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Periodico mensile del Friuli - Venezia - Giulia · Anno XXXII n°9/2014 · Direzione e Redazione in CODROIPO (Ud) · Piazza Garibaldi, 65 Costo € 1,00 Copia Omaggio

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Periodico mensile del Friuli - Venezia - Giulia · Anno XXXII n°9/2014 · Direzione e Redazione in CODROIPO (Ud) · Piazza Garibaldi, 65

Costo € 1,00Copia Omaggio

a CODROIPO in Via Roma, 55Tel. 0432.912030 · [email protected]

3EDITORIALESOMMARIO

3 · EDITORIALE

4 · INFO: ORARI - TEL UFFICI PUBBLICI...

5 · VILLA MANIN. GESTIONE E LE PROSPETTIVE FUTURE

6 · COMINCIAMO DALL'EUROPA SE ERI UN BAMBINO DEGLI ANNI '50 - '60

7 · UNIVERSITA' DELLA TERZA ETA' 28° ANNO ACCADEMICO

9 · ANCORA SU GAZA IL TAVAN

10 · ASP ENTE MORO ENTE MORO CENTRI ESTIVI

11 · NONNA ROSANNA COMPIE 100 ANNI

12 · MEDIO FRIULI: SENSIBILITA' PER LA DIFFERENZIATA SPINTA!

13 · NEL MIRINO: ANDREA AGNELLI - ANGELINO ALFANO FRIULI VENEZIA GIULIA - LE UNIVERSITA' ITALIANE MATTEO RENZI APPUNTI PER LA STORIA

14 · APERITIVO IN CARROZZA VARMO CALCIO: IL VARMO VERSO L'ASCESA

15 · IL DIRITTO E LA POLITICA

17 · LETTERE DAL FRONTE IO, POLIZIOTTO A GORIZIA, VI SPIEGO PERCHE' TUTTI VOGLIONO VENIRE IN ITALIA

18 · ALICE MIZZAU D'ORO NELLA 4X4 STILE LIBERO CODROIPO AL 3° POSTO TRA I BORGHI PIU' FELICI...

19 · LA CANTANTE ELISA CARACCIO VINCE IL 2° PREMIO FESTA DELLA MUSICA CON LA SCUOLA DI MUSICA "CITTA' DI CODROIPO" E SANTE SABIDE CAMINO. PRESENTAZ. DEL LIBRO "E SE FOSSE VERO?" CON TESTIMONIANZE DI FRIULANI A MEDJUGORJE

20 · CAMINO. RIAPERTA LA CHIESA DI PIEVE DI ROSA FOLLA AL FUNERALE DEL MILITARE MORTO IN LIBANO

21 · CAMINO. DENUNCIATO LO STALLO DI "CASA SANTINA" RIVIGNANO. GUARDA CHE STELLA 2014

22 · LA CAROVANA DELLA MEMORIA E DIVERSITA' LINGUISTICA LA PANNOCCHIA: MICIO

23 · CODROIPO S.DANIELE IL DIPARTIMENTO TERRITORIALE...

24 · L'EDITORIALISTA AMMUTOLITO DELITTO IN VILLA (UN GIALLO A PUNTATE)

25 · AL VANGELO DELLE ORIGINI

26 · FRIULDENT: INFIAMMAZIONI GENGIVALI E CARIE...

PAGINA

Pubblicato su internet il sito del giornale. Finalmente il periodico distribuito gratuita-

mente da oltre trent’anni, è disponibile davvero per tutti, tramite il web. In qualsiasi momento, anche prima di riceverlo stampato su carta, puoi sfogliare le pagine virtualmente. Nell’ar-chivio pubblicato si potranno leggere anche i numeri precedenti, per vedere articoli che sono sfuggiti, o relativi a copie mai ricevute. La liber-tà di leggere IL PAESE con qualsiasi apparato connesso a internet è garantito dalla nuova tec-nologia di design responsivo, o responsive web design (RWD), che indica una tecnica di realiz-zazione di siti in grado di adattarsi graficamen-te in modo automatico al dispositivo coi quali vengono visualizzati (computer con diverse ri-soluzioni, tablet, smartphone, cellulari, web tv), consentendo di vedere e leggere tutto, sempli-cemente con lo scorrimento dei contenuti verso l’alto. Il design responsivo nasce con la neces-sità di rendere i siti web facilmente accessibili con ogni tipo dispositivo e risoluzione video. I testi cambiano, le immagini si ridimensionano e l’orientamento si modifica in funzione del mo-nitor o display utilizzato.

Il sito responsivo de IL PAESE fa uso d’una impaginazione grafica con griglie a proporzio-ni fluide, struttura e immagini flessibili e fogli di stile 3.0, per adattare l'impaginazione grafica all'ambiente nel quale il sito è visualizzato. In pratica tutti possono vedere il sito e sfogliare il mensile in maniera ecologica, senza bisogno di stamparlo (cosa peraltro possibile senza alcun addebito), ovunque nel mondo. Proprio pen-sando a chi non è residente nelle zone del Co-droipese, magari a seguito di un trasferimento o emigrazione, volevamo dare la possibilità di restare in contatto, aggiornati sugli eventi e le vicende del territorio.

ILPAESECODROIPO.ITConoscendo le criticità relative alla connetti-

vità delle nostre zone in particolare, dove basta allontanarsi dal centro del capoluogo di una de-cina di chilometri, per vedere l’ADSL come un miraggio, abbiamo puntato molto sulla “legge-rezza” delle pagine, così da consentire anche a chi naviga con tecnologie arcaiche, altrove scomparse oltre una decina d’anni fa, di fruire del le pagine del sito senza attese interminabili. Anche la scelta di distribuire IL PAESE in forma-to PDF, oggi in assoluto il più diffuso tra i visua-lizzatori gratuiti, dovrebbe riscontrare l’assoluta compatibilità con qualsiasi sistema operativo. La perfezione non è terrena, si dice, quindi sia-mo sicuri che solo con la vostra collaborazione potremo migliorare notevolmente, ascoltando le critiche e i suggerimenti che vorrete man-darci . Allo scopo abbiamo creato alcuni indi-rizzi di posta elettronica da utilizzare per i di-versi argomenti: [email protected] per scrivere al direttore in relazione agli articoli pubblicati; [email protected] per questioni economico fiscali; [email protected] per segnalare argomenti ed eventi alla redazione; [email protected] per richiedere un visita da parte delle persone incaricate alla raccolta degli spazi promozionali a pagamento, sia sul periodico cartaceo in di-stribuzione gratuita, sia per il sito web.

Nel caso voleste fare segnalazioni, sug-gerimenti o critiche relative esclusivamente alle pagine pubblicate on line, alla struttura del sito web, ovvero problemi relativi alla visualizzazione delle pagine su internet, compresi social network, potete scrivere a [email protected]

Siamo presenti anche su Facebook, Twit-ter e Google +, con pagine che al momento sono dedicate esclusivamente alla promozio-ne del sito internet del giornale. Collegamenti al web anche per sfogliare direttamente in line la rivista . Il successo nella prima settimana di pubblicazione, l’ultima di agosto, è stato enor-me e inaspettato: oltre 300 pagine visitate sul sito (composto di due sole pagine), oltre 210 amici su Facebook e 120 “mi piace” nella pa-gina dedicata al sito www.ilpaesecodroipo.it. Sperando di annoverare sempre nuovi lettori, ringraziamo tutti coloro che hanno fatto sentire la loro vicinanza e soprattutto chi vorrà collabo-rare per migliorare.

Buona navigazione e buon lettura, LA REDAZIONE

In caso di incidente di qualsiasi genere, lo stato d’animo di chi ne è vittima è particolarmente vul-nerabile. Ed è proprio in quel momento che si ha bisogno di avere a fianco qualcuno di cui ci si può fidare e che si muova nei meandri della burocra-zia con grande esperienza e professionalità. Doti, queste, che il BARALDI GROUP se le è create in 35 anni di attività nel settore dell’infortunistica a 366 gradi. Il gruppo, nato nel 1978 dall’intuizio-ne dell’ ing. Pietro Baraldi, 62 anni consulente del Tribunale di Venezia, e del fratello dott. Cesare Baraldi, 51 anni iscritto ISVAP ruolo nazionale dei periti assicurativi N. 6308, ha da poco fe-steggiato l’inaugurazione della nuova sede di Ponzano Veneto, in provincia di Treviso, che si va ad aggiungere alle altre 10 situate a Cornuda, sempre in provincia di Treviso, Fossò, Spinea e

Sottomarina, nell’area del veneziano, Piove di Sacco e Roncaglia di Ponte San Nicolò nella pro-vincia di Padova, Codroipo, in provincia di Udine, Villafranca, in provincia di Verona, per arrivare a Montelepre, in provincia di Palermo, e Raffada-li, in provincia di Agrigento. Dal 1978 la Baraldi Group Italia S.r.l. opera nel settore dell’infortuni-stica stradale, della malasanità, degli infortuni sul lavoro e danni da eventi calamitosi.

Baraldi Group Italia s.r.l. anticipa le spese mediche e non chiede ai clienti onorari per la ge-stione dei danni riportati dal veicolo. Garantisce inoltre consulenze stradali, assicurative, tecniche e perizie in tutti i rami. Perché non non esistono “danni giusti” spiega Cesare Baraldi - partendo da questo semplice principio abbiamo deciso di dare vita ad un’associazione che si ponesse come obiettivo quello di tutelare i diritti di tutte le persone che hanno subìto danni garantendo loro, al contempo, un equo risarcimento. Rigraziamo tutti i clienti che in questi anni ci hanno dato fidu-cia, sono ritornati e, visto che sono usciti dalla nostra porta soddisfatti, ci portano altri clienti”.

In 35 anni di attività il Baraldi Group ha difeso migliaia di danneggiati, molte le te-stimonianze che si possono leggere nel sito www.Infortunisticabaraldi.it

4 SETTEMBRE 2014

Periodico mensile del Friuli - Venezia - Giulia

Direzione: 33033 CODROIPO (UD)

Recapito: Piazza Garibaldi, 6533033 Codroipo (UD)

Sede Legale: Piazza Garibaldi, 6533033 Codroipo (UD)

Direttore Responsabile: Elena del Giudice

Editore: Graphica s.c.a.r.l.Aut. Tribunale di Udine N°19/1983

Redazione:Del Pozzo BrunoMascioli MarcoPetri Angelo

Grafica ed impaginazione:FORTE & CHIARO pubblicità e immagine

Per la pubblicità telefonare a:FORTE & CHIAROSonia Galeotto 340.5004319Isabella Basso 339.8443812

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Per quanto riguarda la scarsa segnaletica stradale evidenziata dagli articolisti non pos-siamo che condividere l’esistenza di questa criticità: abbiamo da tempo sollecitato l’Asses-sore regionale competente, Annamaria San-toro, affinché FVG Strade e Autovie Venete provvedano ad implementare le indicazioni per arrivare a Villa Manin di Passariano. Sono davvero tanti i visitatori che si lamentano per questo problema. Rimane ancora irrisolto, in-vece, il problema del collegamento fra la Vil-la e la stazione ferroviaria di Codroipo: oggi raggiungere Passariano senza automobile è un’impresa pressoché impossibile. Che si può fare? Francamente non saprei perché i costi per questo collegamento non sono indifferenti e non c’è, a quanto pare, nessuno in grado di farsene carico: rimane il fatto che si tratta di un handicap non indifferente soprattutto per chi arriva da fuori regione. Fin qui ci siamo soffermati soprattutto sui progetti in cantiere e gli investimenti più urgenti avviati riguardanti il contenitore Villa Manin consapevoli di quan-to questo tema sia rilevante per un rilancio di questa straordinaria villa veneta. Non meno importante, ne siamo altrettanto consapevoli, è il tema dei contenuti, del progetto culturale che un’istituzione così prestigiosa deve esse-re in grado di sviluppare. Per parlare e con-frontarci su questa questione ci riserviamo, però, di intervenire in un prossimo futuro.

Piero Colussi Sovrintendente Azienda speciale Villa Manin

Villa Manin. Gestione e

le prospettive future

Con due articoli di Lucien Zinutti e Marco Mascioli pubblicati negli ultimi mesi, Il Paese prende posizione con critiche e proposte, ri-guardo il presente ed il futuro di Villa Manin, prezioso patrimonio della Regione Friuli Ve-nezia Giulia, affidato dal 2003 alla gestione dell’omonima Azienda speciale. Vista l’im-portanza che personalmente attribuisco al rapporto con il territorio ed i comuni del me-dio Friuli ritengo opportuno fornire in questa sede alcune precisazioni ed anticipare alcune scelte che nei prossimi anni si intendono con-cretizzare. Preliminarmente confesso che la cosa che più mi ha colpito in questi primi mesi di impegno nell’Azienda Villa Manin è consta-tare l’esistenza di un rapporto amore-odio da parte dei “codroipesi” nei confronti della Vil-la. Si tratta di una conflittualità inspiegabile che, probabilmente, affonda le sue radici nel rapporto con la famiglia Manin, rapporto che risale a tanto tempo fa. Veniamo ora di esa-minare alcuni dei problemi che sono stati evi-denziati negli articoli cui facevo cenno in aper-tura. Il più importante, a mio avviso, riguarda senz’altro la necessità di riqualificare il patri-monio architettonico della residenza dogale e valorizzarne la sua prestigiosa storia. Per rag-giungere questo obiettivo è però necessario che le istituzioni preposte - Regione, Comu-ne di Codroipo, Provincia di Udine, Azienda Speciale Villa Manin in primis - sappiano fare squadra: solo così fra qualche anno potremo vedere dei risultati tangibili. In primo luogo voglio ricordare il fatto che l’Amministrazione comunale fin dal 2007 ha avuto mandato dal-la Regione - e relativo contributo di 1,6 milioni di euro - per i lavori necessari a riqualificare la piazza Tonda, a ridipingere gli intonaci e restaurare la pavimentazione dei portici delle esedre, a dotare di un suggestivo impianto di illuminazione l’intera area. Purtroppo la fase progettuale è andata per le lunghe e solo in primavera c’è stato il definitivo via libera della Soprintendenza ai beni culturali ed architetto-

nici del Friuli Venezia Giulia: nel 2015 - patto di stabilità permettendo - i lavori dovrebbero avere inizio. Si tratta, a mio avviso, di un in-tervento decisivo anche per concretizzare la successiva chiusura al traffico a motore della strada provinciale che taglia in due il com-pendio e la contemporanea interdizione del parcheggio delle auto all’interno della piazza Tonda: misura, ne sono convinto, oramai non più rimandabile.

A questo proposito va accolta positivamen-te la decisione assunta pochi giorni fa dalla Giunta Marchetti ed approvata dal Consiglio comunale di Codroipo di provvedere - con una spesa di 220 mila euro - al completa-mento del collegamento fra i due parcheggi situati a sud della Villa provvedendo inoltre alla demolizione della vecchia scuola ele-mentare: la circuitazione esterna alla Villa sarà in questo modo ulteriormente facilitata. Non attraversare in auto la Villa non sarà più un problema insormontabile: i tempi sono maturi ed oggi la gente ha capito il valore ine-stimabile del compendio dei Manin.

Secondariamente - ma non in ordine d’im-portanza - la Regione deve completare i lavo-ri di restauro dell’esedra di levante, da tempo scandalosamente lasciata internamente allo stato grezzo: si tratta di uno spazio esposi-tivo complementare al corpo centrale fonda-mentale per migliorare la qualità e la quantità delle proposte artistiche di Villa Manin. La spesa necessaria per questo intervento è stata quantificata recentemente in 1,5 milioni di euro: risorse che potrebbero arrivare dai fondi europei visto che la Regione ha indica-to la Villa di Passariano come una delle tre priorità regionali oppure attraverso un’opera-zione di riqualificazione più ampia attraverso un projet financing.

Nel frattempo l’Azienda non è rimasta con le mani in mano e grazie all’impegno del Commissario straordinario Franca Merluzzi e del direttore Giovanni Fuso è stato deciso di utilizzare una parte importante dei fondi del bilancio per due interventi: il primo, di circa 180 mila euro, per consentire la sistemazio-ne del tetto del corpo gentilizio interessato, ahimè, da pericolose infiltrazioni d’acqua nella parte sottostante; il secondo - per una spesa di 220 mila euro - è finalizzato, invece, ad avviare il restauro del patrimonio statuario della Villa. Verranno così restaurate le dodi-ci statue un tempo collocate nella balaustra della facciata della residenza dei Manin e da anni dimenticate in qualche deposito. La spe-ranza è di poterle rivedere già nella primave-ra prossima: vedremo.

