Costruire n° 26 - Periodico informativo della Fillea Cgil di Roma e Lazio

36
26 Febbraio 2012 POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, AUT. C/RM/59/2011 Periodico informativo della Fillea CGIL di Roma e Lazio anno 13 n. 26

description

 

Transcript of Costruire n° 26 - Periodico informativo della Fillea Cgil di Roma e Lazio

  • 26Febbraio 2012

    POST

    E IT

    ALIA

    NE

    SPA

    - SPE

    DIZ

    ION

    E IN

    ABB

    ON

    AMEN

    TO P

    OST

    ALE

    - D.L

    . 353

    /200

    3 (C

    ON

    V. IN

    L. 2

    7/02

    /200

    4 N

    . 46)

    ART

    . 1, C

    OM

    MA

    1, A

    UT.

    C/R

    M/5

    9/20

    11

    Periodico informativodella Fillea CGIL di Roma e Lazioanno 13 n. 26

  • sommario

  • Pagina 3Costruire Febbraio 2012

    sommario

    Costruire Roma e Lazioperiodico informativo della Fillea CGIL di Roma e LazioDicembre 2011 - N 25 - Anno 12Editore: Fillea CGIL di Roma e LazioVia Buonarroti, 12 - 00185 RomaTel. 06 462066-1 - Fax 06 [email protected]

    Direttore Editoriale:Roberto CelliniDirettore Responsabile:Ilaria Bartoli CiancaleoniCoordinamento Redazionale:Elena SchifinoSegreteria di Redazione:Monica Bevilacqua, Giuseppe Giuffrida, Enza MangiaProgetto grafico, impaginazione ed editing: Aton - RomaStampa: LaCromografica - Roma

    Hanno collaborato a questo numero:Roberto Cellini, Andrea Camboni, Monica Travaglini, Ciancio Allebande,Roberto Baldassari

    Iscritto al Tribunale di Romaal n. 239/2009 del 26/06/2009

    Fillea Cgil NazionaleVia G. B. Morgagni, 27 - RomaTel. 06 441141 - Fax 06 44235849

    Fillea CGIL di Roma e LazioVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 46206601 - Fax 06 [email protected]

    La Segreteria:Roberto Cellini - Segretario GeneraleMarco Carletti, Walter Cherubini, Elena Schifino

    Segreterie di Roma e Lazio:RM1 Centro - RM5 Sud: Domenico PetrocchiRM2 Civitavecchia - RM3 Nord: Vincenzo CariddiRM4 Est: Marco Austini RM6 Litoranea: Walter FaddaRM7 Pomezia: Gianni Lombardo

    Funzionari di Zona:Nika Agim, Rino Aversa, Claudio Broccatelli, Simone Cioncolini, Fabio Damiani, Alioscia De Vecchis, Fabio Ferrari, Daniel Grigoriu, Manuel Luis Ortiz, Antonio Petrella, Bruno Proietti, Claudio Roggerone, Giulio Testi, Luca Tremaliti, Barbara Zignani.

    R.L.S.T.:Antonio Cucculelli, Sandro Paolucci, Stefano MontemagnoLatina: Luca Bonetto Frosinone: Alessio Faustini

    Ufficio Vertenze:Francesca Alberti, Elena Manuela Paraschivoiu, Diego Piccoli.

    Segretari Comprensori Lazio:Latina: Ezio Giorgi Rieti: Claudio ColtellaViterbo: Massimo Guerrini Frosinone: Benedetto Truppa

    VITERBOVia Giuseppe Saragat, 8 - ViterboTel. 0761 270290 - Fax 0761 275210

    LATINAVia Solferino, 16 - LatinaTel. 0773 662701 - Fax 0773 664655

    FROSINONEVia Mola Vecchia, 2A - FrosinoneTel. 0775 853641 - Fax 0775 852064

    RIETIVia Garibaldi, 174 - RietiTel. 0746 270194 - Fax 0746 201923

    FILLEA ROMA-LAZIOVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 46206601 - Fax 06 47825128

    UFFICIO VERTENZEVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 46206631/2 - Fax 06 46206633

    RM1 (Centro)Via Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 46206634 - Fax 06 47825128

    RM2 (Civitavecchia)Via P. Togliatti, 7 - CivitavecchiaTel. 0766 545865 - Fax 0766 545865

    RM3 (Nord)Via G.B. La Salle, 3 - RomaTel. 06 66412409 - Fax 06 66412390

    RM4 (Est, Tivoli, Monterotondo)Via Padre Lino da Parma, 3 - RomaTel. 06 4111591 - Fax 06 41219484

    RM5 (Sud, Eur, Ciampino)Via A. Davila, 37E - RomaTel. 06 7809798 - Fax 06 7883808

    RM6 (Ovest, Litoranea)Via Casana, 207 - OstiaTel. 06 5692943 - Fax 06 5693259

    RM7 (Pomezia, Castelli, Colleferro, Subiaco)Via Lamarmora, 32 - PomeziaTel. 06 9107151 - Fax 06 91602818

    COORDINAMENTO RESTAURATORIVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 46206601 - Fax 06 47825128

    INCAVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 4814703

    CAAFVia Poliziano, 34 - RomaTel. 06 4460263/4 - Fax 06 47825024Numero Verde 800 678196

    5Editoriale

    RIFONDARE IL SISTEMA DI IMPRESE E TUTELARE

    IL LAVOROdi Roberto Cellini

    6Interviste

    IL GRAND TOUR DELLE CARCERI ITALIANE

    di Andrea Camboni

    10Inchiesta

    IL CARCERE FUORI DALLE NORME

    di Ciancio Allebande

    18Interventi

    LEDILIZIA DELLA PENAdi Corrado Marcetti

    20 Roma Capitale

    DIARIO PRIVATOdi Ciancio Allebande

    26 Lavoro

    CONTRATTO INTEGRATIVOdi Roberto Cellini

    28Cultura

    LA RISCOPERTA DELLA TERRA ROMANA

    30TABELLE RETRIBUTIVE

    I N D I C E

    f e b b r a i o 2 0 1 2

    Sedi Fillea

  • METTIAMOCI ILLAVORO

    DOPO OLTRE TRE ANNIDI PROFONDA CRISI

    SERVE UN NUOVO PROGETTOPER FAR RIPARTIRE IL PAESE.

    NUOVE STRATEGIENUOVE IDEE

    NUOVI OBIETTIVI

    IN PREPARAZIONE DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL DEL 3 MARZO DA PIAZZA BOCCA DELLA VERIT (ORE 9.00) A VIA S. GREGORIO.

    PER DARE FORZA, DIRITTI E VALORE AL SETTORE DELLE COSTRUZIONI.IN PIAZZA PER COSTRUIRE IL FUTURO

    Il 24 febbraio 2012, presso la Citt dello Sport di Santiago Calatrava,

    si tenuta lAssemblea dei quadri e dei delegati/e

    della Fillea CGIL Roma e Lazio.Insieme siamo riusciti ad arginare

    il declino irreversibile del settore edile, ma le nostre iniziative non

    hanno ricevuto adeguate risposte. Dopo oltre tre anni di crisi profonda

    servono nuove idee, nuovi progetti, nuove proposte per riportare

    il tema del lavoro al centro del dibattito politico.

    Noi ci siamo.Per rimetterci al lavoro,

    per non rimetterci il lavoro.

  • Pagina 5Costruire Febbraio 2012

    LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI, INDETTA PER IL 3 MARZO A ROMA, SAR IL BANCO DI PROVA DECISIVO PER DETERMINARE UN CAMBIAMENTO DI ROTTA IN gRADO DI gARANTIRE LA RIPRESA DELLO SVILUPPO EqUO E SOSTENIBILE DELLINTERO PAESE

    I primi provvedimenti del governo non solo si sono dimostrati insuffi-cienti a garantire principi di equit e giustizia sociale nel processo di rior-dino dei conti pubblici, ma hanno rafforzato le pesanti asimmetrie a svan-taggio di specifici territori e di determinate categorie di lavoratori. Il settore delle costruzioni, ad esempio, stato fra quelli che pi hanno pa-gato la crisi in termini occupazionali, sociali ed economici con oltre 300mi-la occupati in meno, laumento dellillegalit e dellirregolarit del lavoro nel quadro di un sistema di imprese che negli ultimi tre anni ha subito un costante processo di destrutturazione. Tale situazione, gi fortemente compromessa a livello nazionale, rischia il tracollo definitivo se concen-triamo lattenzione sui dati che riguardano la nostra Regione. Modificare la recente riforma del sistema pensionistico uno dei primi obiettivi che il sindacato si posto unitariamente. Accelerare tale cambiamento un dovere nei confronti dei nostri lavoratori. Se i recenti provvedimenti han-no penalizzato in massima parte gli occupati del settore costruzioni, vista la discontinuit delle vite contributive e la particolare gravosit del lavoro svolto, nel Lazio i nostri lavoratori subiranno un vero e proprio salasso. Da unanalisi scientifica condotta da CgIL e Sbilanciamoci risulta che il man-cato adeguamento delle pensioni al costo della vita colpir circa 540mila pensionati nel Lazio che vedranno cadere il valore reale dei propri tratta-menti pensionistici di 341-359 milioni di euro ogni anno. Se al taglio delle

    pensioni si aggiungono tasse, accise e mancati sgravi sociali, ogni residente del Lazio, nel periodo 2012-2015, verser allo Stato 1.780 euro, che diven-tano 2.323 euro se al decreto Salva Italia sommiamo i costi delle manovre estive del precedente governo Berlusconi. La situazione critica e i nostri lavoratori attendono delle risposte, che possiamo fornire loro solamente dirigendo la nostra azione in un quadro complessivo di mobilitazione e di obiettivi. La Manifestazione Nazionale del settore delle costruzioni, indetta per il 3 marzo a Roma, sar il banco di prova decisivo per determinare un cambia-mento di rotta in grado di garantire la ripresa dello sviluppo equo e soste-nibile dellintero Paese. Uno sviluppo possibile solamente attraverso una politica di investimenti a cui sia associata una pi efficace strumentazione di contrasto allillegalit e allirregolarit, fenomeni radicati che si alimen-tano da un modello di sviluppo basato sullaggressione al territorio e da un mercato che non premia le regole e la trasparenza concedendo allinfil-trazione criminale una corsia preferenziale nel settore delle grandi opere. Ma un segnale deve essere dato anche alle migliaia di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro o che sono interessate da provvedimenti di CIg/S, estendendo le tutele soprattutto per i lavoratori delledilizia e ponendo le basi per una gestione contrattuale finalizzata alla riqualificazione profes-sionale e al reimpiego dei lavoratori espulsi dal settore. Tuttavia, neppure questo sar sufficiente se non verranno sciolti i nodi infrastrutturali che comprimono lo sviluppo complessivo del Paese.

    DI ROBERTO CELLINISegretario generale Fillea CgILdi Roma e Lazio

    Rifondare il sistema di imprese e tutelare il lavoro

  • Pagina 6Costruire Febbraio 2012

    La Corte europea dei dirit-ti delluomo ha condanna-to lItalia ad una multa di mille euro per violazione del divie-to di trattamenti inumani e degra-danti, a seguito del ricorso presen-tato da uno straniero detenuto nel carcere di Rebibbia dove, con altre cinque persone, ha condiviso per tre mesi una cella, avendo ciascu-no uno spazio a disposizione di 2,7 metri quadri. Lex Capo del Dipar-timento per lAmministrazione pe-nitenziaria, Franco Ionta, ha detto di ritenere che ci siano margini per una modifica di quella decisione.In quel caso andava eccepito quel-lo che aveva sostenuto il ricorren-te in quanto cera un presupposto di fatto erroneo. Ovvero che il de-tenuto avesse soggiornato per me-si insieme ad altri 5 detenuti in una cella di 16,20 mq compresi i servizi igienici. Purtroppo lammi-nistrazione italiana non ha con-futato quellaffermazione specifi-cando si trattasse di 24 mq al netto

    dei servizi igienici. Questo signifi-ca che il detenuto, dal punto di vi-sta fattuale, non aveva uno spazio vitale inferiore ai 3 mq. In termi-ni di principio la sentenza , inve-ce, umanamente comprensibile. Perch anche se un detenuto vive in poco pi di tre metri quadrati non credo possiamo ritenerci sod-disfatti.

