Corso Accelerato Di Creativita - Alejandro Jodorowsky

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la creatività

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AlejandroJodorowskyCorsoaccelerato dicreatività

Introduzione

Quando parlo di creatività miriferisco a un cambiamentototale che si verifica dentro dinoi. Se non ho mai volutoriflettere a voce alta su questotema, è perché quello cheascolterete è molto strano.Senza creatività il mondofunziona assai male. Sono sicuroche la maggior parte delle

malattie deriva dalla mancanzadi creatività e che i problemisociali presenti nel mondo sonodovuti a tale carenza. Lacreatività mal compresaprovoca la guerra e i crimini.

Per operare con la creativitàbisogna essere critici neiconfronti di noi stessi e di tuttociò che rappresentiamo. Quandoosservo qualcuno, posso vederein che stato si trova il suo fisico.Posso anche vedere le suetensioni mentali, il modo in cui ilsuo spirito è ripiegato su sestesso. In altri, percepisco idubbi che nutrono sulla propria

persona oppure constato comel’educazione ricevutacostituisca una pesante crosta,poiché è stata basata sullarazionalità. Altri ancora sonosempre legati alle cose delpassato. Quando osservo, non lofaccio con uno sguardo critico,ma con uno sguardo creativo.Se leggo i tarocchi a qualcuno,vedo la persona nel suocomplesso, perché prescindo daimiei limiti. Questo è solo unesempio di creatività. Lacreatività è così strana che sipuò arrivare a essere Cristo,Buddha, la Vergine o Atena. La

creatività è in rapporto con lareligione e anche con i miti. Ame ha salvato la vita. Perquesto, introdurrò questo corsoraccontando eventi del miopassato.

Sono nato in un quartiereoperaio, mio padre aveva unnegozio ed era commerciante,come racconto in un libro che sichiama La danza della realtà.Sono arrivato in un mondomolto limitato e ho pensato chela creatività fosse l’unicostrumento di cui disponessi.Quel che è certo è che mipiaceva studiare, ero un bravo

studente, ma mi annoiavo unpo’. Siccome i miei zii, chedetestavo, erano docentiuniversitari, ho lasciatol’università. Allora mi sonodetto: “L’unico strumento chepuò salvarmi la vita èl’immaginazione”.

Ma come si sviluppal’immaginazione? Nel mio casonon è stato difficile. Avevoimparato a leggere a cinqueanni e passavo la maggior partedel tempo tra i libri: racconti difate, storie di tutti i tipi... Hosviluppato l’immaginazioneattraverso la lettura.

L’immaginario formatoattraverso i libri è sempre unimmaginario intellettuale,perché passa attraverso leparole. Ma l’immaginazione èmolto più di questo. Lacreatività va al di là delleparole.

Uno dei grandi problemi dellacreatività è la morale. Persviluppare l’immaginazione, ènecessario essere amorali. Lamorale incatena l’immaginario.Bisogna essere coraggiosi eprescindere da questostrumento.

Storia dell’immaginario

Dal punto di vista storico,l’essere umano ha cominciato avivere rinchiuso in ciò che era,in se stesso. Poi si è reso contoche poteva lasciar entraredentro di sé elementi che non sitrovavano in lui, bensì al di fuoridel suo corpo. Ci hanno spintonella natura, ed ecco che lanatura siamo noi! All’inizio,tuttavia, il mondo ci risultavaestraneo.

Per esempio, supponiamo cheio sia un selvaggio: so che ilmondo non sono io, ma mi rendoconto dell’esistenza di alberi,

vegetazione, fiori, muschio...Per mezzo della stregoneria, ungiorno assimilo l’albero alla miapersona. Creo un totemvegetale. Sono legato all’albero,al totem. Quando si pianta unalbero, quell’albero sono io;quando se ne taglia il tronco, iomuoio. Quando muoio, midepositano in bocca alcuni semi,dai quali cresce un altro alberomeraviglioso. Dal mio cadaverespunta un albero, dunque sonoun seme. Assimilando gli alberi,comincio a lavorare la terra,perché mi identifico con lepiante. Alla base della mia

immaginazione sta il mondovegetale, cosa che si ètrasmessa fino ai nostri giorni,dal momento che i fitoterapistiutilizzano le piante per curare.Occorre entrare nello spiritodelle piante, ma al contrario,aprendo una porta affinché lospirito delle piante penetri inme. Finché lo spirito dellepiante non sarà penetrato inme, non sarò creativo.

Dove finisce lo spirito dellepiante si trova l’Om ManiPadme Hum, o il diamante nelloto. Qui è concentrata l’interareligione tibetana. Dalla palude

esce un loto, nel quale cresceBuddha. Tutta la religioneegizia o buddhista si basasull’assimilazione di una pianta.Perché questa si dischiude alsole, diffonde il suo profumo,diventa dio. Io sono una piantache cresce nel fango, che crescedal mio inconscio; cresco dallacoscienza, dalla conoscenza, eda me esce l’Essere di Luce.Tutto ciò ha un’origine remota.La pianta che ho assimilato inme ha aperto le mie porte. Unkoan1 zen recita: “Porta apertaal nord, porta aperta al sud,porta aperta all’est, porta

aperta all’ovest”. È la rispostaalla domanda: “Che cos’è ilBuddha?”. Non si capisce checosa voglia dire, ma almeno sicomprende che qualcosa siapre. La persona che non èiniziata alla creatività si applicanella ricerca, ma aprirsi le costamolto. Per essere creativi,bisogna sciogliersi. E così sientra nello zen, perché il mottoessenziale dello zen è mollaregli ormeggi, liberarsi.

