CORSO MEDIO EVO LUCI E OMBRE NELLA DEFINIZIONE DI UN’ERA

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CORSO MEDIO EVO LUCI E OMBRE NELLA DEFINIZIONE DI UN’ERA Dispensa n. 3 Docente: Do. Paolo Zubelli Lezione del 22.03.2021

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CORSO MEDIO EVOLUCI E OMBRE NELLA DEFINIZIONE DI UN’ERA

• Dispensa n. 3

• Docente: Dott. Paolo Zubelli• Lezione del 22.03.2021

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L’ANNO 1000

Tale risveglio morale portò la Chiesa in rotta di collisione con l’ Impero più contento di avere un clero magari corrotto ma malleabile. Si sviluppò una religiosità meno rituale e più d’azione. Iniziava l’era dei pellegrini e meta favorita del pellegrinaggio era Gerusalemme, sede del Santo Sepolcro. Si apriva la strada verso il pellegrinaggio della prima Crociata.Sempre nell’ XI secolo la Chiesa promulga l’istituzione della «Tregua di Dio» momenti nei quali è proibito l’uso delle armi (domeniche e festività liturgiche).

Quello che effettivamente accadde nell’anno mille fu una rinascita che portò all’introduzione dell’aratro a ruota, al giogo, alla rotazione delle colture. Tutte innovazioni che unite ad una espansione demografica generarono negli anni , e non nel solo anno mille , un certo sviluppo.Sviluppo anche morale perché la Chiesa provvide a riformarsi con la condanna di simonia e concubinato nel Concilio Laterano del 1059.

In realtà l’unico accenno che si può ricavare di una premonizione di distruzioni apocalittiche è un terremoto e una eclissi che effettivamente furono registrati nell’XI secolo.

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IL MONACHESIMO: REGOLE, ABBAZIE E SANTI.

Il monachesimo trae le sue origini ad oriente come esperienza individuale: persone particolarmente toccate dal messaggio cristianosi isolano dalle folle, come Gesù, e riflettono e meditano sulla Parola vivendo in maniera parca, come il Battista. Si parla di asceti, anacoreti o stiliti.Fra il IV e il V secolo il monachesimo si diffonde in occidente ma segue delle regole, cioè delle norme per organizzare la vitapersonale di meditazione e quella comunitaria La regola più famosa fu quella di San Benedetto da Norcia: Ora et Labora.Nello stesso periodo operò anche San Colombano, monaco Irlandese che spinto da ardore missionario si portò in FranciaE da lì in Italia ove morì a Bobbio (Emila, valle del Trebbia). San Colombano seguiva la Regula monachorum, improntata ad un recupero della spiritualità,Il monachesimo non fu solo fucina di santi e di asceti: esso costituì le basi di una civile convivenza, sviluppò il progresso agrario e conservò nei secoli il patrimonio culturale classico.Nei monasteri e nei territori annessi si sviluppò una economia che contemperava il diritto di proprietà con il dovere di solidarietà.Nei monasteri riprese vigore il lavoro dei campi e nacquero le basi della civiltà contadina.Nei monasteri le opere degli antichi, spesse volte danneggiate o usurate , venivano ricopiate dagli amanuensi.

Non risulta quindi strano che i monasteri fossero l’obiettivo privilegiato di Vichinghi e Ungari che vedevano in questi edificila sintesi di una civiltà che volevano distruggere e il centro di una religiosità che volevano estirpare ma da cui, alla fine, finironoper essere attratti.

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L’ordine Benedettino entrerà in crisi nel periodo della dissoluzione dell’impero carolingio ma saprà rinnovarsi grazie alla nascita del movimento dei Cluniacensi che , a loro volta, svilupperanno i Cistercensi; entrambi prendono il nome da siti Francesi ove sorsero chiese e abazie. Coi Cluniacensi siamo ormai nel secolo XI.Famose le chiese e le abbazie dei Benedettini: in Italia Montecassino, Camaldoli, Morimondo e Chiaravalle (entrambe Cistercensi); Cluny , Citeux , Morimond e Clariveax in Francia. Ma abazie e monasteri sorsero un po’ dovunque in Europa.Per il loro forte richiamo alla spiritualità evangelica, alla cura delle opere materiali e del progresso umano, San Benedetto e San Colombano possono a buon diritto essere considerati i patroni dell’Europa così come i fratelli Cirillo(che introdusse l’alfabeto cirillico per i popoli slavi) e Metodio (sec.IX) sono considerati patroni delle genti slave, venerati sia dai Cattolici che dagli Ortodossi.Nel XIII secolo, ad opera di Domenico di Guzmàn, nasceranno i Domenicani il cui motto laudare, benedicere, praedicare indica una particolare vocazione nello studio e nella predicazione (non a caso San Tommaso d’Aquino è un domenicano) e nello stesso periodo San Francesco d’Assisi fonderà l’ordine mendicante dei «frati minori». Sempre nel XIII secolo vedrà la luce l’ordine degli Agostiniani.