    Che discrezionalit ha un diretto-re di un carcere nel cercare di ri-solvere situazioni limite di sovraf-follamento?Nel momento in cui si lavora in unottica emergenziale e le stanze di alloggiamento sono tutte occu-pate e al massimo della loro recet-tibilit, un direttore costretto ad utilizzare come zone di pernotta-mento gli spazi deputati per altre attivit. Quindi, per esempio, alcu-ne sale di socialit presenti nei pia-ni e con un locale di servizio igie-nico attivo possono garantire un minimo di accoglienza alle perso-

    ne anche se non sono sale destina-te a locali di pernottamento. Il mio collega di Torino credo stia utiliz-zando tuttora le palestre dellistitu-to come camere di pernottamento per circa 40 detenuti. Questo non dovrebbe accadere in un carcere di un paese progressista. Ma non esiste alternativa nel momento in cui queste persone devono essere accolte. Il nostro sistema, infatti, non prevede la possibilit che un istituto penitenziario possa non accogliere un detenuto davanti ad un ordine disposto da unautorit giudiziaria.

    E in questo caso, il compito di se-gnalare o denunciare la situazione spetta al direttore o al magistrato di sorveglianza?La direzione deve segnalare perio-dicamente le presenze allinterno del carcere. E quando le situazio-ni di sovraffollamento perdurano nel tempo, le direzioni solitamen-te inviano ai provveditorati regio-nali e al dipartimento dellammi-nistrazione penitenziaria due tipi di richieste: con la prima, di di-sporre il blocco delle assegnazio-ni nellistituto da altre sedi, con la seconda, di procedere ai fami-gerati sfollamenti ovvero allindi-viduazione di un lotto di persone possibilmente non italiane, possi-bilmente non legate al territorio, che non abbiano necessit parti-colari di permanere nella sede, da trasferire in altre parti dItalia.

    Un meccanismo per cui viene tol-to alle persone che gi hanno po-chi legami con il territorio e con chi lo abita lunica possibilit di reinserimento sociale. cos che comincia il grand tour penitenziario, come si chiamava al tempo delle carceri di massima si-

    INTERVISTA A CaRmELO CaNTONE, DIRETTORE DEL CARCERE DI REBIBBIA N.C. CAPIRE IL CARCERE, LE CAUSE DEL SOVRAFFOLLAMENTO, LINUMANIT DI UNA CONCEZIONE AMMINISTRATIVA DELLA PENA, LE SPERANZE DI ChI VIVE OgNI gIORNOUNA REALT SEMPRE PI ISOLATA E AI MARgINI DEL TERRITORIO

    DI aNDREa CamBONI

    Il grand tour delle carcerI ItalIane

  • Pagina 7Costruire Febbraio 2012

    curezza a fine anni 70 - primi an-ni 80. Un aspetto secondario ma non meno importante del dram-ma del sovraffollamento.

    A questo proposito, il decreto leg-ge del ministro Severino, secondo lei va nella giusta direzione? Lazione meritoria e giusta in quanto incentiva luso di una mi-sura che da una parte vuole esse-re deflattiva e dallaltra non mi-na gli equilibri del sistema sociale non trattandosi di unamnistia di massa.

    Che impatto deflattivo potrebbe avere?La norma di efficacia molto mo-desta perch comunque riprende limpianto della legge 199 del 26 novembre 2010 in quanto sono escluse dalla fruizione della mi-sura le persone che hanno com-messo una serie di reati di fascia intermedia. Al contrario, per que-sti reati, si poteva avere il coraggio di prevedere lammissione a que-sta misura quanto meno nellulti-

    mo anno o negli ultimi sei mesi di detenzione. Lunica cosa incorag-giante che quantomeno non si applica la ex Cirielli. Si continua a non capire che il carcere il luo-go dei recidivi. Quindi, pretende-re di applicare misure alternative ai non recidivi come dire che il paziente da curare la persona sa-na. A tutti gli operatori penitenzia-ri piacerebbe lavorare con perso-ne che entrano in carcere per la prima volta. Ma non quasi mai cos. Quindi anche i programmi di riabilitazione devono essere mirati ai recidivi.

    Alcuni potrebbero interpretarla come un liberi tutti.Non vuol dire rompete le righe e mandiamoli tutti in misura alter-nativa. Significa la possibilit di coltivare questa speranza. Poi sta a noi sistema penitenziario, noi operatori che lavoriamo sui casi, ai tribunali, ai magistrati di sorve-glianza fare in modo che le perso-ne che escano fuori abbiamo buo-ne prognosi di affidabilit. Ma se

    gi si sbarra sul concetto di recidi-va non si va molto lontano. Questa una delle concause dellaumen-to delle presenze in carcere.

    Quindi, alla domanda secca se il carcere in Italia recupera le per-sone?Questa una domanda fine di mondo.

    Intendo dire, per lesperienza che la riguarda come chiedersi se la politica pos-sa risolvere i mali del Paese.

    DovrebbeDovremmo dare tutte risposte ne-gative. Abbiamo un sistema che pu fare molto di pi rispetto a quello che fa oggi perch un nu-mero sempre maggiore di detenu-ti possa ritornare alla collettivit scongiurando al contempo un ri-avvicinamento al crimine. Si pu fare, si pu allargare questo venta-glio e quindi cercare di abbattere i costi sociali che comporta la cri-minalit.

  • Pagina 8Costruire Febbraio 2012

    Ma pi che ritornare alla collet-tivit sarebbe auspicabile re-stare alla collettivit. Mi spiego. Circa il 46% dei ristretti in Italia in attesa di giudizio, unaltra per-centuale consistente ricomprende tossicodipendenti pi che indivi-dui legati alla droga e altrettanto numerosi sono gli stranieri reclu-si per il reato di immigrazione. In pratica mentre la legge del taglio-ne differenzia le pene, in Italia il carcere accomuna e ricomprende tutte le tipologie di reato. E in que-sto senso sembra anche pi crude-le della legge del taglione. Lei cre-de ancora nella giustizia?Il fare giustizia presuppone che ci sia un impianto legislativo giusto. Noi, ricordiamoci, abbiamo un codice penale che risale a circa 70 anni fa e che nel suo impian-to base non stato modificato so-prattutto per quanto riguarda il ventaglio delle sanzioni penali. Non esiste tutta una serie di mi-sure in rapporto ad una massa di fattispecie di reato che posso-no essere comminate dal giudice della cognizione. Anche su que-sto, il decreto legge della Severi-no apre delle strade importanti. Si possono prevedere tante san-zioni diverse dal carcere da com-minare gi in sentenza per evitare

    lingresso in carcere. Ma non es-sendo in un sistema di common law per avere questi strumenti bi-sogna cambiare il codice pena-le e avere il coraggio di dire alla collettivit che in tante ipotesi la devianza va curata sul territorio e non parcheggiando la persona in carcere.

    In quali casi?In tutte quelle situazioni, ad esem-pio, che per la collettivit pu esse-re molto pi vantaggioso limpie-go sul territorio di misure come il lavoro risarcitorio a favore del-la vittima. Certo, poi bisogna fare i conti con le persone continuati-vamente recidive per le quali il si-stema non prevede approcci di ti-po terapeutico o di comunit ma sempre di reclusione.

    Ma il carcere deve continuare ad esistere oppureC una fascia di reati di violenza e di criminalit organizzata per i quali il carcere deve continua-re ad esistere. Se vogliamo essere ottimisti dobbiamo pensare che sempre pi i meccanismi di lega-lit si affermino allinterno del Paese e che quindi si vada a per-seguire meglio la criminalit or-ganizzata. Il carcere dovr essere

    il luogo di questo tipo di utente. Allora in presenza di condanne della durata medio-lunga si potr pensare di incentivare misure im-portanti di revisione del proprio passato. Se ci si riesce bene, al-trimenti le persone sanno a cosa vanno incontro.

    Insieme al codice penale andreb-be riformato anche il codice di procedura penale?Da parte di alcuni viene troppo amplificata la portata della cu-stodia cautelare. Perch in quel 46% che dicevamo prima non ci sono tante persone in attesa del primo giudizio. Ci sono un bel po di persone che sono in attesa del giudizio di appello e un altro po che sono in attesa di ricorso in cassazione. In realt le perso-ne ristrette in attesa di primo giu-dizio saranno probabilmente non pi del 20-24%. Questo dato co-munque alto, ma potrebbe dimi-nuire se la macchina del processo penale fosse meno farraginosa.

    In un dossier della CGIL del feb-braio 2011 si denuncia il rappor-to sottodimensionato fra popola-zione carceraria e personale della polizia penitenziaria nel carcere di Rebibbia dove a causa del sovraf-

  • Pagina 9Costruire Febbraio 2012

    follamento, di notte spesso un so-lo agente si trova a gestire almeno 200 detenuti, quando dovrebbero essere almeno in tre. Conferma questo dato?Di notte il rapporto 1 a 120. For-se hanno mischiato i dati di Rebib-bia con quelli di Regina Coeli che hanno anche cifre pi drammati-che delle nostre.

    Quello che invece accomuna Re-bibbia a Regina Coeli e a tutti gli altri istituti penitenziari sul territo-rio italiano la contrazione delle risorse pari al 31%. Che cosa signi-fica questa riduzione allinterno del carcere di Rebibbia?Per noi stato un anno terribi-le perch chiaro che ci sono delle spese urgenti e indifferibi-li. Quando si parla di manteni-mento della struttura posso pu-lire di meno, posso riparare di meno, ma ci sono una serie di co-sti come le utenze di luce, acqua e gas, i costi minimi di manuten-zione di impianti, le riparazioni essenziali. Per cui noi ci siamo ri-trovati, da una parte, a subire la

    scure abnorme di questi tagli e dallaltra delle spese che supera-vano le dotazioni che ci venivano assegnate. Perci andiamo avan-ti contrattando con tutti i nostri fornitori con i quali nel frattem-po ci siamo indebitati come am-ministrazione.

    E questo significa fare ulteriore terra bruciata intorno allistituto carcerario. Alzarne i muri rispetto alla cittInfatti ha comportato una sfidu-cia da parte di chi nel mondo commerciale lavora con il carce-re perch noi, come tutta lam-ministrazione pubblica, diventia-mo non affidabili nel momento in cui paghiamo i nostri fornitori anche a distanza di un anno. Sol-tanto alla fine dello scorso anno stato possibile saldare quasi tut-ti i debiti. Ma resta una situazio-ne di grandissima difficolt. Poi ci sono altre voci su cui sono in-tervenuti questi tagli e sulle qua-li non abbiamo potuto investire perch non puoi creare un debi-to sempre.

    Per esempio?Per esempio il taglio da 250 a 170 ore/mese per gli psicologi che fa-cevano attivit di sostegno allin-terno del carcere.

    Eppure si continua a parlare di edilizia carceraria, della costruzio-ne di nuovi istituti che andrebbero anchessi ad indebitarsiIo non riesco ad immaginare uno sviluppo di un piano carceri sen-za che parallelamente ci sia uno sviluppo delle risorse per gestire queste carceri e metterci anche il personale. Fortunatamente ve-do che si sta creando una forte at-tenzione a cercare, con le risorse recuperabili sul sistema, di cura-re la manutenzione dellesisten-te. Nel decreto legge di dicem-bre sono stati destinati 57 milioni di euro prelevati dall8 per mille del 2011 per il mantenimento de-gli istituti che gi esistono. Io cre-do che intorno a questo aspetto si stia creano una sorta di ragiona-mento virtuoso.

    Un ragionamento virtuoso che tut-tavia utilizza il fondo della Cassa delle ammende per ledilizia car-cerariaSu quello sono totalmente in di-saccordo. Perch la Cassa delle ammende nasce e ha un senso co-me spesa di investimento non per il mantenimento dellesistente o della sopravvivenza. La funzione quella di creare progetti mirati su percorsi di formazione e lavoro. E se venissero sospesi questi pro-getti si tornerebbe ad un esisten-te meno felice di quello attuale, si perderebbero dei posti di lavoro. E quindi concepire la Cassa delle ammende come lo strumento per tappare i buchi dellamministra-zione sbagliato.

