Croce Verde Notizie

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Cenni storici sulle Pubbliche Assistenze (II parte) Gente di Croce Verde La nuova frontiera degli acquisti Anno XXVI - Numero 2/2011 Trimestrale d’informazione della Croce Verde Torino e Sezioni Tassa riscossa Torino - Ferrovia Spedizione in A.P. art. 2 comma 20/c legge 662/96 filiale di Torino Autorizzazione Tribunale di Torino n. 3604 del 30/12/85 Direzione Redazione: Via Dorè, 4 - 10121 Torino Tel. 011.5621606 - Fax 011.5621806 www.croceverde.org - [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA Avviso per i signori portalettere: in caso di mancato recapito inviare al CMP Torino Nord per la restituzione al mittente presso pagamento resi I Gruppi di acquisto solidale La nuova frontiera degli acquisti La nuova frontiera degli acquisti I Gruppi di acquisto solidale

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n°2 - 2011

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Cenni storici sulle Pubbliche Assistenze (II parte)

Gente di Croce Verde

La nuova frontiera degli acquisti

Anno XXVI - Numero 2/2011Trimestrale

d’informazione della Croce Verde

Torino e Sezioni

Tassa riscossaTorino - Ferrovia

Spedizione in A.P. art. 2 comma 20/clegge 662/96 filiale di Torino

Autorizzazione Tribunale di Torino n. 3604del 30/12/85

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I Gruppi di acquisto solidale

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I Gruppi di acquisto solidale

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Periodico d'informazione dellaCroce Verde Torino

Direzione editoriale e redazioneVia Dorè 4 – 10121 TorinoTel. 011.562.16.06Fax 011.562.18.06www.croceverde.orgemail: [email protected]

Direttore responsabile:Patrizio Abrate

Vice direttore:Roberto Tofful

In redazione:Giulio AiraghiLuca BalleroGianna BrustiaPaolo GalvanLuisella MomoManuela Segre

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AVVISO AI LETTORIIl Suo indirizzo fa parte dell’archivio elettronico della nostra rivista. Nelrispetto della legge per la tutela dei datipersonali (privacy) comunichiamo chetale archivio è gestito dalla Croce VerdeTorino. I suoi dati non saranno oggettodi comunicazione o diffusione a terzi.Lei potrà richiedere in qualsiasi momentola cancellazione dei suoi dati scrivendoalla redazione del giornale.

Associato all’USPIUnione Stampa PeriodicaItaliana

Cenni storici sulle Pubbliche Assistenze (II parte)

Gente di Croce Verde

La nuova frontiera degli acquisti

Anno XXVI - Numero 2/2011Trimestrale

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I Gruppi di acquisto solidale

La nuova frontiera degli acquistiLa nuova frontiera degli acquisti

I Gruppi di acquisto solidale

Sommario

I Gruppi di acquisto solidaleLa nuova frontiera degli acquisti ..................................................Pag.4

Cenni storici sulle Pubbliche Assistenze (II parte)Il periodo più difficile e la rinascita ..............................................Pag.8

News dall’Ente ........................................................Pag.11

Gente di Croce Verde ..........................................Pag.14

Tazebao .......................................................................Pag.15

Il mio donoLa nuova rete della solidarietà

Sostieni la Croce Verde Torino

PERCHE’ DONAREUn numero considerevole di persone che devono effettuare tera-pie, trasporti interospedalieri, essere dimesse da ospedali, fre-quentare centri diurni di riabilitazione oppure persone disabili,spesso necessitano di essere accompagnate negli spostamenti inquanto non autosufficienti o di particolari accorgimenti durante lafase del trasporto.I dati in nostro possesso evidenziano una costante crescita di ri-chieste di servizi da parte della cittadinanza.Non è di poca rilevanza il numero dei servizi che risultano inevasiper mancanza di Mezzi e Volontari.Croce Verde Torino si propone, con il Vostro aiuto, di dare ade-guata risposta alle richieste di assistenza e trasporto nel territoriodella provincia di Torino.

COME DONAREAttraverso l’iniziativa il Mio dono puoi effettuare una donazionetramite internet, con addebito in conto corrente o su carta di cre-dito, sul sito croceverde.org o presso una delle Agenzie contrad-distinte UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma e Banco diSicilia. Per tutte le operazioni non saranno addebitate lecommissioni.

L'Organizzazione riceverà l'intero importo selezionato.

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OSATE! In occasione del recente incontro preferiale con Voi (gli “Stati Generali” della nostra As-sociazione), ho concluso il mio breve intervento, invitando, Voi giovani, a “osare”.Molto anziano quale sono (sto per compiere 88 anni), posso oggi offrirvi solo l’espe-rienza maturata nella lunga vita che ho trascorso, riponendo – anche per quel tempoprossimo che neppure vivrò – tutte le mie speranze nelle mani di Voi Giovani.Gli avvenimenti degli ultimi mesi, verificatisi in quasi tutti gli Stati che si affacciano sulMediterraneo, ci hanno rivelato, attraverso l’incontestabile documentazione televisiva,la partecipazione maggioritaria in essi di giovani uomini, di giovani donne.Quale segno migliore per il futuro Vostro, per il futuro del mondo stesso?La clamorosa, condivisibile e condivisa, protesta giovanile indica, in modo univoco, laesistenza comune, in tutti quei Paesi (ed è ragionevole pensare che altrettanto accadada noi e negli altri Paesi del mondo), di un sentito generale sentimento di volontà, inVoi Giovani, nel voler dare alla Vostra vita, al Vostro futuro, finalità diverse dall’attualeegoistico generalizzato “far cassa”: il denaro è, infatti, diventato, in questi tempi, pa-rametro unico di tutti i valori, inducendo a disconoscere, al di fuori della ricchezza fi-nanziaria, tutto ciò che è bello; tutto ciò che è buono; tutto ciò che è sacro; tanto dafinire nell’attribuire rilevanza esclusivamente a ciò che è, da subito, utile e immediata-mente godibile (cfr. in proposito: UMBERTO GALIMBERTI, in Professore ma che me nefaccio di Dante?).Sono i giovani, siete Voi giovani che avete il diritto-dovere di ribellarvi al male che, inbuona o cattiva fede, noi vecchi abbiamo causato, distraendo il Vostro pensiero, le Vo-stre aspirazioni, il Vostro diritto alla vita e privandoVi delle emozioni della conoscenza,della varianza dei sentimenti, del vanto per meritati successi.Per questo, e forse anche per il rimorso di non adempiuti doveri verso di Voi, Vi ho ri-volto, e Vi rivolgo, l’invito a non attendere da noi, che Vi abbiamo nel tempo preceduto,aiuti o sostegni che non siamo stati, fin qui, in grado di porgerVi, ma d’essere Voi aprendere iniziative senza cercare effimeri conforti in droghe o alcol, confrontandoVi in-vece con le inevitabili difficoltà della vita che Voi sarete in grado di superare se “oserete” affrontare il Vostro futuro con convinzione, con forza, con serenità.“Osare” significa, letteralmente, avere coraggio, avere ardire e chi, se non Voi giovani,ha risorse, fisiche e morali, per superare le prove più difficili cui la vita stessa sottopone?Affrontare e conoscere il dolore, la noia, la disperazione è “osare”, ma “osare” è pos-sibile per Voi giovani che avete immense e inesplorate riserve d’energie, di speranze,di gioie da provare e godere. E tutto ciò avrete se avrete appunto l’ardire di affrontarecon serenità e coraggio le vicende umane, consapevoli che, solo così “osando”, potreteavere certezza del Vostro domani.“Osare” è anche opporsi con fermezza agli abusi, da qualunque parte provengano, fa-cendo intendere a chi li pratica la intollerabilità degli stessi, tanto più se l’abuso coin-volge le parti pubbliche, presso le quali le Vostre istanze, le Vostre critiche, i Vostririlievi esigono risposte esaurienti e immediate perché è contro di Voi, cittadini del futuro,che gli abusi possono spiegare, e spiegheranno, i loro effetti deteriori.Indignati, “osate” opporvi con fermezza, pretendendo di essere sentiti e coinvolti nelledecisioni essenziali per la Vostra stessa futura esistenza. E’ un Vostro diritto ed è unVostro dovere.Osate, osate, osate!

