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CORSO CONI FIGC PER ASPIRANTI ISTRUTTORI DI SCUOLA CALCIO ELEMENTI DI PEDAGOGIA APPLICATA ALLO SPORT A cura di: Silvia Cabano LA SPEZIA Dicembre 2013

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CORSO CONI FIGC

PER ASPIRANTI ISTRUTTORIDI SCUOLA CALCIO

ELEMENTI DI PEDAGOGIA APPLICATA ALLO SPORT

A cura di: Silvia CabanoLA SPEZIA Dicembre 2013

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ELEMENTI DI PEDAGOGIA APPLICATA ALLO SPORT:

La programmazione delle attività motorie sportivegiovanili.

La comunicazione didattica.

Elementi di metodologia dell’insegnamento.

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"Non posso insegnare niente a nessuno, posso solo cercare di farli riflettere" (Socrate).

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MISTEReducatoredocenteinsegnante tecnico

?

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presentazione dei corsisti

� Chi sei ? � Da dove vieni? � Che esperienze hai fatto dopo il primo anno? � Cosa ti attendi dal corso ? � Quali sono le tue aspettative una volta terminato il corso?

da corso allenatori CovercianoAll.Stramaccioni

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FACCIO L’ALLENATORE

?PERCHE’?MOTIVAZIONI INTRINSECHE

PASSIONEEDUCARE CON LO SPORTRAPPORTO CON ATLETIMETTERSI ALLA PROVAESSERE CONVINTI DI AVERE QUALCOSA DA DARE

MOTIVAZIONI ESTRINSECHE

AFFILIAZIONEOTTENERE RICONOSCIMENTIRISCATTARE IDENTITA’ PERSONALEGUADAGNI…

ORIENTAMENTO MOTIVAZIONALE

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ELEMENTI DELLA “SITUAZIONE” DIDATTICATECNICO

Chi e’?

Che cosa sa fare?

Cosa deve saper fare?

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la figura del tecnico/allenatore è il leader istituzionale della squadra sportiva,

occupa una posizione di snodo delle principalirelazioni che si vengono a formare all’interno delle società sportive(staff, dirigenti, genitori, etc.) il suo ruolo richiede competenze:

in campo tecnico, psico/pedagogico emozionale, relazionale.

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“Basta con allenatori e istruttori , non si deve istruire nessuno.È il tempo dei formatori nel calcio, che hanno un ruolo da servitore

dei ragazzi, devono guidarli, accompagnarli alla scoperta del gioco, devono stimolarli con una grande varietà di giochi

semplificati, devono farli pensare, con delle domande, perchèpossano risolvere da soli i problemi.

Ci vuole un apprendimento attivo del ragazzo, che rimanga impresso a lungo nella sua memoria".

“Il gioco dovrebbe essere sempre il maestro e non l'allenatore: percepire prima, dopo capire tutto ciò che si è visto, per prendere decisioni corrette e finalmente saper eseguire ciò che il cervello

ha detto ”

Horst Wein

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COMPETENZE PEDAGOGICHE Saper motivare Saper comunicare, entrare in relazione con gli atleti

(EMPATIA) Saper osservare, analizzare ed interpretare i bisogni

degli atleti Saper scegliere obiettivi Saper programmare Saper costruire situazioni che facilitino

l’apprendimento Saper verificare e valutare l’efficacia

dell’insegnamento Saper sintetizzare …

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UNO , NESSUNO, CENTOMILA…

TECNICO

ALLENATORE

EDUCATORE…

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“ALLENARE È DIFFICILE,ALLENARE EDUCANDOÈ ANCOR PIÙ DIFFICILE”

EDUCARETrasmissione di valori morali e culturali

Processo di acquisizione di nozioni e di abilità inparticolari campi del sapere:

e. linguistica, letteraria, artistica; fisica/motoria…

deriva dal verbo latino educĕre (cioè «trarre fuori,"tirar fuori" o "tirar fuori ciò che sta dentro"),derivante dall'unione di ē- (“da, fuori da”) e dūcĕre("condurre").

