Corso Di Metrica - Scrivere Testi Per Canzoni

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Corso Di Metrica

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  • Corso di metrica: scrivere testi per canzoni

    Questo corso costituito da una serie di lezioni, pi esercizi finali, dedicato a chi vuole imparare a scrivere testi di canzoni. Mi chiamo Domenico A. Di Renzo, molti di voi mi conoscono gi per aver pubblicato su www.musicapuntoamici.it gli articoli della serie: Ho scritto una canzone.Ho realizzato un corso di metrica perch ritengo sia importante, per chi vuole entrare professionalmente nel difficile mondo della musica, imparare le basi tecniche di costruzione di un testo che deve necessariamente convivere con la musica.

    Fino a qualche anno fa, per iscriversi alla SIAE in qualit di autore della parte letteraria, era necessario affrontare un esame scritto, composto da due sessioni da svolgere nello stesso giorno. Nella prima, la commissione giudicatrice forniva un titolo sulla base del quale il candidato doveva scrivere un componimento in versi, una canzone composta da due strofe e un ritornello. Nella seconda sessione, invece, il candidato riceveva il testo letterario di una canzone nota a cui doveva adattare ritmicamente un nuovo componimento.

    Dicevo, fino a qualche anno fa tutto questo, poich per fortuna (purtroppo secondo altri) oggi non pi necessario sostenere alcun esame SIAE per iscriversi alla sezione musica in qualit di autore della parte letteraria. Ci nonostante, ritengo sia importante capire come si costruisce tecnicamente un testo e nei prossimi post vedremo queste tecniche.

    Vorrei per soffermarmi un attimo su un concetto importante. Conoscere queste tecniche non significa imparare a scrivere un bel testo, per quello necessario avere anche delle qualit innate che, seguendo le onde della cosiddetta ispirazione, portano a mettere nero su bianco concetti espressi dalla mente (e dal cuore).

    Vi invito pertanto a seguire questo corso, con la consapevolezza che la musica fantasia, entusiasmo, invenzione, ma che studiare la metrica sia fondamentale per uscire dal dilettantismo e puntare dritto verso la strada del professionismo musicale.

    Scrivere canzoni: nasce prima il testo o la musica?Come nascono le canzoni. Nasce prima il testo o la musica? Oppure autore e compositore lavorano gomito a gomito nella realizzazione di un brano? Innanzitutto c da dire che non esiste una regola valida per tutti. Vediamo dunque di analizzare quali sono i possibili metodi che portano alla realizzazione di una canzone.

    Caso 1: nasce prima il testo. Lautore scrive i versi che gli vengono suggeriti dalla propria ispirazione. Decide la lunghezza del verso, gli accenti, le rime, la struttura delle strofe e del ritornello. In questo caso la sua fantasia non ha vincoli. Naturalmente scritta la prima strofa, dovr fare in modo che la seconda abbia la stessa metrica o almeno una metrica molto simile, se vuole agevolare il compito del compositore, il quale scritta la musica della prima strofa avr gi la melodia per tutte le altre. Nella musica di un tempo, questa era una regola molto ferrea. Per fortuna per, oggi c molta pi libert nella scelta della struttura di un brano. In ogni caso importante capire che le cavalcate della fantasia dovranno prima o poi ritornare su sentieri gi conosciuti, per non disorientare lo spettatore.Questo metodo di lavoro sicuramente consigliabile, un po perch, come detto, lautore non imbrigliato nella melodia, un po perch il compositore pu trovare ispirazione per le sue note proprio dalle parole scritte dallautore.

    Caso 2: nasce prima la musica. Vi sono alcuni compositori che preferiscono rimanere da soli con il proprio strumento musicale e realizzare melodie orecchiabili senza un tema letterario da seguire. Oppure vi sono delle musiche che nascono cos perfette da non poter essere assolutamente modificate. E, di contro, vi sono autori che per scrivere hanno bisogno di unispirazione musicale.

  • Quando queste due esigenze si incontrano, la canzone prende vita seguendo questo metodo di lavoro. E il pi diffuso. Lautore ascolta continuamente le note scritte dal compositore, le fa sue diventando un tuttuno con esse ed ecco che le parole sorgono spontanee al punto che a volte melodia e testo sembra siano nati insieme.

    Per mettere in pratica tutto questo, necessario che lautore abbia una grande preparazione sulla metrica. A tale proposito, avvieremo nei prossimi giorni un corso online su questo blog. Servir molto esercizio ma saremo a vostra disposizione per aiutarvi a raggiungere buoni risultati.

    Caso 3: musica e testo nascono contemporaneamente. Autore e compositore (se si tratta di persone diverse) lavorano gomito a gomito, luno completando laltro. E forse il metodo migliore ma, a nostro avviso, non troppo diffuso, neppure quando autore e compositore sono la stessa persona. I motivi stanno soprattutto nella scarsa possibilit di concentrazione quando non si da soli.

    Il testo della canzoneLa canzone, dal punto di vista letterario, pu essere considerata a tutti gli effetti una poesia. E come la poesia, deve avere una struttura ritmica che ciclicamente si ripeta. Tutte le vecchie canzoni seguivano alla lettera quanto appena detto.

    Lo schema classico di un testo (strofa-strofa-ritornello-strofa-ritornello) prevedeva che la metrica di ogni strofa fosse uguale alle altre strofe ed i ritornelli identici tra loro.

    Oggi si tende a scrivere testi liberi dalla struttura classica, lasciando spazio alla fantasia e alla musica: strofe e ritornelli a volte confusi insieme e a volte strofe con strutture diverse le une dalle altre. Ci dovuto alla nascita del fenomeno cantautoriale. Un fenomeno nato a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta che col passare del tempo ha assunto un ruolo sempre pi vasto. Esempio su tutti sono i testi di Fabrizio De Andr, dove la regolarit metrica, in molti casi, praticamente inesistente. A volte il ritornello si conclude in un orecchiabile assolo musicale che fa da intermezzo alle strofe.

    Molti cantautori hanno sacrificato la metrica per esigenze di carattere sociale. Sembrer unaffermazione strana ma fateci caso sono proprio le canzoni di denuncia sociale di cantautori come Guccini che, concentrando lattenzione sulla forza delle parole pi che della musica, fanno a meno della regolarit ritmica delle parole stesse. Consiglio a questo proposito lascolto de La locomotiva.Con il termine metrica si intende il complesso delle norme che regolano la composizione e il ritmo di un verso e la formazione della strofe (definizione tratta da Virgilio Sapere). La differenza con la prosa evidente. Un testo scritto in metrica ha un suo ritmo che gli consente di sopravvivere anche al di fuori di una eventuale musica, perch il ritmo dentro di esso che lo rende cantabile. Se ad un testo cos strutturato si aggiunge la musica ecco che insieme, musica e testo, realizzano quellalchimia chiamata canzone.A questo proposito merita una citazione particolare la poesia di Giosu Carducci, San Martino che, molti di voi ricorderanno, stata trasformata magistralmente in musica da Fiorello e che tutti noi ricordiamo pi come canzone di Fiorello che come poesia di Carducci.

