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Cremona www.spicgillombardia.it La Cgil è conservatrice? Basta venire nelle nostre sedi per capire chi siamo di Franco Guindani – Segretario lega Spi Cremona Ancora una volta mi è capi- tato di leggere l’affermazione categorica che “la Cgil sta dal- la parte della conservazione difendendo un presente sba- gliato anziché accettare la scommessa di provare a co- struire un futuro migliore”. È facile dire che chi scrive lo fa per partito preso, che non conosce il sindacato e la sua storia o ne ha un’idea strana e preconcetta e che mi piacerebbe sapere qual è il suo concetto di un futuro migliore. Che io sappia la Cgil non è un ente pubblico, né una asso- ciazione assistenziale né un partito politico. La Cgil è una organizzazione di lavoratori e pensionati alla quale si aderisce liberamen- te contribuendo alle sue ne- cessità proporzionalmente al proprio reddito. È logico quindi che chi si iscrive pre- informarsi magari un po’ di più, o meglio basterebbe ve- nire nelle nostre sedi per ve- dere l’umanità che si pre- senta in cerca di aiuto. Non intendo affermare che la Cgil sia una organizzazione perfetta e non suscettibile a cambiamenti. Ma questi devono essere in meglio, per una Cgil meno di- visa, più confederale, più unita nella lotta comune e continua per una vita mi- gliore dei lavoratori, dei pen- sionati e delle loro famiglie, degli indigenti e degli ultimi, di coloro che non hanno di- fese contro la sopraffazione di chi pensa di poter tornare, questi sì conservatori della peggior specie, a regole ot- tocentesche o fasciste supe- rate e vinte anni fa grazie al sacrificio di chi si è battuto duramente per condizioni di lavoro e di vita migliori. tenda che l’organizzazione difenda i suoi diritti, lo assi- sta nei problemi lavorativi e previdenziali e più in gene- rale si adoperi a creare e di- fendere una società equa, solidale e rispettosa della di- gnità di ognuno. E su questi temi non si pos- sono fare scommesse. La Cgil è conservatrice? Sì, se questo vuol dire battersi per difendere diritti duramente conquistati negli anni pas- sati e che oggi si vuole nega- re in nome di un progresso o di una modernità che non condividiamo perché co- struita sulla pelle dei lavora- tori, sullo sfruttamento dei giovani, sulla negazione del diritto a una vecchiaia di- gnitosa di chi, lavorando per una vita, ha contribuito al reale e non ipotetico pro- gresso del nostro paese. Ci si accusa di difendere i pri- vilegiati, come se fosse oggi un privilegio avere un lavoro stabile, sicuro, dignitoso. Le lotte che il sindacato ha condotto e che la Cgil conti- nua a intraprendere non sono state mai e non lo sono nep- pure oggi, solo a favore dei propri iscritti, come forse sa- rebbe logico che fosse, ma vanno a beneficio di tutti, an- che di chi non è iscritto e, pen- sate un po’, anche di chi de- nigra il sindacato pur goden- do dei frutti del suo impegno. Basterebbe ragionare un po’, I nostri settant’anni di conquiste A pagina 2 Nuovi segretari per Cgil e Spi A pagina 2 Verso la carta dei diritti universali Landini a pagina 3 Come vivono gli anziani in Lombardia A pagina 5 Assegno al nucleo familiare A pagina 9 I Giochi di Liberetà a Grado A pagina 10 Un aiuto concreto ecco a cosa serve lo Spi A pagina 11 Sportello Spi A pagina 11 Il ruolo dei nonni A pagina 12 La bellezza del leggere A pagina 12 Numero 3/4 Giugno-Agosto 2017 Registrazione Tribunale di Milano n. 75 del 27/01/1999. Spedizione in abb post. 45% comma 2 art. 20b legge 662/96 Filiale di Milano - Euro 2,00 Direttore responsabile Erica Ardenti Lo Spi Lombardia a settant’anni dalla strage ha scelto Portella della Ginestra come luogo dove recarsi in occasione della Settimana dell’attivista. È stata l’occasione per ascoltare Serafino Petta, uno degli ultimi due testimoni di quel tragico 1° Maggio 1947, e per riflettere su quanto sia stata lunga, e ancora lo sia, la strada che porta verso la legalità per sconfiggere le mafie. La visita alla cooperativa Placido Rizzotto è stata fondamentale per capire questo faticoso cammino a pagina 8 La lunga strada della legalità

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La Cgil è conservatrice?Basta venire nelle nostre sedi per capire chi siamo

di Franco Guindani – Segretario lega Spi Cremona

Ancora una volta mi è capi-tato di leggere l’affermazionecategorica che “la Cgil sta dal-la parte della conservazionedifendendo un presente sba-gliato anziché accettare lascommessa di provare a co-struire un futuro migliore”.È facile dire che chi scrive lofa per partito preso, chenon conosce il sindacato e lasua storia o ne ha un’ideastrana e preconcetta e chemi piacerebbe sapere qual èil suo concetto di un futuromigliore.Che io sappia la Cgil non è unente pubblico, né una asso-ciazione assistenziale né unpartito politico.La Cgil è una organizzazionedi lavoratori e pensionati allaquale si aderisce liberamen-te contribuendo alle sue ne-cessità proporzionalmenteal proprio reddito. È logicoquindi che chi si iscrive pre-

informarsi magari un po’ dipiù, o meglio basterebbe ve-nire nelle nostre sedi per ve-dere l’umanità che si pre-senta in cerca di aiuto.Non intendo affermare che laCgil sia una organizzazioneperfetta e non suscettibile acambiamenti.Ma questi devono essere inmeglio, per una Cgil meno di-visa, più confederale, piùunita nella lotta comune econtinua per una vita mi-gliore dei lavoratori, dei pen-sionati e delle loro famiglie,degli indigenti e degli ultimi,di coloro che non hanno di-fese contro la sopraffazionedi chi pensa di poter tornare,questi sì conservatori dellapeggior specie, a regole ot-tocentesche o fasciste supe-rate e vinte anni fa grazie alsacrificio di chi si è battutoduramente per condizioni dilavoro e di vita migliori. ■

tenda che l’organizzazionedifenda i suoi diritti, lo assi-sta nei problemi lavorativi eprevidenziali e più in gene-rale si adoperi a creare e di-fendere una società equa,solidale e rispettosa della di-gnità di ognuno.E su questi temi non si pos-sono fare scommesse.La Cgil è conservatrice? Sì, sequesto vuol dire battersi perdifendere diritti duramenteconquistati negli anni pas-sati e che oggi si vuole nega-re in nome di un progresso o

di una modernità che noncondividiamo perché co-struita sulla pelle dei lavora-tori, sullo sfruttamento deigiovani, sulla negazione deldiritto a una vecchiaia di-gnitosa di chi, lavorando peruna vita, ha contribuito alreale e non ipotetico pro-gresso del nostro paese.Ci si accusa di difendere i pri-vilegiati, come se fosse oggiun privilegio avere un lavorostabile, sicuro, dignitoso.Le lotte che il sindacato hacondotto e che la Cgil conti-nua a intraprendere non sonostate mai e non lo sono nep-pure oggi, solo a favore deipropri iscritti, come forse sa-rebbe logico che fosse, mavanno a beneficio di tutti, an-che di chi non è iscritto e, pen-sate un po’, anche di chi de-nigra il sindacato pur goden-do dei frutti del suo impegno.Basterebbe ragionare un po’,

I nostri settant’annidi conquiste

A pagina 2

Nuovi segretari per Cgil e Spi

A pagina 2

Verso la carta dei dirittiuniversali

Landini a pagina 3

Come vivonogli anzianiin Lombardia

A pagina 5

Assegno al nucleofamiliare

A pagina 9

I Giochi di Liberetàa Grado

A pagina 10

Un aiuto concretoecco a cosa servelo Spi

A pagina 11

Sportello SpiA pagina 11

Il ruolo dei nonniA pagina 12

La bellezza del leggere

A pagina 12

Numero 3/4Giugno-Agosto 2017

Registrazione Tribunale di Milanon. 75 del 27/01/1999.

Spedizione in abb post. 45%comma 2 art. 20b legge 662/96

Filiale di Milano - Euro 2,00

Direttore responsabile Erica Ardenti

Lo Spi Lombardiaa settant’annidalla strage ha sceltoPortella della Ginestracome luogo doverecarsi in occasionedella Settimanadell’attivista.È stata l’occasioneper ascoltare SerafinoPetta, uno degliultimi due testimonidi quel tragico1° Maggio 1947, e perriflettere su quantosia stata lunga,e ancora lo sia, lastrada che portaverso la legalità persconfiggere le mafie.La visita allacooperativa PlacidoRizzotto è statafondamentale percapire questo faticosocammino

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La lunga stradadella legalità

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2Cremona

“Ho conosciuto mio papà al-l’età di quattro anni quandol’ho visto la prima volta al suoritorno dalla guerra…” conqueste parole Franco Guin-dani – per noi affettuosa-mente il maestro – inizia ilsuo racconto sugli anni del-la guerra con i ragazzi della 3a

A e B della scuola media diLevata.È lunedì 15 maggio, fuori èuna splendida giornata di ini-zio estate, per i ragazzi si av-vicinano i giorni di fine annoscolastico e le parole delmaestro incrociano i lorosguardi un po’ stanchi mameravigliati. Il racconto e le immagini sul-la lavagna mediatica pren-dono spunto dal libro Scuo-

la e fascismo, una raccoltadei registri di classe ritrova-ti da Guindani nella cantinadella scuola di Corte de’ Fra-

ti durante la ristrutturazione.Nei registri le insegnanti era-no tenute a descrivere minu-ziosamente quanto avvenivain classe e a testimoniare ilprogredire del formarsi “delgiovane italiano” che, comevoleva la retorica fascista,doveva avere sempre comeguida il motto Dio, Patria e

Famiglia. Si snodano così iracconti sulle adunate delsabato quando con l’uniformedei piccoli balilla ci si trova-va per l’alza bandiera con ilpodestà del luogo, insieme adaltri momenti più intimi, piùfamiliari: il papà partito per laguerra che non dà notizie,uno zio morto in guerra, il

pianto delle vedove, il freddoche costringe ad allungare levacanze di natale perché nonc’è legna a sufficienza… e al-tro ancora.Sembrano passati secoli tan-to appaiono distanti le due re-altà, ma sono trascorsi pocopiù di settanta anni dalla ca-duta del fascismo e dalla finedi una guerra terribile che hadevastato l’Italia e l’Europa.Poi c’è stato l’avvento dellademocrazia, il diritto di votoanche alle donne, il 2 giugnoe la nascita della Repubblica,tutti avvenimenti che questigiovani ragazzi stanno stu-diando sul libro di storia,una storia recente e che mol-ti dei nostri lettori ancorasentono sulla loro pelle.Allora ricordiamo loro chequesti settanta anni di pacesono un bene prezioso, biso-gna averne cura, ognuno di

noi, vecchio o giovane, è te-nuto a fare la sua parte per-ché la democrazia può anchenon essere per sempre, e tut-to quanto sta accadendo in-torno a noi ci dimostra comei venti di guerra siano semprepronti a prendere il volo.Si concludono, per quest’an-no, i nostri momenti interge-nerazionali; abbiamo incon-trato studenti di ogni ordinee grado; il nostro compito dipensionati è di liberare un po’del nostro tempo per metterloa disposizione dei più giova-ni, restituire loro le nostreesperienze e testimoniare la‘memoria’ che ci accomuna.Bene comune da condivideree salvaguardare.Un ringraziamento alle inse-gnanti Piera Federici e Leo-nilda Cambiati che ci hannoaccolto nelle loro classi.Ci ritorneremo. ■