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“ROCK” “LENTO” Conosce i diversi metodi di

apprendimento dei suoi atleti.

Programma gli interventi . Conosce come si educano

e sviluppano le capacità e le abilità motorie, la tecnica ed i fondamentali della disciplina.

Promuove iniziative. Motiva … “PENSA CALCIO…”

E’ autoritario. Decide gli interventi al

momento. Non lascia spazio alle

caratteristiche degli atleti. Non ha conoscenze

fisiologiche , anatomiche , prestazionali.

Non riconosce le caratteristiche psico/pedagogiche,

motivazionali

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COSA DEVE TRASMETTERE UN BUON TECNICO?

Fiducia Ottimismo

Competenza Motivazioni

Passione

Desiderio di imparare

Gusto di realizzarsi attraverso lo sport

(senza creare la psicosi della riuscita ad ogni costo)

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Capire che “allenare” non significasolo insegnare le tecnicheesecutive di un gesto e/o di unadisciplina ed affinarle,

ma anche “vivere assieme”,stabilire dei legami affettivi edelle relazioni profonde che vannoal di là del puro gesto tecnico.Trasmettere cultura (e non solosportiva) ai propri allievi, atleti egiocatori.

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TECNICO efficace ed efficienteCOMPETENTE

SA ASCOLTARE

DA , RICEVE , HA FIDUCIA IN SE’

DISPONIBILE CON “TUTTI”

COMUNICATORE

“CURIOSO “e SEMPRE IN CERCA DI STIMOLI NUOVI

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QUALCHE ESEMPIO…

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COSA DICONO I RAGAZZI…“MI PIACCIONO I MISTER CHE…”

o “ sorridono sempre”( trasmettono sensazioni positive)

o “ti dicono bravo anche se hai sbagliato e ci riprovi” (rinforzano la prestazione

incoraggiando dopo un errore)o “ mi fanno vedere e capire che cosa ho sbagliato”

(danno indicazioni tecniche dopo un errore)o “si preparano a casa e sanno sempre cosa fare”

(sono organizzati)

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L’ALLENATORE/EDUCATORE

OBIETTIVI

CHIARI E

COMUNI

DEFINIRE I RUOLI

FISSARE REGOLE

INDIVIDUA STRUMENTI ADATTI

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TENERE CONTO di• Stili cognitivi• Processi mentali

• Stadi di apprendimento• Psico-fisici/fisiologici/strutturali

• Modelli di controllo motorio• Caratteristiche motorie individuali

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AMICO?

TECNICO?

EDUCATORE?

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DATO CHE RAPPRESENTA L’ELEMENTO DI CONGIUNZIONE TRA SPORT E ADOLESCENTE DEVE PREVALEREIN QUESTE FASCE DI ETA’ IL RUOLO DI EDUCATORE PIU’ CHE QUELLO DI TECNICO

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DA SOTTOLINEARE LA DIFFERENZA TRA IL TECNICO DEL SETTORE GIOVANILE,

che èl’AUTORE DELL’INNAMORAMENTO O

DELL’ ALLONTANAMENTO DEL SUO ALLIEVO DALL’ ATTIVITA’

E IL TECNICO DELL’ATLETA DI VALORE ASSOLUTOCHE TROVA LE SUE MOTIVAZIONI AGONISTICHE

ANCHE AL DI FUORI DEL RAPPORTO CON IL TECNICO

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LA FAMIGLIA!RICORDA!