    La nebbia agli irti colliPiovigginando sale,E sotto il maestraleUrla e biancheggia il mar; Ma per le vie del borgoDal ribollir de tiniVa laspro odor de i vini

  • Lanime a rallegrar.Gira su ceppi accesiLo spiedo scoppiettando:Sta il cacciator fischiandoSu luscio a rimirar

    Tra le rossastre nubiStormi duccelli neri,Comesuli pensieri,Nel vespero migrar.

    Alla fine torneremo ad analizzare questo testo. Per ora vi lascio a un esercizio che, pu sembrare banale, ma in realt inizia a stimolare la mente su quella che la costruzione ritmica di una canzone. E serve anche a voi stessi per capire il vostro grado di conoscenza della metrica.EsercizioAnalizzare i testi seguenti e individuare quello pi regolare dal punto di vista metrico. A) Tra te e il mare (testo di B. Antonacci)Non ho pi paura di teTutta la mia vita sei tuVivo di respiri che lasci quiChe consumo mentre sei viaNon posso pi dividermi tra te e il mareNon posso pi restare ferma ad aspettareIo che avrei vissuto da teNella tua straniera cittSola, con listinto di chi sa amareSola, ma pur sempre con teNon posso pi dividermi tra te e il mareNon posso pi sentirmi stanca di aspettare

    B) Iris tra le tue poesie (testo di B. Antonacci)dimmi dove, dimmi come.e con che cosa ascoltavi la mia vita, quando non stavo con te..e che sapori e che umori respiravi, quando non stavi con meIris mi viene da dirtiTI AMO e lo sai non lho detto maiIl mio nome.dillo pianolo vorrei sentire sussurrare adessoche ti sono vicinola tua voce, mi arriva, suona come unonda che mi porta il mare,ma che cosa di pi.Iris ti ho detto TI AMOe se questo ti piace rimani con me

    Dittongo e iatoE' importante conoscere a questo proposito alcune regole grammaticali utili a far calzare perfettamente i versi del testo alle note musicali. E proprio questo, infatti, lo scopo dello studio della metrica applicata ai testi delle canzoni. Prima di entrare nel vivo della lezione di oggi, facciamo un passo indietro.Innanzitutto ringrazio i partecipanti che hanno provato a risolvere lesercizio della lezione precedente. La risposta corretta : TRA TE E IL MARE, testo A. Per rispondere, bastava dividere i testi in due parti, ossia due strofe. Sia visivamente, sia per il numero di versi (12 TRA TE E IL MARE, 9 IRIS) si vede come il primo sia quello corretto. Si trattava, come detto nella scorsa lezione, di un esercizio introduttivo. Andando avanti con il corso vi renderete conto ancora meglio

  • della regolarit del testo A, impareremo a contare le sillabe e a posizionare gli accenti correttamente.

    Veniamo adesso alla lezione di oggi. Come dicevo allinizio, si tratta di una lezione dedicata allincontro di vocali nelle parole. E un problema molto sentito nella lingua italiana poich vi sono tantissime parole in cui si trovano due (a volte tre) vocali vicine. Ecco qui di seguito alcuni esempi (in grassetto le vocali interessate):

    giurre fime fito para beto spire riaprre ptriaAdesso analizzeremo una per una queste parole introducendo i primi concetti di sillabazione. Ogni parola della lingua italiana costituita infatti da diverse sillabe. Solo una di queste ha un accento che pi forte delle altre. Il cosiddetto accento tonico. Nella nostra lingua scritta, non c la consuetudine a scriverlo se non quando cade sullultima sillaba (es. societ). Io lho indicato perch ci servir per lanalisi metrica delle parole. La sillabazione, per noi che scriviamo testi di canzoni, importante perch ad ogni sillaba corrisponde una nota.

    Quando in una parola si incontrano due vocali, dobbiamo capire se lincontro d origine ad una o due sillabe. Nel primo caso, si parla di dittongo, nel secondo di iato.Il dittongo si ha quando lincontro di due vocali viene pronunciato con una sola emissione di voce e forma quindi una sola sillaba. Nella lingua italiana, il dittongo costituito sempre dallincontro di una delle due vocali i oppure u con una qualsiasi altra vocale (la i o la u non devono essere accentate); o dallincontro di i ed u tra di loro (in questo caso anche se una delle due accentata).

    Si parla di iato, invece, quando le due vocali che si incontrano, vanno pronunciate separatamente. Si verifica ci:

    a) quando nessuna delle due vocali una i oppure una u;b) quando pur essendoci la i o la u, si tratta di una vocale accentata;c) quando la parola la derivazione di unaltra che aveva laccento sulla i o sulla u;d) nei composti col prefisso ri-;e) in alcune parole in cui la i preceduta da r o da un gruppo di consonanti.Conoscendo queste regole possibile analizzare le parole citate sopra e capire con facilit se ci troviamo davanti ad un dittongo o ad uno iato.

    1) giurre in questo caso, si incontrano i ed u in posizione atona, cio senza accento. Si tratta quindi di un dittongo, i ed u formano una sola sillaba e la parola GIURARE costituita da tre sillabe in tutto (quindi tre note): GIU-RA-RE.

    2) fime anche qui abbiamo lincontro di i ed u. In questo caso la u accentata ma sappiamo che quando i ed u si incontrano tra loro formano sempre una sola sillaba. Sillabazione corretta: FIU-ME.

