Corso TECNICO DI RETE · 2012. 3. 16. · 15/03/2012 3 Trasmissione SERIALE ASINCRONA Ogni te è...
Transcript of Corso TECNICO DI RETE · 2012. 3. 16. · 15/03/2012 3 Trasmissione SERIALE ASINCRONA Ogni te è...
15/03/2012
1
Corso TECNICO DI RETE
MODULO 1 –dimensionamento architettura di rete
Docente: ing.Andrea Sarneri [email protected]
•livello datalink : protocolli Byte stuffing, Stop & wait, sliding window •Rilevamento e correzione degli errori di trasmissione •Lo standard Ethernet IEEE 802 •802.3 (livello MAC e fisico, protocollo CSMA/CD),Autonegoziazione •Lo standard 802.2 (livello LLC) •I cablaggi strutturati :Lo standard TIA EIA 658 •Sistemi di continuità (UPS),Il problema della messa a terra •Aspetti di sicurezza, analisi rischi,certificazione e collaudo del cabaggio •Dispositivi di livello 1 e 2 : repeater, Hub, Switch
Lezione 3 – Livello fisico e collegamento
15/03/2012
2
LIVELLO DATI
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK
Scopo del livello Dati (datalink): raggruppare i bit in “frame” (pacchetti) in modo da fornire sufficiente affidabilità alla trasmissione, attraverso un controllo e recupero di errore e un meccanismo di indirizzamento a livello di topologia fisica del mezzo trasmissivo
COME DELIMITARE I PACCHETTI 1) Contare i caratteri (inaffidabile) 2) Individuare dei caratteri delimitatori e utilizzare tecniche di
“escaping” o “bit stuffing” 3) Utilizzare violazioni della codifica di linea per delimitare i frame
4 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
3
Trasmissione SERIALE ASINCRONA
Ogni byte è trasmesso singolarmente, il tempo di BIT è definito a priori, l’inizio del byte e la fine sono definite da due transizioni riconoscibili
5 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK
Codifica Manchester e Violazione di codice di linea
OK
Codice di linea non ammesso
La violazione del codice di linea può essere usato direttamente per delimitare il frame
6 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK
Trasmissione SERIALE SINCRONA
15/03/2012
4
BIT STUFFING utilizzo di una sequenza di bit speciale per delimitare sequenze arbitrarie di bytes: es una sequenza di sei “1” 01111110 flag byte Se la sequenza dei dati però contiene sei 1 consecutivi , non distinguerei più il flag byte. Nel data byte si inserisce forzatamente allora un bit a 0 dopo i primi 5 “1” 011111010 data byte con stuffing bit.
7 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK
Utilizzo di sequenze di caratteri Speciali per delimitare sequenze di caratteri ASCII:BYTE STUFFING DLE = data link escape SOT= start of text ……. DLE=datal link escape EOT=end of text Problema con i dati binari: se capita un carattere DLE nei dati si raddoppia il carattere DLE in trasmissione e si rimuove in ricezione.
8 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK
15/03/2012
5
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK - Codici ASCII
9 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK - Codici ASCII estesi
10 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
6
Garantire la avvenuta ricezione del frame: Protocollo stop and wait
Ipotesi per un corretto funzionamento: •RX è sempre in condizioni di poter ricevere •TX riceve sempre ACK •Canale NON disturbato
11 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK
Protocollo stop and wait
Caso di disturbo o perdita del pacchetto TX: 1. RX riconosce l’errore e
NON invia ACK oppure non riceve niente e non invia ACK
2. TX invia nuovamente il pacchetto
12 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK
15/03/2012
7
Protocollo stop and wait
Caso di disturbo o perdita del pacchetto ACK: 1. RX riconosce il frame,
invia ACK, e lo passa al livello di rete
2. TX non riceve ACK 3. TX invia nuovamente
il pacchetto 4. RX riceve due volte lo
stesso pacchetto!!
