Cristoforo Colombo e gli Orientali -...

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1 / CRISTOFORO COLOMBO E GLI ORIENTALI (i) Potrebbe altri sentirsi a prima giunta indotto a ritenere che la notizia della scoperta del nuovo mondo facesse viva impressione sulla fantasia degli Ebrei, degli Arabi, ed in gene- rate degli Orientali, i quali trovavansi in più o meno diretta relazione colla Spagna e coli' Italia. Prescindendo dalla circo- stanza che i viaggi di Cristoforo Colombo recavano la so- luzione d' importanti problemi della Cosmografia, dell' Etno- grafia e della Teologia medesima, le meravigliose narrazioni del grande Navigatore Genovese faceano brillare agli sguardi d' ognuno siccome esistenti, favolose ricchezze alle quali era dischiuso facile accesso. Le sue descrizioni, colorite con quel vivido pennelleggiare che è caratteristica propria dallo stile dei meridionali , e diffuse per ogni dove dall' arte ti- pografica, facevano delle tetre nuovamente scoperte una cosa sola con regioni onorate e rinoniate per la men- zione fattane nella Bibbia. Non solo nell' Isola Hispaniola (2) si ritrovava il monte Sopora verso del quale Salomone aveva spediti convogli ch'erano rimasti assenti tre anni ; non solo la regione che noi oggi nominiamo Guatemala « era la terra (i) Estratta dal GenlraThlail fùr Biblioli,ekswesen, n.° di marzo 1888, e tradotta da ExRcd BENSA. (2) « Salomon que enviò dcsde Hierusalem en fin de Oriente á ver ci monte Sopora, en que se detovicron los ilavios tres aiios, el cual tie- nen V. A. agora en la Isla Espaola ». Terzo viaggio, nei NAVARRETE: Goleccion de viagés, t. I. p. 244. (CLBLIoTHEQUE.. Document I I!IIIIIIIIIIIIHIIII ., . 0000005570771

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CRISTOFORO COLOMBO E GLI ORIENTALI (i)

Potrebbe altri sentirsi a prima giunta indotto a ritenereche la notizia della scoperta del nuovo mondo facesse vivaimpressione sulla fantasia degli Ebrei, degli Arabi, ed in gene-rate degli Orientali, i quali trovavansi in più o meno direttarelazione colla Spagna e coli' Italia. Prescindendo dalla circo-stanza che i viaggi di Cristoforo Colombo recavano la so-luzione d' importanti problemi della Cosmografia, dell' Etno-grafia e della Teologia medesima, le meravigliose narrazionidel grande Navigatore Genovese faceano brillare agli sguardid' ognuno siccome esistenti, favolose ricchezze alle quali eradischiuso facile accesso. Le sue descrizioni, colorite conquel vivido pennelleggiare che è caratteristica propria dallostile dei meridionali , e diffuse per ogni dove dall' arte ti-pografica, facevano delle tetre nuovamente scoperte unacosa sola con regioni onorate e rinoniate per la men-zione fattane nella Bibbia. Non solo nell' Isola Hispaniola (2)

si ritrovava il monte Sopora verso del quale Salomone avevaspediti convogli ch'erano rimasti assenti tre anni ; non solola regione che noi oggi nominiamo Guatemala « era la terra

(i) Estratta dal GenlraThlail fùr Biblioli,ekswesen, n.° di marzo 1888, e

tradotta da ExRcd BENSA.

(2) « Salomon que enviò dcsde Hierusalem en fin de Oriente á verci monte Sopora, en que se detovicron los ilavios tres aiios, el cual tie-nen V. A. agora en la Isla Espaola ». Terzo viaggio, nei NAVARRETE:

Goleccion de viagés, t. I. p. 244.

(CLBLIoTHEQUE..

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dove Davide aveva trovate le miniere d'oro che resero possibileal figlio di lui di edificare il tempio di Gerusalemme (i) a mapersino, secondo l'avviso del pio e colto navigatore, in Ve-nezuela (2) era collocato il paradiso terrestre.

Sebbene i Mori e gli Ebrei fossero digià stati cacciatidalla Spagna, non mancavano loro i mezzi d' informazionenecessari per venire in cognizione di queste mirabili scoperte.Sin dal primo viaggio trasmarino di Colombo trovavasi abordo della caravella, un ebreo per nascita. Egli era bensiun ebreo convertito, per nome Luis de Torres, il quale avevavissuto presso il Siniscalco di Murcia e a quanto diceasi, a in-tendeva l'ebraico, il caldeo ed un poco di arabo () a. Colombolo aveva preso con se pensando di valersene come inter-prete presso il Gran Kan. E difatti, tostochà egli toccò terrain Cuba Io inviò assieme a Rodrigo de Jerez quale ambascia-tore a questo supposto Principe. I malcapitati tornarono ad-dietro dopo quattro giorni sfiniti dallo stento, esausti dallasete, naturalmente senza aver incontrato traccia degli splen-dori Asiatici, di cui Colombo sognava, e nei quali non per-tanto egli non cessò d' aver fede.

