preziosi.Quest’anno invece i campionati si ter-ranno a Napoli (si terranno infatti iCampionati Italiani di Società di NuotoParalimpico, evento organizzato dallaSocietà Nuotatori Campani e al qualesaranno presenti circa 270 atleti, di cui35 provenienti da 11 Nazioni straniere -N.d.r.). Infatti nell’ultimo mese sonostato a Lignano a fare gli allenamenti in

una vasca lunga 50 metri visto che dovemi alleno di solito la piscina è più corta.L’11 maggio io e i miei compagni partire-mo alle 4 del mattino con il pullmanverso Napoli. Le gare le avremo sabatoe domenica e nei giorni successivi fare-mo tappa a Roma a salutare il Papa. Ar-riveremo a casa mercoledì notte tantotardi.Nuotare è il mio sport preferito, mi pia-ce stare in acqua, nuoto da solo senzal’aiuto di nessuno e mi sento moltobene e per essere sinceri mi stimola adandare di corpo! Oltre al nuoto a mepiace molto anche andare in bicicletta econ la slitta anche se un giorno ho pre-so sotto una nonna…Spero tanto cha a Napoli vada tuttobene, sia per il nuoto che per il viaggioe soprattutto spero di tornare sano esalvo con tutti i miei euro in tasca.Andrea Malmassari

FAI sport?Sì, nuoto!

*La FAI SPORT è un’associazione sportiva perdisabili fondata nel 1995 e che offre i suoi servizia ragazzi con vari problemi di disabilità. Lediscipline praticate sono: il nuoto, l’atleticaleggera, il triathlon, il biathlon, lo sci alpino e losci nordico. Inoltre si occupa anche di attivitàsociali quali la sensibilizzazione e l’integrazionedegli atleti e delle loro famiglie, partecipando amolte manifestazioni sportive e non.

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Lo scorso mese di aprile abbiamo ripreso l’attività, interrotta nel periodoinvernale, presso la fattoria didattica la “Pecora nera” situata in localitàCludinico, nel comune di Ovaro.

Questo ambiente rustico ed accogliente ci consente di imparare molte cose rigu-ardanti la vita semplice a contatto con la natura. Ogni giovedì infatti riviviamouna meravigliosa avventura. All’arrivo veniamo accolti da Nevia e Alessandro, iproprietari, che ci offrono the e biscotti. Iniziamo poi le attività che variano se-condo le giornate e il tempo: curiamo la pulizia del bosco e del prato, aiutiamo adar da mangiare ai vari animali che qui vengono allevati, raccogliamo i fiori disambuco, che, puliti e messi a macerare in acqua e zucchero, diventano un otti-mo sciroppo, produciamo candele profumate di colore giallo, versando la cerafusa delle api in appositi stampi, ripariamo e riverniciamo le staccionate e le ar-nie, le casette delle api.Quando piove facciamo delle attività creative al coperto come decorare vasi ocandele, preparare collane di arachidi da appendere agli alberi per il nutrimentodegli uccellini durante la stagione fredda, eccetera.Questa attività esterna ci piace molto, perché ci ricorda quando aiutavamo lenostre mamme nei lavori agricoli, inoltre ci da la possibilità di incontrare gli amicidei Centri di Tolmezzo e Gemona.Peccato che questa attività si svolga soltanto una sola volta alla settimana, co-munque come si suol dire: è bello ciò che dura poco!Se avete l’occasione, non mancate di visitare questo meraviglioso luogo fra i ver-di boschi della Carnia.

Una meravigliosa avventuraDi Elisa Candotti e Gian Pietro Piazza

I ragazzi di Esemon ci presentano un’attività esterna faticosa ma assolutamentedivertente e piacevole

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Sua figlia prima era inseri-ta in un altro Centro epoi alcuni anni fa è arri-

vata qui a Esemon : che cosa nepensa della nostra struttura equali impressioni ha avuto?La struttura precedente eraimpostata con un sistema rigi-do e metodico . Il C.S.R.E. diEsemon è strutturato con unsistema più elastico, non stan-dardizzato che tiene contoprevalentemente delle esigen-ze individuali. Un’impostazio-ne più adatta per Linda, chepuò esprimere concretamentela sua libertà individuale trami-te movimenti e azioni. Attual-mente mia figlia è menoagitata, ha migliorato il rap-porto con le persone estraneein modo particolare con le fi-gure maschili, che in passatonon accettava, perché vivevala sua quotidianità a contattoesclusivo con persone di sessofemminile.

Come giudica le attività che sisvolgono presso il Centro? Inparticolare ci può dire le sueimpressioni rispetto alle attivi-tà esterne , come la piscina o ilpercorso di musicoterapia?Le attività del Centro sono amisura di persona e sviluppa-no le attitudini di ognuno. Honotato che Linda in seguitoall’attività di piscina ha presopiù confidenza con l’acqua eha sviluppato notevolmentel’autonomia nel lavarsi e ves-tirsi.Il percorso di musicoterapiapoi ha migliorato la sue capa-cità di rilassamento e di atten-zione.La sua famiglia ha avuto la pos-sibilità di usufruire del servizioofferto dalla Comunità di Ese-mon per il periodo di sollievo diLinda che è stata ospite dellastruttura già alcune volte. Checosa pensa di questa possibilitàe come viene vissuta da Linda?