I nostri settant’anni di conquiste oggi messe in discussioneScuola e fascismo alla scuola media di Levata

di Daniela Chiodelli – Segreteria Spi Cremona

In visita a BarbianaConcluso il progetto

Lavoro e Costituzione

Il 30 maggio, la delegazione Spi, insieme ai ragazzi di tre clas-si superiori dell’Istituto comprensivo Romani di Casal-mggiore si é recata a Barbiana. Emozionante conclusione delprogetto Lavoro e Costituzione. Ci accoglie Riccardo. Rappresenta la fondazione Don LorenzoMilani e ci accompagna in visita alla scuola, alla Chiesa, al-l’officina, al piccolo cimitero. “Tutto deve rimanere come al-lora” ripete, trasmettendo lo spirito del magistero ventennaledi Don Milani. A Barbiana sono cambiate le case, diventatebelle e ‘seconde’, hanno costruito la strada ma rimane ancoraun sentiero ripido per arrivare, porta lassù come allora. È di-ventato il sentiero della Costituzione che, come una via cru-cis, fa riflettere. Questo luogo custodisce e trasmette intat-to, a cinquant’anni dalla morte, lo spirito di un Maestro cheaveva a cuore (“I Care”) la vita di ragazzi a cui restituire laparola che non erano riusciti a padroneggiare e offre a noi unesempio da seguire! ■ Angela Maestrelli

Nel giro di poche ore sono avvenuti alcuni importanti cambiamenti nel quadro di-rigente della Camera del Lavoro cremonese, cambiamenti maturati all’interno di at-tente valutazioni personali e politiche da parte degli interessati e dei massimi diri-genti regionali.Già il 6 giugno, in seguito alle dimissioni di Mimmo Palmieri, annunciate in un comi-tato direttivo precedente, l’assemblea generale della Cgil ha eletto Marco Pedretti allacarica di segretario ge-nerale della Cameradel Lavoro e il 7 giugnol’assemblea dello Spicomprensoriale ha poieletto Mimmo Palmie-ri nuovo segretario ge-nerale.Palmieri subentra aRoberto Carenzi, di-missionario per sca-denza di mandato, chea sua volta andrà a ri-coprire un altro im-portante incarico al-l’interno della Cameradel Lavoro.L’assemblea ha salutato con un caloroso applauso la nomina di Palmieri che già nellesua funzione di segretario della Camera del Lavoro si è fatto apprezzare per le note-voli qualità umane e politiche, qualità sicuramente necessarie per guidare il nostro sin-dacato nei non facili momenti che ci aspettano.Altrettanto caloroso e particolarmente commosso è stato l’applauso che ha sottolineatoil saluto che Carenzi ha indirizzato allo Spi da lui diretto per otto anni. I presenti, at-tivisti, funzionari, segretari di lega, volontari hanno voluto così testimoniare a Caren-zi oltre al riconoscimento del valore politico della sua direzione anche l’affetto ami-cale e fraterno che ha saputo conquistare. ■

Nuovi segretari alla guida dello Spi e della Camera

del lavoro di Cremona

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3Lombardia

Verso la carta dei diritti universali L’impegno della Cgil continua

di Stefano Landini – Segretario generale Spi Lombardia

La piazza di Roma dello scor-so 17 giugno ha riconferma-to la tenacia di un percorsoche ha l’obiettivo di conqui-stare ed estendere, nuovi di-ritti, rimettendo al centrodell’agenda politica del Pae-se, il mondo dei lavori. Una proposta di rango costi-tuzionale, niente di tattico.Una sfida che ci impegna, inun progetto per il Paese cheha bisogno del fiato lungo diquella straordinaria stagioneche, nel secolo scorso, ci hapermesso di conquistare loStatuto dei lavoratori e con-temporaneamente di miglio-rare questo Paese elevan-done il grado di civiltà e dipartecipazione democratica. La complessità e la comple-

tezza della nostra propostafa ritornare attuale, nella no-stra pratica sindacale, quelPiano del lavoro, che a volteha scontato vuoti di inizia-tiva ma che mette in discus-sione il rapporto tra stato emercato.C’è uno spazio non coperto,che pretende di misurarsicon l’innovazione sociale,per affrontare sfide ineludi-bili, la riduzione delle disu-guaglianze, il ripensare il rap-porto tra benessere e svilup-po, tra generazione di valoresociale e produzione dellaricchezza economica, met-tendo al centro le persone ela loro capacità di migliorarela propria condizione. Questo è l’impegno dei sin-dacati dei pensionati, chevede lo Spi attore protago-nista, nella negoziazionesociale. Dentro le tematiche che af-frontiamo, ne appaiono dueprioritarie per dimensione epeculiarità: l’invecchiamentodella popolazione e le croni-

cità, a partire dalla non au-tosufficienza. Se la politica è il modo in cuiorganizziamo la vita collet-tiva allora ci troviamo difronte a problemi di primagrandezza. Cosa c’è di più moderno deidiritti? I diritti non possonoessere subordinati e resi-duali alle crisi, i diritti sonola cifra della qualità demo-cratica del Paese. Sulla seconda parte del con-fronto con il governo perl’attuazione del protocollodel settembre 2016, si incen-tra la nostra attenzione apartire dalla procrastinatarevisione del meccanismo diperequazione delle pensioni,nell’intento di discernere i

privilegi dalle pensioni da la-voro, quelle che non ci haregalato nessuno. Conquistare la Carta ci ob-bliga a gestire un arco tem-porale che non si adagia

sulla cabala del populismoche predilige lo zero. Zero compromessi, zero in-teresse, zero pazienza, zeroattese. Si smonta e si centrifuga lapolitica nell’opposizione atutto ciò che veniva primadel populismo.Mentre scriviamo la politicasoffre della incertezza deltempo dell’inquietudine.Emanuele Macaluso in unarecente bella intervista dicequeste parole “un bracciantenel 1950 dimostrava una cul-tura politica superiore amolti parlamentari odierni”. Per noi che facciamo il tifoper la politica con la P ma-iuscola, questo monito cosìautorevole non può lasciar-

ci indifferenti. Con-tinuiamo a speraree a dare un piccolocontributo per te-nere largo e apertala nostra metàcampo.Dopo questa lungacrisi c’è bisogno diricostruire, senzala presunzione didistogliere lo sguar-do dalle persone. C’è una globalizza-zione della indiffe-renza, proprio quan-do ci sarebbe biso-gno di capire, di nonfare di tutta l’erbaun fascio, di saperdiscernere.

Lo Spi, i suoi uomini e le suedonne, persone che hannopercorso un tratto di stradaimportante, sono ancora adisposizione di un progettoche restituisca al Paese lacapacità di risalire la china,cancellando le disugua-glianze immorali, aiutando illavoro, per chi lo cerca e perchi lo crea e magari metten-doli in comunicazione. “Libertà è partecipazione” ciricordava Gaber, ecco dun-que il tema ineludibile del ri-costruire un filo conduttorecollettivo, scommettendo sul-le intelligenze dei nostri figlie dei nostri nipoti, facendo iltifo per loro, costruendo in-sieme a loro il futuro. Così potremo continuare aessere fedeli ai nostri ideali,ripensare i diritti in untempo nuovo, misurandocianche con le opportunità deicambiamenti.Non sarà una passeggiata,ma se avremo la tenacia diperseguire questa strada, ca-piterà di risentire una can-zone popolare che torni asorprendere la società. Per lo Spi e per la Cgil,vuol dire cercare di capireil nostro tempo, senza illu-dersi di ricopiare ricettedel secolo scorso, in fondoanche così si rimane fedelia quegli ideali per cui mol-ti di noi, hanno dedicatogran parte delle nostre vi-te. Proviamoci! ■

Perché ancora in piazzaÈ del 17 giugno l’ultima grande manifestazione della Cgil a Roma in piazza San Giovanni ancora una volta per difendere illavoro e anche la democrazia.Dopo che il 21 aprile il parlamento aveva convertito in legge il decreto con cui si cancellavano i voucher e dopo che avevareintrodotto le vecchie norme sugli appalti, cancellando così i due referendum su cui la Cgil aveva raccolto migliaia di firme,col decreto di correzione della manovra economica i voucher sono stati reintrodotti. Adesso per il lavoro occasionale è pre-

visto un Libretto di Famigliain ambito domestico e il Con-tratto PrestO per le impresefino a cinque dipendenti.Per questo la Cgil si è mobi-litata, chiedendo al Presi-dente della Repubblica la tu-tela dell’articolo 75 della Co-stituzione e promuovendouna raccolta firme. Sempre laCgil considera necessariosollevare una questione di il-legittimità delle decisioniprese sia presso la SupremaCorte di cassazione – che haannullato il referendum sul-l’abrogazione dei voucher inragione di un provvedimen-to legislativo sconfessato dauno successivo – sia pressola Corte costituzionale. ■

Roma, la manifestazione dello scorso 6 maggio

a sostegno della Carta dei diritti

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4Lombardia

“Sarà indispensabile il no-stro ruolo su tutti i tavolinegoziali perché ci sia unabuona riuscita dell’appli-cazione della legge Dopo

di noi e dei rispettivi in-terventi. Bisogna, infatti,evitare che per l’ennesimavolta le risorse rimanganonelle disponibilità dei sog-getti istituzionali senza es-sere spese, con il rischionon troppo remoto di ve-derle perse dalle personedisabili. Come Spi ritenia-mo questa ipotesi non piùaccettabile, pur nella con-vinzione che molta ruggi-ne sia oggi accumulata neimeccanismi operativi dellearticolazioni regionali”. Così Claudio Dossi, Spi Lom-bardia, commenta il prossi-mo Piano attuativo di Re-gione Lombardia che dovràrendere esigibile ciò che pre-vede la legge Dopo di noi, delnovembre 2016.Il Piano regionale è, infatti,uno strumento indispensa-bile per l’utilizzo delle risor-se definite a livello naziona-le che per la nostra regioneassommano a 15.030.000euro per il 2016; 6.396.100euro per il 2017 e 9.368.000euro per il 2018. In tutto alla

Regione Lombardia da questo mese di luglio dovrebbe averinviato 150mila lettere ai pazienti cronici con almeno quat-tro patologie.Dovrebbe essere loro offerta la possibilità di modificare il pro-cesso di cura affidandosi volontariamente alla presa in cari-co da parte di un soggetto gestore, pubblico o privato. La let-tera dovrebbe anche contenere un elenco dei soggetti ac-creditati corrispondente al territorio dell’Ats di competenza.Una volta che il paziente avrà sottoscritto un contratto con ilsoggetto gestore della patologia, quest’ultimo fornirà un Pianoindividuale di assistenza su cui verranno scritte tutte le visitee i controlli medico-specialistici che il paziente dovrà svolgere.Sarà obbligo del gestore garantire tutte le visite nei tempi pre-visti e obbligo del paziente fare le visite e i controlli preven-tivati. Il paziente potrà cambiare gestore solo dopo un annoo per motivate e documentate negligenze del gestore.Vi è l’obbligo di aderire? Assolutamente no. Si può proseguirecon il normale iter di cura. Il nuovo processo presenta, co-munque, alcuni vantaggi: i tempi certi in cui eseguire gli esa-mi, un centro servizi che avrà il compito di coordinare le in-dagini anche al fine di ottenere una maggior aderenza dei pa-zienti alla cura.Tutti i pazienti cronici verranno inseriti nel nuovo program-ma? Verranno inseriti solo i pazienti cronici ricompresi dal-la Regione nelle tre casistiche a maggior complessità per untotale di 63 patologie.È sufficiente tutto questo per dare un giudizio positivo sul-la nuova presa in carico? Riteniamo che sia ancora troppopresto. Vanno innanzitutto definiti i costi della parte socio-sanitaria delle patologie croniche oggi a totale carico del cit-tadino. Vanno previsti controlli e verifiche sulla qualità del-le cure erogate.Attraverso gli sportelli sociali siamo a disposizione per for-nire ogni ulteriore chiarimento, ribadendo il nostro impegnoper migliorare la riforma, riconfermando la nostra volontà agarantire la tutela delle cure anche attraverso la presa in ca-rico pubblica. ■

