COSIND - Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sud Pontino · COSIND Vent’anni dopo …: da...

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    Sommario

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    Editoriale pag. 3

    Saluto del Vescovo pag. 4

    Saluto del Presidente del COSIND pag. 5

    Relazione del Direttore del COSIND pag. 6

    Saluti ex Presidenti COSIND pag. 8

    Saluto Assessore AA.PP. Provincia di Latina pag. 11

    Saluto delle Autorità pag. 12

    Saluto Presidente C.N.A pag. 13

    Golfo Expo’ Mare pag. 14

    Collegamento Tirreno-Adriatico pag. 15

    Infrastrutture collegamento Tirreno-Adriatico pag. 17

    Analisi energetica ferrovia Formia-Gaeta pag. 19

    La ferrovia Sparanise-Gaeta pag. 21

    Distretto della Nautica laziale & l’INAIL pag. 23

    L’INAIL e il DiMSAT Università di Cassino pag. 36

    Contributo del Consorzio di Frosinone pag. 40

    Lo sviluppo della cantieristica navale pag. 44

    Si ringraziano sentitamente tutte le autorità civili e militari che hanno consentito, con il loro contributo,la perfetta riuscita delle cerimonie per il quarantennale del COSIND.

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    Vent’anni dopo …: da Area News, a Cosind

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    Esattamente vent’anni fa, nel 1988, inquesto stesso periodo, l’allora giovaneConsorzio per lo Sviluppo Industriale delSudpontino - presidente Mario Izzi e vice-presidente Luigi Cocomello - celebrava ilventennale della fondazione organizzan-do “Expo Mare”, un epocale Salone dellanautica del Golfo e dando alle stampe, tral’altro, un proprio periodico denominato“Area News”, diretto dal sottoscritto.

    Fu un’esperienza entusiasmante checonsentì, a me e ad altri colleghi che com-ponevano la redazione, con l’apportografico dell’indimenticabile PompeoCupo, di pubblicare tre numeri della rivi-sta nell’arco di una settimana.

    Oggi, vent’anni dopo, il Consorzio perlo Sviluppo Industriale del Sudpontino -presidente l’avvocato Salvatore Forte edirettore Gianpaolo Scalesse, garante diun’encomiabile continuità storico-operati-va - celebra il quarantennale della fonda-zione e dà vita ad un nuovo periodicodenominato sinteticamente Cosind.

    Nuove risorse, nuove energie, nuoveprospettive. Assemblate, per ripercorrere ilprezioso cammino sin qui seguito dall’En-te consortile e per anticipare tutte le pro-gettualità in cantiere, che fremono quasi,in un rinnovato fervore organizzativo,teso, come sempre, all’auspicato sviluppoeconomico ed occupazionale del nostroterritorio.

    Cosind non sarà solo la voce del Con-sorzio, ma vuol essere la cassa di risonan-za dell’imprenditoria che quì opera, inve-ste e produce. Vuol essere il megafono diuna vasta comunità umana, suddivisa indodici Comuni, e affratellata da antiche ecoincidenti aspirazioni, per concorrere a

    stimolare la ricerca di nuove prospettive,indicando i prossimi traguardi da raggiun-gere.

    Viabilità, ferrovia, nautica e portualità,infrastrutture e logistica: questi i temi ricor-renti e che certamente, rappresenterannoil campo d’azione del Consorzio nei pros-simi anni.

    Sono certo che Cosind saprà testimonia-re, in maniera puntuale, libera ed autore-vole, tali impegni, contribuendo, comun-que, ad arricchire il panorama dell’infor-mazione locale.

    Dott. Sergio Monforte

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    COSINDS.E. Mons. Fabio Bernardo D’OnorioArcivescovo di Gaeta, prima della Santa Benedizione del villaggio espositivo,ha inviato il seguente messaggio

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    Con vivo piacere formulo i miei augurial Consorzio Sviluppo Industriale Sud Pon-tino con sede a Gaeta, che celebra que-st’anno il quarantennale della sua istituzio-ne, essendo nato nell’anno particolaredella storia, non solo italiana, del 1968.

    Come Arcivescovo di questo meraviglio-so territorio sono sempre attento a qualun-que iniziativa favorisca la dignità del lavo-ro e, quindi, il rispetto dell’uomo.

    Occorre sviluppare sempre nuove ini-ziative e progettualità che favoriscanoopportunità per i nostri giovani, aiutando-li nelle legittime attese di avere quell’auto-nomia economica che consenta loro dicostruire una propria famiglia.

    Il Consorzio Sviluppo Industriale SudPontino ha il merito di essere il frutto diimportanti sinergie tra dodici Comuni delterritorio, la Provincia di Latina, la Came-ra di Commercio e l’Assoper – Federlazio.

    Questo particolare non può sfuggire econ gioia concedo la mia benedizione atutti coloro che operano nel Consorzio,certo che sapranno dare sempre il meglioper le nostre genti.

    Mons. Fabio Bernardo D’OnorioArcivescovo di Gaeta

    Francesca, è la paggetta che renderà omaggio aS.E. l’Arcivescovo per il taglio del nastro inaugura-le dell’evento COSIND.

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    Il saluto del Presidente del COSIND

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    E’ con vivo piacere ed intima soddisfa-zione, quale Presidente del Consorzio perlo Sviluppo Industriale del Sudpontino,che saluto l’uscita di “Cosind”, in un’occa-sione particolarmente significativa, qualeil quarantennale della fondazione, perl’Ente che edita questo nuovo periodicovenuto alla luce.

    Non nascondo che, sin dal primomomento in cui ho assunto il mandato diPresidente, ho auspicato che anche il“nostro” Consorzio potesse avere una pro-pria voce autonoma ed autorevole,mediante la quale contribuire a rendere dipubblico dominio, non solo tra gli addettiai lavori, ma tra la vasta comunità umanache territorialmente rappresentiamo, le ini-ziative, gli impegni e quant’altro di buonol’Ente consortile va quotidianamente pro-ducendo a favore dei Comuni e dell’im-prenditoria locale, con l’obiettivo primariodi partecipare, nel concreto, allo svilupposocio-economico ed occupazionale del-l’area meridionale della provincia di Lati-na.

    Ora che anche questo auspicio è statoconcretizzato ed il numero zero di

    “Cosind” sta per andare in stampa, nonposso che esprimere il mio ringraziamen-to a quanti - direttore, redazione, addettialla progettazione grafica - hanno colla-borato alla sua stesura, contribuendo effi-cacemente all’evento celebrativo del qua-rantesimo anniversario dell’istituzione delConsorzio Industriale del Sudpontino,ripercorrendone la storia ed i momentisalienti, accanto ad una proiezione deiprocessi in atto.

    Sono certo che “Cosind” saprà prose-guire il suo cammino, andando ad arric-chire il panorama dell’informazione loca-le e rappresentando, con puntualità e cor-rettezza, non solo la voce del ConsorzioIndustriale, ma di tutti gli Enti locali e dellerealtà produttive che ad esso fanno riferi-mento.

    Ad maiora!

    Avv. Salvatore FortePresidente COSIND

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    COSINDRelazione del Direttore Generale del COSIND

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    La realizzazione di un sottosistema terri-toriale forte, in grado di esprimere un pro-prio potenziale autonomo e di riequilibra-re l’accesso attrattivo delle aree gravita-zionali di Roma e di Napoli, prescindedai confini amministrativi e nasce, anzi,proprio per superarli, per individuare ilterritorio dell’economia e dei processireali che spesso travalica quei confini.

    Infatti, i fattori che una volta erano allabase del fenomeno del cosiddetto locali-smo, oggi non sono più sufficienti e biso-gna quindi puntare su diverse funzioni delterziario a più elevato valore aggiunto,quali la ricerca, l’Università, i servizifinanziari e creditizi, la commercializza-zione, l’alta “direzionalità”,...

    Pertanto la costituzione, che avviene peratto soggettivo e non per naturale evolu-zione, di un sottosistema forte tra BassoLazio e Molise non solo può promuovereun più solido e più maturo sviluppo di que-ste aree (anche e soprattutto in relazionealla futura evoluzione del sistema di incen-

    tivi pubblici), ma anche rappresentarefinalmente quella soluzione di ribilancia-mento e di riequilibrio rispetto al peso edal ruolo dell’area romana.

    In tale contesto l’area del Sud Pontino èsenz’altro baricentrica rispetto ad unnuovo “sistema integrato”, policentrico edorganizzato secondo schemi di conve-nienza funzionale piuttosto che secondologiche gerarchiche, che si dovrebbe arti-colare secondo tre assi tra loro collegati:

    L’asse Roma Latina-Gaeta che si configu-ra in qualche modo come asse storico;

    L’asse trasversale Ovest-Est da Gaeta aCassino, Isernia, fino a Termoli, che colle-ga non solo due mari, ma anche aree diforte industrializzazione ad alta tecnolo-gia (cassino, Termoli), aree-sistema di pic-cola e media impresa come Isernia, edun’area portuale-turistica e di servizi comeGaeta;

    L’asse della Valle del Sacco da Roma aRoma Frosinone e Cassino che si inseriscenella nuova dimensione industriale delMolise.

    La presenza dei sedi universitarie, l’inse-diamento di industrie ad elevata tecnolo-gia, le dotazioni infrastrutturali spessosotto utilizzate… costituiscono altrettanterisorse già disponibili ed utilizzabili.

    Di questo sottosistema non esiste unacapitale ma “effetto capitale” distribuitotra i diversi centri. Gaeta-Formia e tutto ilSud Pontino possono svolgere un ruoloimportantissimo in questo disegno cheperaltro avvantaggia in modo particolarequest’area, insaccata, e continuamente inbilico tra Roma Napoli.

    In tale contesto è quindi quanto maiopportuno “ripensare” le logiche di svilup-

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    po di un’area come quella del Sud Ponti-no, che ha manifestato, di recente, unadrastica contrazione nei livelli occupazio-nali, presentando tendenze anomale econtrarie rispetto alle aree di confine.

    In particolare, la deindustrializzazioneha manifestato una flessione di tipo“Destabilizzante” (-50,7% fra il 1981 ed il1991), che ha messo in crisi l’intero siste-ma produttivo ed impone la ricerca dinuove logiche economiche, di sviluppo edi trasformazione socio-economica del-l’area nel suo complesso.

    I processi evolutivi ipotizzabili devonoquindi collocarsi in una logica unitaria o,meglio, comprensoriale, di riequilibrio ter-ritoriale al quale dovranno contribuire

    necessariamente tutte le fasce socio-politi-che ed economiche.

    Si dovranno quindi ricercare tutte le pos-sibili sinergie operative per sfruttare almeglio le potenzialità dell’area e le oppor-tunità di canalizzare le risorse pubbliche eprivate.

    In tale contesto, il Consorzio per lo Svi-luppo del Sud Pontino opera e dovrà ope-rare come soggetto di animazione econo-mica e di connessione ed orientamentonell’ambito della ricerca ed individuazio-ne delle possibili ipotesi progettuali mirateallo sviluppo dell’area.

    Dott. Gianpaolo Scalesse

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    Messaggi di saluto

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    Inaspettatamente mi fu comunicato diessere stato nominato Commissario Regio-nale del Consorzio Industriale del SudPontino. Il Provvedimento venne adottatoper tutti i Consorzi del Lazio per verificarelo stato degli Enti prima dell’avvio di unaproposta di legge regionale che regolassel’attività dei Consorzi.

