Corso di Tecnica Urbanistica, anno accademico...

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Nascita ed evoluzione della città e il processo di urbanizzazione 1 Cheti Pira Dipartimento Ingegneria di Ingegneria civile, ambientale e architettura Università degli Studi di Cagliari Corso di Tecnica Urbanistica, anno accademico 2013-2014

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Nascita ed evoluzione della città e il processo di urbanizzazione

1

Cheti Pira

Dipartimento Ingegneria di Ingegneria

civile, ambientale e architettura

Università degli Studi di Cagliari

Corso di Tecnica Urbanistica, anno accademico 2013-2014

Sommario

Definizione di città

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Nascita della città

Storia della città_La città pre-industriale

Storia della città_La città industriale

Storia della città_La città post-industriale

Il processo di urbanizzazione

La città europea

La città

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Fonte, Dispense del corso di “Fondamenti di Urbanistica a cura dell’ Arch. Alessandra Barresi in Coll. Arch. Elisabetta Amagliani, Disponibili su Internet alla pagina http://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/597_2010_253_9633.pdf

Definizione di città

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Definizioni di città

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«Il luogo che gli uomini hanno creato quando hanno dovuto vivere insieme per svolgere una serie di funzioni che non potevano svolgere da soli » (E. Salzano, 1998, Fondamenti di urbanistica, Laterza, Bari)

«Una città è un insediamento umano esteso e stabile, un'area urbana che si differenzia da un paese o un villaggio per dimensione, densità di popolazione, importanza o status legale » (Wikipedia)

« La funzione principale di una città è di trasformare il potere in strutture, l'energia in cultura, elementi morti in simboli viventi di arte, e la riproduzione biologica in creatività sociale. » (L.Munford)

Definizioni di città

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« …..un insediamento relativamente vasto, denso e duraturo di persone socialmente eterogenee» (Louis Wirth)

Nascita della città

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Nascita della città

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La lunga storia della città può essere suddivisa in tre periodi in base alla tipologia di città che in quel tempo si forma e diventa prevalente: città preindustriale, città industriale e città postindustriale. Schematicamente:

Dalla comparsa dell’uomo sulla terra al Quarto Millennio a.c.

Assenza di città

Dal Quarto Millennio a.c. fino alla Rivoluzione Industriale (a partire dal XVII secolo)

Città pre-industriale

Dalla Rivoluzione Industriale fino agli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra mondiale

Città industriale

Ultimi anni cinquanta

Città post-industriale

Nascita della città

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N.B. Alcune caratteristiche della città (dimensione, forma, attività svolte), si mantengono pressochè inalterate per quasi 7000 anni e subiscono invece una radicale trasformazione solo negli ultimi 200 anni, a partire dalla rivoluzione industriale.

Nascita della città

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Il fenomeno urbano la cui nascita si fa risalire al Quarto Millennio a. C. porta alla creazione delle prime città che hanno essenzialmente due caratteri distintivi: 1. L’organizzazione spaziale.

2 . La complessità dell’organizzazione sociale.

La Rivoluzione agricola del 7000 a.c. e le innovazioni tecnologiche del Neolitico rappresentano i prerequisiti necessari per la Rivoluzione urbana del 4000 a.c.

Nascita della città

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Le prime vere città sono a volte indicate come grandi insediamenti nei quali gli abitanti non si limitavano a coltivare le terre circostanti, ma cominciavano ad avere occupazioni specializzate, e nelle quali le attività commerciali, e di “potere” erano centralizzate. Le società basate sulla vita nelle città vengono spesso chiamate civiltà. Secondo questa definizione, le prime città di cui abbiamo notizia erano situate in Mesopotamia, o lungo il Nilo, la vallata dell'Indo e la Cina. Prima di queste sono rari gli insediamenti che raggiungessero dimensioni significative.

Le prime città si sviluppano in zone fertili, lungo grandi fiumi e vaste pianure agricole o in punti che costituiscono passaggi obbligati delle vie commerciali.