Lombardia vengono 30,8 mi-lioni di euro.I destinatari del provvedi-mento sono le persone con di-sabilità grave, prive di soste-gno famigliare e con un’etàcompresa tra i 18 e i 64 anni.Cosa è previsto• Percorsi programmati di ac-compagnamento verso l’au-tonomia e uscita dal nucleodi origine, anche con sog-giorni temporanei, oppure lade istituzionalizzazione.• Interventi di supporto alladomiciliarità in soluzioni al-loggiative quali l’abitazioned’origine, i gruppi di appar-tamento, l’housing, il coho-

ausing secondo priorità diaccesso.• Programmi di accresci-mento consapevolezza: abi-litazione, sviluppo delle com-petenze per la gestione dellavita quotidiana e il raggiun-gimento del maggior livello diautonomia.Il piano operativo regionale siè mosso su tre direttrici: ar-ricchire, ripensare e ri-orien-tare le risorse regionali e i ser-vizi esistenti in un’ottica dimaggior flessibilità delle ri-sposte oggi assicurate.Per informazioni più detta-

gliate potete rivolgervi alle

sedi Spi più vicine a voi. ■

Donne e uomini nella società dell’immagineIl Coordinamento donne del-lo Spi Lombardia si è ritrova-to lo scorso 23 aprile nella SalaAlessi del Comune di Milanoper “cercare di fare, di condi-videre idee e quindi produrrecambiamenti per costruireuna società inclusiva”, comeha detto Carolina Perfetti in-troducendo i lavori della mat-tinata. Con questo nuovo ap-puntamento Donne e uomini

nella società dell’immagine,le donne dello Spi lombardohanno proseguito il lavoro dianalisi sugli stereotipi e sulpeso che hanno nel nostro vi-vere quotidiano, un lavoroiniziato nel novembre 2015.Dopo il saluto di BeatriceUguccioni, consigliera co-munale, che ha anche ricor-dato l’impegno dello stessoComune milanese su questotema, la parola è passata aMonia Azzalini, Osservato-rio di Pavia Media Research,che con dovizia di dati ha il-lustrato come è cambiata lapresenza delle donne nei me-dia, sia in Italia che in Euro-pa. Non solo, si è infatti sof-fermata sul recente progetto100 esperte realizzato con

Rete Giulia, in cui si dà vocee volto a cento donne ricer-catrici piuttosto che scien-ziate, economiste, politicheinsomma donne con alti pro-fili professionali ma moltospesso sconosciute anche almondo dei media e che, quin-di, non vi compaiono. Moltointeressante è stato il contri-buto offerto da Sveva Maga-raggia, sociologa dell’Uni-versità Bicocca Milano, cheha parlato della violenza nel-le canzoni pop italiane, inte-ressante soprattutto perchéha spaziato in un mondo de-cisamente poco conosciutodalla platea presente, ma nondai nipoti che probabilmenteascoltano quelle canzoni ognigiorno. Un mondo da cui èemerso un quadro poco ras-

sicurante soprattutto nel con-nubio amore-violenza e nelletipologie individuate: io nonvalgo nulla/le donne sonotutte prostitute; mi picchiaperché me lo merito/ti picchioperché ti comporti male op-pure perché sono geloso.Altro mondo quello delle can-zoni care alle donne deglianni ’70 di cui ha parlato lasegretaria dello Spi milaneseAnna Celadin, in un inter-vento che ha preso lo spun-to dal lavoro svolto all’inter-no della lega Forlanini delloSpi milanese e da cui è anchenato un video. Sono canzonida cui emergevano le istanzedelle donne di quegli anni, laloro voglia di autonomia e in-dipendenza.La carrellata si è chiusa con

uno sguardo al mondo del fu-metto e a come anch’esso siacambiato. Alberto Ostini, sce-neggiatore e importante pi-lastro della casa editrice Bo-nelli, è partito ricordandoArcibaldo e Petronilla, quin-di, le figure delle donne deglianni ’30/50 per arrivare al-l’attualissima Julia, la primaeroina reale. Una figura didonna il cui riconoscimentopassa attraverso la profes-sionalità e non la sessualità.Il tutto è stato caratterizzatodalla performance dell’attriceMaria Sofia Alleva che ha re-citato due bei monologhi.Le conclusioni sono state af-fidate a Stefano Landini, se-gretario generale Spi Lom-bardia, che ha sottolineatol’impegno dello Spi nell’ac-

cogliere tutti gli stimoli ed ele-menti che aiutano a cambia-re in meglio l’organizzazionee, per quanto possibile, la so-cietà. Un ruolo a cui lo Spinon rinuncia e un compito ri-spetto al quale non si tira in-dietro.Dopo aver toccato an-che le tematiche trattate, Lan-dini ha voluto ricordare labella manifestazione di saba-to scorso a Milano a favore diuna società che sappia inclu-dere i migranti e non solo.Forte solidarietà è stataespressa nei confronti delledue sindache Trezzi e Chittòche hanno subito sui socialpesanti commenti per la loroscelta di essere in piazza e divoler attivamente lavorareper l’inclusione dei migrantinelle loro comunità. ■

Legge Dopo di noisiamo all’attuazione

Cronicitàultime novità

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“Festival RisorsAnziani dicegià da sé quello che vogliamoribadire: gli anziani sono epossono continuare a essereuna risorsa importante, ge-nerosa per tutta la società. Inquesti giorni a Mantova rin-noveremo la nostra vogliadi stare insieme e di stare nel-la città”. Così Stefano Landi-ni nell’inaugurare la terzaedizione di Festival Risor-sAnziani ne ha ribadito l’ideadi fondo, che si accompagnaa quella del dialogo interge-nerazionale. Lo sfondo que-st’anno è stato offerto dallabellissima Mantova, che tut-ti i convenuti hanno potutoammirare e apprezzare anchegrazie all’ottimo lavoro chetutti volontari dello Spi man-tovano, insieme ai loro diri-genti, hanno fatto.Quest’anno al centro del Fe-stival il primo giorno c’è sta-to il convegno dedicato allapresentazione e discussionedella ricerca su La condi-

zione degli anziani in Lom-

bardia, curata da FrancescoMontemurro dell’Ires LuciaMorosini, mentre il secondogiorno si è discusso di be-nessere e stili di vita, di in-vecchiamento attivo e di ali-mentazione, cultura e movi-mento. Oltre allo spazio de-dicato al rapporto coi piùgiovani con la presentazionedel Progetto Anchise, realiz-zato con gli studenti della IVB del liceo scientifico Sanfe-lice di Viadana.Tantissimi gli ospiti: i sinda-ci di Mantova, Brescia e Va-rese – rispettivamente MattiaPalazzi, Emilio Del Bono eDavide Galimberti – e l’as-sessora ai Servizi sociali delComune di Bergamo, MariaCarolina Marchesi; i consi-glieri regionali Angelo Ca-pelli e Marco Carra, il segre-tario generale dello Spi IvanPedretti e la segretaria Cgil

Lombardia, Marinella Ma-gnoni che hanno dato vita aun interessante dibattito laprima mattina dopo l’illu-strazione della ricerca e l’in-troduzione di Claudio Dossi,segreteria Spi Lombardia,che ha ricordato come la ne-goziazione sociale “con i Co-muni, la Regione e le sue ar-ticolazioni, oltre alle Rsa ci hapermesso di raggiungere im-portanti risultati a favore de-gli anziani e dei cittadini ingenerale nei 460 comuni lom-bardi e 82 piani di zona doveabbiamo realizzato inteseche parlano di tutela socialee di difesa dei redditi”. Tan-te le aree di intervento indi-viduate e su cui c’è bisognodi continuare se non addirit-tura aprire nuove partite: sa-nità, Rsa, condizioni abitati-ve, mobilità, sicurezza, servizisocio-culturali, tempo libero.E in tutto questo il territorioriveste un ruolo di primopiano. Molto interessanti leesperienze portate dai sin-daci con progetti che si stan-no man mano realizzando:progetti di lavoro per i gio-vani formando anche figureche possano andare incontroai bisogni relazionali deglianziani a Mantova, lavori sul-l’urbanistica e sui trasporti aVarese, la costruzione di casefamiglia e punti di comunitàa Brescia, progetti di invec-chiamento attivo a Berga-

mo. Tutte idee che sono sta-te offerte alla discussione. Eproprio i temi dell’innova-zione del welfare, di quali si-stemi di protezioni, di qualiinnovazioni produttive do-vrebbero essere al centrodel futuro congresso dellaCgil, almeno per il segretarionazionale Spi, che ne ha au-spicato un percorso unitario. Il secondo giorno si è aper-to con la presentazione delLibro delle idee. “Se cercas-simo di legare a un filo con-duttore il contenuto di que-sto libro – ha detto Landini –potremmo individuare la li-nea dell’iniziativa dello Spi inLombardia. Solidarietà, co-noscenza, rispetto, alleanzafra le generazioni, sobrietà,apertura al nuovo, ricordosenza retorica, volontà diesserci e di continuare a es-sere parte indispensabile diquella grande organizzazioneche è la Cgil senza mai smar-rire l’interesse generale delnostro Paese”.Ma che cosa contiene Il libro

delle idee? Tutti i progettirealizzati nei vari territorilombardi dai nostri volonta-ri in collaborazione con di-verse associazioni, case di ri-poso, istituzioni che hannocoinvolto anziani e non, gio-vani disabili, cittadini, giovanistudenti. In poche battuteviene riassunto il progetto, i

soggetti coinvolti, i risultatiraggiunti.“Noi abbiamo agito – haspiegato Valerio Zanolla, se-gretario organizzativo – ba-sandoci su un concetto: nes-suno è escluso, cercandocosì di combattere una del-le peggiori malattie dellanostra società, che col-pisce gli anziani e i piùfragili, la solitudine. Lanostra azione ha un filorosso che la collega quel-lo della solidarietà e delprogresso sociale”. La mattinata è stata aper-ta da una relazione dellasegretaria regionale Me-rida Madeo, che ha toc-cato i temi del benessere,degli stili di vita e dell’in-vecchiamento attivo equindi dell’impegno delloSpi. “Per noi parlare di sanaalimentazione – ha detto Ma-deo – vuol dire anche e sem-pre mantenere l’attenzionealle persone e alla loro con-dizione materiale. Sappiamoche la crisi non ha colpitoallo stesso modo i diversiceti sociali, le diseguaglianzesi vedono anche a tavola. LoSpi non intende affrontaretutti i temi legati al benesse-re, a migliori stili di vita, al-l’invecchiamento attico nonsolo dal punto di vita cultu-rale e sociologico, ma an-che agendo concretamente

attraverso al contrattazionesociale nei territori, compitoprimari di un sindacato”. Ladiscussione si è poi arric-chita con i due importanti in-terventi del geriatra RenatoBottura e del docente di ga-stronomia Slow food, Gil-berto Venturini. Notevoli sono stati anche glispazi dedicati alla cultura ealla conoscenza della città: gliospiti hanno potuto vedere lebellezze offerte dai laghi e dalparco del Mincio il primopomeriggio per poi cono-scere in serata il volto me-dievale di Mantova attraver-so il corteo storico – curatodall’associazione MantovaMedioevale – e i canti delcoro della Schola Cantoruminsieme al concerto con stru-menti d’epoca de I musican-ti d’la Basa.