  • Pagina 10Costruire Febbraio 2012

    Lemergenza infinitaOggi ledilizia, salvo rare ecce-zioni, risponde a queste esigenze (ovvero i principi basilari del Co-dice penale e delle norme com-plementari del Regolamento car-cerario, ndr) soltanto in minima parte e quel che appare grave che, il pi delle volte, mancano al complesso edilizio di ciascuno sta-bilimento armonia e proporzione tra le parti stesse del fabbricato, i servizi e la popolazione detenuta, con la conseguenza del superaffol-lamento, dei pericoli igienici, del-la mancanza della possibilit di un integrale sviluppo del lavoro e de-gli altri mezzi emendativi. Nel 1950, la Relazione della Com-missione parlamentare di inda-gine sulle condizioni dei detenu-ti negli stabilimenti carcerari non pu far altro che sottolineare la

    scarsa applicazione della legge 9 maggio 1932, n. 547, che dettava ispezioni allo scopo di verificare le condizioni degli attuali fabbri-cati carcerari al fine di accertare quali riduzioni, sistemazioni, tra-sformazioni degli stabilimenti esi-

    stenti siano possibili e quali nuo-ve costruzioni siano necessarie per lesecuzione delle pene e delle mi-sure di sicurezza.60 anni dopo, nel gennaio del 2010, il ministro della giustizia chiede al Consiglio dei Ministri la

    LE PROCEDURE EMERgENZIALI DELLEDILIZIA PENITENZIARIA hANNO SCANDITO LE TAPPE DELLA STORIA DELLITALIA REPUBBLICANA, DALLA PRIMA COMMISSIONE DINChIESTA SULLE CONDIZIONI DEI DETENUTI NEgLI STABILIMENTI CARCERARI AL PIANO STRAORDINARIO DELLEx MINISTRO ALFANO. I LAVORI RALLENTANO, I COSTI AUMENTANO ED ANCORA EMERgENZA

    fuori dalle norme

    Il carcere

    DI CIaNCIO aLLEBaNDE

  • Pagina 11Costruire Febbraio 2012

    deliberazione dello stato di emer-genza per tutto lanno 2010 (e successivamente prorogato l11 gennaio 2011) allo scopo di prov-vedere ad interventi strutturali di medio e lungo periodo che con-sentano di rispettare il precetto dellarticolo 7 della Costituzione, secondo il quale le pene non pos-sono consistere in trattamenti con-trari al senso di umanit e devono tendere alla rieducazione del con-dannato.Il piano straordinario, per la cui realizzazione sono stati stanziati 600 milioni di euro, prevede in-terventi di edilizia penitenziaria per la costruzione di 47 nuovi pa-diglioni e 8 nuovi istituti che ren-derebbero agibili ulteriori 21.749 posti permettendo al sistema di sopportare una popolazione car-ceraria di 80mila ristretti. Con la sua approvazione (29 giugno 2010) il piano carceri definisce la portata della fase I prevedendo la realizzazione di 20 padiglioni de-tentivi in ampliamento delle strut-ture esistenti e la realizzazione di 11 nuovi istituti penitenziari, por-tando complessivamente alla crea-zione di 9.150 nuovi posti detenti-vi negli istituti penitenziari entro la fine del 2012.30 anni addietro, nel maggio del 1980, il ministro di grazia e giusti-zia presentava alla Camera la Rela-zione sullo stato di attuazione del programma di edilizia penitenzia-ria per gli anni 1977, 1978, 1979 prevedendo la realizzazione di 78 complessi per un importo di oltre 520 miliardi di lire. 13.075 i posti resi agibili per fron-teggiare non solo la pi urgen-te necessit dellAmministrazione Penitenziaria ma anche nel ri-spetto della legge di riforma del 1975, dismettendo quegli istituti

    aveva aperto la strada alla realiz-zazione di 64 istituti penitenziari, la spesa aveva subito un incremen-to del 220% sulle erogazioni effet-tuate tra il 1971 e il 1976.Pertanto, onde evitare che gli stanziamenti previsti in bilancio, per effetto della imponente infla-zione, si vanificassero, stato ne-cessario individuare procedure che, pur nel rispetto delle leggi dello Stato, consentissero di ridur-re i tempi di attuazione delle ope-re. Parte lesperimento dellap-palto-concorso.Sette anni dopo, siamo nel no-vembre 1987, un gruppo di par-lamentari del Movimento Socia-le Italiano presenta la proposta di una Commissione parlamentare di inchiesta sulledilizia carcera-ria che esamini il sistema con cui il ministero dei Lavori Pubblici ha aggiudicato appalti e attribui-to incarichi.Non vorremmo trovarci spiega-no i deputati di fronte ad altri casi di disimpegno dallobbligato-rio concerto preventivo del mini-stro dei Lavori Pubblici con quello di grazia e giustizia; non vorrem-mo trovarci di fronte ad inviti ad personam di imprese e di impren-ditori; non vorremmo trovarci di fronte a conflitti tra imprese pub-bliche e private. E invece. Il 13 gennaio 2010, in occasione del Consiglio dei Ministri, il mini-stro della giustizia, Angelino Alfa-no, annuncia lo stato di emergenza e presenta il Piano Carceri. Liter per la cantierizzazione dei 47 nuo-vi padiglioni proceder con tem-pi tipo lAquila e con modelli or-ganizzativi di quel tipo. Concetto ribadito da un dossier pubblicato sul sito del governo: la procedu-ra di emergenza seguir lo stesso

    Nel novembre 1987 viene presentata

    la proposta di una Commissione parlamentare

    di inchiesta sulledilizia carceraria che esamini

    il sistema con cui il ministero

    dei Lavori Pubblici ha aggiudicato appalti e attribuito incarichi

    nei quali erano riscontrate condi-zioni di assoluta inidoneit.In quel caso, ai programmi pre-cedenti era stata applicata una va-riante, resa possibile dalle leggi speciali nn. 1133 del 1971 e 404 del 1977. Tuttavia, nei primi due anni di attuazione della 404, che

  • Pagina 12Costruire Febbraio 2012

    modello adottato per il dopo-ter-remoto a LAquila, ovvero snelli-mento delle procedure e sempli-ficazione delle gare dappalto in deroga alla normativa vigente, alle previsioni urbanistiche e alle com-petenze ordinarie.Il decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, che si occupa dello stato di emergenza in materia di rifiuti nel-la regione Campania e della post-emergenza in Abruzzo prevede, infatti, disposizioni per la realizza-zione urgente di istituti peniten-ziari. Pieni poteri al capo del Di-partimento dellAmministrazione Penitenziaria, Franco Ionta, che da nuovo Commissario straordina-rio per lemergenza conseguente al sovrappopolamento degli istitu-ti penitenziari individua e occu-pa le aree con decreto di urgenza mentre al Dipartimento della Pro-tezione civile vengono affidate le attivit di progettazione, la scelta del contraente, la direzione lavori e la vigilanza degli interventi strut-turali ed infrastrutturali.Non vorremmo trovarci di fronte a conflitti tra imprese pubbliche e private. Ma un altro grande evento sem-bra gi essere confluito nella scia gelatinosa della gestione emergen-ziale timbrata Protezione civile.Con una aggravante ulteriore in termini di trasparenza, ovvero la necessit di un nulla osta di se-gretezza (NOS) per la realizza-zione di opere sensibili quali gli istituti penitenziari. Ma, visti laffi-damento dei lavori ai privati e la possibilit che questi ultimi possa-no subappaltare le lavorazioni del-la categoria prevalente fino a un massimo del 50% (le altre catego-rie possono essere subappaltate fi-no al 100%), la segretezza impo-sta sullopera produce i suoi effetti

    esclusivamente nei confronti degli organi di informazione, rallentan-do uneventuale azione inquiren-te, monopolizzando il sistema dei controlli, a detrimento dellinte-resse generale nello sperpero di denaro pubblico. Dallanalisi delle ordinanze di protezione civile, emanate dal 1 gennaio 2001 al 31 marzo 2010, emerso che quelle relative al set-tore degli appalti, nellambito del quale stato previsto uno stanzia-mento complessivo di risorse pub-bliche per la realizzazione degli interventi ivi indicati pari ad euro 12.894.770.574,38, sono 302. Po-co meno di 13 miliardi di euro che rileva lAutorit di vigilanza dei contratti pubblici sono passati attraverso procedure derogatorie riguardanti emergenze e grandi eventi con il rischio di una distor-sione del mercato in quanto vie-ne consentito laffidamento di la-vori e servizi in via diretta, senza il rispetto delle regole del Codice poste a tutela della concorrenza.

    toccato alle opere del g8, ai Mondiali di nuoto Roma 2009, ai festeggiamenti per i 150 anni dellunit dItalia, alla ricostru-zione post-terremoto in Abruzzo. Per la cricca arriva il momento di arricchirsi anche con ledilizia carceraria. In particolare con las-segnazione degli appalti per gli istituti carcerari di Cagliari, Sas-sari, Tempio Pausania, Oristano che rientrano in un programma straordinario, antecedente al Pia-no carceri del ministro Alfano, co-me variante al programma ordina-rio delledilizia penitenziaria.Infatti, la realizzazione di questi istituti viene prevista con decreto del ministro della giustizia (Ro-berto Castelli) del 19 luglio 2004, emanato di concerto con il mini-stro delle Infrastrutture e dei Tra-sporti (Pietro Lunardi). Questultimo, proprio nel 2004, acquista per 3 milioni di euro, un quarto del suo valore effettivo, lo stabile di via dei Prefetti di pro-priet di Propagande Fide. Per i lavori di ristrutturazione, il mini-stro si affida a Diego Anemone che ottiene in quel periodo nume-rosi appalti di competenza del mi-nistero delle Infrastrutture.Un anno dopo, nel 2005, gli appal-ti per i quattro istituti penitenziari vengono affidati con la procedu-ra dellappalto integrato mediante gara informale tra ditte di fiducia dellamministrazione in possesso di abilitazione di sicurezza NOS. Alle gare, che vengono dichiara-te secretate con decreto del mini-stro della giustizia, si invitano quin-di, non le ditte che rispondono a specifici requisiti e presentano de-terminate caratteristiche ma ditte di fiducia, ovvero quelle di fidu-cia del provveditorato e del SITT (Servizio Integrato Infrastrutture e

    Dallanalisi delle ordinanze di protezione

    civile, emanate dal 1 gennaio 2001 al 31

    marzo 2010, emerso che quelle relative

    al settore degli appalti, sono 302

  • Pagina 13Costruire Febbraio 2012

    Trasporti del La-zio, dellAbruzzo e della Sardegna) al cui vertice, fino al settembre 2005, figurava Angelo Balducci, passato pochi mesi prima della data di svol-gimento delle ga-re informali alla presidenza gene-rale del Consiglio Superiore dei La-vori Pubblici.Non vorremmo trovarci di fronte a conflitti tra im-prese pubbliche e private.

    Le ditte di fiduciaLappalto relativo al carcere di Ca-gliari viene affidato con verbale di gara n. 606 in data 22 dicembre 2005 allATI Opere Pubbliche SpA ed Eugenio Ciottola SpA. Lappalto relativo al carcere di Sas-sari viene affidato con verbale di ga-ra n. 608, in data 22 dicembre 2005, allATI Anemone Srl - Igit SpA. Lappalto relativo al carcere di Tempio Pausania viene affidato con verbale di gara n. 605 in data 22 dicembre 2005 allimpresa gia.fi Costruzioni SpA. Successivamente la delibera CIPE del 6 marzo 2009 n. 3 assegna al Fondo infrastrutture 5 miliardi di euro per interventi di competen-za del ministero delle Infrastrut-ture, di cui 200 milioni riservati al finanziamento di interventi di edilizia carceraria, poi assegnati con delibera del 31 luglio 2009 al Programma straordinario per il finanziamento di 8 istituti pe-nitenziari in corso di costruzio-ne, tra cui appunto quelli di Ca-

    gliari, Sassari, Tempio Pausania, Oristano. Un anno dopo, circa un centinaio di questi milioni viene accreditato alle imprese: - 39 milioni 444mila 320,19 euro,

    pari al 52,65% del costo com-plessivo, allATI Opere Pubbli-che SpA di Francesco Piscicelli ed Eugenio Ciottola SpA. Pisci-celli viene arrestato la notte fra il 4 e il 5 marzo del 2010; il 3 maggio gli concedono i domi-ciliari. Il 20 dicembre 2011 li-bero ma sotto processo a Ro-ma per corruzione, in un filone dellinchiesta sullappalto per la costruzione della scuola ma-rescialli dei carabinieri, a Firen-ze. Eugenio Ciottola indagato a Roma per concorso in abuso dufficio per i lavori alle gallerie ipogee dellUmberto I.

