CORSO DI RECITAZIONE - fondazionecsc.it · Dizione 1 Modulo di 120 ore Il programma di lavoro...

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1 CORSO DI RECITAZIONE

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CORSO DI RECITAZIONE

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PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA DIDATTICO DEL

CORSO DI RECITAZIONE

Il corso di recitazione della Scuola Nazionale di Cinema è un corso “non dogmatico”

(affronta i più svariati metodi di recitazione), che fornisce agli allievi una preparazione

completa per affrontare la professione dell‟attore non solo in ambito cinematografico

ma anche in quello televisivo e teatrale.

Il corso, della durata di tre anni, è articolato in una serie di insegnamenti base, detti

“training” , (quali ad esempio il canto, l‟educazione della voce, la logoterapia la dizione,

la danza, gli elementi di acrobatica, etc.), in una importante serie di corsi di “tecnica di

recitazione” vera e propria, in una serie di lezioni, in comune con le altre aree didattiche

della scuola, dette “insegnamenti cinematografici interdisciplinari” e in una serie di

laboratori.

E‟ previsto l‟inserimento di ulteriori insegnamenti specifici in base all‟andamento

didattico del corso.

Il progetto didattico di seguito indicato è naturalmente suscettibile di tutte quelle

modifiche che il Docente Responsabile del corso, in accordo con il Preside, riterrà

necessarie, in relazione alle specifiche esigenze dei singoli moduli di insegnamento e

alle emergenze organizzative che si potranno determinare lungo il percorso formativo.

Il piano di studio dei tre anni di insegnamento è così strutturato:

INSEGNAMENTI CINEMATOGRAFICI INTERDISCIPLINARI: 39 moduli x 548 ore

INSEGNAMENTI SPECIFICI DI RECITAZIONE: 32 moduli x 2.729 ore

LABORATORI: 8 moduli

INSEGNAMENTI CINEMATOGRAFICI INTERDISCIPLINARI (39 moduli x 548 ore complessive)

1) Cinema e musica 4 moduli di ore: 12/12/12/12

2) Cinema e arti visive 3 moduli di ore: 12 /12/20

3) Cinema e letteratura 4 moduli di ore: 12/12/8 /12

4) Cinema e drammaturgia 2 moduli di ore: 12/12

5) Elementi di storia della fotog. e del docum. 2 moduli di ore: 12/12

6) Storia del Cinema 3 moduli di ore: 32/20/20

7) Produzione 2 moduli di ore: 8/8

8) Tecnica di ripresa digitale 2 moduli di ore: 20/16

9) Tecnica della registrazione sonora 1 moduli di ore: 12

10)Teoria generale del Ling. Cinematografico 4 moduli di ore: 12/12/16/16

11) Tecnica e teoria del montaggio 4 moduli di ore: 28/20/24/16

12) Scenografia e costume 3 moduli di ore: 8/8/8

13) Analisi della sceneggiatura 5 moduli di ore: 12/12/12/12/12

14) Studio individuale 45 film da visionare a casa

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INSEGNAMENTI SPECIFICI DI RECITAZIONE (34 moduli x 3.029 ore complessive)

1) Recitazione e yoga 1 modulo di ore: 75

2) Il metodo mimesico 1 modulo di ore: 200

3) Recitazione: “Creatività e Fantasia” 1 modulo di ore: 200

4) Recitazione in inglese (Adler) 2 moduli di ore: 160/100

5) Il metodo Stanislavsky 2 moduli di ore: 200/100

6) Intensivi con prova aperta 3 moduli di ore: 60/60/60

7) Micromimica e studio del primissimo piano 1 modulo di ore: 20

8) Sotto l’obiettivo 1 modulo di ore: 24

9) Doppiaggio 2 moduli di ore: 80/80

10) Canto 3 moduli di ore: 120/120/120

11) Educazione della voce 3 moduli di ore: 120 /120/40

12) Dizione 3 moduli di ore: 120/120/40

13) Logoterapia 3 moduli di ore: 70/70/70

14) Danza 3 moduli di ore: 120/120/120

15) Elementi di acrobatica 3 moduli di ore: 120/120/120

16) Scherma 2 moduli di ore: 20/20

LABORATORI –NB: OGNI LABORATORIO SARA’ SEGUITO DA UN DOCENTE DI REGIA-

(7 moduli + corto di diploma nel terzo anno)

1) “La forma cinematografica 1” 1 modulo

2) “La forma cinematografica 2” 1 modulo

3) “6 corti teatrali” (fuori dall’orario scolastico) 1 modulo di: 4 settimane

4) “Radiodrammi” 1 modulo di ore: 60

5) “Corti 1° e 2° anno (regia)” 2 moduli

6) “Spettacoli con Quartieri dell’Arte” 1 modulo

7) “Incontri con i casting” 1 modulo

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CORSO DI RECITAZIONE

I ANNO

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Tecnica di recitazione: “Recitazione e yoga”

Modulo di 75 ore

Nel percorso didattico Yoga- Recitazione si cerca, attraverso discipline che hanno come

centralità il corpo, inteso come veicolo di emozioni, sensazioni e scoperte,gli strumenti

per esplorare quelle potenzialità espressive nascoste o ancora bloccate. Attraverso il

lavoro laboratoriale si fornisce al gruppo classe e ai singoli individui, un‟opportunità di

scoperta e riconoscimento delle proprie emozioni, l‟individuazione di una creatività

personale il risveglio della sensorialità, la riscoperta del gioco attraverso

l‟improvvisazione, il riconoscimento di potenzialità inespresse e degli eventuali limiti.

Attraverso la sperimentazione della propria sfera sensoriale cerchiamo di portare a

coscienza concetti, generalmente solo mentali, quali: “ascolto, contatto, impulso,

improvvisazione, per liberare la mente e il corpo da sovrastrutture o generi e creare uno

spazio libero per veder nascere e svilupparsi la propria capacità creativa.

Una ricerca espressiva per offrire al futuro attore una più ampia tavolozza di colori e

strumenti per conoscere se stesso e in seguito essere in grado di accogliere l‟altro da se

ovvero il personaggio e farlo proprio.

OBIETTIVI:

Coscienza del gruppo e delle differenze fra lavoro individuale e collettivo.

Rispetto delle regole del lavoro e dei tempi dell‟altro.

Individuazione di un proprio centro energetico e allenamento alla concentrazione al

lavoro.

Coscienza della propria energia.

Coscienza dello spazio scenico.

Individuazioni delle proprie potenzialità espressive originali.

Individuazione e gestione dei propri stati d‟animo.

Percezione e ascolto dell‟altro.

La consapevolezza delle proprie emozioni a servizio dello studio su un personaggio.

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Il Metodo Mimesico (Costa)

Modulo di 200 ore

Il metodo mimesico che trova i suoi presupposti teorici nel pensiero del grande regista

francese Jacques Copeau, uno dei fondatori del teatro moderno, è stato ideato e

praticato da Orazio Costa dal 1944 al 1977 all‟Accademia d‟Arte Drammatica “Silvio

D‟Amico” di Roma; all‟Institut des Arts de Diffusion di Bruxelles e illustrato in incontri

internazionali a Bucarest, Bruxelles, Essen, Parigi, Venezia e Stoccolma.

Il corso di recitazione secondo il metodo Costa per gli allievi attori di primo anno

prevede al I trimestre un corso base di avviamento all‟espressione centrato su

improvvisazioni mimiche e vocali che preparano l‟allievo ad affrontare il lavoro di

interpretazione mimetica di un testo ( II e III trimestre): l‟allievo attore sarà in grado di

ripercorrere l‟itinerario creativo del poetae del drammatico grazie al recupero,

l‟esercitazione e l‟affinamento dell‟istinto mimetico che si è andato via via educando.