    A parte le conoscenze geografiche,ignoravo tutto su questa area.

    Il giorno in cui arrivai, ho iniziato unaprima lunghissima riunione cui ne segui-rono tante altre, con la direzione perconoscere programmi e progetti.

    Mi resi subito conto che mi trovavo difronte ad iniziative avviate e programmiche non potevano non essere confermati.

    Ho relazionato all’Assessore Regionalealle attività produttive, e sono state predi-sposte le documentazioni per poter acce-dere ai necessari finanziamenti dei fondicomunitari e regionali.

    Si agì su due fronti e cioè la progressivaurbanizzazione dell’Agglomerato di Peni-tro e l’inizio della realizzazione di areeattrezzate per movimentazione e sostamerci a sostegno dell’attività portuale.

    Contemporaneamente furono completatigli atti per la presentazione alla Regionedelle varianti al PRG dell’Ente interessantii Comuni di Gaeta, SS.Cosma e Damianoe Spigno Saturnia.

    Le opere furono subito avviate e credoanche concluse. La legge Regionale13/97 sui consorzi ha recepito moltodelle iniziative del Sud Pontino, tanto chele attività inserite configuravano azioniindirizzate alla crescita economica delComprensorio ispirate dalla programma-zione che avevamo sostenuto.

    La collaborazione con i Comuni e gliEnti tutti del territorio È sempre stata mas-sima, e, ho un piacevole ricordo deltempo trascorso a Gaeta tanto che perio-dicamente scambio i saluti con il persona-le tutto che ha supportato la mia azionecon dedizione e spirito di sacrificio all’ini-zio per per me inimmaginabili.

    Giuseppino CammillettiEx Comm.rio Regionale del Consorzio

    Industriale

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    Ricomporre gli Organi dell’Ente e conti-nuare il lavoro dopo la parentesi commis-sariale, non era un compito facile.

    Le scelte commissariali erano deliberatein maniera diversa rispetto ad un Consi-glio di Amministrazione e una Assemblea,che nel rispetto della adottata LeggeRegionale, dovevano prendere progressi-vamente conoscenza dell’attività del Con-sorzio.

    Nel breve periodo di Presidenza, sonostati portati a termine importanti lavori eper il contemporaneo incarico di Sindacodi Fondi ho delegato molte funzioni adiversi consiglieri.

    Devo però sottolineare che ho trovatoun clima di rispetto e atteggiamenti di ope-rosità senza i quali difficilmente si posso-no portare a termine lavori e scelte com-plesse.

    I componenti gli Organi dell’Ente, purtrattandosi di persone provenienti da espe-rienze politiche diverse e da città diverse,hanno interpretato al meglio le possibilitàche la nuova legge regionale permetteva,tanto che oggi pur vivendo una diversaesperienza professionale, ritengo che inquesto Ente prevale sempre la volontà di“realizzare” per migliorare la comunitàdel nostro Comprensorio.

    Onoratino OrticelloEx Presidente del Consorzio Industriale

    I programmi e le scelte che hanno gui-dato l’Ente in questo ultimo ventennio,sono quelli che nel 1990 e 1991 presen-tammo alle varie organizzate Conferenzedi Servizi.

    In quel periodo nacque l’esigenza diuna gravitazione economica sull’asse Tir-reno – Adriatico, e in quella stagione nac-que la necessità di realizzare centri inter-modali per risolvere i problemi della logi-stica delle merci.

    Purtroppo era il periodo in cui la Cassaper il Mezzogiorno cessava praticamentel’attività e la Regione Lazio non avevaadottato una apposita legge per i Consor-zi Industriali.

    L’apporto che l’Ente ebbe allora da Isti-tuzioni, Università, centri di ricerca esocietà nazionali agenti nei vari settori deiservizi, in un intelligente coinvolgimento,ancora oggi si presenta di viva attualità.

    Tanti programmi sono stati realizzati econ compiacimento noto che il problemadei difficili collegamenti in quest’area haricevuto dal Consorzio soluzioni, se purparziali, con la viabilità realizzata (nel1991, incomprensibilmente sospesa dalleamministrazioni interessate) e con il previ-sto definitivo collegamento ferroviario.

    Il ricordo più vivo è che nel ComitatoDirettivo di allora, nonostante la presenzadi rappresentanti di vari partiti, non sonomai sorti problemi e tutti si sono sempreimpegnati in problematiche difficili conuno spirito di servizio che merita un gene-rale apprezzamento.

    Mario IzziEx Presidente del Consorzio Industriale

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    Nel quarantesimo anno dalla istituzionedel Consorzio per lo Sviluppo Inudustrialedel Sud Pontino, si rivive il percorso com-piuto da quanti hanno amministrato elavorato in questo Ente.

    Un doveroso e commosso pensiero èrivolto a tre illustri Presidenti, vivi nel cuoredi tutti noi. Tre personaggi che, pur diver-si per formazione culturale, hanno tra-smesso nel loro impegno le singole espe-rienze svolte in campo scientifico e profes-sionale.

    Giovanni VIOLA Preside dell’IstitutoNautico “ G. Caboto” di Gaeta, uno deipiu’ illustri d’Italia.

    Presidente dell’Amm.ne Prov.le di Lati-na, ha scritto opere di natura scientificasui problemi relativi alla fenomenologiaclimatica italiana. Ha retto il Consorziodal 1971 al 1978 nel periodo forse il piùdifficile. Lascia l’incarico dopo l’approva-zione del P.R.G., ancora oggi vigente.

    Tommaso PARASMO già Sindaco di For-mia. Ricopre incarichi nell’attività politica,esperienza che gli consente di ottenerel’adesione di tutti i Comuni del comprenso-rio trasformando il Nucleo Gaeta – For-mia nel Consorzio Industriale del Sud Pon-tino. La complessità del nuovo organismoviene gestita facilmente da Parasmo perl’ampia conoscenza che egli ha di tutte lerealtà locali e comprensoriali.

    Gennaro SPARAGNA Avvocato – giàsindaco della città di Minturno e già Presi-dente del Comitato Regionale sugli atti deiComuni della Provincia di Roma. L’attivitàpubblica e l’attività professionale, entram-be svolte con eguale impegno, logoranola sua forte fibra. Nel settembre del 1989,al termine di una giornata carica di tensio-ne, muore fulminato da un infarto.

    Il ricordo dei tre illustri Presidenti nonesclude il doveroso ringraziamento aglionorevoli rappresentanti del Parlamento,alla Regione Lazio, alla AmministrazioneProvinciale di Latina, ai Sindaci dei Comu-ni interessati, alla FICEI, ai componenti deivari Consigli di Amministrazione, ai mem-bri delle Assemblee Generali, al Persona-le dell’Ente e a tutti coloro che, con la gra-dita partecipazione, hanno voluto onorareil lavoro che dal 1968 ad oggi è statosvolto nell’esclusivo interesse delle nostreComunità.

    Dott. Giovanni MatteisEx Direttore Generale

    del Consorzio Industrialegià Presidente dell’Amministrazione

    Provinciale di Latina e Sindaco di Formia

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    Il 40° anniversario rappresenta un momentoimportante per il Consorzio Industriale , pergli imprenditori e gli Enti locali del Sud Ponti-no; sarà certamente una festa ma anche un’oc-casione utile per fare il bilancio sulle attivitàsvolte, sulle esperienze passate ,sulle luci e leombre di un Ente importante che ha segnato lapromozione ed il supporto tecnico-amministra-tivo allo Sviluppo Produttivo locale.

    Non si tratta di un “amarcord” ma di com-prendere meglio i punti di forza e di debo-lezza di una esperienza vissuta sul “campo”,di un sistema organizzativo e funzionale divalenza pubblica e industriale che necessita-no di essere analizzati e compresi seriamen-te, non per rivolgere indietro il nostro sguar-do ma per attrezzarci meglio ad affrontarele sfide di oggi e del domani .

    Del resto il programma in agenda, gli auto-revoli relatori presenti, i seminari e le temati-che poste al centro dell’iniziativa, indicanochiaramente la volontà del Consorzio Indu-striale del Sud Pontino di voler suscitare unampio dibattito attorno ai grandi temi dellosviluppo ed alle nuove le sfide della compe-titività del nostro sistema delle imprese nelquadro locale, nazionale e internazionale.

    Insomma credo che il taglio dato a questainiziativa sia proprio quello di stimolare un

    dibattito vero, una riflessione senza reticenze,senza nascondere i limiti e difetti di una espe-rienza ma che sia nel contempo un’occa-sione davvero utile ad individuare le grandipotenzialità e le nuove opportunità di svilup-po territoriale su cui far leva per rilanciareuna nuova e diversa ripresa economica e pro-duttiva locale, senza perdere mai di vista igrandi processi di mutamento in atto ai diver-si livelli nazionali e internazionali.

    “ Agire localmente e pensare globalmente “non è solo uno slogan ben coniugato che siaddice solo all’Ambiente ma serve sempre dipiù anche al nostro sistema Industriale e pro-duttivo locale.

    Sarò certamente presente all’iniziativa delConsorzio Industriale del Sud Pontino, nonsolo per dovere istituzionale ma anche perascoltare, imparare e per offrire il mio mode-sto contributo di imprenditore locale.

    Formulo al Consorzio Industriale i miei piùcalorosi auguri per i primi 40 anni di vita ela migliore riuscita di questa importante elodevole iniziativa pubblica.

    Silvio D’ArcoAssessore alle Attività Produttive

    Provincia di Latina

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    Posso affermare, senza tema di smentite, cheal Comune di Formia va il merito di essere statotra i “soci fondatori” del Consorzio, avendo datovita, assieme al Comune di Gaeta, all’originarioNucleo Industriale, dal quale, ampliandosi, presecorpo l’Ente consortile di cui, oggi, celebriamo ilquarantennale della costituzione.

    In tale occasione, non posso che rinno-vare il mio compiacimento per l’attivitàportata avanti, durante tutti questi anni, afavore del territorio rappresentato, facen-dosi interprete delle sue aspirazioni.

    Michele ForteSindaco di Formia

    La festa del Consorzio Sviluppo Indu-striale Sudpontino è un po’ anche la festadella città di Fondi che all’Ente sovracomu-nale aderisce con convinzione, portandoin dote sia le notevoli potenzialità nauti-che e diportistiche della sua marina, che ilpolo agro-alimentare, di cui è sintesi evalido strumento rappresentativo il Centroortofrutticolo di viale Piemonte.

    Non posso, dunque, che esprimerel’augurio per il traguardo raggiunto, conl’auspicio di contribuire sempre più allosviluppo dei soggetti associati.

    Luigi ParisellaSindaco di Fondi

    La partecipazione del Comune di Spi-gno Saturnia al 40° COSIND a testimo-nianza del nostro sostegno alle attività delConsorzio Industriale con l’obiettivo dellasincronia, intesa nell’interesse dello svi-luppo produttivo di tutto il territorio chenello strumento urbanistico in fase di defi-nitiva approvazione, colloca le iniziativenautiche in primo piano.