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6 SETTEMBRE 2014

Le strutture amministrative Nazionali, Regionali, Provinciali, Comunali e tutte le altre, assomigliano moltissimo alle ciccio-ne americane, grasse e flaccide, che si mangiano lo stipendio del marito sedute per ore e ore alle slot-machines.

Se volete un altro esempio, pensate ai quadri del pittore Botero. Se quei perso-naggi fossero in carne e ossa, pesereb-bero mediamente sui centocinquantachili.

Sono i divoratori di MacDonald, patati-ne fritte in cellophane e altre schifezze del genere, che assomigliano più al polistiro-lo espanso che a cibo.

La cura? Non esiste, non c’è ritorno. Bisogna solo prevenire, altrimenti si è fottuti.

La stessa cosa vale per le amministra-zioni pubbliche. Mostri più tondi degli spi-nosi pesci palla.

Molte nazioni hanno questi problemi, montagne invalicabili che bloccano qual-siasi movimento, divorando solo e sem-pre tutto ciò che trovano.

Ma se tutti noi parliamo solamente del-le storture nazionali, proviamo a guardare fuori dei nostri confini, al mostro ingestibi-le che abbiamo creato: l’Unione Europea. Nata sommessamente come “CECA” all’epoca di De Gasperi, Schumman e Adenauer, diventata poi “CEE” e quindi “UE”, Unione Europea appunto.

L’idea ottima come concezione è di-ventata un mostro, un pachiderma, una macchina mangiaeuro, costosissima per gli erari delle singole nazioni.

Gli sprechi di Bruxelles sono inauditi.Migliaia di deputati nullafacenti, che

settimanalmente fanno i turisti in Belgio

e in Francia. Sì, perché gli uffici sono a Bruxelles, e il Parlamento a Strasburgo.

Pensate un po’, ogni volta che si riuni-sce il Parlamento dell’Unione, decine di camion trasportano i documenti e l’altro materiale in andata e ritorno. Centinaia e centinaia di macchine blu trasportano Commissari, funzionari, forze dell’ordine, operai ecc. avanti e indietro.

Fanno leggi assurde, spessissimo a favore in una zona dell’ Unione piuttosto che di un’altra. Le leggi, molto spesso, non sfiorano nemmeno l’uguaglianza del-le singole Nazioni associate.

Pensate solamente al giro che fanno i soldi. Noi paghiamo le tasse a Roma. Roma paga la sua quota al mostro di Bruxelles. Questa pianifica una strategia Europea e ritorna parte dei soldi a Roma affinchè finanzi certi progetti.

Se nei singoli Paesi non c’è informa-zione sufficiente, o non ci sono progetti, o ci sono progetti con burocrazia interna lunghissimi, si perdono i finanziamenti, i quali vanno ai Paesi più scaltri e veloci.

Dire un pachiderma, un mostro, un’en-tità molto spesso inutile se non dannosa, è dire solamente la sacrosanta verità.

Il concetto ideale dei padri fondatori era certamente eccellente. La realizzazione da parte dei figli sprovveduti o disonesti, è stata ed è pessima.

E allora? Cominciamo il dimagrimento da Bruxelles. Non pretendiamo che la cic-ciona di Botero diventi una indossatrice di Armani, ma il sovrappeso può essere di qualche kilo, non di qualche quintale!

Pietro Pittaro

COMINCIAMO DALL'EUROPArezza per i bambini nelle confezioni dei me-dicinali.

5. Quando andavamo in bicicletta non por-tavamo il casco.

6. Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale.

7. Trascorrevamo ore ed ore costruendo-ci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà cor-sa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri, imparammo a risolvere il problema, frenavamo consumando i tacchi delle scarpe.

8. Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari...cosicché nessuno poteva rintrac-ciarci. Impensabile!

9. La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il padre)

10. Ci tagliavamo, ci sbucciavamo le ginoc-chia, perdevamo un dente,e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.

11. Mangiavamo biscotti fatti in casa, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo spume o gazzose e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare.

12. Condividevamo una bibita in quattro...bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno mo-riva per questo.

13. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, Televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby sur-round, cellulari personali, computer, chatro-om su internet...Avevamo invece tanti AMICI.

14. Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suona-vamo il campanello o semplicemente entra-vamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.

15. Sì! Li fuori nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni, archi e frecce, temperini, fionde e palline di terracotta; si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma.

16. Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripete-vano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psico-pedagogo, nessuno soffriva di disles-sia né di problemi di attenzione né d’ipe-rattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno. I genitori non ricorrevano al Tar anche perché non esisteva e non se ne sentiva la mancanza.

17. Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità...e imparavamo a gestirli. La grande domanda allora è questa: Come ab-biamo fatto a sopravvivere? E a crescere e a diventare grandi? Se appartieni a questa generazione, condividi queste righe con i tuoi conoscenti della tua stessa generazione e an-che con gente più giovane affinché sappiano come eravamo noi prima.

(Paulo Coelho)

Se eriun bambinodegli anni '50 - '60

1. Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurez-za né airbag...

2. Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeg-giata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.

3. Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.

4. Non avevamo chiusure di sicu-

Via Montegrappa, 4 · CODROIPO

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L’università T. E. del Codroipese perse-gue elevati scopi sociali: innalzare il livello culturale della popolazione e generare al contempo un ambiente proficuo per in-staurare nuovi rapporti e relazioni anche in contesti ludici. Un’opportunità di soddi-sfazione dei propri interessi e della natu-rale propensione al miglioramento. In altri casi, approfondire passioni sempre sopite per questioni di tempo e opportunità, che ora potrebbero addirittura generare nuove occasioni lavorative, acquisendo un nuovo mestiere o quantomeno approfondendo le conoscenze e la propria cultura. Qui risie-de l’importanza dell’apertura ai giovani, ba-sta siano maggiorenni.

La proposta formativa di questa piatta-forma multidisciplinare, nata ufficialmente ventotto anni or sono, promette opportunità di soddisfazione del desiderio d’apprendi-mento, pensando proprio a tutti e a tutto, dal corpo alla mente. Una scuola vera, con tutti i requisiti, comprese le “gite scolasti-che”. Ogni anno, su proposta di discenti o docenti, si parte per escursioni formative in Italia e all’estero. Importante il rinnova-mento che ogni anno contribuisce non solo ad accrescere le competenze dei tanti fre-

Università della Terza Età

28° annoaccademicoCodroipo (UD). Il 28° anno accademico sta

per prendere il via. Siamo pronti a ripartire. Questa volta le novità sono diverse: nuovi corsi, nuovi docenti e grade enfasi per i pro-getti di studio. Tra le proposte assolutamente inedite segnaliamo il docente Andrea d’An-toni che si cimenterà nel corso sul Rispar-mio Energetico. Molti altri nuovi corsi come Memorizzazione e Meditazione e Primo Soccorso, nelle 5 sedi dislocate a Basiliano, Bertiolo, Codroipo, Lestizza e Rivignano. Per iscriversi è sufficiente essere maggio-renni, non è richiesto alcun titolo di studio, nessuna esperienza, ma solo la volontà di sfidarsi nell’apprendimento di nuovi argo-menti o rispolverare materie già affrontate in passato. Con l’immatricolazione si possono frequentare sino a 4 o 5 corsi. Nell’intento di rispondere sempre prontamente alle richie-ste dei frequentatori. L’ateneo del Codroipe-se cerca d’istituire sempre nuovi iter, sia per i corsi a carattere umanistico e scientifico, sia per quanto concerne i laboratori in cui applicarsi nell’apprendimento pratico delle arti. Sposando a pieno lo statuto dell’asso-ciazione, siamo aperti per accogliere le pro-poste formative che iscritti e docenti vorranno proporre, puntando sempre al miglioramento culturale e sociale. Sul sito web dell’istituto www.utecodroipese.org ci sono informazioni aggiornate su tutti i corsi, per tutte le sedi.

quentatori del Medio Friuli, ma soprattutto a stuzzicare la curiosità dei giovani adulti nuovi iscritti, che stupiscono dinnanzi alla voglia di studiare, ora che non si sentono costretti. Instaurare nuove relazioni, comu-nicare, incrementando le conoscenze e ap-plicandosi per migliorare l’impego del tempo libero, magari con un corso di giardinaggio o sul vino. In aula, come nei laboratori, si generano correnti formative in ogni direzio-ne. Spesso sono i docenti a portarsi a casa nuove esperienze che li arricchiscono.

Le date da segnare sono queste: pre-sentazione dei corsi giovedì 18 settem-bre Basiliano, venerdì 19 Settembre a Codroipo, sabato 20 a Rivignano, nelle rispettive sedi; Iscrizione ai corsi aperte da lunedì 22 Settembre 2014; inizio dei corsi il lunedì 06 Ottobre 2014.

Foto, video, aggiornamenti e l’elenco di tutti i corsi delle 5 sedi dell’università su WWW.UTECODROIPESE.ORG Facebo-ok: https://www.facebook.com/ute.codroi-pese Twitter: https://twitter.com/UteCo-droipese e Google+: https://plus.google.com/u/1/+UteCodroipese

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ANCORASU GAZA

Nel numero precedente avevamo accen-nato che quanto si racconta di Gaza e tante notizie immesse nei circuiti mediatici, lascia-no molti dubbi e perplessità. Lascia pure stupiti, che parecchia stampa si sia schiera-ta a favore dei Palestinesi, senza se e sen-za ma, dipingendo Israele come un brutale aggressore e massacratore di civili. Ora però qualcuno ha aperto gli occhi e anche quelli in malafede, si stanno rendendo conto che il cancro non è Israele, ma Hamas che nel suo delirio anti sionista, ne vuole solo la distruzione, senza preoccuparsi minima-mente delle conseguenze, sia in perdite umane che in danni economici. Nessuno può negare che la guerra sia scoppiata solo per le sue provocazioni.

Non si possono impunemente lanciare centinaia e centinaia di missili contro obietti-vi prettamente civili, non si possono trucida-re a sangue freddo tre innocenti ragazzini, rei di aver chiesto un passaggio al ritorno dalla scuola. Non si può nemmeno conce-pire una politica del “porgi l’altra guancia”, perché in quel contesto sarebbe assurda, sia per la gravità dei fatti, che per il principio dominante in quei luoghi che è quello del: “occhio per occhio, dente per dente”.

Anche concessioni umanitarie, come le tregue, sia unilaterali che concordate, vengono interpretate da Hamas, come segni di debolezza che non serve rispet-tare, perchè se il nemico è in ginocchio, bi-sogna attaccarlo “senza tregua”. A loro poi non interessano minimamente le possibili stragi di civili, anzi se ne fanno scudo per poter dire poi, che gli Israeliani sono feroci assassini. E’ mostruoso che si lancino mis-sili da scuole, ospedali, moschee e condo-mini con la gente dentro, sapendo che la ri-sposta cadrà proprio sulle rampe di lancio.

E’ altrettanto mostruoso che non sia stata data alla popolazione civile, la possibilità di fuggire dalla zona degli scontri in conside-razione che Gaza ha una superfice di 270 chillometri quadrati e che solo una parte li-mitata era coinvolta nei combattimenti o che non sia stata accolta nei tunnel sotterranei. E poi i bambini morti. Sicuramente ci sono

iL TAVAN1 E’ ora di finirla con turisti incoscienti e con sedicenti operatori umanitari, che si avventurano in luoghi ad altissimo pericolo di morte o di sequestro e che poi dobbiamo togliere dai pasticci a nostre spese. Prima che vengano sequestrati, perché non gli se-questriamo noi, il passaporto?

2 Ormai Napolitano farebbe bene a riti-rarsi. Pur mettendo il naso dappertutto, ha creato solo guai, senza combinare nulla di buono. E’ troppo vecchio. Ormai la politica non è più pane per la sua dentiera.

3 Torna ad affacciarsi la candidatura di Prodi alla presidenza della Repubblica. Della sua incapacità e delle sue gaffes, a Bruxelles stanno ancora ridendo. In Italia ha dato il via alle privatizzazioni, sven-dendo le aziende di Stato. Non contento, ci ha fatto entrare nell’Euro con un cambio devastante per l’economia e per le nostre tasche. A chi avrà il coraggio di riproporlo, faremo denuncia per oltraggio al pudore e per attentato alla Repubblica.

4 Dopo aver lasciato l’incarico di Pre-sidente del Consiglio, Letta, in Parlamento, ha il 93% di assenze. Dopo essere diventata la vice di Renzi, la Serracchiani, in Regione, non la si vede quasi più. Quando la smette-ranno di prenderci in giro e mangiare a ufo i nostri soldi?

5 Moltissimi politici, con in testa Renzi, sono andati a presenziare il congresso dei Boy Scouts. Ormai riescono a farsi ascoltare solo dai bambini. Denunciarli subito per at-tentato alla loro innocenza.

6 La decapitazione di Foley e Sotloff, sarà il principio della fine del Califfato. La giusti-ficazione del terrorismo islamico, ha fatto cadere la maschera ai grillini. Anche questo probabilmente sarà l’inizio della loro fine.

7 Il giochino idiota delle secchiate di acqua gelida, ormai ha contagiato tutti. Qando l’idiozia è a fin di bene, può anche essere giustificata. Però idiozia è ed idiozia rimane.

8 Pensierino della sera.L’arroganza e la presunzione, che poi sono sinonimo di stupidità, portano certe perso-ne, ad avere verso gli altri, atteggiamenti offensivi. Poi, alla giusta reazione, per giu-stificarsi e dare un senso ai loro modi scor-retti, fanno pure gli offesi. Doppia stupidità.

iL TAVANstati e tanti. Principalmente perché i geni-tori non potevano fuggire, poi perché forse incoscientemente, li lasciavano giocare nei pressi di obiettivi militari e infine per la fata-lità della guerra che non risparmia nessuno. Certo è, che sui bambini c’è stata una vastis-sima eco nel mondo, tutta contro Israele. Ma se di Israele hanno detto di tutto, nessuno ha mai detto che gli Israeliani sono degli stupi-di, sanno che le morti civili si ritorcono su di loro e quindi hanno cercato in tutti i modi di operare chirurgicamente, preavvisando pure dove andavano a bombardare, ma con l’at-teggiamento di Hamas è stato tutto inutile. E poi, siamo sicuri che la verità sia quel-la che ci racconta Hamas, che ha fatto della propaganda e della dissimulazione un’arma molto raffinata ed efficace? La dissimulazione, che in parole semplici, si può definire menzogna, fa parte delle tecni-che propagandistiche usate dagli Arabi per confondere i cosiddetti nemici della fede, in pratica quelli che non la pensano come loro.

Rispondono a verità, o sono dei falsi come nella precedente guerra, la foto del-la bimba morta e calpestata da un militare israeliano stranamente munito di Kalasni-kov, arma in dotazione esclusivamente ai Palestinesi? Oppure una strage di bambini attribuita ad Israele, che invece si riferiva alla guerra in Siria dato che la Mezzaluna Rossa era appunto siriana e non palesti-nese? E poi dei numeri siamo sicuri? Non sembra strano che ci siano 2000 morti tutti civili? Forse che Hamas non ha avuto nes-suna perdita? Le ha avute ed anche piutto-sto forti, ma trattandosi di combattenti sen-za divisa, moltissimi sono stati fatti passare per civili. Proprio per il suo atteggiamento esasperatamente radicale ormai Hamas ha perso gran parte dei consensi anche da gran parte degli Stati Arabi, che si sono distinti per l’assoluto silenzio sul-la guerra di Gaza. Una organizzazione così feroce fa paura anche a loro.

Stati Uniti, Unione Europea e l’ONU si stanno svegliando da un lungo sonno, an-che se quest’ultima, ha dimostrato ancora una volta, l’incapacità di risolvere qualsiasi problema. Ci auguriamo però che tutti pren-dano coscienza del problema e che si ado-perino con maggior impegno, per una pace definitiva che risolverebbe tutti i problemi del medio oriente. Quanto durerà la tregua?