Avv. Paolo Emilio Ferreri

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I Gruppi di acquisto solidaleLa nuova frontiera degli acquisti di Luca BALLERO

Da circa trent’anni la società occidentale hainiziato a porsi delle domande in merito alproprio modello di sviluppo, immaginando sesia sostenibile in un periodo medio-lungo. Glianni ottanta sono stati caratterizzati daun’onda d’ottimismo e dall’esplosione del be-nessere per tutto l’occidente che sembravapoter garantire l’accesso, da parte dellemasse, ai più svariati prodotti che l’industriaera in quel momento in grado di fornire in ab-bondanza. Nel decennio successivo, compliceil collasso del blocco sovietico e il crescentesviluppo dei sistemi informativi di massa, si èverificata una profonda rivisitazione del mo-dello capitalistico-consumistico, che ha cono-sciuto – se possibile - un’ulteriore accelerata,spingendo gli studiosi a parlare addirittura di“turbocapitalismo”. Questo fenomeno, decisa-mente collegato alla globalizzazione dei mer-cati, ha determinato un ulteriore allargarsidella forbice ricchezza/povertà in diverse areedel pianeta. A tal proposito è utile sfogliare il libro di PaulHawken, “Moltitudine inarrestabile”, in cuisi tratteggiano alcune “risposte” che “la Terrasta generando per affrontare le mille crisi lo-cali”. Hawken sostiene che il movimento del-l’economia solidale sia una di queste risposte:un’opposizione festosa, collettiva e non vio-lenta alla globalizzazione e al consumo sfrenatoche stava producendo danni incalcolabili nelpianeta. Secondo questa visione il consumo ele regole del marketing non sono più accettateda un numero sempre più crescente di per-sone. Molti individui stanno maturando la con-vinzione che le multinazionali pur proponendouna vasta gamma di prodotti, in realtà attra-

verso strate-gie dima rke t i ngmolto ag-g r e s s i v e ,stanno impo-nendo aiconsumatorii gusti, inparticolaresu comed o b b i a m ovestirci, sucosa dob-

biamo mangiare, su come e quanto dobbiamolavorare e guadagnare.Nel libro “Il capitale delle relazioni” a curadel Tavolo per la Rete italiana di economia so-lidale, troviamo il racconto di persone che, re-cuperando la propria autocoscienza, hannodeciso di divenire “protagoniste” della lorovita spegnendo gli schermi e uscendo dacasa. Riflettendo hanno deciso di essere attiviin prima persona della loro vita cambiando laloro concezione di benessere e scoprendoche è possibile realizzare un altro sistema

economico non basato sul mero profitto,ma sulla condivisione e sulla gratuità. Ilmodello si fonda sulla relazione con gli altri,sul dialogo tra le persone che “non ha comefine il consenso, ma un reciproco progresso,un avanzare insieme” (“L’altro siamo noi”Enzo Bianchi).In questa prospettiva non esistono più pro-duttori, consumatori, intermediari ma per-sone con un volto che vogliono essere essestesse protagoniste e sottoporsi alla leggedella convivialità anziché a quella della do-manda e dell’offerta.Da questi presupposti prendono le mosse iGruppo di Acquisto Solidale (GAS). Per-sone che incontrandosi hanno deciso di riflet-tere gestendo in maniera critica i propriacquisti, agendo affinché la loro spesa ri-

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sponda a criteri di giustizia non solo in sensoeconomico, ma anche in modo da tenereconto di molteplici fattori come le relazioniumane, la crescita locale, i posti di lavoro..ecc... Un GAS provvede agli acquisti di benie servizi per un gruppo più o meno allargatocon la finalità di avvicinarsi alle esigenze realidell’uomo e dell’ambiente, mettendo in co-mune tempo e risorse, coordinando le per-sone in modo da renderle più consapevolidelle loro scelte nell’ambito dei consumi.Nascono negli anni ‘90 ed è a Fidenza cheinizia nel 1994 la storia degli attuali GAS. Nel1996 è pubblicata la “Guida al Consumo Cri-tico” dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo enel 1997 nasce la rete di gruppi d’acquisto. Èun collegamento, una rete di Gruppi d’Acqui-sto che ha come scopo la salvaguardia e l’au-tonomia degli stessi, ma che cerca di dare un