    Antonio SaltarelliSindaco di Spigno Saturnia

    Partecipo con vivo piacere all’importan-te evento celebrativo, assicurando ilCOSIND dell’attenzione regionale percontribuire, attraverso le nuove tecnolo-gie, al rilancio produttivo del territorio par-tendo dal distretto della nautica.

    Non a caso proprio la Regione Lazio,grazie all’impegno del collega assessorealle Attività Produttive, Francesco DeAngelis, ha varato, di recente, il DistrettoRegionale della Nautica, con lo scopo diincentivare il settore nel litorale regionale.

    Mario MichelangeliAssessore Reg.le tutela consumatori e

    semplificazione amministrativa

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    E’ con sentimenti sinceri di apprezza-mento e di orgoglio, dettati dal poliedricospirito di appartenenza che ispira il mioessere e la mia quotidiana azione, cherivolgo un saluto augurale al Consorzioper lo Sviluppo Industriale del Sudpontino,in occasione del quarantesimo anniversa-rio della sua fondazione.

    Saluto augurale che, naturalmente, vaesteso al Presidente del Consorzio, Avv.Salvatore Forte, al Direttore, dott. Gian-paolo Scalesse, al Consiglio di Ammini-strazione ed all’intera Assemblea.

    Non a caso, parlavo di poliedrico spiri-to di appartenenza ed infatti, mi piacerivolgere, in tale occasione, i miei votiaugurali, in qualità di Presidente provin-ciale di Latina della ConfederazioneNazionale dell’Artigianato e della Piccolae Media Impresa; di membro del Consi-glio di Amministrazione del Consorziostesso, in rappresentanza della Camera diCommercio di Latina; nella mia qualità diimprenditore e, soprattutto, di cittadino diFormia e di questo territorio che, proprionel Consorzio per lo Sviluppo Industrialedel Sud Pontino individua un validissimopunto di riferimento, per nuove prospettiveoccupazionali e per un suo indifferibilesviluppo economico.

    Dunque, eccoci a celebrare i nostriprimi quarant’anni!

    Una tappa che rappresenta un naturalee doveroso momento di bilancio e, nellostesso tempo, il trampolino per proiettarsiverso nuovi traguardi ed un rinnovatoimpegno a favore del territorio e dellecomunità rappresentate.

    Il cammino è stato lungo e difficile,come per tutte le realtà innovative chemirano ad incidere sul tessuto socio-econo-mico in cui operano, soprattutto, quandosi abbracciano, si coinvolgono e si rap-presentano ben dodici Comuni di un com-prensorio, con identità territoriali e direttri-ci vocazionali diverse.

    Dall’iniziale Nucleo Industriale Formia-Gaeta, si sono ampliati, man mano, il rag-gio d’azione, il territorio di competenza,gli interventi infrastrutturali, gli insedia-menti produttivi ed i soggetti istituzionali eprivati con cui relazionarsi, fino alla nasci-ta del Consorzio e prossimamente, allasua trasformazione in Ente di SviluppoEconomico.

    Ecco, già oggi, cominciano a delinearsinuovi stimolanti orizzonti operativi e quin-di, il mio Augurio non va solo al momentocelebrativo del Quarantennale della fon-dazione, ma è rivolto al futuro del Consor-zio, nella certezza che l’attuale dirigenza,a cominciare dal Presidente SalvatoreForte, saprà centrare con successo gliobiettivi prefissati.

    Francesco D’ArcoPresidente della C.N.A. di Latina

    Membro del Consiglio di Amministrazionedel COSIND

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    COSINDGolfo Expò Mare: Gaeta - Formia - Minturno1988 a metà del percorso del COSIND

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    Maggio 1988 – precisamente a metàdella vita del Consorzio – il COSIND cele-brò la più importante manifestazione nau-tica del Golfo di Gaeta.Si trattò di un evento espositivo e promo-zionale che per la prima volta mise inrisalto l’intero sistema delle produzioninautiche laziali.La manifestazione consentì di diffonderenel Paese e in tutte le capitali Europee lenostre importanti produzioni nautiche.La collocazione del Golfo come punto dipartenza di tutte le più importanti crocierenautiche verso il fantastico arcipelagodelle isole del Tirreno: il territorio qualerisorsa naturalistica fondamentale per losviluppo dell’industria nautica e per lo svi-luppo del turismo.La diffusione dell’informazione sul territo-rio continentale attraverso le più importan-ti testate giornalistiche, radiofoniche e tele-visive (RAI e FININVEST) segnò l’inizio delprocesso di sviluppo della cantieristicanautica.

    Ampio risalto fu dato alle isole pontine(Ponza – Ventotene – Palmarola – S.Stefa-no) con due visite guidate in aliscafo ditutta la stampa accreditata all’evento.Significativa fu l’esperienza di una setti-mana di percorsi in piroscafo Gaeta – For-mia – Minturno, che, anche se con ritardo,ha successivamente trovato pratica appli-cazione.E’ indubbio che la recente distrettualizza-zione nautica legiferata dalla RegioneLazio riscontra nell’evento Golfo ExpòMare la sua prima identità.

    L’animatore di tutto ciò fu il vice presiden-te, Prof. Luigi Cocomello.

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    COSINDConsiderazioni preliminari sul tratto ferroviario molisa-no del collegamento trasversale Tirreno-Adriatico

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    Il problema del trasporto merci e pas-seggeri è molto sentito dalla ComunitàEuropea, la quale ha intenzione di realiz-zare delle reti di trasporto, per garantireun miglior accesso territoriale ai Paesiappartenenti all’Unione e sviluppare lamobilità di persone e cose. Per questomotivo ha identificato i 10 corridoi Pan ditrasporto trans europei T.E.N. (Trans-Euro-pean-Networks). Si tratta di progetti multi-modali che interessano, quindi, diverseinfrastrutture (strade, ferrovie, porti, inter-porti, oleodotti, gasdotti telecomunicazio-ni ed altro) con lo scopo di creare assiprincipali di comunicazione. Tutto ciòcomporterà naturalmente grandi implica-zioni economiche e sociali a livello locale,regionale ed internazionale. In particolarei corridoi denominati VIII e V, sono quelliche maggiormente interessano le zone delcentro-sud Italia. I due grandi assi di colle-gamento Est-Ovest prevedono infatti diunire l’Europa al Caucaso ed ai Balcani,intersecandosi con il Corridoio Adriaticoitaliano. In particolare il corridoi VIII pre-vede il terminal occidentale da Bari versoDurazzo per poi sfociare sul Mar Nero, ilcorridoio V ha l’asse principale italiano aVenezia e Trieste, ma prevede un collega-mento anche da Ploče in Croazia verso losnodo di Budapest, secondo il cosiddettoasse C del corridoio.

    In questo contesto si inserisce l’opera dicollegamento trasversale Tirreno-Adriati-co, con lo scopo di includere, nel futurocommerciale che si sta delineando, anchele zone del basso Lazio, la Campania,l’Abruzzo ed il Molise. Sin dal 1996 iConsorzi Industriali dell’Abruzzo, Lazio eMolise hanno sviluppato l’idea prima e la

    conseguente fattibilità di un collegamentotra il Tirreno e l’Adriatico, aprendo la pos-sibilità al proseguimento verso i Balcani efino all’Europa del Caucaso.

    Un progetto strategicamente importantee subito inteso attuabile attraversoun’azione interregionale per i reciprociriflessi economici e per l’attivazione difonti finanziarie. Naturalmente una taleopera non è priva di difficoltà; il collega-mento, per essere il più breve e velocepossibile, non può che passare nel territo-rio alto molisano, caratterizzato da rilievimontuosi e difficoltà orografiche. Il colle-gamento viario è già in attuazione attra-verso il Molise tra la A1 da San Vittore e

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    la A14 a Termoli. Per il collegamento fer-roviario è stato redatto uno studio di fatti-bilità della linea ferroviaria Tirrenica,dove sarà ubicato l’interporto di Minturno,per raggiungere la stazione ferroviaria diSan Vittore sulla linee Roma – Caserta -NA. Inizia qui la diramazione ferroviariaverso Isernia, per proseguire verso l’Adria-tico fino ad immettersi sulla linea adriati-

    ca, a circa 12 km da Termoli e 65 km daPescara ed intercettando, durante il per-corso, la linea ferroviaria l’Aquila – Sul-mona - Castel di Sangro.

    Prof. Raffaele Balli,Ing. Massimiliano Malerba

    Università degli Studi di Perugia

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    COSINDDal quadro di riferimento al progetto di territorioInfrastrutture di collegamento trasversale Tirreno -Adriatico

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    Per cogliere appieno i mutamenti incorso anche nelle aree medio-tirrenica,medio-adriatica e centro-appenninica, e lepotenzialità positive che essi pur potreb-bero esprimere, è necessario abbandona-re una visione dell’urbanizzato strettamen-te ancorata all’edificato, in favore di unainterpretazione estensiva dell’urbano cheanzitutto miri ad allontanarsi dal classicodualismo città/campagna.

    Il carattere urbano di un territorio nonva quindi ricercato nel territorio “in sé”,ma nella relazione che oramai quasi uni-versalmente la componente umana del-l’ecosistema globale tende a stabilire conesso, ricercando in ogni suo aspetto -anche il più “naturale” - elementi di soddi-sfazione del fondamentale e pervasivo“desiderio di città” che - sia detto per inci-so - si manifesta a ben vedere anche nel-l’altrettanto impellente desiderio di “fugadalla città”.

    Così come va riconosciuto che non soloi segni ma anche le dinamiche di intera-zione tra fattori naturali abiotici e biotici sisono trasformati da esterni a interniall’odierna “città-ambiente”, potendo rap-presentare, al pari dei processi interattividi natura socio-economica e tecnologica,gli elementi generatori di nuove e al con-tempo antiche configurazioni urbane,capaci di coniugare locale e globale.

    E su questo sfondo che, a parere di chiscrive, va collocata qualsiasi iniziativa diinfrastrutturazione di qualsivoglia “territo-rio del mutamento”.

    Per la ricostruzione di un tale sfondo ènaturalmente opportuno considerare, tral’altro, il quadro di atti e strumenti di pro-grammazione e pianificazione paesistico-

    ambientale, territoriale e di settore checostituiscono l’appropriato contesto di rife-rimento delle iniziative stesse.

    Ma non in cerca di certezze e conformi-tà, e neanche per sapere a quali indica-zioni e prescrizioni “conformarsi”, bensìper raccogliere progettualmente - e se delcaso anche criticamente e magari innova-tivamente - la sfida di un’auto-responsabi-lizzazione sociale “performativa” rispettoagli obiettivi e alle strategie istituzionaliche essi sottendono.

    A cominciare dal riferimento più autore-vole e recente in tema di infrastrutture,costituito oggi dalle piattaforme territorialistrategiche formulate dal Ministero Infra-strutture e Trasporti (MIITT) e, più in gene-rale, delle politiche nazionali di assettospaziale (Disegno Strategico Nazionale),elaborate come “proiezione territoriale”delle politiche di sviluppo economico defi-nite nel Quadro Strategico Nazionale.

