Cos'è La Musica a 432 Hertz

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    Cos' la musica a 432 Hertz

    Articoli - Sublimen

    MARTED 19 APRILE 2011 19:10

    Cos' la musica a 432 Hertz di Marco Stefanelli - www.sublimen.com Da un po' di tempo a questa parte, fortunatamente, si parla molto di musica a 432 Hz (Hertz). Spesso per noto una certa confusione e alcune imprecisioni circa questo argomento, perci vedr di chiarire e approfondire intanto alcuni aspetti, soprattutto tecnici, riguardo a questa definizione. Quando si parla di musica e di note necessario considerare innanzitutto

    l'accordatura e i rapporti tra le frequenze delle diverse note e quindi delle scale. I valori assoluti di queste frequenze probabilmente non avrebbero molta importanza se si eseguissero soltanto brani suonati da un solo strumento o cantati da una sola voce. Ma, se si devono eseguire brani a pi strumenti o a pi voci, bisogna partire da un punto comune, cio accordare tutti gli strumenti a una stessa nota di riferimento che abbia una ben determinata frequenza e anche a una stessa scala. A questo scopo stato scelto il LA (centrale) della terza ottava del pianoforte che nella scala naturale (diapason "naturale") corrisponde a 432 Hertz ma che stato fissato convenzionalmente a una frequenza di 435 Hertz dalla Accademia delle Scienze di Parigi nel 1858 e confermato dalla Conferenza internazionale di Vienna. Giuseppe Verdi nel 1884 scrisse una lettera indirizzata alla Commissione musicale del governo italiano in cui chiese di ufficializzare lutilizzo del corista (diapason) a 432 Hz e scrivendo al riguardo la frase: "per esigenze matematiche", ottenne un decreto legge che normalizzava il diapason ad un LA di 432 oscillazioni al secondo. Verdi, Mozart e altri musicisti accordavano la loro orchestra a 432 Hz.

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  • La stessa opinione di Verdi la espressero i fisici Sauver, Meerens, Savart e gli scienziati italiani Montanelli e Grassi Landi con un decreto che fu approvato allunanimit al congresso dei musicisti del 1881 (diapason scientifico). Nel 1939 il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels impose il diapason a 440 Hz contro il referendum dei 25.000 musicisti in Francia contrari a questa scelta. La corsa all'acuto inizi al tempo delle bande militari russe ed austriache ai tempi di Wagner (con un diapason da 440 Hz a 450 Hz), e fu frutto di unanalisi delle reazioni che il suono suscita in chi lo percepisce. Tale misura, nel 1954 a Londra, venne fissata per praticit e sempre convenzionalmente, a 440 Hertz, valore adottato dall'American Standards Association nel 1936 e a tutt'oggi dalla maggior parte dei musicisti occidentali. Le composizioni musicali sono costituite da una successione e da una sovrapposizione di note, cio di suoni di determinate frequenze. Gia' a Pitagora era noto che due suoni sono gradevoli all'orecchio quando il rapporto tra le loro frequenze (intervallo) espresso mediante numeri piccoli (1:1 o 2:1 o 3:2, ecc.). Pi piccoli essi sono e migliore l'accordo; pi ci si allontana dai numeri piccoli e maggiore la dissonanza. I rapporti e gli intervalli tra le varie note sono stabiliti dalle scale. Esistono molti modi per definire una stessa scala. Ad esempio, le note della scala di DO si possono ricavare in diversi modi. Ne vedremo due fondamentali, la Scala Naturale e la Scala Temperata. Scala Naturale o cromatica (Archita/Zarlino): La scala naturale costituita da sette note fondamentali: DO, RE MI, FA, SOL, LA, SI. Se f la frequenza (in hertz) della nota fondamentale DO, le altre note hanno le frequenze: DO f; RE 9/8f; MI 5/4f; FA 4/3f; SOL 3/2f; LA 5/3f; SI 15/8f; DO2 2f. La nota DO2 (DO della seconda ottava), che ha frequenza doppia di DO (DO della prima ottava), inizia un'altra serie di sette note che hanno tra loro rapporti di frequenze uguali a quelli delle precedenti sette note. Ciascuna serie di 7 note si chiama ottava. L'intervallo tra le stesse note di due ottave successive (intervallo di ottava) uguale a 2. La scala arricchita di note, introducendo i diesis e i bemolle tra due note successive, eccettuato tra il MI e il FA e tra il SI e il DO dell'ottava superiore. Si dice diesis di una nota, la nota (pi alta) avente con la prima l'intervallo 25/24. Si dice bemolle di una nota, quella nota (pi bassa) che ha con la prima l'intervallo 24/25. Nella scala naturale gli intervalli tra le note non sono tutti uguali. Alcuni strumenti musicali, come il violino, permettono di produrre tutte le note della

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  • scala naturale, non cos gli strumenti a tastiera. Partendo dal SI si ottengono le note salendo di quinta in quinta (una quinta corrisponde ad un intervallo di tre toni pi un semitono) trovando FA#, DO#, ecc. e poi partendo da FA e scendendo di quinta in quinta e trovando SIb, MIb ecc. Realizzando le scale in questo modo succede che il DO# ed il REb, ad esempio, non coincidono. Per semplificare le cose e per ovviare agli "inconvenienti" della scala naturale, alla fine del 1600, Andreas Werckmeister (seguito poi da J. Sebastian Bach che ne esplor sistematicamente le potenzialit) introdusse la Scala Temperata (temperamento equabile): Nella scala temperata gli intervalli tra due note successive sono sempre uguali. L'intervallo di ottava diviso in 12 intervallini di un semitono ciascuno. Lottava viene suddivisa in dodici semitoni uguali, per cui l'intervallo di un semitono pari a: 1,05946. Tra le note DO-RE, RE-MI, FA-SOL, SOL-LA, LA-SI della scala temperata vi l'intervallo di due semitoni; tra MI-FA e SI-DO vi l'intervallo di un solo semitono. Tra due note aventi l'intervallo di due semitoni intercalata una nota intermedia che corrisponde ai diesis e bemolle della scala naturale. Se f hertz la frequenza di DO1, risulta cos: DO1 f; DO# = RE 1.05946^1 f; RE 1.05946^2 f; RE# = MI 1.05946^3 f; ...; DO2 1.05946^12 f. Nella scala temperata tutti gli intervalli, e quindi le note, risultano alterati rispetto a quelli della scala naturale. Ad esempio, se f la frequenza di un DO, risulta: RE naturale: 9/8 f = 1.125 f RE temperato: 1.05946^2 f = 1.122 f. Come possiamo notare, quindi, quando si parla di musica a 432 Hertz si definisce quasi esclusivamente la frequenza d'intonazione del LA centrale, ma sarebbe opportuno definire anche la scala adottata perch dal punto di vista psicoacustico e musicoterapeutico importante sia il rapporto tra le frequenze delle note che la semplice accordatura dell'intonazione. http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/musica-intonazione-432-hz.html http://www.youtube.com/watch?v=urjEwg_yXiQ

    ULTIMO AGGIORNAMENTO MARTED 19 APRILE 2011 19:28

    Brainwave Entrainment History

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    LUNED 26 OTTOBRE 2009 10:41

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  • Brainwave Entrainment History

    Breve storia della ricerca sulle

    induzioni cerebrali (Brainwave Entrainment)

    a cura di Marco Stefanelli, Ph.D.

    Le induzioni delle onde cerebrali (brainwave entrainment) sono state

    identificate con una certa precisione solo nel 1934 sebbene i loro effetti

    fossero gi noti perlomeno fin dai tempi di Tolomeo, se non prima.

    Poco tempo dopo la scoperta delle onde cerebrali Alpha da parte di Hans

    Berger nel 1929, i ricercatori scoprirono che la forza delle onde poteva essere

    "guidata" utilizzando delle luci intermittenti o lampeggianti. Questo fenomeno

    fu chiamato "Photic Driving", che una definizione di induzione cerebrale in

    cui viene usata la luce per la stimolazione.

    Nel 1942 Dempsey e Morison scoprirono che la stimolazione tattile ripetitiva

    poteva produrre anche induzioni cerebrali e nel 1959 il Dr. Chatrian osserv

    le induzioni uditive in risposta alle pulsazioni sonore con una frequenza di 15

    cicli al secondo.

    Dal 1960 l'induzione cerebrale inizi a diventare uno strumento piuttosto che

    un fenomeno del cervello. L'anestesista M.S. Sadove, MD. utilizz la

    stimolazione con la luce per ridurre la quantit di anestesia necessaria negli

    interventi chirurgici. Bernard Margolis ha pubblicato un articolo sull'induzione

    cerebrale utilizzata durante le procedure dentistiche dove rileva una riduzione

    dell'anestesia necessaria, riduzione di soffocamento, riduzione di

    sanguinamento e una riduzione generale di ansia.

    Nelle induzioni cerebrali vengono spesso utilizzati i cosiddetti "Battimenti" per

    veicolare delle frequenze infrasoniche corrispondenti alle onde cerebrali e

    quindi ai relativi stati cerebrali.

    I battimenti binaurali sono dei battimenti o battiti sonori ritmici veicolati da

    due suoni (Toni) diversi e separati per i due padiglioni auricolari, a differenza

    dei battimenti monoaurali che invece possono essere veicolati anche da un

    singolo suono e per un solo orecchio.

    Le frequenze "Binaural Beats" o battimenti binaurali sono state scoperte nel

    1839 dal tedesco Heinrich Wilhelm Dove e sperimentate per la prima volta sul

    cervello dal Dr. Gerald Oster nel 1973 al Mount Sinai School of Medicine di

    New York.