Mentre l’umanità continuasulla via del progresso, l’uomolascia entrare dentro di sél’animale. Assimila l’animale: gli

insetti, le rane, le tigri, i leoni, ileopardi, i ragni... ossia il totemanimale. Dal totem animalenasceranno tutti gli dei: Apollo,per esempio, è una rana. Inmolte culture spiccanomaschere animali, di leopardi inMessico, di coccodrilli in Africa,e anche lo zodiaco ha persimboli figure di animali; ancoroggi resiste l’assimilazione deltotem animale nella nostra vitaquotidiana, dato che usiamoespressioni come “essere unfalco” o “comportarsi dapredatore”. Abbiamo assimilatoin noi l’animale.

Questo è il modo in cuiall’inizio l’uomo ha prodotto lasua creatività. Di ogni cosa cheassimila fa un dio. Ognidimensione che vieneassimilata, fa crescere il nostroessere. Dopo aver assimilatol’animale, l’uomo è diventatocacciatore; può allevaremucche, agnelli... Assimila unatigre, può cacciare una tigre;assimila un elefante, puòdomare un elefante. Da ciòdiscende il dio indiano Ganeshcon la sua testa di elefante. Perla cultura indiana il ragno èMaya, la dea che tesse

l’universo; e questo universo èun sogno, un sogno tessuto aforma di ragnatela. Nei tarocchiosserviamo che l’arcano VIII è laGiustizia e la Giustizia discendedal ragno. Tutti i numeri ottoderivano dal ragno: le ottozampe, il simbolo dell’infinito ealtri riferimenti.

Ma dobbiamo spingerci oltre.L’uomo osserva i movimentidella luna, i movimenti del sole;guardando le stelle assimila iritmi del cosmo. Da qui nasconola legge, la regalità; l’interaorganizzazione della societànasce dall’assimilazione del

ritmo cosmico. Per esempio,c’era un re che nelle notti diluna piena faceva regali al suopopolo e quando la lunascompariva veniva deposto.Seguivano la condotta dellaluna. Pensiamo per cicli.L’assimilazione degli astrinell’organizzazione socialepersiste ancora. Siamogovernati da un presidente, chesimboleggia il sole, e dallamoglie del presidente, chesimboleggia la luna. Il papa è unsimbolo solare; la papessa è unsimbolo lunare. L’assimilazionedei ritmi cosmici è importante

per noi. L’illuminazione avvienein riferimento a tali cicli. Sidice: “Mi illuminerò, mitrasformerò in sole”. Ebrilliamo come il sole. Il chesignifica che il nostro finesupremo è trasformarci in sole(Amon-Ra), perché la lunariflette la luce del sole. Vale adire che l’io deve essere comela luna, altrettanto umile, perriflettere nella sua totalità laluce del sole. Quando al sole èstato assegnato un significatomaschile, la nostra società hacominciato a degenerare. InGermania si trovano resti di

un’antica civiltà nella quale laluna era maschile e il solefemminile. Sono resti di unasocietà matriarcale, nella qualetrasformarsi in sole significavatrasformarsi in donna. Oggisignificherebbe trasformarsi inuomo, inconsciamente parlando.Tutto questo non significa chedobbiamo intendere il sole comeuna rappresentazione papale odi altro tipo. In fondo il sole èuna specie di androginoessenziale.

Nel secolo dei Lumi, l’uomodecide di essere intellettuale,puramente intellettuale. E la

meccanica comincia a produrreapparecchiature: motori a gas,meccanismi o macchine chefunzionano con energiamanuale, come gli orologi.L’uomo assimila le macchine.Imita il comportamento dellemacchine! È arrivato il pensierorazionale. Anche oggi ci sonotracce del razionalismo delsecolo dei Lumi. Quando vado alcinema con un francese, dice:“Ma questo non è logico, non èpossibile”. Se andiamo a vedereil film di Kubrick Shining,quando il protagonista vienerinchiuso nella dispensa e

all’improvviso esce con un’ascia,diciamo: “Non è possibile, non èlogico, chi gli ha aperto laporta?”. Siccome non ci sembrapossibile, non è accettabile.Tutto ciò che non è logico non ciserve! Questo esempio mostral’introduzione della macchinanel nostro immaginario, perchéle macchine sono logiche inmaniera assoluta e totale.Hanno uno scopo molto chiaro,quindi l’uomo deve avere unafinalità altrettanto chiara. Ilbuddhismo, al contrario, cercal’illuminazione senza scopo.Siamo influenzati dal

razionalismo. Essere razionali èbene, ma essere soltantorazionali è una lebbra, unapeste, una malattia. Quando lasessualità ha imboccato lastrada della razionalitàattraverso la religione, peresempio, è avvenuta unacatastrofe. Si è creata unamorale razionale che si è estesaa tutta la società, e che èprofondamente distruttiva.Nell’introdurre la razionalitànel sesso si crea un problema,che ci ha portato, in seguito,proprio a spezzare larazionalità.

Per reazione a questamalattia sono comparsi Freud ei surrealisti. Il surrealismo èstato molto importante perchéabbiamo cominciato aidentificarci con i sogni,abbiamo recuperato il regno deisogni, in quanto parte di noi.Nell’antichità, in Grecia, ilsogno apparteneva agli dei enon agli esseri umani. Però,nell’assimilare il sogno, io sonoquello che sogno.

Facciamo un altro passoavanti. Ora, nel XXI secolo,abbiamo i computer, il chepresuppone un cambiamento

totale della nostra mentalità,perché in dieci anni abbiamofatto nostri tutti i sistemidell’informatica. Adesso unacasa si può osservare da tutti ilati. Con il tuo immaginario,puoi entrare dalla finestra,visitare un appartamento euscire. Possiamo osservare unapersona con la mente,percorrere le sue vene e tutto ilsuo corpo per arrivare al luogoprescelto. Intendo dire checominciamo ad avere unatteggiamento da computer.Questa è la mutazione chestiamo subendo in questo

momento. Elaboriamo dati inmodo diverso. Che cosa verràdopo? Bene, ho fatto un brevepercorso storicodell’immaginario.