    3) fito un altro dittongo. La i incontra la a e su questultima cade laccento. Sillabazione corretta: FIA-TO

    4) para questa parola usata dai linguisti italiani come classico esempio di iato. Infatti, qui la u incontra una vocale diversa dalla i, ma laccento cade sulla stessa u. Sillabazione corretta: PA-U-RA. Notare come A ed U vanno a far parte di sillabe diverse. Quindi PAURA occuper sul pentagramma tre note e non due

    5) beto ecco un altro caso di iato. Nessuna delle due vocali una i o una u. Sillabazione corretta: BE-A-TO6) spire attenzione a questa parola. Anche se la i (non accentata) incontra la a, la parola SPIARE deriva da SPIA, che aveva laccento sulla i. Si tratta quindi di iato, tre sillabe. SPI-A-RE. Strano? Provate a cantare la parola su due note e su tre

  • 7) riaprre anche qui, la i incontra una vocale diversa dalla u e non accentata. Ci nonostante, trattandosi di una parola composta che inizia col prefisso ri, le due vocali appartengono a sillabe diverse. Sillabazione corretta: RI-A-PRI-RE

    8) ptria - iato. La i preceduta da r (che crea un gruppo di consonanti con la t) pertanto la sillabazione corretta : PA-TRI-A

    Ho aggiunto questi ultimi due esempi punti 7 e 8 in quanto previsti dalla grammatica italiana; tuttavia, in musica, difficilmente si seguono alla lettera queste regole. Anche canticchiando, evidente come, soprattutto la parola PATRIA, sia cantabile anche con due note. Per tutti gli altri casi, invece importante seguire le regole, anche per evitare quel mal costume (soprattutto dei cantautori moderni) di spostare laccento tonico delle parole per farle rientrare nel numero di note previste dalla musica. Personalmente, non mi mai capitato di sacrificare la metrica per rispettare le frasi musicali. Ritengo che sia segno di scarsa professionalit dellautore. Con questo corso spero di riuscire a farvi innamorare della metrica e farvi capire quanto sia importante nella scrittura di un testo.

    Prima di concludere, un cenno allincontro di tre vocali: il trittongo. Tre vocali che si incontrano formano sempre una sola sillaba. Il trittongo risulta dallincontro di due delle vocali i e u atone (senza accento) con unaltra vocale solitamente accentata (es. bui, mii, aiula).Siamo giunti al termine di questa lezione. Vi lascio un esercizio da svolgere.

    EsercizioAnalizzate le parole seguenti e riportate la corretta sillabazione (es. PAURA = PA-U-RA):arite mastro va emissine guidre mo live lanciti ruta vile

    Lincontro di vocali nei versi

    Lincontro di vocali nel verso si ha quando una parola che termina per vocale seguita da unaltra che inizia per vocale. Se questo accade, le due sillabe che contengono le vocali in questione diventano una sola. Questo procedimento prende il nome di elisione. Lelisione, infatti, consiste nella soppressione dellultima vocale di una parola in modo che le lettere rimanenti formano sillaba unica con la prima sillaba della parola seguente. Un esempio chiarir bene il concetto.

    Prendiamo linizio della famosa poesia di Alessandro Manzoni, Il Cinque Maggio. Il primo verso recita cos:

    Ei fu siccome immobile

    Dovendo musicare questo verso si utilizzeranno 8 note e non 9 come saremmo portati a credere. Dunque, la sillabazione corretta sar:

    Ei-fu-sic-co-mim-mo-bi-le (notare lelisione che ha fatto sparire la e di siccome)

    Eccezioni:Come qualsiasi regola che si rispetti, anche qui abbiamo simpatiche eccezioni. Ecco la prima. Qualora la prima vocale fosse accentata, non potremmo pi farla sparire ma si verificherebbe anche nel verso il famoso iato che abbiamo gi incontrato nelle parole. Ecco due esempi:

    A) Domani torner a casaB) Domani torner a casa

    Nellesempio A si vede lincontro di due vocali diverse, mentre nellesempio B si tratta della stessa vocale. Ho volutamente utilizzato entrambi i casi per far notare come lelisione, in caso di vocale

  • accentata, sia sempre impossibile.

    La sillabazione corretta degli esempi sar la seguente:

    A) Do-ma-ni-tor-ne-r-a-ca-saB) Do-ma-ni-tor-ne-r-a-ca-sa

    Altra eccezione.Quando il dittongo (quindi lincontro di vocali) si verifica alla fine del verso, allora forma necessariamente due sillabe (quindi due note). Esempio:

    Io lo so che tornerai (sillabazione corretta:Io-lo-so-che-tor-ne-ra-i)

    Abbiamo adesso tutti gli elementi per conoscere al meglio la sillabazione dei versi, fondamentale per noi autori di testi;

    EsercizioAnalizzate i seguenti versi e riportate la loro corretta sillabazione.

    C una voce nella mia vitache avverto nel punto che muore;voce duna accorsa anelante,che al povero petto safferraper dir tante cose e poi tante,Quando avevo tanto bisognodi pane e di compassione,davere a finire cos,mi sentii dun tratto daccantoUna notte dalle lunghe ore(versi tratti dalla poesia di Giovanni Pascoli)

    ======Soluzioni all'esercizio della scorsa lezioneLa sillabazione corretta delle parole dellesercizio la seguente:

    a-ri-te ma--stro v-a e-mis-si-ne gui-d-re m-o li-ve lan-ci-ti ru-ta vi-le

    Laccento tonico e il versoFinora, abbiamo parlato di incontri di vocali nelle parole e nei versi e abbiamo visto come in entrambi i casi sia necessario capire dove cade laccento nelle parole. Per essere pi precisi, quale delle sillabe che costituiscono una parola ha un accento pi marcato delle altre. Nella lingua italiana scritta, salvo i casi di accenti che cadono sullultima sillaba o di parole che a seconda dellaccento possono avere un significato diverso (es. ncora ancra) laccento non viene riportato.Nel caso dei versi di canzoni, capire dove cade laccento fondamentale per non sacrificare alla metrica la lingua italiana (discorso gi affrontato nella seconda lezione).

    A seconda della sillaba dove cade laccento tonico, si possono distinguere diversi tipi di parole. Ecco qui di seguito lelenco:

  • tronca: quando laccento cade sullultima sillaba. Es. so-cie-t, cit-t. piana: quando laccento cade sulla penultima sillaba. Es. m-dre, cu-re, te-s-ro; sdrucciola: se laccento cade sulla terzultima sillaba: Es. -ni-ma, v-ve-re, t-vo-lo; bisdrucciola: se laccento cade sulla quartultima sillaba: Es. d-te-me-lo, par-l-te-glie-ne; trisdrucciola: se laccento cade sulla quintultima sillaba. Es. fb-bri-ca-te-la.

    Conoscendo bene largomento accento tonico, possibile adesso analizzare i vari tipi di versi esistenti nella lingua italiana. Infatti, per calcolare la lunghezza di un verso necessario contare quante sillabe ci sono e, nel farlo, tenere conto anche delle posizioni degli accenti.

    Nella lingua italiana esistono diversi tipi di verso il cui nome distinto in due parti. La prima parte tiene conto del numero di sillabe che lo compongono. La seconda parte, invece, dalla posizione dellultimo accento ritmico. Conoscendo entrambi gli elementi sapremo calcolare con facilit e correttamente qualsiasi tipo di verso.