L'insediamento urbano più antico di cui finora siano state ritrovate le tracce risale all'8000 a.C., ben 4500 anni prima dello sviluppo delle grandi civiltà fluviali in Mesopotamia ed Egitto. Si tratta della città di Gerico nelle vicinanze del Mar Morto, probabilmente sorta grazie alle attività mercantili collegate allo sfruttamento del sale e dei minerali della zona.

Nascita della città

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La teoria del surplus produttivo alimentare risulta insufficiente a spiegare la nascita delle città. Esse nascono dove si forma una organizzazione statuale, in grado di esercitare un potere coercitivo che raccoglie il surplus e lo ridistribuisce in modo più o meno diseguale. Si può dunque affermare che, la nascita dello Stato come istituzione preceda la nascita della città.

Per esempio il faraone o il re era a capo di un esercito che provvedeva alla difesa, faceva costruire grandi opere di irrigazione, mentre i suoi sacerdoti pregavano

gli dei perche assicurassero un raccolto abbondante.

Nascita della città

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Fonte, Dispense del corso di “Fondamenti di Urbanistica a cura dell’ Arch. Alessandra Barresi in Coll. Arch. Elisabetta Amagliani, Disponibili su Internet alla pagina http://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/597_2010_253_9633.pdf

Collocazione delle città

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I geografi urbani distinguono due importanti concetti: il sito e la posizione della città

Il sito è il luogo fisico e topografico dove sorge l’insediamento. Esso condiziona la forma della città, la viabilità, le tipologie costruttive attraverso la pendenza dei terreni, la presenza dei corsi d’acqua, l’esposizione, i fattori di ordine geologico (robustezza del sottofondo) influenzano le caratteristiche edilizie e la durata nel tempo dell’insediamento.

Con la posizione è indicata la qualità delle relazioni funzionali ed economiche territoriali alla scala territoriale. Vengono indicate dai geografi le componenti in 3 grandi categorie:

1 La centralità rispetto alle aree di mercato

2 Il contatto con regioni a economie diverse

3 L’incrocio di itinerari di grande importanza

Nascita della città

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Dimensione fisica e demografica: La città antica era piccola; dal momento che non esistevano mezzi di comunicazione la sua dimensione era determinata dalla spazio percorribile a piedi dall’uomo.

Fonte, Dispense del corso di “Fondamenti di Urbanistica a cura di Arch. Alessandra Barresi Coll. Arch. Elisabetta Amagliani, Disponibili su Internet alla pagina http://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/597_2010_253_9633.pdf

Storia della città. La città pre-industriale

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La città pre-industriale

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Gli elementi distintivi della città preindustriale sono

- Politica. La forma del governo oscilla tra la monarchia e l’oligarchia.

- Disuguaglianza sociale.

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La città greca

Organizzazione dello spazio urbano della polis greca

La città greca si arricchisce di nuovi elementi urbani richiesti dalla moltiplicazione degli incontri sociali e dalle attività di gruppo. La città si differenzia da qualsiasi altro tipo di Insediamento precedente per la ricchezza delle attrezzature e dello spazio pubblico (pritaneo, agorà, teatro, ginnasio).

Storia della città

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L'architetto Ippodamo da Mileto (V secolo a.C.) immagina una città costruita secondo un piano preciso, in cui gli isolati, il loro orientamento e anche l'eventuale sviluppo del nucleo urbano sono precisamente regolati.

La tradizione lo vuole inventore della città a pianta ortogonale divisa per aree funzionali.

La crescita degli imperi antichi e medioevali condusse a capitali o sedi delle amministrazioni provinciali ancora più grandi: Roma, con oltre un milione e mezzo di abitanti nel II sec., la sua emula orientale Costantinopoli, e le successive cinesi e indiane si avvicinarono al mezzo milione di abitanti o lo superarono.

Fino agli anni 250-280 le città erano aperte e si fondevano con la campagna, ma in seguito alle invasioni barbariche si contrassero chiudendosi entro mura. Tra l'895 ed il 955 una seconda ondata di invasioni, convinse a rafforzare le mura ed i castelli.

