Cs grig 18 gen '15 alberi di via mazzini

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COMUNICATO STAMPA GRUPPO DI INTERVENTO GIURIDICO 18 GEN. ‘15 Abano, la storia infinita Abano è La storia infinita, ma senza Mordiroccia né Fortunadrago. E’ una storia che non ha nulla di fiabesco e di sognante, ma che mostra solo tanta tristezza e desolazione. Nell'ultimo articolo uscito in tema di potature e abbattimenti di alberature ad Abano Terme, l'ormai noto Viale Mazzini, vincolato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, viene infine "messo in sicurezza" attraverso l'abbattimento degli esemplari dichiarati precari sia dalle perizie commissionate dal Comune sia da quelle elaborate dai professionisti delle Associazioni che hanno difeso strenuamente il viale che ha visto l'Associazione Salviamo gli Alberi di Abano come capofila da ormai quasi un quinquennio. Tutto sembrava finalmente cessare quando un ennesimo intervento dell'Amministrazione comunale torna a picchiare. Lo scorso 15 gennaio il cronista Franchin, sempre in prima fila sulla questione, da spazio e voce ai tecnici dell'ufficio preposto alle opere di mantenimento del verde, Domenico Grassetto, e al Consigliere Massimo Barcaro con delega al verde che allarmano la cittadinanza, sostenendo di aver riscontrato nelle piante soggette a potatura in via Mazzini rami cavi e danneggiati nel legno a dir loro estremamente pericolosi. “Rischiano di crollare” rumoreggia Barcaro “dobbiamo aspettare le tragedie per agire?” Facciamo chiarezza per evitare che si faccia un assurdo allarmismo nei confronti della popolazione strumentalizzando e operando generalizzazioni, a partire un caso specifico, per sostenere ancora tesi, smontate dall'evidenza dei fatti, e perseverando capziosamente. Quanti rami sono stati riscontrati in tale stato? Erano veramente rami appartenenti alle piante da tenere in piedi? Sono forse in grado di dimostrare queste correlazioni? Questi rami in questione non dovevano nel tempo già essere rimossi o curati prima che raggiungessero quello stato? Quante sono le piante coinvolte? Come si sta operando nelle attività di potatura? Ci risulta da più sopralluoghi che i rami lasciati a terra dopo la potatura siano perfettamente sani (forse quelli malati li hanno portati via debitamente?), che le potature siano state fatte in modo drastico, con tagli orizzontali del ramo che permettono più facilmente lo stazionamento di acqua e conseguenti marciumi, e in molti casi a capitozza, metodo ormai vietato in tutti i piani e regolamenti del verde italiani. Alcune piante di cui è rimasta la bella ceppaia presentano legno perfettamente sano, come l’esemplare tagliato di fronte al numero civico 30 della stessa via. I tempi sono maturi affinché si realizzi da parte dell'Amministrazione comunale un’opportuna pianificazione del territorio partecipata e condivisa con chi lo abita, mediante un tavolo tecnico, aperto e partecipato dai cittadini e dalle Associazioni che hanno a cuore il futuro del territorio e la programmazione di eventuali interventi sul patrimonio arboreo.

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Lo scorso 15 gennaio il cronista Franchin, sempre in prima fila sulla questione, da spazio e voce ai tecnici dell'ufficio preposto alle opere di mantenimento del verde, Domenico Grassetto, e al Consigliere Massimo Barcaro con delega al verde che allarmano la cittadinanza, sostenendo di aver riscontrato nelle piante soggette a potatura in via Mazzini rami cavi e danneggiati nel legno a dir loro estremamente pericolosi.

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COMUNICATO STAMPA GRUPPO DI INTERVENTO GIURIDICO 18 GEN. ‘15

Abano, la storia infinita

Abano è La storia infinita, ma senza Mordiroccia né Fortunadrago.

E’ una storia che non ha nulla di fiabesco e di sognante, ma che mostra solo tanta tristezza e desolazione.

Nell'ultimo articolo uscito in tema di potature e abbattimenti di alberature ad Abano Terme, l'ormai noto

Viale Mazzini, vincolato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, viene infine "messo

in sicurezza" attraverso l'abbattimento degli esemplari dichiarati precari sia dalle perizie commissionate dal

Comune sia da quelle elaborate dai professionisti delle Associazioni che hanno difeso strenuamente il viale

che ha visto l'Associazione Salviamo gli Alberi di Abano come capofila da ormai quasi un quinquennio.

Tutto sembrava finalmente cessare quando un ennesimo intervento dell'Amministrazione comunale torna a

picchiare. Lo scorso 15 gennaio il cronista Franchin, sempre in prima fila sulla questione, da spazio e voce ai

tecnici dell'ufficio preposto alle opere di mantenimento del verde, Domenico Grassetto, e al Consigliere

Massimo Barcaro con delega al verde che allarmano la cittadinanza, sostenendo di aver riscontrato nelle

piante soggette a potatura in via Mazzini rami cavi e danneggiati nel legno a dir loro estremamente

pericolosi.

“Rischiano di crollare” – rumoreggia Barcaro – “dobbiamo aspettare le tragedie per agire?”

Facciamo chiarezza per evitare che si faccia un assurdo allarmismo nei confronti della popolazione

strumentalizzando e operando generalizzazioni, a partire un caso specifico, per sostenere ancora tesi,

smontate dall'evidenza dei fatti, e perseverando capziosamente.

Quanti rami sono stati riscontrati in tale stato? Erano veramente rami appartenenti alle piante da tenere in

piedi? Sono forse in grado di dimostrare queste correlazioni? Questi rami in questione non dovevano nel

tempo già essere rimossi o curati prima che raggiungessero quello stato? Quante sono le piante coinvolte?

Come si sta operando nelle attività di potatura?

Ci risulta da più sopralluoghi che i rami lasciati a terra dopo la potatura siano perfettamente sani

(forse quelli malati li hanno portati via debitamente?), che le potature siano state fatte in modo drastico,

con tagli orizzontali del ramo che permettono più facilmente lo stazionamento di acqua e conseguenti

marciumi, e in molti casi a capitozza, metodo ormai vietato in tutti i piani e regolamenti del verde

italiani.

Alcune piante di cui è rimasta la bella ceppaia presentano legno perfettamente sano, come l’esemplare

tagliato di fronte al numero civico 30 della stessa via.

I tempi sono maturi affinché si realizzi da parte dell'Amministrazione comunale un’opportuna pianificazione

del territorio partecipata e condivisa con chi lo abita, mediante un tavolo tecnico, aperto e partecipato dai

cittadini e dalle Associazioni che hanno a cuore il futuro del territorio e la programmazione di eventuali

interventi sul patrimonio arboreo.

Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere, e certo peggiore della cecità fisica è quella intellettuale, di

chi anche di fronte all'evidenza si ostina nei propri preconcetti, di chi chiude gli occhi e si ostina a

sostenere che il sole non c'è.

Solo un cronista scadente non noterebbe anche gli alberi qui sotto. Ma per fortuna ad Abano siamo

tranquilli...

Gruppo di Intervento Giuridico – Veneto