(i) « Josefo quiere que este oro se hobiese cn la Aurea: si asi fuesediga que aquellas ininas de la Aurea son unas y se convienen concausa de Veragua.... Darid en su testamento dejò tres mii quintales deoro de las Indias á Salonion para ayuda de edificar ci tempio , y segunosefu era ci destas mismas tierras i. Quarto viaggio: NAVARRETE t. I.

p. 309, C la traduzione italiana stampata in Venezia nel 1505. BIBU0T.

AMERICANA VETUsTIsSIMA, N. 36.(2) « Creo que atii es ci Paraiso terrenal adonde no puede ilegar na-

die, salvo por volurnad divina P. Terzo viaggio, NAVARRETE t. I. p. 259,e quarto viaggio,p. 3oo.

(3) « Luis de Torres que habia vivido con ei Adelantado de Murcia, yhabia sido judio, v ahii dir que hebriico y caldeo y aun algur:iitGiorilc dl

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)Anche un Armeno, Martire, Vescovo di Arzendjan, at-

tratto dai ragguagli del NUOVO Mondo s'imbarcò 1' otto aprile1494 a Guetaria in Biscaglia per attraversare il « Mare rnoiz-

diale (i) » cioè I' Oceano.Gli Aragonesi d'altronde, i quali nel 1493 erano stati spet-

tatori nella loro capitale dell'inatteso ritorno di Colombo,non dividevano nella stessa misura degli altri Spagnuoli l'av-versione dei Cristiani contro dei Mori. All' epoca della sco-perta dell' America, Barcellona non interruppe affatto in con-seguenza della recente cacciata degl' infedeli le sue relazionimarittime e commerciali coll'Oriente (2). Nella maggiorparte degli emporii del Levante e specialmente in Egittoad Alessandria, centro in quel tempo di un commercio cosìragguardevole, i Barcellonesi possedevano numerosi stabili-menti. Per mezzo loro gli Orientali venivano ragguagliatisullo stato di certe nazioni occidentali. Sebbene, a dire il vero,essi si preoccupassero assai poco di quel che accadeva presso

(I) SAINT MARTIN, Relalion d'un voyage fail en Europe ci dans l'QcéanAilaulique a la fin du XV siècle, sous le rigne de Charles VIII, traduit del'Arminien et accompagni da lexte original. Paris, 1827, 80; estratto dalJournal Asiatique, 1826, pp. 321-373.

Dovevano ancora trascorrere tre secoli prima che un Armeno riparlassedel Nuovo Mondo. Ciò avvenne in occasione della traduzione che il P.Minas Gasparianz intraprese nel 1784 della Storia d'America del Dott.Robertson. Al principio del nostro secolo il P. Akontz Kùver, abbategenerale del convento Armeno Mechitarista di Venezia, pubblicò in un-dici volumi in dodicesimo fra il x8o2 ed il 1816 una Geografia Univer-sale che è in realtà una compilazione fatta sulla grande opera di An-tonio Federico Basching, della quale fra il 1773 ed il 1781 era comparsauna traduzione italiana in Venezia in 33 volumi. In quel[' opera sonodedicati due interi volumi a Cristoforo Colombo ed ai suoi viaggi

(a) CAPSIANY, Memorias historicas sol're la ,narina.... de Barcelona. Ma-drid, 1779-92 40, t. III, P. 130. DEPPING, Hisi. da Gommerce entre le Le-vani e! l'Eurot'e, X, XI; HEYD, Risi, da Commerce du Levani, t. Il.

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i popoli Cristiani, pur è difficile aniinetcere che i sudditi delSultano non abbiano avuto per mezzo dei mercanti Catalaninotizia di quelle navigazioni di cui venivano prodotte rela-zioni, che si pretendeva coincidessero colle tradizioni biblichee con quelle che -P interpreti maomettani ne avevano ac-colto

Il Gran Sultano trovavasi alla fine del Secolo XV in ot-timi termini coi Veneziani. Egli teneva persino in Veneziadegli Agenti per mantenerlo al corrente degli eventi in Oc-cidente. Abbiamo dimostrato altrove (i) fino a qual punto.i Veneziani fossero fautori di queste scoperte marittime, lequali minacciavano di precludere le fonti della loro pro-sperità, togliendo loro il commercio coli' estremo Oriente,e con quale zelo le tipografie Veneziane stampassero tradu-zioni d' ogni relazione sui viaggi transatlantici. Ebrei, Arabie Turchi doveano per tal guisa venir di buon ora raggua-gliati di questi sorprendenti avvenimenti.