Angelo Petri

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10 SETTEMBRE 2014

ridotto a svolgere mansioni operative a bas-so valore aggiunto”. In quel periodo avven-ne il passaggio dalla contabilità finanziaria a quella economica, un’importante “svolta per l’Asp Moro, unica realtà della regione ad avere adottato tale scelta”. Scelta che con-tinua ad avere ripercussioni importanti su-gli attuali conti dell’Asp, come ha spiegato il dottor Corò. Tra le scelte pesanti a livello economico ed operativo, Battiston ha citato anche un software, che, con il consulente, ha gravato per 350 mila euro sui bilanci Asp. Un software “inadeguato” per l’Asp in quan-to utilizzato esclusivamente per realtà indu-striali ed edili, e da poco sostituito dall’at-tuale gestione con uno nuovo, funzionale, costato 35 mila euro.

Oltre cento in lista d’attesa, spronata la Regione

“Siamo stanchi di attendere il regolamen-to dalla Regione, qui ci sono forti esigenze da parte dei cittadini ed è ora che qualcuno si prenda le proprie responsabilità”. Parla senza mezze misure il sindaco Marchet-ti, riferendosi al regolamento attuativo (in fase di approvazione da parte della Dire-zione regionale Salute) che consentirebbe di ampliare la ricettività della Casa di riposo con 24 nuovi posti letto, portandola a 153. Un’esigenza pressante, se si pensa che at-tualmente vi sono 106 persone in lista d’at-tesa. I nuovi posti letto troverebbero spazio nei locali al terzo piano dell’immobile di Viale Duodo, ove però manca ancora il permesso di agibilità, mai richiesto - è stato detto - dal-la precedente gestione e per l’ottenimento del quale ora si sta lavorando.

Prelievi di 900 mila euro come anticipo di costi di servizi non ancora resi.

“Una Asp utilizzata come un bancomat”. Dure le parole del presidente, Snaidero, sulla precedente gestione del Moro, defini-

ASP Ente

MOROEcco le spese che pesavano sui bilanciConferenza stampa con il presidente

Snaidero e il Sindaco. Contestati consulen-za e sistema operativo da 350 mila euro.

Una conferenza stampa fiume, durata un’ora e mezza. Indetta da Fabio Marchetti (nella duplice veste di primo cittadino di Co-droipo e presidente dell’assemblea dei sin-daci dell’ambito socio-assistenziale) e dal presidente Asp Moro, Thierry Snaidero, per contestare, passo dopo passo, le critiche mosse da “Progetto Codroipo”. Un incontro dalla valenza tecnico-politica in cui gli inter-venti di Marchetti e Snaidero sono sono stati arricchiti dai puntuali supporti tecnici del di-rettore generale, Valentina Battiston, e del commercialista fiscalista Asp, Albano Coro. Presenti anche il vice presidente dell’as-semblea dei sindaci, Geremia Gomboso, il sindaco di Camino al Tagliamento, Nicola Locatelli e il rappresentante dei capigrup-po di maggioranza in consiglio comunale, Bruno Di Natale, la conferenza stampa ha voluto innanzitutto essere “testimonianza concreta del modo trasparente e corretto di operare del cda retto da Snaidero, che la-vora in accordo con l’Assemblea dei sindaci dell’ambito”, del quale l’Asp, in delega, ge-stisce i servizi socio-assistenziali.

“Una procedura, quella della trasparenza - ha sottolineato Di Natale – che non è mai stata seguita dalla precedente presidenza Banelli, nonostante i reiterati inviti del consi-glio comunale, di riferire su ciò che avveniva nel Moro”. “Una disfatta, la gestione Boem-Banelli, che ha seriamente compromesso quella che può essere definita la più grande azienda codroipese”, è stato il commento del sindaco Marchetti, che ha seccamente respinto la richiesta di dimissioni indirizza-tagli da “Progetto Codroipo”. E’ toccato alla dottoressa Battiston snocciolare, voce per voce, con dati alla mano, le “pecche” del-la precedente gestione. Si è parlato del ri-corso “senza alcuna evidenza di procedura pubblica” ad un professionista esterno per il settore contabilità, i cui titoli erano “laurea in lingua turca e armena” e costato all’Asp 267 mila euro. “E’ certo - ha affermato Batti-ston – che le competenze tecniche del pro-fessionista in questione non sono mai state trasmesse al personale addetto alla tenuta della contabilità, dipendente dell’Asp, de-pauperato della professionalità fino allora maturata e lasciato privo di autonomia e

ENTE MOROCentri estivi, la protesta

tardiva.Spiace constatare che una lettera inviata da alcuni genitori, sulle problematiche dei cen-tri estivi , alla quale è stata data ampia rispo-sta, venga utilizzata a distanza di tempo per soli fini strumentali.Dal 2014 la gestione dei servizi è stata affi-data al consorzio Vives, il quale ereditava l’impianto strutturale dell’ organizzazione e gestione dei centri dalla cessata Socilate-am. Invero gli operatori e il coordinatore del ser-vizio sono rimasti gli stessi per effetto della clausola di salvaguardia prevista nel capito-

i vantaggi per l'animale• Evitare inutili sofferenze all'animale trauma-tizzato o sottoposto ad intervento chirurgico.• Favorire un risveglio dolce e tranquillo dopo l'anestesia.• Evitare complicazioni conseguenti ad auto-traumatismi.• Facilitare un rapido recupero delle attività funzionali.• Ridurre il rischio di complicazioni ed incon-venienti• Ridurre i tempi di ricovero e favorire il rapido ritorno all'ambiente familiare...

Trattamento analgesico del dolore chirurgico

ta dallo stesso improntata alla “miope me-galomania”. “Abbiamo verificato “prelievi” di 900 mila euro come anticipo per costi di servizi non ancora resi”, ha affermato Snaidero, non facendo segreto sulle azioni legali intraprese dallo stesso “in autotute-la” in merito alla precedente gestione (un esposto-denuncia alla Procura di Udine per turbativa d’asta e uno alla Corte dei Conti della Regione per presunti danni erariali). E in risposta alle critiche mosse da “Progetto Codroipo” sul silenzio del Comitato parenti degli ospiti della casa di riposo, Snaidero ha spiegato che “gli incontri con il Comitato av-vengono con cadenza semestrale. In quasi 2 anni abbiamo avuto meno di 15 segnala-zioni e i problemi vengono risolti via via che si presentano”.

Silva Dorigo

11lato di gara a garanzia del posto di lavoro di cui tanto si è parlato. Al dirigente del Con-sorzio Vives, dott. Brumat Massimiliano, responsabile dei servizi appaltati è toccato l’onere di apportare necessarie migliorie organizzative nel rispetto della normativa in essere, al fine di garantire l’incolumità dei minori affidati . Si è dovuto provvedere in tempi ristrettissi-mi a normare tutte le attività a partire dalle figure degli educatori e dei tanti volontari di-stinguendone le rispettive funzioni .Opportuno precisare che rispetto all’apertu-ra del centro estivo pomeridiano di Codroipo del mese di giugno, non è stato possibile at-tivare il servizio a causa dell’esiguo nume-ro di iscritti. Incontri promozionali sono stati effettuati in data 30 maggio, 6 e 7 giugno 2014; attività di volantinaggio all’uscita delle scuole il giorno 10 ; assicurata la disponibi-lità al prolungamento del periodo delle iscri-zioni. Tutto invano.Ogni singolo Comune ha provveduto a svol-gere un’attività promozionale in loco in base alle rispettive necessità producendo singoli volantini Quest’anno si sono registrati incrementi delle iscrizioni nei centri estivi di Codroipo, Lestizza e Mortegliano, mentre in quelli di Bertiolo Castions di Strada, Mereto di Tom-ba e Sedegliano una pressoché conferma di quelle del 2013. Una leggera flessione è stata registrata nei Comuni di Varmo e Basi-liano. Quest’ultima località ha messo in atto una cooperazione di forze coinvolgendo il comune, i giovani delle parrocchie, volon-tari e scuole, l’Asp D. Moro e sono riusciti ad attivare servizi di enorme utilità, sia sotto l’aspetto formativo sia sociale: attività ludi-che si sono alternate a corsi d’inglese, labo-ratori didattici e manuali. Con la Protezione Civile, i frequentato-ri hanno conosciuto i cani del soccorso, i sistemi di spegnimento degli incendi e vi-sitato il centro regionale di Palmanova per un’occasione di crescita del senso civico e di responsabilità di ognuno. Grande com-piacimento per il servizio e i risultati conse-guiti, anche da parte dei cittadini di Varmo. Il Sindaco Sergio Michelin ha evidenziato la grande soddisfazione riferitagli da tanti che hanno gradito la flessibilità e disponibilità del nuovo servizio. Per il prossimo anno l’amministrazione comunale auspica una tempestiva coordinazione con il locale cen-tro parrocchiale, al fine di fornire un servizio più completo.A Codroipo, su richiesta delle famiglie, data la disponibilità del consorzio Vives, si è po-tuto prolungare, per la prima volta, il servi-zio di ulteriori quindici giorni, dando un si-curo aiuto ai tanti genitori vincolati sul posto di lavoro.Il prezzo della retta è risultato nettamente inferiore ad altre realtà regionali, e il presi-dente dell’Asp D. Moro Snaidero ha avuto modo di appurare personalmente, durante le sue visite ad alcuni centri estivi, la buo-na riuscita della gestione riscontrando la soddisfazione in primis delle famiglie e dei ragazzi, nonché degli educatori, animatori e volontari che hanno concorso fattivamente al raggiungimento di questi importanti risul-tati garantendo sicurezza e serenità alle famiglie . Soddisfazione e riconoscimento sono emer-si durante l’ultima seduta dell’assemblea dei sindaci d’Ambito, nel corso della quale si è deciso di costituire un gruppo di lavoro che sin da novembre avvierà la programmazio-ne della prossima attività estiva. Codroipo, 2 settembre 2014 Il Presidente dell’Asp. D. Moro, Thierry Snaidero

NonnaRosanna

compie100 anni

Venerdì 22 agosto 2014 la signora Peressini Rosanna di Camino al Taglia-mento ha festeggiato il suo centesimo compleanno presso la Casa di Riposo di Codroipo, circondata dall’affetto dei nipoti e dagli ospiti della struttura. Alla festa era-no presenti il presidente dell’Asp Snaide-ro Thierry, il Direttore Generale Battiston Valentina, la Dirigente coordinatrice so-ciale Gregoris Federica e il Sindaco di Camino al Tagliamento, Nicola Locatelli, in rappresentanza di tutti i concittadini.

Il Primo Cittadino le ha fatto gli auguri personalmente per il bellissimo traguardo e le ha offerto un graditissimo omaggio flo-reale, seguito dal Presidente dell’ASP che ha omaggiato la signora con un bel cesto di fiori. La signora, contenta e commossa, ha ascoltato con vivo interesse le parole del Presidente e del Sindaco e ha festeg-giato con un brindisi il suo secolo di vita.

Rosanna Peressini è nata nel 1914 a Bugnins dove ha trascorso gran parte della sua vita, ha vissuto i periodi bui del-la storia come le due guerre e tante altre vicissitudini con grande fede, coraggio e umiltà. Il suo segreto, come lei stessa dice, è mantenere allenata la testa: “ se non c’è questo” (dice toccandosi la testa con la mano) “ non c’è niente…è tutto perso!”

Cara Rosanna ancoraTANTI, TANTI AUGURI!!

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12 SETTEMBRE 2014ogni volta che un dubbio ci assale, sembra ridicolo e antie-conomico per tutti, ci vorrebbe un dizionario con tutte le voci possibili per di-rimere ogni so-spetto.

Personalmen-te vedrei una soluzione mol-to più sempli-ce: obbligare le aziende a riportare con 5 simboli chiari,

MEDIO FRIULI:SENSIBILITA’

PER LA DIFFERENZIATA

SPINTA!Sebbene tutti siamo concordi nell’importan-

za di differenziare i rifiuti domestici, spesso ci imbattiamo con difficoltà: il sacchetto di carta del pane, con la finestra di plastica, posso metterlo nella carta o devo sezionarlo prima? Le foglie secce sono umido? L’involucro delle merendine è di plastica? Gli scontrini sono di carta? I barattoli delle patatine di carta e allu-minio dove vanno? I giocattoli sono come gli imballaggi di plastica? Le lampadine sono di vetro? Tantissime altre domande che spesso in famiglia scaturiscono vere e proprie scom-messe. Telefonare ad AT2000 o al Comune,

la destinazione del rifiuto. Possono mica sempre scaricare le responsabilità sui con-tribuenti! Altro problema quando devi com-prare un elettrodomestico nuovo: vai nei negozi a scegliere l’offerta migliore col vec-chio televisore in spalla o con la lavatrice, la lampada al neon bruciata in tasca?

Nel Medio Friuli vi assicuro siamo tra le zone più progredite d’Italia. Non immaginate cosa accade nelle grandi città, perché quel-lo che pensate è tutto vero. L’ultimo grande passo verso la civilizzazione riguarda il co-mune di Varmo. Cera una eco piazzola, nel cortile del magazzino Comunale che da un anno è chiusa. Oltre alla raccolta differen-ziata porta a porta attiva già attiva da anni, nella zona artigianale P.I.P. (Piani di Inse-diamento Produttivi) a due passi dal centro di Varmo, è stata costruita l’eco piazzola. Grazie ai contributi provinciali e regionali, in-sieme a un notevole impegno economico da parte del comune, sarà inaugurata a giorni la struttura che consentirà di agevolare il conferimento da parte dei residenti dei rifiuti

prodotti da ogni famiglia, con l’obiettivo di ridurre le tasse relative e soprattutto gestire ecologicamente i rifiuti. L’idea di un proget-to simile girava dai primi anni del duemila, con l’intenzione di affidarne la gestione a un privato, con l’intento di servire sia il comune di Rivignano, sia quello di Varmo e relative frazioni, ma non si è mai concretato.

Ora grazie all’impegno concreto del sin-daco Sergio Michelin e della sua ammini-strazione si è giunti a un risultato concre-to, dedicato esclusivamente ai residenti nel varmese. Si tratta di una struttura avveniri-stica, che sarà accessibile presentando la scheda regionale dei servizi (tessera sani-taria magnetica N.d.R.), inizialmente sarà aperta il sabato mattina dalle 9 alle 12, e dalla prossima stagione estiva anche il lu-nedì pomeriggio dalle 17 alle 19. L’impor-tante è partire, fare il rodaggio e scoprire quali siano le reali esigenze dei cittadini.

Solo dopo aver sentito i pareri dei conferi-tori, considerando anche i costi di gestione, si potrà stabilire l’orario definitivo. D’altronde la contabilità della gestione dell’ecopiazzola è direttamente collegata alla TA.RI. (TAssa sui RIfiuti), sebbene sappiamo che anche il riciclaggio dei materiali conferiti generano guadagno a favore dei cittadini.

Il sindaco di Varmo ringrazia la cittadinan-za per l’impegno profuso nel conferimento differenziato dei rifiuti e punta sull’altissimo senso civico per la buona funzionalità di questo progetto che dal mese di settembre 2014 sarà aperto. Per agevolare e sensi-bilizzare ulteriormente la popolazione, a breve sarà consegnata a tutte le famiglie del comune un dépliant con le spiegazioni di come affinare la raccolta differenziata e i dettagli per il conferimento presso l’eco-piazzola. Alex Carrasco

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La data del 30 marzo 2014 è passata pressoché inosservata, ma riveste una qualche importanza nella storia di una stella politica di prima grandezza: quel giorno giunse al suo apice l'eclissi totale della Destra italiana. Fu allora che il parti-to omonimo, fondato sette anni prima da Francesco Storace come ultima trincea a difesa di quella bandiera, si arrese senza condizioni e confluì in Forza Italia. Della Destra italiana gli ideali, le finalità, lo stori-co contributo alla storia d’Italia non hanno trovato eredi né spazio sui terreni ideo-logici ora dominanti. Erano di destra gli studenti di Trieste che il 4 novembre ’53 per amor di patria lasciarono due caduti sotto il fuoco della polizia inglese. Erano di destra le masse studentesche che in quegli stessi anni riempivano le piazze d’Italia per Trieste italiana. Erano di destra gli studenti del liceo scientifico Cassini di Genova, aggrediti nell’ottobre del 1947 dalle frange operaie del Partito comunista che ne invasero la sede, devastandola e mandando all’ospedale molti di loro, tra i quali il sottoscritto. Erano di destra gli ita-liani che il 2 giugno del ’46 votarono per la monarchia. Sono di destra moltissimi di quegli elettori che oggi, privi di una credi-bile offerta politica, si astengono dal voto o lo cedono a falsi profeti.