Nella fase finale si affronterà il P.P.P. cinematografico (passaggio della mimica del

corpo alla micromica facciale).

Il programma di lavoro cercherà soprattutto, secondo le indicazioni del metodo di

Orazio Costa, di ripristinare per l‟educazione e la rieducazione del massimo sistema

espressivo che è quello della parola parlata, l‟originaria stretta cooperazione tra apparato

fonatorio e attività mimica che molto spesso è venuta meno, dando luogo a due

indipendenti funzioni che solo eccezionalmente si riuniscono.

La via per raggiungere sperimentalmente questa rieducazione è la persuasione di poter

imprimere ogni configurazione mimica (forma, tensione, intensità, innervazione con i

suoi effetti di peso) all‟apparato fonatorio quasi a far diventare tutto il corpo un grande

strumento parlante modulabile vocali corrispondenti. Ci si avvierà quindi verso

realizzazioni mimiche che hanno il compito di plasmare analogicamente l‟apparato

fonatorio esigendo il massimo di corrispondenza ottenibile tra forma e flessione mimica

e tono e inflessione vocale, tra tensione e tensione, tra articolazione e articolazione, tra

effetto plastico ed effetto timbrico, secondo i più vari e ricchi soccorsi dalla fantasia che

si verrà educando.

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Tecnica di recitazione: “Creatività e fantasia”

Modulo di 200 ore

Sperimentare la possibilità di conoscere e poi padroneggiare l‟espressività corporea,

attraverso la mimesi, i movimenti, l‟improvvisazione, i monologhi, le scene da pieces

teatrali e sceneggiature cinematografiche e le “sperimentazioni” davanti alla telecamera.

Lavorando, quindi, sul corpo come strumento espressivo nello spazio per permettere

agli allievi di esprimere e potenziare la propria creatività individuale e collettiva, anche

attraverso metodi recitativi noti e non ed anche stimoli che permettano lo sviluppo della

fantasia. Una sperimentazione continua che anche attraverso la padronanza vocale e

linguistica, la disinvoltura davanti alle telecamere, porti alla scoperta del mestiere

dell‟attore; addomesticando le emozioni nello sviluppare le capacità di ascolto interiore

e di introspezione.

Dare, insomma, agli allievi non solo un metodo, ma far si che tutti gli insegnamenti

sfocino naturalmente nella forza espressiva del primo piano, base ed essenza, riassunto

globale del lavoro dell‟attore cinematografico.

A fine corso gli allievi reciteranno un atto unico (in costume):

davanti alla telecamera, su un palcoscenico teatrale, solo localmente per un esercizio di

radiodramma.

Il “saggio” di fine primo anno consiste nella ideazione, sceneggiatura, realizzazione

delle storyboards, organizzazione, direzione e riprese di 4 cortometraggi.

Dizione 1

Modulo di 120 ore

Il programma di lavoro prevede per il primo anno:

consapevolezza delle diversità linguistiche nel confronto con i colleghi, acquisizione

delle regole della dizione, rafforzamento della propria identità vocale; la poesia classica

per ripercorrere la logica del linguaggio e ritrovare le armonie del discorso.

Per il secondo anno:

la lettura e il controllo delle espressioni, ulteriori esercizi di fonetica e per

l‟articolazione verso l‟affermatività del proprio parlare; la voce e il microfono, lavorare

in sala di registrazione avendo la possibilità di scoprire attraverso il riascolto incertezze

sull'uso della voce e della dizione.

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La Dizione è uno strumento fondamentale per l‟attore sia nel momento lavorativo che

nel momento sociale.

E‟ la maschera del linguaggio, è la consapevolezza di un importante mezzo espressivo,

è la conoscenza della parola nella sua struttura e nei suoi significati.

Nello specifico per il PRIMO anno:

I TRIMESTRE le regole della dizione, suoni vocalici e articolazioni consonantiche.

Esplorazione, attraverso la lettura di brani italiani in prosa, dei percorsi sintattici del

linguaggio (laddove necessario ripasso delle regole fondamentali della grammatica e

dell‟analisi logica).

La poesia classica, la scoperta del verso: la libertà espressiva ha bisogno di regole; nella

gabbia della metrica ritroviamo la logica.

II e III TRIMESTRE educazione all‟ascolto – il ritmo e la melodia.

Riconoscere l‟errore per correggerlo con le proprie capacità.

Esercizi di armonizzazione.

Recitazione in Versi. Letture di testi poetici fondamentali nella cultura italiana dalla

Divina Commedia all'Orlando Furioso all'Aminta.

Educazione della voce 1

Modulo di 120 ore

La Voce è un prezioso ma delicato strumento per ogni essere umano in tutti i processi di

comunicazione. Delicato perché racchiude in sé non solo la fisicità e le specifiche di

lingua, ma tutta la nostra gamma emotiva e soprattutto il nostro rapporto con il mondo

esterno. E‟ il ponte con il mondo. Iniziamo a parlare perché c‟è qualcuno che ci ascolta

e ci parla. Da questi assunti ovvii il lavoro per un attore deve affrontare due problemi

principali: il dato fisico e quello espressivo/comunicativo.

Per il dato fisico prima di tutto c‟è un problema di salute: se uno nella vita può

permettersi di perderla e aspettare che gli torni, un professionista dopo una scena

complicata di rabbia o gioia, deve essere pronto per il ciack seguente prima della lite o

dell‟urlo. Il mal uso della voce può derivare da problemi psico/fisici di diversa natura.

Per questo gli esercizi sono basati su logiche che vertono a creare nuove abitudini

fisiche, che premettano una duttilità maggiore e un utilizzo della voce/parola, non come

mera espressione concettuale, ma legata al corpo. Si tratta di riportare gli allievi alle

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regole di un mondo fisico più diretto, connesso e libero, che nella loro infanzia

possedevano del tutto “naturalmente” e inconsapevolmente. Per questo l‟acquisizione

della centralità e della flessibilità, della libertà insomma del corpo, del respiro e quindi

della voce e anche del pensiero sono il pane quotidiano.

Parallelamente il lavoro si apre all‟analisi dell‟uso espressivo/comunicativo della voce.

Un attore con una Voce aperta e sonora che non sia anche credibile ed emozionante,

coinvolgente in mille modi, non è un attore. Io credo che un attore che curi la sua voce

solo per se stessa sbagli il proprio obiettivo. Se per il canto questo è il Suono, per la

voce intesa come parlato (speech) il punto d‟arrivo è la Comunicazione, in tutta la sua

ampia gamma, che quindi non può prescindere dalla necessità di dire una cosa, piuttosto

che legarsi al modo. Ora questo è sicuramente un percorso più lento di quello più

“rassicurante” sulle “intonazioni”, ma io sono convinta che porti ad un risultato più

profondo, duttile (vale per tutte le più diverse situazioni espressive in cui un attore si

possa trovare) e anche più legato ai nostri tempi.

1 ANNO

Durante il primo anno si ristabiliscono regole e autonomia di un training di base, che

permetta agli allievi attori di procedere conil lavoro fisico consapevolmente, verso una

voce centrata e libera che li rappresenti. Per il dato espressivo ci si dedica

principalmente al primo cardine di funzionamento della voce, che è la relazione. Con

esercizi diversi che puntano a sottolineare il legame fra parola-necessità-obiettivo, nel

percorso verso un uso della parola in azione.