    Ma credo che la contestualizzazionepiù opportuna delle ipotesi formulate dalMIITT in forma di “progetto di territorio”sviluppabile intorno al tema delle infra-strutture di collegamento trasversale Tirre-no-Adriatico necessiti – in termini di rela-zione coevolutiva con la dinamica territo-riale e secondo la metafora-immaginedella “città-ambiente” - del verificarsi dialcune condizioni generali e particolariche provo qui semplicemente e preliminar-mente ad elencare:

    • abbandono di una perdurante con-cezione degli assetti territoriali comepura “proiezione” di assetti socio-eco-nomici; • attenuazione della visione forte-mente gerarchica che rischia di mani-

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    festarsi ancora nella classificazionedelle piattaforme in transnazionali,nazionali e interregionali, nonchénella possibile esclusione tout court dialcuni territori; • necessità, per articolare, approfon-dire e aggiornare le immagini colle-gabili alle piattaforme, di allargarel’interazione al maggior numero pos-sibile di soggetti, a cominciare (manon finire) dagli stakeholder; • specifica necessità di non concepi-re - in un modo che potremmo defini-re dualistico “di ritorno” - le realtà for-temente caratterizzate in sensoambientale come contraltare dellearee urbanizzate, bensì come parteintegrante dell’urbano;• ulteriore specifica necessità, infine,

    che l’approccio integrativo al temainfrastrutturale che le Piattaforme Terri-toriali Strategiche sembrano finalmen-te manifestare non trascuri d’altraparte l’esigenza di riconsiderare esuperare, anche sul piano delle solu-zioni strettamente tecniche, quellasorta di intrinseco “archetipo infrastrut-turale” che le contrappone agli spazidello “stare” e dell’”abitare”, come seentrambi non dovessero condividerela natura fondamentalmente “relazio-nale” di qualsiasi umano artefatto.

    Prof. Luciano De BonisSettore Tecnica e

    Pianificazione UrbanisticaFac. Ingegneria Università

    degli Studi del Molise

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    COSINDAnalisi energetica sul ripristino della lineaferroviaria Formia - Gaeta: vantaggi e criticità

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    Il potenziamento di un area industrialeche prevede un collegamento diretto trastrada e mare, non può prescindere da uncollegamento ferroviario funzionante edefficiente. In questo senso il ConsorzioIndustriale del Sud Pontino ha ben inqua-drato il ripristino della tratta ferroviariaFormia - Gaeta, collegata tramite la stazio-ne di Formia con la linea Roma - Napoli,per utilizzarla come trasporto sia commer-ciale che passeggeri, di basso impattoambientale rispetto al corrispettivo sugomma.

    Il ripristino, dopo diversi anni dalladismissione, di una linea ferroviaria nonelettrificata porta a diverse considerazionitecnico - economiche, oltre che sociali,soprattutto quando si trova in ambiti urba-ni e di forte interesse turistico.

    Il caso della linea Formia - Gaeta ne èun esempio lampante poiché presenta untracciato che da un lato percorre scenaripaesaggistici molto suggestivi e dall’altro,terminando nella stazione di Gaeta,incontra negli ultimi chilometri un’area adalta densità urbana che non ha tenutoconto, negli anni di chiusura della linea,di un eventuale riapertura espandendosianche fino a ridosso dei binari.

    La soluzione più semplice per ripristina-re il tragitto portando la tratta ad un livel-lo tecnico moderno, allineato agli attualistandard ferroviari in termini di sicurezzae impatto ambientale, sarebbe quella dielettrificare il percorso allacciandolo allalinea Roma - Napoli che passa per la sta-zione di Formia e ne condivide il trattofinale. Ma nei tratti in cui l’elettrificazionetrova criticità dal punto di vista sociale edella sicurezza, si può ovviarla tramite

    l’adozione di un accumulo elettrochimico(batterie) piuttosto che capacitivo (super-condensatori) a bordo del treno chegarantirebbe l’autonomia necessaria alconvoglio nei tratti in cui il collegamentoaereo elettrico venisse evitato.

    Un locomotore di questo tipo, presentaanche indubbi vantaggi rispetto ad un’al-ternativa diesel convenzionale o ibrida(diesel - elettrica); se da un lato, prenden-do in considerazione una di queste dueultime soluzioni, si risparmierebbe sull’in-vestimento iniziale evitando del tutto l’elet-trificazione della linea, dall’altro siandrebbe incontro a rumorosità, emissioniinquinanti, costi d’esercizio più elevati emaggiore manutenzione che, soprattuttonell’ipotesi diesel convenzionale, sonoproblemi maggiormente sentiti proprioperché avrebbero di fronte un ambito par-ticolarmente delicato.

    La soluzione “solo elettrico” con batte-rie si inserirebbe inoltre in un contestoenergetico di grande efficienza, proiettatoall’autonomia e allo sfruttamento di risorserinnovabili.

    Il Consorzio Industriale ha infatti previ-sto anche l’installazione di un impianto diproduzione dell’energia elettrica da fontesolare con pannelli fotovoltaici, dellapotenza di circa 1,5 MW. L’energia pro-dotta giornalmente può essere utilizzataanche per alimentare la linea ferroviaria,e in tal caso prevedendo uno scambio conla rete elettrica nazionale se ne può usu-fruire anche di notte, ad impianto spento,per ricaricare le batterie dei treni che inquelle ore non prestano servizio.

    In questo caso si realizzerebbe un siste-ma di trasporto ad impatto ambientale

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    nullo, che oltre a non avere alcuna emis-sione inquinante, diminuirebbe anchequelle del relativo trasporto su gomma,poichè sostituito in modo più efficiente dalcorrispettivo su rotaia. Inoltre la produzio-ne in loco dell’elettricità da fonte rinnova-bile, necessaria alla linea e alla fruizionedel servizio ferroviario , permette di svin-

    colarsi dall’utilizzo di energia elettricaprelevata dalla rete (che è prodotta perl’80% da fonti di origine fossile e quindicomunque impattante a livello regionale eglobale) e di ottenere un sistema totalmen-te autosufficiente.

    Ing. energetico junior Andrea Carta

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    COSINDLa ferrovia Sparanise -Gaeta e la direttissimaGaeta -Velletri

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    Con una solenne cerimonia venne inau-gurata il 4 maggio 1892 la Ferrovia Spa-ranise-Gaeta. Essa collegava le Stazionidi Maiorisi, Carinola, Cascano, SessaAurunca, S. Cosma e Damiano (Castelfor-te e Suio), Minturno, Formia e Gaeta.

    “Il suo percorso rappresentò la miglioresoluzione sotto ogni profilo. Venivano ser-viti molti centri importanti, il cui sviluppo fuaccentuato dalla nuova disponibilità dimezzi di locomozione”1.

    Il tracciato aveva una lunghezza di59,370 chilometri ed ebbe una importan-za rilevante per tutta l’economia dellaferace zona, posta a Nord di Terra diLavoro.

    La massima altitudine , a Cascano, eradi metri 204 sul livello del mare. La pen-denza era del 25 per mille.

    Una richiesta infruttuosa venne avanza-ta, nel 1888, di Castelforte (Caserta) alMinistro dei Lavori Pubblici “ per una sta-zione ferroviaria ai bagni termomineralidella borgata Suio” (“Il Golfo”, n. 43, del30 settembre 1976, pp. 11-12).

    La ferrovia Sparanise-Gaeta era servitada alcune coppie di treni, che trovavano,a Sparanise, la coincidenza con NapoliCaserta e Roma.

    Nel 1943 tutta la ferrovia venne minatadai tedeschi e venne distrutto anche ilPonte dei Vignali.

    I Comuni di Coreno Ausonio, Ausonia,Castelnuovo Parano facevano capo allaStazione di Grunuovo di SS. Cosmo eDamiano.

    I lavori di ricostruzione iniziarono nel1950. Ma il Tratto Cellole-SS. Cosma eDamiano-Minturno non venne ripristinato.La “littorina” giungeva da Maiorisi, a

    Cascano, a Sessa Aurunca, a Cellole, aMinturno, a Formia e a Gaeta.

    Nell’anno 1957 venne disattivato il trat-to Sparanise-Formia. Rimase in funzione iltratto Gaeta-Formia. Nel 1966 si decise diabolire il servizio sull’ultimo tronco. Vennedisposto il servizio INT (Istituto NazionaleTrasporti) tra Formia e Gaeta, per i viag-giatori. Rimase in funzione il serviziomerci. Con la data del 1 aprile 1981 laferrovia venne definitivamente soppressa.

    La proposta di istituzione di un tronco diferrovia “detta da Teano allo Stato Pontifi-cio” risulta agli atti del Consiglio Provin-ciale di Caserta dell’anno 1883, su istan-za del consigliere Nicola Conca diGaeta, che citava una delibera del Consi-glio comunale della città, del 18 settembre1863, accolto dal Consiglio Provinciale,la cui proposta venne ascoltata dal gover-no e trovò consacrazione nella legge 29luglio 1879, n. 50022.

    Con la istituzione della DirettissimaNapoli-Roma l’importanza della ferroviadiminuì d’importanza. Ma funzionò eservì utilmente, tuttavia, tutti i centri aurun-chi.

    Nota n.2 a pagina seguente

    1Cosmo Pontecorvo, La ferrovia Sparanise-For-mia-Gaeta. E la storica “tratta” divenne un “ramosecco”; Cfr. anche Cosmo Pontecorvo, Con unadelibera del 1863 di Gaeta e di Terra di Lavoro.Istituita dall’Amministrazione Provinciale di Terra diLavoro la ferrovia Sparanise-Gaeta, “Il Golfo”,n.12/88, pp. 8-9. Cfr. altresì, Cosmo Pontecorvo.Deve diventare una Metropolitana di superfice. Lavecchia ferrovia Sparanise Gaeta ed un progettoper collegare Gaeta e Cassino, “Il Golfo”, n. 3-

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    4/)2, pp. 8-9; Idem, Ibidem, Il Comune di Mintur-no auspica la realizzazione della DirettissimaRoma-Napoli (Delibera del 15 settembre 1886).

    2Cosmo Pontecorvo. Con deliberato del 1863di Gaeta e di Terra di Lavoro. Istituita dall’Ammini-strazione Provinciale di Terra di Lavoro la Ferrovia

    Sparanise–Gaeta, “Il Golfo”, n.12/88, pp. 8-9citata.Cfr. Carlo Marcantonio Tibaldi, La FerroviaSparanise-Gaeta e la Direttissima Gaeta-Velletri, “IlGolfo”, in corso di stampa.

    Cosmo Damiano Pontecorvo

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    COSINDIl Distretto Produttivo della CantieristicaNautica Laziale & L’INAIL

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    Il rapporto tra Sicurezza e Assicurazione

    GENERALITÀL’Inail, nell’attuale contesto sociale ed

    economico volto a generare valorizzazio-ne e riconoscimento sociale sta eviden-ziando un crescente tasso di innovazioneed ha, quale Azienda di Servizio, un suospecifico ruolo nella produzione dei servi-zi che eroga. Ai tradizionali compiti assi-curativi sulle diverse linee di prodotto,cioè “premi” (rischio assunto e rischio veri-ficato) e “prestazioni” (valutazioni medi-co-legali), il d.to l.vo n.242/96 ha intro-dotto un nuovo compito che deve opportu-namente svilupparsi lungo una nuovalinea di prodotto, la “prevenzione”, che èstato è stato implementato con la pubblica-zione del cosiddetto Testo Unico sullaSalute & Sicurezza, cioè del decreto legi-slativo n. 81 del 9 aprile 2008: Attuazionedell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007,n.123 “ in materia di tutela della salute edella sicurezza nei luoghi di lavoro (ildecreto legislativo è stato pubblicato sulsupplemento ordinario 108/L alla gazzet-ta ufficiale n.101 del 30 aprile 2008) .