Mentre il venerdì pomeriggiohanno chiuso in bellezza – enon è solo un modo di direquesta volta! – con la visita aPalazzo Ducale, alla Basilicadi sant’Andrea attraversandoil centro storico di questo gio-iello che è Mantova.

Gli atti dei due convegni te-nuti durante Festival Risor-sAnziani saranno pubblica-ti nel prossimo numero diNuovi Argomenti. Chi è in-teressato può farne doman-da allo Spi Cgil Lombardia02.2885831. ■

Come vivono gli anziani in Lombardia e come farli vivere meglio

A Mantova la terza edizione di Festival RisorsAnzianidi Erica Ardenti

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6Lombardia

“Dopo la positiva esperienzadell’anno scorso, quando an-dammo a visitare il campo diMauthausen e il castello diHartheim, quest’anno abbia-mo voluto fare un altro Viag-gio della Memoria semprecon i giovani e i nostri attivi-sti non solo per condividereun’esperienza così importan-te ma anche per dare corpo,realizzare nei fatti quel dialo-go fra intergenerazionale a cuilo Spi tiene in maniera parti-colare. Confrontarci con glistudenti delle scuole mediesuperiori così come dell’uni-versità vuol dire per noi, nonsolo passare il testimone del-la storia del nostro paese, maanche e soprattutto guardarein avanti e costruire insiemeun futuro dove democrazia,equità sociale e dignità del vi-vere appartengano a tutti”.Così Stefano Landini, segre-tario generale Spi, sintetizza ilsenso e il valore del viaggio

fatto tra il 29 e il 31 marzo daattivisti dello Spi arrivati datutti i territori lombardi e daun folto gruppo di studenti.Quest’anno sono ricorsi i ses-sant’anni dei Trattati di Roma,ovvero i trattati che hannomesso le basi per la futuraUnione europea, ma il sognodi un’Europa unita ha radicipiù lontane. Si trova nellasua prima enunciazione nelManifesto per un’Europa li-

bera e unita più noto comeManifesto di Ventotene, laterra (o meglio l’isola) di con-fino in cui fu pensato da Eu-genio Colorni, Ernesto Rossie Altiero Spinelli e poi scrittoper la maggior parte da Spi-nelli, che all’idea di Europaunita dedicò tutta la sua vita. Per questo il Viaggio dellaMemoria 2017 ha avuto comemeta l’isola di Ventotene.La prima tappa è stata però

fatta a Marzabotto, visitandoprima il monumento e i restidella chiesa che ci sono aMonte Sole e, quindi, il Sa-crario che raccoglie i resti del-le 778 vittime civili e dei par-tigiani deceduti nelle varielocalità del Comune di Mar-zabotto, la maggior parte vit-tima delle stragi compiute trail 29 settembre e il 5 ottobre1944. L’eccidio di Marzabottoè considerato un crimine con-tro l’umanità, fu compiutodalle SS guidate da WalterReder su ordine del mare-sciallo Albert Kasserling conl’obiettivo di proteggersi dagliattacchi partigiani durante laritirata mentre l’esercito al-leato era bloccato sulla LineaGotica. È stato un momento,questa visita, di particolareemozione, come potrete leg-gere nei commenti raccolti quidi seguito, soprattutto per-ché leggere i nomi e le età del-le vittime ha dato realmente

l’idea di come la guerra/leguerre ormai riguardino tutti,non solo i militari. Di diverso impatto è stata lavisita a Ventotene. Delle ca-supole in cui vissero i confi-nati così come delle mense,delle botteghe che avevanoaperto è rimasto ben poco,soprattutto targhe, ma il rac-conto della guida ha ben resol’idea della durezza della vita,delle privazioni a cui eranosottoposti i confinati. Ben800 deportati e 350 militi,dodici baraccamenti costruitimale e in fretta – tanto checominciarono a cadere subi-to a pezzi – il tutto in un’areadi 800 metri. Questo il peri-metro entro cui erano rin-chiusi. Eppure molti dei pri-gionieri usarono il confinocome una sorta di universitàproletaria, dove crescere siapoliticamente che cultural-mente. E il Manifesto ne èstato una prova. ■

Ricordare dialogando con i giovaniIl Viaggio come esperienza intergenerazionale: un’idea vincente

“È stata certamente un’espe-rienza utile e interessante.Coniugare il passato col pre-sente e il futuro in un gruppointergenerazionale, che con-vive per tre giorni. Il drammainconcepibile di Marzabottocome monito che sovrastatutto. La capacità di un grup-po di confinati – isolati, se-gregati e allontanati dal viverecivile e sociale – di far na-scere da quella desolazione ilgrande progetto dell’Europa.Dal fango è nato il fiore cheper sessantant’anni è brillato”.Marcello Gibellini, Spi Ber-gamo, sintetizza così la suaesperienza esprimendo allostesso tempo quello che èstato un po’ lo stato d’animodi tutti partecipanti.Si può dire che la condivisio-ne del viaggio col gruppo distudenti sia stato l’elementopiù apprezzato, dimostrandocosì la giusta intuizione concui lo Spi lombardo ha volu-to ideare questi Viaggi dellaMemoria: unire giovani e an-ziani nel ripercorrere/rivivereeventi importanti della no-stra passata – eppur ancorarecente – storia.“Mi ha entusiasmato la par-tecipazione di un nutritogruppo di giovani studenti –sottolinea Lauro Barelli, legaSpi Bernareggio (MonzaBrianza) – È stato un veropiacere vedere la loro com-

postezza e il loro interesse aidiversi momenti di analisi espiegazione degli esperti checi hanno guidato nel percor-so. È importante che i nostriragazzi siano capaci di co-gliere il valore di quello cheè accaduto in passato nelnostro paese, di essere i te-stimoni di avvenimenti cosìlontani dalla nostra realtà emantenerne la memoria”. Aigiovani, dunque, un simboli-co passaggio del testimone:“Visitare Ventotene insiemeagli studenti – dicono LuigiFoglio e Renzo Sarzi, segre-tari lega Spi di Casalbuttanoe Casalmaggiore (Cremona)– è stata una bella esperien-za perché la storia possa es-sere tramandata alle giovanigenerazioni”. Opinione con-divisa anche da FernandaFumagalli, segretaria legaSpi Sempione (Milano), men-tre diversa è stata l’espe-rienza di Dolores Digonzelli,lega Spi Colico (Lecco) che èvenuta accompagnando i duegiovani della Costa d’Avorioora in Italia e che hanno allespalle un’esperienza parti-colare, come esplicita ancheKalou nell’articolo che se-gue. “Dopo il viaggio ci siamoincontrati nuovamente – rac-conta Digonzelli – e ci hannoraccontato molto della lororealtà dove se sei un dissi-dente puoi solo cercare di

fuggire, anche perché la guer-ra loro l’hanno in casa”. La guerra e i suoi orrori sonostati al centro delle rifles-sioni legate alla visita a Mar-zabotto. Per Foglio e Sarzi lavista al Sacrario non è statala prima, eppure “abbiamo ri-provato lo stesso sdegno perquanto fatto da parte dei na-zifascisti alle popolazioni ci-vili inermi”, “Marzabotto –dice Fumagalli – continua a

ricordarci quei momentidrammatici che non dobbia-mo mai dimenticare. Solosul passato puoi costruirequalcosa di positivo”. “C’èuna sensazione di gelo – diceAngelo Lovati, segretario legaSpi di Saronno – che ti sci-vola per la schiena quandoentri nel Sacrario: sotto gliocchi quel lunghissimo elen-co di nomi con le date di na-scita. Famiglie intere, anzia-

ni, donne, ragazze, bambini,persino neonati sterminatiincolpevoli. Proprio un pun-go nello stomaco”. Ma forse l’esperienza più

nuova per tutti è stata la vi-sita a Ventotene, il conosce-re la realtà del confino dicui in effetti si parla semprepoco. “È stato emozionante –afferma Barelli – conosceregli episodi di vita dei più im-portanti antifascisti confina-

ti fin dal 1939 a Ventotene. Ilregime fascista trasformòl’isola in un’occasione spe-ciale e irripetibile per la sto-ria futura del nostro paeseperché è proprio lì che siforgiò la classe politica dellafutura Repubblica. L’isola daluogo di umiliazione si tra-sformò in luogo di testimo-nianza e di riscatto”. “Le dueore di traghetto per raggiun-gere l’isola, quasi nel mezzo

del nulla, mi hanno fatto ca-pire come fosse pesante ilconfino in quegli anni – rac-conta Lovati – Non avevomai approfondito le mie co-noscenze su questa parte del-la nostra storia e così, graziealla brava guida, ho scopertoche c’era anche Giuseppe DiVittorio”. “Nonostante le lorocondizioni disagiate – diceFumagalli – hanno seminatoil futuro di tutti noi. Tutto ciòha permesso all’Europa inquesti sessant’anni di pre-servarsi di situazioni belli-che. Eppure guardando l’iso-la oggi sembra impossibileche un paesaggio così stu-pendo sia stato una prigionea cielo aperto per centinaia dipersone”. “Questo viaggio –riflettono Foglio e Sarzi –essendo noi europeisti con-vinti e sostenitori fin dalla suanascita di un’Europa di pace,sviluppo sociale e progresso,ci ha dato ulteriore slancioper costruire davvero un’Eu-ropa dei popoli, dell’acco-glienza, un processo che nonsi è ancora concluso”.“Per finire al rientro – con-clude Lovati – la sosta adArezzo. Passeggiando tra lesue viuzze, Piazza Grande ePiazza San Francesco ven-gono alla mente le immaginidel film di Benigni La vita è

bella. Giusto per non di-menticare!” ■

Ventotene: una vera scoperta

Pagina a cura di Erica Ardenti

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7Lombardia

“Dovremmo riflettere sul fat-to che le commemorazionifatte una volta all’anno nonservono”, dice Claudio sot-tolineando quanto Kalou hadetto pochi istanti prima:“sono ivoriano e sono qui inItalia da un anno, mi sentoveramente triste: in Africa hovisto tanta gente morire. Ognianno si celebra la giornatadella memoria ma ogni gior-no si continua a morire”.Sono già passate le dieci disera ma gli studenti, che han-no partecipato al Viaggio del-la Memoria 2017 organizzatodallo Spi Lombardia, sonoancora tutti nella sala riunio-ni dell’albergo di Formia a di-scutere con noi delle impres-sioni avute durante la visita alSacrario di Marzabotto e al-l’isola di Ventotene. E questononostante la stanchezza didue giornate molte intense.A Marzabotto ci si è fermatidurante il viaggio di andata.Una prima tappa nella fra-zione Casaglia di Monte Soledove ci sono i resti della chie-sa di Santa Maria Assunta incui si era rifugiata la popola-zione e dove i tedeschi irrup-pero facendo numerose vitti-me, quindi il Sacrario cheraccoglie i resti di 778 vittimecivili e partigiani deceduti inquei terribili giorni. “Ho im-maginato cosa deve esserestata quella caccia all’uomo”,dice Claudio a cui fa eco Jor-dan: “ho trovato molta disu-manità in quei generali nazi-sti che non si sono mai pen-titi e che hanno sempre so-stenuto di aver solo eseguitodegli ordini”. “Mi ha colpitomolto l’epigrafe dedicata al-l’ignoto Non so perché sono