Quello che voglio spiegare èche, se guardo le mie scarpe,che sono di un’epoca razionale,vedo il vegetale, scarpe comeradici. Vedo l’animale, scarpecome cuoio, la materia di cuisono fatte. E posso anchecongetturare dove mi portano lescarpe come oggetto, e questo èrazionale. Surrealista: vedo chetutta la mia infanzia sta quidentro! E nell’epoca attuale, le

scarpe possono essere rosse,possono essere verdi, gialle;possiamo cambiare il lorocolore, possiamo cambiarne laforma; ci sono dieci milioni discarpe che posso mettermisubito ai piedi. Sono libero diuscire dalla mia prigionementale.

Dalla nostra cella

Comincio questa parte delcorso con la parola “prigione”.Spero che questo costituiscaper voi uno strumento, unachiave di lettura. Per me questa

riflessione è stata moltoimportante. È la realtà nellaquale vivo. Ecco la storia: sononato in un corpo limitato, misento impotente. Tutti noidisponiamo di quattro elementi:l’intellettuale, l’emotivo, ilsessuale e il fisico. Viviamonelle idee, nelle emozioni, neidesideri e nei bisogni. Questiquattro elementi sonorappresentati nei mandalatibetani, indiani, induisti, nellacarta dei tarocchi checorrisponde al Mondo ecc. Èuna divisione in quattro parti,con il quinto elemento al centro.

Questo è il vero percorsoattraverso tutta la storiadell’arte dell’umanità. In ognunadi queste quattro parti abbiamo,come guardiani, i draghi. Ognitorre è protetta con fermezza.Pensiamo all’immagine dei leonia guardia della porta di untempio, o i doccioni di Notre-Dame. Al nostro internoabbiamo guardiani eccellenti,che controllano che restiamonei limiti. Il mio intelletto èchiuso a chiave, tenuto alsicuro; le mie emozioni sonocome chiuse in cassaforte; lamia sessualità e i miei bisogni

sorvegliati. Tutto èsalvaguardato, e sono proprioquesti carcerieri creati da noiche ci impediscono di esserecreativi. Per questo ciò che stodicendo è un po’ rivoluzionario,perché per essere creativibisogna sconfiggere i guardianie abbattere la porta, anche senon li vediamo o nemmeno liindividuiamo. Sono come lastrega cattiva delle favole, chebisogna sconfiggere; sonol’orco, la paura... Sono i nostricustodi. Siamo stati formatidalla storia dell’umanità, dalmodo in cui il pianeta si è

sviluppato, dalla società, dalpaese, dalla famiglia. Tuttoquesto vive in noi. I nostricarcerieri sono preistorici. Apoco a poco sono diventati forti,si sono arroccati. Noi dobbiamoattaccare questi guardiani,liberarci di loro; il problema èche, quando li attacchiamo, cisentiamo minacciati, privi diprotezione, e si affaccia lapaura.

L’ultimo limite che bisognavincere per essere creativi èquello degli escrementi. Siamoun corpo che espelle materia indecomposizione. L’orina, la

saliva, lo sperma, il mestruo...Stiamo parlando soltanto delcorpo. Una persona che haguardiani radicati nelle proprieescrezioni non può esserecreativa. Nella medicinaayurvedica c’è una scuola cheutilizza l’orina a fini medici. InMessico ho trovato un guaritoreche curava con tutta una seriedi escrementi di animali, esecondo lui ogni escrementoaveva una capacitàfarmacologica differente.

Nella creatività psicomagica,a volte, quando le persone sonobloccate, consiglio loro di

dipingere un quadro con i propriescrementi. Il blocco, di solito,ha origine nell’infanzia, nel casodi famiglie molto esigentiriguardo alla pulizia e cheproibivano ai bambini disporcarsi o di mangiare con lemani. Proibivano loro di essereliberi.

Siate creativi

Chi vuole essere creativodeve tentare di fare questoesercizio: bisogna collocarsi suuna superficie assorbente, bereun litro o due di acqua, e poi

bisogna tentare di orinarefacendo un disegno e fare inmodo che il liquido lasci unatraccia. In ogni modo, dobbiamotenere conto che, per esserecreativi, dentro di noi deveesistere il bambino sporco.Nella escrezione non ci possonoessere limiti. Sono stato moltoamico della pittrice surrealistaLeonora Carrington, che erastata compagna di Max Ernst.L’ho conosciuta in Messico. Miha raccontato di essere stataanche l’amante di Buñuel, ilquale, però, all’improvvisol’aveva abbandonata. Allora lei,

il giorno in cui ha avuto lemestruazioni, ha messo le maninel sangue e le ha impresse sututti i muri dell’appartamento.La sua è stata una reazionecreativa, un atto di psicomagianel quale le mestruazioni sonostate usate come un elemento ditrasformazione. Ho realizzatomolti atti di psicomagia comequesto. Nella magia amorosa ilsangue mestruale è molto usato.Le escrezioni, in generale, sonousate per tutti i tipi diincantesimi. Spesso la magiafunziona sulla base diescrezioni: la bava del rospo,

del serpente, dei ragni... Tuttociò che ci appare personale,come le escrezioni, vieneutilizzato creativamente. Se sivuole avere una funzionegeneratrice, non bisogna averealcun limite sessuale, come ècapitato con il primo grandepioniere in questo campo, ilmarchese de Sade. È questo ilmotivo per cui il surrealismo loha adottato: perché haimmaginato rapporti sessuali ditutti i tipi. Dalla lettura di Le120 giornate di Sodomaemerge che Sade era unoscienziato che faceva ricerche

su tutte le possibilità del sessosenza limiti, che può andaredall’antropofagia al delittosadico, all’incesto: può arrivarea tutto. Per poter risvegliare lacreatività, è necessario avereun’immaginazione sessualelibera da ogni morale, libera daogni immagine religiosa. Ènecessario liberarsi. Un artistaha bisogno di immaginare le piùgrandi aberrazioni. Abbiamobisogno di sviluppare nellanostra mente tutte lepossibilità.