    Tale linea, in base al citato d.to l.von.242/96, appare debba svilupparsiesclusivamente e genericamente lungo ledirettrici individuabili in azioni di “Infor-mazione”, “Assistenza” e “Consulenza”mentre è imperativo chiarire in che modotali azioni vadano organizzate per gestireefficacemente ai suoi diversi livelli (preven-zione primaria, prevenzione secondaria,prevenzione terziaria) il sistema di tuteladella salute nei luoghi di lavoro ed il con-tenimento del fenomeno infortunistico etecnopatico.

    Non bisogna dimenticare che con l’ob-bligatorietà dell’assicurazione contro gliinfortuni sul lavoro introdotta nel 1898con la legge 17 marzo 1898, n.80 i dato-ri di lavoro hanno assicurato la propriaresponsabilità civile dei danni derivantidagli infortuni sul lavoro di cui fosserorimasti vittima i loro dipendenti, ovviando,così, alla loro eventuale insolvibilità.

    Nel 1899 fu emanato il primo regola-mento generale in materia di prevenzioneinfortuni a beneficio di coloro che prestanola loro opera con “macchine mosse daagenti inanimati”: L’uso di macchine eattrezzature motorizzate emergeva quindicome causa di maggior pericolo: insiemea notevoli benefici aveva portato unpesante aggravamento delle condizioni dipericolo per i lavoratori. Al regolamentogenerale seguirono altri a carattere spe-ciale riguardanti le misure di prevenzione:nelle miniere, cave e torbiere (1899);nelle industrie di prodotti esplodenti(1899); nelle attività di costruzione(1900) e nelle attività di esercizio dellestrade ferrate (1903 e 1911).L’estensionedell’assicurazione alle malattie professio-nali venne attuata solo a partire dal 1929,introducendo il sistema della lista chiusadi malattie la cui origine professionale erariconosciuta per legge.

    Nei decenni successivi le dimensioni el’importanza dell’Istituto di assicurazioneandarono crescendo per la gradualeestensione degli eventi assicurati. Innova-zioni importanti furono introdotte con ilD.P.R. 1124/65 (Testo Unico delle disposi-zioni per l’assicurazione obbligatoria con-tro gli infortuni sul lavoro e le malattieprofessionali), tuttora vigente, ma integra-

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    to e modificato a seguito di sentenze dellediverse magistrature e da disposizionilegislative.

    La tutela, precedentemente riservata aisoli lavoratori subordinati, fu estesa agliartigiani e ad altri soggetti che operanonel campo del lavoro autonomo; venneroinoltre stabilite quote integrative della ren-dita in relazione alla composizione delnucleo familiare del lavoratore infortunatoo tecnopatico. In agricoltura, infine, latabella delle malattie professionali venneintrodotta solo a partire dal 1958 e limita-tamente a poche tecnopatie. A seguito deiprogressi tecnici e scientifici e dell’evolu-zione socioculturale, alla lista sono stateapportate estensioni successive: dalle 6malattie tabellate nel 1929 si è arrivatioggi a 58 per l’industria e a 27 per l’agri-coltura.

    Nel 1933 si passò da una pluralità disoggetti assicuratori, che potevano esserescelti liberamente, a un soggetto unico. Ilcompito di gestire l’assicurazione fu asse-gnato alla Cassa nazionale di assicurazio-ne per gli infortuni degli operai sul lavoro(che era stata istituita sin dal 1883), chefu ribattezzata Istituto Nazionale per l’As-sicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro(Inail). Nei decenni successivi le dimensio-ni e l’importanza dell’Inail andarono cre-scendo per la graduale estensione deglieventi assicurati. L’INAIL, Istituto Naziona-le Assicurazione contro gli Infortuni sulLavoro, persegue una pluralità di obiettivi:ridurre il fenomeno infortunistico; assicura-re i lavoratori che svolgono attività arischio; garantire il reinserimento nella vitalavorativa degli infortunati sul lavoro.

    L’assicurazione, obbligatoria per tutti i

    datori di lavoro che occupano lavoratoridipendenti e parasubordinati nelle attivitàche la legge individua come rischiose,tutela il lavoratore contro i danni derivantida infortuni e malattie professionali causa-ti dalla attività lavorativa. L’assicurazioneesonera il datore di lavoro dalla responsa-bilità civile conseguente ai danni subiti daipropri dipendenti.

    La tutela nei confronti dei lavoratori,anche a seguito delle recenti innovazioninormative, ha assunto sempre più le carat-teristiche di sistema integrato di tutela, cheva dagli interventi di prevenzione nei luo-ghi di lavoro, alle prestazioni sanitarie edeconomiche, alle cure, riabilitazione ereinserimento nella vita sociale e lavorati-va nei confronti di coloro che hanno giàsubito danni fisici a seguito di infortunio omalattia professionale. Allo scopo di con-tribuire a ridurre il fenomeno infortunisticol’Inail realizza inoltre importanti iniziativemirate al monitoraggio continuo dell’an-damento dell’occupazione e degli infortu-ni, alla formazione e consulenza alle pic-cole e medie imprese in materia di preven-zione, al finanziamento imprese che inve-stono in sicurezza.

    Per quanto riguarda i compiti rela-tivi alla prevenzione sono stati svolti finoal 1956 quando la legislazione italianaistituì l’Ente Nazionale Prevenzione Infor-tuni (ENPI) e separò la funzione assicurati-va da quella prevenzionale, mentre incampo CEE tali funzioni sono rimaste ledue facce della stessa medaglia nel sensoche gli Enti di assicurazione sono ancheEnti di prevenzione.

    In base a quanto detto e’ stato inevitabi-le che l’Inail dall’originario ruolo di “assi-

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    curatore” fosse stato riposizionato su unruolo squisitamente “contabile” ovvero afar sì che il premio di assicurazione riscos-so dai datori di lavoro fosse meramentefunzionale alla erogazione delle presta-zioni e non essere, quindi, legittimato aqualificare il proprio servizio in termini disicurezza, igiene del lavoro e protezionedel posto di lavoro.

    Siffatta involuzione ha determinatoanche il riposizionamento dei tecnici del-l’assicurazione che dalla originariaappartenenza all’Ufficio Rischi e Preven-zione furono collocati prima nel CentroTecnico Accertamento Rischi Professionali,successivamente denominato ConsulenzaTecnica Rischi Professionali con la funzio-ne primaria di essere specialisti nell’accer-tamento e valutazione del rischio tecnopa-tico (Tabella delle Malattie Professionali) edel rischio assicurato (Tariffa dei Premi).

    Le coordinate del decreto legislativon.242/96 annullano la funzione di “con-tabile” dell’Inail che si riappropria, così,del suo più consono ed originario ruolo di“assicuratore” per il quale “assicurazio-ne” e “prevenzione” devono essere fina-lizzata a salvaguardare la “salute” dellavoratore nella sua accezione più com-pleta di prevenzione primaria, prevenzio-ne secondaria e prevenzione terziaria.

    I compiti di Informazione, Assistenza eConsulenza sono rientrati nell’originarioalveo di un Ente di Assicurazione dalquale furono fatti tracimare con la nascitadell’Ente Nazionale Prevenzione Infortuni,prima, e l’istituzione del Servizio Sanita-rio Nazionale, dopo.

    In quanto detto non si ravvisa alcunaaffermazione apodittica.

    Gli archivi dell’Inail evidenziano chel’originario Ufficio Rischi e Prevenzionefino al 1956 ha effettuato accessi in fab-brica per verificare la rispondenza dellevigenti norme di prevenzione ed igienedel lavoro al fine anche, e non soprattutto,dell’applicazione dello strumento tariffario(Rischio Assunto & Rischio Verificato), pro-ducendo, nel contempo, una documenta-zione tecnico-scientifica in termini dimonografie e di pacchetti formativi per i“responsabili di fabbrica”.

    Con l’affermarsi dei compiti istituzionalidell’ENPI, quale Ente Pubblico di Consu-lenza in materia di Prevenzione Infortuni,l’Inail ha dismesso la propria cultura edesperienza nell’Infortunistica da lavoro,mentre per effetto della Convenzione diGinevra sulla materia indennitaria hamantenuto, attraverso il Centro TecnicoAccertamento Rischi Professionali, il ruoloprimario di Ente Pubblico preposto all’ac-certamento e valutazione sia della esposi-zione dei lavoratori al rischio tecnopaticocon particolare riferimento alla Silicosicontratta dai lavoratori migranti, sia degliinterventi di natura prevenzionale atti aminimizzare l’ esposizione a tale rischio.

    In pratica la presenza dell’Inail sui postidi lavoro si è sostanziata prevalentementenell’accertamento dei rischi tecnopaticiper la successiva verifica etiologica dellamalattia denunciata dal lavoratore, tant’èche la produzione tecnico-scientifica diinteresse nazionale ed in certi casi interna-zionale ha privilegiato gli aspetti legatialla etiologia delle malattie professionali,mentre sono stati condotti in punta di piediinterventi legati all’infortunistica da lavo-ro, alla verifica dell’attuazione delle

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    norme di prevenzione ed igiene dl lavoroda correlare al Rischio Assicurato.

    Nell’ambito del Centro tecnico prima edella Consulenza Tecnica poi si sonoattuate due correnti di pensiero, e cioè:

    - la prima, secondo la quale i Tecni-ci - Specialisti della citata struttura (geolo-gi, chimici, agronomi, ingegneri) doveva-no primariamente rispondere alle esigen-ze di indennizzo delle malattie professio-nali ed hanno visto impegnate a tempopieno le citate professionalità con la esal-tazione di specifiche professionalità;

    - la seconda, secondo la quale sialo strumento tariffario (Rischio Assunto eRischio Verificato), sia lo strumento inden-nitario nel campo degli infortuni , maanche delle malattie professionali avreb-bero consentito di sviluppare la cosiddetta“Prevenzione Assicurativa” che nel suo piùstretto significato e’ rappresentata dall’ac-certamento e valutazione del rispetto dellenorme di prevenzione e di igiene del lavo-ro al fine di una costante verifica ammini-strativa dei rapporti assicurativi intrattenu-ti dall’Inail ed al fine di meglio correlarel’andamento infortunistico e tecnopatico aisingoli comparti produttivi e, quindi, ero-gatori di beni e/o servizi. In siffatto conte-sto fu proposta l’istituzione di un settore“Tariffa dei Premi” e di un settore “Infortu-nistica da lavoro” che l’Ente allora nonritenne di recepire.

    La miopia o meglio la incomprensionedi alcuni ha determinato la messa in archi-vio della seconda corrente di pensiero,nonostante qualche affermazione pubblici-stica .

    L’attuazione del decreto legislativon.242/96, stante i cosiddetti corsi e ricor-

    si storici, sembra dare ragione a chi vana-mente si batte’ e che fu battuto dalla insi-pienza e dall’assenza di cultura e di con-fronto con le realtà Europee e Nordameri-cane.