I GENITORI SONO COLORO CHECONOSCONO MEGLIO I FIGLI

VOGLIONO ESSERE INFORMATI SULLEATTIVITA’ PROGRAMMATE

VANNO CONSIDERATI I LORO PUNTI DIVISTA

CON LORO NON ENTRARE IN MERITOALLE SCELTE TECNICHE MA SPIEGALEBENE AGLI ATLETI

CERCA DI ESSERE IMPARZIALE CONLORO E SOPRATTUTTO TRATTALI CONONESTA’ E TUTTI CON LO STESSOCRITERIO E CONSIDERAZIONE

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LE TRE S

SAPERE SAPER ESSERE

SAPER FARE

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LE COMPETENZE DEL TECNICO/EDUCATORESAPERE

Un insieme di nozioni generali e specifiche che devono costituire il bagaglio indispensabile

psicologia,

pedagogia,

fisiologia,

tecnica,

tattica,

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LE COMPETENZE DEL TECNICO/EDUCATORESAPER FARE

Essere PADRONI di:CONOSCENZE

ABILITA’della disciplina insegnata quindi:

COMUNICAMOTIVAOSSERVA

PROGRAMMAVALUTA

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LE COMPETENZE DEL TECNICO/EDUCATORE

SAPER ESSERE deve RIUSCIRE a :

ENTUSIASMARE, COINVOLGERE, INTERESSARE

“tirare fuori il meglio dagli allievi valorizzando le capacità di tutti ”

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COMPETENZE PEDAGOGICHE DEL TECNICO

- Le Metodologie dell’insegnamento

- La Comunicazione

- La Programmazione

- MA anche ETICA SPORTIVA (valori,comportamenti, “stile “ sportivo)

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IL TECNICOdeve:

PROGRAMMARE

attraverso OBIETTIVi

le ATTIVITA’

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A. ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA

B. DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI

C. SCELTA DELLE METODOLOGIE (generali e specifiche)

D. SCELTA DEI CONTENUTI

E. VERIFICA E REGOLAZIONE

LA PROGRAMMAZIONE

PROGRAMMARE SIGNIFICA FARE:

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PIANIFICAZIONE allenamento

OBIETTIVI• QUANDO?

METODI

• QUESTE “CARATTERISTICHE”

COSTRUZIONEORGANIZZAZIONE

• VENGONO PRESTABILITE

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SAPER PROGRAMMARE

• Perché e che cosa?con quali

• Obiettivi?CHE FARE?

• Valutazione iniziale• Scelta degli obiettivi• Scelta delle strategie • Conduzione pratica della seduta di allenamento :

con quale metodo( induttivo o deduttivo? )• Che cosa E COME si valuta?

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" Analizzare ,Programmare, Fare “METODO più semplice da seguire per un allenatore che vuole

essere efficace.

Analizzare : analisi dei programmi di formazione e dellaTUA ABILITA’ DI ALLENARE

Programmare : sviluppare programmi di formazione a breve (giornaliero, settimanale) e a lungo (mensile,annuale) termine, per aiutare gli atleti a raggiungere i loro obiettivi

Fare :ABILITA’ DI USARE ESERCIZI per allenare le tecniche di base individuali, e di squadra

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ANALIZZARE

IL TECNICO osserva, analizza e;riconosce lo sforzo e le prestazioni eccellenti con feedback positiviripete periodicamente i punti chiave della tecnica e incoraggia gli atleti a fare altrettantoPoi, deve vedere se: c'è un divario tra la prestazione desiderata e quella effettiva

se sì, deve individuarne la causa potenziale , quindi:

(RI)Programmare : pensare velocemente come eliminare il divario(RI)Fare : fermare l'esercizio e spiegare chiaramente il problema e la sua soluzione(RI)Analizzare

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PROGRAMMAREIL TECNICO deve:

assicurarsi di avere il programma dell'allenamento “in tasca” (pensato ed organizzato precedentemente)

preparare il materiale occorrente per eseguire l'esercizio

organizzare bene lo spazio in cui sviluppare l'esercizio

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FAREQUALCHE ESEMPIO

IL TECNICO dice il nome dell'esercizio spiega l'esercizio

(lo scopo, le caratteristiche fondamentali , il risultato desiderato)

spiega i passaggi chiave della tecnica

dimostra l'esercizio (eventualmente)

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PROGRAMMARE: PERCHE’?

HA SENSO PROGRAMMARE?