Quando qualcuno haimmaginazione, ma è privo di

equilibrio, può assassinaremilioni di ebrei, come èaccaduto a Hitler, o faresplodere la bomba atomica. Inentrambi i casi, si è sviluppato illato oscuro che vive dentro dinoi.

Uno dei più potenti guardianiche ci controllano è il Super-ioche, modellato dai nostrigenitori, ci dice incontinuazione: “Questo si fa,questo non si fa, questo èproibito”. Bisogna assimilare,dominare, annientare il Super-io.

Una persona creativa non ha

neppure limiti emotivi. Il chesignifica che dobbiamo esserecoscienti che un individuo puòuccidere, tradire, essere goloso,vanitoso, avaro, collerico...Emotivamente posso e devoimmaginare tutto dentro di me.Posso essere un santo, forse unbenefattore dell’umanità, e altempo stesso posso essere untipo che avvelena l’acqua pereliminare la vita. Nel mioimmaginario emotivo devospezzare tutti i limiti,sconfiggerli.

Vediamo ora alcuni aspettiche si riferiscono alla creatività

e al mentale. La prima cosa chedevo vincere è il dominio delleparole. Se sono soffocato dalleparole, non posso esserecreativo. Questo è quello che hofatto dentro di me: hovisualizzato tutte ledegenerazioni del mondo. Nonsono un depravato, ma nelmomento in cui devo crearequalcosa, ho tutti gli elementi amia disposizione. Quando vedouna persona, come sapete,prescindo dai limiti. Per cui lapersona può dirmi quello che lesuccede: non mi sorprenderà.Una delle grandi barriere

rispetto alla creativitàterapeutica è la sorpresa. Unterapista non può sorprendersi,deve essere preparato adascoltare tutto, niente losorprenderà mai, perché haimmaginato tutto. Ora, lastravaganza meravigliosa èqualcosa di molto diverso dallasorpresa.

Dicevo che le parole sono laprima barriera - la piùimportante - della quale siamoprigionieri. E questo succedeperché, generalmente, nellanostra civiltà, si mette inrapporto la persona con tutto

ciò che dice: “Io sono quello chedico”. Questa convinzionepersiste tuttora, benché con ilsurrealismo, Freud, Lacan ealtri sia venuta meno l’idea chesiamo quello che diciamo.Eppure passiamo l’interagiornata a raccontarci cose.L’amicizia “stupida” è trovarsiper dire cose, non per farecose. Ci diciamo cose,chiocciando come un pollaio. Cieduchiamo parlando, nonfacendo cose. Per questo esisteil proverbio: “Tra il dire e il farec’è di mezzo il mare”. Passiamola vita a dire: “Mi hai detto

questo”, “Ritira subito quelloche hai detto”. È molto infantile,è l’infantilismo di un’educazioneverbale, dove soltanto le parolesignificano qualcosa. E lacreatività a questo stadio ènulla. Un mondo in cui ci sonosoltanto parole è un universoprivo di creatività. Le parolerisultano isteriche quando sonoassunte come un linguaggio, incui l’oggettività è rappresentatadalle parole stesse. Lacreatività si dà fuori delleparole. Quando il poeta lavoraessenzialmente con parole,allora queste esplodono. Sono

dissipate, spezzate.

1 Koan: nella filosofia zen, fraseparadossale o storia usata peraiutare la meditazione e risvegliarela natura più profonda di sé. [N.d.T.]

Esercizi diimmaginazione

Quanto precede ha volutoessere una piccola introduzionepiù o meno teoricasull’immaginazione. Che fare,però, con tutti questi materiali?Siamo disposti a disfarci dellevecchie idee? Questa è la basesulla quale bisogna lavorare.

La prima cosa che bisogna

fare per essere creativi èquanto segue. Viviamo in unlimite spaziale. L’intelletto ècompresso dalla testa e quandosi chiudono gli occhi, si resta albuio. Chiudere gli occhi è comestare in prigione. Ogni volta chechiudo gli occhi entro in unasegreta. Questa impressionedello spazio deriva dal concettodi proprietà privata. La societàha creato la proprietà privata, ildiritto allo spazio che mi spetta,ma non solo. Siamo abituati anon occupare troppo spazio, allaristrettezza. Nell’educazionefamiliare ci viene assegnato un

posto a tavola. A scuola ho ilmio banco, non posso uscire dalmio posto. Ci hanno educatosecondo questi principi. “Chi seitu per dirmi questo?": lepersone che si esprimono così,lo fanno perché non hannospazio. Ritengono che nonsiamo niente. Abbiamoapparentemente uno spazioridicolo. Non siamo grandi.Quando si comincia con questiesercizi, non siamo ancoragrandi. Quello che dobbiamofare è dirci: “Questa nerezzache vedo è la nerezzadell’universo, cosicché, tutte le

volte che chiudo gli occhi, entronello spazio cosmico".Dobbiamo partire da questaidea! Bisogna creare lo spaziocosmico! Mi sentivo limitatomentalmente e mi sono detto:“Come fare a essere piùintelligente o più percettivo?”.Allora ho chiuso gli occhi e hoimmaginato la luce, e hocollocato la luce il più lontanopossibile in questo universoinfinito che non potevoraggiungere. Ho cominciato conun universo rettangolare. Vale adire che mi sono proiettato inavanti. Sono andato avanti e

avanti. Sempre più lontano,perduto nello spazio. Poi misono spostato verso destra,sempre di più, fino all’infinito. Epoi a sinistra, sempre piùlontano, fino a non si sa dove. Epoi indietro, verso lalontananza. Mi sono collocato inun universo che aveva undavanti, un dietro, una destra euna sinistra. E poi mi sonospinto verso l’alto, sempre più inalto, il più in alto possibile, e poiverso il basso, sempre più inbasso, verso la profondità degliabissi. Questo significa che lospazio in avanti è infinito, dietro