Il sollievo è un’offerta vera-mente valida, sia in caso di ur-genti motivi famigliari, sia persviluppare la capacitàdell’utente ad accettare uncontesto di vita al di fuori dellaroutine famigliare. Per quantomi riguarda, ho notato che Lin-da alla fine dei periodi di sollie-vo rientra più serena. Possodunque affermare che questoservizio da sollievo sia alle fa-miglie che all’utente.Secondo lei, che è anche unainsegnante, è importante che illavoro svolto al Centro daglioperatori sia continuato anchea casa dai famigliari, che ci siacioè continuità educativa? Pen-sa che le cose che i ragazzi im-parano al Centro poi possanofarle anche a casa?Le cose che imparano alCentro sono fondamentali ehanno efficacia solo se esisteuna intesa educativa con la fa-miglia, per dare uno scopo alleattività che ogni ospite svolgedurante il giorno. Lo sviluppodell’autonomia personale, ilavori domestici, i lavori ma-nuali e tutte le attività pro-grammate, sono fondamentaliper il miglioramento della qua-lità della vita. Concludendo es-primo la massima fiducia eapprovazione verso il lavorodegli operatori, per le attivitàe per tutti i progetti finalizzatial miglioramento delle poten-zialità di ciascun ospite.A Esemon si vive come in unagrande famiglia serenamentee in armonia.

Bruna Baesso, GabriellaMaieron, Lino Missoni

È venuta a trovarci la maestra Ines, mamma di Linda, una personasimpatica e cordiale. Lino,Bruna e Gabriella hanno subito presoconfidenza e senza esitare le hanno proposto un’intervista.

Una grande famiglia

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L’oroscopo di Michele M. ed Egidio

ARIETE: è un bel segno pacifico però ogni tanto hala luna. Voto***

TORO: sono dei super tori da corsa, infatti sonosempre di corsa. Voto****

GEMELLI: in questo periodo sarete felici come duebambini nel giorno di Natale. Voto*****

CANCRO: punge se si arrabbia per cui occhi aperti.Voto**

LEONE: è un periodo favorevole all’amore.Voto*****

VERGINE: sono dei grandi lavoratori. Voto*

BILANCIA: serve per pesarsi ma sa dare comunqueallegria. Voto***

SCORPIONE: punge come il cancro quindi fateattenzione a non farlo incavolare. Voto**

SAGITTARIO: sono dei grandi amici dei quali ci sipuò fidare. Voto****

CAPRICORNO: sono animali da bosco a caccia diguai. Voto*

ACQUARIO: siete belli da guardare. Voto*****

PESCI: di solito sono piccoli ma forti come ipescicane. Voto***

La GazzettadellaChiocciola

La redazione: Irina Scarsini, Marco Gonano, Paolo Cabas, Andrea Valent, Pablo Zanussi,Marzia De Monte, Gino Viti, Michele Miglietta, Andrea Malmassari.

Hanno collaborato in questo numero: Mauro Di Giusto, Michele Lazzara, Enrichetta Zamò,Elisa Candotti, Gian Pietro Piazza, Genni Lepore, Marcello Comini, Rosanna Cucchiaro,Federico Iuri, Mirella Della Pietra, Alessio Cimenti, Massimo Colomba, Egidio, MariagraziaTerlicher, Elisa Petrucci, Stefania Tonello, Bruna Baesso, Gabriella Maieron, Lino Missoni,Ines Nodale.

Disegni: a pag.11 il disegno in alto a sinistra è di Viviana Santellani, quello in basso diGabriella Maieron; I disegni della copertina e dell’ultima pagina sono di Linda Nodale.

Supervisori: Pierfabio Vittorio, Flavia Pino, Fabrizio Della Pietra, Sara Gentil, Simona PoloImpaginazione: Dario Zollia

Un grazie enorme a chi non è stato nominato ma che è risultato prezioso perché hapermesso la realizzazione di questo giornale.

Se ci siamo scordati di qualcuno, pardon…

CSRE di Tolmezzo via Aldo Moro 43, Tolmezzotel 043340390 fax 043340708 [email protected] di Gemona via Campo 62, Gemonatel/fax 0432980816 [email protected] di Tarvisio via Principe di Piemonte 1, Tarvisiotel 3491838630CSRE di Esemon via Narzans, Esemontel 0433750101 fax 0433747544

La pizza!!!I ragazzi del C.S.R.E di Pontebba-Tarvisio

Ingredienti per 4 pizze del diametro di 30 cm: 600 ml di acqua; 1kg di farina; 50 g di lievito di birra; 6 cucchiai di olio extravergine dioliva; 20 g di sale fino; 2 cucchiaini di zucchero.

Versate la farina a fontana in una terrina e formate un buco alcentro. In una ciotola di vetro versate un bicchiere d’acqua tiepidae sbriciolatevi i cubetti di lievito di birra e lo zucchero. Mescolatefino a far sciogliere il tutto e inserite al centro della farina ilcomposto d’acqua e lievito.

A parte sciogliete 20 g di sale in un bicchiere d’acqua tiepidaaggiungete l’olio e amalgamate il tutto con la farina. Tenete vicinoa voi un po’ di farina e la restante acqua tiepida che integreretenell’impasto a mano a mano fino a raggiungere una consistenzamorbida ed elastica.

Continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio,morbido e consistente con il quale formerete una palla cheadagerete in una ciotola capiente (ricordatevi che l’impastoraddoppierà il suo volume). Coprite la ciotola con un canovaccio eriponetela in un luogo tiepido, lontano da correnti d’aria.Attendete che l’impasto abbia raddoppiato il proprio volume(circa 1 ora, 1 ora e 1/2 ) e poi stendete la pasta.Quando la pizza è stesa sulla teglia, metteteci sopra il pomodoro,la mozzarella tagliata a cubetti e guarnitela a vostro piacimentocon tonno, prosciutto, olive, salamino piccante o ciò che vi piacedi più. A guarnizione ultimata mettete la pizza nel forno ben caldoper circa 20 minuti; quando la pasta ha raggiunto un colore doratotoglietela dal forno senza scottarvi e… BUON APPETITO!!!