stato ucciso e non ho nem-

meno un nome”, cita Anna-bella colpita, come altri, dal-la quantità di vittime civili, eRachele: “è terribile che sia-

no state uccise persone estra-nee alla guerra, che cosaavranno provato in quei mo-menti?”, “guardando la chie-sa distrutta ho pensato ai ru-deri medievali ma soprattut-to alla fragilità dell’esistenzaumana”, commenta Matteo.“Per me – dice Kalou – Mar-zabotto e Ventotene hannoqualcosa in comune: a Mar-zabotto sono state uccise per-sone che avevano idee diver-se, per lo stesso motivo aVentotene ne erano confina-te altre”. “Vedere il contestodell’isola – dice Vincenzo – lemense, i luoghi di aggrega-zione che avevano creato facomprendere come l’idea diEuropa unita sia nata anchedalla grande sofferenza vis-suta da questi intellettuali”. Lasofferenza e la solitudine sem-brano essere due elementiche hanno impressionato unpo’ tutti: “Mi ha colpito – in-terviene Jordan – che in unacondizione così disperata siastata prodotta un’opera comeIl Manifesto”, “penso – ri-

flette Andrea – a come tanementi messe insieme abbianotrovato una grande forza”;“bisognerebbe ammirarli –sostiene Alessandro – percome hanno vissuto e gestitola loro vita all’interno del-l’isola dimostrando che l’iso-lamento non serve”, “per meVentotene è stato un autogoldel fascismo”, torna alla ca-rica Vincenzo. “Quegli uomi-ni e quelle donne confinatehanno fatto un’esperienzache ha permesso loro di di-ventare le persone che sonostate. Ma non è possibile chequesto debba accadere per-ché si pensa in maniera di-versa né è possibile che ci siacrescita solo sotto trauma”,rincara Claudio.“Le premesse alla base del-l’unità dell’Europa non sonostate però raggiunte – fa no-tare Azra – ci dovevano es-sere politiche comuni a tuttima non è così, i paesi più for-ti oggi limitano la competiti-vità di quelli più fragili. Ma iproblemi più grandi riguar-dano la mancata tutela dei ri-fugiati. Come gestiamo l’im-migrazione quando si forma-no solo correnti di pensierocontro? Se Il Manifesto diVentotene è oggi attualissimovuol dire che non siamo an-dati avanti quindi dobbiamocapire come possiamo farlo”.Per Rachele: “l’Europa oggi èin crisi anche a causa di Bre-xit, che non è certo stata vo-luta dai giovani ma dai più an-ziani. L’Europa è nata perunire, ma oggi c’è solo divi-sione”, ma Matteo puntua-lizza: “l’Europa è nata dallasofferenza, è interessante no-tare come i paesi fondatori

fossero tutti paesi devastatidalla guerra. Brexit è venutada una nazione che è semprestata euroscettica e i nuovipaesi che hanno aderito negliultimi anni hanno una storiadiversa che li porta a non ac-cettare, per esempio, che sidecida tutti insieme. L’immi-

grazione è il grande banco diprova di fronte al quale l’Eu-ropa deve tenere”. Per Giada“si finge una presa di co-scienza quando, anche in Ita-lia, si dice che l’Unione ci ren-de più poveri. Si cerca solo uncapro espiatorio anche quan-do si invoca l’uomo forte”,non solo per Isacco: “c’è de-bolezza nell’uomo modernoche non sa trovare soluzioniper cui si affida al potere diuno solo, una svogliatezzache è frutto della disillusione.Molti sono anche stati porta-ti a pensare queste cose”.“Non è tanto il fatto che lagente vuol farsi comandare –controbatte Vincenzo – è che

siamo disabituati a una dia-lettica della complessità. Perl’opinione pubblica è moltopiù facile trovare un nemico”.Disincantati e pessimisti duefra i più giovani, se infatti aGiulia l’Europa sembra “unbambino che si affaccia allapolitica ma è fatta da uominimolto vecchi”, Andrea rin-cara la dose: “per me l’Euro-pa è destinata a soccombere,ha una storia, è un punto diriferimento per quanto ri-guarda l’arte, la cultura matecnologicamente da chi di-pendiamo? Vedo i paesi del-l’Oriente che si stanno im-ponendo, l’Europa si spegne,dipende dall’America. Io viag-gio molto tra Svizzera e In-ghilterra e in Svizzera vedopiù ricchezza, una migliorequalità della vita, un miglio-re funzionamento di tutti iservizi e la gente contenta dicome vanno le cose”.L’impegno di tutti viene vistocome una delle condizioniper migliorare la situazione.È Giada a lanciare un moni-to: “bisogna formare le per-sone, la democrazia non è un

bene acquisito una volta pertutte e se noi ci informiamoqualcosa lo possiamo fare”,ma l’appello più accoratoviene da Kalou: “siamo ungruppo non possiamo far fin-ta di non esserlo. Dopo la se-conda guerra mondiale l’Ita-lia è stata ricostruita, sonostati gli uomini che l’hanno ri-costruita. Non si può direche non è possibile. C’è bi-sogno di informazione, c’è bi-sogno di studiare. Siamo noigiovani che possiamo cam-biare il mondo. Vedere, comeabbiamo fatto in questi gior-ni, è diverso e noi dobbiamochiedere e informarci daquelli che sanno”. ■

“Siamo noi che possiamo cambiare il mondo”

Il bisogno di sapere e di confrontarsi. Parlano gli studenti

La nostra squadra giovanile!Da Brescia: Marco Aulino, Matteo Nigro,

Azra Hasani, Giada Trioni

Da Bergamo: Andrea Lara, Claudio Piro

Da Cremona: Andrea Marossi, Rachele Mazzini,

Silvia Prandini

Da Lecco: Kalou Kone, Teby Serge Oliver Dinguy

Da Lodi: Annabella Salzano, Giulia Stroscio

Da Mantova: Alessandro Torchio, Jordan Anversa

Da Pavia: Vincenzo Orti

Da Sondrio: Isacco Del Togno

In cammino verso Monte Sole

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8Lombardia

“Ci volevano fermare ma ogginoi siamo qui a parlare del-l’eccidio di Portella della Gi-nestra: non ci hanno ferma-to!” Così Serafino Petta, unodegli ultimi superstiti dellastrage di Portella ha conclu-so il suo racconto davanti aidirigenti dello Spi Lombardiae ai suoi attivisti e volontari.Quest’anno la Settimana del-

l’attivista organizzata dalloSpi Lombardia ha avuto comemeta la Sicilia e, più precisa-mente, Portella della Ginestraproprio perché nel 2017 ri-corrono i settant’anni di quel-la che fu la prima strage del-la storia dell’Italia democra-tica., strage di cui tutt’orasono ‘sconosciuti’ i mandan-ti. Il tema della legalità è sta-to poi toccato con la visitaalla cooperativa Placido Riz-zotto, che si è sviluppata suiterreni confiscati ai mafiosi.La commemorazione è ini-ziata con la lettura, da partedi Valerio Zanolla, segretarioregionale, di alcuni stralcidel discorso che Luciano

Lama tenne in occasione deltrentesimo della strage da-vanti all’Assemblea regiona-le siciliana. Stralci che hannomesso in evidenza come iproblemi della democrazia,del rapporto coi partiti poli-tici, dei rapporti fra nord esud del paese, fra le genera-zioni siano ancora all’ordinedel giorno.

La rievocazione di Serafino PettaI ricordi partono da moltolontano, dalla nascita dei Fa-sci siciliani nel 1891 per ope-ra di Nicola Barbato che scel-se proprio Portella come luo-go dove festeggiare il 1° Mag-gio e c’è il famoso Sasso diBarbato a ricordare questoevento. Guidati da un drap-pello di borghesi illuminati ilmovimenti del Fasci era com-posto soprattutto da conta-dini che chiedevano la terraper poter vivere, un movi-mento che assunse subito

grandi dimensioni e che fustroncato nel giro di due annicon grandi stragi. Ma Pianadegli Albanesi è una zona dasempre sensibile ai problemisociali e così nel 1920-1921 siha il biennio rosso caratte-rizzato da forti lotte per le ter-re e di nuovo dall’uccisione dimolti dirigenti sia sindacaliche politici.Petta ricorda poi come nel ’43viene subito ricostituito ilpartito comunista e organiz-

zata la sezione locale e nel ’44si torna a festeggiare il 1Mag-gio, che ha una valenza par-ticolare perché siamo in annidi fortissima povertà: “quimancava tutto – dice Serafi-no – acqua, luce, fognature,ma soprattutto il cibo perquesto se ne organizzò laraccolta e quel 1 Maggio ar-rivarono due carri con pane,formaggio e carciofi e vinoperché è questo che qui siproduceva. Si voleva che tut-ti mangiassero qualcosa al-meno quel giorno e c’ero an-ch’io… avevo tredici anni”.Nel ’45 e nel ’46 si tornò dinuovo. Fu però nel 1947 cheil 1 Maggio assunse un signi-ficato particolare perché po-chi giorni prima le forze del-la sinistra avevano ottenutola maggioranza relativa nelleelezioni regionali. Inoltre nel’44 il governo unitario avevaapprovato i decreti Gullo cheprevedevano la concessionedelle terre incolte ai conta-

dini e nel ’46 i conflitti au-mentarono sensibilmente, cifurono molte occupazionidei terreni e anche qui lareazione fu brutale. “Mio pa-dre non voleva che io parte-cipassi – ricorda Serafino – eanch’io in certi momenti ave-vo paura. I risultati delle ele-zioni regionali fecero sì chemafia, politici, grandi feuda-tari e la stessa chiesa, per laquale i comunisti erano deidelinquenti, si alleassero. Perquesto quel 1° Maggio era di-verso. Quel giorno in attesadell’oratore ufficiale preseper primo la parola il segre-tario della Camera del lavo-ro di San Giuseppe e subitopartirono i primi spari chescambiammo per l’inaugu-razione della festa. Io ero lìcon un mio amico, un mioamico che sotto quelle raffi-che morì. Non appena capiiche ci sparavano corsi versoil podio dove c’era mio padre,ma poi richiamato da un vec-chio mi diressi dove ora c’è ilpiazzale. Lì allora c’era un tor-rente e il terreno era semi-nato a grano, c’erano dellebuche e lì mi nascosi dopoaver visto i corpi di due don-ne. Ogni tanto alzavo la testaper cercare mio padre ma ilvecchio ci picchiava sopraper farmela abbassare…dopo abbiamo solo potuto

La lunga strada della legalità Dalla strage di Portella ai beni confiscati

di Erica Ardenti

aiutare i feriti e raccogliere inostri morti. Intanto a Pianala mafia aveva organizzatouna festa per crearsi ancheun alibi, per farsi vedere inpiazza e non essere additaticome colpevole della strage.Sono stati giorni brutti, pertante notti abbiamo tenuto lacase illuminate, Ma non cisiamo ritirati, un mese dopoil 1 giugno in tanti siamo tor-nati a Portella per ricordarele vittime, c’era tanta gentearrabbiata. Ma nemmenoloro si sono fermati, sono sta-ti tanti in quegli anni i diri-genti del Pci e delle Cameredel lavoro uccisi”.