IL MONACHESIMO. REGOLE, ABBAZIE E SANTI.

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IL MONACHESIMO. Piccolo dizionario.

ASCETA: colui che si esercita. Individuo che pratica una vita interiore austera e dura. E’ una figura che troviamo inmolte religioni .

ANACORETA: colui che si ritira per una vita di contemplazione e di ascesi.

EREMITA: colui che vive nel deserto, che si ritira nell’eremo per una vita di contemplazione.

MONACO: colui che sceglie di vivere da solo una vita religiosa.

CENOBITA: monaco cristiano che vive l’ascesi in gruppo.

ABATE: padre, superiore di una comunità di monaci.

PRIORE: colui che è il primo. E’ il superiore di una comunità monastica. A volte risponde ad un abate. Il termine prioreIndica anche una carica amministrativa laica.

STILITA: colui che vive su una colonna in contemplazione e ascesi.

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LA SAGA DI RE ARTU’

410 DC. L’imperatore d’Occidente Onorio, informa i Britannici che avrebbero dovuto provvedere alla difesa con le proprie forze.

Questo atto in realtà sancisce un processo di ritiro delle legioni dall’isola iniziato alla fine del IV secolo. Nell’isola Britannica restano alcune guarnigioni a presidio del Vallo Adriano e qualche banda di soldati a cavallo.

Il periodo di fine IV secolo e del V secolo è particolarmente turbolento: ci furono lotte intestine e rivolte contro le scarse forze imperiali, ci furono incursioni dei Pitti dal nord e scorrerie dei Sassoni.

Intorno al 500 dC i romano celtici sconfiggono gli anglo-sassoni (battaglia di Badon) e per diversi anni questo porrà fine alle loro incursioni.Il vittorioso comandante dei britanni si chiamava Ambrosius Aurelianus(da molti considerato l’ispiratore della figura di re Artù).

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Fanteria tardo impero

Cavaliere bizantino Fanteria tardo impero(Raccolta PZ)

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Altri identificano il mitico re Artù nella figura di un comandante della cavalleria Sarmata al serviziodi Roma nel II secolo, Lucio Artorio Casto.

Arturo sembra essere il nome assegnato ai comandanti della cavalleria Romana.

Quindi possiamo dire che:• La figura di re Artù poggia su basi storiche• E’ un personaggio presente, anche se con nome diverso, nelle cronache di Gildas.• E’ un capo guerriero celtico romano• Forse collegato alla Cavalleria Sarmata al servizio di Roma• Rappresenta una istanza di sicurezza presente nei Britanni dell’epoca• E … parlava latino

Sicuramente si pone come cerniera fra il mondo romano e quello barbaro e ha ispirato artisti e letteratigenerando una saga nota come il Ciclo Bretone o Materia di Britannia.

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Tre sono i generi letterari che hanno furoreggiato nel Medio Evo:• La matere de France• La matere de Bretagne• La matere de Rome la Grant(Citazione da Jean Bodel, sec.XII in I romanzi della Tavola rotonda, a cura di J.Boulenger. Mondadori).

• ll genere chiamato di Francia è la Chanson de geste ispirata alle avventure dei paladini di Carlomagno.• Il genere di Britannia, o Bretone, riguarda le vicende di Lancillotto, re Artù e dei cavalieri della Tavola rotonda nonché la vicenda di Tristano e Isotta .• Il genere di Roma, si rifà ai poemi classici (Eneide o le storie di Alessandro).

