Corso di Teoria e Storia del Restauro · purezza stilistica 2) Reintegrazione delle laune...

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTA’ DI ARCHITETTURA Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura_L17 prof. arch. Caterina Giannattasio Corso di Teoria e Storia del Restauro Il restauro nel XIX secolo La tutela del patrimonio architettonico in Francia e la prassi del restauro stilistico

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

FACOLTA’ DI ARCHITETTURA

Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura_L17

prof. arch. Caterina Giannattasio

Corso di Teoria e Storia del Restauro Il restauro nel XIX secolo

La tutela del patrimonio architettonico in Francia

e la prassi del restauro stilistico

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Il sistema di tutela in Francia agli inizi dell’Ottocento

Service des monuments historiques Ludovic Vitet (1802-1873)

→ Inspecteur général des monuments historiques dal 1830 – quando viene istituita tale carica – al 1834

→ Presidente della Commission des monuments historiques

Nuovi apporti:

1) Inventario dei monumenti, tramite rilievo e catalogazione

2) Programma di restauro dei beni e lotta contro il vandalismo

3) Metodo secondo cui il restauratore doveva “spogliarsi di ogni idea attuale, dimenticando il tempo nel quale si vive per farsi contemporaneo di tutto ciò che restaura, degli artisti che l’hanno costruito, degli uomini che l’hanno abitato”

4) Processo di conoscenza analitica, attraverso cui poter “ristabilire un edificio in base a semplici frammenti, non per ipotesi o capriccio, ma tramite una severa induzione”

“Il primo merito di un restauro è quello di passare inosservato”

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Il sistema di tutela in Francia agli inizi dell’Ottocento

Service des monuments historiques Prosper Mérimée (1803-1870)

→ Inspecteur général des monuments historiques dal 1834 – succedendo a Vitet – al 1860, per quasi un trentennio

→ Presidente della Commission des monuments historiques

Nuovi apporti:

1) Rompe col sentimentalismo romantico che, del gotico, amava soprattutto le rovine e gli aspetti puramente visivi e nostalgici, mirando, di contro, a conservare i monumenti mantenendoli o rimettendoli in piedi

2) Effettua una vasta campagna di sopralluoghi, concentrandosi sullo stile degli edifici e sulla loro definizione cronologica

3) Si sofferma, non solo sui monumenti, ma anche sull’edilizia minore, con mero spirito di curiosità intellettuale

4) Introduce il criterio analogico. Non essendo uno specialista né un teorico, trova in Viollet-le-Duc il consigliere e la guida indispensabile

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Il sistema di tutela in Francia agli inizi dell’Ottocento

Architecte des monuments historiques

→ Per la prima volta menzionata in una circolare del 1841

→ Si tratta di una figura professionale fornita dalla struttura centrale, volta a dare

assistenza agli ispettori locali in casi d’intervento complicati

La Francia rappresenta la prima nazione europea che ha provveduto alla definizione di un sistema centralizzato, di grande efficacia, volto alla catalogazione, alla tutela e al restauro dei monumenti, con una buona programmazione degli interventi, attraverso finanziamenti continui e con il conseguente sviluppo di numerosi cantieri, di imprenditori, di maestranze e di architetti specialisti

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Il nuovo concetto di stile e restauro

Stile → Realtà storica e formale, unitaria e coerente, riferita ad una certa epoca. Si tratta di una realtà ricavata per astrazione e selezione dagli edifici esistenti, seguendo procedimenti di natura ‘scientifica’, analoga a quelli, allora in uso, nel campo zoologico e botanico

Restauro → Operazione volta a restituire all’opera la sua unità di stile, coincidente col suo stato primitivo, o anche con una situazione ideale di perfezione stilistica che potrebbe non essere mai esistita

Risultati → Interventi volti al ripristino e alla purificazione linguistica, anche a costo del sacrificio delle stratificazioni storiche

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Postulati della Commissione dei monumenti storici

1) “Conviene lasciare incompleto e imperfetto tutto ciò che si trova incompleto e imperfetto. Non bisogna permettersi di correggere le irregolarità, né di allineare le deviazioni, perché le deviazioni, le irregolarità, i difetti di simmetria sono fatti storici pieni d’interesse, i quali spesso forniscono i criteri archeologici per riscontrare un’epoca, una scuola, un’idea simbolica. Né aggiunte, né soppressioni”_L. Vitet