maggiore impatto sull’opinione pubblica. In-fatti, la rete si prefigge di favorire la diffusionedel consumo critico, di facilitare lo scambio diesperienze e di informazioni tra i GAS, di fa-vorire l’elaborazione di migliori e sempre piùprecisi criteri di scelta dei prodotti, nonché dipromuovere la loro diffusione e sviluppo. Unodegli strumenti utilizzati dai membri dei GASper far circolare le informazioni è il bollettino“BOGAR” (Bollettino Gruppi d’Acquisto Regio-nali) che esce ogni tre mesi ed è organizzatoin tre parti principali: notizie dai gruppi; criteriguida per la scelta dei prodotti e dei produt-tori; produttori, richieste e segnalazioni diproduttori.Nel 2007 la diffusione e la consapevolezza del-l’espandersi dell’iniziativa fanno sì che la Com-

missione di Bilancio del Senato approvi unemendamento alla legge finanziaria relativo agliaspetti fiscali, secondo cui l’attività di acquisto edistribuzione svolta dagli aderenti ai GAS costi-tuisce attività “non commerciale”. L’emenda-mento è il risultato di un lungo percorso didemocrazia partecipativa iniziata all’interno deimovimenti GAS nel dicembre del 2006.I GAS, quindi, diventano formalmente “sog-getti associativi senza scopo di lucro costituitial fine di svolgere attività di acquisto collettivodi beni e distribuzione dei medesimi con fina-lità etiche, di solidarietà sociale e sostenibilitàambientale” (Legge Finanziaria 2008, art. 1,comma 268).Far parte di un GAS non vuol dire unica-mente risparmiare perché l’acquisto avvienein grandi quantitativi, ma vuol dire porsi delledomande e interrogarsi su chi ci sia dietroogni prodotto. È stato correttamente retribuito il lavoro di chiha raccolto e confezionato il bene?Il prodotto rispetta l’ambiente?È un prodotto di qualità?Ho contribuito a creare posti di lavoro nel si-stema economico locale nel rispetto della le-galità?Alcuni di questi interrogativi, così come tantealtre domande mettono in discussione il con-cetto stesso di consumo ed i modelli che losorreggono, lasciando spazio ad una conce-zione più “umana” di economia.Per entrare a far parte o costituire un GASnon è necessario essere un ribelle o un sov-versivo del sistema economico attuale, ma bi-sogna partire dalla presa di coscienza divolere cambiare dal piccolo il proprio modo divolere fare la spesa così da potere contribuiread un benessere della propria comunità localeche non si misura solo in termini economici. IGAS sono una piccola risposta che si stamuovendo verso la necessità di invertire larotta in una realtà in cui c’è stato fatto cre-dere che l’unico modo per essere felice è con-sumare sempre di più fino all’esaurimento ditutte le risorse disponibili.Nel documento di base dei GAS che possiamo trovare al sito sono indicate lemotivazioni e le linee guida suddivise in quattro filoni:Sviluppare e mettere in pratica il con-

sumo critico. Si vuole indicare che è ne-cessario un atteggiamento critico deiconsumatori affinché possano valutareessi stessi i prodotti senza passare attra-verso criteri imposti dal mercato. In par-ticolare i GAS s’impongono di acquistare

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prodotti etici e biologici che mettano alprimo posto il rispetto dell’uomo, dell’am-biente, della salute, la solidarietà verso ipiccoli produttori che sarebbero schiac-ciati dai grandi, la sostenibilità, il gusto eil riavvicinamento ai ritmi naturali, consu-mando i cibi secondo la loro stagione.Inoltre l’importanza dell’informarsi e delformarsi all’interno del gruppo facendo di-ventare gli incontri veri e propri momentidi formazione critica.

Sviluppare e creare solidarietà e consa-pevolezza. È una solidarietà di ampio re-spiro che inizia dai membri del gruppo,passa dai produttori e giunge fino a lam-bire popolazioni dei paesi poveri che acausa degli sprechi e degli squilibri nelladistribuzione delle ricchezze subisconoprofonde ingiustizie. Si presta poi partico-lare attenzione all’opera intensa dei piccoliproduttori, in opposizione alle produzionidi massa dove i costi sono compressi acausa della maggiore disponibilità di capi-tale. Di riflesso, si cerca di incentivarel’occupazione sul territorio per i piccoliproduttori che non hanno a disposizionemolte risorse finanziarie.

Socializzare. Il condividere con gli altri leproprie decisioni, le proprie idee e posi-zioni con l’obiettivo di creare una rete diamicizia e di solidarietà nel gruppo. Loscambio di idee, il contribuire alla realiz-zazione del progetto e il tempo possonoarrivare a creare uno stile di vita condi-viso basato sulla ricerca dell’essenzialitàquotidiana. Inoltre si realizza un contattodiretto tra il produttore e il consumatorepermettendo a quest’ultimo di conosceremeglio il comportamento del produttoregiungendo ad instaurare un vero e propriorapporto di fiducia.

L’unione fa la forza. L’assenza di interme-diatori permette di scegliersi il produttoreche rispecchia meglio il gruppo e di favo-rire le piccole realtà locali che non riusci-

rebbero a sopravvivere nella grande di-stribuzione. Il GAS acquista dei prodottietici e biologici e di alta qualità ad unprezzo competitivo, permettendo a tuttil’utilizzo di questo genere di prodotti enon solamente ad un pubblico elitario. Inquesta maniera si sviluppano le culturetradizionali della propria zona sempre a ri-schio di scomparire.

Ma come funzione un GAS?Non esiste un funzionamento particolare o unmodello cui aderire. Ogni GAS si gestisce dasolo: i partecipanti definiscono la lista di pro-dotti che intendono acquistare collettiva-mente, dopo, secondo questa lista, le diversefamiglie compilano un ordine che sarà tra-smesso ai vari produttori. La merce giungedal produttore in giorni stabiliti e concordaticon lui e a quel punto è suddivisa tra le fami-glie che pagheranno la loro parte.Questa rivoluzione delle reti tra le persone,dai GAS ai distretti di economia solidale, haposto al sistema economico delle sfide ancoragrandi che comunque obbligano e costringonosempre di più le grandi multinazionali a fare iconti con la richiesta di prodotti biologici diun’inversione di rotta, di trasparenza e soli-darietà. I GAS, le botteghe equo solidali, leassociazioni o i gruppi informali stanno sem-pre di più giocando un ruolo di prim’ordine in-taccando il sistema attuale. In un momentodi disinteresse politico e di difficoltà econo-mica queste “reti” sono un vero e proprioesempio di coinvolgimento e di democraziapartecipativa. È difficile farsi delle aspettativeo immaginarsi l’evolversi di questo pensiero,sicuramente sono in molti a pensare che il“capitale” che darà buoni frutti, e su cui vera-mente vale la pena investire ora, è quellodelle relazioni!