    A seguito della delibera n.10 del Consi-glio di Amministrazione del 21.1.1997sulla “Attuazione del progetto di nuovestrutture ed organico - Ordinamento dellestrutture Centrali e Periferiche” la Consu-lenza Tecnica Accertamento Rischi Profes-sionali si e’ riposizionata in ConsulenzaTecnica per i Rischi Professionali, la Pre-venzione e la Protezione poi modificata inConsulenza Tecnica Accertamento RischiProfessionali e Prevenzione ed ha acqui-sito un ruolo determinante nel campo dellaSicurezza e Protezione Industriale.

    Ecco quindi che la funzione del TecnicoSpecialista della Contarp ( biologo, chimi-co, geologo, ingegnere) e’ fondamentalenell’attuale scenario per intraprendereun’azione determinante volta alla conqui-sta di una più rispondente nicchia di mer-cato che veda l’Inail protagonista, a somi-glianza di alcuni Enti europei e dei piùdeterministici cugini nordamericani, asvolgere il ruolo che fin dal 1889 fu asse-gnato dai nostri padri.

    LO SCENARIO ATTUALEI doveri e le responsabilità che scaturi-

    scono sia dal decreto legislativo n. 29/93e successive integrazioni, sia dal “Regola-mento di Contabilità e Amministrazione,nonché dalla legge 88/89 pongono lafunzione del Dirigente e di riflesso anchequella del Professionista.-Tecnico Speciali-sta accertatore e valutatore dei rischi pro-fessionali- di fronte a specifiche responsa-

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    bilità amministrative nello svolgimentodelle proprie funzioni che lo vedono titola-re di atti professionali di consulenza sì,ma rispondenti alla necessaria uniformitàin relazione agli indirizzi programmatici egestionali dell’Ente e nel rispetto delladovuta deontologia professionale, dellenorme, dei regolamenti e dei flussi tecnico-amministrativi quale apporto gestionalealla vita dell’Ente che deve concretizzarsicon l’erogazione di un servizio vieppiù diqualità e, quindi, con alto valore aggiuntose si vuole essere competitivi a seguitodelle profonde trasformazioni verificatesinell’ultimo secolo che hanno generatocambiamenti sostanziali nel nostro stile divita e nella struttura socioeconomica nellaquale il nostro Paese si trova ad operare.

    L’erogazione di servizi di qualità,da un punto di vista metodologico, com-porta necessariamente la proiezione versoun ordine logico, strutturabile su principicostanti sui quali sviluppare, quale Azien-da di Servizi, l’identità Inail attraversospecifiche peculiarità.

    Questo ordine logico può, adesempio, far riferimento, per l’AziendaInail, a tre momenti ben distinti, comeappresso schematizzati, per ognuno deiquali sono definibili principi guida trasver-sali di riferimento per la progettazione el’erogazione del servizio e che si concre-tizzano nella “Carta dei Servizi”. Essisono:

    A-predisposizione del cliente/utente allainterazione con il front line.

    E’ necessario fare in modo che ilcliente, utilizzatore del servizio, venga acontatto in maniera positiva con chi eroga

    il servizio, sia ben disposto alla interazio-ne, sia informato di diritti, condizioni evincoli, fondi la propria aspettativa su unlivello di attese coerente alle effettive pre-stazioni erogate e massimizzare così ibenefici di tale azione in una costantearmonizzazione del rapporto costi /benefici.

    B-interazione tra il cliente e il front-lineo “momento delle verita’”.

    Questa fase è semplicemente definibilecome la ricerca costante del raggiungi-mento, o meglio del superamento delleattese del cliente, definite dal grado disoddisfacimento.

    C-gestione del post servizioPoiché nella erogazione del servizio la

    “produzione” ha luogo contestualmenteal “consumo”, possono verificarsi disser-vizi durante i quali l’Ente erogatore devedimostrare tutta l’eccezionalità dell’avveni-mento, la sincera constatazione dell’avve-nuto disservizio e la totale dedizione allasoluzione delle cause e circostanze che lohanno determinato.

    E’ nel contesto di tali momenti che biso-gna parlare di “total quality” per esprime-re la qualità del servizio in termini di rap-porto positivo tra le prestazioni aziendalied i bisogni del cliente utente (prestazioniaziendali/ bisogni cliente >1) ed indivi-duare, così, strutturalmente il numeratoreed il denominatore di tale rapporto.

    Su questo rapporto, all’apparenza sem-plice, si giocano in realtà la sopravviven-za ed il successo delle aziende. In essosono racchiuse le strategie fondamentali e

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    le scelte prioritarie di ogni organizzazio-ne al fine di relazionare anche i costi e laqualità per una positiva armonizzazionein termini di efficienza/efficacia - qualità -concorrenza.

    Ecco, quindi, che i punti cardine su cuisi sviluppa la filosofia manageriale della“total quality” si muovono attorno a cin-que strategie, come appresso specificato eche individuano:

    il cliente come priorità;la qualità come leva per la soddisfazio-

    ne del cliente;il miglioramento continuo;la qualità del servizio come il risultato

    dei processi e del sistema di erogazionedel servizio;

    il coinvolgimento delle risorse umane.In una Azienda di Servizio non bisogna

    assolutamente cadere nell’equivoco di uti-lizzare riferimenti tipici dell’industria mani-fatturiera, dove il sistema di controllo qua-lità è basato sulla rilevazione di parametrifisici misurabili in presenza di standardscerti.

    Con riferimento ai compiti sulla preven-zione tecnica le linee di indirizzo del Con-siglio di Indirizzo e Vigilanza e l’investi-mento voluto dall’Istituto con l’assunzionedi oltre 200 professionisti - tecnici speciali-sti laureati in biologia, chimica, geologia eingegneria – hanno evidenziato l’opportu-nità di riprogettare il modello di accerta-mento e valutazione dei rischi professiona-li. E ciò in ragione della constatazione chel’INAIL si muove in direzione di un “Wel-fare dell’opportunità”, con l’ampliamentodella tutela e con una politica più incisivadi Prevenzione Assicurativa per promuove-re ed incentivare la prevenzione, la sicu-

    rezza ed igiene del lavoro, la salubrità deiluoghi di lavoro, i servizi curativi, e quelliriabilitativi e di reinserimento nella vitaprofessionale e sociale.

    La Consulenza Tecnica per l’accer-tamento dei rischi e Prevenzione(Con.t.a.r.p.) ha assunto un ruolo strategi-co sul territorio di competenza soprattuttocon riferimento alla filosofia ed evoluzionenella Mission dell’Ente che da una funzio-ne meramente RISARCITORIA ha assuntouna VALENZA STRATEGICA di contenimen-to del fenomeno infortunistico e tecnopati-co e di tutela globale dell’assicurato, allaluce del D.to l.vo 38/2000, con la emer-sione della necessità di pianificare inter-venti specialistici sul territorio al fine diconoscere la realtà infortunistica e tecno-patica per aree omogenee e fornire, all’uo-po, la rappresentazione delle fonti dipericolo sulla cui base poter intraprendereuna analisi di tali fonti di pericolo e deirischi ad esse associati a fini sia ASSICU-RATIVI ( tariffa dei Premi, erogazione direndite per infortunio e malattia professio-nale), sia PREVENZIONALI ( di consulenzaalle aziende al fine di contribuire, sia alcontenimento del fenomeno infortunisticoe tecnopatico, sia alla riprogettazionedelle postazioni da lavoro in termini disalubrità e vivibilità).

    La presenza attiva della Con,t.a.r.p.consente di intraprendere le dovute inizia-tive in materia di “PREVENZIONE ASSICU-RATIVA”, che, come è noto, si attua attra-verso la conoscenza ed il controllo deirischi da lavoro.

    Tutto ciò perché i parametri che entranoin gioco nella valutazione del RISCHIOASSICURATO e, quindi, del TASSO di

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    TARIFFA sono rappresentati:a – direttamente dall’andamento infor-

    tunistico e tecnopatico sulla cui base vienecalcolata l’oscillazione del tasso da appli-care,

    b – indirettamente dal RISCHIO TECNO-LOGICO ovvero dal rischio di lavorazionein termini di valutazione del lay-out indu-striale e nell’ambito del RAPPORTO LAVO-RATORE/ ORGANIZZAZIONE del LAVO-RO/ MACCHINA/ AMBIENTE di LAVORO,

    c – convenzionalmente dalla mutualitàoperante tra le diverse realtà produttive intermini di “rischio assicurato” piuttosto chedi “rischio di produzione”-( le Associazio-ni di categorie sono contrarie a talemutualità soprattutto quanto si evidenzia-no tassi specifici aziendali di gran lungainferiori- oltre il 50%- del tasso medionazionale) .

    Ciò vuol dire, così come coniato dall’al-lora Direttore generale Mario Palma cheASSICURAZIONE & PREVENZIONE sonole due facce della stessa medaglia, anzidella stessa moneta, praticamente edindissolubilmente correlate tra di loro.

    Ecco, quindi, che le ISTITUZIONI, in unrapporto di pariteticità con le parti socia-li, devono fornire un Servizio di Qualitàper promuovere un alto valore aggiuntonella azione di Informazione, Formazione,Assistenza e Consulenza.

    Nel più ampio contesto europeola “Riforma e la Missione” dell’Inail, cosìcome è stata delineata nel D.L.vo38/2000, ha avuto origine dalla consta-tazione che:

    l’Inail ha modificato a fini tariffari ilproprio assetto di gestione delle attività,passando dalle due gestioni “Industria” e

    “Agricoltura” a quattro gestioni permeglio rappresentare il mercato assicurati-vo pubblico: Artigianato/Commercio/Ter-ziario, Credito, Assicurazioni, Enti Pubbli-ci. Il nuovo assetto ha determinato unarevisione delle tariffe e la relativa suddivi-sione dei rischi oltre alla revisione dei cri-teri di classificazione dei datori di Lavoro,di cui all’art.9 del T.U. Le Commissioni Par-lamentari preposte stanno completando ilridisegno delle disposizioni in materia diAssicurazione contro gli Infortuni sul lavo-ro e le malattie professionali anche, perquel che qui oggi si discute, con riferimen-to alle nuove tariffe che devono tener indebito conto l’attuazione delle norme delD.L.vo 626/94 e del tasso di Infortuni sullavoro ed il dover ricondurre entro terminitemporali certi e predefiniti il potere di ret-tifica dell’Inail dei propri provvedimentierrati in materia di prestazioni.

    Le sentenze emanate dalla Corte Costitu-zionale hanno reso attuale l’estensionedella tutela assicurativa con riferimentoall’indennizzo del danno biologico, ed èdiventata realtà l’assicurazione delle casa-linghe e di altre figure professionali.

    Il contesto nel quale l’Inail deve concre-tizzare la propria Mission non può pre-scindere dalla realizzazione di un model-lo partecipato- così come ad es. si muovo-no alcune Direzioni Regionali, modelloche, con il contributo attivo delle strutturedecentrate, deve necessariamente concor-rere alla formazione degli indirizzi e dellestrategie che gli organi di governo dell’En-te sono chiamati a compiere.