Uno dei cardini dell‟uso della lingua è il legame inscindibile con l‟esterno: io parlo

perché ho bisogno di essere sentito da qualcuno. Ma io parlo anche perché qualcuno

parla a me: se nasco sordo sarò anche muto finché non verrò introdotto ad un ascolto

diverso. Non solo, ma tutte le possibilità di volumi e toni sono legati a questo esterno.

Se l‟allievo non rende, prima consapevole, poi volontario l‟uso di queste regole,

difficilmente, o meglio, solo casualmente, può sperare di rendere viva una lingua e una

situazione che non sono la vita.

Partiamo con letture e ascolto, per analizzare scelte personali come punto di forza in

opposizione ad una lettura formale e retorica.

Nel secondo trimestre l‟esercizio cardine è quello sui tre cerchi d‟attenzione.

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I TRE CERCHI D’ATTENZIONE

DIO

I ragazzi hanno avuto il compito di scriversi dei brevi (non più di un minuto)

monologhi, in cui ci dovessero rivolgersi almeno una volta a ciascuno dei tre cerchi. Nel

lavorarci saranno obbligati ad essere credibili, cosa che li obbliga a focalizzarsi sul

processo riproduttivo di immagini, situazioni, necessità ecc. E‟ un ottimo esercizio che

aiuta a sviluppare le possibilità di utilizzo della voce scenicamente, partendo dalle

regole base che la muovono nella vita (l‟energia, volume/tono, velocità cambiano

ovviamente secondo l‟A CHI, e il PERCHÉ). La semplicità, la credibilità e l‟energia,

rimangono gli obiettivi principali del lavoro.

DIO ANGELI

CIELO MARE

3 SOLE

SPIRITI STELLE

LUNA

2

ESSERI VIVENTI

1

IO

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Contemporaneamente, sempre a seconda di quanto speditamente procedano, iniziamo

un lavoro, che va avanti nell‟anno, sulla prima persona. Partendo dal loro nome e da una

loro foto, per ampliare le loro capacità di usare la parola per raccontare e raccontarsi.

E/o di pari passo lavorano su una poesia, utilizzata come forma “densa” del parlato,

perché comincino ad occuparsi della parola e non delle chiacchiere.

In una generazione in cui l‟uso della lingua è spesso limitato e casuale, cerco di renderli

consapevoli delle immense possibilità che la varietà dei codici gli mette a disposizione,

anche perché parte del loro destino come attori sarà decisa dall‟incontro e dalla loro

capacità di scegliere come presentarsi, prima che da un provino.

Canto 1

Modulo di 120 ore

Il canto è da sempre una delle principali materie di studio affrontate dagli allievi attori,

in tutte le scuole del mondo.

Questo perché attraverso lo studio del canto si riesce a lavorare con facilità su tutta una

serie di meccanismi, quali la respirazione, la gestione dei risuonatori, la micromimica,

l‟espressività vocale e il senso del ritmo, fondamentali per la preparazione di un attore

di talento.

Abbiamo quindi, con il tempo, sviluppato una serie di esercizi specifici per l‟attore di

cinema, esercizi che a differenza delle tecniche di “canto lirico” rispettano

profondamente la naturalezza della micromimica facciale.

La voce, anche se tecnicamente molto preparata, risulterà estremamente naturale.

Prima fase: spiegazione e applicazione di una serie di esercizi di respirazione e di

emissione vocale. (articolazione, posizione del suono, senso del ritmo)

Studio della teoria musicale (solfeggio, etc.)

Seconda fase: applicare gli esercizi a delle melodie, studio di vere e proprie canzoni

scelte tra stili differenti.

Terza fase: lo studio di registrazione, l‟uso del microfono, realizzazione di incisioni

discografiche professionali.

Durante il triennio verrà anche affrontato lo studio della storia della musica (elementi).

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Logoterapia 1

Modulo di 70 ore

Correzione di problemi fonoarticolatori (sigmatismo,rotacismo ecc.) e di eventuale

deglutizione atipica .

Impostazione respirazione diaframmatica e basso-costale con aumento della durata

espiratoria.

Accordo pneumofonico.

Acquisizione della consapevolezza di tono e volume.

Acquisizione della consapevolezza dell' utilizzo dei risuonatori.

Gestione dell' andamento nel tempo delle principali caratteristiche vocali

(volume,tono,tempo,ritmo ).

Tali metodiche sono supportate da registrazione digitale mediante spettrografia vocale

e relativa analisi elettroacustica.

Elementi di acrobatica 1

Modulo di 120 ore

L‟Acrobatica è la disciplina in cui le capacità di agilità, destrezza, forza e coordinazione

dell‟individuo si fondono con la sua abilità tecnica, per dare vita a movimenti di

rotolamento, rovesciamento, ribaltamento al suolo e di rotazione intorno ai diversi assi

corporei durante la fase aerea.

Questa disciplina viene proposta per tutto il triennio agli allievi del corso di Recitazione

del Centro Sperimentale di Cinematografia. Ma cosa serve all‟attore imparare a fare i

“salti mortali”? Una domanda legittima, alla quale non è facile dare un‟immediata

risposta se si pensa all‟apprendimento dell‟elemento di acrobatica fine a sé stesso. La

risposta risulta più chiara se si cita il libro di Michail Cechov, La Tecnica dell‟Attore, in

cui si parla del senso della naturalezza, del senso della forma e del senso della bellezza:

tre qualità psicologiche che sono, a mio parere, anche adatte a descrivere un gesto

motorio semplice e naturale come può essere una corsa, o complesso come può essere

un elemento acrobatico. E comunque, in ogni caso, gesti che esprimono agilità,

coordinazione, forza e destrezza.

E‟ solo allenando e migliorando queste doti insite nella natura di ogni uomo, talvolta

trascurate o lasciate regredire nel corso della vita, che l‟attore può utilizzare il proprio

corpo per esprimere o rafforzare uno stato d‟animo, un sentimento, un umore, sentirsi a

proprio agio nel rappresentare sia momenti di eleganza che di goffaggine.

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L‟allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia, affrontando un percorso tecnico-

pratico che ruota attorno alla danza, all‟acrobatica e alla scherma, ha la possibilità di

approfondire la conoscenza del proprio corpo e impara a gestirlo di fronte ad una

telecamera o a un pubblico in modo naturale, come avviene nella vita di tutti giorni.

Incontrare delle difficoltà, che nel caso dello studio di elementi di Acrobatica sono di

carattere motorio, e trovare, attraverso l‟apprendimento di una tecnica esecutiva

appropriata ed efficace, una soluzione, porta l‟individuo ad aumentare il senso di

autostima, rendendolo più sicuro, disinvolto e motoriamente disinibito.

Danza 1

Modulo di 120 ore

Obiettivo:

Attraverso la sinergia di diverse tecniche, attentamente riadattate alla durata del

percorso e alla condizione fisica e atletica con la quale si presentano gli allievi, il

programma di danza tende a portare l‟attore ad avere un all‟allineamento pensiero-voce-

movimento che lo rendano credibile proprio perché globalmente immedesimato nel

tentativo empatico verso il personaggio che vive l‟azione. Per poter essere un

catalizzatore di emozioni, un contenitore di memoria sensitiva ed un acceleratore

nell‟ottenimento di stati emotivi, in sintesi per essere a disposizione dell‟attore e non un

limite espressivo per quest‟ultimo, il corpo deve passare per esperienze liberatorie e

addestrative attentamente direzionate e bilanciate da un conduttore (il docente).

Metodo

I primi mesi il lavoro verte fortemente sulla rieducazione posturale, abbinata ad esercizi

sul ritmo e sulla melodia , portando l‟allievo a sperimentare una risposta biunivoca input

musicale-azione motoria giocando con i parametri dello staccato e del legato.

