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La nuova politica diLa nuova politica diRedHatRedHat

•La linea di prodotti RedHat Enterprise Linux•L’accordo HEP Europe – RedHat•Che fare ?

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Dismissione di RedHat Dismissione di RedHat LinuxLinux

Nell’estate 2004 RedHat ha annunciato la dismissione della linea ”RedHat Linux”. In particolare gli aggiornamenti di RH 7.x e 8.0 sono stati garantiti fino alla fine del 2004, mentre l’ultima versione, RH 9.0, sarà aggiornata fino ad Aprile 2004.Inutile dire che la mancanza di aggiornamenti rende una distribuzione piuttosto inutile. La comunità open-source rilascia usualmente gli aggiornamenti dei pacchetti per l’ultima versione del kernel. La propagazione all’indietro delle correzioni a releases precedenti viene curata dai compilatori delle distribuzioni.

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RedHat Enterprise RedHat Enterprise LinuxLinux

RedHat esce quindi dal mercato delle distribuzioni gratuite di Linux per dedicarsi al mercato professionale.In realtà partecipa, come sponsor, al progetto FEDORA che è una distribuzione free, a supporto limitato, dove verranno sperimentate le nuove tecnologie prima dell’ introduzione nel mercato professionale.La linea Red Hat Enterprise è giunta alla versione 3 e propone tre prodotti:

•RedHat Enterprise Linux WS•RedHat Enterprise Linux ES•RedHat Enterprise Linux AS

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I prezzi ufficiali annui I prezzi ufficiali annui

BasicStandar

dPremiu

mRedHat Enterprise Linux WS

x86 $ 179 $ 299

Itanium, AMD64 $ 792

RedHat Enterprise Linux ES

x86 $ 349 $ 799

RedHat Enterprise Linux AS

x86 $ 1499 $ 2499

Itanium, AMD64 $ 1992 $ 2988

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L’accordo CERN-RedHatL’accordo CERN-RedHatDurante la conferenza HEPiX 2003 si è presa la decisione di condurre una trattativa con RedHat comune a tutto il mondo HEP.

Di fatto sono state condotte due trattative di interesse HEP: una dal DoE che interessa i laboratori americani ed una dal CERN (in particolare da Alan Silverman) che interessa i laboratori europei.

La trattativa americana è chiusa, quella europea è in corso ma la sostanza è la stessa.

C’è poi un’offerta accademica che può valere anche per laboratori di ricerca che lavorano con le università.

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I prezzi scontatiI prezzi scontatiL’offerta per l’Europa è di 28 € a licenza WS.L’offerta accademica è di 25 $ a licenza WS oppure una site licence da 2500 € più 7 € per FTE.Non sono riuscito a sapere/capire:

•Quanto costano ES ed AS nello schema HEP. Il costo accademico è 50 $ per AS.

•Se l’INFN può sottoscrivere una site-licence accademica collettiva per 2000/3000 FTE.

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Ma quanto ci costa?Ma quanto ci costa?Viste le incertezze quella che segue è più fantascienza che una reale stima.Comunque, assumendo che si possa fare una licenza collettiva INFN avremmo:

Base Site Licence 2500 €2500 FTE 17500 €300 Servers 15000 €Totale 35000 €

La cifra non è enorme. Tanto per fare un raffronto, l’INFN paga a Microsoft per gli aggiornamenti dei sistemi operativi e Office circa 100 K€ all’anno per 3700 FTE. Va detto che questo è lo scenario in assoluto più ottimistico.

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Che fare?Che fare?Servers (I)Servers (I)

Qui temo che la risposta sia “pagare”.

Da un punto di vista strettamente teorico oggi pomeriggio potremmo ancora installare un server con un software gratuito, ma è difficile non pensare che, nel prossimo futuro, i server di fascia alta saranno adeguatamente supportati solo da distribuzioni a pagamento.

RHEL ES o AS sono i primi candidati ma non gli unici: la recente acquisizione di SUSE da parte di NOVELL fa pensare che IBM possa, in futuro, adottare ufficialmente un prodotto SUSE per i propri servers.

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Che fare?Che fare?Servers (II)Servers (II)

In realtà, più del prezzo che, almeno per ora non dovrebbe essere spaventoso, mi pare preoccupante la prospettiva di fare un passo indietro nel tempo.

Dal nostro punto di vista, uno dei punti forti di Linux è stata la possibilità di evitare legami stretti con un particolare produttore di hardware e di poter scegliere, per ogni applicazione, la tipologia di macchina con il miglior rapporto prezzo-prestazioni.

La specializzazione del sistema operativo dei servers rischia di creare nuovi legami tra hardware e software di cui faremmo volentieri a meno.

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Che fare?Che fare?WS e working nodes (I)WS e working nodes (I)

Qui la situazione è molto più variegata.Da un punto di vista tecnico non c’è al momento una forte ragione per preferire un prodotto con supporto a lungo termine rispetto a un prodotto gratuito “head of the line” (ad esempio FEDORA).I working nodes delle farm hanno meno problemi di sicurezza dei servers (possono vivere in reti protette); inoltre spesso (on-line, event filter, grid) devono essere configurate in modo molto particolare (kernel modificato, compilatori bloccati,…) e questo le mette comunque al di fuori della logica degli aggiornamenti regolari.Per le workstations poi aggiornare meno di una volta all’anno significa perdere moltissime funzionalità.

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Che fare?Che fare?WS e working nodes (II)WS e working nodes (II)

Però i servers si possono trascinare dietro anche le workstations…Ad esempio RH mette nei suoi servers una versione migliorata di NFS che tuttavia deve essere presente sia lato server che lato client.C’è poi l’incognita del software. L’esperienza di MacOs X (che è una sorta di Linux) mostra che i grandi produttori di software di utilità generale (Microsoft, Adobe,…) non hanno grossi problemi a migrare le loro applicazioni su sistemi Unix-like. Ovviamente chi si accaparra per primo Office o Photoshop riuscirà a guadagnare una buona fetta di mercato consumer.