    I versi della lingua italiana possono essere costituiti da 2, 3, 4 e cos via fino a 14 sillabe, prendendo rispettivamente i seguenti nomi:

    bisillabo trisillabo quaternario quinario senario settenario ottonario novenario decasillabo endecasillabo dodecasillabo tetradecasillabo

    Per calcolare correttamente la lunghezza del verso, bisogna a questo punto vedere dove cade laccento tonico. Per noi autori di testi, basta questo per avere la corretta misura di un verso. Infatti:

    Il mare si calm (Il-ma-re-si-cal-m)

    per noi autori un senario tronco, poich basta una frase musicale di sei note per cantarlo agevolmente (ovviamente dando per scontato che anche gli accenti musicali cadano sulle sillabe corrette, che nellesempio ho sottolineato).

    Per completezza di informazione, aggiungo per che nella lingua italiana, la metrica prevede una regola fondamentale per la giusta denominazione di un verso. Ecco la regola:

    Trovata la sillaba su cui cade lultimo accento ritmico se ne aggiunge SEMPRE unaltra, sia che esista veramente (verso piano), sia che non esista (verso tronco), sia che ne esistano due (verso sdrucciolo).

    Come al solito, ecco gli esempi:

    Un-sac-co-di-p-ne > 6 sillabe; SENARIO PIANO (5+1 e accento sulla penultima)U-na-don-na-si-spo-s -> 7 sillabe ma in realt un OTTONARIO TRONCO (7 sillabe+1 e accento sullultima)

    Na-sco-sto-nel-l-ni-ma > 7 sillabe ma un SENARIO SDRUCCIOLO (5 sillabe +1 e accento sulla terzultima)

    Come al solito, ecco gli esercizi di questa lezione. Lappuntamento per la prossima con un argomento molto interessante: la rima.

  • Esercizio n. 1Fate la sillabazione corretta indicando anche gli accenti e il tipo di parola (piana, tronca) dei seguenti vocaboli.

    acrobata, casa, facile, testimone, liberatene, capit, et, accorgetevene, casa, stella

    Esercizio n. 2Leggete i seguenti versi e riportate la sillabazione corretta secondo le regole apprese nelle lezioni precedenti nonch la disposizione dellultimo accento di ogni verso e il calcolo del verso stesso secondo le regole apprese oggi.

    Sode a destra uno squillo di tromba

    Nel mezzo del cammin di nostra vitami ritrovai per una selva oscura

    Delle madri dolorosesono i palpiti sospesi

    ======Soluzione allesercizio della scorsa lezioneQuesta la sillabazione corretta, completa delle elisioni.C -u-na-vo-ce-nel-la-mi-a-vi-tachav-ver-to-nel-pun-to-che-muo-re;vo-ce-dunac-cor-sa-ne-lan-te,chal-po-ve-ro-pet-to-saf-fer-raper-dir-tan-te-co-se-poi-tan-teQuan-da-ve-vo-tan-to-bi-so-gnodi-pa-ne-di-com-pas-sio-neda-ve-ra-fi-ni-re-co-smi-sen-tii-dun-trat-to-dac-can-toU-na-not-te-dal-le-lun-go-re

    La rimaSappiamo tutti cosa significa che due parole fanno rima. Ma quando si pu parlare tecnicamente di rima? Due parole fanno tra loro rima quando sono identiche dallaccento tonico in poi.

    Esempio: amre dolre.

    E possibile trovare tantissimi esempi di testi in cui lautore decide di non usare rime. Si parla in questo caso di versi liberi. Per riflettiamo un po su questa cosa. Avete notato quanto sia pi difficile memorizzare versi che non abbiano rime? La rima, infatti, oltre a dare uno stile pi poetico ad un testo, molto utile per aiutare i nostri ascoltatori a memorizzare al massimo le parole che abbiamo scritto e, quindi, a cantarle. Naturalmente lautore libero di esprimersi, anchio spesso non uso rime. Dipende anche dal tipo di testo che si ha intenzione di scrivere.

    Esistono diversi tipi di rima.

    Le rime possono essere piane, sdrucciole o tronche a seconda del tipo di parola finale del verso (vedi lezione n. 4). La classificazione che per pi ci interessa dal punto di vista musicale, quella che tiene conto della loro disposizione nei versi. In base a come le rime vengono combinate, formano degli schemi (che si indicano con le lettere dellalfabeto maiuscole. Es., AABB, ABAB,

  • ABBA). E bene ricordare per che gli schemi di cui scriver tra poco non sono rigidi, in quanto ciascun autore libero di dare la propria impostazione. Si tratta semplicemente di quelli pi utilizzati.

    A seconda della disposizione in cui appare nei versi, la rima pu essere baciata, alternata, incrociata.Si parla di rima BACIATA quando si ripete tra due versi consecutivi.

    Capelli neri non mi sembri pi tu (A)ti riconosco solo dagli occhi blu (A)E da un vestito che ho comprato per te (B)mi fa piacere che lo indossi per me (B)(Testo: COME IN UN REPLAY, Domenico A. Di Renzo)

    La rima ALTERNATA si ha quando il primo verso rima con il terzo, il secondo con il quarto e cos via.

    Quelli dove mi aggrappavo (A)e non mi staccavo pi (B)ogni volta che rischiavo (A)di cadere un po pi gi (B)(Testo: PEZZI DI TE, Domenico A. Di Renzo)

    Si ha invece la rima INCROCIATA quando il primo verso rima con il quarto ed il secondo con il terzo.

    Tanto gentile e tanto onesta parela donna mia quandella altrui salutache ogni lingua deven tremando mutae gli occhi non ardiscon di guardare(Dante)

    Parlando di rime non si pu non citare la CONSONANZA che un concetto molto simile, trattandosi infatti di una rima imperfetta. Si verifica quando rimano tra loro due parole che si differenziano per la vocale accentata mentre sono identiche le lettere successive.

    Esempio: scordre amre / temto lascito

    Anche la consonanza molto utilizzata nella canzone. Un consiglio per. Luso migliore da fare quello nella posizione BACIATA, poich altrimenti si perderebbe un effetto gi di suo molto pi debole della rima normale.