Dall’indirizzo politico di alcune forze può sembrare che qualcosa di destra sia sta-to recepito, ma si tratta solo di apparen-ze cosmetiche: il ricorrente appellativo di centrodestra equivale a un condominio con i millesimi della destra pari a zero. Il Nuovo Centro Destra, ad esempio, espone come riferimento ideale il Cri-stianesimo e come legame ideologico il popolarismo europeo: valori della destra zero. Fratelli d’Italia-Alleanza Naziona-le sembra di destra ma non lo è. Que-sto partito infatti, fondato da Ignazio La Russa il 17 dicembre 2012, nasce come Centrodestra Nazionale. Quattro giorni dopo arrivano Guido Crosetto e Giorgia Meloni che ottengono una modifica al nome della nuova creatura politica, non nel senso di aumentare la caratura di de-stra, bensì un ritocco al maquillage, con l’aggiunta dell’accattivante Fratelli d’Ita-lia davanti alla dizione Centrodestra. Un anno dopo nuovo ritocco: ottengono dalla fondazione AN l’utilizzo del logo e quindi via ‘Centrodestra’e dentro ‘Alleanza Na-zionale’, con l’ira funesta di Storace che parlò apertamente di ‘scippo’. Francesco

Storace, anni 55, politico di lungo corso, è un personaggio al quale va dato atto di una coerenza sempre più rara tra i po-litici. Fu militante nel MSI e poi, dopo la svolta di Fiuggi, in AN dove rappresentò la corrente della destra sociale. Il 3 luglio 2007, a seguito delle scelte neo-centriste di Fini quella corrente e il suo leader se ne andarono e nacque “La Destra”. Egli percepì che i valori tradizionali e nazio-nalisti della Destra venivano ormai do-vunque disattesi, in A.N. e altrove. Con il nuovo partito egli tentò di salvaguardare la tradizione culturale italiana - Dio, Pa-tria, Famiglia - e la quadrilogia politica Destra identitaria, sociale, nazionale, popolare, ed ebbe anche il coraggio di dichiarare che La Destra era un partito democratico senza l’obbligo di definirsi antifascista. Ma su quel partito, sul suo stesso leader pesava come un macigno un passo falso di Storace risalente a due anni prima della fondazione. Era il 2005 e nelle imminenti elezioni regionali Storace correva per la sua rielezione a Governa-tore del Lazio. Insieme a lui correvano Alessandra Mussolini, con la lista di Al-ternativa Sociale, e Piero Marrazzo. La Mussolini, prima delle elezioni fu esclusa dalla competizione per un sospetto di fir-me falsificate alimentato dallo stesso Sto-race e certificato da una società ‘vicina alla regione’. Lei tenne duro e ottenne la riammissione dal Consiglio di Stato, ma non la vittoria sul campo. Come non la ottenne Storace, accusato di spionaggio informatico ai danni degli altri due con-correnti. Fu un errore imperdonabile: in un momento in cui avrebbe potuto coglie-re l’opportunità di una sinergia politica di enorme rilievo con Alessandra, anche lei come lui in fuga da Fini, anche lei in armi sotto lo stesso vessillo, egli non esitò a ostacolarla e ingannarla. Lo scandalo gli costò la perdita di due seggi: quello di go-vernatore per mancata riconferma e, per dimissioni immediate, quello da ministro della Salute a lui nel frattempo attribuito. Fu alto il prezzo pagato da Francesco per quell’errore, come alto fu il danno per l’immagine della Destra e di riflesso per Alessandra e il suo percorso politico. So-prattutto fu un danno irreparabile per le fortune di un partito che 2 anni dopo si riproponeva di sottrarre la storica Destra a un’ingloriosa, immeritata fine.

Gino Monti montig29 @ gmail.com

APPUNTI PER LA STORIANEL MIRINO:Andrea Agnelli

Ho visto una foto di Andrea Agnelli, presi-dente della Juventus, con stampata in faccia una barba all’ultima moda, mentre si versa in testa un secchio di ghiaccio secondo l’ulti-ma liturgia dei Vip. Francamente mi ha fatto tenerezza. Ripensavo ai vecchi tempi in cui un Agnelli non seguiva la moda, la faceva.

Angelino AlfanoNell’ardua impresa di uscire dal cono

d’ombra da cui non lo salva né il dicastero degli Interni, né l’esser capo di un partito di governo, Angelino si avventura su di-scutibili sentieri. Nell’immane problema del lavoro (che non c’è) egli inserisce un affon-do contro un pezzo di antiquariato, l’art.18. Renzi ha dismesso l’argomento con 3, for-se 4 parole. Poi è arrivata la sortita sugli Italiani stanchi del disturbo da parte di quei poveri ambulanti da spiaggia che vagola-no sulla battigia: una specie umana che fa parte del paesaggio da quando ogni uomo adulto di oggi, compreso Angelino, aveva i calzoni corti. Almeno loro, i “vu cumprà”, come li chiama il Ministro, si sottraggono ad un altro disturbo, quello della questua davanti ai supermercati. La fame è fame e una buona prigione forse sarebbe meglio accolta della torrida routine sotto il sole. In assenza di una qualsiasi proposta del Mi-nistro sul da farsi, questa potrebbe essere un’idea.

Friuli Venezia GiuliaIl Corriere della Sera annuncia con gran-

de risalto che, rispetto alla direttiva europea sugli impianti di depurazione, l’Italia sta nel-la zona bassa della classifica. Il FVG è il primo dei cattivi, con una multa di 53,6 € pro capite (totale 66 mln) e un bel distacco da chi lo segue : Valle d’Aosta (39) e Sicilia (37). In media 4 italiani su 10, dice il Corrie-re, scaricano nei fiumi e in mare. Qui da noi su 10 friulani siamo molti, molti di più.

Le Università italianeSe con le fogne va male, con la cultura

non va meglio : nessuna Università italiana tra le 150 università migliori del mondo. Nel ‘ranking’accademico mondiale (Arwu), sti-lato dall’ateneo Jao Tong di Shangai, che ne classifica 500, la prima è Bologna (151°) ; Milano (politecnico) e Firenze stanno fra il 151° e il 300° posto ; un gruppo di 4, fra cui la celebre ‘Normale’ di Pisa, va cercato fra il 301° e il 400°; nelle ultime 100 ne trovia-mo 9, fra cui la nostra Trieste. Tutte le altre, Udine compresa, non sono state neanche considerate. Chissà che Renzi non ponga mano all’ennesima riforma.

Matteo Renzi Promemoria per gli elettori. Matteo lavo-

ra alacremente sulle riforme delle nostre Istituzioni per poi farle approvare da un Parlamento illegittimo, in quanto nominato con una legge truffa ormai abrogata. L’uni-ca riforma, quella elettorale, che deve ripri-stinare la sovranità popolare, è relegata in soffitta. Domanda: a chi spetta ripristinare le corrette priorità, vale a dire prima la nuo-va legge elettorale, poi un Parlamento elet-to e infine le riforme ?

Gino Monti

CIRCOLO CULTURALE · LA TRIBUNA

14 SETTEMBRE 2014

APERITIVO in CARROZZAal Museo Civico

di Codroipo.Prima che finisca la meravigliosa estate

2014… altri tre appuntamenti con la cultura in carrozza. Se con le poesie abbiamo so-gnato, vagheggiato, fantasticato e ci siamo anche divertiti, adesso facciamo sul serio. Per 3 venerdì ci sarà l’appuntamento con la storia.

Il Comune di Codroipo organizza con la casa editrice l’Orto della Cultura e la colla-borazione dell’associazione culturale Medio Friuli, tre eventi culturali dedicati a testi che, anche se in maniera assolutamente diversa, parlano di storia, di conflitti e d’amore.

In un ambiente straordinario quale il museo civico delle carrozze d’epoca, Mar-co Mascioli presenterà tre scrittori: Gian Luca Badoglio, autore de Il Memoriale di Pietro Badoglio, col quale avremo l’oppor-tunità di conoscere gli aspetti personali e famigliari del ben noto Generale, di cui si parla sempre e solo pensando a Caporet-to, raccontati direttamente da suo nipote, venerdì 12 settembre; Silvia Lorusso Del Linz, autrice di Una Donna Fra Due Papi, la storia intrigante di Giulia Farnese che tra miti, leggende e documenti, sembra fu l’amante di… e anche suo fratello diven-ne… (se svelassimo tutto subito!), vi aspet-tiamo venerdì 19 settembre; la settimana successiva l’ospite d’onore sarà l’udinese Mauro Tonino che presenterà Rossa Terra, viaggio per mare di un esule istriano con il

nipote, tra emozioni, storia, speranze e fu-turo e chiuderà questa seconda rassegna venerdì 26 settembre 2014.

Tutti gli appuntamenti inizieranno alle 18.00 e saranno il prologo di una bicchiera-ta offerta dalla cantina Ferrin di Bugnins di Camino al Tagliamento. Con le bollicine dei migliori vini friulani e le carrozze del mu-seo, sarà facile sognare e rivivere le storie raccontare dagli autori.

Sono invitate tutte le persone con il sor-riso, con la voglia di scambiare due chiac-chere, una battuta e approfondire la co-noscenza dei testi proposti, direttamente con gli scrittori, per trascorrere qualche ora simpaticamente, condividendo la nostra volontà di affrontare la vita apprezzandone e valorizzandone gli aspetti positivi. L’as-sessore alla cultura e vice sindaco Ezio Bozzini, con tutto il personale dell’ufficio cultura, stanno lavorando con grande im-pegno per condividere le risorse culturali del Medio Friuli, nell’intento di valorizzare e promuovere il sito di San Martino di Co-droipo, dove all’interno di un’ala esterna di Villa Kechler, grazie a una ristrutturazio-ne totale, si è voluto impiantare il Museo Civico. Dovrebbe rappresentare orgoglio e vanto dei residenti del Medio Friuli, che molti nemmeno conoscono.

Le indicazioni precise per raggiungere il museo dal centro di Codroipo, seguendo la segnaletica per Latisana Lignano, ci s’im-mette sulla Provinciale 39 e quando finisce l’abitato, sulla destra si scorge il muro peri-metrale e le maestose mura rosse di Villa Kechler; arrivando da Villa Manin, si percorre la strada più bella della regione, lasciandosi la Villa veneta e le sue barchesse alle spalle, sino alla fine della strada. Girando a destra si procede sempre dritti, attraversato l’incrocio, siete al museo (via S. Pietro, 6 – Codroipo).

Il sindaco di Codroipo, Fabio Marchet-ti, invita tutti a partecipare ed annuncia che esporrà da fine settembre al museo, i progetti vincitori del concorso d’idee per la ristrutturazione del centro cittadino, allo scopo di condividere le soluzioni presen-tate e raccogliere tutti i suggerimenti che vorranno proporre i visitatori.

Museo Civico a San Martino di Codroipo (UD) venerdì 12 - 19 - 26 settembre 2014, ore 18.00, ingresso gratuito. La visita del museo delle carrozze, esposizioni delle Bambole d’epoca, della collezione Bartoli-ni, per l’occasione saranno aperte gratuita-mente al pubblico presente. MMMi Ass. Cult. Medio Friuli www.mediofriuli.com

VARMOCALCIO

Il Varmo verso l’ascesa

Il sindaco di Varmo, Sergio Michelin, ha presieduto l’assemblea dei soci dell’Asso-ciazione Sportiva Dilettantistica di Varmo. Il tema principale era naturalmente il riassun-to della passata stagione e gli intenti per il futuro. Il calcio a qualsiasi livello è consi-derato più una passione, una potenza che uno sport e spesso gli animi s’infervorano sfociando in tifo scatenato o in accuse che in ogni caso non portano alla soluzione dei problemi, bensì all’accumulo di bile. Gino Morson ha tenuto la relazione morale, in cui ha ringraziato tutti i dirigenti e i collaboratori per il contributo e l’impegno profuso finora. Proprio adesso che la squadra è retroces-sa si dovrà mantenere alta l’attenzione e la pianificazione del futuro, nell’anno in cui il sodalizio calcistico festeggerà i cinquant’an-ni. Festeggiare i dieci lustri unitamente a risultati positivi in campionato, sarebbe il so-gno di tutti: ha lanciato l’idea di organizzare dei festeggiamenti per la storica circostanza invitando alcuni dirigenti a mobilitarsi per promuovere l’uscita di un libro sul mezzo secolo di vita del sodalizio calcistico. Ha sostenuto l’intendimento che il Direttivo si riunisca una volta la settimana, il lunedì, per la programmazione settimanale dell’attività societaria. Ha suggerito anche di potenzia-re la campagna di tesseramento, dando la possibilità al maggior numero possibile di sportivi varmesi di aderirvi.

La relazione finanziaria tenuta dall’eco-nomo Luciano Paron, ha chiarito all’assem-blea come, dopo aver pagato gran parte dei debiti precedenti, la situazione finanziaria si è chiusa con un leggero utile. In una ri-unione successiva tenutasi nella sede della società, il Consiglio Direttivo ha provveduto alla distribuzione delle cariche. Tutti si sono trovati d’accordo nel nominare alla guida dell’Asd Varmo nuovo presidente Gianni Scussolin; la vicepresidenza è andata a Da-rio Parussini e la segreteria è stata affidata al giovane Marco Franzon. Nuovo allenato-re della compagine bianconera sarà il latisa-nese Arnaldo Restucci, vecchia conoscen-za del luogo, avendo in passato allenato gli juniores di Varmo. Presidente, dirigenti e sportivi sono certi di avere un undici, costru-ito su solide basi, in grado di puntare al rilan-cio e di dare a tutti molte soddisfazioni, dopo le due amare retrocessioni consecutive.

Sebbene indiscutibile che lo scopo nello sport sia la vittoria, che aiuta a sviluppare l’agonismo e il senso della competizione,

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elementi altrettanto fondamentali per la cre-scita interiore dovrebbero essere i valori del vero sportivo: pratica lo sport per passione, disinteressatamente, senza presunzione e amarezza quando perde, non cerca di vin-cere con mezzi sleali. Lo spirito sportivo è sinonimo di lealtà. Lo sport di squadra sti-mola i valori della fratellanza perché si fa parte di uno stesso gruppo unitario e biso-gna unire le proprie forze per la vittoria. In questo caso le persone tendono a fidarsi dei compagni e questo diviene un pretesto per fare amicizie. Valori quali la fiducia, la collaborazione e l’amicizia, ci aiutano anche nella vita quotidiana.

Alex Carrasco da una Lettera di Walter Nadalin

IL DIRITTO e LA POLITICA

Il diritto tende a stabilire delle regole nel-la convivenza umana. Prevede il divieto di alcuni comportamenti (diritto penale); sta-bilisce direttive per la soluzione delle con-troversie tra privati (diritto civile) e dà regole anche allo Stato (diritto costituzionale, diritto amministrativo). La caratteristica della nor-ma, astrattamente formulata, è l’immutabi-lità. Essa si applica, non si adatta, al caso concreto. Il giudice non si chiede (o non do-vrebbe chiedersi): “Quest’uomo ha ragione o torto?”, ma: “Che cosa prevede la legge, per questo caso?” Perfino dinanzi all’im-putato la domanda non è: “Che punizione merita, costui?”, ma: “Che cosa prevede la legge per questo reato?” La libertà del giu-dice si limita alla discrezionalità fra il minimo e il massimo della pena. Il diritto non tiene conto né dell’effetto di una data decisione sui singoli, né dell’interesse della collettività. Decine di telefilm americani ci hanno inse-gnato che la magistratura degli Stati Uniti è capace di lasciare libero un pericoloso as-sassino per un errore di procedura.

intenda per guerra d’aggressione. I romani crearono uno sterminato impero ogni volta inglobando il territorio da cui poteva venire una minaccia: per ragioni difensive, dun-que. In ogni tempo la mancanza di frontiere naturali e il famoso “complesso dell’accer-chiamento” hanno indotto Mosca a spinge-re queste frontiere il più lontano possibile, dalla Polonia al Pacifico.