→ Vicinanza al pensiero di Stern

2) “Per restauro noi intendiamo la conservazione di ciò che esiste, la riproduzione di ciò che manifestatamente è esistito. (…) in un restauro non si deve inventare niente; quando le tracce dello stato antico sono perdute, la cosa più saggia è copiare i motivi analoghi in un edificio dello stesso tempo e della stessa provincia (…). Inventando si corre il rischio di fare un errore e di lasciar vedere troppo chiaramente una ripresa moderna”_P. Mérimée, 1844

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Postulati di matrice più conservativa

1) “Gli architetti (…) non debbono mai dimenticarsi che lo scopo dei loro sforzi è la conservazione dei monumenti, e che il miglior mezzo per raggiungere questo scopo è la manutenzione di essi. Per quanto abile sia il restauro di un edificio, il restaurare è sempre una triste necessità. Una manutenzione intelligente deve sempre prevenirla”_Ministro Falloux, 1849

2) “In fatto di monumenti antichi, è meglio consolidare che riparare; meglio riparare che restaurare; meglio restaurare che rifare; meglio rifare che abbellire: in ogni caso, nulla va aggiunto né, soprattutto, tolto”_Axiôme di A. Didron, direttore delle Annales archéologiques, 1845

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Il pensiero di E.E. Viollet-le-Duc

Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879) 1) Progettista (opera in un clima di pluralismo stilistico aderendo, dopo gli anni quaranta, all’eclettismo) 2) Restauratore (particolarmente attivo tra il 1845 e il 1870) 3) Storico dell’architettura medievale e delle cosiddette arti minori 4) Teorico, divulgatore e polemista, soprattutto avverso all’École des Beaux-Arts, che produceva, a suo avviso, architetti in serie. Fortemente influenzato dal pensiero di Vitet e Mérimée Pubblicazioni • Dictionnaire raisonné de l’architecture française du XIème au XVIème siècle_Paris 1854-68_Opera in 10 voll. • Entretiens sur l’Architecture_Paris 1863-72 • Dictionnaire raisonné du mobilier français de l’époque carolingienne à la Renaissance_Paris 1858-75

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Il pensiero di E.E. Viollet-le-Duc Fondamenti 1) Studi svolti analogamente a quelli sull’anatomia comparata, alle ricerche dei filologi sulla linguistica e degli etnologi sulle origini delle razze

2) Approfondita conoscenza degli stili, riferiti ad ogni epoca dell’arte e a ciascuna scuola

3) Approccio fondato su razionalità e logica

4) Umiltà nei confronti del monumento, giungendo alla spersonalizzazione del restauratore, finché egli assuma la natura dell’antico artefice o architetto, identificandosi nel suo gusto e nel suo temperamento

5) Lo stile gotico è il più razionale dal punto di vista strutturale, sfruttando i materiali in relazione alle sue proprietà intrinseche (diversamente da quanto pensava il mondo inglese, motivato da ragioni morali). Lo stile è visto come genus, tipo, come patrimonio di forme proprie di un determinato mondo figurativo

6) Il restauro è cosa moderna: prima si ricostruiva seguendo il gusto del momento, ora ci si fonda sulla storia, l’analisi e la classificazione dell’edificio

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Il pensiero di E.E. Viollet-le-Duc

Il metodo di restauro

E’ distinguibile in due momenti:

1) Eliminazione delle aggiunte posteriori alla fase di concezione e costruzione originale per ricondurre l’opera alla primitiva unità e purezza stilistica

2) Reintegrazione delle lacune restituendo unitarietà all’opera, nel rispetto dello stile che gli è proprio, sia nell’apparenza che nelle strutture

“Restaurare un edificio non significa mantenerlo, ripararlo o rifarlo, ma ristabilirlo in uno stato d’integrità che può non essere mai esistito”_Voce Restauration del Dictionnaire

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Voce Restauration del Dictionnaire

1) Fondamentale per la conservazione di un manufatto architettonico è dargli una destinazione d’uso; è l’unico modo per tenerlo in vita.

2) Considerazioni di natura tecnica: “ogni pietra rimossa deve essere rimpiazzata con una pietra di qualità superiore”. Bisogna perfezionare il sistema strutturale, attraverso l’impiego di materiale idoneo. Occorre conoscere la struttura, l’anatomia e il temperamento dell’edificio. Ogni costruzione è ‘scienza’ e ‘arte’

3) Analogia tra restauratore e medico chirurgo. Profonda conoscenza: se ci si affida al caso, è preferibile astenersi: “E’ meglio lasciar morire il malato piuttosto che ucciderlo”

4) Importanza della documentazione fotografica, strumento che si può consultare di continuo e quindi effettuare nuove riflessioni

5) Non cadere nelle ipotesi. Se si indaga, ad esempio, una rovina, è opportuno anche studiare il modo in cui sono cadute le parti

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Voce Restauration del Dictionnaire

In presenza di stratificazioni è meglio privilegiare la mano originale o

quelle successive? → E’ opportuno effettuare valutazioni ‘caso per

caso’, non è possibile sottostare ad una regola.