è infinito, a destra è infinito, asinistra è infinito, in alto èinfinito e in basso è infinito. Mipiace molto l’infinito, non ne hopaura mentalmente. E ora sipuò fare questo esercizio:disincrociate i piedi, mettetevidiritti, potete farvi guidare dauna luce o semplicementeimmaginare di spostarvi inavanti. Bisogna farlo. Anche senon vi sentite in grado di farlo,dovete tentare. Chiudete gliocchi e ricominciate.

Crescete

Altro esercizio: immaginate diguardarmi. Guardatemi. C’è unosguardo matematico: a destra, asinistra, in alto, in basso. Ma c’èanche un altro modo diguardare. Mi focalizzo sulcentro di me stesso e, a poco apoco, cresco. Tutto il mioessere cresce come una sfera.Per farlo bene, dovete stareperfettamente diritti. Vedreteche questa è la postura dellameditazione. Cresco come unasfera, mi sposto per tutto ilpianeta e, poi, per tuttol’universo. Cresco, riempiol’universo. Sento di essere una

sfera che occupa tuttol’universo. Questo è un guru. Viaccolgo nella mia sfera, voleteche vi abbracci? Io vi abbraccioed è l’universo intero che viabbraccia. Ho occupato tutto lospazio possibile sino all’infinito.Vi posso assicurare che, seriuscite a farlo, arriverete aessere Maestri. Anche seessere un Maestro completo èmolto di più.

Ora la lontananza viene a me,la destra viene a me, la sinistraviene a me, il basso viene a me,l’alto viene a me. La sfera vienea me. Quando faccio questo

esercizio, io sono io e ognuno èognuno. In questo sicompendiano tutte le disciplineorientali. Io occupo tuttol’universo, poi l’universo viene ame. Questo è tutto. Non ènecessario meditare pervent’anni. È sufficiente farequesto esercizio, praticarlo finoa riuscire a farlo bene. Devisederti in posizione eretta epensare a tutta la vastità chehai immaginato, per accoglierein te tutta quella vastità.Quando sono così, sonoinvincibile. Non mi si puòannientare. Sono un Buddha di

pietra. Non mi si può demolire,perché ho accolto tutto lospazio in me. E ho la possibilitàdi spingermi sino all’infinito.Andate il più lontano possibile epoi accogliete tutto.Diventerete completamentecreativi.

L’essere che percepisco non èesattamente l’essere che sono,perché ho una sensazione di me.I miei genitori mi hanno dettoche ero brutto; pertanto, mipercepisco come mi hannopercepito. E a volte mipercepisco in base allo sguardodegli altri. Ma, in realtà, ho una

sensazione di me. E lasensazione di me cambia!Quando sono depresso, tutta lamia sensazione fisica è falsatadalla depressione. Posso peròpercepirmi in modi differenti,non sono obbligato a percepirmisempre nella stessa maniera.Posso cambiare la percezioneche ho di me. Qui risiede tuttala magia sciamanica.

Espandetevi

Ora faremo un excursus nellosciamanismo. Quanto abbiamodetto prima derivava dal

buddhismo. Cresco come tuttol’universo e poi mi raccolgo inme stesso. Sono la montagna,ma quale montagna? Che cosasono io?

Ora lavoriamo sullasensazione. Immaginate diguardarmi. Guardatemi per unpo’. Sono grande, senza limiti,sono nello spazio. Dopo, tuttoquesto spazio è completamentein me. Grande comprensione,grande compassione. Io sono larealtà. Tutta questa forza -perché creare spazio è creareforza - entra in voi. Comedicono in Guerre stellari: “Che

la forza sia con voi”. Creerò laforza, la forza è in me. Equando la forza sta all’interno diuna persona è come una spada.Posso estrarla grazie alle miedieci dita. Sono concentrato inme, le mie dita mi proiettanonell’infinito. Le mie dita sono diuna potenza incalcolabile. Erafforzo il mio cuore. In questocorpo concentrato ho un cuoreche cresce sino all’infinito. Nonho più bisogno di crescere comeuna sfera. Una parte di me puòcrescere. Mi raccolgo in mestesso e il mio cuore riempie ilmondo. E adesso che ho una

base solida, il mio cuore torna ame. E così, la mia sessualità puòriempire il mondo, la mia mentepuò riempire il mondo, la miaforza può riempire il mondo.Questo significa che posso faredella sensazione del mio corpoquello che voglio. Hai capito?Quello che vuoi.

Per esempio, ho applicatotutto ciò al massaggio iniziatico.Se si può aprire un cuore,perché non aprirlo con la mano?Allora faccio concentrare ilcorpo, e poi si comincia adaprire. E la gente comincia apiangere. Perché ha vissuto in

uno spazio limitato.