    Per quelle che sono le strategie per “laprevenzione del rischio nelle microimpreseovvero nelle Piccole e Medie Imprese”, la

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    mission e l’azione dell’INAIL dovranno,pertanto, essere indirizzate:

    alla valutazione preventiva delle fonti dipericolo e del rischio associato presenti inciascun distretto industriale o compartoproduttivo, alla istituzione di un “ Archiviodei processi produttivi con l’indicazionedei relativi livelli di sicurezza equivalente”.

    Nel concreto l’Inail dovrà valutare, aifini assicurativi, i pericoli ed i rischi asso-ciabili, presenti nelle differenziate realtàproduttive, dovrà svolgere, regolare e sti-molare le Imprese alla cultura della Sicu-rezza, Igiene Industriale e Protezione deiLavoratori e, nel valutare la Qualità dellaSicurezza, dovrà segnalare le problemati-che presenti, gli interventi e le modifichestrutturali utili al contenimento del fenome-no infortunistico e tecnopatico.

    Così operando si possono ridefinire iSistemi Tariffari perché la valutazione pre-ventiva del rischio coniugata a regole ecriteri amministrativi predefiniti potrannoconseguire il raggiungimento di valoreaggiunto in termini di efficienza/efficacia,con un rapporto costi/benefici accettabiledalla collettività tutta nella consapevolez-za che, giova ripeterlo, prevenzione edassicurazione sono le due facce della stes-sa medaglia o, meglio, della stessa mone-ta e che la cosiddetta PREVENZIONEASSICURATIVA rappresenta l’elementoqualificante di un Ente di Assicurazione,così come avviene nel Nord America enella maggioranza dei Paesi Europei,dove la adozione di INCENTIVI ECONO-MICI ALLA PREVENZIONE & di ATTIVITA’DI CONSULENZA, ASSISTENZA, FOR-MAZIONE & INFORMAZIONE rappresen-tano la chiave di volta per implementare

    nelle Imprese la cultura alla Gestione Inte-grata dei Sistemi di Sicurezza e Protezio-ne Industriale, scaturita dal d.to l.vo626/94.

    Gli Incentivi economici ad oggi erogatihanno evidenziato grosse criticità che nonqualificano appieno la mission dell’INAIL:in proposito è opportuno perseguire obiet-tivi, già in atto in campo europeo e norda-mericano, quali ad esempio: a) possibilitàper le aziende che investono in prevenzio-ne di acquisire crediti monetari da scalaresui premi assicurativi, b) qualificare i pro-getti di controllo ed abbattimento dei rischilavorativi con il coinvolgimento nella pro-gettazione dei Tecnici Specialisti Inail perla valutazione degli stessi, c) istituire unfondo di finanziamento a tasso agevolatocon eventuali bonus da collegare al tipo diintervento proposto e progettato assiemeall’Inail, d) mettere in service le potenziali-tà del laboratorio.

    La Consulenza, Assistenza, Formazione& Informazione trova collocazione neicompiti istituzionali dell’Ente ed in partico-lare nell’Art.19 del T.U., perché, come ènoto, l’INAIL gestisce i Rapporti Assicurati-vi con le Aziende. In tale ambito e con lafinalità di contenere il fenomeno Infortuni-stico e tecnopatico deve fornire qualifica-ta consulenza, stante la presenza di AlteProfessionalità nel proprio organico (comerichiamato nel CCNL nella parte che richia-ma la Dirigenza e le Alte Professionalità).

    L’organico dell’INAIL prevede qualifica-te risorse:

    sia in campo Tecnico-Specialista, conbiologi, chimici, geologi, ingegneri, peritiindustriali, che nell’ambito delle rispettivestrutture-consulenza Tecnica Accertamento

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    Rischi & Prevenzione- Con.T.A.R.P. - peraffrontare la problematica del RischioAssicurato nelle sue diversificazioni di:

    Rischio di lavorazione per l’applicazionedelle Tariffe dei Premi,

    Rischio di Infortunio per l’analisi delledinamica infortunistica,

    Rischio di Malattia Professionale per l’accertamento & valutazione della esposi-zione al rischio di contrarre la malattiaprofessionale).

    A ciò aggiungasi le funzioni scaturitedal D.L.vo n.242/96, che integra il D.L.vo626/94 ed inerenti:

    il Servizio di Prevenzione e ProtezioneInterna, le funzioni di Safety auditor per lapianificazione ed organizzazione deiSistemi di Gestione della Salute e Sicurez-za sul Lavoro-GSSL-

    Sia in campo Sanitario, con presenza disanitari nelle diverse discipline medicheper la valutazione del danno ed il reinse-rimento del lavoratore disabile nel circuitoproduttivo e sociale.

    E’ rilevante, inoltre, lo sviluppo chel’Inail sta dando alla ASSISTENZA INTE-GRATA AL LAVORATORE INFORTUNATOovvero alle prime cure, alla riabilitazione,alla protesizzazione e all’assistenza alreinserimento nella attività lavorativa enella società attraverso qualificate espe-rienze di domotica.

    E’ determinate la funzione del Tecnicodell’Assicurazione nelle diverse linee istitu-zionali dell’Ente e, quindi, nell’ambitodella legislazione sulla Sicurezza e Prote-zione Industriale. La predetta funzioneopera su input della Sede territoriale Inailal fine di meglio correlare il rischio assicu-rato all’andamento infortunistico e tecno-

    patico e proporre soluzioni per legareinscindibilmente “Informazione” alla “Pre-venzione” in modo da organizzare i com-piti derivanti dal d.to l.vo n.242/96 versouna gestione, efficace ai suoi diversi livel-li, del sistema di tutela della salute nei luo-ghi di lavoro e proporre, quindi, strumen-ti e procedure informative tesi a migliora-re le performances, oggi possibili, dei ser-vizi sanitari di impresa, dei servizi di pre-venzione delle Asl, degli organismi regio-nali e statali competenti sulla materia

    Così operando l’INAIL con la sua struttu-ra TECNICO-SPECIALISTA si pone in unafase di complementarietà e/o sussidiarie-tà con le funzioni svolte dalla AUSL, laDPL, i VV FF, l’ISPESL e, giammai, in alter-nativa o peggio in concorrenza, perché,giova ripeterlo, l’azione dell’INAIL mira acontenere il fenomeno infortunistico e tec-nopatico nel gestire i rapporti assicurativiintrattenuti con la azienda in termini divalorizzazione del RISCHIO ASSICURATO,che si concretizza con la adozione di unPREMIO ASSICURATIVO.

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    Tale progetto si inserisce, a pieno titolo,in un processo di pianificazione strategicadi sviluppo delle aziende presenti sul terri-torio, strumento privilegiato di politica atti-va sul tessuto economico locale, all’internodel quale la cooperazione tra le Ammini-strazioni locali, gli attori economico-socia-li e le stesse imprese che operano sul terri-torio conduce alla definizione di un qua-dro integrato di sviluppo, mirato ad inne-scare un processo di rilancio dell’econo-

    mia con l’attivazione di servizi di adegua-mento innovativi che rafforzano la compe-titività delle imprese e, dunque, la lorocapacità di creare occupazione in modostabile senza incorrere in sanzioni dettatedalla non applicazione delle norme lega-te alla tutela dei lavoratori

    In particolare si è rivolta l’attenzionealla costruzione delle imbarcazioni conscafo e coperta in vetroresina, ponendol’attenzione primariamente alle operazio-

    Il progetto INAIL/DiMSAT

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    ni manuali e per intervenire sui seguentipunti:

    esposizioni allo stirene contenuto nelleresine sintetiche;

    esposizioni a solventi e sostanze ototos-siche;

    rischio infortunistico legato alla costru-zione di ponteggi attorno alle Barche digrandi dimensioni, spesso improvvisati enon montati a regola d’arte, per compierele lavorazioni di finitura;

    rischio di avere operazioni ripetitivecome quelle del taglio manuale delle fibrein vetro e dei longheroni in poliuretanoespanso.

    L’analisi che si è iniziato ad effettuareparte dalla concezione (progettazione)dei posti e dell’ambiente di lavoro allascelta delle attrezzature e delle macchineda lavoro, alla definizione dei metodi dilavoro e di produzione; ma soprattuttoalla individuazione di soluzioni attraversola progettazione o riprogettazione del

    ciclo tecnologico al fine di ridurre o elimi-nare operazioni tecnologiche manuali arischio di danno muscolo-scheletrico . Iltutto finalizzato al miglioramento del rap-porto Uomo – Macchina – Ambiente dilavoro - Organizzazione del lavoro; allaRiduzione delle lesioni traumatiche all’ap-parato muscolo-scheletrico; al migliora-mento della motivazione che sta alla basedelle funzioni svolte; all’ aumento dellaproduttività ; al miglioramento della quali-tà della produzione.

    Ad oggi sono state predisposte e distri-buite le check lists strategiche per ricevereed interpretare i dati forniti dal datore dilavoro e dai lavoratori e sono stati effettua-ti alcuni sopralluoghi per analizzare ilciclo produttivo ed individuare le criticitànelle operazioni che costituiscono lacostruzione.

    Prof. Ing. Alessandro BaldacconiINAIL - Direzione regionale per il Lazio

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    COSINDL’INAIL e il DiMSAT dell’Università di Cassino:un contributo importante per la cantieristica nautica Laziale

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    La produzione nautica italiana delleimbarcazioni di unità da diporto si stimasia cresciuta negli ultimi anni con un valo-re percentuale del 15%, attestandosi sui3,5 miliardi di euro.

    Il fatturato globale della nautica dadiporto (per i tre comparti: imbarcazioni,motori e accessori) ha superato i 5 miliar-di di euro nel 2006 e, per quanto riguar-da il livello occupazionale, il numero degliaddetti destinati alla nautica sono stati sti-mati in ben oltre 20.000 unità. (FonteUCINA)

    L’Italia si è riconfermata negli ultimi annibuona esportatrice di imbarcazioni per lanautica da diporto, vendendo all’esterooltre il 50% del valore della produzione.Sulla base dei dati ISTAT sul commercioestero, si può sottolineare che il 48% delleesportazioni è diretto verso l’Europa, com-presi i nuovi paesi aderenti all’UE.

    La maggiore crescita si è avuta per lacategoria di imbarcazioni dai 16 ai 24 m,che viene maggiormente prodotta nei can-tieri laziali. Per ciò che concerne il settore

    dei superyacht, l’andamento degli ordini2006-2007 ha fatto registrare una notevo-le crescita. La presenza italiana sul merca-to mondiale della produzione dei supe-ryacht si è attestata attorno al 45%. Tra iprimi dieci costruttori mondiali di supe-ryacht, cinque sono italiani.

    I costruttori Italiani sono stati i primi almondo nel rank 2006 per numero di pro-getti in costruzione con 347 ordini; per-tanto, la produzione italiana è concentra-ta soprattutto nella costruzione di imbarca-zioni tra 90 e 120 piedi, con una lunghez-za media di 113 piedi (circa 34 metri).

    Nel Lazio, il sistema produttivo dellanautica, interessa complessivamente 21comuni: cinque in provincia di Roma(Anzio, Civitavecchia, Fiumicino, Ladispo-li, Nettuno e Santa Marinella), undici inprovincia di Latina (Fondi, Formia, Gaeta,Itri, Minturno, Pontinia, Ponza, Sabaudia,San Felice Circeo, SS Cosma e Damiano,Sperlonga, Spigno Saturnia, Terracina),due in provincia di Viterbo (Montalto diCastro e Tarquinia). A questi si aggiungeil Tredicesimo Municipio di Roma (Ostia).