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  • ULTIMO AGGIORNAMENTO LUNED 26 OTTOBRE 2009 10:42

    NEUROTRASMETTITORI PINEALI

    Articoli - Sublimen

    SABATO 19 SETTEMBRE 2009 10:04

    NEUROTRASMETTITORI PINEALI di Joe Dispenza Ogni giorno gli scienziati scoprono nuove informazioni sul cervello umano. Di conseguenza, la loro comprensione su come veramente funziona anchessa in mutamento. La ricerca sul cervello

    divenuta altamente specializzata e zone che una volta erano studiate complessivamente ora sono diventati campi di studio completamente separati. Il motivo che i recenti sviluppi nella strumentazione scientifica specifica hanno letteralmente aperto le porte per immergersi sempre pi in profondit in piccoli mondi dentro ad altri mondi. Una particolare area di interesse che diventata specifica, la ghiandola pineale ed i neurotrasmettitori associati ad essa. I neurotrasmettitori sono messaggeri chimici che passano importanti informazioni alle altre cellule nervose e ad altre parti del corpo per orchestrare una specifica funzione. Uno dei pi importanti gruppi di neurotrasmettitori quello delle catecolamine. Nel cervello e nel resto del sistema nervoso centrale, la pi preziosa di queste sostanze la norepinefrina (noradrenalina), il suo precursore la dopamina ed il relativo composto la serotonina (5-idrossitriptamina). Negli esseri umani la serotonina si trova ed prodotta in grande quantit dalla ghiandola pineale. Nei primati, la ghiandola pineale una piccola ghiandola a forma di pigna che si trova nella porzione pi alta del terzo ventricolo, appena sopra il cervelletto. Questo piccolo organo svolge molte importanti funzioni che i ricercatori scientifici stanno appena cominciando a capire. Per semplicit, pensate alla ghiandola pineale come allalchimista del cervello. La pineale, da un punto di vista evolutivo, agisce come fotorecettore negli anfibi, rettili e pesci (un terzo occhio sensibile ai cambiamenti di luce poich situato sotto la pelle, vicino alla superficie del cranio, che gli permette unesposizione sufficiente alla temperatura e alla luce); un orologio biologico negli uccelli ed in certi mammiferi (ne un esempio laccoppiamento stagionale); ed una ghiandola endocrina (una ghiandola senza dotti che secerne ormoni) nella maggioranza dei mammiferi. Anche negli esseri umani la ghiandola pineale risponde alla luce ambientale. Cellule recettori dietro agli occhi trasmettono informazioni a diverse parti del cervello, che poi le inviano alla ghiandola pineale. Finch i recettori per la luce dietro allocchio (retina) ricevono lo stimolo della luce del giorno, la ghiandola pineale (che riceve un notevole apporto di sangue) prender laminoacido triptofano e lo trasformer magicamente in serotonina. Questo semplice processo regola i livelli di energia del corpo cos che possa svegliarsi e cominciare le attivit della giornata. La serotonina d inizio ai cicli ritmici di veglia durante le ore di luce. Come neurotrasmettitore, la serotonina agisce per stimolare la fisiologia sinaptica. Causa lattivazione di neuroni individuali

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  • del cervello umano provvedendo uno dei meccanismi pi basilari per lapprendimento e la memoria nei sistemi nervosi pi avanzati. Aumenta i livelli di coscienza e concentrazione. Rende attenti e svegli. Facilita la comprensione e lapprendimento. Crea lequilibrio emotivo e lumore, e stimola la fisiologia autonomica. Le cellule recettori dietro locchio mandano informazioni elettrochimiche attraverso il sistema nervoso al lobo occipitale del cervello. Il lobo occipitale poi trasmette la misurazione della luce che sta ricevendo al talamo, che la stazione di smistamento che invia il messaggio alla pineale, che poi d il via ad un processo alchemico con serotonina, melatonina e laminoacido, triptofano. La serotonina agisce prolungando il potenziale dazione nelle terminazioni presinaptiche. Un potenziale dazione avviene quando una cellula nervosa raggiunge una soglia di carica elettrica abbastanza forte per iniziare la trasmissione di un impulso nervoso. Quando il tempo di un potenziale dazione prolungato, la capacit del neurone di rimanere stimolato aumentata. Se un neurone stimolato alla sinapsi, esiste una migliore comunicazione tra i neuroni, ed il cervello ed il sistema nervoso centrale sono maggiormente attivati. La serotonina favorisce il rilascio del neurotrasmettitore anche alle terminazioni postsinaptiche. In altre parole, in presenza di serotonina, la terminazione postsinaptica passer il messaggio ad altre cellule nervose adiacenti perch vuole condividere la sua eccitazione, relativa al messaggio, con altre cellule nervose che sono in relazione assieme. Il meccanismo per cui ci accade veramente semplice. La serotonina impedisce che alcuni canali specifici nel neurone (chiamati canali S) si chiudano. I canali S normalmente funzionano per promuovere la ripolarizzazione di un potenziale dazione. La ripolarizzazione avviene solo dopo che una cellula nervosa stata eccitata cosicch pu ritornare dallo stato eccitato al suo stato di riposo. Perci, se i canali S sono bloccati, la ripolarizzazione non pu avvenire ed il neurone mantiene il suo stato eccitato pi a lungo. Pensate alla serotonina quando eccita lo stato del tessuto neurologico come al Viagra dei neurotrasmettitori. Perci, quando una cellula nervosa eccitata in presenza di serotonina, rimane pi viva e vitale pi a lungo prima di ritornare ad essere inattiva ed inerte. Quando ci succede, il cervello ha una maggiore energia, unaumentata attivit ed una maggiore abilit di concentrarsi sul focus. Inoltre, quando le cellule nervose rimangono eccitate pi a lungo, la plasticit avviene pi rapidamente . La plasticit la capacit per un neurone eccitato di disconnettersi da una sinapsi e riconnettersi ad unaltra per formare ulteriori nuove e pi estese connessioni sinaptiche. Quando i recettori nella retina non sono pi stimolati dalla luce del giorno, la ghiandola pineale trasforma la serotonina nel neurotrasmettitore melatonina. Le maggiori concentrazioni di melatonina avvengono durante le ore di buio. La melatonina ha quasi leffetto opposto della serotonina. Mentre la serotonina aumenta lenergia e la coscienza, la melatonina tende a diminuire lattivit delle onde cerebrali e prepara il corpo per il sonno catatonico. Induce il sonno a onde lente, che un tipo di sonno profondamente ristoratore durante il quale avviene il ripristino dei tessuti danneggiati. anche risaputo che la melatonina stimola i meccanismi di riparazione del DNA cellulare. A questo punto interessante notare che la melatonina diminuisce con let negli esseri umani. La causa ovvia di questo cambiamento il risultato dello stress ambientale. Poich i livelli dei corticoidi surrenali aumentano (a causa dello stress) i livelli di melatonina in circolazione diminuiscono. Questi cambiamenti sono il risultato delleffetto del cortisone su un enzima chiamato N-acetil-transferasi che responsabile della trasformazione di serotonina in melatonina. Poich viviamo le nostre vite quotidiane con il consistente accumulo di stress fisici, chimici, ritmici ed emozionali, i nostri livelli ematici di corticoidi a mezzanotte tendono ad essere

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  • alti e, di conseguenza, i livelli di melatonina tendono ad essere bassi. Se i livelli di melatonina rimangono bassi, allora non facciamo mai un vero sonno ristoratore e le cellule si disgregano. Quando i tessuti del corpo si disgregano (catabolismo) pi in fretta di quanto si possano riparare (anabolismo), chiamiamo questo processo invecchiamento. interessante rendersi conto del fatto che la pineale strutturalmente perde la sua funzione man mano che ladulto umano va avanti con let. La calcificazione della ghiandola pineale che inizia verso i primi ventanni un fenomeno cos universalmente conosciuto che usato come punto di riferimento diagnostico per misurare la linea mediana del cranio quando si fanno i raggi X e le TAC di routine. A parte padroneggiare lo stress nella nostra vita, come possiamo allora attivare la pineale perch rimanga in salute e produca i suoi ormoni naturali? Quando gli estratti pineali con i loro associati neurotrasmettitori furono somministrati ad animali di laboratorio per via endovenosa, produssero effetti benefici che immediatamente ottennero lattenzione di molti scienziati. Gli elevati livelli di melatonina ed ormoni pineali arrestarono leccessiva secrezione di cortisone in risposta allo stress, migliorarono il metabolismo dei carboidrati, inibirono larteriosclerosi (indurimento delle arterie), alleviarono la depressione del sistema immunitario, ridussero i livelli di trigliceridi, migliorarono limmunit cellulare e diminuirono lincidenza dello sviluppo e crescita di certi tumori. Gli ormoni pineali aumentarono anche la durata della vita degli animali da laboratorio del 25 per cento. Rapportato agli esseri umani: se la durata della vita di un essere umano sano di 80 anni ed aumentata del 25 per cento, quella persona potrebbe vivere 100 anni. Ugualmente rilevante che gli scienziati hanno notato un miglioramento progressivoe consistente nella salute degli animali, caratterizzato da una riduzione del peso corporeo, migliore pelliccia, aumentato vigore, maggiore attivit e postura migliore (Maestroni, 1993). La melatonina aumenta anche significativamente il sonno REM (movimenti rapidi degli occhi) e lattivit onirica. Questo neurotrasmettitore sembra intensificare la visualizzazione a colori durante il sonno. il neurotrasmettitore dei sogni. La melatonina anche un importante spazzino di radicali liberi e un antiossidante, prolungando la vita e prevenendo malattie legate allet come pure il cancro e le malattie cardiache. I radicali liberi sono molecole con una grande carica che contengono ossigeno, ed esistono principalmente nel sangue. Essi danneggiano le membrane cellulari, le strutture cellulari (come il DNA) ed alterano molti processi biologici funzionanti influenzandone la fisiologia cellulare in molti modi dannosi. Altri test di laboratorio hanno confermato che la melatonina ha anche un ruolo neuroprotettivo. Quando i neuroni sono protetti, hanno una migliore possibilit di un prolungato e corretto funzionamento e di un rallentamento della degenerazione con let. Alcuni esempi di malattie neurodegenerative sono la senilit, il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer. Ora si compreso che le funzioni fisiologiche della melatonina vanno oltre le semplici propriet e caratteristiche alle quali si credeva una volta, ovvero che fossero principalmente preposte ai modelli ciclici dei cicli di sonno giornalieri. Uno degli aspetti pi promettenti e di particolare significato linfluenza della melatonina sul sistema immunitario. Dovuta alla sua affinit con le membrane cellulari, la melatonina pu facilmente penetrare in qualsiasi tessuto biologico e liquido corporeo direttamente dal plasma del sangue. Di conseguenza ha la capacit di fermare il danno creato dai radicali liberi che alterano la funzione del sistema immunitario e dellorganismo in generale. Si stanno ora scoprendo i metaboliti attivi o derivati della melatonina e lalchimista (la ghiandola pineale) ancora una volta crea la loro presenza. Man mano che la pineale continua il suo ruolo fisiologico nel cervello, prende