    - 26 milioni, 232mila 155 euro, pa-ri al 35,15% del costo complessi-vo allATI Anemone Srl - Igit SpA, che a dicembre 2009 si aggiudi-ca per ulteriori 16.350.000 euro

    la realizzazione del nuovo padi-glione per detenuti sottoposti a regime 41-bis. Diego Anemone indagato nellambito dellinchie-sta sulla casa nei pressi del Co-losseo dellex ministro Claudio Scajola con laccusa di violazio-ne della legge sul finanziamen-to dei partiti. Personaggio chia-ve dellinchiesta sugli appalti dei grandi eventi, il costruttore ro-mano viene scarcerato il 9 mag-gio 2010 per scadenza dei termi-ni di custodia cautelare.

    - 31 milioni, 364mila 43 euro, pa-ri al 62,58% del costo comples-sivo allimpresa gia.Fi Costru-zioni SpA di Valerio Carducci, indagato a Firenze per truffa ai danni dello Stato. Secondo le ipotesi di accusa, infatti, la gia.Fi avrebbe gonfiato i prezzi (da 57 a 73 milioni di euro) per la costruzione dellalbergo desti-nato ad ospitare i capi di Stato del g8 alla Maddalena il cui af-fidamento lavori era stato otte-nuto nel maggio 2008.

  • Variazione presenze detenuti nelle 14 carceri laziali

    Gennaio 2011 Novembre 2011 2 Gennaio 2012 9 Gennaio 2012 31 Gennaio 2012

    6.377 6.602 6.651 6.755 6.846

    Viterbo

    CivitavecchiaCivitavecchia N.C.

    Rieti

    Frosinone

    Latina

    ROMAVelletri

    Cassino

    Paliano

    Strutture penitenziarie nel Lazio

    CassinoCivitavecchiaCivitavecchia N.C.FrosinoneLatinaPalianoRieti N.C.Roma Rebibbia N.C. 1Roma Regina CoeliRoma Rebibbia FemminileRoma RebibbiaRoma Rebibbia III CasaVelletriViterbo N.C.

    Centoquattro detenuti in pi nella sola settimana dal 2 al 9 gennaio 2012, duemila detenuti ristretti oltre la capienza regolamentare di 4.838. Nelle 14 carceri del-la Regione Lazio, i detenuti attualmente reclusi sono 6.846 (6.409 uomini e 437 donne). Nel Lazio, nei 14 istituti carcerari erano presenti al 31 maggio 2011 6.598 detenuti in celle dove ce ne dovreb-be stare un massimo di 4.856 con il 46% dei detenuti an-cora in attesa di giudizio.Una situazione di sovraffollamento detentivo determi-nata dallinadeguatezza delle strutture, dalle politiche di sicurezza del precedente esecutivo che, acutizzata da una carenza cronica di personale (quello previsto di 4.136 unit, in realt ce ne sono 3.505) e da una diso-mogeneit nella distribuzione della popolazione carce-

    raria fra i vari istituti penitenziari del Lazio, si racconta in evasioni rocambolesche, scioperi della fame, suicidi di detenuti e agenti penitenziari in prima linea a diffe-renza di quanti nonostante le denunce dei sindacati vengono distaccati dallAmministrazione Penitenzia-ria presso strutture esterne, come dipartimenti, mini-stero e provveditorati. Negli istituti che soffrono mag-giormente lo scarto tra il personale previsto e quello effettivamente presente allinterno delle strutture car-cerarie come Viterbo e Civitavecchia il sovraffolla-mento, unito alla carenza di agenti di polizia peniten-ziaria, di educatori e di risorse finanziarie, rende sempre pi difficili le possibilit di socializzazione e di forma-zione professionale da spendere al di fuori del circuito carcerario.

    Pagina 15Costruire Febbraio 2012

  • Pagina 16Costruire Febbraio 2012

    REGINA COELI Al 23 dicembre 2011, la struttura ospitava 1.280 detenuti a fronte di una capienza di 724 posti segnando il record di presenza degli ultimi 5 anni. Infatti, a Regina Coeli (il carcere dove sono trasferiti tutti coloro che vengono arrestati a Roma) i dati indicano un flusso di ingresso di circa 30 persone a settimana mentre nello stesso arco di tempo vengono trasferiti in altri istituti circa 25 ristretti. A febbraio 2012, nel sesto braccio del penitenziario circa 150 detenuti hanno dovuto affrontare londata di gelo senza riscaldamento e acqua calda. Una situazione che si era gi verificata nel 2006 e che era stata affrontata dalla precedente giunta regionale con lo stanziamento di 450mila euro destinati alla ristrutturazione del quinto e del sesto braccio dellistituto. Oggi i detenuti continuano a vivere in condizioni igienico-sanitarie decisamente precarie viste linsufficienza di coperte e linadeguatezza dei reparti che arrivano ad ospitare fino a sei detenuti in celle di 15 mq. Inoltre, linagibilit del centro clinico costringe lamministrazione a ospitare i detenuti con problemi di salute nelle sezioni comuni che, sempre pi affollate, devono essere allargate agli spazi di socialit da mesi ormai adibite al pernottamento dei detenuti. Come le sale scuola, chiuse a fine dicembre dello scorso anno. Altra criticit di Regina Coeli riguarda il turn over dalla Sezione transito alle Sezioni comuni che non si consuma pi nellarco di pochi giorni ma arriva ad ospitare i detenuti (attualmente circa 150) anche per diverse settimane.

    REBIBBIAPer comprendere la situazione di degrado e invivibilit delle carceri laziali utile soffermarsi sulla situazione del carcere femminile di Rebibbia dove alla carenza di personale e al sovraffollamento delle sezioni si manifesta un aspetto detentivo che non dovrebbe accusare leggerezze da parte dellamministrazione penitenziaria. Gli ultimi dati disponibili (aprile 2011) sottolineano la presenza allinterno dellistituto di 12 bambini che vivono con le madri detenute dietro le mura del carcere romano. Lo scorso anno, tuttavia, le conseguenze del sovrappopolamento detentivo hanno incrinato il gi delicato equilibrio dei diritti dei piccoli ristretti. Lasilo del carcere pu infatti ospitare fino a 19 bambini ma il VII rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione redatto dallassociazione Antigone ha rilevato una presenza di ben 24 bambini, condizione che ha costretto alla sistemazione notturna nei locali dellinfermeria. Ma se la situazione del nido rientrata nella normalit non si ridimensionano le criticit generali del pi grande istituto penitenziario femminile dItalia.Sempre secondo i dati relativi allo scorso anno, la CCF di Rebibbia ospita 374 detenute, quando ne dovrebbe contenere non oltre 274, con una stima del sovraffollamento pari al 36,5% e un incremento delle presenze. Queste, passando dalle 260 recluse del 2006 alle cifre attuali, sono aumentate del 43,8%.

    Secondo il rapporto diffuso dal garante dei detenuti del Lazio nel maggio 2011 la situazione delle carceri laziali al collasso. Partendo da Latina, dove i detenuti sono 166 mentre dovrebbero essere 86, per arrivare a Viterbo dove sono presenti 720 ristretti a fronte di una capienza regolamentare di 444 detenuti. 450 detenuti in pi rispetto alla capienza regolamentare a Roma nel carcere di Rebibbia N.C mentre nel carcere di Regina Coeli i detenuti sono 400 oltre il limite. Insostenibile anche la situazione di Cassino e Civitavecchia rispettivamente con 110 e 220 reclusi in pi. 516 i detenuti nel carcere di Frosinone che nasceva per ospitarne 325. Sotto-utilizzato per mancanza di personale, invece, il carcere di Rieti.

  • Pagina 17Costruire Febbraio 2012

    RIETI N.C. La Casa di Reclusione di Rieti una struttura penitenziaria inaugurata nel 2008 che, sviluppandosi su tre livelli, pu accogliere 300-400 detenuti. Tuttavia, per la mancanza di personale vengono utilizzate solamente due sezioni per un totale di 78 posti. I detenuti presenti sono invece 120.

    CIVITAVECCHIA La struttura, inaugurata nel 1992, conta 210 agenti di polizia penitenziaria effettivi a fronte dei 350 previsti, ma le criticit riscontrate riguardano anche linefficienza dellassistenza sanitaria e psicologica. Listituto costituito da 11 sezioni maschili, di cui una di alta sicurezza e una femminile (inizialmente di competenza del carcere di Viterbo) e ospita oltre 600 detenuti a fronte di una capienza tollerabile di 550 posti. Attualmente sono 220 i detenuti in pi rispetto alla capienza regolamentare. Il 19 dicembre 2011, il governatore del Lazio, Renata Polverini, ha annunciato lo stanziamento di 100mila euro per la ristrutturazione della palazzina di polizia penitenziaria dellistituto carcerario.

    FROSINONE Il carcere di Frosinone inizialmente nasce come una struttura che pu ospitare 325 detenuti mentre di fatto sono 516. Nonostante la carenza di personale rispetto ai ristretti presenti, prevista lapertura di una nuova ala del carcere che potr ospitare fino a un migliaio di detenuti.Le problematiche organizzative sono aggravate dalla struttura che presenta celle disposte su un lato solo del corridoio rendendo meno agevole il lavoro dei gi sottodimensionati organici penitenziari.Inoltre ha denunciato in uninterrogazione del luglio 2011 la senatrice Formisano a fronte di una richiesta di maggiori supporti invece arrivato lordine dellaccorpamento di due sezioni nei turni di 18-24 e 0-6, con lapertura di una doppia porta (perennemente chiusa dal lontano 1992) che unisce i due lati delledificio detentivo, costringendo loperatore a svolgere un servizio da maratoneta.

    VITERBO N.C.Listituto penitenziario Mammagialla di Viterbo rappresenta per dimensioni ed importanza la terza struttura detentiva del Lazio. Con una presenza di 720 ristretti, a fronte di una capienza regolamentare di 444 detenuti, al Mammagialla sono impiegati effettivamente solo 360 agenti penitenziari (sulla carta dovrebbero essere 540). La carenza di spazi resa ancora pi grave dalle tipologie di detenuti ristretti nella struttura: ci sono detenuti con il 41-bis, detenuti in regime di massima sicurezza, detenuti con condanna definitiva e circa 50 ergastolani. Anche allinterno di questo sottoinsieme si registra un sovraffollamento pericoloso. Infatti, a fronte di una capienza prevista di 150 detenuti ad alta sicurezza, al Mammagialla ne sono stati assegnati 175. Ma i problemi riguardano anche la coabitazione nella stessa cella di ergastolani e detenuti comuni (per i quali viene utilizzato anche il reparto di isolamento) o addirittura reclusi in stato di carcerazione preventiva.