13 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK
Protocollo sliding window
Funzionamento: 1. Si numerano i frame e i relativi ACK 2. TX e RX mantengono un buffer (FIFO) rispettivamente per i frame trasmessi e
ricevuti 3. Il Tx non aspetta il relativo ACK per ogni frame trasmesso ma può inviare anche i
successivi. 4. Il TX utilizza un timeout per ritrasmettere quando non riceve ACK 5. Se RX riceve frame errati oppure NON in sequenza, NON invia ACK TX
ritrasmette a partire dall’ultimo frame chiuso correttamente 6. Man mano che si chiudono dei cicli correttamente il contenuto del buffer
avanza di uno
TX RX
14 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
PROTOCOLLI E LIVELLO DATALINK
15/03/2012
8
RILEVAMENTO DEGLI ERRORI DI TRASMISSIONE Qualunque canale trasmissivo è affetto da errore. Se immaginiamo di trasmettere in sequenza dei caratteri con valori da 1 a 256, per questo serviranno 8 bit (28): trasmetteremo quindi 8 bit. Se però un bit sbaglia non riconosceremo un errore ma un carattere diverso. Una sequenza di N bit può assumere 2N possibili valori Se un bit su N viene corrotto, la nuova configurazione corrisponde comunque a una configurazione possibile, quindi non è riconoscibile come errata. Le tecniche di rilevazione consentono attraverso l’aggiunta di bit di ridondanza , il riconoscimento delle configurazione errate:
Esistono tecniche per il rilevamento di errore e tecniche per rilevamento e correzione
15 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
RILEVAMENTO DEGLI ERRORI DI TRASMISSIONE
Rilevamento di errore: CHECKSUM
BIT DI PARITA’ (PARI) Si aggiunge un bit alla sequenza in modo che il numero di “1” totale sia pari Se sbaglia un qualunque bit della parola trasmessa non torna la parità WORD DI PARITA’ Si aggiunge una word ovvero si calcola anche una parità “verticale” Se aggiungo la parità verticale su un blocco di parole su cui si è aggiunto anche il bit di parità orizzontale, è possibile individuare il bit sbagliato e anche correggerlo.
- Un errore su un bit viola sempre la parità , questa tecnica fallisce se l’errore è su due bit. - Questo meccanismo è facilmente implementabile
16 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
9
RILEVAMENTO DEGLI ERRORI DI TRASMISSIONE
Rilevamento di errore: CHECKSUM
Come avviene il riconoscimento dell’errore: Pacchetto trasmesso (dati + riga e colonna di CRC)=
17 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
010000100 0
010001011 0
010011010 0
010000010 0
010001001 1
010011111 0
000110001 0
000100000
In ricezione ricalcolo la parità sui bit di dato + bit di parità (ad esempio con la funzione exor) : se la parità non torna (ovvero exor<>0, significa che un bit è sbagliato. Se calcolo la parità sia in verticale che in orizzontale , all’incrocio avrò il bit errato.
RILEVAMENTO DEGLI ERRORI DI TRASMISSIONE
Riconoscimento errori su più bit adiacenti (burst): Tecnica del CRC (Ciclic Redundant Check) Il controllo di rindondanza ciclica consiste nel proteggere dei blocchi di dati, chiamati frames. Ad ogni trama è associato un blocco di dati, detto codice di controllo. Il codice CRC contiene degli elementi ridondanti rispetto alla trama, che permettono di rilevare gli errori, ma anche di ripararli.
18 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
10
RILEVAMENTO DEGLI ERRORI DI TRASMISSIONE
Come si calcola il CRC Il principio di CRC consiste nel trattare le sequenze binarie come dei polinomi binari, cioè dei polinomi i cui coefficienti corrispondono alla sequenza binaria. Così la sequenza binaria 0110101001 può essere rappresentata con la forma polinomiale seguente : M(x) = 0*X9 + 1*X8 + 1*X7 + 0*X6 + 1*X5 + 0*X4 + 1*X3 + 0*X2 + 0*X1 + 1*X0
In questa maniera, il bit di peso minore della sequenza (il bit più a destra) rappresenta il grado 0 del polinomio (X0 = 1), il quartobit partendo da destra rappresenta il grado 3 del polinomio (X3)… Una sequenza di n bits costituisce quindi un polinomio di grado massimo n-1. Poi in trasmissione si calcola CRC= resto di M(x)/G(x) dove G(x) è un polinomio “generatore” noto sia al trasmettitore che al ricevitore Basterà quindi che il ricevitore effettui lo stesso calcolo M’(x)/G(x) per verificare che il CRC (il resto) calcolato sia poi uguale a quello trasmesso
19 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Lo standard ETHERNET
Lo standard IEEE 802 si articola in una serie di standard che definiscono i sottolivelli in cui vengono suddivisi sia lo strato datalink che fisico.