    Un suggerimento per chi alle prime armi e vuole cimentarsi con la scrittura di testi in rima. Allurl: http://parole.virgilio.it/parole/rimario/index.html trovate un utilissimo rimario. Inserendo una parola (magari una con cui termina un verso da voi scritto) potrete ricavare tanti suggerimenti che vi daranno lidea per il verso succcessivo, naturalmente in rima:)

    EsercizioCitare i versi di tre canzoni (ma vanno bene anche poesie) che abbiano rime baciate, alternate e incrociate.===Ed ora, ecco la soluzione degli esercizi della scorsa lezione.N. 1a-cr-ba-ta (sdrucciola)c-sa (piana)

  • f-ci-le (sdrucciola)te-sti-m-ne (piana)l-be-ra-te-ne (trisdrucciola)ca-pi-t (tronca)e-t (tronca)ac-cor-g-te-ve-ne (bisdrucciola)stl-la (piana)

    N. 2So-dea-des-tru-no-squil-lo-di-trm-ba(decasillabo)Nel-mez-zo-del-cam-min-di-nos-tra-v-ta(endecasillabo)mi-ri-tro-vai-pe-ru-na-sel-vos-c-ra(endecasillabo)Del-le-ma-dri-do-lo-r-se(ottonario)so-ni-pal-pi-ti-sos-p-si(ottonario)

    La strofaLa strofa, linsieme di versi raggruppati secondo un certo schema in modo da formare un periodo ritmico compiuto. A volte, il periodo che si forma compiuto solo dal punto di vista metrico, ma pu accadere che si arrivi ad un compimento logico. In questo caso, dunque, ogni strofa affronta un argomento e, dallinizio alla fine, ha un senso compiuto anche quando viene estrapolata dal contesto.

    Nella musica, la strofa spesso una frase musicale che si ripete, magari con piccole differenze strutturali e che ben distinta dal cosiddetto inciso, che poi quello che ritorna (da cui il termine ritornello) e rende il brano pi facilmente memorizzabile.

    Naturalmente, non vi sono limiti al numero di versi che possono comporre la strofa, ma vi sono alcune strutture che sono molto pi diffuse di altre. A seconda del numero di versi di cui sono composte, le strofe prendono il nome di: terzina, quartina, sestina, ottava. Nella musica, inoltre, sono diffuse anche le strofe di 5 e 7 versi.

    In poesia, invece, esiste il distico, 2 versi, praticamente mai usato in musica.In qualsiasi tipo di strofa, le rime possono essere alternate, baciate, incrociate o secondo diversi schemi. Oggi, non esistono pi limiti alla creativit. Quando la SIAE prevedeva lesame per iscriversi in qualit di autore, era importante attenersi agli schemi tradizionali. O meglio. Dopo aver scritto la prima strofa secondo lo schema ritmico che ognuno al momento aveva dentro di s, la seconda andava scritta con lo stesso schema.

    Oggi invece gli schemi sono del tutto inutili, oltre che limitativi dellespressione artistica. Non raro infatti trovare brani le cui strofe hanno numeri di verso, tipo di rima, accenti tonici completamente diversi le une dalle altre. Un esempio su tutti. La canzone Oro, cantata da Mango e scritta da Mogol. Provate a leggerla. Le strofe non sono facilmente individuabili e lo stesso discorso vale per il ritornello.

    Esercizio 1Citare due testi di canzoni. Il primo deve essere regolare dal punto di vista della struttura delle strofe, il secondo, invece, meno tradizionale e quindi pi libero da schemi e vincoli.

  • Esercizio 2Scrivere un breve testo, senza preoccuparsi di lunghezza, ritornello e argomento. Pensare solo alla struttura di due strofe tra loro regolari.

    Analisi di testi famosi (parte I)A questo punto, avete acquisito tutte le nozioni metriche fondamentali e siete in grado di affrontare lanalisi approfondita di alcuni testi famosi. In questa prima parte dedicata allanalisi di testi conosciuti, riprendiamo un brano gi visto nel corso della prima lezione; si tratta della canzone Tra te e il mare scritta da Biagio Antonacci e interpretata da Laura Pausini. Prima di continuare, leggiamo il testo per intero:

    Non ho pi paura di teTutta la mia vita sei tuVivo di respiri che lasci quiChe consumo mentre sei viaNon posso pi dividermi tra te e il mareNon posso pi restare ferma ad aspettareIo che avrei vissuto da teNella tua straniera cittSola, con listinto di chi sa amareSola, ma pur sempre con teNon posso pi dividermi tra te e il mareNon posso pi sentirmi stanca di aspettareNo, amore noIo non ci stoO ritorni o resti lNon vivo piNon sogno piHo paura aiutamiAmore non ti credo piOgni volta che vai viaMi giuri che lultimaPreferisco dirti addio.Cerco di notte in ogni stella un tuo riflessoMa tutto questo a me non basta adesso cresco.No, amore noIo non ci stoO ritorni o resti lNon vivo piNon sogno piHo paura aiutamiAmore non ti credo piOgni volta che vai viaMi giuri che lultimaPreferisco dirti addio.Non posso pi dividermi tra te e il mareNon posso pi restare ferma ad aspettareNon posso pi dividermi tra te e il mare

    Il lavoro di analisi metrica di un testo, si svolge in due fasi.

  • Prima fase: suddivisione in strofe, ritornelli ed eventuali ponti e code. Per affrontare questa fase, pu essere utile conoscere anche la musica della canzone, perch questo ci rende il lavoro molto pi semplice. Tuttavia, non indispensabile, perch gi lanalisi dei versi (singolarmente e nel loro insieme) aiuta a suddividere il brano.

    Nel nostro caso, ecco la suddivisione corretta:

    1^ strofaNon ho pi paura di teTutta la mia vita sei tuVivo di respiri che lasci quiChe consumo mentre sei viaNon posso pi dividermi tra te e il mareNon posso pi restare ferma ad aspettare

    2^ strofaIo che avrei vissuto da teNella tua straniera cittSola, con listinto di chi sa amareSola, ma pur sempre con teNon posso pi dividermi tra te e il mareNon posso pi sentirmi stanca di aspettare

    RitornelloNo, amore noIo non ci stoO ritorni o resti lNon vivo piNon sogno piHo paura aiutamiAmore non ti credo piOgni volta che vai viaMi giuri che lultimaPreferisco dirti addio.

    PonteCerco di notte in ogni stella un tuo riflessoMa tutto questo a me non basta adesso cresco.

    CodaNon posso pi dividermi tra te e il mareNon posso pi restare ferma ad aspettareNon posso pi dividermi tra te e il mare

    Come potete vedere, si tratta di un brano costituito da 2 strofe, 1 ritornello (che per chiarezza espositiva ho riportato una sola volta), 1 ponte e 1 coda. Il ponte una variazione rispetto alla struttura metrica del resto della canzone e che aiuta a dare vivacit al brano; la coda conclude la canzone. Si tratta di due artifici molto usati nella musica leggera, il primo per dare vivacit alla canzone (cambiando la metrica del testo, cambia anche la linea melodica) la seconda per condurre lascoltatore verso la conclusione del brano.