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• Il ciclo Bretone, sostanzialmente centrato su re Artù, narra dell’infanzia di Lancillotto, rapito dalla Dama del Lago e allevato nel suo castello,• Comprende la narrazione delle vicende di Merlino, del suo aiuto a Artù, della costituzione della Tavola Rotonda,

dell’amore di Artù per Ginevra.• Si parla delle imprese di Lancillotto, della sua investitura a cavaliere, dell’adulterio con Ginevra,• Si narra dell’amicizia fra Lancillotto e Galeotto, degli intrighi di Morgana, del suo incesto con Artù e, infine, della ricerca del sacro Graal.• Il Graal non sarà trovato da Lancillotto, che si è macchiato di un amore adulterino con Ginevra, ma da tre cavalieri puri: Galaad, figlio di Lancillotto e della figlia del re Pelles (custode del Graal), Perceval, casto cavaliere della Tavola Rotonda e dall’altrettanto casto Bohor (cugino di Lancillotto).• Artù viene a conoscenza dell’adulterio, rompe con Lancillotto mentre la corte viene lacerata da conflitti fra i cavalieri.• Artù e il figlio Mordered si uccidono a vicenda. Lancillotto sconfigge gli eredi di Mordered nella battaglia di Winchester,

si pente dei suoi peccati, si converte e muore in odore di santità.

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Concetti espressi nel ciclo Bretone.

• Fusione della realtà celtica con quella Cristiana• Nascita del concetto di Amor cortese e dualismo fra matrimonio e amore• Culto della violenza temprata dalla Chiesa (cavalleria)• Peccato e redenzione, bene e male, buoni e cattivi• Il romanzo come genere letterario

Le foto, tratte dalla raccolta personaledell’autore, mostrano la reale fattezza di un cavaliere Arturiano (scudo rotondo,foggia romana) da quella di un cavalieredel XV secolo, cui si è soliti andare colpensiero, sbagliando di una decina disecoli.

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LA SPADA NELLA ROCCIA … IN ITALIA

Tutti ricordiamo una delle storie più famose legate alla saga di re Artù: la spadanella roccia. Ma forse non tutti sanno che in Italia, vicino a Siena in località Rotonda di Monte Siepi, esiste un’abazia cistercense che custodisce una spada infilata in un

roccia.La spada è quella di uno degli esponenti più alti del monachesimo toscano: frate Galgano di Chiusdino.Costui visse nella seconda metà del XII secolo ed era un cavaliere di nobile lignaggio,dedito all’uso della forza e alla lussuria.Toccato dalla Grazia si convertì. Non riuscendo a costruire una croce piantò nel terreno la sua spada che ancora oggi è visibile.Col tempo il nome di Galgano venne assimilato all’eroe arturiano Galvano creando qualche sovrapposizione.

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Pur posteriore nella cronologia dei fatti narrati alle imprese di Artù, il ciclo di Francia è stato composto prima del ciclo Arturiano; infatti le gesta di Re Artù e dei suoi cavalieri sono state redatte nel XII secolo mentre quelle di Rolando (o Orlando) sono state composte nell’XI.Vi si narra della battaglia di Roncisvalle (778) nella quale il prefetto della marca di Bretagna Rolando, guidando la retroguardiadell’esercito carolingio al rientro da una campagna contro i mussulmani in Spagna, cade in un’imboscata tesa da guerrieri baschi e muore con tutti i suoi soldati.La «chanson de geste» trasforma i baschi in saraceni e l’imboscata come frutto degli inganni di Gano di Maganza, il cattivo.Orlando è uno dei paladini dell’imperatore Carlo, vive cioè a corte (palatium).Nella storia Olivieri supplica più di una volta Rolando di suonare il corno, Olifante, per chiamare in soccorso re Carlo.Ma Rolando per orgoglio e devozione al sovrano rifiuta e combatte. E’ una strage, tutti muoiono intorno a lui. Alla fine Rolando suona per chiedere aiuto ma è troppo tardi. Prima di morire il paladino cercherà, senza successo, di rompere la spada (Durlindana), infine la nasconde perché non cada preda dei nemici.Finalmente Carlo, udito l’Olifante, torna in soccorso ma non può che vendicare i suoi uomini. Alla notizia della strage edella morte di Rolando, Alda, la dama amata, muore anche lei.Sul campo di Roncisvalle scendono l’arcangelo Gabriele e Michele per trasportare il paladino da Dio.Nella realtà non ci fu alcuna vendetta perché Carlo apprese molto più tardi della distruzione della sua retroguardia.Questa chanson consegna all’immortalità la cavalleria di Francia e farà di Rolando il campione della lotta contro i saraceni.