Durante la lunga pace seguita al 1945 - la più lunga di cui si abbia memoria, in Eu-ropa - si sono dimenticate le durezze della grande politica. Si è creduto all’esistenza di una legge internazionale e persino a una democrazia fra gli Stati: infatti si vota nell’Ue e all’Onu. A poco a poco la politica ha per-duto peso e oggi qualcuno parla di “pan-giu-ridicismo”: cioè della tendenza a sottoporre a un severo vaglio di legalità tutte le attivi-tà umane. Il risultato è un impressionante restringimento dell’ambito della libertà e il gran numero di sindaci, dirigenti d’azien-da, assessori, direttori di enti pubblici e alti funzionari sotto processo per le ragioni più svariate. Ovviamente l’ideale sarebbe un governo composto di galantuomini per giun-ta geniali, ma purtroppo, dovendo scegliere, la società tende a un Paese amministrato magari male ma in modo giuridicamente perfetto. Meglio il galantuomo incapace che il condottiero carico di gloria, se gli si può rimproverare un piccolo peculato. In Italia la massima accusa non è aver governato male (provocando danni, poniamo, per cin-que miliardi di euro), ma aver intascato un milione, pure se si sono fatti risparmiare ai cittadini cinque miliardi. Non si comprende che il governante incapace è quello che im-pone alla nazione il massimo costo.

In Italia ormai siamo convinti che non si possa che vivere di amministrazione ordi-naria, come si direbbe in un condominio. Chissà che lo scoppio di una grande crisi economica, provocando tutti i danni che può provocare, non rimetta il contatore a zero.

Gianni Pardo

La politica ha parametri del tutto diversi. Il diritto tiene conto delle regole, la politica tie-ne conto dell’opportunità concreta. Quando segue i propri parametri il diritto è sempre impeccabile, la politica - soprattutto quella internazionale - non è mai giustificata quan-do i risultati sono negativi. Essa per così dire respondit etiam de casu, anche della sfor-tuna. George W.Bush ha reputato che per l’America fosse un interesse vitale invadere l’Afghanistan: se la storia dovesse decreta-re che invece ha danneggiato gli Stati Uniti, basterebbe a difenderlo la certezza della sua buona fede? Napoleone diceva che non voleva soltanto generali “bravi”, li voleva an-che “fortunati”: per lui la battaglia non era un esame teorico di tecnica bellica: bisognava conseguire dei risultati, anche violando le regole della Scuola di Guerra. E l’eventuale sfortuna non era una giustificazione.

La politica perdona al Principe d’aver mancato alla parola data, d’aver tradito un alleato, persino d’aver commesso ruberie e delitti, se il risultato è la gloria e la prosperi-tà del Paese. Mentre non perdona gli errori di un perfetto galantuomo, persino quelli di cui non è per nulla responsabile. Si pensi all’azione di kommando ordinata da Jimmy Carter per salvare gli ostaggi dell’ambascia-ta di Tehran: i diplomatici non furono liberati, l’America fu ridicolizzata e l’episodio non è mai stato dimenticato. Mentre l’azione di kommando di Entebbe, che pure violò la so-vranità ugandese, è rimasta una pagina di gloria, per Israele.

Questi principi sono chiari e tuttavia gli orrori della Seconda Guerra Mondiale hanno indotto gli uomini a credere di poter mettere il guinzaglio giuridico alla politica. Nel Processo di Norimberga gli imputati furono anche accusati di “avere pianifica-to, iniziato e intrapreso delle guerre d’ag-gressione”, criterio col quale si sarebbero potuti processare Alessandro il Macedone, Giulio Cesare, Gengis Khan, Maometto II, Napoleone e chissà quanti altri. Con la difficoltà aggiuntiva di stabilire che cosa si

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NORMA DI RIFERIMENTO: D.LGS. 81 / 2008, Decreto Min. Salute 24 aprile 2013,

Delibera n°1014 Giunta Regione FVG

La morte cardiaca improvvisa è un even-to drammatico e improvviso che colpisce circa 60.000 persone l’anno in tutti Italia, con o senza segni premonitori. Le cause sono molteplici e a volte misconosciute. E’ ormai provato che un precoce utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno (DEA) permette un incremento considere-vole dei tassi di sopravvivenza negli arresti cardiaci grazie alla facilità e alla sicurezza del suo uso. Il corso BLSD permette di ri-conoscere quando una persona:- non è cosciente- ha un’ostruzione delle vie aeree- è in arresto cardiocircolatorio (ACC)Inoltre addestra gli operatori all’utilizzo del DAE e alle manovre rianimatorie (massaggio cardiaco esterno e ventilazione artificiale).

Svolgimento del corsoIl corso, della durata di 5 ore, prevede una parte teorica con lezioni frontali interattive, una parte pratica con l’ausilio di manichini e DAE didattici ed il superamento del test pratico finale. Al termine verrà rilasciato un attestato di certificazione IRC di rianimazio-ne cardiopolmonare nella comunità.L’importante accreditamento del Centro di Formazione presso la Regione FVG, se-condo la delibera della Giunta n° 1014 del 30 maggio 2014, permette di essere certifi-cati ed autorizzati alla defibrillazione su tut-to il territorio nazionale, secondo le attuali disposizioni di Legge.

DestinatariI destinatari del corso BLSD nella comunità sono tutte le persone laiche (non sanitarie), addetti al primo soccorso in aziende, poli-sportive, scuole, insegnati, custodi, respon-sabili della sicurezza, ecc. Il corso è riconosciuto ai fini concorsuali (esercito, ecc.) e anche come credito for-mativo scolastico.

AggiornamentiLa certificazione ha durata un anno, al ter-mine del quale si svolgerà un corso di re-training della durata di 2 ore per mantenere l’abilitazione e l’autorizzazione.

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17www.ilpaesecodroipo.itLettere... dal fronte

Lettere e cartoline tratte dal libro " Mia cara e buo-na sorella (lettere e cartoline dal fronte di guerra e dagli ospedali militari 1915 - 1916)".

Il libro è stato pubblicato a cura di Barbara Della Marina, su testi originali del prozio Adelfi Missio, vo-lontario nella prima grande guerra.

Dal fronte, 8 - 7 - 1915Mia cara sorella,finalmente ebbi avuto campo di misurarmi con il ne-mico: questo succedeva il giorno 5.Vorrei raccontarti tante cose, ma la censura non lo permette, solo sappi che abbiamo fatto un bell'as-salto e la mia Compagnia fu la prima. Io sto bene, sono allegro. Tieniti forte e coraggiosa, pensa che almeno uno della nostra famiglia, di sua spontanea volontà, volle offrire alla sua Patria i suoi servigi. Tra breve speriamo di essere padroni di una zona che a te farà assai piacere.Salutami tutti e tanti bacioni dal tuo per sempre fra-tello Adelfi.

Zona di guerra, 15 - 7 - 1915... grande assalto del 5 luglio ...

Cara sorella,non avendo altro a comunicarti t'invio il resoconto dell'assalto del 5 luglio a cui io presi pure parte.Dopo 5 o 6 giorni di servizio nelle trincee, alla di-stanza di circa 200-300 metri da quelle nemiche, con sopra il nostro capo un concerto indiavolato di scoppi di granate shrapnel e sibili di pallottole fum-mo svegliati all'alba di quel giorno con una suoneria assordante che ci avvolgeva da tutte le parti. L'arti-glieria nostra e quella avversaria s'incrociavano.Noi tutti ci affannavamo a chierderci l'un l'altro se si sapevano delle notizie: nessuno sapeva nulla. Solo si constatava che l'artiglieria vomitava dalle bocche quell'abbondante materiale per riempire le trincee nemiche (che, a quanto pare, difettavano invece di simile materiale!).Come al solito verso le otto ricevemmo le nostre ra-zioni di caffè, vino, pane e carne che consumavamo senza renderci conto che in quella mattinata dove-vano essere fatti i preparativi per l'avanzata.Come difatti verso le dieci fu dato l'ordine di affardel-lare gli zaini e di accumularli ai punti designati per ordine di Compagnia. Terminata tale operazione fummo fatti passare in rango con fucile, giberna, cartucce e tascapane con i viveri di riserva. Venne fatto l'appello e poi assegnate le squadre ai gradua-ti. Erano circa le undici quando venne dato l'ordine d'avanzata.Per strade preparate (così detti camminamenti) ese-guite giorni prima dai nostri zappatori, le Compagnie s'internavano curve per non essere avvistate dal nemico. Appena fummo allo scoperto i capi squadra ricevettero l'ordine di schierare le loro squadre tutte a sinistra, seguitando in tal modo l'avanzata.Fu qui che si cominciò a constatare qualche ferito, perchè eravamo scoperti e a breve distanza dal ne-mico. Seguitando l'avanzata fu catturata una decina di soldati nemici, che furono fatti prigionieri.Intanto l'ottava e la settima Compagnia, con slan-ci superbi, aveva raggiunto la sommità di un punto avanzato, a pochi metri di distanza dal nemico, che già si distingueva colla sua divisa grigio-celeste.Con un grido formidabile, accompagnato da sca-riche di fucile, gli Italiani salutarono gli Austro-Un-gheresi: " Viva Savoia, Viva l'Italia, Viva il Re " si seguitava intanto coll'acclamare; fu un momento di frenesia e di commozione. Eravamo in quel momento tutti pronti a sacrificare le nostre vite per grandezza della Patria.Intanto l'artiglieria, che fino a quel momento non aveva fatto a meno di prestar l'opera sua colla di-struzione delle opere di difesa e causando gravi perdite nelle file nemiche, aveva terminato il suo compito e lasciato libertà d'azione alla fanteria che già in diversi punti aveva di molto avanzato.Qui va lode pure alla V^ e VI^ Compagnia che con generosità e spirito di patriottismo si presentarono ai reticolati austraci. Il II° Battaglione era già pronto per l'assalto alla baionetta ma si dovevano attendere gli altri due che dovevano essere di rincalzo.Il terzo doveva seguire il secondo, ma questo nell'avanzare fu costretto a fermarsi e farsi riparo, perchè bersagliato dalla fucileria e dalle mitragliatrici nemiche. Sicchè in questa alternativa di tempo le ri-maste trincee tornarono a riempirsi di nuovi elemen-

io, poliziotto a Gorizia, vi

spiego perchétutti vogliono venire in Italia Il segretario del Sap di Gorizia: neghiamo

la protezione umanitaria solo a chi ha com-messo reati. Gli immigrati lo sanno e per questo, quando là gliela rifiutano, vengono da noi anche da tutta Europa

Bisogna premettere che per legge, in Ita-lia, sono previsti tre tipi di intervento in fa-vore degli immigrati tutti deliberati dalle 10 Commissioni territoriali per il riconoscimen-to della protezione internazionale istituite sul territorio nazionale. Una di queste ha sede a Gorizia. Gli interventi si sostanziano nel riconoscimento dello Status di rifugiato, perseguitato, individuato solo in rari casi, la Protezione sussidiaria e la protezione umanitaria che praticamente non si nega a nessuno e che dà diritto ad un foglio di soggiorno rinnovabile di un anno. Da tem-po si è notato che immigrati arrivano anche da altri Stati europei che non gli hanno ri-conosciuto lo Status di rifugiato, paesi quali la Norvegia, il Belgio, l’Inghilterra, la Dani-marca, la Germania e l’Austria e nei quali gli stessi dovrebbero essere rimandati entro i tassativi sei mesi nei quali l’ufficio “Unità Dublino” del Ministero dell’Interno non rie-sce a disbrigare le relative pratiche. Mentre gli altri Stati risulta che siano solerti nel ri-mandarci indietro quelli che sono sbarcati o arrivati in Italia. Ma non solo, al termine della

procedura, agli stessi soggetti rifiutati dagli altri riconosciamo pure uno degli altri gradi, meno importanti di protezione. In pratica la protezione umanitaria la neghiamo solo a chi ha commesso reati.

A Gorizia, dove da altri paesi del nord giungono una ventina di immigrati la set-timana, che in attesa di trovare spazio nel CARA vengono fatti alloggiare, garantendo loro anche il vitto e l’assistenza, a spese del contribuente, alla Caritas o all’Hotel Interna-zionale.

Gli stranieri ne sono talmente ben infor-mati che la Volante, la settimana scorsa è intervenuta presso l’Hotel Internazionale, dove due stranieri di nazionalità afgana, ai quali era stato negato l’asilo in Inghilterra, avevano addirittura prenotato, tramite il sito bookin.com, una camera, evidentemente utilizzando una carta di credito. All’arrivo degli operatori la volante, uno dei quali è stato trovato pure in possesso di una paten-te inglese, si sono dichiarati indigenti e, in attesa di definizione, certamente favorevole dell’iter per la protezione internazionale, al-loggiati a spese del contribuente presso la CARITAS, l’Hotel aveva già occupato tutti i posti garantiti per la bisogna.

Le domande che ci poniamo sono queste: chi in Inghilterra ha comunicato ai due af-gani la possibilità italiana e che i richiedenti asilo, a Gorizia, vengono alloggiati all’Hotel internazionale e come hanno fatto, se indi-genti, a fare la prenotazione della struttura che i contribuenti italiani avrebbero dovuto pagare? Gorizia, nemmeno 40mila abitanti, è diventata così famosa nel campo dell’im-migrazione o ci sono altri motivi, magari le-gati alla possibilità di ottenere un soggiorno definitivo? Ci si può fare prendere in giro così?

Angelo Obit, Segretario SAP Gorizia

ti. Però l'assalto doveva farsi lo stesso. Quando il III° Battaglione potè mandare parte dei suoi uomini, venne preparato l'assalto.L'VIII^ in testa fu accompagnata dalla X^ e la IX^, mentre la VII^ Compagnia con gridi alternati di "Viva il Re, Viva Savoia" faceva capolino con le baionet-te nelle prime trincee nemiche. La V^ e la VI^, ap-poggiata più a sinistra, disimpegnava pure bene il compito suo. Altre Compagnie, più indietro, erano immobilitate a causa della ristrettezza del terreno.Furono molti gli atti d'eroismo e purtroppo taluni lasciarono la vita sul campo dell'onore. Ufficiali, sottufficiali e soldati, non furono molti i sacrificati in confronto alle perdite avversarie; quei pochi che in quell'assalto storico soccombettero aprirono la via ad altri e quelli che prossimamente ritentarono l'assalto non trovarono più ostacoli e, sicuri della conquista della famosa collina di Podgora, seppero rivendicare il nobile sangue di quelli immortali.Fra breve la collina di Podgora sarà ribattezzata col dolce nome di Piè di Monte, e sopra di essa sven-tolerà raggiante il vessillo ideale, augurio di nuove conquiste.

In più punti i reticolati furono tagliati, aperti passaggi per l'artiglieria e trincee preparate più in prossimità del nemico, cosicchè si ottenne un insieme di fatti che avranno soddisfatto il comando e gli intrepidi ufficiali che ci guidarono.Il giorno cinque tramontava e il velo della sera ri-mandava i rimasti ai propri accampamenti, mentre il silenzio della notte dava adito alla Croce Rossa di scrutare il terreno per accertarsi che nessuno fosse lì dimenticato.A me, cara sorella, una pallottola dei sudditi di Checco mi forò il tascapane andando a battere in un bossolo che la espulse, ed ora io conservo come ricordo.Ora io mi trovo di guardia al parco dell'artiglieria e sono meno disturbato ed in questi paraggi faccio certe scorpacciate di tegoline, patate, fagiolini, pere, fichi e tante altre cose.In vista ci sono novità che presto ti faranno stare meno inquieta. Io sto bene, sono allegro, scrivimi subito; spero sarete tutti sani e provvisti d'ogni cosa.Baciami le care nipotine e tu ricevi un caldo bacio.Il tuo per sempre fratello Adelfi.

18 SETTEMBRE 2014

dal web: SEI DI CODROIPO SE...che ringraziamo per alcune immagini della vecchia Codroipo

7 giugno 1953 elezioni politiche

ni, protagonista di un super recupero nella quarta frazione.