    Seconda fase: individuazione della struttura delle rime, del tipo di verso e strofe. A questo punto, secondo le regole gi imparate nelle precedenti lezioni e che vi invito a rileggere in

  • caso di dubbi, possiamo proseguire suddividendo il testo in versi e individuando la struttura delle rime e delle strofe. Aggiorniamo dunque il testo con i nuovi elementi. Per comodit, ho elencato lo schema delle rime allinizio di ciascun verso, in rosso, tra parentesi e con le lettere maiuscole. Alla fine di ciascun verso, invece, lindicazione del tipo di verso (in questa analisi rispetteremo la regola della metrica italiana usata in poesia, secondo la quale Trovata la sillaba su cui cade lultimo accento ritmico se ne aggiunge SEMPRE unaltra, sia che esista veramente verso piano, sia che non esista verso tronco, sia che ne esistano due verso sdrucciolo).Infine, ho indicato in verde, allinizio di ogni parte della canzone, il tipo di strofa.

    1^ strofa (sestina)(A) Non ho pi paura di te (novenario tronco) (B) Tutta la mia vita sei tu (novenario tronco) (C) Vivo di respiri che lasci qui (endecasillabo tronco) (D) Che consumo mentre sei via (novenario piano) (E) Non posso pi dividermi tra t e il mare (tredecasillabo piano) (E) Non posso pi restare ferma ad aspettare (tredecasillabo piano)

    2^ strofa (sestina)(A) Io che avrei vissuto da te (decasillabo tronco)(B) Nella tua straniera citt (decasillabo tronco)(C) Sola, con listinto di chi sa amare (endecasillabo piano)(A) Sola, ma pur sempre con te (novenario tronco)(C) Non posso pi dividermi tra t e il mare (tredecasillabo piano)(C) Non posso pi sentirmi stanca di aspettare (tredecasillabo piano)Ritornello (10 versi)(A) No, amore no (senario tronco)(A) Io non ci sto (senario tronco)(B) O ritorni o resti l (ottonario tronco)(C) Non vivo pi (quinario tronco)(C) Non sogno pi (quinario tronco)(D) Ho paura aiutami (settenario piano)(C) Amore non ti credo pi (novenario tronco)(E) Ogni volta che vai via (ottonario piano)(F) Mi giuri che lultima (ottonario piano)(G) Preferisco dirti addio (ottonario piano)

    Ponte (quartina)(A) Cerco di notte in ogni stella (novenario piano)(B) un tuo riflesso (senario piano)(C) Ma tutto questo a me non basta (novenario piano)(D) adesso cresco (quinario piano)

    Coda (terzina)(A) Non posso pi dividermi tra t e il mare (tredecasillabo piano)(A) Non posso pi restare ferma ad aspettare (tredecasillabo piano)(A) Non posso pi dividermi tra t e il mare (tredecasillabo piano)

    Prendetevi un po di tempo ad osservare e a studiare questa fase importante del lavoro. La prima cosa che balza agli occhi, la sostanziale regolarit nella struttura delle prime due strofe, entrambe sestine. Il ponte e la coda, rispettivamente di 4 e 3 versi occupano un posto a parte, com normale che sia. Da notare, inoltre, la quasi totale mancanza di rime, pi usate nel ritornello. Per quanto riguarda invece i versi, anche se la denominazione di ciascuno pu trarre in inganno, c molta

  • regolarit, soprattutto nel ritornello ma anche tra le prime due strofe. Basti pensare che in molti casi vi sono incontri di vocali che formano iato in metrica ma che la linea melodica di questo brano risolve in una sola sillaba. Per capirci, la parola io che in metrica iato, quindi costituita da due sillabe, nella canzone in oggetto suonata da una sola nota.

    ESERCIZIOFate la sillabazione del testo studiato in questa lezione. Un suggerimento: prima dello svolgimento, rileggetevi la lezione relativa allelisione

    Analisi di testi famosi (parte II)Analizzando il testo di un bellissimo brano dei Mod; dimostreremo che la musica, pur essendo libera in quanto arte, si muove comunque su una rete-guida nascosta. Una rete che stiamo imparando a conoscere bene e che prende il nome di metrica.Per questo motivo, lanalisi del testo di Arriver (che ho scelto proprio per la sua particolare costruzione metrica) sar diversa da quello che abbiamo fatto nella prima parte.

    Iniziamo come al solito riportando qui il testo completo (autore del testo: Francesco Silvestre dei Mod):

    PiangeraiCome pioggia tu piangeraiE te ne andraiCome le foglie col vento dautunnoTriste tu te ne andraiCerta che mai ti perdonerai

    Ma si sveglierIl tuo cuore in un giornoDestate rovente in cui sole saraE cambieraiLa tristezza dei piantiin sorrisi lucenti tu sorriderai

    E arriverIl sapore del bacio pi dolceE un abbraccio che ti scalderArriverUna frase e una luna di quelleChe poi ti Ti sorprenderArriverLa mia pelle a curar le tue vogliela magia delle stelle

    Penserai Che la vita ingiusta e piangeraie ripenseraialla volta in cui mi hai detto noNon ti lascer maiPoi di colpo il buio intorno a noi

    Ma si sveglierIl tuo cuore in un giorno

  • Destate rovente in cui sole saraE cambieraiLa tristezza dei piantiin sorrisi lucenti tu sorriderai

    E arriverIl sapore del bacio pi dolceE un abbraccio che ti scalderArriverUna frase e una luna di quelleChe poi ti Ti sorprenderArriverLa mia pelle a curar le tue vogliela magia delle stelleLa poesia della neve che cade e rumore non fa

    La mia pelle a curar le tue voglieLa magia della neve che cade e rumore non fa

    Poich lo scopo della lezione quello di analizzare il testo in virt anche della griglia su cui lautore deve muoversi nella sua stesura, vi chiedo di prendervi un po di tempo ad analizzarlo cantandolo sulla musica originale.

    A questo punto possiamo procedere con lanalisi metrica secondo la prima delle due fasi (lascer a voi il compito di sviluppare la seconda). Iniziamo quindi con il suddividere il testo nelle sue varie componenti fermandoci al primo ritornello.

    1^ strofa 1 troncoPiangeraiCome pioggia tu piangeraiE te ne andraiCome le foglie col vento dautunnoTriste tu te ne andraiCerta che mai ti perdonerai

    1^ strofa 2 troncoMa si sveglierIl tuo cuore in un giornoDestate rovente in cui sole saraE cambieraiLa tristezza dei piantiin sorrisi lucenti tu sorriderai

    RitornelloE arriverIl sapore del bacio pi dolceE un abbraccio che ti scalderArriverUna frase e una luna di quelleChe poi ti Ti sorprenderArriverLa mia pelle a curar le tue vogliela magia delle stelle

  • Come potete vedere, in questa lezione introduciamo un concetto nuovo. Analizzando la metrica dei versi del testo secondo le conoscenze che ormai avete appreso noterete subito che non esistono due vere strofe che portano al ritornello ma ununica strofa, piuttosto lunga, divisa in due tronchi molto diversi (metricamente) tra loro.