Si può davvero programmare l’apprendimento tecnico?

Perche’ non risolvere i problemi giorno per giorno?

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La Programmazione è uno strumento didattico perché:

favorisce il confronto e il dialogo con il gruppo degli allievi;

stimola la precisione dell’intervento e la verifica dei risultati;

facilita la realizzazione di un lavoro controllabile;

valorizza la centralità dell’insegnante-istruttore nel processo educativo

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SAPER PROGRAMMARELa Programmazione didattico-educativa è uno

strumento per:

Organizzare situazioni mirate di

apprendimento;Descrivere con procedure scelte l’attività

condotta;Verificare tutte le strategie, le esperienze , le

occasioni di apprendimento da mettere a disposizione degli allievi affinché raggiungano

gli obiettivi selezionati.

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PIANO DIprogrammazione

ANALISI DELL'AMBIENTE

OBIETTIVI

CONTENUTI

DURATA

PROCEDURE/METODOLOGIE

CONSEGNE

RISULTATI

Come organizzarci

Di che cosa dobbiamotener conto?

Quali le parole

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ANALISI DELLA SITUAZIONE DIPARTENZA

DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI

SCELTA DELLE METODOLOGIE (generali e specifiche)

SCELTA DEI CONTENUTI

VERIFICA e VALUTAZIONE

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Analisi della situazione

Decisioni su:

• Obiettivi• Attività• Mezzi• Metodi

PRIMA

(Fase preattiva)

DURANTE

(Fase interattiva)

DOPO

(Fase valutativa)

Conduzione della seduta

Decisioni su:

• Presentazione• Assegnazione• Correzione• Feedback

Valutazione efficacia

Decisioni su:

• Forme e tempi del controllo• Analisi e uso dei risultati• Riprogettazione

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Metodologia dell’insegnamento

IL TECNICO: SCEGLIE obiettivi PENSA, ORGANIZZA soluzioni TRASMETTE informazioni SUSCITA atteggiamenti FAVORISCE l’apprendimento e l’acquisizione

delle tecniche AUMENTA la consapevolezza negli atleti

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RICORDA!!! riassuntivo

! la “dialettica “ migliore da presentare in campo in relazione all’obiettivo da curare nell’esercizio stesso;

! la spiegazione dell’esercizio o dell’utilità del fondamentale su cui si andrà a lavorare, deve essere breve e centrata su pochi importanti aspetti, perché si dedichi più tempo possibile al lavoro sul fondamentale piuttosto che a fare un clinic;

! la tipologia di correzione da utilizzare (globale o analitica); ! la rotazione da osservare durante l’esecuzione dell’esercizio, perché tutti

gli atleti svolgano allo stesso modo e per lo stesso numero di ripetizioni il lavoro sul campo;

! l’importanza di una corretta dimostrazione perché l’Istruttore sia un buon modello di riferimento tecnico per l’Atleta;

! il “saper scrivere” correttamente il calcio su di un foglio o lavagna, o LIM per poter comunicare esattamente le proprie idee agli Atleti o colleghi.

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CON QUALE METODO?METODO

?????

MEZZO o STRUMENTO didattico attraverso il qualel’educatore organizza e conduce situazioni diapprendimento-insegnamento, con l’intento diapportare modifiche e/o cambiamenti significativinelle condotte e nei comportamenti dei propriatleti

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CON QUALE METODO?

Metodo GLOBALEQuando le difficoltà coordinative non sono

articolate

In generale il metodo globale e’preferibile quando il compito presenta caratteristiche di alta

organizzazione e bassa complessita’. (Hylor e Briggs 1963)

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CON QUALE METODO?Metodo ANALITICO

Scomposizione del gesto in più frammenti o parti. Qualora questo nonfosse possibile rallentare il ritmo esecutivo;

Stimolare nel soggetto un’ attività autonoma che permette di scoprireproprie soluzioni motorie;

Avere costantemente presente che ogni metodo usato perl'insegnamento della tecnica sia finalizzato ad un preciso scopo;

Organizzare durante la seduta di allenamento per la tecnica, pause di riflessione e di interrogazione sulle sensazioni percepite dal soggetto in merito al compito svolto.