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Storia della città

Schema planimetrico della città di Mileto. Esso è costituito da un reticolo ortogonale fatto di strade principali e strade secondarie che divide lo spazio in isolati quadrangolari regolari

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La città greca

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La città romana

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Organizzazione della città romana

Le città romane erano circondate dalle mura, che avevano uno scopo difensivo. Il terreno all'interno delle mura veniva diviso. C'erano due vie principali, perpendicolari tra loro, il cardo e il decumanus.

Anche le altre strade venivano costruite secondo un sistema a maglia ortogonale,cioè erano parallele alle principali e questo dava alla città l'aspetto di una scacchiera.

Nel punto d'incontro tra il cardo e il decumanus si trovava il Foro, la piazza più importante della città. Ogni città romana possedeva un Foro. Il Foro inizialmente era usato come luogo di mercato, ma poi divenne il nucleo dell'attività cittadina. Affari, processi, elezioni, cerimonie civili e religiose si svolgevano al suo interno. Lungo i lati maggiori del Foro sorgevano le botteghe di legno (tabernae).

. All'interno del Foro si trovavano anche i templi, che non avevano solo scopi religiosi, ma venivano utilizzati anche come luoghi di riunione.

La città romana

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Organizzazione della città romana

I Romani pensarono nel costruire le loro città a quello che i Greci avevano trascurato: il pavimentare le strade, l'incanalare le acque, il costruire fogne che potessero evacuare tutti i rifiuti della città.

La città romana

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Durante i secoli d'oro dell'impero romano vennero realizzate grandiose opere pubbliche e abbellite le città con opere d'arte di ogni tipo. Roma, capitale dell'Impero, raggiunge un milione di abitanti e si arricchisce rapidamente di edifici e strutture grandiose, come il Circo Massimo, l'Anfiteatro Flavio, le Terme di Caracalla o i tredici acquedotti che riforniscono la città.

Caratteristica della città romana è l'attenzione monumentale al foro, spazio commerciale e politico, luogo di incontro dell'intera comunità e “vetrina” di tutto l'impero.

La città romana

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L’organizzazione territoriale romana, si è formata per aggregazioni successive di territori. Essi venivano omogeneamente strutturati mediante impianto di città, creazione di relative aree economiche, dotazione di infrastrutture urbane e territoriali e di istituzioni civiche, il tutto tipizzato secondo una costante, monotona e universale, precettistica, che è riuscita per un arco di tempo non lungo, ma decisivo per la storia urbana, a garantire su estesa superficie l'equilibrio economico e sociale delle unità territoriali di base integrate in un sistema politico centrale.

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La città medioevale

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La città medioevale

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La città medioevale

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Città fondata e città spontanea

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Un antitesi nata grazie alla ricerca degli storici del periodo medioevale, contraddistinto da una rinascita della civiltà urbana, consiste nella distinzione tra città fondata e città spontanea.

Con le prime si fa riferimento alle città interamente controllate e progettate nella loro nascita e nella loro forma: esse sono caratterizzate da una forma regolare, in genere a scacchiera (vedi città romana).

Con le seconde si fa invece riferimento alle città liberamente sviluppatesi, generalmente disordinate ed organiche, dove la forma non è altro che la “somma” delle singole volontà individuali di abitanti e costruttori.

Tuttavia non è possibile definire la città spontanea come negativo della città fondata. Infatti, ogni città fondata superato il più o meno lungo arco temporaneo che la separa dalla sua realizzazione, nel momento in cui lo sviluppo edilizio di espande all’esterno del nucleo pianificato diventa città spontanea.

Le Città tra il 400 e il 600

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Fonte, Dispense del corso di “Fondamenti di Urbanistica a cura di Arch. Alessandra Barresi Coll. Arch. Elisabetta Amagliani, Disponibili su Internet alla pagina http://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/597_2010_253_9633.pdf

Città ideali

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Signorie e principati, tra il ‘500 e il ‘700, non solo confermano l'idea del microcosmo urbano accentratore, ma lo isolano con un sempre più complesso sistema stabile difensivo, ed accentuano, su più vasta scala, la gerarchizzazione degli insediamenti sul territorio.