    Questo genere di struttura molto diffuso nella musica moderna, serve a dare vivacit al brano e consente allautore di esporre meglio il tema ma soprattutto al compositore di creare delle variazioni sonore che guidano lorecchio dellascoltatore verso il ritornello. Ovviamente, per quanto diffusa questa tecnica non alla portata di tutti poich esiste il rischio concreto di ottenere risultati opposti a quelli desiderati, il rischio cio di far perdere a chi ascolta la strada verso il porto sicuro del ritornello e del finale.Detto questo, passiamo alla seconda parte della canzone.

    2^ strofa 1 troncoPenseraiChe la vita ingiusta e piangeraie ripenseraialla volta in cui mi hai detto noNon ti lascer maiPoi di colpo il buio intorno a noi

    2^ strofa 2 troncoMa si sveglierIl tuo cuore in un giornoDestate rovente in cui sole saraE cambieraiLa tristezza dei piantiin sorrisi lucenti tu sorriderai

    RitornelloE arriverIl sapore del bacio pi dolceE un abbraccio che ti scalderArriverUna frase e una luna di quelleChe poi ti Ti sorprenderArriverLa mia pelle a curar le tue vogliela magia delle stelleLa poesia della neve che cade e rumore non fa

    CodaLa mia pelle a curar le tue voglieLa magia della neve che cade e rumore non fa

    Nella seconda parte il brano si sviluppa in una struttura (gabbia metrica) molto simile a quella della prima parte. Tuttavia i versi seguono una metrica diversa. Molti versi non hanno lo stesso numero di sillabe n la stessa posizione degli accenti tonici rispetto ai versi della prima parte del brano. Perch? Anche questa tecnica molto utilizzata nella musica moderna per dare vivacit alla frase musicale. Vi soffermerete nellesercizio a fine lezione a studiare i singoli versi di questa seconda parte confrontandoli con quelli corrispondenti nella prima parte.

    Tutte queste variazioni possono far smarrire lascoltatore; lautore evita il rischio utilizzando un trucco: scrive il 2 tronco della 2^ strofa ricopiando il 2 tronco della 1^ strofa! Stessa metrica,

  • stesse parole: ecco che chi ascolta ha ritrovato la strada giusta!

    Voglio farvi notare inoltre che in questo brano anche il ritornello ha una variazione inattesa. Esso si ripete identico al primo salvo che per laggiunta di un verso alla fine che ho trascritto in corsivo che aggiunge respiro al canto e che porta il brano verso la coda finale.

    Particolarmente interessante risulta questultima, perch anticipata proprio da quel verso in corsivo che poi viene ripreso alla fine mantenendo la stessa metrica e soprattutto lo stesso concetto. Se a questo si aggiunge un altro verso (la mia pelle a curar le tue voglie) gi presente nel ritornello e quindi conosciuto dallascoltatore, ecco che egli approda a quel porto sicuro a cui accennavo e che secondo me tanta importanza riveste nella scrittura di un brano.

    Alla nostra analisi manca ancora lindividuazione del struttura delle rime, del tipo di verso e strofe che, che oggetto dellesercizio con cui si conclude questa lezione.

    ESERCIZIOIndividuate la struttura delle rime (alternate, baciate?), il tipo di verso (quaternario, quinario? Piano, tronco?), il tipo di strofa (terzina, quartina, sestina?) del testo analizzato in questa lezione

    I l titolo della canzone La scelta del titolo non va MAI sottovalutata. Un titolo pu fare la fortuna o la rovina di un brano. Un buon titolo fondamentale in alcuni casi per convincere lascoltatore a dedicare qualche minuto alla nostra canzone.

    Immaginate di trovarvi davanti a due brani di cui non conoscete nulla: testo, genere musicale, interprete. Il brano A si intitola AMORE il brano B AMORE DI PLASTICA. Molto probabilmente il brano B attirer di pi la vostra attenzione. Mi direte che forse in questa sede siamo condizionati dallesistenza di una famosissima canzone di Carmen Consoli che in qualche modo dirige la nostra scelta. Vi assicuro che se non esistesse la canzone di Carmen Consoli avreste scelto comunque il brano B. Perch? Semplicemente perch la mente umana, soprattutto quando si pone davanti a una scelta artistica, tende ad escludere la banalit. Al momento in cui scrivo esistono per lesattezza 984 canzoni intitolate AMORE e depositate alla SIAE! Un buon motivo perch il nostro cervello, pur non sapendolo, cerchi altrove.

    Spesso pensate a quante volte ascoltiamo nuovi brani in radio scopriremo solo dopo lascolto il titolo del brano. Ma noi che vogliamo essere bravi autori dobbiamo provare a stimolare lattenzione dellascoltatore anche prima dellascolto.

    Quando nasce il titolo della canzone?

    Il caso pi comune quello in cui il nostro brano nasce gi con un suo titolo durante la stesura e ci avviene perch insito nella prima parola, nella prima espressione o nel primo verso del ritornello. Si potrebbero citare mille esempi (La notte, Mod; I migliori anni della nostra vita, Renato Zero). Spesso ma meno del caso precedente il titolo ripetuto quasi con ossessione durante tutto il testo (Es., Il pi grande spettacolo dopo il bing bang di Jovanotti; Salir di Daniele Silvestri).

    Pu accadere che nel testo non ci sia un titolo ben definito; qui entra in gioco lautore che deve saper scegliere bene le parole pi adatte che daranno il nome alla sua nuova creatura. Accade ci quando il titolo della canzone nasce da una parola o un verso che non si trovano nel ritornello ma qua e l nel testo una o pi volte; o addirittura (pi raramente) quando di esso non c traccia in tutta la canzone (Es. Manifesto futurista della nuova umanit di Vasco Rossi; Terry B. dei Pooh).Come vedete non ci sono regole precise al proposito, basti pensare che a volte lautore convinto di aver scelto il titolo perfetto e il compositore, il cantante, leditore, larrangiatore, il produttore o qualsiasi altro soggetto che successivamente dovesse lavorare sul brano propone (a volte impone!)

  • di cambiarlo.Come dico sempre siate pronti a modifiche del testo e del titolo fino al momento dellincisione definitiva. Attenzione, tutto ci non assolutamente negativo, anzi! Noi autori a volte ci innamoriamo talmente tanto delle nostre creature che non vediamo (o fingiamo di non vedere) errori, banalit e imperfezioni. Le modifiche proposte spesso migliorano il brano e lumilt deve essere la nostra dote principale dopo la creativit. Solo se siamo davvero convinti di un peggioramento, opera di qualcun altro, dobbiamo imporci e difendere il nostro lavoro fino in fondo.