20 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
11
Lo standard ETHERNET
Lo standard 802.3 si riferisce a topologie di rete a bus e a stella, in cui è necessario un arbitraggio “a contesa” per l’accesso al canale trasmissivo, per cui si tratta di un protocollo non deterministico. Inizialmente lo standard prevedeva bit rate (lorda) del canale pari a 10Mbit/s, che in caso di half-duplex portava a un throughput massimo di 4Mbit , successivamente esteso (802.3u e 802.3z) a 100Mbit e 1Gbit: lo standard si riferisce a un metodo di arbitraggio della collisione di tipo CSMA/CD (Carrier Sensing Multiple Access/Carrier Detection), e prevede una varietà di mezzi fisici:
Lo standard 802.2 definisce un sottolivello LLC (logical Link Control) che prende in carico il pacchetto dal livello di rete, e lo trasferisce al sottolivello MAC: LLC e MAC implementano le funzionalità del livello datalink OSI
21 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Lo standard ETHERNET
Sottolivello fisico 802.3 – tipologie di media Esistono diverse tipologie di mezzo fisico (coassiale, doppino, fibra ottica) che realizzano topologie a bus, stella, o ibride.
Il Bus (ormai in disuso), è realizzato con uno spezzone di cavo coassiale a 50Ohm (segmento) , in cui i nodi sono realizzati con degli attacchi lungo il cavo che perforano la schermatura in rame e giungono al conduttore centrale. Tutti i nodi sono in visibilità tra di loro sullo stesso segmento e si contendono il bus.
La stella fa riferimento a segmenti di doppini intrecciati (2 o 4) che hanno il nodo host su un estremo e il centro stella dall’altro. Il centro stella funge da “HUB” , ovvero ripete il contenuto di un ramo su tutti gli altri, per cui i nodi si contendono in effetti tutta la stella dal punto di vista logico, anche se elettricamente l’HUB “isola” rispetto ai conflitti elettrici.
I segmenti che connettono due nodi possono essere realizzati in fibra ottica (due fibre in full duplex, equivalenti a due coppie intrecciate)
cable Type Full duplex
dist-.
Coax RG58
10 base 5 N 500
Coax RG11
10 base 2 N 185
1pair CAT3
10 base T Y 100
2 MM fiber
10 base F Y 2000
2 pairs CAT5
100 base TX
Y 100
2 pairs CAT3
100 base T2 N 100
2 pairs CAT5
100 base T4 Y 100
2 MM fiber
100 base F X Y 2000
2 SM fiber
100 base LX Y >40k
4 pairs CAT6
1000 base TX Y 100
2 MM fiber
1000 base SX Y 550
2 SM fiber
1000 base FX Y 5000
eth
ern
et
Fast
eth
ern
et
Gb
it e
ther
net
22 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
12
Lo standard ETHERNET
10 BASE 2
10 BASE 5
10/100 BASE T
23 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Lo standard ETHERNET
Media converters
Convertono 10/100/1000 base T in 100/1000 base SX/FX/LH
Network Interface Cards
24 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
13
Lo standard ETHERNET
DOMINIO DI COLLISIONE
Il tempo di propagazione sul bus, ovvero il tempo che intercorre tra la trasmissione tra i due host più lontani tra di loro , è uno dei parametri da considerare negli algoritmi di controllo delle collisioni (CSMA/CD), insieme alla lunghezza dei pacchetti: quando un host ad esempio impegna il bus, l’informazione impiega un tempo per raggiungere gli host più lontani, i quali potrebbero iniziare a trasmettere in concomitanza, e il pacchetto corrotto dovrebbe ripercorrere al contrario la tratta per informare il primo host . Questo tempo identifica la lunghezza massima che può avere la tratta di cavo comune ai due host più distanti e agli altri. Il segmento , o in generale, la porzione di rete su cui può accadere che due nodi qualunque interferiscano tra di loro per via di una collisione è detto “dominio di collisione”.