In generale il metodo analitico e’preferibile quando il compito presenta caratteristihe di bassa organizzazione e alta complessita’.

(Hylor e Briggs 1963)

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++++++++ a livello :GLOBALE ANALITICO

- MOTORIO

- COGNITIVO

- MOTIVAZIONALE

* CAPACITA’ DI

COMPRENSIONE ANALITICA , NEI DETTAGLI

*NELLACORREZIONE

DEGLI ERRORI

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?Quale il migliore?La chiarezza dell'obiettivo e dei metodi,

permette l’integrazione di entrambi: si parte da situazioni concrete (di gioco)

metodo globale per capire e comprendere il tutto, poi, per “pulire, affinare ” l'esecuzione si passa sull'analitico, poi si torna al globale e così via …

Globale ed analitico sono cooperativi non dicotomici.

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MODALITA’ DIDATTICHE COOPERATIVE

VALUTAZIONE INDIVIDUALE E DI GRUPPO

INTERAZIONE COSTRUTTIVA SVILUPPO ABILITA’ SOCIALI

INTERDIPENDENZA POSITIVA RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE E DI GRUPPO

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APPRENDIMENTO COOPERATIVO Cooperare significa raggiungere obiettivi comuni

È un metodo didattico che utilizza piccoli gruppi

Per insegnare contenuti e abilità diverse

Eterogenei, a lungo termine, con membri stabili

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ED ANCORA

sulla base dell’orientamento pedagogico, può essere

- INDUTTIVO …(orientato al processo centrato sugli allievi) necessita di un ALLIEVO ATTIVO ed ha come obiettivo la COMPETENZA MOTORIA (sport infantile e giovanile)

- DEDUTTIVO

(consegna dell’insegnante – orientato al prodotto finale – centrato sul docente )

necessita di un ALLIEVO RICETTIVO ed ha come obiettivo ilFONDAMENTALE TECNICO O TATTICO.

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LE SEDUTE DI ALLENAMENTO PROPORRE ATTIVITA’ SEMPLICI E COMPLESSE

SPIEGARLE

VARIE

MOTIVANTI

DIVERTENTI

SOCIALIZZANTI

COSTRUIRE L’ALLENAMENTO SULL’ATLETA E NON VICEVERSA

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LE SEDUTE DI ALLENAMENTO

INCREMENTO SETTIMANALE

per incidere in maniera progressiva sulla densità dell’allenamento

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FONDAMENTALI METODOLOGICI

1: assiduità nelle presenze2: progressività nella quantità ’ 3:tempi di apprendimento personalizzati 4 : disponibilità al lavoro ed alle nuove proposte

ASSIDUITA’ PRESENZE

PROGRESSIVITA’ NELLA QUANTITA’

TEMPI DIAPPRENDIMENTO PERSONALIZZATI

DISPONIBILITA’ AL LAVORO E ALLE

NUOVE PROPOSTE

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-ABBANDONO

-noia- allenamentiripetitivi-relazioni nonsignificative- genitoritroppo invasivi

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ANSIA E ABBANDONOIL TECNICO DEVE PENSARE AD UNA CORRETTA PREPARAZIONE PSICOLOGICA

PREDISPORRE PROGRAMMI DIAVVICINAMENTO ALLE MANIFESTAZIONI SPORTIVE

PORRE ATTENZIONE ALLE ECCESSIVE RICHIESTE DIPRESTAZIONE

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IN / ABBANDONO / OUT

BUON LAVORO SU SCHEMI MOTORI DI BASE

CONSIDERARE LE FASI AUXOLOGICHE, FISICHE , FISIOLOFICHE

STUDIO E PREPARAZIONE

CREATIVITA’

PROFESSIONALITA’