Si sviluppa in quei secoli l'arte urbana, che arricchisce le città principesche di nuovi episodi architettonici di rilievo.

Al tempo stesso si incomincia a teorizzare sulla "forma urbis" fino a dar vita ad una fioritura di nuove idee urbanistiche che sotto la veste di "città ideali", si pongono, nei confronti delle esistenti, come altrettante possibili alternative globali; molto spesso le innovazioni vagheggiate sono soltanto formali, geometriche e difensive, ma in questa ricerca inventiva nuove idee prorompono sia nel campo tecnico sia nel campo dell'ordinamento sociale, aprendo la strada alle utopie. I grandi temi a cui riflessione sulla città ideale era organicamente legata: la rinnovata affermazione della centralità dell'uomo, la riscoperta e la riappropriazione dell'arte greco-romana e dell'architettura classico-romana , l'imitazione della realtà, l'organizzazione prospettica dello spazio artistico, la teoria delle proporzioni e della misura nella progettazione architettonica.

Città ideali

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Fonte, Dispense del corso di “Fondamenti di Urbanistica a cura di Arch. Alessandra Barresi Coll. Arch. Elisabetta Amagliani, Disponibili su Internet alla pagina http://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/597_2010_253_9633.pdf

Storia della città. La città industriale

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La città industriale

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Il primo mutamento decisivo nell’organizzazione della città si registrò, nelle città europee, proprio intorno alla prima metà del ‘700.

Le città, in quel periodo, vengono interessate da massicci aumenti di popolazione, dovuti soprattutto al fatto che il miglioramento delle condizioni igieniche portò ad una notevole diminuzione della mortalità.

Contemporaneamente all’aumento della popolazione si assiste al cambiamento del sistema produttivo, con il passaggio da un’economia essenzialmente basata sull’agricoltura e sul commercio dei prodotti agricoli ad un’economia basata sull’industria.

Moltissime innovazioni tecnologiche (dalla macchina filatrice che consentiva ad un solo operaio di manovrare più fili contemporaneamente sullo stesso telaio, alla prima tessitrice meccanica, alla macchina a vapore, all’uso del carbone nella lavorazione dei minerali), furono la principale causa dell’aumento dell’attività industriale (rivoluzione industriale), che si concentrò principalmente nelle città (fenomeno chiamato: industrializzazione).

La città industriale

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La città industriale

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La concentrazione di attività industriali nella città attirò molta popolazione dalle campagne, con conseguente abbandono dell’attività agricola, e ulteriore aumento di popolazione nelle città (è una delle prime fasi della storia delle città: la città industriale).

Lo spostamento di popolazione dalle campagne alle città fu agevolato e incrementato dal miglioramento dei collegamenti.

Per garantire le esigenze commerciali, il sistema viario subì notevoli sviluppi (costruzione di nuove strade e miglioramento delle esistenti) e anche il sistema ferroviario, con l’invenzione della locomotiva di Stephenson (1825), subì un notevole incremento (creazione di linee ferroviarie sia per il trasporto di persone che di merci).

Si crea un saldo legame tra città e industria

Città ideali

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Storia della città_La città industriale

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Dal punto di vista sociale è ancora una città fortemente divisa e caratterizzata da stridenti disuguaglianze sociali. Si crea una piramide sociale dove al vertice vi sono i ricchi e alla base i lavoratori, perlopiù non specializzati.

Dal punto di vista della forma di governo, la città industriale è una città di cittadini liberi all’interno di stati democratici, detentori di diritti sempre più ampi. Ai diritti civili e politici ci aggiungono i diritti sociali (assistenza, sanità, ecc).

La città industriale

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Nell’800, le città, cominciano ad accusare gli inconvenienti di tale fenomeno (chiamato: urbanesimo) legati alla carenza di servizi (ad es. le fogne) con la relativa nascita di quartieri residenziali malsani in cui le scarse condizioni igieniche erano causa di epidemie (colera, tifo, ecc.), l’aumento del traffico e dell’inquinamento, l’aumento della povertà, la speculazione sull’edificazione dei quartieri residenziali con scarsissima qualità.

