Corso bolzano aprile 2016

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Introduzione alla Progettazione europea Bolzano Aprile 2016 Claudia Lanteri

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Introduzione alla

Progettazione europea

Bolzano Aprile 2016

Claudia Lanteri

Premessa E’ risaputo che mediamente l’Italia utilizza

circa il 20% delle risorse europee disponibili.

L’enorme attenzione, che viene sovente

riservata alle grandi aziende, porta verso di

loro anche la progettualità europea. Spesso dette

aziende operano in modo delocalizzato anche

per la progettualità.

Premessa II E’ pertanto necessario focalizzare l’attenzione

sui veri nostri problemi:

la burocrazia che impedisce agli enti pubblici, alle Università e ai Centri di Ricerca di muoversi in modo celere ed efficace

la difficoltà delle PMI e delle Cooperative di essere protagoniste di detta progettualità

docenti e studenti delle Università e degli istituti superiori affrontano il tema dell’Europa in modo occasionale

Elementi di successo Non è un corso ma un laboratorio (quindi non

sapere ma saper fare)

Dimentichiamo il passato e pensiamo solo al

futuro in maniera positiva

Alla fine ognuno esce di qui con il suo

progetto in versione bozza sapendo:

tempi e risorse per la realizzazione

Successo solo se… utilizziamo tecnologie informatiche, per avviare il corso ma

soprattutto per restare collegati anche per le successive attività

concrete (www.noieleuropa.eu)

approfondire la conoscenza dei temi di nostro interesse del

testo, soprattutto per quanto riguarda le idee innovative che

maturano da:

la ricerca scientifica

i beni culturali

la comunicazione

progettualità europea

costituzione di reti di impresa o di cooperative in grado di sviluppare

le idee così maturate

Successo solo se… diffondiamo la conoscenza della progettualità

europea, cercando di identificare i punti sui quali fissare

l’attenzione

verifichiamo con i responsabili di Enti Pubblici

l’interesse a sviluppare a livello locale una “Fondazione

di Partecipazione”

costituire gruppi di lavoro che potranno poi

continuare nel tempo

Siamo diversi?

Contatti personali con ricercatori e

aziende innovative durante questo corso

portatori di «regali» alla città, provincia,

ente

contatti con altre regioni

contatti con altri paesi

Nota di servizio sapere chi non può essere presente sempre

avere con se un pc o un tablet

,,,, con eccezioni per urgenze»

Alla fine di questo laboratorio …

Paesi che entreranno ??

Situazione economica

Differenza di obiettivi Con la riforma dei fondi strutturali, gli obiettivi prioritari dell'azione europea

sono stati ridotti a tre :

obiettivo 1

promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle

regioni che presentano ritardi nello sviluppo

obiettivo 2

favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà

strutturali

obiettivo 3

favorire l'adeguamento e l'ammodernamento delle

politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione

Regioni in obiettivo 1 L'Unione europea, attraverso i fondi strutturali,

promuove lo sviluppo armonioso, equilibrato e

duraturo delle attività economiche, lo sviluppo

dell'occupazione e delle risorse umane, la tutela

e il miglioramento dell'ambiente, l'eliminazione

delle ineguaglianze e la promozione della

parità tra uomini e donne.

Il principio generale della coesione economica

e sociale è contenuto nel Trattato di

Amsterdam (pdf, 352 kb - articolo 158) e

nell'articolo 1 del Regolamento generale sui

fondi strutturali (regolamento CE n. 1260 del

1999 - pdf, 224 kb).

Gli interventi della politica di coesione

economica e sociale sono programmati su base

pluriennale rispetto a tutte le regioni degli Stati

membri, con una focalizzazione su quelle meno

avanzate, per favorirne l'adeguamento

strutturale.

Con la riforma dei fondi strutturali,

gli obiettivi prioritari dell'azione europea sono

stati ridotti a tre (dai sei del periodo di

programmazione 1994-1999):

obiettivo 1

promuovere lo sviluppo e l'adeguamento

strutturale delle

regioni che presentano ritardi nello sviluppo

obiettivo 2

favorire la riconversione economica e sociale

delle zone con difficoltà strutturali

obiettivo 3

favorire l'adeguamento e l'ammodernamento

delle

politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e

occupazione

Periodi Gli interventi della politica di coesione

economica e sociale sono programmati su base

pluriennale rispetto a tutte le regioni degli Stati

membri, con una focalizzazione su quelle meno

avanzate, per favorirne l'adeguamento

strutturale.

2007 2013

2014 2020 (2016-20)

Importi

FC FESR

FSE

Agric. Pesca

Settori L'UE fornisce finanziamenti per un'ampia

gamma di progetti e programmi nei settori più

diversi:

sviluppo urbano e regionale occupazione e inclusione sociale agricoltura e sviluppo rurale politiche marittime e della pesca ricerca e innovazione aiuti umanitari.