Per saperne di più visitate

www.altraeconomia.it www.cnms.itwww.retegas.org

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In questa intervista, di Luca Ballero, Francesca Fimiani ci racconta il perché delle sue scelte e comefare per avvicinarci alla realtà dei GAS.Perché hai voluto far parte di un GAS? La motivazione personale che mi ha spinto a parteci-pare ad un GAS è la ricerca di un metodo d’acquistoche rispondesse alle mie esigenze etiche. Sono pochianni che i consumatori sono stati allenati a controllarela provenienza di un prodotto, fare attenzione al rici-clo, al riuso, ecc. Il GAS ti permette, dovrebbe per-metterti, di comprare cose eticamente giuste senzaspendere un patrimonio. Il fenomeno dei GAS potrà prenderà piede o èdestinato a rimanere una nicchia riservata apoche persone?Fare la spesa con il Gas costa un po’ di più del super-mercato e un po’ di meno dei negozi specializzati nelbiologico.Detto tra di noi, in questo momentoprobabilmente un quarto delle fami-glie non si possono permettere ilGAS. Il GAS fa attenzione al rispar-mio, ma non ha nel risparmio il suopunto numero uno. Il punto numerouno, piuttosto, è l’attenzione al pro-duttore, che il prodotto sia biologico,che non si sfrutti il lavoro, che sia aKm 0, ecc. Quanti GAS sono presenti a Torino? Sono circa settanta. Come nascono?I GAS nascono come libere associa-zione di persone che comprando in-sieme ne hanno un beneficio. Ne haun beneficio l’ambiente e ne hannoun beneficio loro. Più piccoli sono emeglio funzionano. I GAS molto grandi hanno un pro-blema di gestione diventando quasi un supermercato. Qual’è la mentalità dei GAS?Far parte di un GAS è un modo di tornare indietro,come facevano i nonni. C’è bisogno dell’olio? Com-priamo l’olio dal contadino, in 5 famiglie tutti quantiinsieme, buono e in quantità tale che riusciamo adavere uno sconto sensibile. Questa è la mentalità allaquale si aggiunge la tecnologia di oggi: internet. Ciscambiamo dei file e, invece di andare in un posto aprendere l’olio, questo ci viene portato.I GAS sono per tutti?Io non penso che i GAS siano la risposta per tuttisemplicemente perché richiedono un grado molto altodi entusiasmo e partecipazione. Bisogna aver vogliadi fare, quando non hai voglia ti accasci sulle como-dità e devi sapere che le paghi non solo in terminieconomici. Quindi è una questione di abitudini?Per me è stato importante trovare una comunità dipersone che volevano smettere di comprare il pollocon degli ormoni dentro, oppure volevano comprarele cose del posto, con meno Km possibili anziché com-prare pere della Nuova Zelanda. Qual’è uno degli aspetti che ti piace di più di unGAS?Il bello di un GAS è che comprende persone con estra-

zioni sociali diverse. C’è la signora più anziana che saindividuarti la verdura e ti insegna a conservarla almeglio, ci sono dei laureati in chimica che ci control-lano tutte le etichette. Io non riuscirei a fare la stessacosa da sola. C’è una riduzione dei consumi partecipando adun GAS?Un GAS ti insegna a ridurre i consumi, ti insegna ilriutilizzo delle cose, ti insegna a mangiare tanta ver-dura perché una buona parte dei GAS fanno molta at-tenzione al consumo di carne.Quali altre differenze ci sono in un GAS?I GAS e i mercati abbattono la catena di distribuzioneche è un costo molto alto, quella che prende moltisoldi in tutto il comparto. Per me non è giusto che lapersona che fa da tramite tra il contadino e il super-mercato guadagni il 50%. Tagliare quel costo li vuoldire pagare di più il produttore, un produttore sele-

zionato, che so come lavora. Quale valore danno i GAS ai pro-dotti locali?I prodotti locali stanno scompa-rendo anche se Slow Food lavoramolto bene su questo aspetto. IlGAS riporta alla terra e agli ingre-dienti semplici.Quale consiglio daresti ad unapersona per avvicinarsi ad unGAS?La prima cosa è conoscere qual-cuno che di un GAS faccia parte.Ogni GAS è diverso. Il nostro GASfa acquisti settimanali di cose fre-sche, ma non di formaggi o dicarne. Ci vediamo due o tre voltel’anno. La seconda è informarsibene sul web. È fondamentale po-

tere usare il web. Il GAS si rivolge principalmente perquesto a chi è sotto i 50 anni. Il principale portaleitaliano è www.retegas.org.Le terza cosa è non avere paura. Fondare un GAS coni propri amici o nel proprio palazzo è molto semplice. L’auto-produzione è una soluzione?Non puoi pensare che l’auto-produzione sia una solu-zione in città, perché non è possibile. Ma riportare ilcommercio a come era prima, uno produce e unocompra, secondo me è sano, riporta le cose alla sem-plicità di un tempo. Cosa diresti alle associazioni di volontariatopresenti su un territorio?Direi che hanno un grosso potenziale e un grande po-tere contrattuale. Noi non siamo abituati, per cultura,a contrattare quasi mai. Se uno si impegna di pren-dere grandi quantità diverse volte può permettersi dicambiare il prezzo. Potrebbe essere un servizio como-dissimo per gli associati.

Quanto sopra pubblicato è un estratto delle domandee delle risposte dell’intervista originale. Chi fosse in-teressato al testo integrale ,che consigliamo viva-mente di leggere, potrà trovarlo su sitowww.croceverde.org insieme alla copia di CV Notizie.

