Corso di Antropologia Culturale a.a. 2014-2015 PERCORSO II SCIAMANESIMO 28 NOVEMBRE 2014.

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Corso di Antropologia Culturale

a.a. 2014-2015

PERCORSO II

SCIAMANESIMO

28 NOVEMBRE 2014

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Principali funzioni dello sciamano jacuto, XIX secolo

GuarigioneContatto con i defunti

Divinazione

CONTATTO CON SPIRITI, “VIAGGIO NEI TRE MONDI”

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La morte e la separazione dalle tre anime

individuo

Anima-corpo

Anima-aria

Anima-madre

Energia vitale

(sür)

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MONDO SUPERIORE

MONDO INFERIORE (mondo dei morti, cielo a nord-ovest)

L’anima-madre si staccava dal corpo, passava per il mondo inferiore e poi saliva a quello superiore

3 divinità sceglievano il destino dell’anima madre:

Ürüng Ajyy Tojon: decideva se e quando si sarebbe reincarnata

D’ilga Chaan: decideva il destino del futuro bambino

Naylgyr Ajyysyt: infondeva l’anima-madre nella madre del nascituro

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Quando veniva chiamato lo sciamano?

Casi di “brutta morte”

Allontanamento dell’anima-madre e casi di rapimento dell’anima

Accompagnamento dell’anima-madre

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L’allontanamento dell’anima-madre

Credenza secondo la quale il defunto non volesse abbandonare questo

mondo da solo e ghermisse l’anima di un parente e/o amico

I fase: capire a chi era stata rubata l’anima

II fase: recupero dell’anima rubata nel mondo dei morti

III fase: restituzione dell’anima al legittimo proprietario

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L’accompagnamento dell’anima-madre

Credenza secondo la quale l’anima madre si sarebbe

spaventata dal rumore della zappa sulla tomba e sarebbe

scappata : rischio di trasformarsi in jor (categoria di

spiriti molto nocivi)

Viaggio dello sciamano nel mondo dei morti, recupero anima spaventata, reindirizzo anima verso Ürüng Ajyy Tojon

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La malattia nella società jacuta ieri

Possibili cause di

malattia nella società jacuta

Azione da parte degli spiriti abaahy e jor

Azione da parte degli spiriti-signori (es. fuoco) o divinità, se offese o non adeguatamente propiziate

Educazione allo sciamanesimo in atto, o segno di una propensione verso la cura

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La pratica sciamanica: la guarigione

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Malattia = spirito malvagio

Sciamano = cacciata dello

spirito dal corpo del malato

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Fasi della guarigione (fine XIX secolo, Jacuzia)

1 Nutrizione dello sciamano con carne grassa

2 Vestizione dello sciamano e nomina del suo aiutante (se non era già presente)

3 Utilizzo del tamburo e danza per entrare in contatto con gli spiriti-causa della malattia

4 Aspirazione della malattia dal corpo del malato e dialogo con lo spirito/gli spiriti

5 Fuoriuscita dello spirito e preparazione delle offerte

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Lo sciamanesimo nel periodo sovietico

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Misure repressive nei confronti degli

sciamani

Falò collettivi di tamburi

Costumi “donati” ai musei locali

Detenzione, internamento

in ospedali psichiatrici

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Pratica clandestina

sostituzione toponimi che

facevano riferimento agli

sciamani

Es. Lago dello Sciamano =

Lago Profondo

Nascita di corpus orale

fantastico sugli sciamani

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Lo sciamanesimo femminile in due storie di vita a confronto

Aleksandra I. Čirkova

Irina Lukina

Medico, curatrice tradizionale, figlia del

“Vecchio di Ab’jy”, autrice del libro “

Mio padre sciamano”

Guaritrice tradizionale, algyscit (guaritrice

attraverso invocazioni)

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La prima fase del margine: la separazione

Il “dono “ dello sciamanesimo: abilità,

capacità fuori dalla norma già dall’infanzia

Malattie, anomalie

fisiche, visioni

Irina: restringimento all’aorta sin dall’infanzia

Aleksandra: tremendi dolori alla testa, perdita dei sensi

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Epoca pre-rivoluzionaria

Spesso rifiutato, non

accettato

Epoca sovietica

Il dono dello sciamanesimo per una donna

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Aleksandra

Intraprende la strada della medicina, come predetto dal padre

“Tu, figlia mia, curerai la gente, ma nessuno potrà dirti che sei un ciarlatano o che frequenti le forze oscure”

Diventa medico primario ad Ab’yj, nella sua regione natale.

Irina

Rimane a Jakutsk e comincia a lavorare come lavapiatti presso l’ospedale cittadino, poi diventa assistente infermiera e infermiera.

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La seconda fase del margine: la malattia, il periodo liminale

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Condizione di morte

apparente

Processo di smembrament

o del corpo dello sciamano

(èttèeni)

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Aleksandra

“Nel 1985 per tre giorni di fila non fui in grado di di alzarmi dal letto…il

mio corpo si coprì di pustole rosse, avevo un fortissimo prurito, proprio

come se sul mio corpo strisciassero dei vermi…”

“nella mia regione, tra le donne anziane, si era sparsa la voce della mia strana malattia. Un giorno una

di loro venne da me dicendomi che il motivo della mia malattia non era riconducibile a cause scientifiche”

“Capii quello che dovevo fare: indossare il costume di mio padre.

Per tre giorni lo indossai in ogni suo componente e cominciai a stare

meglio. Solo allora mi resi conto che avevo subito lo smembramento”

Irina

“Per sette anni fui incapace di muovermi, era estate e stavo seduta fuori anche otto ore al giorno ma non mi muovevo e

avevo sempre freddo”…

“sapevo che nel sangue avevo dei batteri, ma non tolleravo gli antibiotici per cui sarei andata incontro a morte sicura. Capii che dovevo curarmi da sola”

“Era come se i miei pensieri provenissero da qualche angolo remoto del mio corpo, come se i miei organi e il mio organismo

sapessero cosa fare”

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Casi di chiamata allo sciamanesimo reiterati

nel tempo

Aleksandra

“dopo tre anni circa dallo

smembramento per tre giorni e tre notti rimasi a letto senza memoria. Mio marito mi disse che avevo

cantato senza sosta”…

Irina:

“Soffrivo di solitudine e avrei

sempre voluto trovarmi altrove. Litigavo con mio marito e spesso

scappavo nel bosco, battevo la testa contro un

albero e gridavo parole

incomprensibili, barcollavo…”

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“Ciò che non può essere classificato chiaramente o cade in uno spazio intermedio tra confine e confine classificatorio è considerato quasi ovunque contaminante e pericoloso” (Mary Douglas, 1975)

mènèrik

“male jacuto”, passaggio/ostacolo nel percorso sciamanico.

Fonti post-sovietiche (1991): mènèrik come indicatore delle malattie

Fonti occidentali : isteria artica

Ulteriore accento sulla marginalità, pericolosità

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La terza fase del margine:dal male vissuto al male curato

Aleksandra:

“Non bisogna curare gli organi, ma la persona.

Bisogna indagare l’anima e i pensieri”

Cura con imposizione delle mani, cura con il

pensiero, con le parole

Irina:

“Dopo il corso di training autogeno

cominciai a sentire tutto, sentivo le persone e i loro

pensieri”

Cura con parole e con gli algys, effettua purificazioni