Chi li gestisce? I Fondi sono gestiti seguendo norme rigorose per assicurare che il loro

utilizzo sia sottoposto a uno stretto controllo e che siano spesi in modo

trasparente e responsabile. In ultima istanza, la responsabilità politica per il

corretto utilizzo dei finanziamenti dell'UE ricade sul collegio dei 28

commissari europei. Tuttavia, poiché la maggior parte dei finanziamenti è

gestita nei paesi beneficiari, spetta ai governi nazionali effettuare

controlli e audit annuali.

Oltre il 76% del bilancio dell'UE è gestito in collaborazione con le

amministrazioni nazionali e regionali con un sistema di "gestione

concorrente", essenzialmente mediante cinque grandi fondi - i Fondi

strutturali e d'investimento che complessivamente, contribuiscono a mettere

in atto la strategia Europa 2020.

Come di dividono? Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) –

sviluppo regionale e urbano

Fondo sociale europeo (FSE) – inclusione sociale e

buon governo

Fondo di coesione (FC) – convergenza economica

delle regioni meno sviluppate

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo

rurale (FEASR)

Fondo europeo per gli affari marittimi e la

pesca (FEAMP).

Fondi residuali Altri fondi sono gestiti direttamente dall’Unione europea. I

finanziamenti sono erogati sotto forma di:

sovvenzioni destinate a progetti specifici collegati alle politiche dell'UE, di solito a seguito di un "invito a presentare proposte" Una parte dei finanziamenti proviene dall'UE, un'altra da fonti diverse. appalti conclusi dalle istituzioni europee per acquistare servizi, beni o opere necessari per le loro attività, per es. studi, corsi di formazione, organizzazione di conferenze o attrezzature informatiche. Gli appalti sono aggiudicati mediante bandi di gara.

I vincitori degli appalti e i beneficiari di sovvenzioni o di aiuti

allo sviluppo stanziati per i paesi extra UE sono pubblicati

online.

I beneficiari Piccole imprese

Possono ottenere finanziamenti mediante sovvenzioni, prestiti e garanzie. Le sovvenzioni forniscono un sostegno diretto, mentre gli altri finanziamenti sono disponibili attraverso programmi gestiti a livello nazionale.

Organizzazioni non governative e della

società civile possono ottenere finanziamenti, a

condizione che operino nei settori di attività dell'UE

senza fini di lucro.

Beneficiari (II) Giovani hanno due tipi principali di

finanziamenti:

Istruzione e formazione - opportunità di studio con il programma Erasmus+, assistenza per gli allievi dell'ultimo anno delle superiori e formazione professionale in un altro paese

Gioventù - cofinanziamento di progetti per incoraggiare la partecipazione dei cittadini, il volontariato e un clima più multiculturale.

Beneficiari (III) Ricercatori

Fra il 2014 e il 2020 l'UE fornirà finanziamenti

per quasi 80 miliardi di euro a favore della

ricerca, principalmente attraverso il programma

faro di ricerca Horizon 2020 Generalmente i

fondi sono erogati sotto forma di sovvenzioni

per cofinanziare molti tipi diversi di progetti di

ricerca

Agricoltori e imprese rurali Quasi tutti gli agricoltori dell’UE hanno diritto a pagamenti diretti

di sostegno al reddito. Circa un terzo di questi finanziamenti sono erogati in cambio di pratiche agricole ecologiche (conservazione dei prati permanenti, diversificazione delle colture, ecc.).

Gli agricoltori ricevono inoltre denaro in base alla superficie di terreno

detenuto, anche in questo caso in contropartita per l’impiego di metodi

agricoli rispettosi dell’ambiente che preservano la biodiversità, la qualità

dell’acqua e del suolo e limitano le emissioni.

Il sostegno finanziario dell’UE aiuta altresì a formare gli agricoltori in nuove

tecniche e ad ammodernare o riorganizzare le loro aziende e, più in generale, è

utilizzato per migliorare il tenore di vita nelle aree rurali creando posti di

lavoro e fornendo servizi di base.

Inoltre, nell'ambito dello sviluppo rurale i giovani agricoltori possono

beneficiare di sostegno specifico per avviare un'impresa e di un sostegno

più elevato per gli investimenti effettuati nelle loro imprese.