Queste premesse possono per nostro avviso valere soltantoal bibliografo ed allo storico per eccitano a indagare qualeimpressione abbiano fatto le scoperte di Cristoforo Colombosullo spirito di questi popoli dotati di così potente inimagi-nativa; per indurlo a ricercare le opere così in prosa che inverso che ad essi furono suggerite da questo tema; final-mente a rintracciare i libri impressi in ebraico , in arabo odin altre lingue Orientali in cui è parola di questi memorabilieventi. Essendo su questo interessante argomento assai limi-tate le nostre cognizioni, così allo scopo di completare labibliografia degli scritti che si riferiscono a Cristoforo Co-

(i) Le IV—,e centenairc de la dhouver(e du nonvean ,nonde. Lellre adres-sée a M. le Ministre de l'lnslruction publique dn royaunie d'Italie por uncitoyen Arnéricain. Gnes, Donath, 1887, 8°.

ppp

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lombo (i) abbiamo creduto di poter mettere a contribu-zione l'ospitalità del Periodico centrale per le Biblioteche, edi invocare le speciali cognizioni degli Orientalisti. Tale èI' intento del presente articolo.

La più antica notizia, di questa sorte che sia a nostra co-gnizione, proviene da Abramo Ferussol (2) comunemente de-nominato Peritsol, un Israelita che scrisse in lingua ebraicauna piccola Dissertazione sopra le vie mondiali, la quale èspecialmente nota per la traduzione latina fattane da TomasoHyde nel 1691 (i). Quest' opera la quale venne verisimil-mente composta in Ferrara innanzi al 1528 (4), pare a noiche abbia derivati i condensati particolari che contiene sopraColombo e le Indie Occidentali dalla traduzione italiana della

Cronaca del l3ergomate ( S ), ovvero da una qualche edizioneVeneziana dei Paesi novamente re/rovati (6).

Abbiamo poi rinvenuta la Cronaca di Joseph—ha—Cohen (')

(i) Noi conosciamo di presente non meno di 1250 lavori a stampa siain prosa che in verso (compresi gli articoli importanti di giornali eperiodici) i quali sono dedicati escluaivatiiente a Cristoforo Colombo odalla scoperta dell'America, e l'elenco non è a pezza esaurito.

(2) ZUNZ, Gesammelle Schrifien, Berlin, 1875, 80, t. I. p. 178.() itinera mundi sic dieta nempe cosnograpbia hebraice Oxonii, MDCXCI,

4°, pp. 117-120; HYDE, Syntagma Dissertation. Oxon. 1767, 40, t. I. pp.146-150, 230: UGoLINo, Thesaur. Antiq. , t. VII.

(4) Vi si trova segnata la data in mense Gheshvan, Anno 285 setundumsuppiicationem minorem. Zunz dice : infine egli scrisse sostenuto da unmecenate nella primavera dell' anno 152.1.

(5) Supplementi de le Ghroniche; Vinegia, i oS, e 1524 Iii fo!.(6) BIBLI0T. AMERIC. VErtjsrlss. n. 90 e 109.

(7) 80 picc. s. a. a. I. (sed Sabionetta per CorneliusAdelkind, Heschwan 308 - Ottobre 1555 , e non 1554) 328 ffc., BibUa-théque nationale de Paris, X, 6, 174.

Le singolarità che si trovano in Ioseph-ha Cohcn sono in generalequelle che ci possiamo attendere dalle sue fonti. Le uniche notizie che

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il quale sebbene sia visibilmente più vecchio di Ferussolscrisse però dopo di lui, poichè i suoi Annali giungono finoal 1553. Le pagine che questo dotto Rabbino dedicò allascoperta del nuovo mondo, avuto riguardo alla stirpe delloscrittore appariscono piuttosto singolari. Mentr' egli nel 1501,quindi in vivente di Cristoforo Colombo, fanciullo ancora eravenuto a Genova e vi era dimorato fino al 15 16, e succes-sivamente dal 1538 al 1550, comincia non pertanto ilcapitolo che tratta della scoperta con queste espressioni: « Erain Castiglia un uomo di nome Anzerigo che possedeva una grossanave.., e conchiude nel modo che segue : « E il nome dicolui che scoperse questa terra era Amerigo , e da lui funominata America ». Questa ignoranza è tanto più singolareinquantochè Joseph-ha Cohen deve aver avuto cognizione delprimo Salterio poliglotto, che compilato da un Genovesevenne stampato in Genova nel tx6 (i). Or ivi in correlazione al Salmo « C'odi enarrant a trovasi un' accurata descri-zione delle scoperte ch' ebbero luogo per opera di « Cristo-phorus cognomen!o Columbus patria Gennensis.,. ». Osserviamoaltresì che Joseph-ha-Cohen aveva studiato in modo affattospeciale la storia d'America, poichè si ha di lui una tradu-zione ebraica rimasta medita della Storia Spagnuola di Fer-dinando Cortes, la quale non può essere altro che la Historiade la Conquista de Mexico di Lopez de Gomara.

verisimile altresì che anche altri scrittori Orientali al

non si trovino altrove sono quelle che questo Rabbino riferiste a ri-guardo del pane degli isolani il quale c aveva l'aspetto del biscotto chesi prepara a Pisa » e sulla loro lingua: r GI' indigeni, egli afferma, in-tendono poco della lingna d'Israele. Egli è meglio istruIto riguardo alMessico ed alla spedizione di Magellano.