Illuminatevi

Come potete vedere, lasensazione si può cambiare.L’idea di vivere in una prigione èsuperabile. Proprio per questoposso prendere quello chevoglio di me e posso allontanareda me tutto ciò che è gravoso. Enon accetto tutto quel che non èchiaro. Ora proiettate una partedi voi. Dobbiamo proiettaresoltanto un pezzo del corpo eallontanare da noi le offesedeprimenti. Quando avvertiamo

di non farcela più, facciamocome i pugili: “Non sonosconfitto!”. Come un cane, miscrollo di dosso le pulci, leoffese,1 espello tutto ciò che mifrena e farò quello che devofare, così, semplicemente. Datoche sono i guardiani aimportunarci, dobbiamoespellerli. E continuiamo.Dobbiamo crescere come unasfera, tornare al nostro stato epoi, quando ci sentiamo unsolido - perché questo stato dàuna sensazione di grandesolidità - dare il via a qualsiasiparte del corpo. Senza limiti! Il

tuo corpo, il tuo cuore, il tuointestino, quello che vuoi.Rafforza quello che vuoi.

Ora vi illuminerete all’istante,sentirete di essere un buddha,saprete che cosa significa. Viservirà. Non dovete deprimervi,pensando che lo state facendomale. Si comincia con il farlo esi fa quel che si può. Prendo inuna mano la forza, l’energia, ecomincio ad accumulare tuttal’energia dell’universo. Èl’universo completo che viene ame... L’energia arriverà e la miaenergia arriverà... Eccola!Questo è la forza. È lasciarsi

andare. Dopo aver fatto questoesercizio, puoi accumulareforza nelle tue mani ecomunicarla a chi vorrai, allatua opera, a te stesso. Bisognaimmaginare di averla, bisognaimmaginarla qui, crearla qui.Maschile, femminile, destra,sinistra, collaborare insieme,padre, madre, le due mani...come una preghiera! Dio mio,aiutami! Sono qui, sto pregando,e quando sono così, l’energiacosmica arriva davvero, siespande. Sono io a crearla.Sono il creatore della miaenergia. In questo consiste la

creatività.A volte c’è in noi un bambino

che è stato punito. Un bambinoche è addormentato, perché lohanno messo in castigo. Lohanno molestato e lui si è messosulla difensiva. Questo bambinorifiuta tutto. E questo bambino,del quale qualcuno ha abusato,abusa di te, abusa dell’adulto,abusa della tua forza, non tilascia essere te stesso. Basta!Lasciamo da parte i suoicapricci. Lo facciamo crescere,adesso, subito. Facciamocrescere il bambino vittima, è ilmomento di molestarlo. Esco da

me stesso e mi riempio di forza.Sono capace di riempirmi diforza. Tutta l’energia chechiamiamo spazio viene a me.

Siate imponderabili

Altro esercizio. La personanon creativa ubbidisce allaforza di gravità. Sentiamo lagravità in noi. La Terra continuaa dirci: “Tu sei terra, finiraidentro di me”. In ogni istante,sentiamo di dover cadere. Tuttoporta alla nostra dispersione,alla depressione e, a poco apoco, alla caduta. Non possiamo

immaginare che ci sia un’altraforza in grado di sconfiggere ilpeso. È così. Se ho unasensazione del mio peso, misentirò pesante. Ma se comincioa espellere il peso da me, setolgo tutto il peso da me, misentirò leggero. Sono in gradodi dominare questa sensazione.Sono creativo quando faccio ciòche voglio di questa sensazione.Posso sentirmi molto pesante oposso essere imponderabile!Allo stesso modo, il mio corpo èoscuro all’interno, ma puòessere pieno di luminosità.Questo è essere illuminato. Un

essere illuminato sentirà che ilproprio corpo non ha peso. Hagiusto il peso che vuole, ha laluce che vuole: è tutto sottocontrollo. Non sono prigionierodi niente, di nessunasensazione. Posso pesaremilioni di chili o niente.Controllo questa sensazione dioscurità e di luce, controllo lasensazione di caldo e di freddo.Questo ci porta allo yogadell’Himalaya, e non occorreandarci né essere uno yogi.Dobbiamo soltanto farlo.Ricordiamoci del kung-fu cinese,dove i combattimenti si

svolgono in aria. Possiamo farloanche noi, sentirci altrettantoleggeri. Anche questo è inrapporto con l’illuminazione.Quando siamo illuminatisignifica che l’ombra se ne èandata. Non si è prigionieridella luce. Se raggiungiamo laleggerezza, possiamo tornare alpeso; non bisogna nemmenoessere prigionieri dellaleggerezza.

Lavoriamo. Dopo averacquisito questa sensazione,accumulate forza e riempite ilcorpo di forza. In questomomento siamo potenti. È

quello che fanno i guru, contrucchi di prestidigitazione ditutti i tipi. Simbolicamente sitraduce così: “Posso darvienergia in continuazione”.Quando fanno questo, c’è unaforza infinita. Il guru halavorato su tutto ciò, e usa illato immaginario, che èillimitato. E la gente crede chesi sia verificato un miracolo, maognuno di noi può compierequesto miracolo. Consistesemplicemente nel lavoraresulla sensazione che abbiamo dinoi stessi. Posso cambiare inogni momento quello che

percepisco di me. Posso esseregrande, posso essere piccolo. Èla sensazione di me a variare,questo è tutto. Posso dare eposso anche prendere.Afferrare l’energia del mondo eprenderla da me. Tutto questo èil lavoro di andare versol’infinito e tornare.

Il gioco del tempo e dellospazio

Non abbiamo limite neltempo. I sufi dicono: “Davanti aDio dobbiamo vivere come seavessimo un minuto, davanti agli

uomini come se avessimo milleanni”. Il che significa che unsecondo è eterno, chel’importante è svilupparlo.