25 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Lo standard ETHERNET
La gestione è affidata al protocollo CSMA/CD. In caso di collisioni si utilizza l’algoritmo di backoff esponenziale binario: Tale approccio assicura un basso tempo di ritardo di ritrasmissione per poche collisioni, e dilata tale tempo in caso di molte collisioni;
DOMINIO DI COLLISIONE
26 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
14
Lo standard ETHERNET
Sottolivello fisico 802.3 Problema della interoperabilità tra segmenti diversi, con velocità e mezzi fisici diversi
Problemi: 1. Come collegare fisicamente due segmenti diversi? (es. Fibra con coax)
2. A parità di mezzo fisico (es CAT5) come rendere interoperabili segmenti a
diverse velocità?
È necessario aprire il livello fisico in più sottolivelli in grado di dialogare tra loro 27 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Lo standard ETHERNET
Sottolivello fisico 802.3
Serve un meccanismo di autonegoziazione per cui in presenza di interfacce disomogenee, ci si accorda su un set di funzioni di minima, allineate all’interfaccia meno performante
28 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
15
Lo standard ETHERNET
Sottolivello fisico 802.3 AUTONEGOZIAZIONE LTP (link test pulse) Nella versione 10 Base T il TX genera un impulso periodico (che non interferisce con le trame) che viene riconosciuto dall’ RX come “presenza di link” FLP (Fast link pulse) Nella 100 base T si ha un treno di impulsi che oltre al link segnala la presenza di una interfaccia a 100Mbit FLP Burst encoding Nella più recente versione dello standard si è codificata una codeword che “pubblicizza” il tipo di interfaccia, e una logica di priorità per concordare su quale modalità funzionare.
29 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Lo standard ETHERNET
Sottolivello MAC (Media Access Control):
Questo sottolivello realizza una astrazione al livello superiore, indipendente dal mezzo fisico, aggiungendo al dato le informazioni necessarie a trasmettere un dato tra un mittente e un destinatario definiti, e riconoscere l’eventuale errore. Le funzioni del livello MAC verso LLC: •Delimitare il frame sul livello fisico •Indirizzamento •Riconoscimento errori Le funzioni del livello MAC verso PHY : •Controllo del possesso del mezzo fisico •Rilascio del mezzo
30 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
16
Lo standard ETHERNET
Sottolivello MAC (Media Access Control):
MAC crea un frame con indirizzi di destinazione e mittente e controllo di errore:
Schema di indirizzamento
31 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Lo standard ETHERNET
Sottolivello LLC (Logical Link Control):
32 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
17
Lo standard ETHERNET
Sottolivello LLC (Logical Link Control):
33 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
L'IEEE 802.2 fornisce due modalità non connesse e una orientata alla connessione: Tipo 1 è una modalità non connessa senza conferme. Permette di spedire frame
a una singola destinazione (trasferimento unicast o point-to-point); a più destinazioni nella stessa rete (multicast); a tutte le destinazioni della rete (broadcast).
L'uso del multicast e del broadcast riduce il traffico di rete se le stesse informazioni devono essere trasmesse a tutte le stazioni della rete. Il servizio di tipo 1 non garantisce che l'ordine di arrivo dei frame sia lo stesso con cui sono stati spediti; il mittente non riceve nemmeno una conferma quando i frame sono stati ricevuti. Tipo 2 è una modalità connessa. La numerazione in sequenza dei frame assicura che quelli ricevuti siano nell'ordine giusto (o comunque che si possa ricostruire l'ordine) e che non ne vengano persi (modello sliding-window) Tipo 3 è un servizio non connesso confermato. Supporta solo la comunicazione punto a punto.