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  • letteralmente la melatonina e la trasforma in diversi neurotrasmettitori che hanno conseguenze fisiologiche specifiche basate su percorsi potenziali derivati dalla molecola della melatonina. La classe di molecole di interesse formate dalla melatonina si chiamano beta-carboline. Un particolare tipo di beta-carboline chiamata pinolina. stato clinicamente dimostrato che le beta-carboline influenzano la secrezione degli ormoni pituitari. La ghiandola pituitaria ha il suo ruolo pi attivo nella regolazione di tutte le altre ghiandole del corpo umano. Quando la ghiandola pituitaria attivata, il corpo in equilibrio dal punto di vista ormonale. Si sa anche che le beta-carboline stimolano attivamente lattivit sinaptica dei neuroni nel cervello che amano, specialmente la serotonina. Ci importante perch fanno maggiormente attivare ed innalzare le sinapsi nel sistema nervoso. Se le sinapsi sono pi attivate durante il sonno REM, allora il sogno diventa pi vivido. I metaboliti della melatonina quali le beta-carboline e la pinolina sembrano fluttuare costantemente nella chimica del cervello umano. In ogni momento queste molecole posso essere trasformate in una variet di diversi composti chimici ed attraverso questi canali possono divenire persino molecole con diversi effetti sul sistema nervoso e sul corpo. Ad esempio, se la ghiandola pineale alterasse ulteriormente queste molecole, troveremmo una sostanza chimica che elimina lo stimolo sessuale e diminuisce lappetito. Questo il neuro-ormone che si trova negli animali in letargo. Si chiama 5-metossitriptamina. Se a voi non dice niente, allora ripensateci. Quante volte la nostra concentrazione durante il giorno interrotta e la nostra attenzione alterata proprio da queste sostanze quando stiamo cercando di completare o eseguire un compito che richiede lungo tempo? Quando il cervello influenzato da questa sostanza chimica, allora il desiderio di partecipare attivamente al modo di vita stressante e assuefacente diminuisce ed aumenta linteresse a ritirarsi dagli stimoli mondani. Il letargo, il rilassamento, il riposo, il guarire la mente e il corpo quello che molti mammiferi fanno stagionalmente per prepararsi alla loro prossima avventura. La chimica disponibile. Se questi derivati della melatonina sono nuovamente alterati, troviamo una sostanza che uno stimolatore di bioluminescenza. Una sostanza chimica bioluminescente una molecola fosforescente che pu illuminare lattivit del cervello dallinterno, non dallesterno. In altre parole, la molecola che non solo aumenta lenergia nel cervello ma anche illumina le attivit dei neuroni del cervello senza stimoli esterni. Perch questo processo avvenga, questa sostanza chimica agisce da anestetico, calmando la normale reattivit ai sensi del cervello e del sistema nervoso centrale. Se si altera la funzione corticale del cervello in risposta agli stimoli esterni, allora il cervello si muove letteralmente in una stasi che d inizio a dei flash di immagini interne che sono la fonte di attenzione del partecipante. Quando ci succede, gli organi di senso e la loro innervazione al circuito di feedback del cervello con il corpo e con lambiente sono messi a tacere. In teoria, allora, la percezione di questa attivit visiva dove avviene la realt. Le sostanze chimiche sono chiamate indoleamine 5-metossilate. Infine, gli esperimenti scientifici hanno anche dimostrato come unaltra alterazione dei metaboliti della melatonina produca una sostanza altamente allucinogena. Questa si chiama N,N-dimetil-5-metossitriptamina. Ma non spaventatevi; ci non significa che la follia alle porte. Quello che realmente significa che il cervello ha il potere ed pronto a fornire la chimica per immagini vivide cosicch quando c una concentrazione intenzionale e focalizzata (nelle giuste circostanze), produrr qualsiasi sensazione desiderata. Ad esempio, quasi ogni essere umano ha sperimentato un sogno dove ha avuto la sensazione di volare. Com successo senza lesperienza di aver volato solo col corpo? Il cervello formula uno stato chimico per ogni pensiero ed azione. Ancora una volta, molto naturalmente, queste potenti

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  • molecole allucinogene (in quantit molto piccole) fanno s che questi processi occorrano senza che ci preoccupiamo minimamente di come avvengano. Facciamo ora una riflessione. Gli effetti della vita sono cos difficili che il solo pensiero costante di andarvene via? questa una risposta naturale? E se noi ci coprissimo gli occhi per un periodo prolungato eliminando la quantit di luce che il cervello riceve dalla retina? Poi rimuoviamo tutti gli stimoli esterni ed eliminiamo il tipico stress della nostra vita. Inoltre, facciamo una lista dei nostri obiettivi, sogni e desideri, che pu assisterci come una mappa per indicare la via per nuove esperienze e lasciarci dietro le vecchie. Come si acclimatizzerebbe il cervello a tutto ci? Basandoci sulla conoscenza di questo articolo, la serotonina sarebbe convertita in melatonina. La melatonina agirebbe per aumentare i cicli REM e il sonno ristoratore, mentre i livelli di corticoidi diminuirebbero (ora siamo fuori dallambiente) e gli ormoni dello stress letteralmente lascerebbero il nostro corpo. Come effetto collaterale, il corpo e la mente si rilasserebbero. La melatonina allora agirebbe da potente antiossidante e fermerebbe il progredire della neurodegenerazione e dellinvecchiamento, come pure ridurrebbe il potenziale di malattie cardiache e cancro. Avrebbe anche alcuni benefici aggiunti come prolungare la durata della vita ed aumentare la funzione immunitaria. Se procedessimo coscientemente oltre il bisogno del corpo di alzarsi, muoversi, essere stimolato, il cervello comincerebbe a creare la chimica per supportare ogni nostra intenzione. Cio il bisogno di mangiare e lo stimolo a procreare diminuirebbero cosicch noi possiamo continuare con la lista intenzionale dei nostri traguardi creata prima. In altre parole, i bisogni corporei si acquieterebbero ed il nostro desiderio di isolarci dallambiente esterno sarebbe chimicamente aumentato. Il cervello sarebbe anche sostenuto chimicamente attivando le sostanze chimiche che calmano le funzioni corticali del cervello dallambiente esterno e darebbero al cervello lenergia necessaria per illuminare letteralmente dallinterno. Aggiungete un paio di neurotrasmettitori che sono potenti allucinogeni, e non riesco a vedere come potremmo mai annoiarci. Forse cos che i sogni diventano realt... fonte: www.scienzaeconoscenza.it

    ULTIMO AGGIORNAMENTO SABATO 19 SETTEMBRE 2009 10:07

    Musica, sezione Aurea e numeri di Fibonacci

    Articoli - Sublimen

    MERCOLED 02 SETTEMBRE 2009 10:02

    Musica, sezione Aurea e numeri di Fibonacci Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Nell'ambito dell'arte e della matematica si indica con sezione aurea il rapporto fra due grandezze disuguali, di cui la maggiore medio proporzionale tra la minore e la loro somma, mentre lo stesso rapporto esiste anche tra la grandezza minore e la loro differenza. In formule, indicando con a e b le due lunghezze, vale la relazione: (a+b) : a = a : b = b : (a-b) [1] Tale rapporto vale approssimativamente 1,618.

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  • Il numero ricavato che esprime la sezione aurea un numero irrazionale, cio rappresentabile con infinite cifre decimali (non tutte uguali a 0 o 9); esso pu essere approssimato, con crescente precisione, dai rapporti fra due termini successivi della successione di Fibonacci, a cui strettamente collegato. Sia le sue propriet geometriche e matematiche, che la frequente riproposizione in svariati contesti naturali e culturali, apparentemente slegati tra loro, hanno impressionato nei secoli la mente dell'uomo, che arrivato a cogliervi col tempo un ideale di bellezza e armonia, spingendosi a ricercarlo e, in alcuni casi, a ricrearlo nell'ambiente antropico quale "canone di bellezza"; testimonianza ne forse la storia del nome che in epoche pi recenti ha assunto gli appellativi di "aureo" o "divino", proprio a dimostrazione del fascino esercitato. La musica ha numerosi legami con la matematica, e molti ritengono che centrale in essa sia il ruolo della sezione aurea. A sostegno di tale tesi vengono spesso richiamate alcune particolarit strutturali di determinati strumenti come il violino e il piano. Nel caso dei violini alcuni ritengono che la piacevolezza del suono derivi dalla sapienti capacit dei liutai di costruire la sua cassa armonica secondo particolari geometrie; per esempio l'arco che ne costituisce la base avrebbe, in molti casi, il suo centro di curvatura proprio in posizione aurea rispetto la lunghezza complessiva dello strumento,[48] inoltre anche lo stesso Stradivari si sa per certo che cercasse di posizionare gli occhielli del violino sempre in tale posizione; non vi sono per conferme sul fatto che tali accorgimenti conferiscano effettivamente un suono "migliore" allo strumento, che non possano essere invece attribuiti alla lavorazione dei materiali o alla scelta degli stessi. Nel pianoforte, invece, particolare rilievo viene dato alla struttura della tastiera, in special modo con parallelismi fra i numeri di questa e quelli di Fibonacci. I tredici tasti delle ottave, distinti in otto bianchi e cinque neri, a loro volta divisi in gruppi da due e tre tasti ciascuno; 2, 3, 5, 8, 13 appartengono infatti tutti alla successione di Fibonacci, ma anche in questo caso, ancor pi che nel precedente, si tratta di una mera coincidenza che non pu neppure essere attribuita a una specifica volont del costruttore, trattandosi di una soluzione motivata unicamente dall'evoluzione strutturale dello strumento. In passato si fatto notare, che molti degli intervalli musicali naturali sarebbero riducibili a frazioni in termini di numeri di Fibonacci (una sesta maggiore di La e Do 5/3, una sesta minore di Do e Mi 8/5). Gi Pitagora aveva osservato che gli accordi musicali ottenuti da corde le cui lunghezze siano in rapporto come numeri interi piccoli risultino particolarmente gradite all'orecchio.[49] Tuttavia, i motivi per cui tali rapporti sono particolarmente consonanti, che sono spiegati (almeno in parte) dall'acustica, non hanno praticamente alcuna connessione con la serie di Fibonacci. Sul piano compositivo la sezione aurea attraverso la serie di Fibonacci pu, ovviamente, essere rapportata a qualsiasi unit di misura concernente la musica, cio durata temporale di un brano, numero di note o di battute, etc non sono comunque rari anche in questo caso facili entusiasmi dovuti a fraintendimenti numerici. Per esempio Paul Larson nel 1978 sostenne di aver riscontrato nelle Kyrie contenute nel Liber Usualis, il rapporto aureo a livello delle battute, ma in mancanza di una documentazione che ne attesta la volont di inserimento rimane tutto a livello puramente congetturale; medesime illazioni sono sempre state fatte che per le opere di Mozart, anche se recentemente John Putz, matematico all'Alma College, subitamente