(http://ec.europa.eu/agriculture/rural-development-2014-2020/country-

files/it_en.htm)

Programmazione 2007-2013 «Progetti retrospettivi”. E’ questo il “trucco” con cui il governo Renzi conta

di riuscire a spendere entro fine anno i 12,3 miliardi di fondi europei, di

cui 9 per il Sud, che altrimenti Bruxelles ci revocherà. In pratica Roma li

rendiconterà come se li avesse utilizzati per opere in realtà già in costruzione e

finanziate con soldi dello Stato o delle Regioni»

Da gennaio a maggio, quando è stato fatto l’ultimo monitoraggio ufficiale,

sono stati spesi per progetti nelle aree svantaggiate solo 1,3 miliardi sui 13,6

rimasti dalla programmazione 2007-2013.

Che ammontava a 46,6 miliardi totali. Più del 50% della dotazione

del Fondo europeo di sviluppo regionale per la Sicilia e la Calabria, per

esempio, è inutilizzata. E adesso bisogna correre.

I fondi non utilizzati vengono distribuiti da Bruxelles alle regioni europee

virtuose

Dotazioni e budget speso Secondo i dati Openpolis, la 'spesa lumaca' che

ha caratterizzato il periodo 2007-2013 (peraltro

già prorogato di 2 anni) fa sì che il nostro

Paese oggi si piazzi ancora al 22esimo posto -

tra i 28 Stati membri del vecchio continente -

per capacità di assorbimento dei fondi

strutturali: il 59,9 per cento dell'importo totale

che era pari a 27,9 miliardi, vale a dire 10 punti

percentuali sotto la media europea.

Perché non vengono utilizzati? Tratto da «Senza coraggio e senza progetti di EUGENIO OCCORSIO

Perché vengano utilizzati occorre che l'imprenditore

affianchi al contributo che riceve dal fondo (veicolato

attraverso la regione) due cose:

un progetto adeguato con un business plan convincente e

soprattutto aderente agli standard dell'Europa (che ha diritto di

pretenderne l'osservanza essendo lei che ci mette i soldi)

inoltre una partecipazione di capitale proprio che sia

esattamente nella stessa misura del fondo utilizzato.

Su tutti e due i fronti la classe imprenditoriale italiana naufraga

miseramente

Microinterventi (150 mila euro) vs risultati strutturali

Polverizzazione comuni vs concentrazione

programmatica

Scarso potenziamento dei privati (80% piccoli

finanziamenti)

Frammentazione (IFEL, Banca d’Italia, Corte dei Conti 2012)

La programmazione 2014-2020 Nonostante gli enormi sprechi, l'eccessiva frammentazione dei

progetti e in taluni casi l'evidente incapacità amministrativa,

l'intesa 2014-2020 sui fondi strutturali (Fesr e Fse assieme)

concede all'Italia quasi 5 miliardi in più rispetto al passato per

una cifra complessiva pari a 32,8 miliardi di euro.

Il dato sale e arriva a quota 42 miliardi se ai due fondi principali

si sommano anche il Feasr (agricoltura) e il Feamp (pesca).

In questo modo l'Italia diventa il secondo Stato membro della

Ue per dotazione di bilancio: al primo gradino si trova la

Polonia, un Paese che sull'utilizzo dei fondi in questi anni ha

fatto scuola e che, quanto ad assorbimento, ha superato il 75

per cento.

75% per le Regioni Convergenza

50% per le Regioni Competitività

Massimale di cofinanziamento UE

43,6 mld €, pari al 73,4% delle risorse

Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e

Sicilia

10 Programmi Operativi Regionali

(POR): 2 per ciascuna Regione, l’uno

cofinanziato dal FESR, l’altro dal FSE

(vedi POR CALABRIA )

Obiettivo Convergenza/ 1

7 Programmi Programmi Operativi Nazionali (PON): - “Assistenza - “Assistenza tecnica” - “Ricerca e competitività” - “Sicurezza” - “Reti e mobilità” - 2 Programmi per l’istruzione, 2 Programmi Operativi Interregionali (POIN) • “Attrattori culturali e turismo”, • “Energie rinnovabili”

Obiettivo Convergenza/ 2

15,8 mld €, pari al 26,6% delle risorse Regioni al di fuori dell’Obiettivo Convergenza

32 Programmi Operativi Regionali (POR), 16 finanziati dal FESR e 16dal FSE

1 Programma Operativo Nazionale (PON) “Azioni di sistema” (finanziato dal FSE)

Obiettivo Competitività regionale e Occupazione

Suddivisione la suddivisione dei quattro fondi (Fesr, Fse,

Feasr e Feamp) per obiettivo fino al 2020

evidenzia che il

18,77% del totale è destinato alle Pmi, per una cifra pari a 7,8 miliardi

all'ambiente va il 10,58% (4,4 miliardi) all'occupazione il 10,3% (4,3 miliardi) all'istruzione il 9,97% (4,2 miliardi) alla 'pubblica amministrazione efficiente' col

2,39 per cento (poco più di un miliardo).

Dettagli

Fondi procapite (FSE + FESR) 2014-2020