Contemporaneamente si introducono esercizi semplici di schema-corpo per rieducare la

propriocezione e ridefinire le risposte motorie collegandole alla volontà espressiva.

Questo lavoro è reso possibile dall‟inserimento di esercizi per il miglioramento della

mobilità articolare e della flessibilità e potenza muscolare.

Attraverso esercizi che trovano il loro fondamento nella danzamovimentoterapia, si

riacquisisce il significato del gesto e si ripercorrono le tappe evolutive del movimento

riscoprendone la meccanica ottimizzata (composizione e scomposizione del movimento)

originata dal motivo che spinge all‟azione. Successivamente si approfondisce lo studio

tecnico e si ricerca una esclusione espressiva del volto per consentire al corpo di

riequilibrare la propria posizione rispetto alla maschera.

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Gli ultimi tre mesi gli allievi preparano un esame finale(prova aperta) che li rende

consapevoli dei risultati ottenuti. La prova aperta presenta una sintesi del programma

tecnico, una coreografia di gruppo che sottolinea la gestione spazio-musica-corpo e

l‟uso simbolico del gesto ed una parte coreografica di assoli che si intrecciano e che

scaturiscono da un lavoro di trasposizione dal linguaggio visivo a quello poetico a

quello, infine, motorio. Il progetto degli ultimi tre mesi varia ogni anno modellandosi

sulla classe e sul percorso effettuato insieme.

Contact

Modulo di 20 ore

Al 1° anno si parla di conoscenza corporea attraverso il contact.

La Contact Improvisation è una tecnica di danza contemporanea che si sviluppa

attraverso un dialogo fisico in cui tutti i sensi sono coinvolti. Danza spontanea,

imprevedibile, basata sul rispetto e sull'ascolto. Permette, superando gli schemi

tradizionali, di sperimentare nuovi modi di espressione attraverso il movimento.

Muoversi creativamente all‟interno di regole condivise, per prendere coscienza delle

proprie sensazioni fisiche attraverso quel flusso di energia che si sprigiona nel gioco

motorio fra due o più partner e in contatto con la terra. Questo è Contact Improvisation.

Quando si danza „fisicamente‟, si danza Contact. Ciò che si sviluppa, infatti, è un

approccio globale al corpo che consente di interrogarsi sui processi creativi e motori

percettivi, sul significato del messaggio e della comunicazione, nonché sulla lettura

della performance.

Si lavora molto su peso, respiro e gravità. Nella prima parte di una classe spesso si

inizia con lo stare in piedi fermi, per ascoltare il proprio corpo. Poi si prosegue sdraiati,

a contatto con il suolo, rotolando per sperimentare il proprio peso, scivolando,

sollevando gli altri, insomma entrando e uscendo dal „contatto‟.

Danzare con altri apre un territorio fatto di sorprese e imprevisti, invita a confrontarsi

con i limiti e le abitudini percettive, fa capire che, per utilizzare tutte le possibilità del

corpo, pensiero e azione devono procedere insieme. «Praticare il Contact richiede, e al

contempo stesso apporta, un rilassato e aperto stato del corpo e della mente.

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Scherma 1

Modulo di 20 ore 10 lezioni di 2h

Micromimica e studio del primissimo piano 1

Modulo di 20 ore

Una disciplina, questa, codificata e insegnata solo presso la “nostra” scuola.

Attraverso l‟occhio della telecamera, connessa con un videoproiettore, emergono forza e

debolezza del volto dei nostri allievi.

La spiegazione di originali esercizi per i muscoli facciali, in particolar modo dei muscoli

della fronte (movimento delle sopracciglia), sommati al paziente lavoro degli studenti

da svolgersi giornalmente a casa, tracciano un percorso particolarmente interessante.

L‟esperienza di Lina Wertmuller e i suoi preziosissimi consigli, che spaziano, da come

usare la voce in un particolare dialogo ,a come truccarsi, sono un‟occasione unica per

risolvere gli eventuali problemi che un attore, spesso, non si rende conto di commettere.

Tecnica di ripresa digitale 1

Modulo di 20 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Introduzione alla conoscenza dei mezzi tecnici della ripresa digitale.

Caratteristiche tecniche e funzioni della telecamera digitale.

Presentazione delle ottiche.

Vari test con la supervisione del docente.

Tecnica di ripresa digitale 2

Modulo di 16 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Primi elementi di illuminotecnica.

Presentazione e funzione dei filtri di conversione e correzione.

Come prepararsi per le riprese.

Le norme di sicurezza.

Esercitazioni: i movimenti di macchina, i supporti per realizzarli.

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Tecnica e teoria della registrazione sonora 1

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Il suono di presa diretta.

Verrà fatta conoscere agli allievi tutta la strumentazione che viene abitualmente

utilizzata per effettuare una registrazione: microfoni, registratori e tutti gli

strumenti accessori.

Gli allievi verranno gradualmente introdotti all‟utilizzo delle apparecchiature di

ripresa del suono.

Dialogo. Effetti. Musica.

Analisi della sceneggiatura 1

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Verranno individuate e analizzate, nel corso del trimestre, tre opere

cinematografiche (sceneggiature e brani di film) che abbiano inciso, con diverse

modalità e nei diversi “generi”, sullo sviluppo delle “tecniche” della

narrazione e del linguaggio cinematografico. Attraverso l‟analisi della

struttura, dei “temi”, e delle “forme” si cercherà di mettere in evidenza e di

studiare i dispositivi narrativi ed espressivi che “agiscono” nelle singole opere.

Teoria generale del Linguaggio cinematografico 1

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Il linguaggio: distinzione tra lingua e linguaggio.

Il cinema: il “reale”, l”immaginario” e il “simbolico” .

Il Cinema si volge al “reale” indotto dalla sua origine: la fotografia.

La “Veduta”: l‟inquadratura fissa è la prima modalità di rappresentazione del

“reale” che la cinematografia sperimenta.

“L‟arrivo di un treno “: “…ecco che la macchina da presa diventa per la prima

volta un personaggio del dramma”.(Georges Sadoul).

“Il cinema e la realtà si appartengono ontologicamente” (Andrè Bazin).

“Il cinema è lo strumento ideale per registrare la realtà fisica”(Sigfried

Kracauer).

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Tecnica e teoria del Montaggio 1

Modulo di 28 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Presentazione della linea di montaggio digitale: principi base del video e

dell‟audio digitale. L‟area di lavoro: gli strumenti virtuali con cui si opera.

Prime esercitazioni sul software: l‟approfondimento della materia procederà

parallelamente agli insegnamenti di teoria generale del Linguaggio, divenendone

il momento attuativo: gli allievi saranno chiamati a destrutturare, inquadratura

per inquadratura, sequenze di film (della cinematografia espressionista e del

cinema classico), per poi rimontarle secondo criteri soggettivi.

Nascita del montaggio: D.W. Griffith. Il montaggio “alternato” e “parallelo”.

Ejzenstjn: l‟atto compositivo del montaggio come l‟atto compositivo della

scrittura.

Scenografia e costume 1

Modulo di 8 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

L‟obiettivo delle lezioni è di far conoscere, attraverso analisi specifiche, come l‟insieme

degli elementi plastici e pittorici - che costituiscono l‟apparato scenografico del film -

svolgano, insieme ai “costumi”, una funzione espressiva primaria all‟interno del

racconto cinematografico.

Analisi di un film dal punto di vista della scenografia e del costume.

Lettura e spoglio di alcune sequenze tratte da una sceneggiatura, con particolare

riferimento alla scenografia, al costume e all‟arredamento.

Analisi delle composizioni scenografiche e dei costumi del periodo trattato.