LA CHANSON DE ROLAND

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IL POEMA DEL CID

Questo poema epico nasce, come molti altri, da una formalizzazione di ballate e storie che venivano cantate daitrovatori e si basa sulle imprese di Rodrigo Diaz de Vivar conosciuti come El Cid Campeador.Siamo nella Spagna sotto il dominio islamico. Un guerriero ingiustamente accusato dal re, vive in esilio. Durante questoPeriodo raduna intorno a se’ dei compagni coi quali inizia a contrastare i Mori, fedele al suo giuramento di vassallo del reAlfonso VI.Nonostante l’ingiusta accusa, di avere cioè truffato sui tributi, il nostro eroe mantiene un rapporto di fedeltà con la corona e conquista molte città. Per farla breve l’esilio è revocato, e le figlie del Cid vengono sposati con due «cattivoni», don Diego e don Fernando. I matrimoni vanno male, i mariti sono dei vigliacchi e brutalizzano le loro spose.Si arriva all’annullamento del matrimonio e al duello finale fra le fazioni dei mariti felloni e quella del Cid.Ovviamente la sorte arride ai buoni e, alla fine della storia le due figlie del Cid convoleranno a giuste nozze coi principidi Aragona e di Navarra. E’ una storia piena di nobiltà d’animo, cavalleria, fedeltà e imprese eroiche.Non c’è spazio per la leggenda o la magia. E’ la storia di un uomo giusto, marito fedele, padre amorevole, leale vassallo,cristiano credente e praticante che opera e vive all’interno della Reconquista.Insomma , è un altro modo di vedere l’epica, più vicino alla Chanson de Roland che alle gesta di Artù o dei Nibelunghi.

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I CANTI DELL’EDDA-I NIBELUNGHI

Anche i Norreni hanno una loro storia leggendaria che va sotto il nome di canti dell’Edda, formalizzati unaprima volta nell’XI secolo. Edda potrebbe voler dire poesia e racconta le gesta dell’olimpo vichingo e dei suoi eroiDa questa raccolta di antiche tradizioni nordiche nascerà poi la saga dei Nibelunghi.I Nibelunghi erano una popolazione mitica di nani esperti nell’arte della lavorazione dei metalli e possessori di uno sterminato tesoro.Sigfrido riuscirà ad impossessarsene.La saga dei Nibelunghi si pone fra realtà e fantasia. Storica è l’ambientazione durante la guerra fra Unni e Burgundi. Sigfrido strappa il tesoro al drago Fafnir. Bagnandosi nel suo sangue acquista l’immortalità, tranne che in un piccolo puntosulla schiena (perché al momento del bagno nel sangue, una foglia si era posata su di lui). Altri personaggi: Crimilde, principessa dei Burgundi, è la sposa di Sigfrido. Brunilde, è una principessa guerriera che ama Sigfrido. Gunther, re dei Burgundi e amico di Sigfrido, riesce con l’aiuto di Sigfrido che si sostituisce a lui, a superare le prove per sposare Brunilde. Brunilde, conosciuto l’inganno riuscirà a far uccidere Sigfrido identificando, con l’inconsapevole aiuto di Crimilde, la parte vulnerabile di Sigfrido. Attila, re degli Unni, non ha qui la valenza negativa che ben conosciamo. Nella saga, sposerà Crimilde, vedovadi Sigfrido. Teodorico da Verona, re degli Ostrogoti. Alleato dei Burgundi ma anche in buoni rapporti con Attila. Sarà strumento della tremenda vendetta di Crimilde. In pratica i Burgundi verranno sterminati e, alla fine, resteranno Attila eTeodoricoa piangere la strage di tanti cavalieri.