(i) Agost. GIUSTINIANI; Psaiterium hcbraeum, graecurn, arahicuns e chal-daeum; in-fol.; B.; A.; V. n. 88 bis.

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7par di quelli di cui abbiamo fatto cenno poc'anzi (i), abbiano,almeno occasionalmente fatto parola di Colombo o delle suescoperte, nel che forse secondo il costume del tempo essi glicollocavano d' allato il Vespucci ma noi non conosciamo cheuna sola opera di questo genere che sia specialmente dedi-cata alla scoperta del nuovo mondo. Essa appartiene per lacompilazione alla fine del Secolo xvi e per la stampa sol-tanto al secolo scorso.

questa lo Hadisinev (2) : scritta in lingua turca ed ilcui titolo arabico può forse venir così riassunto Nuota nar-razione: Storia della scoperta delle Indie Occidentali accompa-gnata da una mirabile descriione di questi luoghi. Costantino-poli dai tipi dei (Rinnegato) lbrahim Effendi. Terminata distampare il 3 Aprile 1730.

Questo libro è uno degli incunaboli della stampa Otto-mana cd è I' opera dello scrittore turco Katib Thchélebi piùconosciuto sotto il nome di Hadji Khaiifa o Khalfa che vissesotto il governo del Sultano Murad III (1574-1595). HadjiKhalifa non aveva derivate le sue informazioni da sorgenti

(i) Per memoria facciamo menzione di un' opera che venne annun-ziata in Madrid nel 1881 soto: Origen de los Americanos.... reimpresiondei libro de Menasseh Ben Israei sobre ci origen de los Ameritanos publi-cado en Amsterdam, 5410 (5650). È superfluo 1' osservare che Menasselìben Joseph ben jsraei non iscrisse alcuna speciale opera sull'originedegli Americani. Su questo argomento non si hanno di lui scnonchè

Riflessioni contenute nel suo t''IJ' in occasione dei « admi-rable esparimiento de los dica Tribus ».

(a) In 40 Piccolo, fogli senza paginaziorte per la prefazione e 91 ffc.in recto pcI testo, 13 tavole intercalate, un foglio doppio fuori testo peruna carta sferica del globo, un foglio doppio per una carta elitica de]globo un foglio doppio per un certo che, cli' io non saprei con sicurezzaqualificare, una grande tavola piegata per lo Zodiaco (Bibliothèque del'Ecole dea Iangues orientales vivantes, in Parigi).

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8orientali. Egli stesso dichiara che aveva preso per norma iragguagli contemporanei e le carte diffuse presso dei fran-chi. Poicliè esso intendeva il latino e fece uso per un altrolavoro che porta per titolo la Guerra marittima dei Turchi,delle carte e dei lavori geografici di Mercatore, si ha fonda-mento per ritenere eli' egli abbia anche desunto gli elementiprincipali della sua descrizione dall'atlante di questo grandegeografo. Per quanto concerne gli ulteriori particolari essepossono provenire da qualche cosmografia del genere diquella di Sebastiano Mtnster.

A ciò devesi aggiungere il flrikhi ainerifra keshfi , ossiaStoria della scoperta dell'America , edita in Costatiti nopolidalla tipografia del Dsev11b, nel 1297 (1880) in turco, cd in

216 pagine (i).Noi crediamo che d'allora in poi, in Costantinopoli ed al-

trove in Oriente, sieno stati pubblicati alcuni lavori in lingueOrientali del genere di quello di Hadji Khalifa e forse sulfare dei compendii di Washington Irving. Non avendo noi po-tuto rinvenire alcun titolo di simili scritti , saremo ricono-scenti ai bibliofili , biblio g rafi e bibliotecari se a compimentodelle scarse notizie da noi sopra recate vorranno conìunicarciquello che essi conoscono sopra questo interessante soggetto.

HENRY HARRISSE.

(r) Iour,iaì Asialique, t. XIX (1882) p. 188, n.° 103.

Estratto dal GIORNALE LiGosTIco, anno XVI, fasc. V-VI, 1889.

GCnOV - Tip. Sordo-muti