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  • convinto anche lui tale teoria specialmente per quanto riguarda le sue sonate per pianoforte, dovette ricredersi riscontrando un risultato decente soltanto per la Sonata n. 1 in Do maggiore. Questo quello che hanno fatto, per esempio, Bla Bartk (1881-1945) in alcune delle sue maggiori composizioni (come la Musica per Archi, Percussioni e Celesta) e Claude Debussy (1862-1918), il quale era particolarmente attratto dalla sezione aurea, citata da lui come le divine nombre nella raccolta Estampes (1903) e usata, tra gli altri, nella composizione dei brani La Mer (1905) e Cathdrale Engloutie. Questultimo, in particolare, un preludio per pianoforte di 89 battute, di cui le prime 68 hanno un tempo doppio delle restanti 21: in altre parole, alla battuta 68 il brano rallenta il tempo a met. L'effetto prodotto all'ascolto, quindi, riduce le battute di questa prima sezione a 34, e il brano ha una lunghezza percepita da chi lo ascolta di 55 battute, vale a dire la sezione aurea di 89. Questo uno dei tanti esempi che si possono citare per descrivere lapplicazione del concetto di sezione aurea all'interno delle composizioni musicali di Debussy. Il pianista Roy Howat ha analizzato altri brani di Debussy come Reflets dans l'eau, L'isle joyeuse (oltre al gi citato La mer) riscontrando in ognuno varie applicazioni delle tecniche succitate. Bartk e Debussy sono solo due tra i compositori che hanno usato in musica il concetto di sezione aurea, ma se ne potrebbero menzionare molti altri, tutti operanti tra la fine del XIX secolo e il XX secolo. In epoche pi recenti, musicisti quali Stockhausen, Pierre Barbaud, Iannis Xenakis, facendo evolvere i precedenti utilizzi della matematica in musica, hanno introdotto un utilizzo pi strutturato della matematica (soprattutto il calcolo delle probabilit e del computer per la composizione musicale). Xenakis in particolare ha fondato a tale fine, a Parigi nel 1972, un gruppo di ricerca universitario chiamato CEMAMU, che ha appunto come obiettivo lapplicazione delle conoscenze scientifiche moderne e del computer alla composizione musicale e alla creazione di nuovi suoni tramite sintetizzatori. Sofija Gubajdulina ha utilizzato frequentemente la serie di Fibonacci nelle sue opere - ad esempio nella Sinfonia "Stimmen... Verstummen...", in Perception, nel pezzo per percussioni All'inizio era il ritmo, nel coro Omaggio a Marina Cvetaeva, nel trio Quasi hoquetus, nella sonata Et exspecto e altre. Va sottolineato che la compositrice ha fatto ricorso alla serie di Fibonacci quale regola per organizzare il ritmo, generale o particolare, delle sue opere: "La Sezione Aurea stata impiegata [...] in due sensi: nella struttura intervallare e in quella ritmica. Delle due a me interessa particolarmente la seconda. Se si interpreta la struttura intervallare con le cifre occorre prendere il semitono come unit di misura. [...] Certamente i numeri 3-5-8, e quindi anche gli intervalli che essi rappresentano, sono disposti in una sequenza che quella della serie di Fibonacci. Ma su questo tipo di applicazione io ho alcuni dubbi, perch gli intervalli in questione sono considerati all'interno del sistema temperato, [...] un sistema artificiale. La serie di Fibonacci si applica invece al sistema del mondo, in una parola a quella natura che viene violata dall'artificio del sistema temperato. L'uso della serie di Fibonacci nel sistema ritmico mi sembra invece giusto e naturale perch il ritmo legato alla naturalit del nostro respiro."[50] Anche la musica Rock, specialmente nel cosiddetto rock progressivo, si confrontata con gli aspetti mistico-esoterici della sezione aurea, e pi precisamente dalla serie di Fibonacci. Lesempio pi emblematico la musica dei Genesis, che hanno usato assiduamente la serie fibonacciana nella costruzione armonico-temporale dei loro brani: Firth of Fifth tutto basato su numeri aurei: ad esempio ci sono assoli di 55, 34, 13 battute, di questi alcuni sono formati da 144 note, etc. Oltre ai Genesis, altre rock band hanno usato, seppure pi sporadicamente, i numeri aurei nelle loro composizioni. Fra

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  • questi i Deep Purple nel brano Child in Time e i Dream Theater nell'album Octavarium, interamente concepito secondo il rapporto tra i numeri 8 e 5 e termini consecutivi della sequenza di Fibonacci. Risale invece al 2001 Lateralus album della band americana Tool che contiene il singolo omonimo "Lateralus" costruito fedelmente sulla serie di Fibonacci. note: 1 ^ Si legge: "a pi b" sta ad "a" come "a" sta a "b" e come "b" sta ad "a" meno "b" 48 ^ Livio, op. cit., p. 271 49 ^ Ciononostante, il sistema di note pi usato al giorno d'oggi, basato sul temperamento equabile, prevede che i rapporti tra due semitoni successivi della scala cromatica sia pari alla quantit 122, un numero irrazionale, il che fa s che gli unici rapporti interi fra le note corrispondano agli intervalli di ottava (il cui rapporto pari a due). 50 ^ Fonte: "Un'autobiografia dell'autore raccontata da Enzo Restagno", contenuto in AA.VV. "Gudajdulina", ed. EDT

    CRONOBIOLOGIA

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    MARTED 21 LUGLIO 2009 11:08

    CRONOBIOLOGIA Cronobiologia: approccio olistico a mente-corpo di Gianni Francesetti e Alessandro Meluzzi La ciclicit una caratteristica praticamente costante della materia vivente: esistono ritmi delle cellule, degli organi e sistemi, della biologia e del comportamento degli organismi e della specie. Cos, ad esempio, presente una ritmicit nel ciclo riproduttivo delle cellule del nostro organismo ed ritmica l'attivit elettroencefalografica cerebrale. Ma anche tutta la nostra vita psicosociale segue dei ritmi pi o meno evidenti, come dimostrano il comportamento alimentare o sessuale e il ciclo sonno/veglia. A questo proposito alcune indagini epidemiologiche hanno evidenziato che l'attivit sessuale nell'uomo, la frequenza dei rapporti sessuali, la masturbazione, la vendita di contraccettivi, i nuovi casi di malattie sessuale trasmesse, le violenze sessuali denunciate presentano un picco circannuale tra il mese di luglio e quello di ottobre.

    Si osservato, inoltre, che l'attivit criminosa contro le persone presenta un

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  • picco massimo in estate, mentre quella contro la propriet massima in inverno. Le convulsioni epilettiche variano la loro frequenza con un ritmo che segue le fasi lunari e con un ritmo circadiano. per questo che gli antichi chiamavano l'epilessia "mal di luna"? Tutto ci in relazione col mito dei licantropi (uomini-lupo)? La depressione e la mania sono sindromi tipicamente cicliche e a volte stagionali e anche l'incidenza dei suicidi presenta dei massimi e dei minimi annuali; per esempio alle nostre latitudini vi un massimo al solstizio d'estate. Qual il significato e quali sono i meccanismi regolatori di questa sorta di cronometro o clessidra della biologia e dei comportamenti? Occorre innanzitutto precisare che esistono molti tipi di ritmi biologici: ci sono ritmi circadiani, della durata, cio, di circa un giorno; ritmi infradiani, con un periodo maggiore di 24 ore, come quelli circamensili o circannuali; ritmi ultradiani, con un periodo inferiore alle 24 ore. Ogni ritmo biologico e comportamentale la risultante di un elemento endogeno e di un sincronizzatore esterno; esiste infatti un ritmatore (nel nucleo soprachiasmatico ipotalamico) che genera dei ritmi con un periodo di circa 24 ore. A questo programma genetico si sovrappone l'influenza dei sincronizzatori ambientali: si tratta di fattori fisici (ciclo luce-buio, della temperatura, fasi lunari, campi geomagnetici) e psicosociali (turni di lavoro, orario dei pasti, ecc.). In condizioni di isolamento da questi fattori ambientali, (come durante l'isolamento in grotte), i ritmi biologici saranno l'espressione dei soli ritmatori endogeni che produrranno dei ritmi cosiddetti free-running perch non pi controllati dall'esterno; ad esempio il ciclo sonnoveglia invece di essere di 24 ore acquister un periodo pi lungo (di 25 ore circa). dal reciproco contributo dei sincronizzatori interni ed esterni che nasce l'equilibrio cronologico dell'organismo. Un "relais" fondamentale dell'adattamento temporale dell'individuo all'ambiente costituito dalla ghiandola pineale o epifisi. Questa ghiandola venne definita da Cartesio la "sede dell'anima" e anello di giunzione fra la Res Cogitans e la Res Extensa (la coscienza e il corpo). Inoltre, per gli orientali, la pineale costituisce il "terzo occhio" o "occhio di Buddha", che, se aperta, penetra nelle dimore di cose ineffabili e a livello epifisario posto il settimo chakra: il loto dell'illuminazione. L'epifisi secerne la melatonina in funzione del ciclo luce/buio e di altre determinanti ambientali come i campi elettromagnetici. La melatonina agendo sul sistema endocrino, sul sistema immunitario e verosimilmente su quello nervoso, informa l'organismo delle variazioni ambientali permettendogli di adeguarsi ad esse. evidente il significato adattivo di tutto ci: un organismo evolutivamente avvantaggiato dal fatto di essere programmato in anticipo per adottare la propria fisiologia e comportamento alle variazioni ritmiche ambientali; infatti, poich la durata giornaliera della luce solare (fotoperiodo) varia col variare della stagione, la pineale modifica la sua funzione nei diversi periodi dell'anno e permette, ad esempio, all'animale che andr in letargo di accumulare grassi in anticipo prima che il freddo e la scarsit di cibo si facciano sentire. Ognuno di noi "funziona" quindi sulla base di una quantit innumerevole di ritmi qualitativamente eterogenei. Ritmi cellulari: ad esempio l'attivit mitotica e metabolica; ritmi sistematici: per il sistema neuroendocrino ricordiamo l'attivit ciclica circadiana e circannuale dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene e quindi del cortisolo, ormone principe dello stress, e del sistema endorfinico del piacere-dolore (cio il sistema delle endorfine, i cosiddetti oppioidi endogeni). Anche il sistema immunitario varia la sua attivit lungo le 24 ore (ad esempio le cellule natural killer presentano la massima reattivit