Gli interventi di Landini e CalàDopo la rievocazione di Pet-ta è stato Maurizio Calà, se-gretario generale Spi Sicilia,a prendere la parola. “Le vit-time di Portella furono solole prime, ma la scia è moltolunga comprende anche dueuomini famosi come Falconee Borsellino. Per troppi annil’associazione mafiosa nonvenne riconosciuta come rea-to. Dovemmo arrivare al 1982e molto dobbiamo a Pio LaTorre”. Calà nel suo inter-vento ha ricordato i passag-gi più importanti della storiasiciliana, delle lotte contadi-ne e non solo, ha ricordatomolti dei suoi morti sottoli-neando come per la mafiafosse importante non tantouccidere questi uomini, masoprattutto farne sparire an-che il ricordo. Stefano Landini nel prende-re la parola ha voluto subitoringraziare Serafino Petta:“a te va tutta la nostra grati-tudine che è pari a quella cheriserviamo alle donne e agliuomini della Resistenza ver-so cui abbiamo una grandedebito”. Landini ha poi ri-cordato come lo Spi lombar-do sia da anni impegnato an-

che sui temi della legalitàtanto da aver cognato un suoslogan presentato l’anno aCattolica in un convegno daltitolo Il reSPIro della legali-

tà. Landini ha non solo ri-cordato le infiltrazioni dellamafia nel nord Italia, ma haanche sottolineato come an-che qui ci sia da fare un gran-de lavoro culturale perchéqueste infiltrazioni siano ri-conosciute in quanto tali e,quindi, perseguite. “Demo-crazia, lavoro e legalità stan-no insieme – ha detto Landi-ni – e noi vogliamo progettareil futuro in alleanza con lenuove generazioni. sabatosaremo chiamati a una gran-de manifestazione a Romaper la conquista della Cartadei diritti che rappresenta, èquello Statuto dei lavoratoriche anche allora conqui-stammo grazie a un nostroforte impegno”.

La visita alla cooperativaLa giornata si è poi conclu-sa con una visita alla coo-perativa Placido Rizzotto econ un incontro col suo vi-cepresidente Francesco Ga-lante. La cooperativa fa par-te del più ampio progetto Li-bera Terra nato sulla basedella norma 109 del 1996sull’uso sociale dei beni con-fiscati fatto da cooperativein grado di dimostrare le ri-cadute benefiche sul terri-torio, sia dal punto di vistasociale che economico.L’obiettivo del lavoro di Li-bera Terra è quello di dareun respiro di lunga vita alleaziende/cooperative che rag-gruppa, quindi non tuteladei beni ma progetti di svi-luppo con investimenti an-che impegnativi. Galante haraccontato la storia di questacooperativa e di come ilprincipio guida sia quello diattenersi alle norme stabili-te, di avere grande attenzio-ne alle relazioni e ai rapportiche si costruiscono con altrisoggetti che devono condi-videre i principi e valori diLibera Terra che si muovonoprincipalmente su tre diret-trici: aziende in piena rego-la con obiettivi certi di svi-luppo, di premialità dei la-voratori svantaggiati (chedevono essere almeno il 30%del totale), di alta qualità deiprodotti. Si è poi potuto vi-sitare diverse strutture dal-l’agriturismo di Portella del-la Ginestra alla Cantina Cen-topassi di San Cipirello, ve-dendone anche le vigne. ■

Serafino Petta tra Stefano Landini e Maurizio Calà

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Assegno al Nucleo Familiare 1° Luglio 2017 - Giugno 2018

Il reddito di riferimento per il diritto è quello relativo al 2016di Enzo Mologni – Spi Lombardia

Le fasce reddituali per la ve-rifica del diritto all’assegnoal nucleo familiare (Anf)sono annualmente rivalutatesecondo le rilevazioni del-l’Istat, in base alla variazionepercentuale dell’indice deiprezzi al consumo per le fa-miglie di operai e impiegatiche tra l’anno 2015 e l’anno2016 è risultata ancora ne-gativa, risultando pari a - 0,1per cento.In merito agli effetti nega-tivi della deflazione era in-tervenuta la legge di stabi-lità 2016 (articolo 1, comma287 della legge 28 dicembre2015, n. 208) che, ai finidella rivalutazione da appli-care sulle prestazioni assi-stenziali e previdenziali,aveva stabilito che questenon potessero essere svalu-tate. L’indice non poteva es-sere inferiore a zero.Pertanto, i livelli reddi-

tuali per il periodo luglio

2017 - giugno 2018 l’anno

2016 restano fermi e

quindi uguali a quelli del

precedente periodo ap-

pena scaduto.

Quindi le tabelle da appli-carsi alle varie situazioni delnucleo familiare e gli importi

mensili della prestazione, daapplicare dal 1° luglio 2017al 30 giugno 2018, alle di-verse tipologie di nuclei fa-miliari, rimangono gli stessidello scorso anno. I pensionati a carico delfondo lavoratori dipendentigià titolari di Anf, al mese digiugno 2017 e fino alla veri-fica dei nuovi Red, conti-nueranno a percepire l’im-porto indicato sul ModelloOBisM scaricato dall’Inpsoppure indicato sull’estratto

analitico Inpdap o su mo-delli analoghi di altri entiprevidenziali.L’eventuale variazione del-l’importo a partire da luglio2017 sarà comunicata entrofine anno a seguito della ve-rifica sui Red 2017 relativi airedditi 2016.Gli istituti dopo la verificasui solleciti Red opere-ranno anche i conguagli peril periodo gennaio - giugno2017 con riferimento al red-dito 2015.

Hanno diritto agli Anf i pen-sionati che rientrano nei li-miti di reddito 2016 o anniprecedenti (per variazionereddito) e i soggetti tito-

lari di pensione di rever-

sibilità e inabili al 100%

(tab. 19) con reddito non su-periore a euro 31.296,62(escluso l’assegno d’accom-pagnamento).Diritto riconosciuto dal 5giugno 2016 (entrata in vi-gore della legge 76/2016) an-che alle unioni civili, tra

persone dello stesso sesso,registrate nell’archivio dellostato civile, nonché alle cop-pie conviventi di fatto cheabbiano stipulato il contrattodi convivenza e qualora dalsuo contenuto emerga conchiarezza l’entità dell’ap-porto economico di ciascunoalla vita in comune.Per beneficiare del dirittoo per comunicare varia-zioni dei componenti il nu-cleo familiare e/o a seguitodi riconoscimento di inabi-lità, che possono incideresul diritto e sull’importo, ipensionati devono inoltrarela domanda all’istituto pre-videnziale (Inps, Inpdap oaltri istituti erogatori dipensione), tramite il Patro-nato Inca.Riportiamo la tabella esem-plificativa per nuclei fami-liari in cui siano presenti

entrambi i coniugi senza

figli. Nei casi di diversa composi-zione del nucleo familiare laverifica dell’importo spet-tante potrà essere eseguitaaccedendo al nostro sitowww.spicgillombardia.it opresso le nostre sedi o lesedi del patronato Inca. ■

Nuclei familiari (*) senza figli (in cui non siano presenti componenti inabili)Importo complessivo mensile dell’assegno per livello di reddito e numero componenti il nucleoReddito familiare lordo anno 2016 per periodo dal 1 luglio 2017

Reddito familiare Importo dell’assegno per numero dei componenti annuo (euro) il nucleo familiare

1 2 3 4 5 6 7 e oltreFino a 13.593,49 46,48 82,63 118,79 154,94 191,09 227,2413.593,50 16.991,12 36,15 72,30 103,29 144,61 185,92 216,9116.991,13 20.388,74 25,82 56,81 87,80 129,11 180,76 206,5820.388,75 23.785,05 10,33 41,32 72,30 113,62 170,43 196,2523.785,06 27.182,01 25,82 56,81 103,29 165,27 185,9227.182,02 30.580,29 10,33 41,32 87,80 154,94 175,6030.580,30 33.977,26 25,82 61,97 139,44 160,1033.977,27 37.375,55 10,33 36,15 123,95 144,6137.373,56 40.769,84 10,33 108,46 134,2840.769,85 44.167,47 51,65 118,7944.167,48 47.565,11 51,65

Proroga termine di presentazione del modello 730/2017Il giorno 7 luglio scade il ter-mine ordinario per la presen-tazione del modello 730/2017.L’Agenzia consente però airitardatari di presentare ladichiarazione in questionefino al giorno 24 luglio.Il Caaf Cgil ha quindi predi-sposto la continuità del servi-zio di assistenza fiscale peragevolare i contribuenti cheper qualsiasi motivo non sia-no riusciti a ottemperare al-l’obbligo di presentare la di-chiarazione dei redditi entro il7 luglio. Si chiede ai nostriutenti di contattare prima pos-sibile gli sportelli delle variesedi del Caaf Cgil per preno-tare il servizio ed avere lacertezza di poter presentare ilmodello 730. Si consiglia diconsultare il nostro sitowww.assistenzafiscale.infoper prendere visione dei do-cumenti da presentare al mo-mento dell’appuntamento.

Errori riscontrati nel modello 730 e possibilità di correggerliL’Agenzia delle entrate con-sente ai contribuenti di pre-sentare il modello 730 inte-grativo per far valere oneri edetrazioni non indicate o percorreggere errori che hannocomportato un maggior de-bito o un minor credito nelmodello 730 presentato entroil 24 luglio 2017.La dichiarazione modello730 integrativo a favore per-mette ai contribuenti di ri-cevere nella busta paga di di-cembre l’importo a rimbor-so che scaturisce dalla nuo-va dichiarazione.Per ottenere questo vantaggioè necessario presentarsi allasede del Caaf con i docu-menti che dimostrano la cor-rettezza della richiesta e la co-pia del primo modello 730.Questo servizio viene erogatodalla metà del mese di set-tembre, è quindi necessarioconsultare la sede del Caaf

Cgil per prenotare il serviziodopo il 15 settembre 2017.Per conoscere orari e indi-rizzo della sede più vicina siconsiglia di consultare il no-stro sito www.assistenzafi-scale.info.

Modello RedCome ormai consuetudinel’Inps non invia più a casadel pensionato la busta con-tenente il modello Red.Anche questo anno il CaafCgil Lombardia presterà ilservizio di assistenza per ipensionati che si trovanonella condizione di doverpresentare il Modello Reddi-tuale. Per consentire al CaafCgil Lombardia di procedereall’acquisizione del Red pre-sente nella banca dati del-l’Inps è necessario aver sot-toscritto l’apposita delega.Il pensionato potrà autoriz-zare il Caaf al prelievo delmodello Red anche nel mo-mento in cui richiederà ilservizio verrà erogato dal

mese di settembre. Per otte-nere maggiori informazioni èopportuno consultare il sitodel Caaf Cgil Lombardiawww.assistenzafiscale.info,oltre le sedi e gli orari sonoindicati anche i documenti dapresentare.

Dichiarazioni di responsabilitàL’Inps procederà all’invio po-stale della dichiarazione diResponsabilità a tutti i pen-sionati che sono tenuti alla

presentazione. Appena rice-vuta la lettera il pensionatodeve contattare la sede delCaaf Cgil Lombardia con-sueta per ottenere il serviziodi assistenza per la compila-zione e la trasmissione delladichiarazione in questione.Si consiglia di consultare ilsito del Caaf Cgil Lombardiawww.assistenzafiscale.infoper verificare la documenta-zione da presentare per lacorretta compilazione dellaDichiarazione in questione. ■

Scadenze fiscali: ricordatevi che…di Alessandra Taddei – Caaf Lombardia

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*Le quote indicate sono individuali e in camera doppia.