In India vive una donna cheabbraccia tutti coloro che sirecano da lei, e quelle personericevono un’incredibileilluminazione. Poteteraggiungere questo stesso statose vi sedete e vi concentratenello spazio. Create la forza,una forza infinita. Rafforzate ilvostro cuore. Dopo, lasciateentrare dentro di voi l’infinito el’eternità. Chi abbraccia sonoio, ma ci sono milioni e milioni di

esseri nel mio spirito; milioni dimondi, milioni di attività nellemie braccia. E arriva tutto iltempo futuro: mi colloconell’infinito e mi colloconell’eternità. A partire daquesto momento, la nostraprigione esplode.

Quando si va a cercare unguru, si va in cerca di quello chepotremmo fare da soli: vuoi cheun altro faccia per te quello chedovresti fare tu, perché pensi dinon riuscire a farlo da solo. Mail guru non ha ricevuto questodono dal cielo, lo ha fatto lui, loha creato. Ha lavorato per

riuscirci, riescici anche tu.Non possiamo comportarci

come bimbetti capricciosi chedicono: “Mi hanno fatto male,mi hanno dato le botte, alloranon faccio niente. Non ho nientedentro, non sono creativo”.Basta! Facciamo crescere ilbambino che abbiamo dentro dinoi. Questo essere è un esseremillenario; io sono millenario.Prima di me, c’era tutto questo,e dopo di me ci sarà ancora dipiù. Qui ci sono tutti gli esseriumani divisi tra loro, ma io sonoin grado di realizzare l’unità.Quando mi muovo, tutti gli

esseri umani si muovono. Ècome una collana: questo filorappresenta la sensazione dellospazio e del tempo. E tutti simuovono, questo è l’importante.Invece di chiedere all’altro chemi muova, devo muovermi dasolo. Questo sono io, questo è iltempo, questo è lo spazio. È unacollana sacra. Sono unito.Questo è ciò che chiamano unpunto di trazione. A partire daquesto punto, tutto si muove.Posso considerarmi un punto diforza. Quello che faccio, tutto ilmondo lo fa. Vale a dire che èimportante che io lo faccia

perché tutto il mondo lo faccia.Quando facciamo questoesercizio, lo facciamo in mezzoall’eternità, in mezzo all’infinito,siamo il punto di trazionedell’umanità. Dell’umanitàpassata e dell’umanità a venire.Tutti i morti ci seguono, tutti inon nati ci seguono. Tutto ciòpuò sembrare molto strano, main realtà è il pensiero diBuddha! È ciò che Buddha hasentito, semplicemente. È ilmodo in cui è fatto il nostrocervello. Quando si apre ilcervello, si arriva a questo inmodo naturale.

Non sono parole, sonoesercizi per la creatività. Nonbisogna essere codardi né averpaura di entrare davvero in ciòche è l’essere umano. Siamoesseri dotati di tutte questecapacità, ma ci hanno limitato.Siamo in questo momento, qui eora. Io. Ma non è così! È ilTutto a essere qui e ora. In mesi trova tutta l’umanità, portocon me tutti gli uomini che sonostati e che saranno. Vivo inmezzo a tutto lo spazio. È allorache possiamo capire quelmudra2 in cui il palmo dellanostra mano è rivolto in avanti:

“Io sono qui e fermo il mondo”.Un artista deve pensare così, efare la propria opera ponendosiquesti problemi.

Benedite il mondo

Altro esercizio: io sononell’eternità, sentendomi inmezzo al futuro infinito e alpassato infinito. Apro le mani echiudo le mani. Elargisco unabenedizione. Cioè, stonell’eternità e benedico ilmondo. Questo è tutto. Dovetefarlo così, perché un creatore èdel tutto paranoico. Si crede

Dio. E non bisogna aver pauradi prendersi per dio o per unadea. Io vi benedico: ho molto dadare, sono forte, ho tutto ilnecessario per benedire ilmondo. Basta complessi diinferiorità! Con tutto ciò,finalmente avete tutti glistrumenti di cui di solitodispongono i fondatori di sette.Subito dopo, ti fanno il lavaggiodel cervello perché ammiri inloro un potere superiore, chenon immagini di avere in testesso, ma che puoi avere anchetu. Per fare ciò, è necessariopulire tutta l’oscurità, perché

siamo pieni di ragnatele. Perfare ciò, dobbiamo sollecitare ilbambino che sta dentro di noi,dobbiamo lavarlo bene, pulirlo,farlo crescere. Perché abbiamoun guardiano, la mente, che ci fareagire sempre allo stessomodo. Ma facendo questoesercizio, ci trasformiamo increatori. Nessuno può fartiniente, se non ucciderti, enemmeno questo, perché esisteuna vita eterna. Vale a dire chesei già invincibile. E puoi averetutto ciò che esiste. Se esiste iltalento, posso avere talento.Guardate ora come sollevo le

mie mani verso l’infinito, vannoall’infinito: io sto prendendo lavita. Come posso dare energia,posso prenderla. Posso disporredi tutta la creatività. Possoavere tutto il denaro del mondo.Tutto quello che ha l’altro. Labellezza? Posso avere labellezza. L’energia? Posso averel’energia. Tutto questo è perme. Posso prendere e possodare. È facile da immaginare. Ècome un gioco.

Prendere, però, può ancherisultare difficile, perché siamolimitati nel ricevere. Quando cidicono: “Chi sei tu per avere

questo? Perché tu?”, come mihanno detto i miei genitoriquando me ne sono andato dalCile per studiare insieme almimo Marcel Marceau; nel miocaso la risposta è stata: “Perchéno?”. E l’ho fatto. Ho bussatoalla sua porta e ho lavorato conlui. Ho sfidato il divieto. “Perchétu?” “E perché no?” “Perchéfarai tu quello che non ho fattoio?” “Perché io voglio e posso.”Questo è sfidare il divieto.Punto e basta. Se ti senti bella,lo sarai. Lo sarai! Saraiaffascinante! Puoi affascinare lagente! Tu però non ti senti una

persona affascinante. Vieni quiper imparare a essereaffascinante, perché puoiesserlo. La gente ti vede cometu ti vedi, semplicemente. Se iomi considero inferiore, gli altrimi vedranno o miconsidereranno inferiore. Ma semi vedo come un dio o una dea,così mi vedranno gli altri! Nontutti, ma molti, giusto quellinecessari.

