Cristina Belardi Sapienza - Università di Roma Il metodo per sviluppare portfoli elettronici e...

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Cristina Belardi Sapienza - Università di Roma

Il metodo per sviluppare portfoli elettronici el’analisi di alcuni portfoli italiani

PROGETTO TIPEIL - Conferenza finaleRoma – 11 Gennaio 2010

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Il portfolio

• In Europa diversi ambiti in cui è stato utilizzato per riconoscere e/o valutare le competenze formali ed informali (es. aziende, terzo settore, università, cfr. european inventory)

• Oggi considerato di fatto uno strumento potente per dare conto di ciò che un individuo è in grado di fare in una prospettiva di lifelong e di life-wide learning

• C’è dibattito e riflessione sulle caratteristiche del portfolio in relazione ai saperi da valutare ?

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Il portfolio• Nostro gruppo ha sviluppato una metodologia

per riconoscere i saperi informali mediante il portfolio,

• ragionando sulle caratteristiche dei saperi informali e tenendo conto dei vincoli imposti dai programmi europei (es. target) che hanno sostenuto la ricerca e le sperimentazioni, mettendo in luce i presupposti teorici che potevano sostenere le pratiche

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Caratteristiche dei saperi informali

• Acquisiti al di fuori dei contesti formali di apprendimento (scuola, università, CFP),

• conoscenze non sistematiche e poco organizzate che si sviluppano come esito connesso alla partecipazione dell’individuo alle pratiche della vita quotidiana (vita familiare, tempo libero, lavoro, ecc.)

(Rogoff e Lave 1984; Lave, 1988; Lave e Wenger 1991, Rogoff 1990).

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Caratteristiche dei saperi informali

• Conoscenze fortemente contestualizzate e legate alle differenze individuali e quindi difficilmente prevedibili a priori.

• L’apprendimento Informale non è strutturato da un individuo responsabile es. insegnante, e avviene - nella maggior parte dei casi- in modo non intenzionale,

• i saperi che si sviluppano sono spesso “taciti” difficile verbalizzarli (Polanyi, 1966).

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Lo sviluppo della metodologia

L’apprendimento informale con le caratteristiche fin qui descritte mette in discussione l’assunto implicito che si conosca già che cosa si deve valutare e si tratta “solo” di rispettare criteri docimologici corretti (attendibilità, validità, etc.)

come invece avviene per la valutazione dell’apprendimento in contesti formali (es. test a scelta multipla)

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Lo sviluppo della

metodologia

La molteplicità e la varietà degli apprendimenti e dei saperi che le persone acquisiscono pongono in primo piano la necessità di dotarsi di strumenti di accertamento e documentazione congruenti, di volta in volta, con il tipo di apprendimento di cui si vuol dare conto.

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Lo sviluppo della metodologia

Strumento per rendere visibili i saperi informali,

congruente con le caratteristiche di saperi informali

portfolio

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Lo sviluppo della metodologia

Congruenza rispetto alla caratteristica di ‘situated’ (attività realizzate in contesti spazio-temporali specifici quindi non del tutto prevedibili a priori):

• mediante il portfolio ciascun individuo può rendere visibile ciò che sa fare, documentando le attività alle quali ha preso parte durante la sua vita quotidiana, attività nelle quali è divenuto competente.

• Caratteristica idiosincratica: il portfolio si riferisce al singolo individuo

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Lo sviluppo della metodologia

Professional portfolio: raccolta finalizzata all'esibizione dei propri migliori lavori nell'ambito di una presentazione professionale per la ricerca di un impiego o in relazione a richieste di valutazione esterna.

Prevede una selezione sistematica dei propri lavori sulla base di criteri che siano di volta in volta scelti e giustificati:

potenzia la capacità riflessiva e metacognitiva che accompagna qualsiasi crescita professionale.