La staffetta 4x200 stile libero donne azzur-ra ha vinto la medaglia d’oro ai campionati europei di Berlino grazie ad una strepitosa ultima frazione di federica Pellegrini che ha recuperato oltre 3 secondi nel finale (una de-cina di metri di scarto) alla stafettista svede-se che si è dovuta accontentare del secondo posto. Bronzo all’Ungheria. Quel sorpasso di Federica Pellegrini all’ultima bracciata alla svedese Stina Gardell vale l’oro e il titolo eu-ropeo della staffetta azzurra 4x200 stile con le azzurre che si confermano (anche se in formazione diversa rispetto a due anni fa) campionesse continentali. La vittoria azzurra arriva proprio all’ultima bracciata grazie ad una progressione impressionate della cam-pionessa veneta. Chapeau a lei, la ‘divina’ del nuoto italiano, protagonista di una quar-ta frazione esaltante, capace di ‘mangiarsi’ bracciata dopo bracciata quei quattro secon-di e mezzo che la Svezia aveva di vantaggio. Ma i complimenti vanno a tutta la squadra azzurra - Alice Mizzau, Stefania Pirozzi e Chiara Masini Luccetti - capace di restare sempre in scia della Svezia, scappata via e consentendo poi alla fuoriclasse di piazzare la ‘zampata’ vincente. Alle azzurre arrivano anche i complimenti del premier Matteo Ren-zi attraverso un ‘tweet’: ‘’Bravissime tutte le nostre medagliate. Orgoglio Italia.

AliceMizzau d’oro

nella 4x200 stile libero

BERLINO. La nuotatrice friulana Alice Mizzau ha conquistato l’oro agli Europei nel-la 4x200 stile libero femminile. Il primo posto è arrivato grazie a una rimontona di Federi-ca Pellegrini nell’ultima frazione, con la Sve-zia beffata a poche bracciate dal traguardo. Bronzo all’Ungheria. L’Italia ha bissato così il titolo vinto due anni fa a Debrecen, facen-do registrare il nuovo record dei campionati (7’50’’53). Oltre ad Alice Mizzau, in acqua nelle precedenti frazioni c’erano Stefania Pirozzi e Chiara Masini Luccetti. Argento per la Svezia (7’51’’03), che sembrava or-mai lanciata verso l’oro con Stina Gardell, bronzo per l’Ungheria (7’54’’23).

Complimenti alla nostra Alice Mizzau, oro nella staffetta femminile 4x200 stile libero agli Europei di nuoto 2014 di Berli-no! Il quartetto italiano era formato dalla friulana Mizzau in prima frazione, Stefania Pirozzi in seconda, Chiara Masini Luccetti in terza e naturalmente Federica Pellegri-

CODROIPOè al 3° posto tra i borghi

più felici della Regione

Palmanova è la prima città del Friuli Vene-zia Giulia nella classifica dei borghi più felici d’Italia e conquista il 45/o posto a livello na-zionale nell’indagine pubblicata dal Sole 24 Ore e condotta tra gli 8.100 Comuni italiani. A indicare Palmanova tra le città italiane con più di 5.000 abitanti in cui si vive bene sono 16 indicatori legati alla qualità della vita che mi-surano il benessere complessivo, ovvero indi-catori di felicità che compongono il Benessere interno lordo (Bil) anziché basarsi sul reddito, ovvero sul Pil. La città stellata è la prima del Friuli Venezia Giulia ad inserirsi nella classifica del quotidiano economico nazionale, seguita da Sacile (69/o posto). Dopo il 100 comune classificato si trovano anche altre quattro città della regione, ovvero Codroipo (115), Trice-simo (131), Reana del Rojale (161) e Ronchi dei Legionari (175). «È un primato che ci ono-ra - ha detto il sindaco, Fabio Marchetti , che sottolinea soprattutto come la qualità della vita debba essere misurata tenendo conto di una pluralità di fattori che comprendono la cultura, la salute, la socialità, l’ambiente». La “classifica dei borghi felici” è stata realizzata in due fasi. Partendo dagli 8.100 Comuni italiani, la prima scrematura ha selezionato 176 finalisti attra-verso 16 parametri legati alla qualità della vita, con un indicatore non solo basato sul reddito (il Pil), ma incentrato sulle variabili del benes-sere economico e sociale, dell’ambiente, degli indicatori di felicità (il Bil). Per ciascun indica-tore, poi, sono stati esclusi gli outlier (ovvero Comuni con valori troppo alti o troppo bassi nelle variabili considerate), eliminando così le realtà territoriali “poco sostenibili” sotto il profi-lo delle tematiche ispiratrici della qualità della vita. Nella seconda fase i 176 borghi sono stati analizzati sulla base di 48 indicatori (suddivisi in 8 aree tematiche: condizioni di vita materia-li; istruzione e cultura; partecipazione alla vita politica; rapporti sociali; in/sicurezza; ambiente; attività personali e salute), utilizzando gli ultimi dati disponibili nelle principali fonti statistiche, dalla Banca d’Italia all’Istat. Il peso degli indica-tori è stato quindi valutato sulla base dell’area territoriale di riferimento della fonte: quindi, se per il dato comunale il peso è al 100%, i dati in ambito Asl, provinciale, regionale o area clima-tica hanno inciso rispettivamente per il 70, 40, 20 e ancora 20%.

Il volontario del primo soccorso che c’è in te...

La delegazione della Croce Rossa Italiana di Codroipo organizza un cor-so base di primo soccorso per aspi-ranti volontari. Il corso partirà a inizio novembre e comprenderà inizialmen-te sette lezioni in cui verranno trattate nozioni di primo soccorso e verranno descritte tutte le attività svolte dalla Croce Rossa. L’iscrizione è aperta a tutti coloro che vorranno avvicinarsi e conoscere questa realtà.Per info potere chiamare il numero:

331/6359133 o inviareuna Mail a: [email protected]

19www.ilpaesecodroipo.itCAMINO.

Presentazionedel libro “E SEFOSSE VERO?”con testimonianze

di friulani aMEDJUGORJE Venerdì 19 settembre, ore 20.30, presso

l’Auditorium “Davide Liani” della Bibliote-ca Civica, verrà presentato il libro “E… se fosse vero?”, curato dalla scrittrice e poe-tessa Giacomina De Michieli, di San Odo-rico di Flaibano, con la collaborazione della scrittrice Alida Pevere. Il libro raccoglie le testimonianze, le emozioni e le parole di settanta persone friulane che si sono recate nella piccola località di Medjugorje, meta di numerosi pellegrinaggi a seguito delle pre-sunte apparizioni mariane, iniziate nel 1981.

“E…se fosse vero?”, oltre ad essere il titolo del libro, giunto alla quarta edizione, è anche una domanda aperta cui si cerca

di dar ri-sposta ma senza pre-tendere di r iusc i rc i , t r a m i t e l ’ a s c o l t o di alcune t o c c a n t i esperien-ze da par-te di chi le ha vissute personal-mente. La serata, a libero in-g r e s s o , sarà allie-

tata dalle note del Coro “Notis tra lis calis” di Bugnins, diretto da Cristina Pilutti, e ac-compagnato al pianoforte da Teresa Fran-cescutti. Il ricavato sarà devoluto alla ON-LUS LUCA di UDINE e all’AIUTO DELLA VITA di GEMONA. L’evento culturale, de-dicato alla memoria di Don Gianni Pilutti, è promosso dall’Amministrazione Comunale in sinergia con la Commissione Biblioteca.

Pierina Gallina

CAMINO.La cantante

Elisa Caraccio vince il

2° premio al Piano BarFestival

Il 2° posto alla finalissima nazionale di Li-gnano del Piano BarFestival del 23 agosto è andato alla cantante Elisa Caraccio. Al cospetto di una qualificata giuria, compo-sta da Cristina Agnoluzzi, Alberto Zeppieri, Valerio Caratti, Simone Luca, Primo Pavan, Valentina Quaglia, Pasquale Pietro ed Elvi-ra Cadorin, e con i complimenti dei giudici friulani, i primi ad abbracciarla, appena sce-sa dal palco. “ E’ una delle cose che mi han-no fatto più piacere - dichiara una raggiante Elisa - come il loro apprezzamento per il mio lavoro e il loro disappunto per il secondo posto. Che a me va benissimo e ne vado fiera”. Elisa, accompagnata dall’amico mu-sicista e chitarrista Marco Mosticchio, aveva presentato 2 canzoni. “Attraversami il cuo-re” di Paola Turchi e “Sacrifice” di Anouk. Elisa, meglio nota come “Carry o The Best Voice of Camino al Tagliamento”, canta da sempre, con la rara capacità di mettersi in gioco, ascoltando i consigli di chi mastica palchi da più tempo di lei e sapendo bene come lo studio nella musica sia in evoluzio-ne continua. L’ottimo risultato al PianoBar-Festival le ha sicuramente infuso un forte stimolo a continuare e migliorare. Intanto si è iscritta al concorso “Artisti in vetrina 10” a Trieste dove porterà il nuovo inedito “Pri-mavera spoglia”, realizzato insieme al mu-sicista Marco Locatelli. Parteciperà, inoltre,

FESTA DELLA MUSICA con la SCUOLA di

MUSICA “CITTA’ di CODROIPO” eSANTE SABIDE

Festa della musica lunga ben 4 giorni, a Goricizza, nella suggestiva Corte Bazan, con la Scuola di Musica “Città di Codroipo” e l’Associazione Musicale “Sante Sabide”. Da giovedì 2 a domenica 5 ottobre, la Musica avrà ali su note di ogni colore ed intensità durante la 2° edizione de “La Musica è…servita”. L’Associazione musicale e cultura-le “Città di Codroipo”, che gestisce la scuola di musica con oltre 400 allievi, e l’Associa-zione musicale Sante Sabide, che riunisce 5 cori di persone di tutte le età, daranno vita ad un nuovo appuntamento musicale-culturale ed enogastronomico di particola-re rilevanza. In 4 giorni, uno più dell’anno scorso, innumerevoli saranno i concerti. Dalla classica al jazz passando per il reper-torio vocal-pop e rock con gruppi musicali di fortissimo impatto tecnico ed emotivo A fare da contorno alla musica e all’ amicizia, gastronomia tipica e novità culinarie in gra-do di accontentare tutti i palati, con lo scopo di raccogliere fondi a sostegno dell’attività delle 2 associazioni che operano senza so-sta sul territorio per diffondere e promuove-re la musica, nonostante i continui tagli alla cultura.

pierinagallina.blogspot.com

alle selezioni del “Tour Music Fest” e sarà prossimamente a Milano con il suo cavallo di battaglia, l’inedito “Amore Dissonante”. In bocca al lupo Elisa!

Pierina Gallina

Sappiamo cucinare solo i prodotti della nostra Terra come l’asparago che cresce a Belgrado di Varmo, te-nero e dolcissimo, l’oca della roggia con il suo sapore selvatico, la preli-bata anguilla che vive nelle limpidis-sime acque dello Stella. In autunno dunque la “bisate in umido”, con le nebbie dell’inverno si cena con “polenta e baccalà”, a primavera “risotto con lo sclopit”, d’estate poi i nostri formaggi e il vero “frico di STRISULIS” accompagnato dalla freschezza degli orti. Proprio per questo a BUGNINS la nostra Tratto-ria, ha più di mezzo secolo di vita, intende ancora proporsi come pun-to fermo di una cultura culinaria al-trove perduta o contaminata.

Era Ippolito Nievo che cantava le qualità nascoste e squisite di questa nostra terra. Di tante bellezze alcune sono rimaste a consolarci come il vino che lo scrittore giudicava “uno dei vini più generosi del Friuli”.La trattoria Da Bepo non si presenta

come il Ristorante di lusso che si fin-ge rustico per conquistare l’avventore, ma una vera davvero casalinga dove a sera i vecchi ancora giocano a carte e dove si sente il rimpianto per il mondo contadino che pare inesorabilmente perduto. Veniteci a trovare, Vi faremo assaggiare il dolcissimo “masurin”, oche ed anatre, radicchi ed erbe dei no-stri orti, prodotti fondamentali per una cucina legata alla tradizione. Questa è la Trattoria Da Bepo di Bugnins.

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20 SETTEMBRE 2014

Luigi Sebastianis era nato il 3 ottobre 1969 e fino all’anno 1993 aveva vissuto a Mortegliano (Udine). Il sottufficiale si era poi trasferito a Camino nel 2003, Da poco era stato a casa per una licenza e a Shama era tornato alla fine di luglio. Tutti i suoi colleghi lo descrivono come «sereno, tranquillo».

Dei sentimenti umani di solidarietà e del-la speranza nella fede si è fatto interprete il celebrante, don Roland, che nell’omelia ha ricordato «un dramma di fronte al quale non ci sono parole. Ma il Signore starà vicino e sosterrà chi si trova in grande sofferenza».

Del lutto cittadino si è fatto portavoce il sindaco Andrea Locatelli che ha presentato le condoglianze dell’amministrazione locale e di quella di Maniago, sede della Brigata; i gonfaloni di entrambi i Comuni hanno fatto ala alla cerimonia.

Hanno partecipato, tra le alte autorità mi-litari, il generale di corpo d’armata Santo, il generale di divisione Godio, il generale co-mandante della Brigata Ariete, il vicecoman-dante dei Lancieri di Novara De Magistris, il comandante provinciale dei carabinieri Del Piano. Oltre al primo cittadino di Camino Locatelli e di Maniago Carli erano presenti i sindaci di Mortegliano Comand, di Codroi-po Marchetti e i consiglieri regionali Boem e Riccardi.

CAMINO.Riaperta la chiesa di

Pieve di RosaCAMINO AL TAGLIAMENTO. La chiesa

Pieve di Rosa ha riaperto le porte ai fedeli. Un momento importante che la comunità di Camino attendeva da cinque anni, da quan-do nel 2009 erano iniziati i lavori di ristruttu-razione. Un progetto che è stato suddiviso in tre lotti, finanziati da altrettanti contributi regionali - rispettivamente di 290 mila, 380 mila e 200 mila euro - firmato da Marcel-lo De Marchi (i lavori sono stati eseguiti dall’Impresa veneziana restauri di Gruaro), necessario per i lavori di rinforzo delle fon-damenta dell’antico edificio (messe a dura prova dall’umidità), il rifacimento del tetto, il risanamento dei muri esterni ed interni, la rimessa a nuovo degli altari (questa parte di lavori è stata finanziata dalla Soprintenden-za), la realizzazione di un nuovo impianto elettrico, acustico e di raccolta delle acque piovane, il rifacimento del sagrato e di tutto il pavimento della chiesa oltre alla sistema-zione della sacrestia. Anche la Provincia vi ha contribuito. Presenti alla cerimonia di inaugurazione i sindaci di Camino al Taglia-mento Nicola Locatelli e l’ex primo cittadino Beniamino Frappa, di Codroipo Fabio Mar-chetti e di Varmo Sergio Michelin e il Con-sigliere Regionale Riccardo Riccardi «La benedizione dei lavori di restauro di una chiesa e la possibilità di tornare a celebrarvi la messa è sempre un avvenimento molto significativo per la comunità - ha ricordato l’Arcivescovo di Udine Andrea Bruno Maz-zocato -. La chiesa è un’opera d’arte e nel restauro se ne scopre la bellezza e la ric-chezza artistica. Ma specialmente vuol dire ricreare un punto di riferimento per tante persone». Un particolare ringraziamento per il restauro è andato all’ex parroco don Antonio Raddi e a quello attuale don Roland Kulik. Dopo la funzione religiosa è seguito

un momento conviviale in piazza del Re-dentore davanti alla chiesa con successivo spettacolo pirotecnico di un Comitato che ha coinvolto tutte le altre realtà parrocchiali e non della zona. Le numerose associazioni che operano sul territorio, l’Amministrazione comunale e agli otto cori del comune hanno dato vita, per l’occasione, ad un gruppo uni-co, formato da un centinaio di cantori diretto dal maestro Francesco Zorzini.