  • Pagina 18Costruire Febbraio 2012

    ledIlIzIa della penaCORRADO MARCETTI, ARChITETTO, STATO COLLABORATORE DI gIOVANNI MIChELUCCI E ATTUALMENTE DIRETTORE DELLA FONDAZIONE MIChELUCCI. SI OCCUPA DEgLI SPAZI DELLA PENA E hA CURATO IL LIBRO UN FOSSILE ChIAMATO CARCERE E DIVERSE ALTRE PUBBLICAZIONI SUL TEMA. hA COLLABORATO AL PROgETTO DEL gIARDINO DEgLI INCONTRI NEL CARCERE DI SOLLICCIANO A FIRENZE E hA PROMOSSO IL PROgETTO EUROPEO ART AND CULTURE IN PRISON

    Nel programma del bando del Concorso Internazio-nale per le carceri centra-li di Alessandria, pubblicato il 1 maggio 1839, veniva data questa raccomandazione ai progettisti: [] larchitetto deve ben bene persuadersi che larte sua deve far-si serva della disciplina e del siste-ma che si vuole introdurre [] Questo illuminante monito, depo-ca preunitaria, una buona trac-cia per interpretare la complessit delle vicende che hanno segnato storicamente in Italia il rapporto

    tra edilizia penitenziaria e cultura architettonica.Ogniqualvolta i progettisti si sono posti in una posizione innovativa rispetto ad una linea di continuit intrisa di permanenze, questo at-teggiamento stato mal tollerato dalle istituzioni carcerarie. Anche quando linnovazione architettoni-ca degli spazi della pena sembrava sospinta dallo spirito dei tempi, dal dibattito parlamentare, da una ac-cresciuta consapevolezza sociale, o tanto pi dai principi sanciti in una riforma vigente, essa stata solo ap-

    parentemente accettata, in attesa di essere successivamente svuotata o rigettata come un corpo estraneo allorganismo carcerario.Nelle poche occasioni in cui si aperta la possibilit di rinnovare il patrimonio edilizio penitenziario del paese, nellambito dei dichiarati programmi di riforma delle carce-ri (sia ottocenteschi che novecen-teschi), solo in minima parte stato possibile tradurre negli interventi edilizi realizzati gli obiettivi che le diverse riforme si erano date. Fatte salve le eccezioni, c sem-pre stata una sorta di schizofrenia tra il dibattito teorico sulla corri-spondenza dellarchitettura carce-raria ai modelli penali, promosso dalle diverse scuole di pensiero, e la realt fattuale delledilizia peni-tenziaria. Questa ultima ha seguito una sua continuit di vicende, in-tessuta di mancanza di risorse, di rallentamenti, di tamponamenti, di rincorsa delle varie emergenze, generalmente sovraffollamento e condizioni igieniche, contenimen-to e sicurezza.generalmente accaduto che una qualche ragione e per pri-ma la dichiarata mancanza di ri-sorse abbia sempre fatto rientra-re i programmi edilizi ispirati da una volont di applicazione dei contenuti di riforma, mentre so-no stati realizzati altri pacchetti di interventi sul patrimonio edilizio carcerario.Se si punta lattenzione sul perio-do che corre dalla Riforma carce-raria del 1975 ad oggi si pu facil-mente constatare che non esiste un carcere della Riforma, realiz-zato cio dopo la sua approvazione e ispirato ai suoi contenuti. Il pro-getto del complesso di Rebibbia, ideato dallarchitetto Sergio Len-ci, considerato come uno dei pi

    DI CORRaDO maRCETTI

  • Pagina 19Costruire Febbraio 2012

    significativi esempi di architettura carceraria della Riforma, risale in realt al 1959 mentre linaugura-zione del 1972. La visione rinno-vata del carcere di cui espressione deriva dalla conoscenza diretta, da parte del suo autore, dello stato di-sastroso delle condizioni igieniche e umane delle carceri, come dram-maticamente emergeva nel dopo-guerra, dei riferimenti necessari, nella volont di realizzare spazi ade-guati ai principi di umanizzazione della pena: la citt, architetture e ti-pologie delledilizia residenziale e dellarchitettura civile, il manteni-mento di un rapporto con la natu-ra. Nonostante la funzionalit degli spazi realizzati, Rebibbia non fu uti-lizzato come modello di riferimen-to per ledilizia carceraria. Anche il progetto della nuova Casa circonda-riale di Sollicciano a Firenze, redat-to nel 1974 da un gruppo di archi-tetti fiorentini (Mariotti, Inghirami, Campani e altri) per il concorso-ap-palto bandito nel 1974, precede la Riforma, allora ancora in gestazio-ne. I contenuti ispiratori del pro-getto, frutto della ricca discussione sociale e parlamentare del prerifor-ma, verso cui spingeva lo stesso ban-do di concorso, furono tradotti in un insieme di originali idee proget-tuali. Quando nel 1983 il complesso fu inaugurato, le sue caratteristiche di carcere verso la Riforma erano gi state ampiamente criticate, ripu-diate e infine revisionate con inter-venti di modifica che snaturarono il progetto originario invalidando il modello di riferimento. La tempesta dellemergenza sicu-rezza nelle carceri e dellallarme terrorismo, iniziata poco tempo dopo lapprovazione della Rifor-ma carceraria del 1975 e protrat-tasi per circa un decennio, cal il sipario sui programmi e sui pro-

    getti innovatori di architettura carceraria. Anzi larchitettura fu considerata un lusso di cui ledilizia peniten-ziaria poteva ben fare a meno. I concorsi sparirono e la realizzazio-ne dei nuovi complessi fu dispo-sta attraverso quelle modalit che avrebbero dovuto pienamente ga-rantire le esigenze funzionali dello specialismo carcerario. Il ministe-ro di grazia e giustizia e il ministe-ro dei Lavori Pubblici attraverso le Direzioni generali degli Istituti di Prevenzione e Pena e della Edilizia Statale, produssero un progetto ti-po per tutte le nuove costruzioni. Il requisito principale era il maggiore compattamento possibile degli edifi-ci al fine di ottimizzare i costi di rea-lizzazione, la gestione e la sicurezza, senza nessuna altra riflessione sulle

    La Fondazione Michelucci vie-ne costituita nel 1982 dallar-chitetto Giovanni Michelucci con lo scopo di contribuire agli studi ed alle ricerche nel cam-po dellurbanistica e della archi-tettura moderna e contempora-nea, con particolare riferimento ai problemi delle strutture socia-li, ospedali, carceri e scuole.Si caratterizza oggi come un ori-ginale e consolidato punto di ri-ferimento nella ricerca/proget-to sui temi dellhabitat sociale e del rapporto fra spazio e socie-t. Sono attivi diversi cantieri di ricerca aperti in collaborazione con istituzioni culturali ed en-ti pubblici, da cui nascono pro-getti e proposte per innovare le strategie di intervento rispetto ai pi scottanti problemi urbani: periferie, disagio abitativo, mi-grazioni, salute.

    ragioni, gli spazi e le forme dellar-chitettura. La traduzione esecuti-va del progetto tipo, in un quadro blindato del ciclo progetto-produ-zione in cui scomparve qualsiasi autonomia critica, fu effettuato da un gruppo di imprese ristretto e ac-creditato presso il ministero. Con queste premesse fu prodotta e depositata nel paesaggio di mol-te aree urbane una messe copiosa di complessi carcerari serializzati e decontestualizzati. Negli anni suc-cessivi sono stati realizzati pochi al-tri edifici con qualche tentativo di riproporre la tipologia a palo tele-grafico senza troppe riflessioni. In seguito allapprovazione del Nuovo Regolamento Penitenziario, fu ban-dito dal ministero di grazia e giusti-zia nel 2001 un concorso di idee per la progettazione di un prototipo di istituto penitenziario di media sicu-rezza a trattamento qualificato, del-la capienza di 200 posti detentivi al cui esito non stato dato alcun se-guito. A fronte della gravit crescen-te del sovraffollamento, derivante anche da alcune leggi carceroge-ne c stato lannuncio rituale di un Piano carceri, destinato a rima-nere sulla carta, almeno finch non saranno concretamente identificati mezzi, modalit e tempi per la sua realizzazione. Anche nellultimo de-creto, quello sulle liberalizzazioni, allart. 44 si parla di edilizia peniten-ziaria e si prefigura il Project finan-cing per la realizzazione di infra-strutture carcerarie. Il requisito della qualit del proget-to ormai completamente rimosso e la partita sempre pi incentra-ta sulle quantit necessarie di cel-le e sulle condizioni di fattibilit di un modello incentrato sul coinvol-gimento dellimpresa privata nella realizzazione delle nuove carceri e nella gestione dei servizi carcerari.

  • Assicurati alla giustizia21.197 in pi rispetto alla capien-za regolamentare di 45.700. Trop-pi per garantire standard di vita improntati alla decenza. Troppo pochi, invece, per fondazioni ban-carie e imprenditori a cui lo Stato affida la costruzione di carceri attra-verso il progetto di finanza (Decre-to Legge 24 gennaio 2012, n. 1). Le strutture penitenziarie, una volta date in concessione allo Sta-to, frutteranno ai privati un corri-spettivo in euro per ogni detenu-to ristretto. Con il rischio visto il fallimento delle varie black o whi-te list di infiltrazioni mafiose nel-la costruzione e nella gestione dei servizi carcerari (a esclusione del-la custodia) e il paradosso di una

    criminalit organizzata che guada-gna quanto pi delinque e fattu-ra quanto pi le sue pecore saran-no ricondotte negli ovili carcerari. La facilit con cui le organizzazio-ni criminali possono infiltrare le imprese italiane si configura come una linea diretta di credito con la Pubblica amministrazione.Oggi, un detenuto costa in media allo Stato poco meno di 113 euro al giorno e circa 99 euro rappre-sentano il costo del personale. I privati non si accontenteranno di chiedere una cifra inferiore per la concessione allo Stato delle strut-ture penitenziarie. La traduzione in carcere si tradurr in guadagni per i costruttori e per la crimina-lit che siede nei consigli di am-

    ministrazione, che fornisce uomi-ni e cemento per la costruzione. Unoperazione che rischia di as-somigliare ad un risarcimento co-atto per quei sodalizi mafiosi del mattone che vedranno le proprie fila assottigliarsi nelleventualit di arresti. Una vera e propria assicu-razione.

    Commerciali o calpestabili?Anche le banche avranno il loro naturale tornaconto. Perch no. Le banche che contribuiscono alla realizzazione delle infrastrut-ture con il finanziamento di alme-no il 20% del costo di investimento potrebbero promuovere nuove soluzioni per la concessione del mutuo. Lo Stato paga 100 euro al giorno per ogni detenuto? Sconta 15 anni in cella e a fine pena la ca-sa sar tua. Naturalmente il palaz-zinaro sar lo stesso concessionario che finanziato dalla banca eroga-trice del mutuo avr provveduto anche alla costruzione del peniten-ziario, magari utilizzando per la co-struzione del quartiere lo stesso ca-pitolato.Utilizzando il 20% di quei 100/200 euro che lo Stato verserebbe nelle tasche dei privati costruttori di car-ceri, le fondazioni bancarie, le ban-che, potrebbero finalmente riallar-gare le maglie dellaccesso ai mutui per la casa. Tu scegli lappartamen-to per te e per la tua famiglia e in banca sono pronti a calcolare quan-ti anni di galera devi scontare per ri-pagare per 20/40 euro giornalie-

    dIarIo prIVato CONCESSIONI, COMPENSAZIONI, PROGETTO DI FINANZA, LOTTIZZAZIONI, CESSIONI: IL PASSEPARTOuT PER SPARTIRSI A COSTO ZERO LuTILIT DEL BENE PuBBLICO

    DI CIaNCIO aLLEBaNDE

  • ri incassati dalla banca lanticipo e gli interessi per lacquisto dellabita-zione. Puoi anche scegliere per qua-le tipo di reato farti rinchiudere. Certo che per un bilocale a Boc-cea dovresti scontare 30 anni di car-cere. Sono tanti. Ma oggi come oggi chi ti permette di accendere un mu-tuo trentennale?Ma le banche ti vengono incontro. Perch un conto scontare 30 an-ni in una cella tutta tua, 15 mq pi servizi igienici, un altro divide-re quella stessa stanza con altri 5 o 6 clienti della banca in 2,5 mq ciascuno. Commerciali o calpesta-bili? Il prospetto della banca infor-ma che i mq occupati nelle loro celle sono direttamente propor-zionali alla rete del muto.

    Affari nostriSar poi vero che le pubbliche am-ministrazioni hanno finito i dena-

    ri per la manutenzione e il rilancio del bene pubblico? Certamente le aziende sono in crisi, ma la crisi dello Stato pi profonda. Tan-to da prendere in considerazione proposte e convenzioni improba-bili che mortificano linteresse ge-nerale in favore di tornaconti pri-vatistici. il caso della Metro C, del villaggio Olimpico per le Olimpia-di di Roma 2020, del restauro del Colosseo, della cessione del 40% dellAma ai privati, della privatiz-zazione delledilizia penitenziaria, del piano coste. Il privato detta le regole, la sua una mano pesante. La mano invisibile quella dello Stato, che ha deciso di pagare po-co oggi ma di indebitarsi pesante-mente per i prossimi decenni.Il gioco semplice: apri il cantiere, rallenti i lavori, lievitano i costi, si bloccano i lavori. Cari cittadini, se volete il completamento dellope-

    ra dobbiamo chiedere linterven-to dei privati. Fanno paura questi privati, nessuno li ha mai visti, ma quando dallufficio del sindaco proiettano il segnale luminoso nel cielo ecco che li vedi arrivare per spartirsi la torta. Offrono 100 euro per guadagnare 1.000 negli anni a venire. Il dubbio mi assale. Ma i no-stri amministratori saranno davve-ro cos imbecilli oppure una parte di quel guadagno futuro non sa-r servito ai privati per assicurarsi laccettazione di qualsiasi proposta economicamente svantaggiosa per la collettivit? Non so quale delle due ipotesi sia la peggiore.