Cinema e arti visive 1

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

con particolare riferimento alle influenze, dirette e indirette, che le arti visive

hanno esercitato sulla produzione cinematografica di alcuni dei più significativi

autori della storia del cinema (R. Wiene, F. Lang, F.W. Murnau, G. W. Pabst, V.

Sjostrom, M. Stiller, C.T. Dreyer… )

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Cinema e musica 1

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

con particolare riferimento al complesso rapporto che il cinema ha intrattenuto

con l‟”arte delle muse” fin prima dell‟avvento del sonoro (la musica veniva

eseguita dal vivo durante le proiezioni dei film). Dai grandi maestri del passato ai

primi musicisti contemporanei che hanno composto le loro opere appositamente

per il cinema (I.Pizzetti, S.Prokofiev, K.Weill, A.Honegger…)

Cinema e letteratura 1

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

con particolare riferimento ai “generi”, alle “correnti” e agli autori che hanno

interessato la cinematografia (dai formalisti russi agli scrittori tedeschi che

hanno collaborato con i registi del cinema espressionista come Gerard

Hauptmann, Arthur Schnitzler, Hugo von Hofmannsthal, Bertolt Brecht…).

Cinema e drammaturgia 1

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Il processo (creativo e drammaturgico) che ha portato all‟affermarsi delle varie forme

testuali e di spettacolo che più hanno inciso sulla nascita e lo sviluppo del cinema e

della scrittura cinematografica.

Attraverso una serie di esempi storici che trovano un loro analogo in varie modalità

creative della scrittura contemporanea, lo studente imparerà a comprendere la natura sia

visiva che letteraria della scrittura per lo spettacolo, si confronterà con il modo in cui

poeti, drammaturghi e sceneggiatori del presente e del passato usano la metafora, il

simbolo, le figure retoriche e il suono per veicolare i loro significati.

La questione poeta-drammaturgo-sceneggiatore da Ben Jonson ai giorni nostri.

La tragedia greca. Dalla fase estatica alla fase estetica. Il simbolo e

l'individualità definita. Il rapporto spettacolo-società. La poetica di Aristotele e i

metodi di scrittura "aristotelici" contemporanei. Un esempio: David Mamet ed

Aristotele.

Lo spettacolo nel Medioevo. Spettacolo e spettacolarità del rito.

Lo straniamento dalla giulleria a Brecht.

19

Shakespeare o l'invenzione dell'umano: alcune caratteristiche dei personaggi

dal teatro elisabettiano alle odierne serieTV.

Elementi di storia della fotografia e del documentario 1

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

La fotografia come dispositivo di raffigurazione del mondo che coglie

direttamente il “reale”.

Capacità della fotografia di andare “oltre” una semplice replica dell‟esistente. La

fotografia annuncia l‟avvento del cinema.

Metodi e strumenti critici utili alla comprensione delle componenti semiotiche,

estetiche e ideologiche che caratterizzano singole opere e fasi cruciali della storia

del documentario: dalla fotografia (Charles Marville) agli albori del

documentario: i Lumière e gli altri.

Elementi di storia della fotografia e del documentario 2

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

I primi documentari: Ponting e Flaherty. “Le sinfonie metropolitane”.

I cinegiornali.

L‟avanguardia russa e Vertov: la sperimentazione documentaria.

Gli statuti di John Grierson e di Alberto Cavalcanti.

Il documentario in Usa. Il documentario in Europa.

Il documentario di propaganda nella Germania nazista. Il documentario di

propaganda in Italia e in Spagna.

Il documentarismo sociale del dopoguerra. Documentari e Neorealismo.

Il caso Vittorio De Seta.

Il documentario sperimentale degli anni ‟60 e ‟70.

Il documentario nel web.

20

Analisi della sceneggiatura 2

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Verranno individuate e analizzate tre opere cinematografiche (sceneggiature e

brani di film) che abbiano inciso, con diverse modalità e nei diversi “generi”,

sullo sviluppo delle “tecniche” della narrazione e del linguaggio cinematografico.

Attraverso l‟analisi della struttura, dei “temi” e delle “forme” si cercherà di

mettere in evidenza e di studiare i dispositivi narrativi ed espressivi che

“agiscono” nelle singole opere.

Teoria generale del Linguaggio cinematografico 2

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Il cinema e l‟Immaginario: “immagine, immaginazione, rappresentazione”.

“Il cinema riflette la realtà ma è anche qualcos’altro che partecipa del sogno”

(Edgar Morin).

L‟oggettività dei dati rappresentati e la soggettività dell‟osservatore.

Desiderio e identificazione nelle dinamiche percettive.

Analogie tra il processo di identificazione dello spettatore cinematografico e del

soggetto psicoanalitico.

“L’identificazione prescinde dalla psicologia” (Roland Barthes): l‟identificazione

è un effetto della struttura.

L‟identificazione nella molteplicità dei punti di vista (découpage).

Funzione del raccordo di sguardo (campo e contro-campo) nel processo

identificativo.

Identificazione ed Enunciazione.

L‟Enunciazione e il cinema d‟Autore.

Tecnica e teoria del Montaggio 2

Modulo di 20 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Approfondimenti teorici sul montaggio “espressivo” e “narrativo”.

Montaggio e linguaggio cinematografico.

Il montaggio nel Cinema Classico americano: “continuità” e “trasparenza”.

Elementi di montaggio del suono.

21

Esercitazioni: gli allievi saranno chiamati a montare il girato “originale” di una

sequenza di un film applicando i criteri di “continuità” e “trasparenza”:

preparazione del materiale girato - tutti i modi dell’editing video.

Cinema e arti visive 2

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

con particolare riferimento alle influenze, dirette e indirette, che le arti visive

hanno esercitato sulla produzione cinematografica di alcuni dei più significativi

autori della storia del cinema (M.Carné, R.Clair, J.Renoir, R.Bresson, O.Welles,

L.Bunuel…)

Cinema e letteratura 2

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

con particolare riferimento agli autori, ai “generi” e alle “correnti” che hanno

interessato o influenzato la cinematografia: futurismo,realismo e surrealismo…

Cinema e drammaturgia 2

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

La drammaturgia del tardo XVII secolo a confronto con quella elisabettiana: due

modi di intendere la duplicità testo-spettacolo.

Samuel Beckett: un crinale oltre il quale esiste una crisi? Lo sviluppo del teatro di

regia e della performance artistica. Le risposte post-moderniste a Beckett. Il

recupero del punto di vista e il concetto di riscrittura (testuale) del classico nel

teatro e nel cinema. Il recupero della soggettività e la "risoluzione" della tematica

della "Morte dell' Uomo" da parte del gruppo del Wild Lunch. Teatro e cinema

post-umani.

La drammaturgia di fine-ottocento inizi-novecento. Lo sviluppo della scrittura

cinematografica . I generi e il loro sviluppo nel teatro e nel cinema.

22

Analisi della sceneggiatura 3

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Verranno individuate e analizzate tre opere cinematografiche (sceneggiature e

brani di film) che abbiano inciso, con diverse modalità e nei diversi “generi”,

sullo sviluppo delle “tecniche” della narrazione e del linguaggio cinematografico.

Attraverso l‟analisi della struttura, dei “temi” e delle “forme” si cercherà di

mettere in evidenza e di studiare i dispositivi narrativi ed espressivi che

“agiscono” nelle singole opere.

Scenografia e costume 2

Modulo di 8 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

La prospettiva e la gestione dello spazio: attraverso l‟analisi di alcuni story-

board (A. Jodorowsky, A. Hitchocock, C. Saura, R. Scott,…) verrà evidenziata

agli allievi di regia e sceneggiatura la funzione espressiva e narrativa della

scenografia e del costume nel “racconto” cinematografico.