SICURPIÙ: SINONIMO DI QUALITÀ DI IMPIEGO NEL MONDO DELLA SICUREZZA

MISS GINA NOBILE.I SEGRETI

DELLA MAESTRA

FOLLA aifunerali del

militare morto in Libano

CAMINO AL TAGLIAMENTO. Folla a Ca-mino al Tagliamento ai funerali di Luigi Se-bastianis, 44enne di Straccis, sottufficiale della Brigata Ariete, trovato senza vita men-tre era di guardia nella base di Shama, in Libano. La famiglia ha voluto una cerimonia ordinaria e non nelle modalità militare. Nella semplicità del rito, evidenti il dolore di ami-ci, colleghi, conoscenti e concittadini per la scomparsa di una persona benvoluta, e la commossa vicinanza alle famiglie provate: i genitori Silvana e Alfonso, le sorelle Ilenia e Maura, ma particolarmente i figli adolescenti Samantha e Nicolas, e la moglie Katia.

“Non vi posso dire quali sono i segreti di un’insegnante, altri-menti dovrei svelarvi il finale”. Giornalista e scrittrice udinese, Claudia Nobile è la

rivelazione di Miss Gina Nobile. I se-greti della maestra (Nobile, 18 euro; romanzo prenotabile alla libreria “Friu-libris” di Udine).Una intervista biografica per chi si

appresta a diven-tare maestra, con consigli, leggibile da tutti. Piccola curiosità: il sogno della protagoni-sta iniziò durante la Seconda Guer-ra mondiale, e poi ha incrociato il suo “principe azzurro”!

Nobile Claudia

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RIVIGNANO.GUARDA CHE STELLA 2014Qual è il sapore del fiume Stella? E’ stato

possibile scoprirlo alla manifestazione “Guar-da che stella”, in programma dal 12 al 15 agosto a Rivignano Teor, organizzata dalla Pro Loco di Rivignano in collaborazione con il Gruppo Giovani. Il territorio del fiume Stella è centro del buon mangiare, conosciuto anche fuori regione per i suoi molteplici ristoranti, fa-mosi per restituire i sapori del territorio del no-stro amato Friuli. Durante l’evento, con l’aper-tura dei ristoranti e dell’enoteca alle ore 19:00 di martedì 12 agosto, si sono potuti gustare i piatti che gli esercizi locali hanno ideato per celebrare la ricchezza del territorio attraversa-to dal fiume Stella. La trota, l’anguilla, le erbe e spezie locali ma anche miele, il succo di mele e il vino sono gli ingredienti principali dei piat-ti che i ristoranti di Rivignano “Al Ferarut”, “Al Morarat”, “Al Gaucho Argentino”, “La Taraba-ne”, di Ariis “Il Principato di Ariis” e di Driolas-sa “San Marco Vin e Bar”, hanno offerto a 5 euro l’uno. Ogni ricetta è stata accompagnata da un’ampia scelta di vini locali e del Collio e da ottime birre artigianali. La manifestazione “Guarda che stella”, quest’anno, alla sua quar-ta edizione, non è stata solo ottima gastrono-mia, ma anche musica e ballo.

CAMINOal Tagl.to. Denunciatolo stallo del

progetto “CASA

SANTINA”Casa per minori? Mai attivata.Il presidente dell’ASP Moro: “ Cattedrale

nel deserto”. Non interessa alle coop.“Uno sperpero di denaro pubblico, un’of-

fesa alla memoria del benefattore e anche un non rispetto a quanto previsto dalla giu-risprudenza in materia di lasciti”. A parla-re è il sindaco di Camino al Tagliamento, Nicola Locatelli, in riferimento al progetto “Casa Santina”, una casa di accoglienza per minori in difficoltà a Camino al Taglia-mento. Il progetto, partito nel 2003, quando l’allora cda dell’Asp Moro deliberò una ri-chiesta di finanziamento alla Regione, non ha ancora trovato realizzazione.

Da Trieste sono arrivati, nel 2004, finan-ziamenti per 1 milione e 77 mila euro, ai quali, nel 2011, si sono aggiunti 300 mila euro per gli arredi e per l’attrezzatura. L’in-tervento, che è stato effettuato in parte in un immobile di proprietà dell’Asp Moro e in parte in un immobile attiguo di proprie-tà del Comune, è terminato nel dicembre 2009. Ma in quella casa-famiglia, pensata per accogliere minori in difficoltà, nessu-no è mai entrato. “Una cattedrale nel de-serto”, è stata definita dal presidente Asp Moro, Thierry Snaidero, durante una con-ferenza stampa, in cui il Direttore Generale del Moro, Valentina Battiston, ha puntual-

mente tracciato la cronistoria del progetto. “Un progetto - ha affermato Battiston - già concepito in non rispondenza alla norma-tiva vigente, che prevedeva per quel tipo di realtà una ricettività massima di 6 posti residenziali, mentre il finanziamento venne chiesto per un progetto che prevedeva 10 posti tra residenziali e semi-residenziali per un’utenza di età compresa tra i 7 e i 13 anni”. “All’epoca tra l’altro - ha aggiunto Battiston - nessuna fase attuativa del pro-getto era stata condotta”.

Poi, nel 2010, il progetto venne affidato ad un consulente esterno, che ne attuò una rimodulazione, prevedendo 18 posti letto e portando l’età dei fruitori agli 0 agli 11 anni. Oggi, a distanza di 10 anni, “Casa Santi-na” rimane chiusa. “In un tempo così lungo - spiega Battiston - i bisogni del territorio sono cambiati”.

Si è cercato di avviare il progetto,ha fatto sapere il presidente Snaidero, ma le coope-rative contattate che operano in simili realtà non si sono dette disponibili ad occuparsi

Sindaco di CaminoIl Sindaco di Camino al Tagliamento Ni-

cola Locatelli ha parlato di offesa alla me-moria del benefattore.

della gestione. I vertici Asp hanno avviato un tavolo di confronto con la Direzione re-gionale Sanità per trovare una soluzione alternativa, questione, secondo Snaidero, “molto complessa”. Silva Dorigo

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Vibrisse spinose)ti acciambelli, prepotente,su di me.

Mi piaciRon Ron,

feroce e tenero micio, indipendente.

Lisetta 2014

I volti dei delegati lasciavano trasparire sconforto quando i friulani presenti espri-mevano la loro partecipazione in friulano, che data l’origine abruzzese e molisana, risultavano alquanto incomprensibili, ma il paraverbale e la gestualità, come sempre aiutavano nell’interpretazione dell’enfasi dimostrata.

Il sindaco di Codroipo Fabio Marchetti, con quello di Lestizza Geremia Gombo-so, l’assessore alla cultura del comune di Sedegliano Marta MASOTTI, il presidente Lorenzo Zanon dell’associazione culturale Istitût Ladin Furlan ‘Pre Checo Placerean’, c’era anche il presidente del Circolo Cul-turale “Antica Quercia” Paolo Paron, oltre alla delegazione nazionale di Lem Italia con la presidente Renata De Rugeriis Jua-rez e il vice Giovanni Agresti.

Iniziative lodevoli come questa, con fi-nalità tangibili, utilità diffuse, sono le carte vincenti per la conservazione e valorizza-zione dei dialetti come strumenti di comuni-cazione, parte integrante di un territorio da promuovere a scopi turistici e culturali con riflessi economici concreti.

Alex Carrasco

Stanno attraversando l’Italia da Tarvisio all’estremo sud del Paese, alla scoper-ta delle minoranze linguistiche storiche, i membri dell’Associazione LEM-Italia che in collaborazione con l’Università degli Stu-di di Teramo e numerose istituzioni, allo scopo di rivalorizzare le lingue minoritarie come il friulano, sino ai dialetti più antichi. Riflessioni per informare la più ampia opi-nione pubblica circa il valore (culturale, so-ciale, economico, ambientale) della diver-sità linguistica e culturale.

La strategia consiste nel diffondere non solo le parlate locali, bensì la storia, le tra-dizioni, i costumi collaborando con gli ar-tigiani locali dei prodotti tipici, qualunque essi siano. Per esempio nel settore della ristorazione, si attivano per scovare quei locali che propongono piatti di storiche origini, nel rispetto di coltivazioni esclusi-vamente biologiche, con trattamenti che trovano riscontro nel folclore del posto. Suggeriscono di ampliare la disponibilità di risorse culturali, offrendo la diffusione del-la comunicazione specifica integrata, uni-tamente a livello nazionale, con maggiore incisività.

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23

gestione più efficace e rappresentativa. Que-sto è il pilastro preliminare. Inoltre poiché la nostra Regione è composta dal Friuli e dalla Venezia Giulia, non si può prescindere dalle realtà etniche esistenti.

L’organizzazione ottimale dei servizi non coincide sempre con il territorio del Comune o della Regione; ci sono i servizi di area man-damentale e servizi di area vasta.

I Comuni, in ambiti territoriali omogenei, usano già la gestione associata dei servizi per gestire, in modo coordinato, il personale, le funzioni di polizia municipale, la gestione dell’ufficio lavori pubblici, del servizio tecnico, urbanistico e del territorio, la gestione del ser-vizio statistico informativo e dell’innovazione amministrativa. Inoltre operano nel territorio i Distretti sanitari ed le Aziende per i Servizi alla Persona.

Ritengo che gli ambiti sovracomunali otti-mali come definiti nel DDL devono corrispon-dere ad una organizzazione efficiente, snella e meno costosa di questi servizi. Condivido la creazione di questa nuova figura giuridica di unione fra i comuni formata da persone già elette, che gestisca tutti i servizi del territorio.

Però affinchè la riforma abbia un senso deve prevedere il taglio degli organi che non servono più.

Poi abbiamo la gestione dei servizi di area più vasta: servizi idrici, dei rifiuti, del gas, dell’illuminazione pubblica ma anche del tra-sporto locale. Per questi si può avere un ge-store unico per il territorio Friulano ed uno per quello Giuliano. Dicevo prima che non si può prescindere dalle realtà etniche. La nostra regione è nata da un artifizio che mette insie-me due territori per tanti aspetti inconciliabili: il Friuli e la Venezia Giulia. Il che non vuol dire che ci si debba contrastare. Tutti insieme senza dividerci per dire : niente secessione ma più autonomia trattenendo più risorse di quello che lo Stato ci concede. In questi mo-menti è difficile ma bisogna provarci.

Vanno invece ricercati e promossi rapporti che facilitino una cooperazione rispettosa, però, delle due specificità. Per dirigere al

CODROIPO - S. DANIELEil dipartimento

territorialeottimale per il Friuli di Mezzo.L’intervento di Enrico Valoppial relativo Convegno

La Regione F.V.G. è una Regione a statuto speciale è questa specialità è stata ottenuta per la collocazione geopolitica per la situazio-ne economica oltre che per la protezione dei tre ceppi linguistici esistenti. Ora che non ci sono più le ragioni storiche che giustificava-no la specialità per difenderla bisogna ave-re credibilità, autorevolezza. Se le regioni a statuto speciale vogliono avere un futuro è necessario che valorizzino le loro peculiari-tà facendole diventare componenti della ric-chezza culturale e sociale della nazione. La nostra regione ha queste peculiarità? Penso proprio di si. Cito solo due esempi: Il servizio sanitario gestito in proprio da 15 anni senza mai chiedere un soldo a Roma nonostante la riduzione delle maggiori voci di entrate, Irpef ed Iva, assegnate dallo Stato alla Regione quale compartecipazione ai proventi

Ma c’è un altro settore chiave: L’ordina-mento degli Enti Locali. Su questo la nostra Regione ha potestà legislativa esclusiva, leg-ge costituzionale 2/93, prerogativa finora mai esercitata e che viene affrontata nella sua globalità con il DDL sulle autonomie locali all’esame del Consiglio Regionale.

La premessa al DDL recita: un sistema isti-tuzionale basato su due pilastri la Regione e il Comune (quest’ultimo inserito in una logica di area vasta).

La riforma non deve limitarsi alla discussio-ne Province sì o Province nò, ma deve pen-sare al nuovo ordinamento del sistema delle autonomie locali che potrebbe rappresenta-re un caso esemplare di utilizzo propositivo dell’autonomia regionale, un progetto pilota per il resto dell’Italia.

I cittadini si chiedono, qual’è il “prodotto” degli Enti Pubblici?La Regione oltre a svol-gere funzioni legislative e di indirizzo assie-me ai Comuni erogano servizi, pertanto dai Servizi bisogna partire. Io ritengo che per de-finire qual’è l’ambito territoriale bisogna par-tire dall’erogazione dei servizi e considerare qual’è l’ambito ottimale migliore per la loro

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meglio questi servizi e per mantenere la ge-stione in Regione (Vedi Acegas, Amga) sono necessari due gestori ma che si parlino, tutti insieme senza dividerci nell’interesse dei cit-tadini della nostra Regione.

Il dipartimento per il Friuli di mezzo.Nel Medio Friuli sono svolti diversi servizi.

C’è già la gestione associata per gestire la polizia municipale, il personale ecc.; c’è il P. I.C. che raggruppa 13 comuni; il distretto sa-nitario; l’A. S. P. Daniele Moro che svolge il servizio sociale in 11 comuni.

C’è già una realtà di mandamento. E’ suf-ficiente, può essere rafforzata? Per me và rafforzata.

Pur avendo il capoluogo una popolazione inferiore solo a Udine facciamo fatica a trova-re uno spazio ed un ruolo adeguato premuti fra i due capoluoghi Udine e Pordenone.

C’è stata l’esperienza della collaborazione con San Vito che non ha portato frutti a Co-droipo, io penso che il nostro spazio miglio-re sia lungo l’asse del Tagliamento un’area mandamentale con San Daniele.

Se partiamo dall’erogazione dei servizi e consideriamo qual’è l’ambito ottimale per la loro gestione tenuto presente l’esistente pen-so che questa possa essere un buon man-damento.

La vocazione maggiore di questo territorio è di sviluppare il settore agricolo che nella produzione di: Prosciutto, formaggio e vino può trovare ritorni economici sicuri.

Un’azione sinergica fra questi produttori potrebbero dare un Brand al territorio “Il Friuli di mezzo zona tipica di prodotti agricoli friu-lani di qualità” e potrebbe ottenere dall’Uni-versità di Udine la collocazione di laboratori della facoltà di agraria nel Friuli di mezzo.

Stà alla saggezza dei Codroipesi non es-sere solo di supporto per l’ospedale, come è successo per San Vito, ma gestire assieme le istituzioni del territorio per avere dei ritorni adeguati per il secondo comune, per abitanti, in provincia di Udine..

Enrico Valoppi

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SIAMO PRESENTI ALLA FIERA DELLA CASA MODERNA

24 SETTEMBRE 2014

Luigi Omolle era un giovane giornalista free-lance specializzato in cronaca nera, rosa e gialla: la scarsità di risorse economiche che lo perse-guitava da sempre lo aveva condotto ad interes-sarsi di qualsiasi argomento, fatto o persona che potesse essere un buon soggetto per un articolo e che potesse essere venduto ad un qualsiasi giornale eventualmente interessato. Nella folla due occhi azzurri osservavano il divertente si-parietto comico tra il giornalista ed il carabiniere.

- Luigi lascia perdere ti ho detto, oggi non è giornata. - Disse l'agente in direzione del copista d'assalto, la sua voce lasciava intendere che non c'era spazio per una replica. Luigi si fermò anco-ra un istante davanti alla cancellata che circon-dava la caserma, sbuffò e fece per allontanarsi quando all'improvviso qualcuno lo urtò.

- Mi scusi signorina, non l'avevo vista, ero so-vrappensiero. -

Si scusò il giornalista senza essere nemmeno sicuro di doverlo fare, poiché non aveva proprio notato che davanti a lui ci fosse stato qualcuno.

- Non si preoccupi, non è accaduto nulla. - Rispose una voce gentile. Due occhi azzurri si allontanarono in fretta e in silenzio.

L'unico vantaggio di abitare al terzo piano e di non potersi permettere un garage sotterraneo è quello che, in caso di allagamento, i danni sono pressoché nulli. Luigi Omolle salì le scale che conducevano al suo appartamento al terzo pia-no di una palazzina situata in una zona semipe-riferica di Codroipo, fece per estrarre le chiavi di casa dalla tasca della giacca quando si accorse che all'interno si trovava anche un altro oggetto: un biglietto scritto a mano recante il seguente messaggio:

"Ho informazioni che potrebbero interessarla,

Delitto in Villa(un giallo a puntate)

... Fuori dalla stazione dei Carabi-nieri di Codroipo si erano già radunati alcuni giornalisti e curiosi che cercava-no di carpire qual-che dettaglio inedito riguardante quel fat-to di sangue, detta-glio che ovviamente non trapelava visto il riserbo mantenuto dalle autorità inve-stigative. In mezzo a quella piccola folla si agitava il braccio

di un uomo piccolo di statura che brandendo un tesserino da giornalista cercava di guadagnare l'ingresso della caserma.