    La citt dello spotAlcuni lanci di agenzia sono para-digmatici: I privati si fanno avanti per il completamento della realiz-zazione della Citt dello sport. 60 milioni di euro il costo iniziale, 200 milioni gi spesi, 500 quelli previsti nel piano economico per le Olim-piadi per completarla. I privati si fanno avanti. Timidamente, senza bussare, lasciando una letterina di intenti sotto la porta del governo. E sempre timidamente scrivono di es-sere pronti a finanziare lopera con 380 milioni di euro su un totale di 500 necessari alla sua ultimazione. La societ NEC group Internatio-nal, in associazione con HRS LTd, in cambio chiede solamente la ge-stione dei nuovi impianti sportivi per circa 25 anni e la possibilit di realizzare 40mila metri quadrati di spazi commerciali. E i restanti 120

    Citt dello Sport di Tor Vergata 500 mln

    Bacino remiero destinato alle gare di canottaggio e canoa 100 mln

    Velodromo da realizzare a Tor Vergata 50 mln

    Ristrutturazione stadi a Roma e nelle altre citt italiane 285 mln

    Opere temporanee 192 mln

    Allestimenti 144 mln

    Allestimento del campo di hockey 19 mln

    Allestimento dei campi di beach volley allinterno del Circo Massimo

    26 mln

    Ampliamento impianto di tiro a segno di Lunghezza 15 mln

    Ampliamento campo di golf dellOlgiata 6 mln

    Comitato Promotore: spese necessarie per lorganizzazione e per limpiantistica sportiva

  • Pagina 22Costruire Febbraio 2012

    milioni euro senza i quali non po-trebbe comunque essere completa-to il progetto? Naturalmente assi-cura il sindaco potrebbero essere stanziati nellarco di tre anni grazie ai fondi di Roma capitale. Ma per i cittadini romani non sar previsto nemmeno un abbonamento gratu-ito di una settimana. Ora appren-diamo che la letterina di intenti al vaglio del governo. Si spera per procedere al rilevamento delle im-pronte con laiuto della squadra an-tirapina. Per il sin-daco, invece, que-sta proposta privata un segnale forte per il governo e per chi accusa Roma di dilapidare risorse pubbliche, visto che lago della bilancia si sposta sempre pi verso le risorse pub-bliche. Il ragiona-mento alla base di questa sua convin-zione ha il sapore di una televendita del guzzanti criti-co darte a TeleProboscide: gli in-vestimenti pubblici necessari allor-ganizzazione delle Olimpiadi 2020, grazie alla nuova proposta privata, scendono da 4,7 a 4,3 miliardi di euro e dovranno essere sostenuti dal 2014 al 2020, cio in sette an-ni: a conti fatti, si tratta di poco pi di 600 milioni di euro lanno di in-vestimenti. E ancora, in questo modo, le Olimpiadi diventano un

    evento in attivo perch per la loro organizzazione erano previsti 4,7 miliardi di investimenti pubblici a cui faceva riscontro un ritorno fi-scale di 4,6 milioni, adesso scendia-mo a 4,3 miliardi contro un riscon-tro fiscale di 4,6 miliardi. Siamo quindi in attivo di 300 milioni.

    Giochi proibiti (vi)Ma il governo non si lasciato im-bonire e ha affossato la candidatu-

    ra di Roma come sede dei XXIII giochi olimpici e paraolimpici del 2020 per non mettere a rischio i sacrifici richiesti ai cittadini. Allas-sessore regionale Aldo Forte sfug-gono le ragioni che hanno porta-to al no. Qualcuna a noi viene in mente.

    Nel dossier olimpico tanto cemen-to e poca attenzione allambiente, alla qualit di vita dei cittadini, co-

    me i 700.000 metri cubi previsti a Tor di Quinto in unarea peraltro non edificabile. Una grande ope-razione immobiliare per la costru-zione di due Villaggi Olimpici nella piana di Tor di Quinto e nellansa fluviale del Tevere a Saxa Rubra ol-tre al completamento dellanello ferroviario, con la nuova Stazione di Tor di Quinto prevista nel par-co fluviale Olimpico. I due Villaggi Olimpici, uno per gli atleti di circa

    un milione di metri cubi, laltro per i me-dia di circa 300.000 metri cubi, andreb-bero ad insistere su unarea soggetta a vincoli di inedifica-bilit e ad elevato ri-schio idrogeologico.

    Altro cemento stan-do al Master Plan proposto da ADR per il potenziamento dellaeroporto di Fiu-micino con la realiz-zazione di una nuova

    pista e terminal in unarea di 1.300 ettari ricadente nella Riserva na-turale statale del Litorale romano, una zona indicata dal Piano Territo-riale Paesistico E2, cio zone agri-cole ad alto valore paesistico. Il 2 febbraio scorso, il delegato al Tu-rismo di Roma Capitale, Antonio gazzellone, a margine di un conve-gno nazionale sul turismo al Palaz-zo dei Congressi, ha dichiarato che i lavori amministrativi e le proce-

  • Pagina 23Costruire Febbraio 2012

    dure per la terza pista sono in cor-so. Quello che certo che ADR sta preparando il terreno al pro-prio piano di sviluppo aeroportua-le senza unapprovazione definitiva del progetto. E non stiamo parlan-do di procedure amministrative. In localit Santa Ninfa, a pochi metri dalla Riserva statale del Litorale ro-mano, la societ ADR ha sradicato, in prossimit della sede dellinfra-struttura aeropor-tuale oltre 1.000 al-beri su unaerea interamente agri-cola di propriet del gruppo Benet-ton che, attraver-so la Sintonia SAV controlla la societ gemina che detie-ne il 95,8% dellas-setto azionario di Aeroporti di Roma. Linizio dei lavori dovrebbe avvenire entro il 2016 con le attivit di esproprio e acquisizione di ulteriori terreni per fare spazio a terminal, piste, piazzali e parcheggi, viabilit e sta-zione ferroviaria, uffici, alberghi e centri commerciali. Unoperazione speculativa nonostante il contratto della concessione governativa sti-pulato nel giugno 2000 da Iritec-na attraverso la finanziaria Fintec-na preveda lobbligo di procedere alladeguamento infrastrutturale mantenendo i requisiti ambientali e di sicurezza aerea e terrestre.

    Ma non c soltanto la svendita di Roma nei piani del centrodestra laziale.In data 19 luglio 2010, con unin-terrogazione urgente, il gruppo consiliare Lista Bonino Pannella - Federalisti europei chiedeva al presidente della giunta regiona-le di monitorare le diverse cau-se del fenomeno della progressiva riduzione dellaccesso libero alle

    spiagge e quali azioni avesse in-tenzione di promuovere per assi-curare una regolamentazione uni-taria ed omogenea della gestione delle spiagge del Lazio ed il diritto di tutti al libero accesso ai litora-li. La risposta arrivata il 30 di-cembre 2011 con la pubblicazione del bando per laffidamento dei servizi connessi alla balneazione delle spiagge libere del litorale ro-mano. Il bando emesso dal XIII Municipio mette a disposizione

    dei privati dieci lotti tra Ostia Po-nente e Levante con affidamenti che potranno arrivare di fatto fino a 12 anni (4 anni pi 8 rinnovabili annualmente). I bandi prevedono labbattimento degli attuali chio-schi e la possibilit per i costrut-tori di aumentare le cubature edi-ficando nuovi chioschi-ristorante fino a 250 mq e ulteriori occupa-zioni di spiaggia fino a 2mila mq

    cui annettere anche impianti sportivi e strutture funziona-li alla gestione della spiaggia. Si attenua inoltre il divieto di preposizionamen-to di ombrelloni e lettini (il cui prezzo massimo sale da 5 a 7 euro). Una sven-dita che grava su un litorale gi pesante-mente squilibrato a favore delle spiag-ge private secondo un rapporto di 20 a

    80. Un altro regalo ai privati, vista lesiguit della somma versata allo Stato da parte dei gestori che, in tutta Italia, secondo una rilevazio-ne di Nomisma, raggiunge 15 mi-liardi di euro, una somma sensibil-mente inferiore al giro daffari e di malaffare sul quale hanno pun-to gli occhi e hanno messo mani le organizzazioni mafiose. Ma al peg-gio non c mai fine. S, perch il bando prevede che siano ammes-se alla gara per lassegnazione dei

  • Pagina 24Costruire Febbraio 2012

    lotti anche societ e associazioni temporanee di imprese costituite dopo la pubblicazione del bando, senza la possibilit, quindi, di veri-ficare i requisiti professionali dei partecipanti e la garanzia di una reale qualit progettuale da parte degli operatori. A ci si aggiunge la mancata obbligatoriet di coin-volgere figure di garanzia quali il prefetto che recentemente aveva messo in guardia lamministrazio-ne locale su possibili infiltrazioni mafiose e camorristiche.

    Lutilizzo di fondi privati per com-pensare le difficolt di cassa una bufala utilizzata per impiegare di-versamente e far perdere le trac-ce di fondi pubblici che in realt sarebbero disponibili. Una vicen-da su tutte: le opere di restauro del Colosseo, che ogni anno porta nelle casse del ministero circa 33 milioni di euro dalla vendita dei biglietti di ingresso.Lidea di coinvolgere i privati nel restauro del Colosseo ha dichia-rato il sindaco Alemanno mi venuta due anni e mezzo fa. Della Valle ha offerto 25 milioni. A co-

    sto zero? S per il presidente del-la commissione Bilancio di Ro-ma Capitale. Ad Alemanno ha detto Federico guidi va il me-rito di aver trova-to una soluzione,

    lunica percorribile in un momen-to cos doloroso per il Paese, che permetta attraverso fondi priva-ti e a costo zero per lamministra-zione di restituire dignit e decoro ad uno tra i pi importanti monu-menti al mondo. A costo zero?Abbinamento del marchio Tods alla dicitura sponsor unico, lo-go su carta intestata, inserimento del marchio su biglietto e recin-zioni del cantiere, pubblicit della sponsorizzazione in abbinamento ai prodotti. Le condizioni alla ba-se del contratto di sponsorizzazio-ne prevedono anche la costituzio-ne di unassociazione senza fini di lucro Amici del Colosseo avente diritto di disegnare il logo e di re-gistrare nomi di dominio e marchi contenenti il logo stesso, di gestire in esclusiva la comunicazione de-gli interventi di restauro attraver-so una campagna informativa, di organizzare un piano di visite al Colosseo a favore di persone an-ziane e diversamente abili, di re-alizzare un centro nelle vicinanze del Colosseo per laccoglienza dei sostenitori dellassociazione al fi-ne di accogliere anche la stampa

    internazionale, di realizzare un si-to internet illustrativo sui lavori di restauro. I diritti di sfruttamento dellimmagine del Colosseo pre-visti dallaccordo di sponsorizza-zione stipulato il 21 gennaio 2011 dal commissario delegato Roberto Cecchi e dalla soprintendente per i beni archeologici di Roma, Anna Maria Moretto, vanno dai due anni oltre il termine di conclusione dei lavori, per quanto riguarda Tods, ai 15 anni, eventualmente proro-gabili in favore dellAssociazione. Noi ha azzardato Diego Del-la Valle abbiamo voglia di spon-sorizzare il restauro del Colosseo senza chiedere nulla in cambio.