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Lo sviluppo della metodologia

La riflessione continua e co-costruita con il tutor sul processo di acquisizione e sui risultati di apprendimento,

che deve essere sostenuta attraverso la richiesta esplicita di accompagnare le prove con una riflessione critica,

finisce con rendere il portfolio stesso uno strumento di apprendimento.

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Lo sviluppo della metodologia

La natura autodiretta del processo di produzione e selezione delle prove e la riflessione sulle attività:

1. sviluppa un senso di proprietà ed autenticità dell’apprendimento,

2. convoglia un investimento affettivo sul prodotto realizzato,3. sfida chi apprende .

L’identificazione dei punti deboli e dei punti di forza, consente di sviluppare consapevolezza della propria competenza

Conditio sine qua non: tempo e spazio intellettuale

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La sperimentazione della metodologia

• InTra, portfoli digitali con giovani• Egeis, formazione di orientatori alla

costruzione di Portfoli digitali, • TIPEIL: target diversi nei diversi paesi

partner, portfoli elettronici mediante piattaforma web

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‘Ingredienti’ di una buona ricetta

1. Utente autenticamente coinvolto,2. tutor competente,3. organizzazione che supporta il tutor,

anch’essa investe nell’attività

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Utente

Autenticamente coinvolto: • crede nel portfolio come occasione per riflettere

su di sé e suoi percorsi di apprendimento, ma non soluzione a problemi occupazionali

• accetta di condividere col tutor esperienze che ha vissuto, di esporsi alla sua opinione

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Utente

• Dedica parte del suo tempo a questa attività (cfr. non hanno terminato portfolio 2 donne over 40 inoccupate: questione di genere)

Tempo, già per i filosofi greci la cosa più preziosa che un uomo possa spendere (Teofrasto, Vite dei filosofi), questione dirimente non solo per l’utente ma anche per il tutor

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Tutor

Non improvvisa ma è ha competente nella gestione dei colloqui di orientamento ed è opportunamente formato:

• conosce e sa indagare i saperi informali, • fa rispecchiamento (Rogers 1970, Lumbelli, 1981):

argina le banalizzazioni, • valorizza le competenze informali in un percorso

di empowerment,

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Tutor

• Fa scaffolding (Wood, Bruner e Voss, 1976) : interventi cadono nell’area di sviluppo prossimo dell’utente, rischio se richiesta eccessiva

• Intersoggettività: comprensione condivisa degli scopi e del significato dell’attività comune (Fase 1),

• Disponibilità, in termini affettivi, ad entrare in comunicazione e in relazione con l’altro.

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Tutor

• Durante i colloqui con l’utente, dedica tempo e spazio alla scrittura dei commenti per giustificare i criteri di selezione dei lavori –come già evidenziato- ciò promuove la capacità riflessiva e metacognitiva che accompagna qualsiasi crescita professionale.

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L’organizzazione

3) L’organizzazione che supporta il tutor deve credere ed investire nell’attività:

solo così il tutor potrà disporre del tempo materiale e psicologico necessario per accompagnare l’utente nel percorso di riflessione sulle sue esperienze passate, e nella selezione delle prove da inserire, (cfr. docenti CFP coinvolti durante prima fase di sperimentazione)

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Tempo per riflettere

Dewey (1938), filosofo statunitense comune riferimento per molte delle attuali teorie dell’apprendimento:

"To reflect is to look back over what has been done so as to extract the next meanings which are the capital stock for intelligent dealing with further experiences. It is the heart of the intellectual organization and of the disciplined mind.“

Riflettere significa guardare indietro a ciò che è stato fatto per poter estrarre quei nuovi significati che costituiscono il capitale per l’intelligenza nelle esperienze successive. E’ il cuore dell’organizzazione intellettuale e della mente metodica

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‘Ingredienti’ di una buona ricetta

Solo se tutti questi ingredienti saranno presenti il percorso di costruzione del portfolio costituirà un’occasione di crescita personale e professionale per l’utente e per il tutor.

Grazie per l’attenzione ! [email protected] [email protected]