AUTOREVOLEZZA

EMPATIA

SUPERTECNICISMO

SPECIALIZZAZIONE ANTICIPATA

SUPERFICIALITA’

RIPETITIVITA’

IMPROVVISAZIONE

QUALUNQUISMO

AUTORITARISMO

CHIUSURA RELAZIONALE

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ABBANDONOCOSA DICONO I RAGAZZI

“C’E’ TROPPA COMPETIZIONE IN SQUADRA”

“NON RIESCO A ORGANIZZARE GIOCO E STUDIO”

“MI STUFO DURANTE ALLENAMENTI”

“IL MISTER NON MI STIMA”“I MIEI GENITORI DICONO

CHE……”

“SE VENGO IN GITA E SALTO ALLENAMENTO IL MISTER NON

MI FA GIOCARE DOMENICA”…

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CHE COSA PENSANO I TECNICI ??? Come scelgo il modello tecnico/tattico? QUALI ESERCIZI SCEGLIERE PER MIGLIORARE LA

DIDATTICA? QUALI OBIETTIVI INIZIALI,INTERMEDI MI PONGO? CHE COSA OSSERVARE? COME FARMI COMPRENDERE AL MEGLIO? COME “ARRIVARE” A TUTTI? CON QUALE LINGUAGGIO? COME MOTIVARE GLI SVOGLIATI? …

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SE IL NOSTRO ATLETA AVRA’ ACQUISITO UNA:

BUONA CAPACITA’ DI CONTROLLO

BUONA CAPACITA’ DI APPRENDIMENTO

• AVREMMO RAGGIUNTO I PRINCIPALI OBIETTIVI E LE DOMANDE POSTE PRECEDENTEMENTE

SARANNO ESAUDITE

BUONA CAPACITA’ DI ADATTAMENTO

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Saper comunicare:

REGOLEMESSAGGIEMOZIONITECNICHE

…SAPER ASCOLTARE

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COMUNICARE è competenza didattica

fondamentaleIl rapporto ATLETA – ALLENATORE

è basato sulla comunicazione , quantopiù l'insegnante saprà comunicare inmaniera efficace tanto piu’ efficacesara’ nello svolgimento della suafunzione.

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UN BUON COMUNICATORE:utilizza:

LINGUAGGIO ADATTO ALL’ETA’LINGUAGGIO CHIARO

COMPRENSIBILEDIRETTO

INCORAGGIANTEASSERTIVO

Il messaggio arriverà!!!

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REGOLE

Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e di relazione

Gli scambi di comunicazione sono sistemici e/ o complementari

La comunicazione interpersonale è :- verbale

- non verbale- paraverbale

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SAPER ASCOLTARECHIEDERSI

Che cosa mi sta comunicando il ragazzo?Quali sentimenti sta provando

Che cosa vuole DIRMI /COMUNICARMI …

Quali possono essere i “difetti nell’ascolto” …come migliorarsi

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PREGIUDIZI“ MOLTI ALLENATORI SONO CONVINTI

che il rapporto tra loro e gli atleti sia mediato esclusivamente dalla propria

” competenza disciplinare”.

Tale convinzione risulta essere il maggior limite all'efficacia dell'intero sistema dell'insegnamento.

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RICORDA che:la comunicazione

Un’ arma a doppio taglio, un possibile elemento di rottura.

La stategia del silenzio…non comunicare comunica!

I movimenti , gli sguardi comunicano Abilita’ riconosciuta decisiva e fondamentale in

ogni professione didattica

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RICORDA che:E’ impossibile non comunicare

QUINDI

E’ MEGLIO FARLO IN MANIERA ASSERTIVA

PER INCORAGGIARE

COMPORTAMENTI + ++AUTOSTIMA

SENTIMENTI

PENSIERI +++AUTOEFFICACIA

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RICORDA che:

IN ASSENZA DI RISCONTRI ( RINFORZI) POSITIVI SI MANIFESTA LA TENDENZA A

RICERCARNE DI NEGATIVI

MEGLIO UN RINFORZO NEGATIVO CHE NIENTE

(pensano in molti!!!e danno vita a rinforzi negativi di aggressività)

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CONTROLLO /VALUTAZIONE DEL PROCESSO DI ALLENAMENTO

E’ inevitabile, se si vuole riuscire ad individuaretempestivamente, attraverso il confronto tra i

dati Programmati (Sollwert) e quelli Reali (Istwert),

qualisono le deviazioni da quelli che rappresentano

l’obiettivo del periodo di tempo considerato, ed eventualmente introdurre le relative correzioni

(Bartonietz 1992)

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LA VALUTAZIONE FUNZIONALEComprende l’identificazione e ladefinizione del livelloindividuale delle componenti diuna prestazione sportiva o diuno stato di prestazionesportiva

(Rothing 1992)

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VALUTAZIONEABILITA’ INDICATORI

SAPERE___________________________

SAPER FARE

nell’ambito della programmazione didattica

individualizzata

CONOSCENZA ATTIVITA’___________________________

a)Aderenza al tema assegnatob) Focalizzazione dell’obiettivoc) Esercizi funzionali all’obiettivod) Integrazione dei contenuti

tecnici-motori-psicologicie) Collocazione delle singole

porzioni di allenamento nella proposta

f) Coerenza del piano di allenamento

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VALUTAZIONEABILITA’ INDICATORI

Saper Collaborare(Progettazione didattica di

gruppo)___________________________

Saper fare(modalità didattica in contesto)

Allenamento Partita

vedi indicatori precedenti e relativi ad apprendimento cooperativo

___________________________

a)Atteggiamento didattico:Attivo-Passivo--interattivo

b)Stile didattico:spiegazione dimostrazionec)Qualità didattica:

valutazione dello stile

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VALUTAZIONEABILITA’ INDICATORI

Saper Comunicare(Abilità relazionali)

Responsabilità nella assunzione del ruolo

• Creazione di un buon clima emotivoindividuale e di gruppo- Saper dare regole- Saper sostenere- Saper mediare tra flessibilitàe tolleranza• Consapevolezza emotivo/corporea di

sé e degli allievi• Capacità di cogliere l’integrazioneemotivo/corporea di sé e degli allievi

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VALUTAZIONE TEST

MOTORI-SPORTIVI SEMPLICI MEDICO-SPORTIVI Possono essere eseguiti sul campo da ogni allenatore, senza che sia necessario utilizzare strumentazioni particolari

Vantaggio -Standardizzazione -Riproducibilità

Svantaggio- Scarso grado di

specificità per i varisport (valutano solocomponenti parziali

della capacità diprestazione)

Possono essere realizzati solo in collaborazione con una istituzione medico-sportiva (in laboratorio)

Vantaggio - Maggiore specificità (valutano meglio e con maggiore precisione i cambiamenti)

Svantaggio- per la

standardizzazione- riproducibilità

- Possibilità diesecuzione

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VALUTAZIONEL'elaborazione pedagogica e didattica più

attuale esprime una concezione che laintende come un processo aperto econtinuo di raccolta e trattamento delleinformazioni, rivolto allo scopo di prenderele decisioni adatte a regolare e migliorarel'attività didattica e funzionaleall’apprendimento motorio.

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• Valutare continuamente fornendo informazioni verbali e visive inizialmente in modo frequente, correggendo gli errori uno alla volta

• Fornirsi di schede di valutazione inserendo da subito (test d’ingresso) e con frequenza test o verifiche che siano semplici e attendibili

• Coinvolgere l’allievo con domande generali e specifichevolte ad autovalutarsi per discuterne la prestazione personale

• Incoraggiare l’allievo a stabilire periodicamente obiettivi significativi e realistici sulla base dei test effettuati

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I 10 COMANDAMENTI DELLO SPORT1.Rispettare se stessi