    La buona notizia che il CIPE ha definitivamente approvato il Qua-dro Economico della Tratta T3, S. giovanni - Colosseo, per un im-porto di 792 milioni di euro, a cui contribuiscono lo Stato per il 70%, Roma Capitale per il 18% e la Re-gione Lazio per il 12%. E con que-sta le buone notizie sono finite.La prima cattiva notizia che tra arbitrati, lievitazione dei costi e consulenze milionarie il costo fi-nale della metro C potrebbe rag-giungere i 5 miliardi e 72 milioni di euro. Tra questi (ed ecco la se-conda brutta notizia) andranno calcolati anche 80 milioni di eu-ro, corrispondenti a oneri soprav-venuti sulla gestione delle terre da scavo, che il CIPE ha stanziato uti-lizzando il finanziamento ordina-rio ovvero i fondi per la realizza-

  • Pagina 25Costruire Febbraio 2012

    zione delle opere complementari, rimettendoli completamente nel-le disponibilit di Roma Metropo-litane Srl. Spiccioli, ma forse qualcosa dei 2.736.000 euro versati dal 2006 al 2011 per pagare le parcelle dei tre professori collaudatori poteva es-sere risparmiato. gli incarichi, in-fatti, vennero assegnati allesterno della societ Roma Metropolitane in quanto allepoca la stessa non impiegava personale da poter adi-bire con continuit a questa com-plessa e specifica funzione. Inuti-le assegnare la gara di appalto ad un Soggetto Aggiudicatore che non possa impiegare continuativa-mente personale per il collaudo di tratte metropolitane quando log-getto della gara si riferisce alla co-struzione di metropolitane.Dunque, fino a Colosseo, i soldi pubblici ci sono (lo Stato per il 70%, Roma Capitale per il 18% e la Regione Lazio per il 12%). Da Colosseo a piazzale Clodio, linco-gnita si chiama Project financing. Ad avanzare la proposta di Project financing gli attuali realizzatori dellinfrastruttura ovvero il Con-sorzio metro C. Lamministratore delegato di Ro-ma Metropolitane, Federico Borto-li, ha ricordato alla collettivit che la linea C la metro pi costosa dEuropa e anche la pi difficile da realizzare perch impatta con una citt che ha straordinarie bellezze ma anche difficolt non presen-ti in nessuna altra parte del mon-

    do. Forse si riferiva alla presenza di Alemanno in Campidoglio. Per quanto riguarda le bellezze, inve-ce, nessuno poteva preventivare che scavando a Roma gallerie sot-terranee sarebbero emersi reperti archeologici. Maledetti gli antichi romani che hanno fatto lievitare i costi! Di quanto? 53 milioni di euro per alcuni ritrovamenti archeologi-ci e alcune prescrizioni della So-printendenza di Roma determinati dallesecuzione di lavori non previ-sti dal progetto del 1999. Recente-mente stato ritrovato un allegato dellantico progetto riguardante il capitolo di spesa: esecuzione lavo-ri per ritrovamenti archeologici a seguito di scavi in zona Fori Impe-riali. Accanto la scritta: Niente, se ci dice culo.Daccordo, la metro C la pi co-stosa dEuropa. Che fare per i fa-migerati 7 km dopo Colosseo?Cercheremo sem-pre di avere pi ri-sorse pubbliche per il nostro pia-no metropolitano ha dichiarato il sindaco Aleman-no dove non ci sono bisogna uti-lizzare le risorse private. Il proble-ma che il nostro piano metropolita-no diventa il piano metropolitano dei privati, ovvero del Consorzio metro

    C (Vianini, Astaldi, Lega Coope-rative e Ansaldo). Il Consorzio ha fatto recapitare al Comune in una busta contenenta le sue richieste realizzate con i ritagli di giornali e riviste. Se volete vedere la tratta denominata T2 dovete trasferir-ci le caserme e i depositi Atac di Prati e Flaminio (175mila mc) ol-tre ad 1,2 miliardi di euro in con-tanti e la gestione della linea per 35 anni incassando ogni anno dal Comune un canone di 312 milioni di euro. Finiamo con una buona notizia. stata confermata al 30 giugno 2012 la fine dei lavori della tratta Monte Compatri - Pantano - Parco di Centocelle, la cui gestio-ne sar affidata ad Atac Spa, che per potrebbe essere ceduta per il 40% ai privati. E questa una brutta notizia.

  • Pagina 26Costruire Febbraio 2011

    Firmare il contratto integra-tivo provinciale di Roma, in un contesto economico e sociale di forte crisi dove allordi-ne del giorno c la riduzione dei costi sociali, motivo di orgoglio e di motivazione ad uscire da questo momento negativo. Un esito possibile solamente se si investe sul futuro mantenendo, con una razionalizzazione delle ri-sorse del sistema bilaterale, le pre-stazioni a integrazione del reddito dei lavoratori attraverso la Cassa Edile e prevedendo un incremen-to della retribuzione attraverso un premio di produttivit e laumen-to di mensa e trasporto.Lunificazione dei due enti bilate-rali, Cefme e Ctp, rispettivamen-te adibiti alla formazione profes-sionale e alla sicurezza, va nella direzione di razionalizzare e va-lorizzare le risorse umane ed eco-nomiche puntando allinnova-zione e alla crescita del nostro sistema formativo e della sicurez-za considerato nella sua comples-sit, quindi oltre al settore edile. Lobiettivo raggiungere tutta la filiera, dai lapidei, al legno, dal cemento ai manufatti laterizi per molto tempo esclusi dai processi formativi dei nostri enti e inclu-dendoli attraverso convenzioni e progetti specifici.La formazione professionale, in-tegrata con la basilare formazio-ne alla sicurezza, svolge un ruolo fondamentale per gestire periodi

    di crisi cos intensa. Riorganizzar-ci significa, dunque, riqualificare le nostre professionalit interne al fine di affrontare con compe-tenza, efficienza e innovazione la complicata sfida per raggiungere le imprese estremamente piccole o di media grandezza del nostro sistema produttivo che si caratte-rizzano per essere poco propen-se alla formazione professionale. Questo obiettivo richiede la spe-rimentazione di nuovi strumenti come la formazione in cantiere, ampliandola a nuove sfere (effi-cienza energetica e protezione antisismica) che producano inno-vazione tecnologica e organizza-tiva nel nostro sistema, oltre che nuovi posti di lavoro, aprendoci le porte del mercato internazio-nale e utilizzando i fondi pubbli-ci e privati (fondi inteprofessio-nali) per finanziarla. Nella loro azione quotidiana, gli enti bilate-

    rali che sono espressione degli interessi contrapposti dellimpre-sa e del lavoratore conciliano il bisogno dellazienda e il diritto individuale del lavoratore alla for-mazione di ingresso permanente e di lavorare in sicurezza. Questa caratteristica li rende protagonisti e non spettatori dei processi for-mativi che producono la crescita qualitativa dei lavoratori e, insie-me a loro, delle aziende di cui so-no la forza. Attraverso la raziona-lizzazione economica si riusciti a respingere lattacco alla riduzione delle prestazioni integrative del reddito del lavoratore erogate dal-la Cassa Edile. Era fondamentale, infatti, che rimanessero tali pur nella convinzione della necessit di rielaborare nel tempo un nuo-vo sistema di prestazioni che ci consentano di sostituirne alcune non utilizzate con altre pi stret-tamente utili al lavoratore.Accanto a questo importante risul-tato possiamo considerare il rag-giungimento del tetto massimo di quello che definito Elemento Va-riabile della Retribuzione.Questo meccanismo, introdotto dal contratto nazionale del 2010, da considerarsi come una sorta di premio di produzione e, in quan-to tale, variabile e dipendente dal-la variazione di alcuni fattori tra i quali le ore denunciate, il monte salari, numero dei lavoratori, valo-re aggiunto e Durc emersi e mi-surata nel rapporto tra due trienni presi in considerazione. Non era scontato venisse erogato nella mi-sura massima prevista ma ci siamo riusciti nella perfetta e ritrovata azione unitaria sia sul tavolo della trattativa che fuori, nel rapporto con i lavoratori durante i momen-ti di tensione che ci sono stati con i costruttori romani.

    contratto integrativoUNA VITTORIA DELLUNIT SINDACALE PER TUTTI I LAVORATORI

    DI ROBERTO CELLINI

  • Pagina 27Costruire Febbraio 2012

    CENTRO PER LA FORMAZIONEDELLE MAESTRANZE EDILI ED AFFINI DI ROMA E PROVINCIA

    Ministero del Lavoro e della Previdenza SocialeDirezione Generale per le Politiche per lOrientamento e la Formazione

    DIPARTIMENTO SOCIALEDIREZIONE REGIONALEFORMAZIONE E POLITICHE DEL LAVORO

    CORSI DI FORMAZIONE GRATUITI

    ENTE REGIONALE PER LA FORMAZIONEE LADDESTRAMENTO PROFESSIONALE NELLEDILIZIA

    Formedil Lazio

    ASSESSORATO ALLE POLITICHE DEL LAVORO E FORMAZIONEUNIONE EUROPEA

    Fondo Sociale Europeo

    Per informazioni e iscrizioni:POMEZIA - Via Monte Cervino, 8 - Tel. 06.919622.26/27/28/30 - Fax 06.91962229

    ROMA - Via Filippo Fiorentini, 7 - Tel. 06.4065541 - 06.4064897- 06.4063824 - Fax 06.4064833

    Sito Internet: www.cefme.it E-mail: [email protected]

    Non richiestoPomezia

    FORMAZIONE 16 ORE

    16 ore di formazione obbligatoriaper i lavoratori di primo ingresso

    nel settore edile

    16 Lavoratori di primo ingressonel settore edile

    01/01/2009

    Sede Titolo Progetto Ore Titolo di studio Destinatari A partire da

    RIVOLTI AI DIPENDENTI DI IMPRESA

    Roma/Pomezia Formazione per Apprendisti 120 Non richiesto Occupate/i con contrattodi Apprendistato Profess.

    Pomezia Percorso di Abilitazione Macchine Lavori Edili e Stradali

    16 Non richiesto Occupate/i

    Pomezia Patentino OperatoriMacchine Complesse

    40 Non richiesto Occupate/i con minimo3 anni di esperienza

    Sede Titolo Progetto Ore Titolo di studio Destinatari Scadenza

    POLITICHE ATTIVE IN FAVORE DI PERCETTORI DI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA

    Roma/Pomezia Non richiestoDa 50a 450

    Lavoratori in mobilit/Cassa Integrazione

    30/06/2012

    Sede Titolo Progetto Ore Titolo di studio Destinatari Scadenza

    Bonifica Amianto Coordinatore/Lavoratore Posatore Ceramico e Stuccatore Installatore Manutentore Impianti Solari Paghe e Contributi Tecnico Esperto in Impianti Solari Disegnatore CAD Autocad 2D e 3D Operatore Impiantista Termoidraulico Tecniche di Installazione di Impianti Solari Termici/Fotovoltaici Operatore Edile per il Risparmio Energetico Installatore Manutentore Impianti Elettrici Tecnico Esperto in Impianti Solari/Bioedilizia Conduttore di Macchine da Cantiere Complesse

  • Pagina 28Costruire Febbraio 2011

    Intervista con lautore, raccol-ta dalla televisione romena, in occasione della presentazio-ne del libro Il viaggio di Ionut di Silvano Olezzante, traduzione di Daniel grigoriu.Liniziativa si svolta il giorno 4 luglio presso la Sala Monsignor Di Liegro della Provincia di Roma.Sono intervenuti Edoardo Bian-chi, Presidente Cassa Edile di Ro-ma, Franco Pittau, Caritas Dioce-sana di Roma, Eugenio Stanziale, Segretario CgIL di Roma e del Lazio, Mirella Diaconescu, Amba-sciata di Romania, Roberto Cel-lini, Segretario generale Fillea CgIL di Roma e del Lazio.

    Com nata lidea di questo ro-manzo?Lidea nata quasi per caso. Ci so-no stati dei motivi personali, ma anche degli stimoli, dettati dal-

    la curiosit. Lavorando alla Cassa Edile ho incontrato tanti lavorato-ri romeni e ho voluto approfondi-re questa realt. In questo modo venuto fuori questo romanzo. Il risultato credo sia interessante. Devo ringraziare la Fillea CgIL di Roma e del Lazio, che mi ha dato la possibilit di pubblicare questopera in una doppia versio-ne, italiana e romena. Spero che molti romeni leggano il libro, ma anche molti italiani. I romeni per-ch, secondo me, leggendolo pos-sono ricostruire quel senso di na-zione, di Stato, che in questi ultimi anni, sicuramente, andato perso per le difficolt affrontate nellin-tegrazione europea e tutto ci che ne conseguito.Questo processo, per, ha anche originato la possibilit di ricostru-ire una speranza, un futuro. Cre-do, per, che sia importante leg-

    gerlo anche per gli italiani, che hanno, nella maggior parte dei ca-si, una visione distorta dei romeni. Per gli italiani, forse, ancor pi importante perch possono veni-re in contatto con una cultura di-versa, che non limitata, ma che , invece, una cultura alta, che ha una grande tradizione e una storia millenaria. Laugurio che il libro sia letto per contribuire allinte-grazione europea e ad una globa-lizzazione vera.