Lo standard ETHERNET
Sottolivello LLC (Logical Link Control):
Campo CONTROL e tipologie di frame:
34 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
U è il tipo di frame più usato, (servizio non connesso)
15/03/2012
18
Lo standard ETHERNET
Sottolivello LLC (Logical Link Control):
CAMPI DI INDIRIZZAMENTO Destination SAP (service access point) Source SAP (Service Access Point)
35 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Livello fisico: i cablaggi strutturati 1. I cablaggi strutturati 2. Lo standard TIA EIA 658 3. Implementazione di un datacenter 4. Sistemi di continuità (UPS) 5. Il problema della messa a terra 6. Gestione spazi e cablaggi, coesistenza con altri impianti 7. Aspetti di sicurezza, analisi rischi 8. Certificazione e collaudo del cabaggio
36 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
19
Necessità di stabilire regole comuni per il cablaggio
CABLAGGIO STRUTTURATO
37 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Servizio Mezzo trasmissivo Cablaggio strutturato
Convergenza su rete IP
TELEFONO Doppino SI possibile
RETE DATI (Ethernet 10 mbit min) CAT5 SI possibile
VIDEOSORVEGLIANZA Coax 75Ohm NO possibile
CONTROLLO ACCESSI Doppino RS485 NO Possibile
IMPIANTO ANTIFURTO Doppino NO No i sensori, sì centralina
IMPIANTO ANTINCENDIO Doppino NO No sensori, sì cetralina
DISTRIBUZIONE TV Coax 75Ohm NO No (a parte IPTV)
DOMOTICA Bus 2 o 3 fili NO No i sensori, sì centralina
La convergenza dei servizi su trasporto IP spinge nella direzione di utilizzare una unica infrastruttura di livello fisico per la maggior parte dei servizi. Ad oggi rete e telefono sono integrabili fin dal livello di applicazione (es skype) NELLA PRATICA OGGI SI REALIZZANO CABLAGGI STRUTTURATI PER FONIA E DATI
CABLAGGIO STRUTTURATO
38 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
20
Requisiti di un cablaggio strutturato: – Adatto ad un ambiente multiproduct/multivendor – Indipendente dai prodotti di telecomunicazione che verranno installati – Pensato per essere realizzato contestualmente alla costruzione o ristrutturazione organica di un edificio – Affidabile – Scalabile – Flessibilite – Compatibile con gli standard esistenti
Cablaggi di tipo proprietario: BM Cabling System, Digital DECconnect, ecc. Cablaggi strutturati standardizzati: TIA/EIA 568A (USA), EN 50173, ISO/IEC IS 11801 (International)
CABLAGGIO STRUTTURATO
39 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Standard: • TIA/EIA 568A standard americano per i cablaggi di edifici commerciali di tipo office oriented • ISO/IEC IS 11801 standard internazionale per i cablaggi di edifici commerciali di tipo office oriented • EN 50173 standard europeo derivata da ISO/IEC IS 11801 • EIA/TIA 569 standard americano – definisce le caratteristiche delle infrastrutture per il cablaggio • EIA/TIA 570 standard americano – definisce le specifiche del cablaggio in ambito residenziale • TIA/EIA TSB 67 standard americano – stabilisce le modalità di test e certificazione di un cablaggio strutturato
Gli standard specificano: – mezzi trasmissivi – topologie – distanze – connettori – norme per l'installazione – norme per il collaudo
CABLAGGIO STRUTTURATO
40 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
21
CABLAGGIO STRUTTURATO
41 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Nomenclature : centro stella di comprensorio
• Campus Distributor (CD), termine ISO/IEC • Main Cross Connect (MC), termine TIA/EIA
centro stella di edificio: • Building Distributor (BD), termine ISO/IEC • Intermediate Cross Connect (IC), termine TIA/EIA
centro stella di piano: • Floor Distributor (FD), termine ISO/IEC • Horizontal Cross Connect (HC), termine TIA/EIA • L’armadio di piano– Telecommunication Closet (TC) • La presa utente– Telecommunication Outlet (TO)
Modello a stella gerarchico:
CABLAGGIO STRUTTURATO
42 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
22
CAVI IN RAME Quello maggiormente utilizzato è il cavo UTP (Unshielded Twisted Pair) a 100 Ohm con quattro coppie per la distribuzione orizzontale, o multicoppia (10, 20, 50, 100, 200 coppie) per le dorsali verticali sia telefoniche che dati. Tale cavo è non-schermato (Unshielded) ed è il più diffuso in assoluto per i cablaggi all’interno di edifici a uso commerciale.Esistono poi altre tipologie di cavo in rame a doppini intrecciati, che variano a seconda del tipo di schermatura: a foglio di alluminio (FTP), a foglio di alluminio più calza in rame (S-UTP o S-FTP), con schermo totale e schermo anche sulla singola coppia (STP).