2.Rispettare le regole del gioco

3.Rispettare i compagni di squadra

4.Rispettare l’Allenatore

5.Rispettare gli avversari

6. Concorrere ad un obiettivo comune

7. Formare uno spirito di squadra

8.Non accettare comportamenti scorretti

9.Non imbrogliare

10. Non fare e non farsi violenza

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CARTA DEI DIRITTI dei RAGAZZi NELLO SPORTReproduction autorisee en accord avec le Service des loisirs de la Jeunesse (D.I.P)Gènève

. …praticare sport . …divertirsi e giocare . …vivere in un ambiente salutare . …essere trattato con dignità . …essere allenati ed educati da persone competenti …ricevere un allenamento adatto all’età, ritmo e capacità individuali . …gareggiare con ragazzi dello stesso livello in una idonea

competizione . …praticare il suo sport in sicurezza …usufruire di un adeguato periodo di riposo . …diventare un campione, oppure di non esserlo

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LA CARTA DEL FAIR PLAYQualunque sia il mio ruolo nello sport, anche quello di spettatore, mi impegno a:

• Fare di ogni incontro sportivo, poco importa la posta in palio ela rilevanza dell'avvenimento, un momento speciale, una specie

di festa.• Rispettare le regole e lo spirito del gioco.• Rispettare gli avversari e farsi rispettare.

• Accettare le decisioni dell’arbitro e dei giudici, sapendo chehanno anche loro diritto all’errore.

• Evitare la cattiveria, le aggressioni nelle azioni di gioco e nelleparole.

• Non commettere scorrettezze, nè utilizzare l’inganno perottenere il successo.

• Comportarsi correttamente sia nella vittoria che nella sconfitta.• Aiutare gli altri con la propria presenza, esperienza e

comprensione.• Prestare soccorso ad un atleta ferito o, comunque, aiutarlo.

• Essere un ambasciatore della lealtà sportiva.Onorando questo impegno, sarò un vero sportivo

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La favola del re Trentatrèdi Claudio Imprudente

C’era una volta un re che si chiamava Trentatrè.Un giorno Trentatrè pensò che un re deve essere giusto con tutti.Chiamò Sberleffo, il buffone di corte: “Io voglio essere un re giusto -disse Trentatrè al suo buffone - così sarò diverso dagli altri e sarò un bravo re”.“Ottima idea maestà” - rispose Sberleffo con uno sberleffo. Contento dell’approvazione il re lo congedò.“Nel mio regno - pensò il re - tutti devono essere uguali e trattati allo stesso modo”. In quel momento Trentatrè decise di cominciare a creare l’uguaglianza nel suo palazzo reale.Prese il canarino dalla gabbia d’argento e gli diede il volo fuori dalla finestra: il canarino ringraziò e sparì felice nel cielo. Soddisfatto della decisione presa, Trentatrè afferrò il pesce rosso nella vasca di cristallo e fece altrettanto, ma il povero pesce cadde nel vuoto e morì.Il re si meravigliò molto e pensò: “Peggio per lui, forse non amava la giustizia”.

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Chiamò il buffone per discutere il fatto. Sberleffo ascoltò il racconto con molto rispetto, poi gli consigliò di cambiare tattica.Trentatrè, allora, prese le trote dalla fontana del suo giardino e le gettò nel fiume: le trote guizzarono felici.Poi prese il merlo dalla gabbia d’oro e lo tuffò nel fiume, ma questa volta fu il merlo a rimanere stecchito.“Stupido merlo - pensò Trentatrè - non amava l’uguaglianza”. E chiamò di nuovo il buffone Sberleffo per chiedergli consiglio.“Ma insomma! - gridò stizzito il re - come farò a trattare tutti allo stesso modo?”.“Maestà - disse Sberleffo - per trattare tutti allo stesso modo bisogna, prima di tutto, riconoscere che ciascuno è diverso dagli altri. La giustizia non è dare a tutti la stessa cosa, ma dare a ciascuno il suo”.

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PER L’ATTENZIONE E LA PARTECIPAZIONE