    Chi Ionut?Ionut non un solo personaggio, la rappresentazione di tanti di quegli edili che ho conosciuto. Le storie narrate sono tutte realmen-te accadute, anche se le ho un po modificate. Ionut un ragazzo che viene dalla Romania con il suo ca-rico di speranze, di angosce, di an-sie, di delusioni, che decide di ri-

    la rIscoperta dellaterra romanaRECUPERARE LA PROPRIA IDENTIT NEL PROCESSO DI INTEgRAZIONE EUROPEA AL FINE DI RICOSTRUIRE UN FUTURO NEL SEgNO DI UNA VERA gLOBALIZZAZIONE. IL VIAggIO DI IONUT UNA RICOSTRUZIONE STORICA DI UN POPOLO DALLE ANTIChE LEggENDE ALLE STORIE DEI LAVORATORI DI OggI

  • Ionut non un solo personaggio, la rappresentazione di tanti di quegli edili

    che ho conosciuto. Le storie narrate sono tutte realmente accadute, anche se le ho un po

    modificate. Ionut un ragazzo che viene dalla Romania con il suo carico di speranze,

    di angosce, di ansie, di delusioni, che decide di rimanere in Italia, pur mantenendo un forte legame con il Paese dove nato. Porta, nello

    stesso tempo, qualcosa di nuovo

    rienza di scrittore di storia ho ritenuto che la forma del ro-manzo fosse pi ap-propriata di quella del saggio per spie-gare cosa volessi di-re. Da qui la scelta di inserire tante leg-gende.Mastro Manole, in particolare, imper-sona una cultura architettonica, che mi ha molto colpi-to. La Romania ha una grande storia

    in architettura, molto varia, da quel-la dellarea settentrionale, a quella meridionale, a quella orientale. In ogni caso rappresenta un crogiolo di esperienze e di sintesi tra vari stili: bizantino, romano, armeno. Mastro Manole ne il simbolo. Le leggende non nascono mai a caso, altrimenti non si spiegherebbe come mai ci so-no tanti lavoratori edili romeni.Visitando la Romania circa venti an-ni fa sono rimasto colpito da come fossero restate intatti tante cono-scenze e modi di costruire antichi

    nel tempo. Tutto questo, nonostan-te le scelte di Ce-ausescu, che ave-va imposto un tipo di tecnologie indu-strializzate, fatte di casseforme e tun-nel. Questo, a mio giudizio, unulte-riore dimostrazio-ne che una cultura sopravvive, anche nei momenti pi disgraziati, ed ca-pace di progredi-re ugualmente nel corso degli anni.

    Pagina 29Costruire Febbraio 2011

    manere in Italia, pur mantenendo un forte legame con il Paese dove nato. Porta, nel-lo stesso tempo, qualcosa di nuovo. Sinnamora di una ragazza etiope e costruisce qualco-sa di diverso con i nuovi amici italia-ni, romani in parti-colar modo. Credo che sia importan-te, anche, perch i romeni, spesso, hanno una visione distorta degli abitanti di Roma. Certamente ci sono stati, e sicuramente ci sono, degli episodi dintolleranza nei lo-ro confronti a Roma, come in qual-siasi citt del mondo. In realt il ro-mano, ed io mi sento fino in fondo tale, ha nella tolleranza il suo ele-mento genetico distintivo. Tanto vero che qui vicino c la Colonna Traiana, che non avevo mai guar-dato con attenzione prima della scrittura di questo libro. Se guar-date quelle sculture, che la fascia-no, non vedrete la rappresentazione di un popolo scon-fitto e sottomesso. Vedrete, invece, la scelta di rappre-sentare un popo-lo orgoglioso, bel-lo nei lineamenti e nelle forme.Penso che andreb-be ricostituito quel rapporto che cera allora tra Roma e la Romania. An-che perch Roma-nia vuol dire terra romana, non nel si-

    gnificato di conquista, ma nel senso che popoli diversi possono integrar-si, coesistere.

    Dentro questo libro c una grande ricostruzione storica, dalla leggenda di Mastro Manole. Quanto impor-tante questa leggenda per un popo-lo che viene cos numeroso in Italia a svolgere questo lavoro?In questo libro non c solo la leg-genda di Mastro Manole, ce ne so-no tante, che non conoscevo prima di scriverlo. Provenendo da unespe-

  • Pagina 30Costruire Febbraio 2012

    Decorrenza 1/10/2000Livelli Paga base Contingenza Premio

    prod. i.t.s.E.D.r. Totale

    mensilePaga oraria Straord.

    feriale 35%Lavoro festivo 45%

    retrib. permessi 4,95%

    C.E. oraria 18,50%

    Mensa e trasp.

    Paga oraria + C.E. + mensa e trasp.

    7 Imp. Extra 1.600,71 533,82 371,29 10,33 2.516,15 6 ex Imp. 1 1.440,63 529,63 339,22 10,33 2.319,81 5 ex Imp. 2 1.200,52 523,35 285,52 10,33 2.019,72 4 ex Imp. 3 Liv. 1.120,51 521,25 261,95 10,33 1.914,04 4 ex Op. 3 Liv. 6,48 3,01 1,58 0,06 11,13 15,02 16,14 0,55 2,06 0,73 14,47 3 ex Imp. 3 1.040,46 519,16 242,20 10,33 1.812,14 3 ex Op. Specializ. 6,01 3,00 1,46 0,06 10,53 14,22 15,28 0,52 1,95 0,73 13,74 2 ex Imp. 4 936,42 516,43 218,80 10,33 1.681,98 2 ex Op. Qualificato 5,41 2,99 1,32 0,06 9,78 13,20 14,18 0,48 1,81 0,73 12,80 1 ex Imp. 1 Impiego 800,36 512,87 188,20 10,33 1.511,76 1 ex Op. Comune 4,63 2,96 1,14 0,06 8,79 11,87 12,75 0,44 1,63 0,73 11,58 Guard. Senza Alloggio 4,1638 2,470 1,0231 0,05 7,71 10,40 11,17 0,38 1,43 0,73 10,24 Guard. Con Alloggio 3,7011 2,470 0,9128 0,04 7,12 9,62 10,33 0,35 1,32 0,73 9,52

    Dall1/07/2006 lINDENNIT SOSTITUTIVA DI MENSA per gli addetti al CALCESTRUZZO passata 0,79 lora, per gli operai di cantiere a 0,50 incrementata di 0,06 dal gennaio 2008; per gli impiegati a 4,00 al giorno incrementata di 0,48 dal gennaio 2008. LINDENNIT di TRASPORTI stata elevata a 0,17 lora, per gli impiegati a 1,36 al giorno. Per la rete EXTRAURBANA stato rimborsato il costo dellabbonamento sino alla cifra massima di 47,00; in caso di assunzione o di licenziamento a met del mese stato rimborsato un terzo dei 47,00 per ogni decade di lavoro. Il VESTIARIO era composto da un paio di scarpe antinfortunistiche e da due tute lanno. Dall1/1/98 la CASSA EDILE ha erogato in caso di infortunio una prestazione assistenziale straordinaria di . 40.000 - 20,66 da corrispondere per ogni giorno dei primi tre coincidenti con le giornate lavorative, e di . 70.000 - 36,15 per ogni giorno dei primi tre in caso di brevi malattie da usufruire per un massimo di due volte lanno. Dal mese di gennaio 2011 lE.E.T. viene inglobato nel premio di produzione e nella i.t.s.

    A seguito del rinnovo del c.c.p.l., nella provincia di Roma dal 01/02/2012 limporto dellINDENNIT SOSTITUTIVA DI MENSA il seguente: per gli addetti al calcestruzzo 0,79 lora, per gli operai di cantiere 0,625 lora, per gli impiegati 5,00 al giorno; limporto dell INDENNIT di TRASPORTO il seguente: per gli operai 0,20 lora, per gli impiegati 1,60 al giorno. Per la rete EXTRA URBANA verr rimborsato il costo dellabbonamento sino alla cifra massima di 47,00; in caso di assunzione o di licenziamento a met del mese sar rimborsato un terzo dei 47,00 per ogni decade di lavoro. Il VESTIARIO composto da un paio di scarpe antinfortunistiche e da due tute lanno. La CASSA EDILE in caso di malattia breve (inferiore ai 6 giorni) erogher 36,15 per ogni giorno dei primi tre per un massimo di due volte lanno. In applicazione di quanto previsto dal c.c.n.l. del 2010, gi dal mese di gennaio 2011 lE.E.T. stato inglobato nel premio di produzione e nella i.t.s. e, a partire dalla decorrenza del nuovo c.c.p.l. (cio dal 1 febbraio 2012), introdotto lele-mento variabile della retribuzione (EVR) che per lanno 2012 erogabile nella misura di cui alla presente tabella.

    EDILIZIA INDUSTRIA gennaio 2012

    Decorrenza 1/10/2000Livelli Paga base Contingenza Premio

    prod. i.t.s.EVr ELEMEnTO VArIAbILE rETrIbuz

    E.D.r. Totale mensile

    Paga oraria Straord. feriale 35%

    retrib. permessi 4,95%

    C.E. oraria 18,50%

    Mensa Trasporto Paga oraria + C.E. + mensa e trasp.

    7 Imp. Extra 1.600,71 533,82 371,29 85,12 10,33 2.601,27 6 ex Imp. 1 1.440,63 529,63 339,22 76,61 10,33 2.396,42 5 ex Imp. 2 1.200,52 523,35 285,52 63,84 10,33 2.083,56 4 ex Imp. 3 Liv. 1.120,51 521,25 261,95 59,59 10,33 1.973,63 4 ex Op. 3 Liv. 6,48 3,01 1,58 0,34 0,06 11,47 15,48 0,57 2,12 0,625 0,20 14,42 3 ex Imp. 3 1.040,46 519,16 242,20 55,33 10,33 1.867,47 3 ex Op. Specializ. 6,01 3,00 1,46 0,32 0,06 10,85 14,65 0,54 2,01 0,625 0,20 13,69 2 ex Imp. 4 936,42 516,43 218,80 49,80 10,33 1.731,78 2 ex Op. Qualificato 5,41 2,99 1,32 0,29 0,06 10,07 13,59 0,50 1,86 0,625 0,20 12,76 1 ex Imp. 1 Impiego 800,36 512,87 188,20 42,56 10,33 1.554,32 1 ex Op. Comune 4,63 2,96 1,14 0,25 0,06 9,04 12,20 0,45 1,67 0,625 0,20 11,54 Guard. Senza Alloggio 4,1638 2,470 1,0231 0,22 0,05 7,93 10,70 0,39 1,47 0,625 0,20 10,22 Guard. Con Alloggio 3,7011 2,470 0,9128 0,20 0,04 7,32 9,89 0,36 1,35 0,625 0,20 9,50

    EDILIZIA INDUSTRIA febbraio 2012

    nuoVa!

    nuoVa!

  • Pagina 31Costruire Febbraio 2012

    Decorrenza 1/10/2000Livelli Paga base Contingenza Premio

    prod. i.t.s.E.D.r. Totale

    mensilePaga oraria Straord.

    feriale 35%Lavoro festivo 45%

    retrib. permessi 4,95%

    C.E. oraria 18,50%

    Mensa e trasp.

    Paga oraria + C.E. + mensa e trasp.

    8 2.045,49 546,12 469,57 10,33 3.071,51 7 Imp. Extra 1.718,20 537,48 403,73 10,33 2.669,74 6 ex Imp. 1 1.472,74 530,98 346,86 10,33 2.360,91 5 ex Imp. 2 1.251,85 525,21 296,82 10,33 2.084,21 5 ex Operai 3 gruppo 7,24 3,04 1,74 0,06 12,07 16,30 17,50 0,60 2,23 0,73 15,63 4 ex Imp. 3 gruppo 1.119,63 521,70 262,18 10,33 1.913,84 4 ex Operai 3 gruppo 6,47 3,02 1,57 0,06 11,12 15,01 16,12 0,55 2,06 0,73 14,45 3 ex Imp. 3 cat. 1.041,52 519,54 242,64 10,33 1.814,03 10,49 3 ex 1 Op. Specializzato 6,02 3,00 1,47 0,06 10,55 14,25 1