Casi esemplificativi

1) Edificio XII sec. con tetto e grondaie del XIII sec. → Eliminare

grondaie e sistema di scolo acque per ripristinare il coronamento originario ed inventare un sistema tecnologico di fantasia, visto che

all’epoca non esisteva? → NO 2) Volte di una navata del XII sec. parzialmente distrutte e rifatte successivamente secondo il gusto del tempo, e non nella loro forma

originaria, le quali attualmente minacciano rovina → Rifarle nelle

forme primitive? → SI

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Voce Restauration del Dictionnaire

Casi esemplificativi

3) Volte non originarie, di carattere estraneo all’architettura, ma di

notevole bellezza → Si distruggeranno per restaurare la navata

primitiva? → NO

4) Pilastri di una sala realizzati con materiali fragili e di sezione troppo ridotta, sottoposti a schiacciamento per eccesso di carico. Riparati in

epoche successive con dimensioni che non sono le primitive →

Dovendo rifare i pilastri, copieremo le sezioni variate e ci atterremo alle

altezze dei vecchi blocchi che sono troppo deboli? → NO → Riprodurremo la sezione originaria ma utilizzeremo blocchi più grossi

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Voce Restauration del Dictionnaire

Casi esemplificativi

5) Edificio del XIII sec. in cui le acque scolano in gocciolatoi, cui nel XV sec. si sono aggiunti doccioni ai canali per migliorare lo scolo, i quali

risultano in cattivo stato ed occorre sostituirli → Ripristiniamo il

sistema primitivo ai fini dell’unità d’immagine? → NO → Così facendo distruggeremmo le tracce di una interessante disposizione tecnologica

6) Cattedrali del XII sec. rimaneggiate nel XIV e XV sec., tramutando due

campate in transetto in maniera abile → Si torna allo stato originario?

→ NO → Ma si provvederà, con grande scrupolo, a mettere ben in evidenza tali modifiche

7) Edificio mutilato → Lasciarlo così? → NO → Occorre completarlo, rispettando le proporzioni originarie

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Voce Restauration del Dictionnaire

Destinazioni d’uso_Casi esemplificativi

“Il mezzo migliore per conservare un edificio è di trovargli una destinazione”

Per far ciò si renderà necessario apportare alcune modifiche, da ridurre al minimo, per la cui definizione bisogna immedesimarsi nell’architetto ideatore dell’opera e immaginare il modo in cui egli si comporterebbe, al fine di rispettare la sua opera

1) Sistemi tecnologici per il riscaldamento → SI → Facendo in modo da non dissimularli

2) Coperture in ferro → SI → Anche se nel Medioevo tale materiale non esisteva, esso ha ottime caratteristiche. Il suo utilizzo eviterebbe occasioni d’incendio, spesso fatali per molte strutture, facendo in modo da non dissimulare le nuove parti

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Interventi di restauro

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1837_VLD_Sainte-Chapelle_Paris

Sainte-Chapelle, Paris. Stato dei luoghi prima e dopo i lavori di restauro. Il progetto prevede il ristabilimento del portico e il completamento dei pinnacoli, oltre che l’inserimento della guglia. La terza immagine mostra l’interno, dopo le opere avviate nel 1837.

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1840-59_VLD_Madeleine_Vézelay

Viollet-le-Duc interviene con grande prudenza e affronta ogni problema nel dettaglio.

Non ricostruisce la torre nord, né tanto meno le guglie.

Effettua un accurato lavoro di lettura diretta attraverso una vera e propria analisi archeologica, al fine di ritrovare la ‘verità’ dell’edificio nel rispetto delle stratificazioni storiche e dei valori documentali. In sostanza, opera sul degrado.

Chiesa della Madeleine di Vézelay.. facciata orientale prima (foto 1840) e dopo il restauro, e particolare dello stato attuale.

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1844_VLD_Notre-Dame_Paris

Notre-Dame, Paris. La facciata in una foto della metà del XIX secolo, prima dei restauri, quando non esisteva ancora la guglia, e in un’immagine successiva all’intervento di E.E. Viollet-le-Duc e J.B. Lassus.

La guglia, distrutta nel 1792, ma documentata in un disegno di Garneray, viene ricostruita in ghisa.

L’elemento viene ricostruito, perché ritenuto ‘segno’ fondamentale nella compagine della fabbrica.