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BEOWULF

Si tratta di un poema epico anglo sassone, probabilmente redatto nell’VIII secolo.Beowulf è il classico eroe possente e generoso, è l’antesignano del cavaliere senza macchia e paura.Beowulf proviene dalla tribù gotica dei Geati, stanziata in Svezia e si reca in Danimarca per uccidere un gigante mangiauomini (Grendel).Ucciso il gigante dovrà affrontare poi la madre del gigante e la ucciderà.Tornato in patria, diventa re e si trova ad affrontare un terzo mostro: un drago volante sputa fuoco.Riuscirà ad uccidere il drago ma morirà a sua volta.Beowulf è l’archetipo della storia della lotta del cavaliere che lotta contro mostri e draghi, un vero modello per le saghe future.

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LA CAVALLERIA

All’inizio c’erano i centauri.Da sempre il soldato a cavallo è stato sinonimo di guerra totale e brutale.• In tedesco «cavaliere» si dice ritter (che è anche radice di «brigante»). • Nell’antichità il cavallo veniva usato in abbinamento coi carri. I poemi omerici ci narrano di eroi che giungono sul campo di battaglia col carro, ne discendono e combattono a piedi.• Sempre nell’antichità, il carro era abbinato all’arco (battaglia di Kadesh).• I Persiani usavano il carro falcato.• Famosa era la cavalleria macedone composta da amici di Alessandro.• L’esercito romano era prevalentemente composto da fanti. La cavalleria montava una sella particolare per permettere al soldato di stare in equilibrio.• Verso la fine dell’impero, anche sulla scorta delle esperienze militari contro i Persiani, l’esercito romano introdusse i catafratti, soldati a cavallo che combattevano corazzati cavalcando cavalli corazzati.• Dai nomadi dell’est (forse già dagli Unni) venne introdotta la staffa che permise un reale sviluppo della guerra a cavallo.

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LA CAVALLERIA

La cavalleria è un concetto germanico assimilato dal modo romano e cristianizzato dalla Chiesa.Infatti:• Presso molte popolazioni barbare (soprattutto dell’est) esisteva una vera e propria venerazione del cavallo• La società barbarica era una società di guerrieri• La fama e l’onore si guadagnavano in battaglia• Un ragazzo entrava nel novero degli uomini con la cerimonia della consegna delle armi• Le spade, spesso, avevano un nome• Con l’avvicinamento di Impero e Papato il mestiere delle armi diventò onorevole• L’esercito romano assimilò le tattiche della cavalleria barbarica• Si estese la pratica dell’ordalia• Si giurava sul Vangelo e sulla spada• Si sviluppò il concetto che il signore consacrato era protettore dei deboli, delle vedove e degli orfani difensore della Chiesa e della cristianità… era nata l’ideologia della cavalleria (794 concilio di Francoforte convocato da Carlo Magno) ma bisognerà aspettare diversi secoli perché la cavalleria diventasse un’istituzione

Naturalmente un guerriero a cavallo costa: bisogna pensare al cavallo (anche più di uno), all’armatura(si è calcolato che una cotta di maglia poteva arrivare a costare come un gregge), allo scudo e alla spada,all’elmo … insomma combattere a cavallo non era per tutti e non era facile.

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LA CAVALLERIA

Le origini della cavalleria sono in realtà molto poco esaltanti:• nell’VIII secolo e fino all’XI secolo esistevano i Milites, cioè soldati che svolgevano un compito di difesa e di scorta. Potevano anche svolgere mansioni rappresentative del signore e la militia era una funzione sociale, una sorta di pubblico servizio. • fra i milites vi erano anche figli di nobili famiglie privi però di eredità e quanti vedevano nella pratica delle armi un ascensore sociale. Il signore combatteva a cavallo, e questo nobilitava la funzione.• in Inglese il termine Knight deriva da un vocabolo che indica i servi e in Germania Ritter, lo abbiamo già visto, indica qualche cosa di molto vicino al bandito• il miles, comunque, anche se non nobile è in contatto con la nobiltà e le corti e, se serve bene, viene mantenuto dal signore e può, addirittura ambire ad un matrimonio conveniente.