Storia del Cinema 1

Modulo di 32 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Nascita e infanzia del cinema: dai “primitivi” (Lumière e Méliès) ai passaggi più

significativi che hanno portato la cinematografia a maturare un linguaggio

universale.

Il cinema americano (1908-1918), “Nascita di una Nazione”, “Intolerance” di

D.W. Griffith.

I formalisti russi: Lev Kuleshov, Dziga Vertov, Esfir Shub, Sergej Ejsenstejn,

Vsevolod Pudovkin

L‟espressionismo tedesco: Fritz Lang, Friedrich W. Murnau. L‟avvento del sonoro.

Il cinema “classico” americano (1930-1945).

Sviluppi del cinema in Inghilterra, in Francia e nel resto dell‟Europa (1920-1945).

Il cinema d‟Avanguardia del cinema americano (1940-1950)

23

Cinema e musica 2

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

con particolare riferimento al complesso rapporto che il cinema ha intrattenuto

con la musica. I grandi musicisti contemporanei che hanno composto le loro

opere appositamente per il cinema (P.Cajkovskji, D.Sciostakovic, G.F.Ghedini,

A.Schonberg, G.Petrassi…)

24

CORSO DI RECITAZIONE

II ANNO

25

Il metodo Stanislavsky

Modulo di 200 ore

Lo scopo del lavoro nelle ore di tecnica della recitazione, nel corso del 2 anno e il primo

trimestre del 3 anno, è da una parte consolidare le capacita`raggiunte nel 1 anno

sviluppandole in profondità, dall‟altra sperimentare cose nuove che, in questo caso,

significa “Il metodo Stanislavsky, uno dei più importanti metodi nella recente storia

dell‟arte della recitazione e sul quale ci sono parecchi equivoci. Si cerca non tanto di

spiegare, quanto di far provare, sperimentare agli allievi, tramite l‟improvvisazione,

l‟insieme organico dei processi fisici e psichici che si condizionano a vicenda e che, se

portati nella giusta direzione, fanno capire cosa sono l‟azione esterna ed interna,

l‟attività dell‟anima, come azionare i motori della vita psichica, come sviluppare e usare

l‟immaginazione, raggiungere la necessaria consapevolezza di sé per arrivare, dopo, a

quella del personaggio. Si lavora, spesso con l‟aiuto della musica, sulla memoria

sensitiva ed emotiva, sull‟espressione concreta e tangibile di concetti e di idee astratti,

sulla riscoperta della propria personalità nei contrasti, per arrivare poi a capire e recitare

quella di un personaggio. I testi che si affrontano e su cui facciamo tre prove aperte

sono di Chechov, Shakespeare (autori, senza esercitarsi sui quali non si può diplomarsi

in una scuola di recitazione) e, nel terzo anno, una sceneggiatura di un film

contemporaneo.

In genere gli allievi raggiungono, nell‟arco di un anno risultati notevoli per la loro età ed

esperienza.

Recitazione in inglese (Il Metodo Adler)

Modulo di 160 ore

Il programma verterà sullo studio di tecniche moderne derivate dal metodo Adler,

mirate a mettere l‟attore in condizione di allargare la propria immaginazione e di

aumentare la sua percezione dello spazio fisico durante le creazione del proprio

personaggio, attraverso l‟applicazione sia dell‟improvvisazione che degli esercizi di

studio alla pratica di monologhi in lingua inglese.

Nel terzo anno verranno realizzati 6 cortometraggi in inglese scritti da un giovane

sceneggiatore di talento, ovviamente americano o inglese, diretti dagli allievi di

recitazione stessi. All‟interno dei gruppi che verranno formati si affideranno, agli allievi

attori, i vari ruoli che compongono una produzione cinematografica.

26

La Forma cinematografica 1

Modulo di:(secondo sessioni di prove con regia) Esercizio: realizzazione di 6 filmati muti (in digitale) della durata max di 3 minuti

Collaborazione con i corso di regia e sceneggiatura

Prima presa di contatto con gli elementi che sono alla base della costruzione del

racconto filmico.

Verranno poste le premesse teoriche e pratiche per la realizzazione di un filmato muto

di max 3 min. (da girare in HD in collaborazione con il corso di regia).

L‟esercitazione avrà lo scopo di dare immediata “visibilità” alle nozioni acquisite e di

introdurre gli allievi all‟interno delle problematiche realizzative.

Il “punto di vista”. La “costruzione” dell‟inquadratura. Posizione della mdp.

Presentazione dei piani e dei campi di ripresa.

Funzione espressiva e narrativa dei piani e dei campi di ripresa.

Le ottiche. I fuochi. La profondità di campo.

Il découpage: articolazione dei piani e dei campi di ripresa.

Esercitazioni esplicative.

Ideazione, preparazione, riprese e montaggio del filmato di 3 minuti.

Laboratorio: La Forma cinematografica 2

Modulo di:(secondo sessioni di prove con regia) Esercizio:realizzazione di 6 filmati (in digitale) della durata max di 6 minuti

In comune con tutte le aree didattiche

Approfondimento delle nozioni grammaticali e sintattiche del linguaggio

cinematografico. Esercizi esplicativi.

Introduzione al lavoro di direzione degli attori: improvvisazione, movimento,

impostazione delle scene… in funzione della ripresa cinematografica.

Gli allievi saranno chiamati a realizzare sei filmati di max 6 minuti

Seminario intensivo di tecnica di recitazione con prova aperta 1

Modulo di 60 ore (circa)

In base alla preparazione raggiunta dagli allievi si provvede in questo modulo a

strutturare un corso che abbia come finalità da un lato lo studio di un “metodo di

lavoro” diverso da quelli affrontati fino a questo momento, dall‟altro la finalità di una

prova aperta o spettacolo.

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Tecnica di doppiaggio 1

Modulo di 80 ore

Danza 2

Modulo di 144 ore

Al 2° anno già si parla di movimento e danza. E‟ un concetto molto più tecnico, un

approccio di sviluppo di coordinazione - uso dello spazio – ritmo.

E‟ uno studio specialistico che si sviluppa attraverso una precisa tecnica di danza

contemporanea Europea; lavorando suoi gesti e nei suoi movimenti, nelle linee del

corpo, sulla dinamica del movimento, che disegnano spazi e geometrie nell'aria e a

terra, aggiungendo le emozioni umane, arrivando ad un lavoro d‟ improvvisazione e a

un laboratorio di composizione, per uno sviluppo interiore e all‟interpretazione di un

solo gesto.

Al 3° anno, ci si mette alla prova sulla “Composizione della danza”, La composizione

della danza è l'arte che ha per oggetto la creazione della danza e nella sua visione più

completa.

E‟ una materia molto importante per questo corso che si avvia al diploma, perché si

sviluppa e si riassumono tutti i vari anni di studio, accrescendo la parete creativa e

artistica di ogni allievo, lasciandolo con la capacità e di conoscenza del movimento e

dell‟armonia della danza, musicali e soprattutto interpretative.

Canto 2

Modulo di 120 ore

Vedi programma 1° anno.

Si procederà con i primi lavori corali e si comincerà a lavorare sul repertorio.

28

Educazione della voce 2

Modulo di 120 ore

Durante il secondo anno si continua a procedere sui due binari fisico ed espressivo,

cercando un maggiore legame con il lavoro che contemporaneamente fanno nelle ore di

Recitazione.

Fisicamente si esplorano Forza ,Varietà e le diverse Qualità della voce. Parte degli

esercizi sono anche rivolti a potenziare quella che potremmo chiamare “trasparenza

emotiva”, quanto delle “emozioni” o stati d‟animo, oltre che del pensiero del

personaggio traspaia dal parlato, che altrimenti rimane freddo e inutile.