La testimonianza di un’aderente ad un GAS

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Cenni storici sulle pubbliche assistenze (dal 1912 al 1961)Il periodo più difficile e la rinascita di Gianna BRUSTIA

Nel 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia, le as-sociazioni presenti sul territorio nazionale diederoun’ulteriore conferma della loro importanza. In-fatti, lo scoppio della guerra e l’appello alla coe-sione nazionale (il sentito patriottismo e il sensod’appartenenza si rese comprensibile “con unsegno esteriore di riconoscimento della Federa-zione: un bracciale formato dai tre colori nazionali,aventi in mezzo una croce verde con al centro unastella d’oro e intorno alla croce la dicitura Federa-zione Nazionale della Pubblica Assistenza”) sorti-rono la sottoscrizione di una vera e propriaconvenzione stipulata tra Croce Rossa e la Fede-razione, nella quale le fu formalmente legittimatoun ruolo di coordinamento e di rappresentanzadelle associazioni nazionali del settore. La conven-zione stabiliva che, per tutta la durata dellaguerra, la Federazione avrebbe agito sotto il con-trollo della Croce Rossa e, a fronte di esplicita ri-chiesta delle autorità militari, nell’allestimento ditutti i servizi a supporto dei feriti e dei malati del-l’esercito italiano. Ad esempio, a Milano, le infer-miere volontarie della Croce Bianca furonoimpegnate in molti ospedali cittadini; le Misericor-die svolsero, nelle loro singole località, un’intensaattività di assistenza e di soccorso particolarmentededita alle necessità di aiuto verso le popolazioniinterne e verso i profughi. In Piemonte e nel restodell’Italia le Pubbliche Assistenze, pur sacrificatedalle necessità belliche e decimate dall’assenza deivolontari chiamati al fronte, si prodigarono perportare conforto e aiuto alle popolazioni. La CroceVerde Torino allestì un ospedale e organizzò unasquadra per effettuare servizi di disinfestazionenelle zone di guerra.Nel 1918 il Presidente della Federazione rivolse unaccorato appello ai governanti affinché prendes-sero atto delle enormi difficoltà economiche e ma-

teriali (necessità di acquistare i mezzi, gli stru-menti sanitari e i medicinali) delle associate e pro-pose una Lotteria Nazionale il cui ricavato fossedevoluto a beneficio delle varie società. Nel 1919 fu concesso alla Federazione di organiz-zare una lotteria nazionale: il risultato fu superiorealle attese. Purtroppo, le ben 583 mila lire, entratenelle casse della Federazione e gestite dal Presi-dente Paletti in maniera non sempre oculata, va-nificarono i progetti iniziali.

Delle Pubbliche Assistenze durante il regime fasci-sta, poco ci è dato sapere soprattutto a causa diuna scarsa documentazione oggi disponibile: lesorti dell’intero movimento furono fagocitate nel-l’orbita del regime.Per l’associazionismo l’avvento del regime fascistacoincise con il periodo più difficile. Il regime tro-vava nel nord del Paese operaio associazioni cheavevano avuto origine anche dal mondo sindacalee socialista, non poteva quindi vedere di buon oc-chio queste realtà che, per loro stessa natura, rap-presentavano l’antitesi all’ordine imposto poichéportatrici di valori quali: solidarietà, condivisionee servizio disinteressato. Il regime fascista aveva

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inoltre come obiettivo quello di convogliare ogniforma di attività assistenziale nello Stato e anchele associazioni dovettero assoggettarsi alle diret-tive centralistiche del governo. Qualche anno dopo, Vittorio Emanuele III con lapromulgazione del Regio Decreto 12 febbraio 1930n° 84 “Modifiche al R.D.L. 10 agosto 1928 n° 2034”,contenente provvedimenti a favore della CroceRossa Italiana, trasferisce tutte le competenze re-lative al soccorso alla stessa C.R.I. con il conse-guente scioglimento di tutte le associazioni nonancora erette in Ente Morale, disponendo la confiscadelle loro attrezzature e del loro patrimonio a favoredell’Istituzione di soccorso statalizzata. Il periodo fu particolarmente difficile per la Fede-razione delle Pubbliche Assistenze e per tutte leassociazioni affiliate perché, nonostante fossestata eretta a Ente Morale nel 1911, fu sciolta. A Torino, solo la Croce Verde tra le Pubbliche As-

sistenze riuscì ad operare, ma con il commissaria-mento dei suoi organi dirigenti: i militi, fin dal1927, furono iscritti d’ufficio all’Opera Nazionaledel Dopolavoro e questo permise all’associazioneuna certa autonomia fino al 1939, grazie anche alprestigio e all’autorevolezza del suo presidenteOlivetti; nell’agosto del 1939 il commissariamentoprefettizio impose che la guida dell’associazionefosse assunta dal segretario della sezione torinesedella Croce Rossa.Le Misericordie tuttavia, beneficiando della LeggeCrispi 17 luglio 1890, che sanciva le IstituzioniPubbliche di Assistenza e Beneficenza (IPAB), edella benevolenza del Sovrano, dimostrata anche

dalla partecipazione nel settembre del 1926 al loroCongresso Nazionale, poterono, seppur con limi-tata libertà, proseguire la loro opera. Per le associazioni sciolte ci fu anche l’umiliazionedella consegna dei vessilli, da effettuarsi in ceri-monia pubblica, a testimonianza dell’avvenutaresa al regime. Per molti anni le associazioni furono costrette adoperare sotto mentite spoglie ma, subito dopo laLiberazione, l’ideale che aveva ispirato la nascitadi queste realtà riprese a guidare coloro che le fe-cero rinascere. Col passaggio del fronte e la graduale liberazionedella nazione molte associazioni di pubblica assi-stenza, inglobate dalla Croce Rossa o da organiz-zazioni fasciste, tornarono ad un’esistenzaautonoma. Tutt’altro destino ebbe la Croce Verdedi Torino, che durante l’occupazione tedesca dellacittà vide molti suoi soci e militi coinvolti nella lottapartigiana e subì perciò denunce per attività anti-nazionale, perquisizioni di polizia e stretta vigi-lanza da parte dell’autorità.Con il Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 13novembre 1947, sono abrogate le norme conte-nute nell’art. 2, lettere b), c), d) del R.D. 12 feb-braio 1930 n° 84. Inoltre sempre nello stessoDecreto furono indicati i compiti della Croce RossaItaliana e quelli effettuati da “altre associazioni lo-cali ” che insieme ebbero il non facile compito diorganizzare il servizio di pronto soccorso nelPaese. Lasciato alle spalle l’orrore bellico il movimentodelle Pubbliche Assistenze si ricompose sponta-neamente e, nel 1946, a Milano si svolse il primoCongresso Nazionale. Sempre a Milano la CroceBianca riprese la sua attività senza mezzi e senzasede, usando per i suoi servizi vecchie ambulanze.Nel volgere di pochi anni ripartì il servizio forzata-mente interrotto. A Firenze l’8 gennaio 1947 si svolse il CongressoNazionale delle Misericordie che pose le basi perla rinascita del movimento. La quasi totalità delleassociazioni era stata depredata dei propri benidalle truppe tedesche durante la ritirata dal suoloitaliano. Il Decreto 12 febbraio 1930 n° 84 fece sentire isuoi effetti anche dopo la fine della guerra, la-sciando aperto un contenzioso tra la Croce Rossa