In sintesi, si può affermare quindi che l’urbanistica moderna nasce come il tentativo di dare una risposta positiva alla crisi della città ottocentesca, consistente in un insieme di regole, dettate dall’autorità pubblica, che fossero in grado di dare ordine alle trasformazioni della città e costruire il substrato per l’attività di costruzione e localizzazione di funzione da parte dei privati.

Per urbanesimo s’intende il modo di vita e gli orientamenti culturali della città industriale

Per urbanizzazione processo di concentrazione della popolazione di una società nelle città

Città ideali

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Città ideali

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Storia della città_La città industriale

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Tipico slums di una città industriale ottocentesca

Storia della città_La città industriale

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Le radici dell’urbanistica moderna sono proprio qui, nel momento in cui le gravi situazioni della città industriale provocano non solo il disagio, ma anche la protesta delle persone che vi sono coinvolte. L’urbanistica abbandona per sempre la posizione di apparente distacco dai conflitti sociali, conservata fino ad allora all’ombra del potere assoluto.

Storia della città_La città industriale

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La città industriale ottocentesca ha cominciato ad occupare porzioni sempre più estese di territorio ossia ha cominciato ad impadronirsi del territorio con un processo di urbanizzazione notevole (estensione dell’urbanesimo al territorio).

Non è stato più sufficiente regolare unicamente le trasformazioni della città, ma è stato invece necessario che l’urbanistica si occupasse anche del territorio.

Si comincia a parlare di pianificazione territoriale e non solo urbanistica.

La città fordista

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Nella città fordista, dei primi del secolo scorso (1930-1980), l’industria ottocentesca lascia il passo all’industria moderna, caratterizzata da tecnologie avanzate, dal cambiamento dei processi di produzione e dalla conseguente nuova riorganizzazione dei rapporti e delle relazioni tra industria e le altre funzioni della città.

(Il processo di crescita delle città è sempre in atto, fino agli anni ’70 le città continuano a crescere a dismisura, sottraendo popolazione alle campagne e generando enormi periferie prive di connotazione e qualità.)

La città fordista

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Caratteri: 1) concentrazione della attività industriali all’interno del tessuto urbano 2) fabbriche di grandi dimensioni (produzione di massa) necessitano di un ampio bacino di manodopera non professionalizzata (migrazioni dal sud nel caso italiano ma anche nordamericano; alti tassi di inurbamento) 3) concentrazione e crescente importanza di servizi (alle imprese, sociali) e infrastrutture (alloggi, strade, mezzi pubblici), finanziate dalle maggiori entrate fiscali 4) avvento del consumo di massa (es. Italia anni ’60 del boom economico) 5) rigida separazione fra luogo e tempo di lavoro (la fabbrica) e luogo e tempo per le attività ludiche e del tempo libero 6) Company- town (città-fabbrica)

La città fordista

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Crescita esponenziale delle città industriali contribuiscono alla formazione delle periferie operaie ad alta densità abitativa e a bassa qualità ambientale

Processo di sub-urbanizzazione: al di là delle periferie urbane si vengono a costituire le cosiddette “cinture industriali”, quartieri satellite con funzione esclusivamente residenziale.

Conurbazione: queste aree sub-urbane si collegano sempre più con la città formando un’insieme territoriale composto da queste cinture industriali e i piccoli comuni limitrofi (vicini)

Creazione dell’area metropolitana

Fenomeno del pendolarismo

Storia della città. La città post-industriale

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La città post-industriale

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I processi di deindustrializzazione e di ristrutturazione industriale portano la città verso un modello che comincia a strutturarsi a partire dagli anni 70 ed è ancora in corso di definizione.

La ricchezza non viene più prodotta dall’industria manifatturiera, ma dal settore dei servizi, sia alle aziende che alle persone, in particolare quelle attività intellettuali legate alla ricerca e alla creazione di nuove idee in relazione alle nuove idee in relazione all’emergere dell’economica della conoscenza, da un lato, e allo sviluppo delle industrie culturali dall’altro.