    Il Direttore Regionale per il Lazio del-l’INAIL (Istituto Nazionale per l'Assicura-zione contro gli Infortuni sul Lavoro), Arch.Antonio Napolitano, e il Direttore del DiM-SAT (Dipartimento di Meccanica, Strutture,Ambiente e Territorio) dell’Università degliStudi di Cassino, Prof. Ing. Elio Sacco,hanno stipulato una Convenzione di Ricer-ca riguardante il Distretto della Nauticadel Lazio, che è stata promossa dal Prof.Ing. Giorgio Figliolini, docente di Mecca-nica Applicata alle Macchine presso lastessa Università. L’Arch. Napolitano dalluglio 2005 svolge l’importante incarico

    Da sinistra: Giorgio Figliolini, Antonio Napolitano,Carlo Cocomello, Sig. Di Donna, Sig. D’Urgolocon il Presidente Giovanni Guerisoli.

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    di direzione dell’ INAIL laziale con gran-de impegno per garantire modalità opera-tive con sempre maggiori garanzie per glioperatori dei diversi settori produttivi.

    Infatti, l’INAIL ha, fra le sue funzioni isti-tuzionali, quella di garantire la tutela inte-grale del lavoratore non solo attraversol’indennizzo, la riabilitazione ed il reinse-rimento lavorativo del soggetto infortunatoo tecnopatico, ma ancor prima attraversol’attivazione, in via prevenzionale, diinterventi finalizzati al miglioramento dellecondizioni di salute e sicurezza nei luoghidi lavoro, mentre l’Università degli Studi diCassino, attraverso il DiMSAT (Dipartimen-to di Meccanica, Strutture, Ambiente e Ter-ritorio), presenta, tra le varie competenzeed esperienze teoriche e sperimentali,quelle inerenti l'analisi e la progettazionedei sistemi meccanici automatici e/o robo-tizzati, che possono essere destinati alsuperamento di criticità ergonomiche e disicurezza.

    Pertanto, è stata istituita un’appositaCommissione composta dal Coordinatoredella ConTARP Regionale Lazio, Ing. Ales-sandro Baldacconi, e dal ResponsabileScientifico designato dal DiMSAT, Prof.Ing. Giorgio Figliolini, con la funzione dicoordinamento congiunto del Progetto diRicerca, che è finalizzato all’individuazio-ne delle disergonomie presenti nel proces-so produttivo del Distretto della Nauticadel Lazio, allo sviluppo di specifiche solu-zioni progettuali di macchine e/o disposi-tivi automatici da implementare nel siste-ma di produzione per prevenire infortunie/o danni alla salute dei lavoratori, non-ché alla diffusione di buone prassi inmateria di sicurezza e protezione indu-

    striale nell’espletamento delle mansionisvolte.

    In particolare, il Progetto di Ricercaverrà attuato attraverso tre azioni fonda-mentali:

    1. Indagine di settore nel Distretto dellaNautica, che sarà effettuata attraversospecifiche campagne di misura, volte acaratterizzare l’esposizione professionaledei lavoratori attraverso rilievi strumentali,predisposizione e realizzazione di indagi-ni ambientali finalizzate al miglioramentodelle postazioni e dell’ambiente di lavoro,volgendo particolare riferimento ai rischidi natura ergonomica;

    2. Reingegnerizzazione delle criticitàergonomiche e di sicurezza, che saràeffettuata attraverso una ricerca di soluzio-ni progettuali finalizzate al superamentodelle disergonomie individuate in partico-lari linee di produzione e la messa apunto delle caratteristiche finali del siste-ma progettato attraverso simulazioni conprototipi virtuali;

    3. Informazione e formazione, chesaranno effettuate attraverso la promozio-ne di interventi di informazione alle mae-stranze e ai datori di lavoro per la tuteladella salute e prevenzione degli infortuni edelle malattie professionali sul luogo dilavoro, la redazione di buone prassi per irischi del Distretto Nautico, con particola-re riferimento ai rischi di natura ergonomi-ca, nonché la redazione di un manuale sulsistema di gestione della sicurezza e salu-te sul lavoro (SGSSL) ai sensi del protocol-lo UNI – INAIL – ISPESL – Parti Sociali ed,

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    infine, l’organizzazione di un seminarioper la divulgazione dei prodotti realizzati.

    Le principali motivazioni del Progetto diRicerca risiedono nelle criticità ergonomi-che, che possono manifestarsi in alcunefasi del processo produttivo, come adesempio, nelle ripetitive e fastidiose opera-zioni di taglio manuale della “lana divetro”, che viene solitamente utilizzata perla realizzazione del materiale compositopolimerico con il quale si costruisce lastruttura portante dell’imbarcazione, e neltaglio, nonché nella posa in opera, deilongheroni in poliuretano espanso, chepermettono la realizzazione di una formainterna su cui modellare lo scatolato inmateriale composito polimerico.

    Infatti, in maniera similare alle vecchieimbarcazioni in legno, la struttura portan-te di quelle in vetroresina risulta fonda-mentalmente realizzata tramite un telaioottenuto da longheroni e traverse, chesono entrambi scatolati sull’appositaforma interna in poliuretano espanso sucui viene modellato lo scatolato in materia-le composito polimerico, così da ottenereun telaio di travi a sezioni sottili ed assicurvilinei. Naturalmente, la curvaturadelle travi, ossia dei longheroni e delle tra-verse, deve rispettare la sagoma dellaparte inferiore dell’imbarcazione al fine digarantire le principali caratteristiche idro-dinamiche della stessa in seguito all’inte-razione con l’acqua. L’intelaiatura ofasciame, sostanzialmente realizzata nellamodalità su indicata, viene chiusa tramitepannelli di vetroresina posti sullo stampoin legno dell’imbarcazione realizzandoun’unica struttura portante in materialecomposito polimerico.

    Quindi, l’attuale processo produttivo,che consente la realizzazione di granparte della nautica da diporto nelle moda-lità indicate, viene fondamentalmenteattuato in modo manuale e/o con l’ausiliodi macchinari e attrezzature di base, percui risultano subito evidenti diverse critici-tà ergonomiche che gravano sui lavorato-ri, che eseguono manualmente operazioniquali il taglio della lana di vetro ed iltaglio, nonché la posa in opera, del poliu-retano espanso.

    Alla luce di quanto suesposto, occorreosservare che negli ultimi anni, l’industriadella nautica è in continua e costante evo-luzione, mostrando evidenti analogie coni settori industriali affini dell’automobili-smo e dell’aeronautica, che risultano esse-re alla stregua dell’industria nautica dalpunto di vista del design e dell’uso dimateriali innovativi, ma sicuramente tecno-logicamente più progrediti per quantoriguarda l’ingegnerizzazione e/o automa-tizzazione del processo produttivo. Que-sto aspetto, che risulta inevitabilmente cor-relato alle criticità ergonomiche presentinell’ambiente di lavoro, è stato per moltianni considerato di importanza seconda-ria rispetto al design e ai materiali, cheinvece hanno avuto un ruolo prioritarionella progettazione e costruzione diimbarcazioni. Inoltre, la richiesta del mer-cato era molto contenuta fino a pochi annifa, per cui una ingegnerizzazione e/oautomatizzazione del processo produttivonon era supportata da forti motivazionicommerciali.

    In definitiva, la richiesta di imbarcazio-ni da diporto è notevolmente aumentata,per cui risulta fondamentale ed oramai

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    urgente una reingegnerizzazione del pro-cesso produttivo finalizzata all’ottenimen-to di una maggiore ergonomicità dell’am-biente di lavoro, che vede l’impiego di unconsiderevole numero di operai a rischiodi patologie muscolo-scheletriche e tecno-patiche, nonché all’ottenimento di unamigliore qualità del prodotto e maggioreproduttività delle imbarcazioni, che porte-rebbe ad un arricchimento del settoredella nautica da diporto e, conseguente-mente, ad una maggiore richiesta di ope-rai da impiegare in altre fasi del processoproduttivo. Infatti, il processo produttivo

    basato quasi completamente sul lavoromanuale eseguito in posizioni e modalitànon ergonomiche, comporta una peggiorequalità del prodotto e minore produttività,ma soprattutto il rischio di patologiemuscolo-scheletriche e tecnopatiche.

    La definizione legislativa della RegioneLazio, del Distretto Industriale della Nauti-ca, (il primo in Italia) come si evince dalleiniziative importanti che vengono assunte,rappresenta una tappa fondamentale perlo sviluppo di un settore che sempre di piùdeve rappresentare nel mondo la bontà(qualità) del made in Italy.

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    COSINDIl Consorzio Industriale di FrosinoneUn contributo del direttore generale

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    Ringrazio innanzitutto e mi congratulovivamente con il Presidente Avv. SalvatoreForte per la brillante iniziativa assunta percelebrare il 40° della istituzione del Con-sorzio per lo Sviluppo Industriale del SudPontino.

    Trovo, unitamente alle altre, particolar-mente interessante anche la idea di coin-volgere la FICEI, che tanto si prodiga atutti i livelli per sostenere la centralità delruolo dei Consorzi di Sviluppo Industrialeper la crescita del benesserenazionale,nell’organizzazione di uno spe-cifico convegno tematico.

    A tale riguardo,mi pregio offrire un per-sonale contributo focalizzato sulla realtàterritoriale della provincia di Frosinone esulle prospettive di sviluppo ,a mio avvisoda ancorare allo scenario della internazio-nalizzazione delle realtà produttive.

    Il territorio della provincia di Frosinonecomprende una superficie complessiva di3.244 kmq e circa 500.000 abitanti.

    Nonostante un buon posizionamentogeografico ed un tessuto economico costi-tuito da medie e grandi aziende,il territoriofrusinate vive una fase critica del propriociclo di sviluppo,derivante da fenomeni didelocalizzazione e riduzione degli investi-menti delle grandi imprese a seguito del-l’uscita della provincia dai regimi agevo-lati e dalle difficoltà che incontra lo svilup-po della imprenditoria locale.

    Tuttavia, collocandosi in una posizionedi confine tra le economie delle provincedel centro nord e quelle a più lento svilup-po del meridione,la provincia di Frosinoneha e mantiene delle importanti opportuni-tà,sintetizzabili in una composizione oro-grafica favorevole,unita a buone infrastrut-

    ture stradali e ferroviarie ( ed a breveauspichiamo anche aeroportuali) in via disignificativo potenziamento e, con unastruttura interportuale pur faticosamente,sta facendosi largo. Il sistema economicoproduttivo del frusinate mantiene una sod-disfacente produttività ed ha una spicca-ta vocazione all’export.

    L’economia locale vive ormai da qual-che anno un forte processo di deindustria-lizzazione e le prospettive future del setto-re industriale risultano legate soprattuttoalla valorizzazione delle opportunitàespresse dalle PMI del territorio, sfruttandoi settori tecnologicamente più avanzati efavorendo la nascita di iniziative voltealla ricerca di nuovi mercati. La consisten-za di una area industriale è strettamentecollegata alla quantità ed alla qualitàdelle opere di infrastrutturazione e deiservizi che offre, oltre alla capacità diassorbim