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  • alle 5 del mattino secondo un ciclo controllato dalla melatonina). Ad un livello ancora superiore si situano i ritmi organismici integrati: il ritmo sonno-veglia, con le sue farsi REM (sonno con sogno) e non REM (sonno senza sogno), i ritmi di attivit e riposo, i ritmi emozionali, quelli sessuali e riproduttivi. Tutti questi sistemi sono strettamente integrati fra di loro: durante le fasi REM del sonno si osserva un incremento a picco dei tassi di IL-2 (interleukina 2), una sostanza endogena che stimola le Natural Killer che difendono l'organismo dai virus e dalle cellule neoplastiche che quotidianamente si formano nel nostro organismo. possibile che tale azione sia mediata dalle beta-carboline, allucinogeni endogeni secreti anche dalla pineale e che possiedono importanti azioni sul sistema immunitario. molto affascinante notare che queste stesse betacarboline sono contenute nelle piante allucinogene utilizzate dagli sciamani sudamericani nelle loro pratiche terapeutiche. A questo proposito, come non ricordare la correlazione che molte civilt proponevano fra attivit onirica e condizioni di salute e malattia? I Greci, ad esempio, passavano le notti nei templi di Esculapio (Dio della medicina) aspettando la visita della divinit nel sogno. Al mattino si poteva essere o spacciati o guariti. E ancora: durante il giorno abbiamo dei ritmi brevi, cosiddetti ultradiani, della durata di 90 minuti in cui alternativamente risulta attivato o l'emisfero destro o quello sinistro; ci si pu facilmente determinare controllando con quale narice si sta respirando: l'emisfero attivo quello opposto alla narice aperta. Durante la dominanza dell'emisfero destro viene stimolata la fantasia e la creativit, come quando si sogna ad occhi aperti, ed in questa fase che si verificano con pi frequenza lapsus, distrazioni e incidenti; viceversa, quando l'emisfero sinistro ad essere pi attivo, siamo pi vigili su ci che ci circonda e sono pi pronte le nostre capacit analitiche, matematiche, razionali. L'organizzazione bioritmica del nostro organismo, della quale abbiamo dato qualche esempio, quindi essenziale per l'adattamento del nostro psicosoma all'ambiente in cui vive e, quindi, per il mantenimento dell'omeostasi. Infatti, quando quest'ultima viene persa e insorge la malattia, troviamo praticamente sempre delle alterazioni cronobiologiche. Nel settore del disturbo mentale, una tipica disritmia la psicosi maniaco-depressiva in cui sono presenti variazioni cicliche con periodo circadiano (il paziente sta regolarmente peggio al mattino) e con periodi maggiori mensili o annuali. In questa patologia si ritiene che un'alterazione dei ritmi possa giocare un ruolo causale nell'insorgere della malattia; infatti la luce, come risincronizzante se somministrata in particolari momenti del giorno, ha un effetto terapeutico (9,10) (Light-therapy). I bioritmi possono alterarsi in seguito allo stress o per la desincronizzazione fra fattori regolatori ambientali e pacemakers endogeni. Lo stress causa alterazioni neuroendocrine importanti che sregolano il ritmo ormonale del soggetto e altera il normale alternarsi di dominanza emisferica. La desincronizzazione provoca il disadattamento fra individuo e ambiente: ci accade ad esempio nei turni di lavoro e nei viaggi intercontinentali aerei. Queste situazioni sono accompagnate da una quantit di sintomi psicosomatici dei quali un tipico esempio il jet-lag e che vanno dalla cefalea e disorientamento, all'insonnia o ipersonnia, ai disturbi gastrointestinali o dermatologici; inoltre nei disturbi somatoformi e dell'umore si riscontrano spesso alterazioni cronobiologiche ormonali che possono giovarsi di una terapia risincronizzante quale la somministrazione di ACTH (un ormone ipofisario che induce un aumento della cortisolemia) alle ore 7 del mattino. In conclusione, la cronobiologia non deve essere intesa come un settore ultraspecialistico della medicina, dove alcune sofisticate elaborazioni matematiche permettono di misurare le variazioni temporali di alcuni parametri biologici. invece un metodo di analisi della biologia e del

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  • comportamento che si fonda sul rapporto fra l'uomo e l'ambiente, fra ecosistema interno ed ecosistema esterno, fra microcosmo e macrocosmo. Si tratta quindi di un approccio profondamente olistico che nella valutazione dell'equilibrio omeostatico non tiene conto soltanto di fattori interni al sistema, ma anche del rapporto psicobiologico che si stabilisce in ogni momento con l'ecosistema esterno. In questa prospettiva l'uomo non solo non pi la positivista e meccanicistica somma di cellule e organi, ma non neppure una monade isolata dal proprio ambiente; la cronobiologia, inserendo la variabile "tempo" nell'indagine psicobiologica, ristabilisce il contatto di ogni nostro fenomeno fisico, chimico, biologico o psicologico con i parametri ecosistemici ambientali: la luce, le variazioni dei campi elettromagnetici, le rivoluzioni planetarie e il susseguirsi delle stagioni, rivelando cos la presenza di una risonanza cosmica di ogni evento psicologico. La ghiandola pineale - sincronizzatore dei ritmi Un approccio olistico al rapporto mente/corpo di G. Francesetti, M.Gecele, A.Meluzzi Secondo gli studi storici eseguiti dal neutoanatomista J. Ariens Kappers, (l979), la ghiandola pineale fu scoperta pi di 2300 anni fa da Herophilus (325-280 a.C.) un anatomico alessandrino, il quale riteneva che essa controllasse il flusso della memoria. La letteratura indiana antica presenta numerosi riferimenti alla pineale come organo di chiaroveggenza o di meditazione, che permetteva all'uomo di ricordare le sue vite precedenti. Per i buddisti, quest'organo costituisce il "terzo occhio" che, se aperto, penetra nelle dimore di cose ineffabili. Finch il terzo occhio dorme l'adepto rimane inconsapevole dell'ineffabile. Sono tuttavia descritte molte tecniche per permettere agli aspiranti di "aprirlo", una di queste la meditazione. Questo terzo occhio stato anche ampiamente rappresentato nelle opere di arte sacra orientale dove accade frequentemente di incontrare delle figure umane dotate di un occhio che si apre al centro della fronte. Il segno ind delle caste si trova in un punto scelto comunemente per simbolizzare l'"occhio", e anche il colore utilizzato rappresenta lo spazio di sviluppo spirituale. L'epifisi assume un ruolo importante anche nella visione energetica dei sette chakra dell'uomo. Gli studi classici della medicina greco - romana considerano l'epifisi una struttura capace di materializzare e guidare il fluido del pensiero dal terzo al quarto ventricolo cerebrale, attraverso, cio, quel sistema di canalicoli e cisterne nei quali fluisce il liquido cefalo - rachidiano. Galeno, medico del II secolo a.C., consider la pineale come una struttura simile alle ghiandole linfatiche. Questa interpretazione venne accettata nella cultura occidentale per molti secoli, finch in epoca rinascimentale, qualcuno non torn ad occuparsi di ghiandola pineale. Nel 1640, Descartes definisce l'epifisi come "la sede dell'anima" e anello di congiunzione tra res cogitans e res extensa, postulando anche l'esistenza di una connessione occhio - epifisi - muscolo e attribuendo cos, intuitivamente, un significato funzionale all'epifisi come mediatore degli effetti della luce sull'apparato muscolare. Questa piccola struttura cerebrale era quindi in grado di trasformare un immateriale pensiero in un'azione e di risolvere in questo modo, molti problemi alla costruzione filosofica cartesiana. In seguito, sotto l'influenza del pensiero cartesiano, molti studiosi del XVII e

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  • XVIII secolo associano la pineale e le sue calcificazioni alla pazzia e alla patologia psichiatrica in genere. Da allora la pineale resta sostanzialmente nell'oblio e l'aggettivo "vestigiale" quello pi frequentemente applicato a questa ghiandola. Tuttavia recenti ricerche psiconeuroendocrinoimmunologiche hanno riportato l'attenzione sull'epifisi. Le attuali conoscenze neurofisiologiche evidenziano come la pineale non sia semplicemente una ghiandola, ma, come la midollare del surrene, un trasduttore neuroendocrino: converte infatti un input nervoso, u~n neurotrasmettitore, in un output ormonale che va in circolo. L'input nervoso la noradrenalina, rilasciata dai nervi ortosimpatici postgangliari, l'output ormonale in primo luogo la melatonina. la sua sintesi della serotonina catalizata da due enzimi (n - acetil - transferasi , SNAT, e idrossindol - O - metil transferasi o HIOMT) che sono caratteristici della pineale. I pinealociti sintetizzano esso stessi la serotonina dal triptofano aminoacido essenziale, tramite la stessa via utilizzata nei neuroni. La sintesi e la secrezione di melatonina sono regolate dalla percezione della luce: interessante osservare che la pineale deriva da un organo fotorecettoriale, funzionalmente "un terzo occhio", presente in alcune specie di rettili ed anfibi. La pineale dei mammiferi non risponde per direttamente alla luce, ma l'impulso luminoso, raccolto dalla retina, giunge al nucleo sporachiasmatico, regione coinvolta nella genesi dei ritmi biologici; di qui l'informazione passa all'ipotalamo laterale da cui si dipartono le fibre efferenti dirette al midollo toracico dove originano le fibre che terminano nei neuroni pregangliari del nucleo cervicale superiore che proiettano alla pineale. La luce quindi determina il ritmo circadiano e circannuale della melatonina, la cui secrezione massima di notte e minima di giorno (il picco massimo si situa intorno alle 02,00 di notte). La pineale riceve per anche informazioni direttamente dal SNC tramite fibre nervose che collegano l'abenula, la commisura posteriore, i nuclei paraventricolari con il peduncolo e il parenchima epifisario. D'altra parte esistono dei recettori specifici per la melatonina nel SNC, in particolare nel nucleo soprachiasmatico ipotalamico che rappresenta un centro di primaria importanza cronobiologica. Anche le influenze ormonali sembrano giocare un ruolo importante nella fisiologia epifisaria, ed esistono sicure relazioni tra pinea1e e altri sistemi endocrini, in particolare le gonadi. Oltre alla luce, anche i campi elettromagnetici influenzano l'attivit della pineale, la quale sembra essere un mediatore fondamentale degli effetti sistemici di questi campi sui sistemi biologici. La pineale si presenta quindi come un fondamentale detector di alcune variabili ambientali, in grado di trasferire le informazioni dall'ecosistema esterno a quello interno, permettendo cos la sincronizzazione fra ritmi ambientali e ritmi biologici dell'organismo. Quest'organo ricopre infatti un ruolo centrale nell'organizzazione cronobiologica del nostro organismo, consentendo ad esso di adattarsi in modo ottimale alle variazioni temporali ambientali. L'azione dei secreti pineali, in gran parte ancora ignota, si esplica sul sistema endocrino immunitario e nervoso in modo estremamente complesso. I prodotti epifisari meglio conosciuti (melatonina e betacarboline) sono delle molecole a struttura chimica indolica, come la serotonina. Questo tipo di anello strutturale presente in tutte quelle molecole che a livello animale e vegetale mediano il rapporto esterno - interno in modo sincronizzato. La melatonina, oltre ad un effetto antigonadotropo, evidente soprattutto negli