Si tratta di una città frammentata perché formata da innumerevoli gruppi sociali, diversi per orientamento politico, cultura posizione economica ecc. Che hanno legami deboli tra loro e con la società tanto da mirarne la coesione. Alle cause tipiche della società industriale si aggiungono quelle derivanti da una sempre più articolata divisione del lavoro e soprattutto quelle connesse alla migrazione internazionali che portano ora nelle città culture molto diverse rispetto a quella autoctona.

La città post-industriale

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La frammentazione si riflette nella difficoltà di interpretazione e trasmissione delle volontà politica da parte dei partiti e dalla conseguente crisi della democrazia rappresentativa.

Il governo della città post-industriale si apre a nuova forme di governance, in cui attori diversi, pubblici e privati, organizzazione no profit, sono coinvolti nelle politiche urbane.

Dalla città post fordista all’organizzazione della città fino ai giorni

nostri 52

Crisi del modello fordista e passaggio alla città post-fordista/post-industriale (fine anni ’60 inizio anni ’70)

Sistema economico e produttivo incentrato sulla fabbrica di grandi dimensioni entra in crisi

Diminuzione della classe operaia come soggetto produttivo e soggetto del conflitto

Crisi fiscale dello stato e crisi del sistema di welfare state

Crescita del ceto medio impiegatizio (white collar) e della società dei servizi e dell’informazione

Rivoluzione informatica

Problema delle nuove povertà urbana e della segregazione urbana

Processo di de-urbanizzazzone e crescita dei centri urbani medio-piccoli

Dalla città post fordista all’organizzazione della città fino ai giorni

nostri 53

Il processo di crescita della città si interrompe, e la cosiddetta città post fordista, con cui si designa l’organizzazione delle città fino ai giorni nostri, vede l’affermarsi di nuove regole ed equilibri.

Nasce il settore dei servizi che, inizialmente affianca l’attività industriale, per poi diventare il settore trainante dell’economia.

Nascono interi quartieri residenziali in zone marginali (ritorno alla campagna)..

Si affermano i principi di qualità ambientale e sviluppo sostenibile.

Dalla città post fordista all’organizzazione della città fino ai giorni

nostri 54

Dalla città post-fordista in poi, sono mutati gli obiettivi e i contenuti della pianificazione urbana e territoriale. Se fino a qualche decennio prima l’esigenza primaria era di governare l’espansione delle città, ora diviene fondamentale la riqualificazione (dei centri storici ma anche delle periferie costruite negli anni ‘50, ‘60 e ‘70), la pianificazione dei servizi e la tutela e la salvaguardia ambientale.

Il processo di urbanizzazione

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Il fenomeno dell’urbanizzazione

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Il concetto di fenomeno urbano, sottolinea Pierre-Henri Deryche, è stato utilizzato per la prima volta, nella prima metà degli anni Cinquanta del secolo scorso dal geografo George Chabot, per caratterizzare il “prodigioso sviluppo delle città nell’epoca contemporanea”.

“Città e territorio sono concetti in evoluzione (Jean Gottmann)

Il fenomeno dell’urbanizzazione

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Il 2007 segna un momento storico, più della metà della popolazione mondiale vive nelle città (si prevede che arriverà al 60 nel 2030).

Se poniamo attenzione all’arco temporale degli ultimi 50 anni, emerge che la corsa verso la città si è concentrata nei paesi in via di sviluppo. Alcuni dati, secondo i calcoli della Divisione popolazione delle Nazioni Unite:

- 1950 ogni 100 abitanti del pianeta solo 29 vivevano in aree urbane. - 1990 questa quota era salita al 45% e la popolazione urbana era più che triplicata, giungendo a 2,4 miliardi. -2009 la popolazione urbana mondiale ha superato quella rurale. Oggi vivono in aree urbane circa tre miliardi e mezzo di persone.

Il rapido e consistente aumento demografico mondiale, iniziato nel XVIV secolo e tuttora in corso, si è accompagnato a un fenomeno di concentrazione della popolazione nelle città.