Classificazione cavi: • Classe A: fino a 100 KHz (applicazioni vocali) • Classe B: fino a 1 MHz (applicazioni a bassa velocità) • Classe C: fino a 16 MHz (applicazioni LAN) • Classe D: fino a 100 MHz (applicazioni LAN, dorsali; comprende categorie 5 e 5e) • Classe E: fino a 350 MHz (categoria 6) Classificazione doppini: Categoria 3 comprende i cavi per telefonia analogica e digitale (ISDN), trasmissione dati a bassa velocità (per
esempio linee seriali standard 10BaseT
Categoria 5 (Low Loss, Extended Frequency, High Performance Data) comprende i migliori cavi disponibili, per
applicazioni fino a 100 Mb/s, su distanze di 100 metri 100baseT
Categoria 6 applicazioni fino al Gbit/s
CABLAGGIO STRUTTURATO
43 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
CABLAGGIO STRUTTURATO
44 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
23
Cavo e connettore RJ45 Cavo patch chord normale e crossover (incrociato)
CABLAGGIO STRUTTURATO
45 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Permutatori e patchcord “110” Permutatori e patchcord RJ45
CABLAGGIO STRUTTURATO
46 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
24
Sistemi per fibre ottiche
ST optical adapter & connector
SC optical adapter & connector
ST pigtail
CABLAGGIO STRUTTURATO
47 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Distanze previste dalla norma ISO/IEC IS 11801
CABLAGGIO STRUTTURATO
48 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
25
CABLAGGIO STRUTTURATO
La presa utente (esempio postazione di ufficio) Numerazione dispari: voce Numerazione pari: dati
49 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
CABLAGGIO STRUTTURATO
Criteri di implementazione dei percorsi cavi:
50 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
26
CABLAGGIO STRUTTURATO
Criteri di implementazione degli armadi rack :
51 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
•Evitare i rientri di aria calda nell’aspirazione fredda •I cassetti di ventole funzionano sempre in aspirazione e vanno posizionati in alto dove si accumula il calore
CABLAGGIO STRUTTURATO
Collaudo cablaggi strutturati Norme tecniche CEI EN 50173-1,2,3 : sistemi di cablaggio e installazione del cablaggio CEI EN 50346: prove del cablaggio installato CEI EN 50310: messa a terra negli edifici con impianti di telecomunicazione Leggi sulla sicurezza degli impianti: •Legge marzo 1990 n. 46DM 37/2008 •D.P.R. 6 dicembre 1991, n. 447
52 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
15/03/2012
27
CABLAGGIO STRUTTURATO
Il Test copre il 100% delle prese e delle coppie: •Utilizza uno strumento Trasmettitore e uno Ricevitore •Vengono rilevati errori di cablaggio e qualità del collegamento attraverso misure di impedenza e di propagazione, vengono rilevati errori di lunghezza del cavo attraverso misuare dei ritardi di propagazione.
53 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Per i cavi CAT6 destinati al gigabit ethernet si misurano alcuni parametri specifici: Oltre alla ATTENUAZIONE, La DIAFONIA e' l'interferenza indotta su una coppia collocata vicino ad un'altra coppia nella quale sta fluendo un impulso elettrico. La diafonia puo' essere misurata all'estremita' vicina (NEXT - NEAR END CROSS TALK) o a quella lontana (FEXT - FAR END CROSS TALK). L'ACR (ATTENUATION TO CROSS TALK RATIO) misura il rapporto tra l'attenuazione e la diafonia. In generale i parametri che spesso presentano criticita' sono : il NEXT, il RETURN LOSS e l' ATTENUAZIONE.