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LA CAVALLERIA

• Nel corso del XII e XIII secolo, prima in Francia e poi in Germania, i milites diventano una classe sociale come i contadini, i chierici e i nobili. Sono essi stessi nobili (anche se di rango inferiore) e, in qualche caso, possono lasciare beni e terre, ricevuti dal signore, ai loro eredi. La vicinanza coi potenti, l’uso delle armi, l’onerosità economica nel sostenere i costi del cavallo e dell’armatura, trascinarono la cavalleria verso gli strati più alti sella società per cui, nel XIII secolo non si esercitava la pratica della cavalleria per diventare nobili ma , se non eri già nobile, non potevi diventare cavaliere. Era nata l’istituzione della cavalleria.• L’addestramento per diventare cavaliere iniziava da giovanissimi, prevedeva un servizio presso un altro

cavaliere come scudiero, esercizi di monta e di uso delle armi così serrati che , probabilmente un cavaliere non era certo quell’immagine idealizzata di bellezza ma, piuttosto, un tizio tarchiato e con le gambe arcuate.

• Al termine del servizio, dopo una veglia d’arme in chiesa, il giovane veniva investito cavaliere (da un altro cavaliere, dal signore o da un ecclesiastico di rango) ricevendo l’accollata, cioè l’ultimo schiaffo che avrebbe sopportato. La cerimonia di investitura (adoubement) era particolarmente costosa e richiedeva cambi d’abito e speroni d’oro.

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LA CAVALLERIA

Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori,le cortesie, l'audaci imprese io canto,

Così inizia l’Orlando Furioso dell’Ariosto (1516) e questi pochi versi sintetizzano l’ideologia della cavalleria.Donne e amore. Avviene la separazione fra amore e matrimonio. Il secondo è un contratto spesso imposta alla donna,Il primo è un ideale che può essere incarnato solo da uomini eletti. Della donna amata (non importa se già sposata)il cavaliere porta i colori (un lembo della veste, in genere) e in suo onore partecipa a giostre e tornei (che spesso eranoun modo per fare soldi).Tutta la letteratura trovadorica è piena di questi rapporti fra dama e cavaliere non necessariamente platonici.Ma la dama non era il solo ideale del prode cavaliere: esisteva anche, e soprattutto, il dovere verso il signore.Orlando, nella omonima chanson, combatte contro i Mori e per il trionfo della croce, ma lo fa perché è un precisoobbligo dettato da Carlo Magno.La guerra contro gli infedeli sarà anche benedetta dal Papa, ma senza un comando del re, non se ne fa nulla.

Il concetto della cavalleria impressionerà molto la cultura nel corso degli anni e si può considerare come un portato originale della filosofia occidentale tanto da essere fonte di meraviglia e di emulazione . Si dice che il Saladino ammirassequesto ideale a tal punto che, la legenda vuole, abbia chiesto a Riccardo Cuor di Leone di essere ordinato cavaliere: cosaimpossibile perché l’ordinazione poteva essere fatta solo per i cristiani. Gli stessi Bizantini ammirarono molto il complesso teorico che stava dietro alla cavalleria. Ma non ci sono cavalieri bizantini.La cavalleria rimane, infatti, un ideale germanico per cristiani cattolici occidentali.

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LA CAVALLERIA

Il concetto di cavalleria fu così pervasivo che anche la storia dei Santi ne fu influenzata.Stiamo parlando di San Giorgio, rappresentato come un cavaliere che salva la fanciulla dal drago.Giorgio fu martirizzato nel 303 durante le persecuzioni di Diocleziano.San Giorgio che uccide il drago è una rappresentazione che si sviluppa intorno al 1200 e influenzò cosìla cultura dell’epoca da diventare il protettore dell’Inghilterra.Altra figura che ebbe particolare fortuna nell’iconografia medievale è l’Arcangelo Michele (= chi è come Dio?) capodelle legioni celesti che sottomette Satana .

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LA CAVALLERIA OGGI

Ancora oggi esiste una comunità che si chiama Sodalitium Equitum Deiparae Miseris Succurrentis (confraternita dei cavalieri di Maria soccorso dei miseri). I membri, regolarmente investiti da un vescovo, fanno parte di una comunità di preghiera, pensiero e azione che, senzafolcloristiche nostalgie del passato, si impegnano al «bellum justum» cioè ad una guerra spirituale prima si tutto con se’ stessi e a viverla in una dimensione etico-culturale pronti a difendere il pensiero cristiano dai numerosi attacchi contemporanei.