Nel 1950 l’agglomerato urbano più grande del mondo era New York, con 12,3 milioni di abitanti. Nei primi dieci posti si collocavano altre cinque aree metropolitane occidentali (Londra, Parigi, Mosca, Ruhr, Chicago), tre asiatiche (Tokyo, Shanghai e Calcutta) e una sudamericana (Buenos Aires). Nel 2010 la classifica è guidata da Tokyo, con 36,7 milioni di abitanti. New York è l’unica città occidentale nelle prime dieci, dove, salvo Città del Messico e San Paolo, tutte le altre sono città asiatiche. Si prevede che nel 2025 le megacittà saranno una trentina e solo quattro di esse (New York, Los Angeles, Parigi e Mosca) apparteranno a paesi occidentali.

Il fenomeno dell’urbanizzazione

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Prima ondata del processo di urbanizzazione

Il fenomeno dell’urbanizzazione

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Avevano interessato l’Europa e il Nord America nei secoli 1750-1950 in seguito all’industrializzazione, con processi relativamente graduali, che avevamo coinvolto qualche centinaia di migliaia di persone.

Seconda ondata del processo di urbanizzazione

Interessano i Paesi in via di sviluppo, con masse di popolazione più numerose (che hanno ottenuto in poche decine di anni la caduta dei tassi di mortalità che in paesi sviluppati hanno realizzato in uno o due secoli).

La velocità e la dimensione del processo di urbanizzazione nei paesi più poveri pongono alle città di questo paesi un ventaglio molto ampio di problemi (formazione e crescita di periferie degradate che si estendono a macchia d’olio attorno alle grandi città. Favela, slum, bidonville, shantytown sono diventate un elemento comune delle grnadi città nei Paesi del Sud del Mondo).

Il fenomeno dell’urbanizzazione

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Baraccopoli di Soweto , Sud Africa 2005

Baraccopoli lungo il Martin Pena Grande a Puerto Rico , Stati Uniti

La città europea

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La città europea

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Le città europee appaiono l’una diversa dall’altra, in quanto risultato di vicende storiche che hanno dato loro profili unici e particolari. D’altro canto esse appaiono anche trasformate profondamente dalle dinamiche dei processi di globalizzazione (economica, politica, culturale). Ci sono comunque alcuni caratteri comuni in tutte le città europee: 1. Forma compatta e densamente costruita attorno ad un nucleo di origine storica, che mantiene funzioni economiche, politiche, culturali e simboliche importanti.

La città europea

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2. Longevità. La maggioranza delle città europee hanno origini molto antiche ( il 30% degli insediamenti europei è di origine romana, un’altra quota altrettanto importante ha origine nel periodo medioevale) 3. Forte incidenza delle città di piccole e media dimensione. Le città di piccole dimensioni sono numerosissime, ma la maggioranza della popolazione urbana vive in città di medie e grandi dimensioni (dai 100.00 ai 2 milioni di abitanti). Le città al di sopra della soglia dei 2 milioni di abitanti sono poche (Parigi, Londra, Berlino, Roma).

Riferimenti bibliografici consigliati

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Morini M. (1963), Atlante di storia dell'urbanistica : dalla preistoria all'inizio del secolo 20, Milano, U. Hoepli (Biblioteca Urbanistica).

Lewis Mumford (1963), La città nella storia, Milano : Edizioni di Comunita (Biblioteca Architettura).

Calabi D. (2004), Storia dell'urbanistica europea : questioni, strumenti, casi esemplari, Milano, Bruno Mondadori (Biblioteca di Urbanistica)

http://online.scuola.zanichelli.it/ilcriccoditeodoro/files/2012/10/it-museali31.pdf

Link

Barresi A., Amagliani E., Città antica e città contemporanea; forme dell’urbanizzazione e dinamiche delle trasformazioni; l’urbanistica della città europea, teoria e prassi. Dispense del Corso di “Fondamenti di Urbanistica” . Documento scaricabili alla pagina http://www.unirc.it/documentazione/materiale_didattico/597_2010_253_9633.pdf