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  • animali, presenta una attivit immunostimolante e antagonizzante gli effetti immunodepressivi di stress. Tratteremo a questo proposito soprattutto della melatonina, ma sarebbe un errore identificare la pineale con questo ormone. Infatti, l'epifisi sede di produzione di molte altre molecole, come le beta-carboline, la cui funzione attualmente in gran parte sconosciuta. Recenti osservazioni depongono per un ruolo immunomodulatore della pineale in senso stimolante e antagonista nei confronti dello stress, tramite l'azione della melatonina su cellule immunocompetenti e con la mediazione degli oppioidi endogeni. Oltre ad un'azione immunomodulatrice, gli indoli (in particolare le beta-carboline e i serotoninergici) influenzano gli stati di coscienza, controllando in particolare il ritmo veglia/sonno e l'attivit onirica. Le beta-carboline, in modo specifico, sono implicate nella produzione dei sogni notturni e possono forse spiegare il fisiologico ritmo di alternanza della dominanza emisferica cerebrale della durata di circa 20 minuti. Durante la predominanza dell'emisfero destro si attiva la sfera affettiva, emozionale e creativa con una pi o meno spiccata estraniazione dall'ambiente esterno. In questi momenti ci sorprendiamo a sognare ad occhi aperti o a commettere lapsus verbali o errori nel nostro lavoro. Nella fase di predominanza emisferica sinistra invece la nostra parte logico - razionale e analitica ad essere pi attiva. L'andamento bilanciato e armonicamente fasico di questi diversi stati di coscienza alla base di un buon equilibrio psicosomatico, perch meccanismi che controllano questa altalena della coscienza sono gli stessi che modulano l'attivit neuroendocrinoimmunitaria del soggetto. Non deve quindi stupire che uno degli strumenti terapeutici pi utilizzati in diverse medicine tradizionali, sia costituito proprio da sostanze contenenti indoli. E' per esempio il caso dello sciamano dell'Amazzonia che usa l'ayahuasca, una liana ricca di beta-carboline e con propriet allucinogene, per indurre uno stato di coscienza fortemente alterato e condurre cosi alla catarsi e alla guarigione. Ci che fa lo sciamano indurre, con tecniche comunicative che creano lo specifico contesto emozionale e con l'assunzione e la somministrazione di indoli, una "tempesta psicobiologica" riomeostatizzante per un meccanismo di tipo psiconeuroendocrinoimmunologico. L'azione dell'allucinogeno, per un meccanismo serotoninergico, si esplica inoltre a livello del rafe mesencefalico e dell'attivit epifisaria, con una conseguente modulazione cronobiologica dell'orologio endogeno. In questo senso la pineale rappresenta un fondamentale centro di sincronizzazione dei ritmi dell'organismo ai ritmi ambientali, tramite un'azione su diversi sistemi, fra cui come abbiamo detto, quello immunitario. La regolare cadenza dei singoli bioritmi e il loro sincronismo rappresentano una delle condizioni essenziali per un adeguato funzionamento dell'essere vivente. Infatti, la caratteristica essenziale dei ritmi biologici di alternare periodi di riposo a periodi di attivit funzionale permette di mantenere i vari distretti a un livello ottimale di funzionamento. E' dunque evidente che ogni fattore che interferisce col normale svolgersi dei complessi cicli bioritmici dell'organismo, non solo altera una normale sequenza adattativa e difensiva, ma favorisce la formazione dei precursori della malattia somatica. E' un dato di fatto che vari bioritmi fondamentali risultano alterati in numerose malattie considerate come psicosomatiche quali l'asma .bronchiale, l'ipertensione essenziale, l'ulcera gastroduodenale, le malattie coronariche, ed altre.

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  • Inoltre, alcuni importanti bioritmi psiconeuroendrocrini, fra cui lo stesso ritmo della melatonina, sono profondamente modificati nei disturbi dell'umore (per intenderci: nelle sindromi depressive). In queste situazioni l'alterazione cronobiologica qualcosa di pi di un mero epifenomeno, sembra cio rivestire un ruolo causale nell'insorgenza del quadro psicopatologico; a conferma di ci stanno le recenti acquisizioni terapeutiche che svolgono la loro azione proprio agendo sui bioritmi (la fototerapia). Inoltre, anche molti farmaci antidepressivi, dal litio alla clorgilina e imipramina, hanno dei rilevanti effetti sull'andamento dei bioritmi. E' quindi evidente come la modificazione della normale oscillazione ritmica dei diversi parametri fisiologici si associ all'insorgenza di situazioni patologiche. Ma quali sono le principali cause di disorganizzazione bioritmica? In primo luogo la causa della desincronizzazione pu essere endogena, e sembra essere il caso, ad esempio, di alcuni disturbi psichiatrici come la depressione endogena. In secondo luogo, possono essere causa di alterazioni cronobiologiche gli eventi psicosociali, lo stress, le alterazioni di parametri ambientali. Mentre nelle societ contadine ad economia agricola i ritmi del lavoro, dell'alimentazione e del riposo attivit tendevano ad essere sincroni con i ritmi biologici e con il variare periodico degli eventi naturali, la rivoluzione industriale ha progressivamente modificato questa situazione. La moderna societ urbana industriale ha infatti sempre pi imposto i propri ritmi, legati a esigenze di tipo economico e tecnologico, sui ritmi biologici individuali e di gruppo. Cos il progressivo aumento di attivit lavorative legate ai turni notturni, i rapidi spostamenti attraverso i fusi orari che avvengono nei viaggi aerei, ma soprattutto l'induzione di ritmi comportamentali uguali per tutti e vincolati a necessit produttive ha portato a sincronismi artificiali con serie conseguenze sul piano psicosomatico infatti i ritmi comportamentali e i ritmi biologici sono fra loro armonicamente collegati per un migliore adattamento dell'individuo alle richieste dell'ambiente. La situazione ottimale di minor rischio psicosomatico viene dunque raggiunta quando due serie di ritmi sono in fase perfetta fra di loro e il comportamento riceve esattamente il supporto biologico di cui ha bisogno in quel momento. Per quando per l'azione di determinanti psicosociali, i bioritmi comportamentali - emozionali vengono forzati in direzioni diverse da quelle dei loro ritmi biologici di supporto, si crea una dissociazione fra programmi biologici e comportamenti che una delle principali condizioni per la formazione dei precursori della malattia. Nella attuale organizzazione urbano - industriale inoltre i ritmi comportamentali dell'attivit, della sessualit e riproduzione, dell'alimentazione sono scarsamente sincronizzati con i ritmi biologici che ad essi sottendono e sono per lo pi fissi nel tempo in contrasto con il variare ciclico delle determinanti fisiche ambientali quali il variare delle stagioni. E' come se vivessimo a livello emozionale - comportamentale in un limbo metacronologico, dissociato di ritmi ambientali. Per quanto riguarda lo stress, 1'organizzazione cronobiologica sembra essere molto protetta da alterazioni indotte dallo stress. Ci conferma come quest'ultimo sia una reazione biologico - comportamentale utile e necessaria per la vita e, d'altra parte, comunque la stabilit e la regolarit dei bioritmi sia importante per la sopravvivenza dell'individuo, e della specie. Tuttavia le situazioni di stress acuto strettamente intenso oppure cronico

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  • producono nell'individuo delle alterazioni cronobiologiche associate all'insorgenza di disturbi psicopatologici e psicosomatici. Quale ruolo ha la pineale in questo processo di insorgenza della malattia da desincronizzazione? La ricerca in questo settore tutt'altro che conclusa, tuttavia se pensiamo da un lato alla funzione cronobiologica della pineale e dall'altro all'attivit che la melatonina e le beta-carboline svolgono sul sistema neuroendocrino e sul sistema immunitario, la pineale diventa in modo evidente un possibile mediatore degli effetti patologici della desincronizzazione. A questo proposito si sta aprendo strada il concetto che la pineale possa svolgere un ruolo di "regolatore dei regolatori" nell'organismo animale, venendo a configurarsi come mediatore ambiente - individuo e come modulatore teso a mantenere l'omeostasi contrastando tutto ci che minaccia di comprometterlo. Non solo, quindi, un "ormone antistress", ma pi generalmente un modulatore omeostatico che antagonizza gli effetti dello stress quando questo Si presenta come una "inhibiction de l'action" (inibizione dell'azione) in senso laboritiano ed quindi pericoloso per la sopravvivenza dell'individuo. Occorre infine ricordare che la pineale sensibile alle variazioni dei campi elettromagnetici ambientali e possiede quindi le. caratteristiche di "terzo occhio" che nel passato alcuni pensatori gli hanno intuitivamente attribuito; , quindi affascinante utilizzare come ipotesi di lavoro la possibilit che questo organo funga da antenna per le cosiddette energie "sottili" che ci giungono dall'ecosistema esterno. Lo studio della ghiandola pineale e dei suoi secreti quindi un chiaro esempio di ricerca olistica, in quanto deve considerare l'oggetto di ricerca non pi isolatamente e non soltanto come facente parte di un organismo pi complesso, ma deve tenere conto anche dell'ecosistema in cui questo organismo. si trova. D'altra parte per questo studio necessario un approccio transdisciplinare che si arricchisca dell'interazione tra i diversi approcci al problema, e che deve saper comprendere e parlare sia il linguaggio del biochimico che quello dell'antropologo, sia quello del fisico che quello dello sciamano. Questa prospettiva transdisciplinare, interattiva e complessa, quella che nell'attuale paradigma scientifico pu farsi crogiolo di nuove conoscenze, in quanto capace di utilizzare, oltre al microscopio, anche il macroscopio e percepire cos non solo le cose, ma anche le relazioni fra le cose. Ghiandola pineale: stress e sistema immunitario di G. Francesetti e A. Meluzzi La pineale non semplicemente una ghiandola, ma, come la midollare del surrene, un trasduttore neuroendocrino: converte infatti un input nervoso, (un neurotrasmettitore), in un output ormonale che va in circolo. L'input nervoso la NA, (Noradrenalina) l'output ormonale la melatonina. La sintesi della Melatonina dalla serotonina catalizzata dalla pineale che la sintetizza essa stessa dal triptofano, aminoacido essenziale. La sintesi e la secrezione di melatonina sono regolate dalla percezione della luce: interessante osservare che la pineale deriva da un organo fotorecettoriale, funzionalmente "un terzo occhio", presente in alcune specie di rettili ed anfibi. La pineale dei mammiferi non risponde per direttamente