- Sono un giornalista, fatemi passare per fa-vore! - Gridava un giovanotto dai capelli a spaz-zola in un completo sportivo. Domenico, che nel frattempo era si era presentato presso l'ingresso con il compito di tenere d'occhio la piccola folla che gli si era parata davanti, notato il giornalista si rivolse a lui dicendo:

- Luigi, non insistere, la conferenza stampa è fissata per domani pomeriggio. - Luigi Omolle, così si chiamava il giornalista, lo guardò con oc-chi supplichevoli.

- Dai, non fare così, dammi qualcosa in esclu-siva, ho bisogno di fare bella figura con il gior-nale! -

Il giornale è caratterizzato dal fatto di es-sere quotidiano. Del resto “giornale” significa proprio questo. E non potendo, come Internet, dire ciò che è avvenuto cinque minuti prima, dovrebbe essere la cronaca di ciò che è av-venuto il giorno precedente. Ma in un mondo in cui molta più gente vede la televisione di quanta non ce ne sia che legge i giornali, dai migliori fra questi ultimi ci si aspetta il commen-to sugli avvenimenti e soprattutto la previsione dei possibili sviluppi: infatti i dati – a meno che non si tratti della cronaca locale – si conosco-no da tempo attraverso la televisione o perfino la radio. Il quadro rende problematica la vita dell’editorialista. Alcuni se la cavano buttando-la sul colore: raccontano la realtà come una commedia, ridicolizzano questo e quello, rac-contano retroscena in parte inventati, rischiano smentite e al limite querele. Il giornalista serio invece è condannato alle previsioni “ragione-voli” e per questa ragione si trova in una si-tuazione di rischio: se non le fa, risulta poco

L'EDITORIALISTA AMMUTOLITOinteressante; se le fa, può essere ridicolizzato dai successivi avvenimenti. Ciò è particolarmen-te vero in questo momento. L’Italia dipende per il suo futuro dalla situazione economica europea ed internazionale, e le Borse sono capaci di reazioni improvvise ed impensate. Al riguardo, previsioni è meglio non farne. Anche in politica viviamo un momento di incertezza. Qui il grande punto inter-rogativo è rappresentato dalla vicenda di Matteo Renzi. Nessuno mette in dubbio la sua volontà riformatrice, ma questo è un dato che conta poco: abbiamo già visto politici partire lancia in resta per poi non concludere nulla. Il primo ostacolo che incontra qualunque Primo Ministro è la Costituzio-ne: essa impone che egli non abbia grandi poteri e che la sua voce, che sui giornali pare tanto più importante di quella dei altri ministri, in realtà non conti più della loro. Quanto alle riforme, tutti i partiti dicono di volerle, ma ognuno propone una ricetta diversa e solo su un punto alla fine – almeno fino ad oggi – si dimostrano tutti d’accordo: nell’affos-sarle. E allora, come fare previsioni? Da un lato

ciò che non è mai avvenuto potrebbe pure avvenire; dall’altro ciò che non è mai avvenu-to è improbabile che avvenga. Né possiamo perdere tempo a commentare le dichiarazioni che l’attuale Primo Ministro rilascia a getto con-tinuo. Solo il tempo dirà se saremo autorizzati a ridere delle sue innumerevoli e mirabolanti promesse o se una volontà risoluta fino all’in-coscienza non avrà compiuto i miracoli che la prudenza politica ha solo blandamente sogna-to. Renzi potrebbe avere successo se riuscirà a trovare armi di ricatto nei confronti dei suoi colleghi di partito e nei confronti degli alleati. In-somma l’unica speranza è che il nostro Primo Ministro sia ancor più figlio di buona donna di quanto non appaia. Il risultato di tutto ciò è la noia dell’attesa. Solo i fatti avranno un significa-to e ci troviamo nella situazione di chi aspetta l’esito delle analisi cliniche: quando sappiamo che i nostri desideri, le nostre paure, le nostre previsioni non valgono nulla, rispetto a ciò che dirà la chimica. Piero Bolaffio

vediamoci al De Mosis stasera alle 21.00, sarò io a presentarmi. A."

Il giovane giornalista osservò il biglietto con attenzione standosene per un po' in piedi sul pia-nerottolo, poi entrò in casa pensieroso chiuden-do la porta dietro di se. Posò il biglietto sul tavolo della cucina, prese le lasagne precotte dal free-zer e le buttò dentro al microonde. Dopo pochi minuti il campanello del timer lo avvisò che era pronta la cena. Il biglietto era rimasto sul tavolo dove il giornalista lo aveva lasciato. Luigi mangiò in fretta e furia ed uscì di casa.

Luigi arrivò all'appuntamento con qualche mi-nuto di anticipo ma decise di non entrare diretta-mente nel locale, preferì attendere sull'altro lato della strada fingendo un improbabile interesse per gli strumenti musicali esposti nella vetrina del negozio di fronte al bar. Un minuto prima delle 21.00 notò una donna bionda vestita in modo elegante entrare al De Mosis, la riconobbe, era la stessa persona che quel pomeriggio lo aveva inavvertitamente urtato di fronte alla stazione dei Carabinieri. "Bene bene, credo sia il caso di far-si vivi." Pensò il copista freelance e con passo spedito si diresse verso l'ingresso del locale. La donna si era accomodata su uno degli sgabelli che si trovavano a ridosso del bancone, dietro al quale un giovane barman stava preparando degli ottimi mojito. Il bar non era particolarmente affollato, salvo alcune coppie e gruppi di amici che occupavano i tavolini esterni, non c'era prati-camente anima viva.

- Buona sera, sono Anna, la stavo aspettando. - Disse la donna appena vide Omolle varcare la soglia, parlò all'improvviso, senza lasciargli nem-meno il tempo di salutare....

.... continua nel prossimo numero di Luca Bellomo

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Gente di poca fede!credere in Dio, spiegato anche dagli apostoli Pietro e Giovanni: Benché non lo abbiate visto (Cri-sto), voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e glorio-sa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime (1 Pietro 1,8-9). Questo è l'amore di Dio: che os-serviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gra-vosi. Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede (1 Giovanni 5,3-4). Non si tratta solamente di qualco-sa di astratto, ma di un sentimento che produce una trasformazione interiore e un nuovo stile di vita. La fede è infatti collegata all'ubbidien-za dei comandamenti di Dio e alle buone azioni conseguenti.

InvitoNoi predichiamo il Cristo del Nuovo Testamento e siamo convinti che in mezzo a una società che si sta allontanando dai valori cristiani ci siano ancora persone che cercano Dio, che desiderano prendere sul serio la Sua Parola, anche con il dialogo e il confronto. Il nostro invi-to è di iniziare a conoscere questo, come altri argomenti, attraverso una proficua lettura (e pratica) delle Sacre Scritture. La chiesa di Cristo di Udine propone il ritorno all’origi-nale insegnamento di Gesù. Chiunque desideri parlare con noi, può scriverci, telefonarci (0432-299379) o visitarci nella sede a Udine in Via Trento 73-77. [email protected]

Sembrerà strano, ma queste sono le parole che rivolse un giorno Gesù ai i suoi discepoli, perché non avevano creduto in lui. Cosa direbbe oggi se potesse parlare ai nostri connazionali? Nella maggio-ranza dei casi, niente di diverso! Se, da un lato, i discepoli un giorno si sarebbero ravveduti, diventando i paladini della fede e della giustizia divina, dall'altro, domandiamoci: è mai intervenuto un cambiamento radicale nella nostra sfera spiritua-le, prodotto dalla fede in Cristo? E ancora: nella scala dei valori del-la nostra società, quale posto oc-cupa la fede? Quanto è importan-te l'interesse per Cristo, il desiderio di conoscerne gli insegnamenti e metterli in pratica? A giudicare dai frutti, la fede ha una rilevanza mi-nima, in quanto dilagano il materia-lismo (che porta a concentrarsi su ciò che si percepisce con i cinque sensi) e il razionalismo (per il quale l'uomo da solo è in grado di dare le risposte su ogni argomento e non sente il bisogno di Dio).

Il panorama attualeGli italiani sono da tempo abituati a vivere la religione cristiana come un fatto marginale, osservando più o meno saltuariamente alcuni appuntamenti o regole che riguar-dano l'esteriorità, piuttosto che coinvolgersi intensamente nelle attività della chiesa e nella crescita interiore. L'italiano medio, inoltre, desidera essere lasciato in pace e condurre la vita a proprio piaci-mento, di fatto senza regole che ne condizionino in qualche modo il comportamento. Nella sostanza, è come se dicesse a coloro che si

occupano di religione: mi piacciono i vostri discorsi, le vostre belle pa-role, Cristo è stato sicuramente un grande maestro, ma non voglio che tutto questo entri a disturbare il cor-so della mia vita, le mie scelte, le mie abitudini, i miei vizi, i miei obiet-tivi, il mio modo di intendere la mo-rale, in una parola, la mia privacy.Pare che questo stile di vita si sia così ben radicato nella nostra so-cietà, che quasi tutto il mondo cri-stiano si è adagiato su questo an-dazzo, che di fatto sta diventando una vera e propria legge. Le parole di Cristo ormai non fanno più effet-to, sono superate e chi le predica spesso le distorce, le adatta, le ad-dolcisce proprio perché possano essere gradite agli orecchi della gente.

La fede secondola Bibbia

Nel senso più intimo e profondo, La fede è certezza di cose che si spe-rano, dimostrazione di cose che non si vedono (lettera agli Ebrei 11,1). Molto diffuso è il pensiero che si tratti di un dono che discen-de dall'alto, che qualcuno ha e altri no. In realtà la fede viene da ciò che si ascolta e ciò che si ascolta viene dalla Parola di Dio (lettera ai Romani 10,17).Se si sceglie di non credere, la Bib-bia invita a pensarci bene, in quan-to senza fede è impossibile esser-gli graditi; chi infatti si accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cer-cano (lettera agli Ebrei 11,6).L'ultima parte di questo versetto introduce l'argomento del perché

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26 AGOSTO 2014INFIAMMAZIONIGENGIVALI E

CARIE DENTALE:conosciamole

Prima di addentrarci nella descrizione dei vari ausili utili ad attuare una corretta igiene orale, fac-ciamo una breve descrizione delle varie proble-matiche che più comunemente posso essere ri-scontrate ad una visita di controllo; questo perché a volte succede di non distinguere perfettamente il punto dolente o non siamo in grado di chiari-re la sintomatologia che avvertiamo. Quello che definiamo “Parodonto” (dal greco para = attorno e odous-odòntos = dente) è l’insieme dei tessuti che circondano il dente ovvero osso, gengiva e legamento parodontale, importante e semplice informazione da conoscere in quanto, in base al tessuto in cui riscontriamo l’infiammazione, pos-siamo distinguere la gravità della situazione. Se ad esempio ci troviamo di fronte ad una “gengi-vite” sappiamo che è un’infiammazione del solo tessuto gengivale, vale a dire più superficiale, di più semplice risoluzione e probabilmente con lieve sintomatologia da parte del paziente. Può essere causata/indotta da diversi fattori quali ad esempio una scorretta o scarsa igiene orale do-miciliare, fumo, alcuni farmaci, alterazioni ormo-nali. In questa condizione l’aspetto della gengiva è leggermente modificato risultando leggermente più colorita (zone più rossastre), lucida, legger-mente più sensibile e lievemente sanguinante. Diversa è la situazione in caso di “parodontite” dove i tessuti coinvolti dall’infiammazione sono più profondi con interessamento dell’osso e del legamento parodontale. Questa condizione può portare anche alla perdita del dente. In questo caso l’aspetto della gengiva è notevolmente mo-dificato risultando marcatamente rossastra, in genere dolente con sanguinamento importante anche spontaneo.

Entrambe queste situazioni sono scatenate e sostenute da diverse colonie batteriche che si an-

ne orale, abitudini viziate e malattie sistemiche di base (diabete, problematiche ormonali, etc, etc).

Per quanto riguarda invece le problematiche a carico dei denti veri e propri parliamo di carie, decalcificazioni, erosioni, abrasioni.

La carie dentale è una patologia a carattere cronico-degenerativo che causa la distruzione dei tessuti duri del dente ad opera di alcune specie batteriche che metabolizzano i carboidrati assunti con la dieta. Questo processo a sua volta causa un aumento dell’acidità del cavo orale con conse-guente demineralizzazione dello smalto (perdita dell’integrità dello strato più esterno del dente). Da questa punto in poi la carie può progredire ed entrare in dentina (lo strato sotto lo smalto e prima della polpa dentaria) e poi arrivare fino alla polpa del dente con sintomatologia sempre più marcata.

Le decalcificazioni sono zone di smalto non perfettamente integro e demineralizzato dall’at-tacco degli acidi; sono il punto di ingresso della vera e propria carie;

L’erosione è la perdita di sostanza dentale dovuta a fattori chimici non locali, vale a dire per problematiche alimentari (bulimia, anoressia ad esempio) reflusso gastrico o l’assunzione di be-vande gassate o particolarmente acide (succo di limone ).

L’abrasione è un’usura localizzata dello smalto dovuto a forze meccaniche quali l’uso scorretto dello spazzolino o con setole troppo rigide. Le zone più colpite sono i colletti (zona cervicale al limite con il margine gengivale) e le radici espo-ste; si nota un solco ben marcato e profondo non sempre sintomatico.

Con queste poche e semplici informazioni sarà poi più chiaro comprendere quali e quanti mezzi di igiene orale possono essere utili al fine di pre-venire i vari disturbi citati.

Citazione: “A volte la tua gioia può essere la fonte del tuo

sorriso, ma spesso il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.”

Tuich Nhat Hanh Igienista Dentale, Sara Massarutto

nidano sulla superficie sia dei denti che dei tessuti molli; la bocca nel suo insieme è un ecosistema microbiologico piuttosto complesso all’interno del quale convivono in equilibrio numerose diverse tipologie di batteri; quando questo equilibrio viene alterato a causa di svariati motivi (alcuni già citati) i tessuti vengo attaccati e alterati.

Accumulo di placca (comunemente detta, si definisce correttamente come un insieme di plac-ca batterica, residui alimentari e saliva) e tartaro (evoluzione/calcificazione della placca batterica) sono dunque il punto di partenza per tutte le pro-blematiche di tipo infiammatorio del cavo orale e delle alterazioni dei tessuti duri.!!

La frase più comune che, dicevamo, ci sentia-mo ripetere ad una visita dai pazienti è: “quando mi spazzolo mi sanguinano spesso le gengive, allora gratto bene e poi passa”… bene, in con-dizioni di gengiva sana nessun sanguinamento è presente e non dovrebbe esserci alcuna zona di dolore! Ciò significa che ogni qualvolta abbiamo la sensazione di avvertire qualcosa che non va in bocca, è realmente un segnale che andrebbe valutato indipendentemente dalla gravità.

Diventa quindi indispensabile un consulto con il proprio dentista di fiducia e/o con l’igienista den-tale per intercettare tempestivamente una situa-zione che potrebbe aggravarsi nel tempo.

Molto spesso i sintomi di una gengivite e tal volta anche della parodontite, risultano essere “sopportabili” da parte del paziente; un lieve san-guinamento o un leggero rossore o ancora qual-che giorno di dolenzia non destano particolare preoccupazione, perciò si tende a protrarre il mo-mento del controllo professionale (a volte anche di mesi) fino al punto in cui la situazione diventa ingestibile. Nell’arco di questo tempo si favorisce quello che è poi l’ambiente ideale allo sviluppo di specie batteriche, sempre più aggressive, trasfor-mando una gengivite in possibile parodontite, che abbiamo detto essere una situazione di più diffi-cile risoluzione.

Nello specifico della parodontite sono necessa-rie anche altre condizioni affinché il tutto si instau-ri, sulle quali però non mi dilungherei, preso atto del fatto che fondamentalmente il fattore scate-nante più comune sono scarsa e inadeguata igie-

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