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10Lombardia

Redazioni locali:Romano Bonifacci, Silvia Cerri,Fausta Clerici, Simona Cremonini,Alessandra Del Barba, Lilia Domenighini, Gianfranco Dragoni,Anna Fratta, Marina Marzoli, Ernesto Messere, Barbara Sciacovelli,Pierluigi Zenoni.

Direttore responsabile

Erica Ardenti

Editore:Mimosa srl uninominalePresidente Italo FormigoniVia Palmanova, 24 - 20132 Milano

Registrazione Tribunale di Milanon. 75 del 27/01/1999.

Sped. in abb. post. 45%comma 2 art. 20b legge 662/96Filiale di Milano

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L’importanza esagerata che si da al fatto di trovarsi in un luo-go piuttosto che in un altro risale all’età dei nomadi quandobisognava tenere bene a mente dov’erano i terreni da pascolo.Sarebbe interessante sapere perché davanti a un naso rossoci si accontenti di dire che è rosso quando, invece, si potrebbeindividuare al micro millesimo il tipo di colore grazie ai mo-derni colorimetri.Mentre in questioni assai più complesse come quella della cit-tà dove si vive o della località dove si è deciso di passare alcunigiorni in villeggiatura si vorrebbe sapere precisamente il nomedel luogo perdendo, invece, di vista le questioni essenziali.La ventitreesima edizione dei Giochi di Liberetà non dovrebbeessere importante per la località dove si svolge ma per tuttii particolari che la compongono. Particolari che comprendonocertamente anche il sito dove si terranno i Giochi, che a gran-de richiesta sarà anche quest'anno una località marina. Ma particolari ancor più importanti sono il programma po-litico e ricreativo. Gli spettacoli, le varie sessioni dei giochi e il desiderio di darespazi veri di protagonismo a tutte i compagni e le compagneche confermeranno anche quest’anno la scelta di partecipa-re. Quindi non solo un’occasione di vacanza – sicuramente im-portante perché, se da pensionati non siamo più vincolati airitmi degli impegni lavorativi, molti di noi devono comunquesottostare alla cadenza dei calendari di scuole e asili dei ni-poti e sperare nella clemenza o meno del clima e delle tem-perature, dalle proprie condizioni di salute e di mobilità e, dopoun anno dedicato al sostegno degli altri, attraverso la cura difigli e nipoti, nonché attraverso il volontariato ci sta più chebene un settimana di stacco dai ritmi decisi da altri.Al netto di tutte queste variabili è il programma dei Giochi chefa la differenza. Un programma che vede ogni anno aggiun-gersi cose nuove, giochi, cultura, politica, sport, attività re-lazionali, arricchimento personale e individuale attraverso va-rie attività ludico-formative.Quindi a Grado perché è lì che quest’anno ci sono le finali deiGiochi di Liberetà. Grado perché è lì che a Settembre lo SpiLombardia mette concretamente in pratica la sua politica disolidarietà, nei confronti degli anziani e delle persone disabili.Grado perché ogni anno è l’occasione per avviare l’attività po-litica del dopo ferie e quest’anno alla ripresa ci troveremo da-vanti a importanti impegni: la scadenza congressuale della Cgil,la negoziazione sulla previdenza, tuttora in alto mare. E nonsolo, il 2018 infatti sarà l’anno delle elezioni politiche che rin-noveranno il parlamento dopo cinque anni di legislatura mol-

to turbolenta per usare un eufemismo. Quindi Grado per riprendere la carica e affrontare assieme nelmigliore dei modo il futuro costruendo assieme il presente. ■

Giochi, perché a Grado

Dal 18 al 22 settembredi Valerio Zanolla – Segreteria Spi Lombardia

La voglia di stare insiemedi Italo Formigoni – Responsabile Area benessere Spi Lombardia

Eccoci giunti alla XXIII edi-zione dei Giochi di Liberetà,anno dopo anno, gara dopogara rinnovandoci ogni volta,aggiungendo nuove speciali-tà alle sei con cui siamo par-titi, rivolgendoci a sempre piùpersone, associazioni.Tutto questo si è reso possi-bile grazie all’impegno di de-cine di pensionate e pensio-nati che nei diversi territori,durante l’anno, organizzanodecine di manifestazioni,gare di bocce, carte, ballo,concorsi di pittura, foto-grafia, racconti, poesia emolto altro.Questo loro grande lavo-ro ha permesso di allar-gare la partecipazione aun numero crescente dianziani, compresi quelliche si trovano nelle casedi riposo così come ha si-gnificato coinvolgere leassociazioni dei diversa-mente abili, che ormaisono nostri inseparabilicompagni di giochi!Quest’anno abbiamoun’altra grossa novità per

chi parteciperà alle finali re-gionali. Dopo essere stati pertre anni a Cattolica, dal 18 al22 settembre andiamo a Gra-do. La novità non è solo geo-grafica, infatti per la primavolta alloggeremo tutti in-sieme in un’unica struttura vi-cino al mare, in mezzo alverde di una pineta, con unaspiaggia tutta per noi e conall’interno tutti i campi e lestrutture che ci servono perorganizzare le varie gare.Non solo, saremo alloggiati in

graziose casette (come po-tete vedere dalla foto) dota-te di ogni confort e di spazi eservizi in cui anche i diver-samente abili non avrannodifficoltà a muoversi. In-somma abbiamo cercato difare il possibile perché la lo-cation trovata possa soddi-sfare le esigenze dei nostripensionati e pensionate. Adire il vero non è solo il vil-laggio a essere piacevole,ma anche i luoghi che ci cir-condano sono molto belli

per cui, chi vorrà e nonsarà impegnato nelle gare,potrà fare delle belleescursioni.Dunque, ci aspettano deigiorni ricchi di bei mo-menti, di divertimento, diincontri. Giorni dove lasocialità la farà da padro-na e anche chi magari du-rante l’anno è meno for-tunato, chi soffre di mo-menti di solitudine verràtravolto dall’allegria cheda sempre ha caratteriz-zato questi nostri Giochi diLiberetà. Vi aspettiamo! ■

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11Cremona

Nella sala comunale diCastelverde, comuneche fa parte della legadi Casalbuttano, il lu-nedì mattina è il giornoin cui noi dello Spi in-contriamo i pensionati.In questo periodo del-l’anno infatti, siamo adaprile, molti hanno bi-sogno di noi per lacompilazione dei 730,per la stampa degliObism e delle CU, perorientarsi nella buro-crazia e spesso soloper essere ascoltati.Un lunedì mattina quindi,mentre stavo discutendo dialcune pratiche con i com-pagni impegnati nella per-manenza, è entrato un pen-sionato iscritto allo Spi, il si-gnor Mario (nome di fanta-

sia), che subito ha comin-ciato a raccontarci il suo pro-blema: la moglie, gravemen-te invalida e dimessa da unastruttura sanitaria, era rien-trata nell’abitazione e tuttoera ricaduto completamentesulle sue spalle. Si trovavacosì, senza alcun aiuto che al-leviasse la sua fatica, a dover

C’è un po’ di confusione intorno al discorso quattordicesi-ma. Quali sono i requisiti necessari e sufficienti per ottenerla?È necessario fare domanda? Se, pur in presenza dei requi-siti non viene erogata cosa bisogna fare?• I requisiti per avere il diritto alla somma aggiuntiva (co-siddetta 14a) sono fondamentalmente solo tre:1) essere titolari di una pensione da lavoro, cioè maturata inbase ai contributi versati, diretta o di reversibilità2) avere compiuto 64 (sessantaquattro) anni o compierli nel-l’anno di erogazione3) avere, nel 2017, un reddito personale lordo non supe-riore a due volte il minimo (1.003 euro mensili) per il dirittoa una 14a intera; avere un reddito personale lordo compresofra i 1.003 euro mensili e i 1.003 aumentati dell’importo del-la 14a spettante in base agli anni lavorati per il diritto a una14a parziale.• Per ottenerla non dovrebbe essere necessaria la domanda:l’Inps procederà all’erogazione in base ai dati in suo possesso.L’anno successivo invece, per mante-nere il diritto, sarà necessario pre-sentare il RED.• Tuttavia se il pensionato, pur pos-sedendo i requisiti, non si vedrà at-tribuire la somma aggiuntiva dovrà ve-nire nei nostri uffici per inoltrare do-manda di ricostituzione.Mi è stato riconosciuto il 100% di in-validità: questo comporta anche il di-ritto all’accompagnamento?In una recente sentenza della Cassa-zione i giudici hanno affermato chel’invalidità al 100% non garantisce l’accompagnamento. Infatti,ai fini del riconoscimento dell’indennità di accompagnamento,è richiesta la contestuale presenza di una situazione di in-validità totale che implichi l’impossibilità di deambulare sen-za l’aiuto permanente di un accompagnatore oppure l’inca-pacità di compiere gli atti quotidiani della vita e la conseguentenecessità di assistenza continua, requisiti diversi quindi dal-la semplice difficoltà di deambulazione o di compimento diatti della vita quotidiana (ma senza impossibilità).I giudici poi precisano nella sentenza che la capacità del ma-lato di compiere gli elementari atti giornalieri va intesa nonsolo in senso fisico, ossia come mera idoneità ad eseguirli ma-terialmente, ma anche come capacità di intenderne il signi-ficato, la portata e l’importanza ai fini della salvaguardia del-la propria salute e della propria dignità come persona.Perché farsi rilasciare un Pin dall’Inps se non si possiedeun computer e non lo si sa usare?Lo Spi può estrarre su delega e solo per i propri iscritti, la Cue l’ObisM, ma non ha la possibilità di arrivare ad altre infor-mazioni necessarie per l’espletamento di alcune pratiche oper dare risposte documentate ai dubbi e alle domande deipensionati che si rivolgono a noi. Per queste ragioni sareb-be opportuno che tutti i pensionati si procurassero il Pin inmodo che un famigliare in possesso di un computer o ancheuna persona di loro fiducia o l’operatore del loro Sindacatopossa, su loro richiesta e in loro presenza, procurare le in-formazioni che servono, attingendole dal ‘fascicolo personale’dell’interessato nel sito dell’Inps. Il Pin può essere richiestoin via telematica o più semplicemente recandosi presso la sedeterritoriale dell’ente. ■

La lega Spi Cgil di Cremona organizza permanenze decentrate per favorire i pensionati che abitano in zone lontane dalla sede.Operatori volontari Spi Cgil sono presenti:

il martedì dalle 10 alle 12 presso il circolo Signorini di via Castelleone il martedì dalle 9.30 alle 11 al Cambonino presso il Punto salute piazza A. Moro il giovedì dalle 16 alle 17 presso il centro anziani di S. Felice