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Italiana e diverse associazioni locali sulla proprietàdei beni, come risulta dall’esemplare caso dellaCroce Verde Quarto di Genova. L’Associazione, nata il 23 giugno 1911, grazie adun’autotassazione dei soci raccolse la cifra di Lit.7.000 per costruire la nuova sede. Il giorno di Pa-squa del 1928 ci fu la cerimonia di posa dellaprima pietra ma, in seguito al sopraccitato De-creto, la Croce Verde fu sciolta e presso la nuovasede si installò il Pronto Soccorso della CroceRossa. Contemporaneamente fu registrato l’atto diproprietà a favore della stessa C.R.I. Al terminedella guerra un gruppo di vecchi soci della CroceVerde, il 1° Settembre 1945 chiese al Governo, at-traverso il Comitato di Liberazione Nazionale,l’abrogazione del R.D. del 12 febbraio 1930 n ° 84,in forza del quale erano stati confiscati i beni dellaP.A. Croce Verde di Quarto dei Mille. Ha così inizioun lungo iter che terminerà con la restituzionedella proprietà all’Associazione ben 55 anni dopola confisca. Il 13 novembre 1947 il Governo approvò un decretocon il quale attribuiva alla Croce Rossa il compito,anche in tempo di pace, di organizzare sul piano na-zionale il pronto soccorso e il trasporto degli infermio degli infortunati con i propri mezzi e di coordinaree disciplinare i servizi svolti dalla associazione lo-cale; immediata fu la reazione della Federazione, laquale condannò il decreto ministeriale che avevaprivato le associazioni della loro libertà.Dall’agosto 1948 la Federazione pubblicò un suonotiziario: “il volontario del soccorso” che ebbescarsa fortuna.

Nella realtà il decreto rimase inattuato fino al 1950quando un senatore, sensibile alle richieste dellepubbliche assistenze, chiese alle stesse di dimo-strare di essere “organizzate fra di loro e quindirappresentate da un ente federale, da metteresulla stessa parità di diritto della Croce Rossa edelle Misericordie”.La svolta avvenne solo nel febbraio del 1952quando la Federazione e la Croce Rossa siglaronoun accordo dove si impegnavano ad effettuareservizio di pronto soccorso e trasporto infermi sulterritorio nazionale in uno spirito di reciproca com-prensione ed amicizia, rispettandosi e facilitandosivicendevolmente nell’espletamento del servizioche ciascuno avrebbe effettuato con i proprimezzi; tale accordo prevedeva inoltre che fosserosanate anche le pendenze patrimoniali derivantidal decreto del 1930. Tali accordi, soprattutto perla problematica delle pendenze patrimoniali, nonsempre diedero risultati concreti e soprattutto laCroce Rossa continuò ad essere l’unica beneficiariadei contributi statali.

Nel 1961 fu conseguito un risultato importante:l’indicazione, da parte del Ministero della Sanità,di un suo delegato nel Consiglio Direttivo della Fe-derazione. Questo delegato rappresentò un puntodi contatto importante con le istituzioni e daquell’anno la Federazione fu inclusa tra gli enti chepotevano ricevere contributi dal Ministero. Il bilan-cio della Federazione nel 1961 fece registrare unasituazione patrimoniale completamente risanatarispetto agli anni precedenti.

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In una giornata strana-mente assolata in questastrana estate, ci ha lasciatoun milite della Sezione diBorgaro-Caselle: AlbertoGiordano.La notizia ha fatto il giro ditutti i militi ed è arrivataanche a me che milite nonsono più, ma per molti emolti anni sono stato con lui

milite e ancora prima amico e, caso vuole, ancheomonimo.Conosciuto negli anni ’70, all’apertura della Sezionedi Borgaro, Alberto ha sempre voluto donare tuttoquello che poteva all’associazione, non solo il suotempo, ma anche la sua vera partecipazione a tuttii momenti della vita associativa.E quando mi è stato chiesto di scrivere questo ri-cordo per lui, mi sono sentito onorato; l’aver sceltoun ex milite per ricordarlo mi ha realmente portatoindietro di quarant’anni!Alberto era stato non il primo milite, perché quellosulla porta della Sezione ad attendere chi volevaaderire alla Croce Verde ero io, ma il primo aggre-gato, divenuto poi milite dopo il corso e dopol’esame di abilitazione.Fu assegnato alla quarta squadra. Da allora inizia lasua partecipazione attiva alla vita sociale, non si li-mita alle guardie, si offre per le sostituzioni (quantenei festivi, in agosto, a Natale e Capodanno!), mettea disposizione della Croce Verde la sua competenzatecnica di autista (era la sua attività lavorativa) e di-venta presto responsabile delle ambulanze.I mezzi erano sempre in ordine, provvedeva allacura, li portava in sede per le riparazioni, alla revi-sione per il collaudo, provvedeva a montare e smon-tare le catene alle gomme quando nevicava e il pienodi carburante e poi ancora ……. ancora …… ancora.Alberto parteciperesti alla festa degli Alpini? Alla festa

della Croce Rossa di Beinasco, a quella dell’Avis?Alberto c’era.Lui c’era e c’è sempre stato.Un gesto grande, nato da una sua idea, non lo di-menticherò mai: il terribile terremoto del Friuli.La Croce Verde parte con una prima ambulanza perUdine, in sede e da Borgaro teniamo i contatti, i mi-liti sul posto ci dicono che lassù manca ogni cosa.Alberto mi suggerisce di creare un centro di rac-colta. Con la forza dell’entusiasmo e lo spirito altrui-stico, ci buttammo lui e io sull’idea per comerealizzarla.In pochi minuti (sottolineo minuti) arrivarono in se-zione delle “trombe” da mettere sulle auto (la suaFiat 124) e subito in giro per Borgaro a lanciare ediffondere l’iniziativa.Chiedevamo abiti, biancheria, medicinali non sca-duti e tutto ciò che poteva servire a chi aveva persotutto.Alberto era lì; i borgaresi e non risposero congrande generosità, tanto è vero che chiedemmol’aiuto al Comune per ricoverare in posto adeguatocosì tanto ben di Dio!! E Alberto dormiva in unastanza attigua per poter tenere alta la guardia.E di queste storie ne potrei raccontare tante, tantee tante ancora, con sempre al centro Alberto.Caro Alberto, ora che sei “andato avanti” come di-cono gli Alpini, da lassù non devi più soccorrere nes-suno, ma con il tuo motorino (ricordi quante voltehai fatto Borgaro-Caselle-Borgaro quando la se-zione fu trasferita a Caselle?) cavalca le nuvole delcielo e guarda verso di noi, guarda i tuoi cari, everso i militi della Croce Verde, e fai capire loro chel’impegno, la tenacia, l’amore verso il prossimo, labontà e la mitezza d’animo, qualità che ti hanno ca-ratterizzato qui da noi, sono sempre attuali e cheandrebbero sempre messe in pratica, così come tuhai praticato e insegnato.Ciao Alberto, salutaci Vassili Bonucci e tutti colorodella Verde che conosciamo.