Spesso il lavoro sia nel primo che nel secondo trimestre procede insieme a quello su

Stanislavskij utilizzando testi che lavorino sugli stessi obiettivi. Lettere di Cechov

durante il lavoro sull‟autore o anche altri testi che possano connettersi al lavoro

sensoriale e naturalistico. Sonetti di Shakespeare durante il trimestre seguente, lavoro

con partiture fisiche complesse, ampliamento delle possibilità respiratorie e tonali.

Per poi arrivare a lavorare direttamente sui loro ruoli una volta stabilite le parti e le

scene, per fare in modo che il lavoro esca dalla classe e loro possano connetterlo non

più solo a se stessi, ma alla scena o set che siaIl lavoro del terzo trimestre è sempre

variabile a seconda di quali siano le necessità specifiche di ciascun gruppo. Alle volte

si sposta maggiormente su un contemporaneo o su altro che gli permetta di verificare

autonomia in campo diverso. O anche maggiori esercizi di approfondimento e ricerca su

testo e voce.

Dizione 2

Modulo di 120 ore

I TRIMESTRE la voce, la lettura e il racconto.

Occasione per esplorare le spesso limitate conoscenze letterarie dei ragazzi e scoprire

interessi latenti e tendenze; leggere e poi raccontare è al tempo stesso acquisire

conoscenza e affermatività, nonché un ottimo esercizio per la concentrazione e la

memoria.

II e III TRIMESTRE dal tavolino alla radio

Lettura analitica di dialoghi teatrali o cinematografici.

Il personaggio “vocale” o meglio ricerca dell‟identità vocale dei personaggi.

Studio sugli ambienti sonori e uso della voce.

In sala di registrazione a confronto con il microfono.

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Logoterapia 2

Modulo di 70 ore

Vedi programma 1° anno.

Elementi di acrobatica 2

Modulo di 120 ore

Vedi programma 1° anno.

Scherma 2

Modulo di 20 ore 10 lezioni di 2h

Analisi della sceneggiatura 4

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Verranno individuate e analizzate tre opere cinematografiche (film e

sceneggiature) che abbiano inciso, con diverse modalità e nei diversi “generi”,

sullo sviluppo delle “tecniche” della narrazione e del linguaggio cinematografico.

Attraverso l‟analisi della struttura, dei “temi” e delle “forme” si cercherà di

mettere in evidenza e di studiare i dispositivi narrativi ed espressivi che

“agiscono” nelle singole opere.

Teoria generale del Linguaggio cinematografico 3

Modulo di 16 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Il cinema e il Simbolico.

Il linguaggio verbale: funzionamento” dei processi di significazione.

Il linguaggio delle immagini.

L‟inconscio, il luogo dell’immaginario, è strutturato come un linguaggio.

(J.Lacan)

“Il cinema è un’arte metonimica” (R. Barthes).

Processi di nominazione iconica: linguaggio e creatività.

Il linguaggio cinematografico: funzionamento” dei processi di significazione.

Le grammatiche del cinema classificano piani e campi di ripresa e la loro

funzione diegetica.

30

Le “grammatiche” cinematografiche tendono a “normalizzare” i procedimenti

narrativi ed espressivi di un linguaggio ancora in via di formazione.

Tecnica e teoria del montaggio 3

Modulo di 24 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Il montaggio come momento di confluenza e sintesi delle problematiche

espressive del linguaggio cinematografico.

Tutti i modi dell‟editing video.

Elementi di montaggio del suono: gestione delle colonne, pre-mix, mix, il lavoro

con il fonico di presa diretta e con il fonico di sala.

Esercitazioni…

Cinema e musica 3

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

con particolare riferimento al complesso rapporto che il cinema ha intrattenuto

con la musica. I grandi musicisti contemporanei che hanno composto le loro

opere appositamente per il cinema (N.Rota, M.Jarre E.Mancini, E.Morricone,

M.Nyman…)

Teoria generale del Linguaggio cinematografico 4

Modulo di 16 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Funzione del “tempo” nelle modalità percettive delle immagini in movimento.

La funzione del “tempo” nel linguaggio cinematografico.

Il “tempo” come parte costitutiva della sintassi cinematografica.

Funzione del “tempo” nella narrazione cinematografica.

Funzione del “tempo” nei processi identificativi.

Come il “tempo” agisce nei processi di “drammatizzazione” del racconto

cinematografico.

Il concetto di “continuità” e “trasparenza” nel Cinema Classico.

La “nouvelle vogue” infrange il concetto di continuità e trasparenza del “cinema

classico”.

31

Tecnica e teoria del montaggio 4

Modulo di 16 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Approfondimenti teorici: il montaggio “trasparente” in contrapposizione al

montaggio “espressivo”.

Funzione del montaggio nei processi identificativi.

Esercitazioni: su materiali di repertorio.

Analisi della sceneggiatura 5

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Verranno individuate e analizzate tre opere cinematografiche (film e

sceneggiature) che abbiano inciso, con diverse modalità e nei diversi “generi”,

sullo sviluppo delle “tecniche” della narrazione e del linguaggio cinematografico.

Attraverso l‟analisi della struttura, dei “temi” e delle “forme” si cercherà di

mettere in evidenza e di studiare i dispositivi narrativi ed espressivi che

“agiscono” nelle singole opere.

Scenografia e costume 3

Modulo di 8 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

La prospettiva e la gestione dello spazio: attraverso l‟analisi di alcuni story-

board (W. Allen, R. Polanski, T. Gilliam, P. Greenway…) si evidenzierà la

funzione espressiva e narrativa della scenografia e del costume.

Cinema e arti visive 3

Modulo di 20 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

con particolare riferimento alle influenze, dirette e indirette, che le arti visive

hanno esercitato sulla produzione cinematografica di alcuni dei più significativi

autori della storia del cinema (I. Bergman, L. Visconti, M. Antonioni, F. Fellini,

P.P. Pasolini, S.Kubrick, A.Tarkovskij, E.Olmi, R.Polanski, B.Bertolucci,

D.Jarman, P.Greenaway…).

32

Cinema e letteratura 3

Modulo di 8 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Con particolare riferimento agli autori e ai “generi” che hanno interessato la

cinematografia (letteratura gialla, fantascientifica e fantastica…).

Storia del Cinema 2

Modulo di 20 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Il neorealismo.

La “New Hollywood”. La “nouvelle vague ”.

Storia del Cinema 3

Modulo di 20 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

La “straordinaria” stagione del cinema italiano degli anni ‟50 e „60.

Le nuove cinematografie dei paesi “emergenti”.

Sviluppi del cinema americano ed Europeo dagli anni ‟70 ai nostri giorni.

Cinema e musica 4

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

con particolare riferimento al complesso rapporto che il cinema ha intrattenuto

con il cinema. I musicisti contemporanei che hanno composto le loro opere

appositamente per il cinema (G.Chage, F.Glass, Vangelis, B. Bacharack, N.

Piovani… )

Cinema e letteratura 4

Modulo di 12 ore Lezioni per tutte le aree didattiche

Con particolare riferimento agli autori contemporanei che interessano la

cinematografia e ai “fermenti” che attraversano attualmente la cultura letteraria

italiana e internazionale.