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  • alla luce, ma all'impulso luminoso, raccolto dalla retina. La secrezione della melatonina massima di notte e minima di giorno (il picco massimo si situa intorno alle 02,00 di notte). Esistono dei recettori specifici per la melatonina nel SNC, in particolare nel nucleo soprachiasmatico ipotalamico che rappresenta un centro di primaria importanza cronobiologica. Oltre alla luce, anche i campi elettromagnetici influenzano l'attivit della pineale, la quale sembra essere il mediatore principale degli effetti di questi campi sui sistemi biologici. La pineale si presenta quindi come un fondamentale detector di alcune variabili ambientali, in grado di trasferire le informazioni dall'ecosistema esterno a quello interno, permettendo cos la sincronizzazione fra ritmi ambientali e ritmi biologici dell'organismo. Quest'organo ricopre infatti un ruolo centrale nell'organizzazione cronobiologica del nostro organismo consentendo ad esso di adattarsi in modo ottimale alle variazioni temporali ambientali. L'azione dei secreti pineali, in gran parte ancora ignota (infatti a tutt'oggi stata isolata solo la melatonina), si esplica innanzitutto sul sistema endocrino e immunitario in modo estremamente complesso. Soffermiamoci ad analizzare le influenze su quest'ultimo, riportando alcune delle numerose osservazioni effettuate in tal senso: - nel topo il blocco dell'attivit della pineale (con somministrazione serale di propanololo) sopprime la risposta anticorpale primaria contro le emazie di pecora. Tale soppressione non si manifesta se si somministra contemporaneamente la melatonina. - nel topo la somministrazione di melatonina aumenta la risposta anticorpale primaria in vivo contro le emazie di pecora. - la melatonina contrasta gli effetti immunosoppressori dello stress da immobilizzare (un tipica situazione di "inibizione dell'azione") sulla risposta anticorpale primaria e sul peso del timo nel topo. - in topi che hanno ricevuto una dose subletale di virus encefalomiocarditico, lo stress causa una mortalit del 90% circa degli animali. La contemporanea somministrazione di melatonina riduce la mortalit al 10% circa. - l'effetto immunostimolante della melatonina segue un ritmo circadiano con un effetto massimo per la somministrazione serale. - la melatonina interferisce con il ritmo circadiano dell'attivit delle cellule NK (Natural Killer) producendo un aumento di attivit fino al 20% dopo due ore dalla somministrazione e una diminuzione dopo 6 ore. - la melatonina aumenta l'attivit interferon-dipendente delle cellule NK. Queste osservazioni depongono per un ruolo della pineale stimolante sul sistema immunitario e antagonista nei confronti dello stress. Quindi la pineale sembra essere un fondamentale centro di sincronizzazione dei ritmi dell'organismo ai ritmi ambientali, tramite un'azione su diversi sistemi, fra cui come abbiamo detto, quello immunitario. La regolare cadenza dei singoli bioritmi e il loro sincronismo rappresentano una delle condizioni essenziali per un adeguato funzionamento dell'essere vivente. Infatti, la caratteristica essenziale dei ritmi biologici di alternare periodi di riposo a periodi di attivit funzionale permette di mantenere i vari distretti a un livello ottimale di funzionamento.

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  • dunque evidente che ogni fattore che interferisce col normale svolgersi dei complessi cicli bioritmi dell'organismo, non solo altera una normale sequenza adattativa e difensiva, ma favorisce la formazione dei precursori della malattia somatica. un dato di fatto che vari bioritmi fondamentali risultano alterati in numerose malattie considerate come psicosomatiche quali l'asma bronchiale, l'ipertensione essenziale, l'ulcera gastroduodenale, le malattie coronariche ed altre. Inoltre, alcuni importanti bioritmi psiconeuroendocrini, fra cui lo stesso ritmo della melatonina, sono profondamente modificati nei disturbi dell'umore (per intenderci nelle sindromi depressive). In queste situazioni l'alterazione del ritmo cronobiologico sembra essere qualcosa di pi di un mero effetto secondario, sembra cio rivestire un ruolo causale nell'insorgenza del quadro psicopatologico; a conferma di ci stanno le recenti acquisizioni terapeutiche che svolgono la loro azione proprio agendo sui bioritmi (la fototerapia). Inoltre, anche molti farmaci antidepressivi, dal litio alla clorofilla e imipramina, hanno dei rilevanti effetti sull'andamento dei bioritmi. quindi evidente come la modificazione della normale oscillazione ritmica dei diversi parametri fisiologici si associ all'insorgenza di situazioni patologiche. Ma quali sono le principali cause di disorganizzazione bioritmica? In primo luogo la causa della desincronizzazione pu essere endogena, e sembra essere il caso, ad esempio, di alcuni disturbi psichiatrici come la depressione endogena. In secondo luogo, possono essere causa di alterazioni cronobiologiche gli eventi psicosociali, lo stress, le alterazioni di parametri ambientali. Mentre nelle societ contadine ad economia agricola i ritmi del lavoro, dell'alimentazione e del riposo - attivit tendevano ad essere sincroni con i ritmi biologici e con il variare periodico degli eventi naturali, la rivoluzione industriale ha progressivamente modificato questa situazione. La moderna societ urbana industriale ha infatti sempre pi imposto i propri ritmi, legati a esigenze di tipo economico - tecnologico, sui ritmi biologici individuali e di gruppo. Cos, il progressivo aumento di attivit lavorative legati ai turni notturni, i rapidi spostamenti attraverso i fusi orari che avvengono nei viaggi aerei, ma soprattutto l'induzione di ritmi comportamentali uguali per tutti i vincolati a necessit produttive ha portato a sincronismi artificiali con serie conseguenze sul piano psicosomatico. Infatti i ritmi comportamentali e i ritmi biologici sono fra loro armonicamente collegati per un migliore adattamento dell'individuo alle richieste dell'ambiente. La situazione ottimale di minor rischio psicosomatico viene dunque raggiunta quando due serie di ritmi sono in fase perfetta fra di loro e il comportamento riceve esattamente il supporto biologico di cui ha bisogno in quel momento. Per, quando per l'azione di determinanti psicosociali, i bioritmi comportamentali-emozionali vengono forzati in direzioni diverse da quelle dei loro ritmi biologici di supporto, si crea una dissociazione fra programmi biologici e comportamenti che una delle principali condizioni per la formazione dei precursori della malattia. Nella attuale organizzazione sociale urbano-industriale i ritmi comportamentali dell'attivit, della sessualit e riproduzione, dell'alimentazione sono scarsamente sincronizzati con i ritmi biologici che ad essi sottendono e sono per lo pi fissi nel tempo in contrasto col variare ciclico delle determinanti fisiche ambientali quali il variare delle stagioni. come se vivessimo, a livello emozionale-comportamentale, in un limbo metacronologico, dissociato dai ritmi ambientali. Per quanto riguarda lo stress, il ritmo cronobiologico sembra essere molto

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  • protetto da alterazioni indotte dallo stress. Ci conferma come lo stress inizialmente sia una reazione biologico-comportamentale utile e necessaria per la vita e, dall'altra parte, come la stabilit e la regolarit dei bioritmi sia importante per la sopravvivenza dell'individuo e della specie. Tuttavia le situazioni di stress acuto estremamente intenso oppure cronico producono nell'individuo delle alterazioni cronobiologiche associate all'insorgenza di disturbi psicopatologici e psicosomatici. Quale ruolo ha la pineale in questo processo di insorgenza della malattia da desincronizzazione? La ricerca in questo settore tutt'altro che conclusa, tuttavia se pensiamo da un lato alla funzione cronobiologica della pineale e dall'altro all'attivit che la melatonina svolge sul sistema neuroendocrino e sul sistema immunitario, la pineale diventa in modo evidente un possibile mediatore degli effetti patologici della desincronizzazione. A questo proposito si sta aprendo strada il concetto che la pineale possa svolgere un ruolo di "regolatore dei regolatori" nell'organismo animale, venendo a configurarsi come mediatore ambiente-individuo e come modulatore teso a mantenere l'omeostasi contrastando tutto ci che minaccia di comprometterla. Non solo, quindi, un "ormone antistress", ma pi generalmente un modulatore omeostatico che antagonizza gli effetti dello stresso quando questo si presenta come una "inibizione dell'azione" in senso Laboritiano ed quindi pericoloso per la sopravvivenza dell'individuo. Vorremmo concludere riassumendo l'ipotesi che abbiamo tentato di delineare in questo intervento. Si tratta di una affascinante ipotesi di lavoro e d'interpretazione dei dati esistenti e non ancora di una conclusiva e organica teoria, anche se possibile fin d'ora intravedere in tal senso delle applicazioni terapeutiche. In sostanza l'ipotesi questa: l'azione di fattori endogeni e esogeni (fattori psicosociali, stress, fattori fisici ambientali) causano, tramite l'azione sui detectors (recettori sensoriali) l'alterazione dei sistemi cronobiologici, neuroendocrino-immunitari, determinando cos l'insorgere della malattia. Il principale candidato mediatore di questo gioco sembra essere la ghiandola pineale. Quindi, uno dei meccanismi attraverso cui il dato psicologico-sociale-ambientale pu, quanto meno, preparare il terreno alla insorgenza, della malattia, proprio un meccanismo cronobiologico mediato dalla pineale.

    ULTIMO AGGIORNAMENTO MERCOLED 22 LUGLIO 2009 22:37

    PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA 1-2

    Articoli - Sublimen

    DOMENICA 19 LUGLIO 2009 12:20

    PNEI - PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA 1-2 da "Enciclopedia olistica" di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA

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  • A cura di Maria Carmela Sgarrella Il problema dell'identit Dopo aver preso conoscenza dei punti essenziali di come si sia creata la complessa struttura del sistema nervoso umano con il suo asse spinale, i suoi tre cervelli e i due emisferi, presentiamo una serie di "colonne" fondamentali per una conoscenza globale dellessere umano e del suo cervello. Come nelle altre scienze, anche nella medicina e nella neurofisiologia osserviamo la mancanza di un soggetto o "unit di coscienza" e, utilizzando il modello Cyber, cerchiamo di riproporre una visione medica pi globale e umana. Il S, in medicina, viene di fatto intuitivamente considerato il centro dellessere umano, ma questa percezione viene poi rimossa nei testi e nella logica medica ufficiale. Fortunatamente, negli ultimi decenni, la radicale trasformazione in atto nella cultura planetaria ha portato a rivoluzionari mutamenti che creano unit e integrazione anche nella medicina e nella neurofisiologia. Vediamo come le due categorie, corpo e coscienza, oggi stanno ritornando alloriginale unit. Candace Pert: il corpo come rete di informazioni emozionali Uno dei maggiori contributi alla riunificazione della dicotomia umana in medicina dovuto al lavoro e alla visione pionieristica di Candace Pert. La Pert, neurofisiologa, direttrice del centro di biochimica cerebrale del NIMH, National Institute for Mental Health, una delle pi importanti figure nellambito della ricerca internazionale sul cervello: ha infatti scoperto le endorfine e un vasto numero di neuropeptidi, le molecole che trasmettono le informazioni nel sistema nervoso, ed ha evidenziato che i neuropeptidi sono i mediatori sia delle informazioni, sia delle emozioni e sono attivi praticamente in tutte le cellule del corpo, nel sistema nervoso, ma soprattutto nel sangue, nel sistema immunitario e nellintestino. Queste scoperte lhanno candidata al Nobel per la medicina, ed hanno creato - come spesso accade in questi ultimi anni - una sorta di rivoluzione nel modello di essere umano della medicina ufficiale. Come leditore John Maddox ha riportato su Nature, le persone pi esperte in questo campo sostengono che ogni stato d' animo fedelmente riflesso da uno stato fisiologico del sistema immunitario. Occorre puntualizzare che, fino ad una ventina di anni fa, termini come "mente", "emozione" o "coscienza" non erano nemmeno menzionati nei testi di medicina, in quanto il modello umano ufficiale considerava il corpo come unica realt e la mente un concetto estraneo alla scienza e non indispensabile. In neurofisiologia si riteneva (e molti purtroppo molti ritengono ancora) che il cervello "producesse" il pensiero e che il suo funzionamento fosse quello di un computer, basato su una semplice logica di acceso-spento. La scoperta dei primi mediatori sembrava avvalorare questa cooncezione puramente meccanicista, ad esempio un neurotrasmettitore "eccitava" un neurone che "attivava" un muscolo mentre un secondo mediatore "inibiva" il neurone e "rilassava" il muscolo. Tutto il corpo pensa: la chimica delle emozioni Con le scoperte della Pert sui neuropeptidi, questo modello stato scardinato completamente. Innanzitutto i neuropeptidi devono essere considerati delle molecole "psichiche", in quanto non trasmettono solo informazioni ormonali e