    Detto questo vi lascio a un esercizio semplice e a mio avviso molto divertente.

    ESERCIZIOLeggete o ascoltate i testi delle seguenti canzoni e analizzate la scelta compiuta dai loro autori nella definizione del loro titolo. Albachiara Vasco Rossi

    Londra brucia Negramaro

    Non vivo pi senza te Biagio Antonacci

    Il meglio deve ancora venire Ligabue

    Ci penser domani Pooh

    Esercitazioni e considerazioni finaliAvete acquisito ormai tutti gli elementi necessari per analizzare senza problema qualsiasi testo della musica italiana. Per questo applichiamo adesso tutte le nostre conoscenze e studiamo il testo di una canzone cui abbiamo accennato all'inizio.

    Si tratta della poesia San Martino di Giosu Carducci, resa ancora pi famosa (se cos si pu dire) dallormai celebre interpretazione di Fiorello. All'inizio ho detto che un testo scritto in metrica ha un suo ritmo che gli consente di sopravvivere anche al di fuori di una eventuale musica, perch il ritmo dentro di esso che lo rende cantabile.Provate a leggere la poesia di Carducci senza pensare alla musica, vedrete che ha una sua musicalit gi ben definita (nella stesura del testo, riporto tutti gli elementi che visti nelle lezioni precedenti).

    1^ strofa (quartina)(A) La nebbia a glirti colli (settenario piano)(B) piovigginando sale, (settenario piano)(B) e sotto il maestrale (settenario piano)(C) urla e biancheggia il mar; (settenario tronco)

    2^ strofa (quartina)(A) ma per le vie del borgo (settenario piano)(B) dal ribollir de tini (settenario piano)(B) va laspro odor dei vini (settenario piano)(C) lanime a rallegrar. (settenario tronco)

    3^ strofa (quartina)(A) Gira su ceppi accesi (settenario piano)(B) lo spiedo scoppiettando: (settenario piano)(B) sta il cacciator fischiando (settenario piano)(C) sulluscio a rimirar (settenario tronco)

    4^ strofa (quartina)(A) tra le rossastre nubi (settenario piano)

  • (B) stormi duccelli neri, (settenario piano)(B) comesuli pensieri, (settenario piano)(C) nel vespero migrar. (settenario tronco)

    Come potete notare, si tratta di una poesia estremamente regolare. La prima strofa segue uno schema che si ripete identico in tutte le altre.

    Vediamo adesso come il compositore abbia lavorato rispettando moltissimo il lavoro dellautore. E pur tuttavia ha usato artifici propri della musica per dare un colore diverso a quel ritmo gi insito nella poesia, riuscendo cos a trasformarla in canzone. Nessuna poesia infatti pu diventare un brano musicale se non la si arricchisce con gli elementi tipici di una canzone, mentre molti testi per canzone hanno le carte in regola per diventare splendide poesie senza alcun ritocco.

    Ecco qui di seguito il testo della canzone. Non ripeto le specifiche metriche perch sono identiche; sottolineo per con il rosso i caratteri che fanno della poesia San Martino la canzone San Martino.

    RitornelloLa nebbia agli irti collipiovigginando salee sotto il maestraleurla e biancheggia il mar.

    1^ strofaMa per le vie del borgodal ribollir dei tiniva laspro odor dei vinilanime a rallegrar.

    RitornelloLa nebbia agli irti collipiovigginando salee sotto il maestraleurla e biancheggia il mare. (settenario piano)

    2^ strofaTra le rossastre nubistormi di uccelli nericomesuli pensierinel vespero migrar.

    RitornelloLa nebbia agli irti collipiovigginando salee sotto il maestraleurla e biancheggia il mare.

    3^ strofaGira sui ceppi accesilo spiedo scoppiettandosta il cacciator fischiandosulluscio a rimirar.

    Ritornello

  • La nebbia agli irti collipiovigginando sale (sfumando)

    Come avrete notato, le differenze sono minime, le ho indicate in rosso.

    Non mi voglio soffermare sulle singole sillabe in pi o in meno in quanto non cambiano la struttura metrica della canzone, se non per ci che riguarda il quarto verso del ritornello che dalla seconda volta diventa un settenario piano.Il ritornello invece lelemento pi importante dellintero brano. Il compositore deve dare un punto di appiglio allascoltatore e lo fa ripetendo pi volte la stessa frase musicale e le stesse parole. Per questo quella che la prima strofa della poesia diventa invece il ritornello della canzone. Per dare ancora pi vivacit al brano, il compositore usa poi una tecnica molto utilizzata in musica. Ogni ritornello arrangiato in modo pi ricco rispetto al precedente e suona su unottava pi alta. In questo caso poi nellultima ripetizione larrangiamento si fa pi leggero portando lorecchio dellascoltatore al naturale silenzio

    Infine, voglio farvi notare il vero colpo di genio di tutto il brano. Linversione di 3^ e 4^ strofa che a mio avviso, anche grazie alla musica sempre pi incalzante, cambia latmosfera di tutta la canzone.

    Vi invito a rileggere lintera lezione (se non lo avete gi fatto) ascoltando in sottofondo il brano di Fiorello. Vi assicuro che ne varr la pena!

    Eccoci ora giunti alla fine di questa lezione e dellintero corso di metrica. Avete letto e imparato nozioni tecniche importanti. Il verso, la rima, laccento tonico, la strofa, il ritornello, il titolo. Sono nozioni che nel bagaglio culturale di un autore a mio avviso non possono mancare. Tuttavia, mai come nel caso della musica, vale il detto: impara larte e mettila da parte! Perch la musica tecnica ma soprattutto cuore. E sentire, fantasia, capacit di provare e far provare emozioni. E non c emozione se la scrittura diventa schiava della tecnica. La grande sfida di noi autori quella di andare oltre la tecnica, lasciarsi andare alle emozioni, trovare il giusto equilibrio tra luna e le altre.

    Una volta immagazzinata la tecnica vi verr spontaneo concentrarvi sulle emozioni, sul sentimento, sullispirazione. Da quel momento in poi la tecnica vi guider in silenzio, senza farsi quasi sentire. Il mio augurio che per voi questo accada nel pi breve tempo possibile.

    Domenico A. Di Renzo

    Scrivere canzoni: nasce prima il testo o la musica?Il testo della canzoneDittongo e iatoLincontro di vocali nei versiLaccento tonico e il versoLa rimaLa strofaAnalisi di testi famosi (parte I)Analisi di testi famosi (parte II)Il titolo della canzoneEsercitazioni e considerazioni finali