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LA CAVALLERIA : ELEONORA, UNA STORIA MEDIEVALE

L’ideologia della cavalleria si canonizza alla corte di Eleonora d’Aquitania.Personaggio la cui vita è più complessa e agitata di un romanzo popolare.Vale la pena riassumerla per sottolineare i passaggi che ci possono meglio far comprendere il periodo.• Eleonora nasce nel 1122 a Bordeaux. Porta in dote l’Aquitania e la Guascogna, territori fuori dal controllo del re di Francia. La strada verso l’unificazione della Francia sarà lunga e sanguinosa.• Sposa Luigi VII di Francia ma i suoi possedimenti non vengono riuniti alla corona ma lo saranno solo quando un loro erede sarà incoronato. Re Luigi viene incoronato re di Francia e re consorte di Aquitania. Alla corte di Parigi Eleonora vive da mecenate circondandosi soprattutto di trovatori ma anche finanziando chiese e abbazie. Insieme al marito si getta in campagne militari sconsiderate e sanguinose , trama per la nomina di vescovi, complotta per ampliare la sua influenza, mesta per far sposare persone che potrebbero favorirla proteggendo amanti adulteri.• Insomma era troppo: Eleonora e Luigi finiscono scomunicati.• Grazie ai buoni uffici di Bernardo di Chiaravalle, la scomunica viene ritirata ma la Francia deve partecipare alla disastrosa Seconda Crociata .• Purtroppo il figlio maschio non arriva e la coppia è sempre più in crisi. Nel 1152 il matrimonio viene sciolto per consanguineità.• Eleonora sposa Enrico duca di Normandia che diventerà Enrico II d’Inghilterra (quello che farà uccidere Becket nella cattedrale di Canterbury).

Thomas Becket fu Cancelliere del Regno e poi, arcivescovo di Canterbury. Entrò in urto con il re per la volontà del monarcadi controllare il clero. Fu ucciso mentre celebrava Messa ed è venerato Santo dalla Chiesa Cattolica.

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E qui la storia sembra diventare leggenda.• Eleonora sarà la madre, fra l’altro, di Riccardo cuor di Leone e Giovanni senza terra ( sì, quelli di Robin Hood). Sopporterà i tradimenti del marito che arriverà prima a rinchiuderla in convento e poi la terrà in carcere per 15 anni.• Alla morte di Enrico raggiungerà il figlio Riccardo, nuovo re d’Inghilterra e reggerà il trono durante la terza

crociata.• Consiglierà il figlio Giovanni durante la reggenza dovuta all’imprigionamento di Riccardo, raccoglierà i soldi per il riscatto di Riccardo e rappacificherà i due fratelli. Sia detto per inciso: la leggenda ci dice che Riccardo era il buono e Giovanni il cattivo. La realtà è un poco diversa: Riccardo era solo un ottimo soldato, molto coraggioso ma violento e feroce. Giovanni viene ricordato per la Magna Carta primo contratto fra il re e i suoi sudditi con precise garanzie in termini di protezione dei civili, salvaguardia per la chiesa, limitazione fiscale e diritto ad una giustizia equa e veloce … nel 1215 non erano proprio cose scontate.• Riccardo tornerà, siederà sul trono e da quel bullo che era, morirà colpito da una freccia mentre provocava il nemico assediato (1199). • Giovanni salirà al trono con l’appoggio del re di Francia (imparentato con Eleonora).

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Lungo excursus che ci ha permesso di vedere alcune caratteristiche di questi «secoli bui»

• Nascita della corte medioevale come luogo raffinato ove si proteggono gli artisti• Sviluppo dell’ideologia cavalleresca• Prime mosse del re di Francia per ampliare i suoi domini• Conflitto fra potere politico e chiesa (Becket)• Scomunica• Crociate• Prodromi della guerra dei Cento anni• Primi vagiti della democrazia (Magna Carta)• … e, perché no, notevole esempio di donna emancipata e volitiva.

• Ma non era ancora finita, ormai anziana , Eleonora scese in campo a fianco del figlio Giovanni (re d’Inghilterra e signore d’Aquitania) contro le mire del nipote Arturo (vicino al re di Francia). Giovanni vinse, quindi abbiamo un re Inglese che combatte in Francia per dei territori francesi contro un prestanome del re di Francia.

• La disputa porterà ad un lungo conflitto che durerà dal 1337 al 1453, noto come la Guerra dei 100 anni.• Nel 1204 Eleonora muore nell’abazia di Fontevraul dopo aver preso il velo.