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  • metaboliche, ma "emozioni" e segnali psicofisici: ogni stato emotivo (amore, paura, piacere, dolore, ansia, ira... ), con le sue complesse sfumature chiamate sentimenti, veicolato nel corpo da specifici neuropeptidi. Anche la vecchia divisione tra neurotrasmettitori e ormoni diventata obsoleta, in quanto entrambi sono da considerarsi categorie di neuropeptidi. Contrariamente alle aspettative, questi neuropeptidi e i loro recettori sono stati rinvenuti in ogni parte del corpo e non soltanto nel sistema nervoso: inoltre la semplice meccanica dell"acceso-spento" stata soppiantata dalla logica estremamente pi complessa della "neuromodulazione". Lo psicofisiologo francese Jean-Franois Lambert, sul concetto di neuromodulazione, ha valutato le possibili variazioni di comunicazione in una singola sinapsi neuronica nell'ordine delle centinaia fino alle migliaia di differenti possibilit. Questo significa che lintero corpo "pensa", che ogni cellula o parte del corpo "sente" e prova "emozioni", elabora le proprie informazione psicofisiche e le trasmette ad ogni altra parte attraverso una fittissima rete di comunicazioni di estrema variet comunicativa. Tutto il corpo vivo, intelligente e cosciente, ogni cellula prova piacere e dolore ed elabora strategie metaboliche per il benessere collettivo. Finalmente la medicina scopre che il corpo non una macchina! Su queste basi teoriche e sperimentali, Candace Pert parla dellessere umano come di una complessa "rete di informazioni" e dichiara che lantica divisione tra mente e corpo non ha pi ragioni di sussistere: al vecchio concetto bisogna sostituire quello di psicosoma (bodymind), in cui ogni aspetto psicofisico umano visto come parte di ununica organica realt. Queste avanzate concezioni mediche costituiscono un importante sostegno alla concezione unitaria o psicosomatica del modello Cyber, in particolare se consideriamo che stata documentata la presenza di neuropepdidi e dei loro recettori anche negli unicellulari: tale dato sostiene la nostra ipotesi degli organismi unicellulari come unit di coscienza in grado di sentire ed elaborare informazioni in modo analogo agli animali superiori, anche se su livelli o densit informatiche pi semplici e primitive. Psiconeuroimmunologia: l'intelligenza e il cuore dell'essere La psiconeuroimmunologia - lo studio di come la psiche, il sistema nervoso centrale e il sistema immunitario si influenzino vicendevolmente - sta diventando una delle branche pi interessanti e in rapido sviluppo dellintera medicina moderna. Questa nuova scienza attira linteresse di psichiatri, endocrinologi e biologi molecolari. Le nuove intuizioni cliniche nel ruolo della mente nel processo di guarigione offrono affascinanti prospettive di ricerca e nuove speranze. Sin dai tempi dei Greci, filosofi e medici avevano discusso e dibattuto sulla supremazia del cuore o del cervello come centro dellidentit degli organismi viventi. In India il cervello la sede dellAtman, la coscienza superiore, il cuore la sede di Jivatman, la coscienza vitale. Nelle medicine antiche, come la medicina taoista, ogni organo era considerato sede di una certa anima o emozione: lo Shen. Il cuore tuttavia veniva considerato come limperatore dellintero dominio che il corpo fisico. Cuore come centro di coscienza e di benessere, ma soprattutto della gioia e dell'amore di vivere che permettono la nostra stessa esistenza. Le recenti scoperte di psiconeuroimmunologia, in accordo con la concezione olistica, evidenziano una profonda interrelazione tra cuore e cervello. Lantica saggezza ora riemerge proprio in seno ad una delle branche pi avanzate della ricerca medica.

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  • Il cuore del cervello e il cervello del cuore Le emozioni e le sensazioni non solo sarebbero alla base del processo di memorizzazione delle esperienze, ma sarebbero responsabili della maggior parte dei meccanismi neurofisiologici che regolano o bloccano il funzionamento dellintero organismo vivente. Da differenti esperimenti e ricerche emerge che il cuore, da sempre sede delle emozioni, e il sistema limbico, vero "cuore del cervello", costituiscono il centro della complessa unit psicosomatica. Abbiamo una serie di dati: lamigdala e lipotalamo, che rappresentano la parte centrale del cervello mammifero e sono deputate alla gestione delle emozioni e delle memorie, sono le aree cerebrali in cui si trova la maggior concentrazione e variet di neuropeptidi, mediatori delle informazioni e delle emozioni. Al centro della stessa zona si trova lipofisi, la ghiandola che gestisce (modula) le attivit di tutte le altre ghiandole del corpo. Molti neuropeptidi sono ormoni e svolgono la loro funzione attraverso il sangue. Il sistema immunitario agisce attraverso i linfociti (globuli bianchi del sangue) che producono e hanno recettori per trasmettere e ricevere gran parte dei neurotrasmettitori, e quindi rappresentano una sorta di "sistema nervoso liquido" circolante nel corpo. stato ampiamente dimostrato che, nel cervello mammifero, le emozioni positive favoriscono la produzione di una cascata di reazioni tale da attivare il sistema immunitario ed in particolare i linfociti killer. Al contrario, gli stati di depressione emotiva portano ad un'inibizione della resistenza immunitaria. Il timo, la grossa ghiandola situata appena sopra il cuore (esattamente nel punto in cui portiamo la mano sul petto quando, col linguaggio corporeo, vogliamo indicare il nostro "io"), una primaria stazione linfatica sede del complesso meccanismo di produzione dei linfociti T (timici) e della loro "istruzione" a riconoscere il self (il proprio essere vivente) dal non-self (ogni batterio, virus o entit estranea). Sono stati scoperti neurotrasmettitori che dal cuore influenzano lipotalamo. Le posizioni antiche si confondono: il cuore ha quindi un suo cervello rappresentato dai globuli bianchi e dal sistema immunitario e il cervello ha un cuore che sente e gestisce le emozioni di tutto il corpo. Se nellantichit il cuore era visto come imperatore che riceve le informazioni da tutto il regno, prende le decisioni e le rimanda a destinazione, nella moderna neuroscienza lipofisi assume esattamente lidentica posizione. Essa riceve dal sistema nervoso e dal sistema sanguigno le informazioni di ogni distretto del corpo, le elabora, ne valuta in modo altamente equilibrato il senso e secerne nel sangue nuovi messaggeri biochimici, gli ormoni, che portano a compimento le sue decisioni per il benessere globale. Alcuni dati di neuropsicoimmunologia In una conferenza di alcuni anni fa, a Toronto, una quipe di ricercatori dellUniversit di Pittsburgh ha riferito importanti dati emersi dallo studio di settantacinque donne affette da cancro al seno. Queste le interessanti scoperte: le donne che si mantenevano "calme e indifferenti" al loro male avevano meno cellule killer naturali per combatterlo. Quelle inizialmente pi preoccupate avevano invece ottenuto una risposta immunitaria maggiore e dimostravano di avere maggiori possibilit di guarigione. Alla scuola di medicina dellUniversit di San Francisco si visto che i malati di asma che usavano una particolare tecnica di visualizzazione per "viaggiare attraverso il corpo" fino alle cellule sofferenti, necessitavano minori cure rispetto agli altri. Essi dimostravano inoltre un miglioramento nella respirazione.

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  • Ad una conferenza allUniversit di Los Angeles sono state presentate ulteriori scoperte sul ruolo della mente nella guarigione. Il sistema immunitario incomincia a sembrare un organo liquido sensorio-motore ha detto il Dott. Ted Melnechuk, direttore delle ricerche sulla comunicazione presso lInstitute for the Advancement of Health. Questa definizione di sistema immunitario era stata precedentemente elaborata dagli studiosi Nelson Paz e Francisco Varela. Gli scienziati sovietici furono i primi a rilevare un simile collegamento mente.cervello.difesa immunitaria. Essi furono inizialmente ridicolizzati dagli immunologi conservatori, i quali ribattevano che le risposte immunitarie potevano essere osservate anche "in vitro", senza quindi lintervento di mente o cervello. Ecco alcune sorprendenti scoperte riviste da Melnechuk: - Le piacevoli sensazioni sperimentate ascoltando musica vengono eliminate se si bloccano le naturali sostanze narcotiche presenti nel cervello. - Le emozioni negative innescano il processo di emissione di norepinefrina, un messaggero biochimico noto come soppressore della funzione immunitaria. Questo conferma il ruolo delle emozioni positive nel mantenimento della salute. - Le risposte immunologiche possono essere apprese. Recentemente si scoperto che una risposta immunologica appresa pu prolungare la vita di cavie allevate per sviluppare un disordine autoimmunitario che li porta alla morte. - Gli uomini sposati con donne malate di cancro in fase terminale hanno un diminuito numero di linfociti (le cellule del sistema immunitario deputate a respingere il male). - stato visto che le cellule nervose del ponte di Varolio, una regione critica per il mantenimento del basilare supporto della vita, si proiettano sino alla ghiandola del timo, un'importante stazione di ricambio per le sostanze immunitarie. Sono state trovate anche cellule nervose che dal timo tornano al cervello, mostrando perci che esiste una comunicazione nei due sensi. Nei linfociti sono stati trovati recettori dei messaggeri chimici usati da queste cellule, fornendo perci un diretto legame chimico tra il sistema immunitario e il sistema nervoso. - Alcune scimmie separate dalla madre mostrano una depressione immunitaria. Questa situazione pu essere migliorata se le si pone in un ambiente sociale attivo in cui trovano sostegno. - Uno studio su pazienti malati di cancro ha rilevato un aumento dellattivit delle cellule killer e una diminuzione della crescita del tumore usando la tecnica dell'immaginazione visiva. Leffetto fu contrario quando i pazienti interruppero questa pratica. - I conigli accarezzati dagli sperimentatori mostrano una maggiore resistenza allarteriosclerosi rispetto ad un gruppo di conigli non amati. - I topi accarezzati dagli