33

CORSO DI RECITAZIONE

III ANNO

34

Il metodo Stanislavsky

Modulo di 100 ore

Lo scopo del lavoro nelle ore di tecnica della recitazione, nel corso del 2 anno e il primo

trimestre del 3 anno, è da una parte consolidare le capacita`raggiunte nel 1 anno

sviluppandole in profondità, dall‟altra sperimentare cose nuove che, in questo caso,

significa “Il metodo Stanislavsky, uno dei più importanti metodi nella recente storia

dell‟arte della recitazione e sul quale ci sono parecchi equivoci. Si cerca non tanto di

spiegare, quanto di far provare, sperimentare agli allievi, tramite l‟improvvisazione,

l‟insieme organico dei processi fisici e psichici che si condizionano a vicenda e che, se

portati nella giusta direzione, fanno capire cosa sono l‟azione esterna ed interna,

l‟attività dell‟anima, come azionare i motori della vita psichica, come sviluppare e usare

l‟immaginazione, raggiungere la necessaria consapevolezza di sé per arrivare, dopo, a

quella del personaggio. Si lavora, spesso con l‟aiuto della musica, sulla memoria

sensitiva ed emotiva, sull‟espressione concreta e tangibile di concetti e di idee astratti,

sulla riscoperta della propria personalità nei contrasti, per arrivare poi a capire e recitare

quella di un personaggio. I testi che si affrontano e su cui facciamo tre prove aperte

sono di Chechov, Shakespeare (autori, senza esercitarsi sui quali non si può diplomarsi

in una scuola di recitazione) e, nel terzo anno, una sceneggiatura di un film

contemporaneo.

In genere gli allievi raggiungono, nell‟arco di un anno risultati notevoli per la loro età ed

esperienza.

Recitazione in inglese (Il Metodo Adler)

Modulo di 100 ore

Il programma verterà sullo studio di tecniche moderne derivate dal metodo Adler,

mirate a mettere l‟attore in condizione di allargare la propria immaginazione e di

aumentare la sua percezione dello spazio fisico durante le creazione del proprio

personaggio, attraverso l‟applicazione sia dell‟improvvisazione che degli esercizi di

studio alla pratica di monologhi in lingua inglese.

Nel terzo anno verranno realizzati 6 cortometraggi in inglese scritti da un giovane

sceneggiatore di talento, ovviamente americano o inglese, diretti dagli allievi di

recitazione stessi. All‟interno dei gruppi che verranno formati si affideranno, agli allievi

attori, i vari ruoli che compongono una produzione cinematografica.

35

“Sotto l’obiettivo”

Modulo di 24 ore (circa)

Con la guida di un regista e di un operatore (steadycam), gli allievi si eserciteranno a

muoversi sotto l‟occhio attento degli obiettivi.

Seminario intensivo di tecnica di recitazione con prova aperta 2

Modulo di 80 ore (circa)

In base alla preparazione raggiunta dagli allievi si provvede in questo modulo a

strutturare un corso che abbia come finalità da un lato lo studio di un “metodo di

lavoro” diverso da quelli affrontati fino a questo momento, dall‟altro la finalità di una

prova aperta o spettacolo.

Seminario intensivo di tecnica di recitazione con prova aperta 3

Modulo di 80 ore (circa)

In base alla preparazione raggiunta dagli allievi si provvede in questo modulo a

strutturare un corso che abbia come finalità da un lato lo studio di un “metodo di

lavoro” diverso da quelli affrontati fino a questo momento, dall‟altro la finalità di una

prova aperta o spettacolo.

Radiodrammi

Modulo di 60 ore (circa)

Gli allievi saranno chiamati, sotto la guida di un docente, a preparare una serie di

radiodrammi scritti dagli allievi di sceneggiatura 2° anno. Il lavoro si concluderà con

una “diretta” radiofonica (Rai).

Tecnica di doppiaggio 2

Modulo di 80 ore

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Spettacoli con i “Quartieri dell’Arte” (Intertext europeo)

Modulo di circa un mese

Di norma nel mese di settembre gli allievi saranno impegnati nella realizzazione di uno

o più spettacoli. Si lavorerà sulla nuova drammaturgia.

“Corti” del primo e secondo anno (regia)

Modulo (secondo prove)

Durante l‟anno gli allievi saranno chiamati a collaborare sui progetti (cortometraggi)

degli allievi registi. Saranno guidati dai docenti di regia o ove possibile da un docente di

recitazione.

Danza 3

Modulo di 120 ore

Al 3° anno, ci si mette alla prova sulla “Composizione della danza”, La composizione

della danza è l'arte che ha per oggetto la creazione della danza e nella sua visione più

completa.

E‟ una materia molto importante per questo corso che si avvia al diploma, perché si

sviluppa e si riassumono tutti i vari anni di studio, accrescendo la parete creativa e

artistica di ogni allievo, lasciandolo con la capacità e di conoscenza del movimento e

dell‟armonia della danza, musicali e soprattutto interpretative.

Con differenti docenti si affronterà lo studio di svariati “stili”

Canto 3

Modulo di 120 ore

Durante il terzo anno si procederà alla preparazione del repertorio.

37

Educazione della voce 3

Modulo di 40 ore

Nel 3 anno il lavoro procede a periodi più intensivi e circoscritti a progetti specifici: o

in collaborazione con un docente di Recitazione, per permettere agli allievi di affrontare

le diverse difficoltà date dalle richieste differenti a seconda dello stile, non solo del

testo, ma anche della regia oltre che dei mezzi usati. Alle volte ci sono stati seminari

specifici sul racconto o anche per la preparazione di monologhi da provini.

Tutto il processo fisico e creativo delle lezioni cerca di sviluppare l‟individualità vocale

degli allievi, rifuggendo l‟idea di una “voce d‟attore”, lontana da loro, ma anche da noi

tutti ormai, sia in cinema che negli altri contesti espressivi dell‟attore. La voce è

un‟impronta digitale, e come tale non cerco di cambiarla, ma solo di educarla ad

utilizzare almeno in parte, l‟immensa gamma di possibilità e sfumature che ha a

disposizione. Nel fare questo cerco di mettere in gioco tutto il materiale di conoscenza,

che i maestri che ho incontrato sulla mia strada mi hanno generosamente messo a

disposizione. Con una buona dose di coraggio unisco la lunga esperienza di due Scuole

storiche per il lavoro sul parlato, come quella Inglese e quella Russa, ad esperienze di

centri di ricerca come quello del Roy Hart Theatre (Francia), nella continua ricerca di

ciò che sia più utile e concreto e legato a classi così sempre diverse, come diversi e unici

sono gli elementi che la compongono.

Dizione 3

Modulo di 40 ore

Realizzazione di uno “short radiofonico” tratto dai testi elaborati nei mesi precedenti

con l'intento di valorizzare le caratteristiche vocali ed espressive di ciascun allievo.

Logoterapia

Modulo di 70 ore

Vedi programma 1° e 2° anno

Elementi di acrobatica 3

Modulo di 120 ore

Vedi programma 1° e 2° anno

38

Laboratorio: “6 corti teatrali” (con il festival “I Quartieri dell’Arte”)

Modulo di 4 settimane In comune con il corsi di regia e sceneggiatura

Collaborazione con i corsi di scenografia e costume e fotografia

I “6 corti teatrali”, scritti dagli allievi sceneggiatori (durante il secondo

trimestre), verranno messi in scena all‟interno del festival “I Quartieri dell‟Arte”

(Viterbo), con la direzione degli allievi registi e la partecipazione degli allievi

attori.

Potrà risultare particolarmente utile agli allievi sceneggiatori partecipare alla

messa in scena dei loro lavori.

Il lavoro si svolgerà con la supervisione di un regista internazionale invitato dalla

direzione del festival.

Incontri con i casting

Durante il terzo trimestre verranno organizzati degli incontri con i casting. Gli stessi, già

invitati a tutte le prove aperte del terzo anno, lavoreranno in classe con modalità e

tempistiche da stabilirsi.