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Veduta dell’abside prima del restauro di Viollet-le-Duc e disegno di progetto.

Al 1847 risale il progetto, ma i lavori furono eseguiti tra il 1860 e il 1879.

Lo scopo dell’intervento su St. Sernin è quello di:

“ristabilire l’edificio nello stile che gli appartiene, non solo come apparenza, ma anche come struttura”.

Ciò avviene attraverso:

• La rimozione delle aggiunte

• L’annullamento delle stratificazioni

• L’adozione di uno stile romanico

1847_VLD_St. Sernin_Toulouse

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1847_VLD_St. Sernin_Toulouse

Disegno dello stato di fatto e proposta di restauro della fronte sud.

Disegno dello stato di fatto e proposta di restauro della facciata principale.

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1867_ VLD_Notre-Dame_Clermont-Ferrand

Più che un intervento di restauro è costituisce un’opera di completamento in stile gotico, incominciato nel 1248 da Jean Deschamps e portato avanti con continuità fino al 1512.

La città attendeva già da tempo un intervento di completamento e di ingrandimento della chiesa.

Il progetto ottocentesco prevedeva il prolungamento a occidente delle navate e la costruzione delle facciata principale.

Tra il 1855 e il 1864, VLD presenta due proposte, ma i lavori iniziano solo nel 1867 per concludersi nel 1884.

Qui l’architetto ha realizzato concretamente la “cattedrale ideale degli inizi del XIII secolo” da lui studiata e proposta nell’ “Historie d’un hotel de ville et d’une cathedrale” (Paris 1878).

La sua predilezione per l’unità di stile lo conduce a riprodurre anche ciò che potrebbe non essere mai esistito.

Questa è per lui l’occasione di progettare liberamente una facciata in stile, ovvero secondo il modo in cui l’avrebbero verosimilmente concepita i costruttori gotici.

La cattedrale di Notre-Dame, Clermont-Ferrand, disegno di VLD.

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1867_ VLD_Notre-Dame_Clermont-Ferrand

Mantiene un solo portale centrale, consacrato al Cristo circondato dagli apostoli, con scene del Giudizio finale.

Aggiunge due campate alle navate, costruisce la facciata con le torri e il portale settentrionale.

Il rosone è tratto da quello del transetto meridionale di Chartres.Le alte finestre gemellate dalla cattedrale di Amiens. Le statue e le nicchie con pinnacoli alla base delle torri sono prese dalla cattedrale di Reims.

L’intervento, nella pubblica opinione, sembrò lecito, trattandosi di una struttura quasi completamente distrutta.

La cattedrale di Notre-Dame, Clermont-Ferrand, rappresentazione dello stato dopo il restauro di VLD, in cartoline d’epoca.

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1870_VLD_Cattedrale_Saint-Denis

A partire dal 1813, la cattedrale di Saint Denis

fu interessata da un intervento di restauro

condotto da François Debret.

Egli prevedeva la ricostruzione della fleche,

con materiali molto pesanti.

L’intervento fu talmente criticato da suscitare

scandalo.

L’intervento presentava carenze di ordine

statico e un’interpretazione “ridicola ed

immaginaria” delle forme medievali.

Nel 1837, la torre fu colpita da un fulmine e

sprofondò.

Nel 1846 si dovette demolire.

Saint-Dénis, cattedrale. Facciata in un disegno

di G. Canella (1826-27) durante l’intervento di

restauro, non concluso, di F. Debret.

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1870_VLD_Cattedrale_Saint-Denis

Saint-Dénis,

cattedrale. Facciata

in un disegno

firmato da Viollet-

le-Duc del 1870,

affianco la

cattedrale allo stato

attuale.

L’incarico passò a Viollet-le-Duc, il quale progettò due guglie simmetriche

rimaste irrealizzate.

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Progetti

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1864-67_VLD_Saint-Denis de l’Estrée

Saint-Dénis de l’Estrée, fronte occidentale e veduta interna. La chiesa fu progettata da Viollet-le-Duc nel 1860 e costruita tra il 1864 e il 1867, secondo lo stile del XII sec. In questo periodo egli si esprime, soprattutto negli elementi di dettaglio, con un linguaggio originale e libero da modelli.

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1866_VLD_Progetto di una sala da concerto

Progetto non realizzato di una sala poliedrica, con soffitto a volte in ferro e mattoni, sorretto da puntoni in ferro.

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1858-72_VLD_Progetto per un mercato

Progetto non realizzato di un mercato, con ossatura mista. Il soffitto è retto da pilastri disposti a v.