Collaudo cablaggi strutturati
CABLAGGIO STRUTTURATO
Per le fibre ottiche le misure sono simili: Si misura l’attenuazione della fibra, L’attenuazione dei giunti e dei connettori, la perdita di ritorno (optical return loss). Lo strumento utilizzato per la certificazione dei link ottici è OTDR , che consiste in un trasmettitore ottico impulsivo che misura ampiezza e ritardo con cui l’impulso luminoso si propaga e ritorna indietro generando riflessioni nei vari punti di discontinuità
54 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
G1
Marker Marker
T1
T3
Launching
Fibre
Launching
Fibre
T2
G2
G4
G1
G3
15/03/2012
28
CABLAGGIO STRUTTURATO
Criteri e aspetti da considerare nell’implementazione di un data center:
•Consumo di energia elettrica degli apparati attivi
•Sviluppo di calore negli armadi, nell’ambiente, e relativo smaltimento
•Dimensionamento dei gruppi di continuità
•Gestione degli spazi e degli ingombri in funzione di espandibiltà e accessibilità
•Implementazione corretta dei sistemi di messa a terra e sicurezza elettrica
•Valutazione dei rischi inerenti la sicurezza dlgs 81/08 (rischio incendio, rischio elettrico)
•Valutazione dei rischi inerenti la sicurezza dei dati (controllo accessi)
55 Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010
Sistemi di continuità
Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010 56
I sistemi di continuità sono necessari a garantire l’integrità dei dati in tutti i sistemi di archiviazione dei dati. L’efficienza è uno dei fattori critici
15/03/2012
29
UPS – Gruppi di continuità
Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010 57
- off-line (o ad intervento): UPS a funzionamento in attesa; il carico è alimentato da rete tramite un commutatore automatico, in caso di qualche "anomalia" della stessa il gruppo di continuità fornisce un'alimentazione utilizzando l'energia dalle batterie interne; la forma d'onda può essere sia sinusoidale che quadra o pseudosinusoidale a valore rms costante.
UPS – Gruppi di continuità
Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010 58
line interactive: UPS a funzionamento interattivo con la rete tramite un commutatore automatico; l'utenza viene alimentata da una tensione stabilizzata grazie al collegamento in parallelo dell'alimentazione di ingresso e dell'uscita dell'inverter.
15/03/2012
30
UPS – Gruppi di continuità
Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010 59
- on line: UPS a funzionamento continuo con commutatore automatico; in funzionamento normale il carico viene sempre alimentato dall'inverter, mentre una logica di controllo decide se alimentare l'inverter dalle batterie o dalla rete; la forma d'onda di uscita è rigorosamente sinusoidale.
UPS – Sistemi di continuità
Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010 60
Efficienza dei sistemi di continuità: tecnologia flywheel, e conversione delta
15/03/2012
31
UPS – regole di buona pratica
Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010 61
•Collegare il monitoraggio dell’UPS al server/client
•Configurare script di shutdown
•Effettuare la manutenzione delle batterie (sostituzione, cicli di scarica)
•Effettuare periodiche simulazioni di caduta di tensione
•Verificare l’invio degli allarmi
•Tenere conto delle necessità di sostenimento di server, unità di backup, switch, area telco, client
Cablaggi di messa a terra
Andrea Sarneri - Corso CESCOT 2010 62
Le norme prevedono che la resistenza elettrica esistente tra l'impianto ed il terreno sia al di sotto di un valore limite coordinato con il valore dell'interruttore differenziale meno sensibile (generalmente l'interruttore generale dell'impianto) e che questo valore venga misurato ad impianto realizzato per poterne dichiarare la conformità Gli impianti elettrici (int. differenziali, messe a terra) devono essere verificati ogni due anni
Lo scopo della messa a terra è assicurare che le masse degli apparati elettrici siano allo stesso potenziale del terreno, per evitare folgorazioni a chi potrebbe trovarsi a toccare contemporaneamente il terreno e l’apparato