NEWS dall’Ente

Ciao “Bertu” di Mauro GIORDANO

Rally del Soccorso 2011

4° posto (su dieci equipaggi iscritti e 2 equipaggi classificatiex-aequo al 2° posto) per l'equipaggio della Croce Verde cheha partecipato domenica 4 settembre a Tiglieto, nell'entro-terra genovese, alla 4a edizione del "Rally del Soccorso" or-ganizzata dalla locale Croce Bianca.Bella prestazione per il team composto da Paolo Bonino (V sq),Michela Gaggiano (V sq), Emanuele Perotti (VIII sq) e MarcoMassaro (sq. del Sabato), che in una giornata caratterizzatadalla pioggia sono stati vincitori di uno dei trofei speciali, quelloper la miglior gestione dello scenario psicologico.Il nostro equipaggio ha anche vinto un materassino adepressione per la nostra Associazione.Complimenti ragazzi !!!!!!

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Concerto a CirièCome ogni anno la Se-zione di Ciriè ha organiz-zato il concerto di musicaleggera che si è svolto l’11giugno a Villa Remmert.Lo scopo di questo appun-tamento è di consolidare ilrapporto con la cittadi-nanza che ha risposto conuna numerosa partecipa-zione.Un ringraziamento vaall’orchestra che hasvolto gratuitamente ilsuo programma.

Allenamento per un nuovo tipo disoccorso

Anche quest’anno un equipaggio di militi della 4°squadra di Torino ha partecipato, su una barca dicartone, all’edizione della Carton Race che si èsvolta a Cesana Torinese. Il risultato non conta,ma sono arrivati integri all’arrivo (sia come barcache come fisico) cosa non molto frequente.

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NEWS dall’Ente

Quelli che “danno una mano”Il terzo settore si è ritro-vato a Torino perché i 150anni dell’Unità sono statianche tanto impegno gra-tuito a favore del pros-simo quando soffre o èemarginato ed è quanto di

meglio gli stessi lasciano in eredità all’Italiadel futuro.

“Non c’è fu-turo senza sol-i d a r i e t à ” :questo il titolod e l l ’ e v e n t o organizzato dal“Comitato 2011,Unità dell’Italiasolidale” creatodal variegato

mondo del non profit italiano che, vincendo il suonaturale riserbo, si è dato appuntamento nel cuoredi Torino.Sabato 25 giugno, Piazza San Carlo s’è colorata digiallo, rosso, arancione, verde, blu: i colori dellepettorine o delle magliette di centinaia di volon-

tari, impegnati afavore del pros-simo, special-mente quandosoffre, è in peri-colo, è povero,solo o emargi-nato. La sceno-grafia era anchefatta di mani dicarta, di legno,

di cartone, di stoffa, tutte lì per essere mostrate,offerte in aiuto, strette con autentica amicizia.Il gran raduno colorato e divertente ha lanciato unmessaggio positivo perché, se è vero che “Non c’èfuturo senza solidarietà”, è vero anche il contrario:un futuro solido, equo e sorridente è possi-bile là dove la solidarietà è un valore ri-conosciuto, praticato, tutelato.

Per saperne di più visitate il sito www.unitaliasolidale.it

Nuove nomineIl 31 maggio si è tenuta l’annuale AssembleaMiliti durante la quale sono stati eletti i 2 nuoviRappresentanti Militi in quanto risultavanovacanti 2 posti per decadenza mandato e di-missioni. Gli eletti sono Guido Albertin (militedella Sezione di Borgaro Caselle con mandatodi tre anni) e Mario Caldera (milite della 5°squadra di Torino con mandato di 1 anno).

I Rappresentanti Militi attualmente in caricasono quindi:Manuela SEGREGuido ALBERTINMario CALDERA

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NEWS dall’Ente

Sono mancatiVincenzo Barberis fratello di Franco milite dellasquadra del sabato.Giovanni Forno papà di Silvio milite della 1°squadra di Torino.Osvaldo Gallea papà di Marco Direttore Sanita-rio della Croce Verde.Basilio Marasco papà di Pino dipendente dellaCroce Verde.Vittorio Bianchi figlio di Aldo milite della Sezionedi Alpignano.Alberto Giordano milite della Sezione di BorgaroAlle famiglie il nostro più sincero cordoglio.

I nostri Lutti

Adriana Bianco DelpratoIl 28 maggio 2011, dopo lunga malattia, è man-cata Adriana Bianco Delprato, attiva nel Gruppodelle Dame Patronesse fin dal gennaio 1989.Tutte noi la ricordiamo con affetto e simpatia: unacara amica, forte, generosa, disponibile e sempresorridente. Quando non è più potuta intervenirealle riunioni mensili e presenziare alle attività or-ganizzate dalle Dame ha continuato, comunque, amantenere i contatti ed a seguire tutte le inizia-tive. Oltre al suo impegno in Croce Verde va ri-cordato quello per i bambini malati del Benin che,nel corso dei suoi numerosi viaggi in Africa, hafatto operare grazie alla mobilitazione dei suoiamici medici. In collaborazione con il Gruppo Mis-sionario Merano è riuscita a realizzare lo scavo dipozzi d’acqua e la costruzione di scuole ed os-pedali.

Le Dame Patronesse vi invitano allo spetta-colo di cabaret a cura della Compagnia “Il Tea-tro del Rimedio”

NON MI RODO... RIDO

che si terrà sabato 1° ottobre 2011 alle ore21,00 al Teatro Murialdo a Torino in PiazzaChiesa della Salute 17/b. Il costo del biglietto è di 10 euro ed il ricavato èdestinato al fondo per l’acquisto di una nuovaambulanza.Per informazioni: www.croceverde.org

Nuova dotazione Da poco tempo l’ambulanza 237 è fornita di unasedia dotata di cingoli motorizzati per il trasportodi persone con problemi di deambulazione.La velocità media d’avanzamento è di due piani ilminuto. Con un’autonomia di 32 piani può traspor-tare un peso massimo di 230 kg.Nei prossimi mesi è prevista la motorizzazione ditutte le sedie manuali attualmente in uso.