I pensionati possono ottenere informazioni su pensioni, bonus, misure per il sostegno alle fragilità, controllo dell’ObisM (assegni famigliari, 14a, in-tegrazioni, maggiorazioni sociali, detrazioni fiscali); appuntamenti con i servizi Cgil e raccolta della documentazione RED e tanto altro. ■

assistere da solo la moglie or-mai non più autosufficientesenza avere un reddito che glipermettesse di affrontare lespese di una assistente fami-gliare o anche solo di unacolf. Nelle sue parole erapossibile leggere una sorta didisperazione per un compitonon sostenibile per lui e cheera, quindi, fonte di soffe-renza fisica e morale. Mi è apparso immediata-mente chiaro che il signorMario aveva scarsa cono-scenza dei propri diritti di cit-tadino. A quel punto, appro-

fondita per bene la si-tuazione famigliare, so-ciale ed economica delpensionato, mi sonoattivato presso il Co-mune di Castelverdeper procurare al pen-sionato in breve tempoun appuntamento, cuilo avrei io stesso ac-compagnato, con l’as-sistente sociale, perprospettarle la situa-zione. Una volta messain moto, la macchinadella solidarietà istitu-zionale, fatta funzio-

nare in questo caso da ope-ratori disponibili e compe-tenti, ha subito disposto gliinterventi necessari per alle-viare il carico di fatica e sof-ferenza che si era abbattutosui due anziani coniugi: sonostate attivate le dimissioniprotette e il Sad.Ho successivamente incon-trato il pensionato che ci haconfermato di non sentirsipiù solo davanti a un compi-to immane e ci ha ringrazia-to di cuore per averlo sapu-to sostenere e indirizzare. Anche a questo serve lo Spi. ■

Lega Cremona: ci siamo anche a …

Ricordando Giuseppinadi Gervasio Cipelletti – Segretario lega Spi Soresina

Giuseppina Milanesi se ne èandata in silenzio, come in si-lenzio era abituata a lavorareper lo Spi Cgil di Soresina, sen-za grandi discorsi ma con in-telligente concretezza. Eramembro del Direttivo di legaancora prima della mia nomi-na a segretario. Fu per me na-turale riconfermarla nei suoicompiti, sia per le sue innatedoti organizzative, sia perchétra di noi è scattato subito unforte rapporto di reciprocastima. Anche quando impegnò

molte delle sue energie a fon-dare e a tenere aperto il cen-tro anziani non fece mai man-

care il suo prezioso apporto diattività nel tesseramento esoprattutto nell’organizzazio-ne dei Giochi di Liberetà nelterritorio soresinese. Pocoprima che ci lasciasse mi ave-va confidato la sua speranza diesserci anche quest’anno alavorare per organizzare almeglio la cerimonia di pre-miazione dei concorsi di Li-beretà. Così non è stato…Ci mancherai Giusi, ci man-cherai tantissimo. Ciao e gra-zie di tutto. ■

Un aiuto concreto,ecco a cosa serve lo Spi

di Luigi Foglio - Segretario lega Spi Casalbuttano

Sportello Spi a cura di Eli Lazzari

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Il ruolo dei nonnidi Eugenio Vittorio Donise

12Cremona

Mio nipote, anzi il mio pro-nipote, ha ventidue mesi ecosì, dopo quasi venti annimia moglie e io siamo tornatia fare i nonni e i babysitter.La presenza di un nipotino ciriempie la vita. Infinita è lagioia di vedere i progressiche fa, i dentini che cresco-no e le prime parole dettechiare e ben definite. Cosìsiamo ringiovaniti, siamotornati a quando facevamo lestesse cose con sua madre,nostra nipote. Per noi non èfacile, ma è grande l’impegnoe l’amore che ci mettiamo ealtrettanto grande è quantoriceviamo.In generale i legami che si in-staurano tra un bambino ecoloro che si prendono curadi lui sono considerati fon-damentali all’interno di unarete di relazioni. In partico-lare, nella crescita dei pic-coli, i nonni sono figure in-sostituibili. Numerosi studi hanno messoin luce che il legame nonni-

bambino rappresenta un fat-tore protettivo per entrambi,è inteso che i nonni non si de-vono sostituire e alle figuregenitoriali, ma di fatto colla-borano con loro allo svilup-po fisico ed emozionale delbambino.Il ruolo dei nonni è stato va-lorizzato dalla Riforma del Di-ritto di famiglia recata dal D.Lgs. 219/2012 “Disposizioni inmateria di riconoscimentodei figli naturali” e dal suo de-creto attuativo, D. Lgs.28.12.2013 n. 154 entrato in vi-gore il 7.02.2014, che ha in-trodotto un ruolo più impe-gnativo dei nonni, con con-seguenze sia sotto il profilodei diritti che dei doveri. D’al-tro canto l’Italia è il paesedove il 33% dei nonni si pren-de cura dei nipoti in modo si-stematico e organizzato; ciòè senza dubbio positivo sot-to l’aspetto umano, ma na-sconde anche una dura real-tà. Infatti le giovani famigliesi devono appoggiare a quel-

le di origine per poter accu-dire i figli. Vi sono scelte dipolitiche sociali che non aiu-tano la costituzione di nucleifamiliari, anzi la carenza di in-vestimenti economici che svi-luppino lavoro e servizi di-sincentiva la loro formazione,a meno che alle spalle diquei giovani non vi siano ge-nitori o nonni disposti adaiutare su tutti i fronti.La nostra funzione però, nonsi esaurisce di certo nel tap-pare i buchi di un welfare adir poco distratto, o nell’in-tervenire nei momenti diffi-cili. La presenza dei nonninella vita di un nipote ha giàdi per sé l’effetto di allargarei confini della famiglia nu-cleare. L’esperienza, la sen-sibilità e il sapere accumula-ti nel corso degli anni con-sentono di svolgere svariatefunzioni. Rappresentano lamemoria storica della fami-glia, delle tradizioni e delleculture passate, ma moltinonni sono anche aperti alle

novità e intellettualmenteflessibili. Possono essereconsiglieri in alcuni momen-ti, alleati e amici in altri.Oggi i nonni sembrano menovecchi di una volta. Sono abi-tuati ai cambiamenti, curanoil corpo e l’abbigliamento e, senon sono malati, continuanoa condurre una vita dinamica.Questi cambiamenti nella per-cezione di sé e nell’immaginesociale dell’anziano fanno sìche anche i rapporti con i ni-poti siano diversi, impronta-ti ad un maggiore dinami-smo. Spesso si tengono in-formati leggendo o ascoltan-do la radio e la televisione.Qualcuno usa anche il com-puter, ma purtroppo sono an-cora pochi. Quando possonoviaggiano, altrimenti lo fannovirtualmente usando libri cheli portano in luoghi lontani edinaccessibili. Queste loroesperienze vengono poi tra-smesse pian piano ai nipotiche si arricchiscono nelleesperienze e nel sapere.

Zitti, zitti noi nonni, quasinon consapevoli dell’impor-tanza strategica del nostroruolo, siamo diventati unpezzo di stato sociale senzaalcun aiuto pubblico.I numeri parlano chiaro. Cisono un milione di nonni chefanno i badanti, curandosi an-che di altre persone anzianedel nucleo familiare altri-menti abbandonate, e quasitre milioni che si occupanodei loro nipoti, mentre en-trambi i genitori lavorano. Mala cosa più clamorosa ri-guarda il supporto finanzia-rio. In pratica quasi sette mi-lioni di nonni o regolarmen-te o saltuariamente aiutano,anche sul piano finanziario,figli e nipoti.Si può dire che una famigliasu tre salva il proprio bilan-cio grazie a loro. E a coloroche con malafede o stupidi-tà continuano a pensare aglianziani come problema enon come risorsa diciamo“…e scusate se è poco!” ■

La bellezza del leggeredi Angela Maestrelli

Otto e trentotto di sabato, latrasmissione radio Prima

Pagina sta finendo.Il sole è già alto e mi piace con-cedermi la possibilità di usci-re e camminare fra centinaiadi persone, al mercato, o nel-l’aria tersa dove i passi in-contrano la campagna in tra-volgente risveglio. Cambiorotta e scelgo un altro spaziodi libertà: scrivere e leggere. Insilenzio, lo sguardo si fermasui libri che ho intorno e michiedo: ‘Leggere, a che cosaserve? Chi sono gli scrittori?’“Scrivo per una infinità diragioni, non certo per di-vertimento. Faccio unafatica nera.” rispose Bep-pe Fenoglio a chi gli chie-deva “Perché scrivete?” Gli scrittori sanno rac-chiudere in un componi-mento, piccolo o grande,idee, ambienti, personag-gi, sentimenti, emozioni. Mi concentro sull’espe-rienza vissuta. I volontaridel nostro sindacato pen-sionati mettono a dispo-sizione di coloro che en-trano in Camera del La-voro una piccola biblio-teca che espone libri da la-sciare e libri da prendere.Si possono scegliere frauna sistemazione casuale,in ordine sparso espri-mono il dono di chi vuolecoltivare l’attività di let-

tore. Trovano posto su scaf-falature di legno i libri dona-ti in ordine sparso: il gialloMondadori è accanto al ro-manzo ottocentesco, alla let-teratura più o meno recente,in una fantasiosa varietà digeneri. Esporre e mettere incomune significa stabilire unrapporto, creare un legame.Il dono fin dall’antichità si-gnifica ‘ricevere e ricambia-re’ e lo scambio assume ilconcetto di reciprocità. Alcontrario, il dono unilaterale,che va in un solo senso si tra-

sforma in ‘potere’ e ne-cessita di mediazione. La-scio la divagazione e ri-torno alla bellezza del leg-gere. Trovo doveroso ri-chiamare l’attenzione allapotenza comunicativa del-la lingua che utilizziamoper parlare e scrivere. Lalingua parlata è fatta difrasi brevi, legate in modosemplice, ricca di pause esospensioni e chi parlaha il controllo sulle rea-zioni di chi ascolta. Di-versa invece è la lingua

scritta. La scrittura ri-chiede tempi più lun-ghi, di riflessione e leparole possono esserecercate, scelte, sosti-tuite e nel contenitorelibro sono le padroneassolute. L’una e l’altraassumono un valoresociale, l’immediatezzacaratterizza la prima eil segno che rimane, laseconda. Le parole scrittesi imprimono su un fo-glio bianco e creano unmondo possibile. A chisono destinate? Si posso-no rivolgere a vari lettori,al viaggiatore che vuoleorientarsi, allo storico chevuole ricostruire fatti ac-caduti nel passato, al bam-bino che vuole ascoltarefiabe, a tutti coloro chevogliono vivere vite altre,

in luoghi sconosciuti e in cir-costanze inaspettate. Entra-re nell’avventura conoscitivaè l’ingresso nel mondo crea-to dall’autore e il lettore si im-pegna ad accettarne l’inven-zione. Quando poi arriva l’ar-te dello scrivere, è un regalo;la forma alta di scrittura dacui attingiamo ci fa incon-trare quello che abbiamo giàvisto, ma in modo più chiaro,da ogni angolazione, ci fa ri-dere, rabbrividire o meravi-

gliare. Quindi commossi, avolte un po’ ossessivi, ciproiettiamo in tempi lon-tani e in luoghi mai visita-ti, entriamo nelle vite deipersonaggi rappresentati,alcune volte troppo deli-neati, altre volte descritticon pochi tratti che ci per-mettono di immaginare.Il piacere di leggere non èdisgiunto da una certa fa-tica ma sicuramente ap-pagante, che dà un sensonuovo a quel mondo in cuisiamo immersi. A volte ciporta dove c’è poco chias-so e più riservatezza, làdove i poeti provano aesprimere ciò che anchenoi sentiamo e viviamoma in modo non usuale:eccelso.

Dolce e chiara è la notte

e senza vento

e queta sovra i tetti e in

mezzo agli orti

posa la luna, e di lontan

rivela

serena ogni montagna.

(…)

È un paesaggio notturno chetante volte anche noi abbia-mo ammirato, forse distrattima che Giacomo Leopardidescrive in un modo che fapensare, sognare e osservarela notte con occhi differenti.Buona lettura a tutti! ■

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