L’importanza della formazioneNel mese di giugno ci è stata data l’opportunitàdalla Direzione della Croce Verde Torino di parte-cipare ad un corso formativo di PHTLS, tenutosi indue week-end, articolato con prove teoriche e pra-tiche. La teoria, svolta da medici ed infermiericompetenti, ha saputo toccare argomenti interes-santissimi per la nostra attività quotidiana.La parte pratica ci ha insegnato quelle manovre di immobilizzazione che, per alcuni di noidella vecchia scuola, sono stati fondamentali standard formativi, importanti per potere esseresempre più professionali ogni giorno.Il nostro grazie vada alla Direzione tutta, ai medici, agli infermieri, agli istruttori ed ai volontariche si sono prestati con vero senso di aggrega-zione, serietà e simpatia.

Il personale dipendente

È nato Edoardo figlio di Marco Puma milite dellaSezione di Venaria.È nata Giulia Surra figlia di Federica e Marco mi-liti della 4° e della 7° squadra di Torino.

Le nostre ricorrenzeAuguri a...

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Gente di Croce Verde di Manuela SEGRE

Questo è lo spazio che dedichiamo ai nostri volontari, uno spazio dove raccontarsi, una luce accesa per un attimo suchi c'è sempre in silenzio, per fare senza clamori. Perché dentro la divisa arancione che ci rende uguali, ci sono 1100pensieri, emozioni, sogni, occhi e cuori diversi, che vale la pena di conoscere. Anche se solo per un attimo.

NOMEMicheleETÀ47PROFESSIONEartigianoSQUADRAsabato mattina VenariaANNI IN CROCEVERDE24

NOMEPetru

ETÀ33

PROFESSIONEResp. log. Azimut

SQUADRAsabato Torino

ANNI IN CROCEVERDE

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TAZEBAOLa rubrica per dare voce alle tante anime della Croce Verde

Se volete scrivere a Tazebao inviate una mail a: [email protected] via posta a: Croce Verde Notizie/Tazebao - via T. Dorè 4 - 10121 Torino 15

La squadra di Montagna compie 85 annidi Aurelio AMERIO

Nel comprensorio sciistico di Prali, ai piedi delle vette delleAlpi Cozie in alta Val Germanasca, la Squadra di Montagnadella Croce Verde Torino ha festeggiato, il 14 maggio scorso,i suoi primi 85 anni d’attività.

Grande l’ospitalità offerta dal Comune nella persona del suosimpatico Sindaco, dott.sa Sandra Aglì, e dalla SocietàNUOVA 13 LAGHI rappresentata dall’Amm. Del. Fausto Sammartino.La commozione, il calore intorno a noi e la voglia di stareinsieme hanno caratterizzato la giornata di festa accompa-gnata da un meteo felice di partecipare all’evento che haversato qualche goccia di pioggia solo verso il saluto finale.La gioia di ritrovarsi, anche dopo molti anni tra colleghi “dimontagna”, ha premiato lo sforzo e la passione organizza-tiva di Gian Beppe Gatti, Roberto Fassina e tutto il Direttivodella Squadra che hanno voluto fortemente questa mani-festazione.L’ottimo rapporto con la Società NUOVA 13 LAGHI instauratodal nostro responsabile di stazione Roberto Zacco e tutta lasua squadra sono stati terreno fertile per la buona riuscita

della Festa che ha visto presenti 150 persone tra Militi, exMiliti, famigliari, rappresentanti d’Armi e Organizzazioni checollaborano con noi nel soccorso piste. La giornata è iniziata con la salita a Punta Bric Rond per lefoto di rito nei pressi della capanna/rifugio del soccorsopiste. La discesa sulla neve primaverile ci ha portato sinoalla terrazza della “Capannina” predisposta per l’evento.Il benvenuto del Sindaco ha segnato l’inizio della parte uffi-

ciale della Festa, seguito dal contributo dell’A.D.della Società NUOVA 13 LAGHI: entrambi hannoevidenziato il forte rapporto di fratellanza che legail territorio alpino a chi opera, a tutti i livelli, per lasua valorizzazione e la sicurezza.Luciano Dematteis, Presidente uscente dell’ANPASPiemonte, ha sottolineato il grande contributo dellaSquadra di Montagna e della “Scuola Soccorso PistePino Peirasso” nel promuovere a livello regionale ununico grande gruppo di soccorritori in pista sotto labandiera ANPAS.Appassionato e toccante il percorso della Squadratratteggiato da Gian Beppe Gatti, tra i primi a ce-dere alla commozione; Roberto Fassina ha ricordatola nostra storia più recente con molti spunti, anchedi rapporti umani, che hanno segnato i nostri anniin “Verde”: tanti legami che sono nati e si sono con-

solidati grazie a questo fantastico Gruppo che da 85 anni la-vora con dedizione, altruismo, raggiungendo un ottimolivello professionale. Nel nome ditutti è stato pre-miato con unatarga GiuseppeBussi, simbolodi questi valori,per la passionedimostrata in 50anni di servizioattivo. Un grazieparticolare agliex Militi dellasquadra che cihanno onoratodella loro pre-senza. Vorremmo ricordali tutti, ma ci limitiamo a nominareLuigi Moscardini, classe 1926, (anno di nascita della squadradi montagna), entrato nel soccorso piste nel 1949 (questa èstoria!).Ancora commozione, mista ad un giusto orgoglio d’apparte-nenza, hanno chiuso la parte ufficiale della manifestazionedando il via alla sua parte conviviale. E, a proposito di con-vivio, è doveroso un grazie particolare ai gestori della “Ca-pannina”, veri maestri d’ospitalità.La festa, gli amici, il calore degli ospiti, la favolosa acco-glienza di Prali, tutto è sembrato perfetto. E se replicassimoper il prossimo fine stagione?

Un grazie ed un arrivederci.

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CON IL PATROCINIO DI

Torino - Piazza Castello

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Impariamo dagli esperti

la manovra “SALVA-VITA”

contro il soffocamento da corpi estranei

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