Per esempio, osserviamoalcuni musicisti famosi. Tuttisono convinti che siano geniali,perché hanno sentito inprecedenza che sono geni. Poi,

con il tempo, il mito sfumaperché gli altri si rendono contoche non era così. Puòfunzionare per un certo tempo,ma poi bisogna compiere unlavoro spirituale per sostenerequesto “sentirsi bello”. Perchése nell’intimo di una personaquesta sensazione viene meno enon l’abbiamo assimilata inmodo autentico, tutto sisgretola. Per cui, è necessariocontinuare con pazienza,costanza, perseveranza. Se nonsi persevera, non si è creatori.La creazione è, prima di tutto,volontà. La nostra azione

creativa è un accumularsi diforza e di pazienza.

Dissolvete l’io

Abbiamo già creato lo spazio.Lo spazio è il qui, il tempo èl’ora. Nel qui e nell’ora sta l’io.Bisogna attaccare questo io.Abbiamo visto la prigione deltempo, la prigione dello spazio,nella quale viviamo prigionieridell’io. E qui viene la parte piùdifficile: far saltare l’io è la cosapiù dura di tutte. Perché ciidentifichiamo talmente conquesto io, che ci difendiamo, ci

aggrappiamo a lui e nonvogliamo cambiare. Siamococciuti, siamo riluttanti, siamoimpossibili, siamo mostri. Siamopuramente e semplicemente unmostro e non lo lasciamoandare. Diciamo: “Io sono così”.

I romani e i greci dicevanoche l’io si trovava nel ventre,che di lì nascevano le idee, che,poi, si rifugiavano nel cervello.Altre civiltà hanno collocato l’ionel petto o nel naso; non si sabene dove metterlo. Dov’è l’io?Abbiamo un io ed è moltodifficile liberarlo. Entriamo nellavoro sciamanico: la

dissoluzione dell’io. Attualmentelo osserviamo nella modernatecnica digitale denominatamorphing, con la qualepossiamo animare etrasformare un’immagine inun’altra. Il che significa chebisogna darsi da fare peraccettare i differenticambiamenti dell’io, cosa cherisulta molto difficile. Gli attorilo fanno quando devonointerpretare un personaggio,anche se non si spingono moltolontano perché l’attore èsempre l’io e il personaggio cheinterpreta. Ma qui si tratta di

vedere che cosa possiamo fareper arricchire l’io. Ed è moltofacile. Però nessuno ce lo dice.Se apro del tutto la personalità,tutto parlerà attraverso di me.Io mi trasformo in te, mitramuto nell’altro. Ma comefare? In che modo? Ti lascioentrare in me e ti esprimo. Inquesto momento mi trasformo inun creatore in modo assoluto,perché tutto parla attraverso dime.

Vi faccio un esempio. Quiaccanto c’è Cristóbal, mio figlio,seduto su una sedia di legno. Mitrasformo in lui: “Sono qui

seduto come un recettore diluce, sapendo che brillerò neltempo infinito, eterno, davanti ame; che si farà la luce; che sonoconnesso con tutto...”. Lacreatività consistenell’assorbire l’altro edesprimerlo in sé. E non soltantol’altro, ma anche le cose. Mitrasformo in sedia: “Sonocontenta perché mi piace che cisia un essere seduto sopra dime. Assolvo al mio compito,perché lo tengo dritto, nonpermetto che si stanchi; graziea me, sta qui. Inoltre, il miolegno non è morto. Non c’è un

solo tarlo dentro di me. Miconservo bene, mi mantengoforte, anche se sono antica.Durerò molto. Forse durerò piùdi lui. Lui sarà scomparso e iosarò ancora qui. Non deverespingermi. Io lo sostengo. Conle mie quattro gambe sono io labase materiale sulla quale sipuò sedere”.

Quando ho cominciato astudiare pantomima, la primacosa che ci hanno insegnato èstata che, per compiere gesti,non bisogna compiere gesti. Ilprincipio della pantomima è direstare neutri. Dopo si faranno

tutti i gesti che si vorranno.Analogamente, la basedell’immaginazione è non avereimmaginazione, è riuscire aspezzare tutto l’immaginario. Apartire da qui, si può fare quelloche si vuole. Se non si spezzal’immaginario, si starà semprecon i parassiti. Ci sono cose chesi muovono in continuazione nelnostro immaginario. Bisognaspezzare il dialogo interiore, illinguaggio interiore, mettereordine nel caos emotivo,nell’invasione dei desideri, nelcorpo indisciplinato. Ènecessario riuscire a dominare

tutto ciò.

Siate un punto

Si può fare un esercizio moltosemplice. La cosa più sempliceche si può pensare è un punto,no? Supponiamo di avere unpennello o una matita e didisegnare un punto. Dovremocreare davvero il punto contutto lo spirito, tutta l’emotività,come se aprissimo un puntonello spazio. Facciamo il punto.Se è possibile creare il punto,poi faremo molte cose con lui.Ma, nel creare il punto,

dobbiamo applicare veramentetutta la nostra concentrazione.È la prima cosa che si fa neimovimenti di karatè. I karatekasono persone capaci di creareun punto, un punto diconcentrazione mentale edemotiva. Creiamo un puntointensamente, come se in quelpunto si trovasse tutta l’energiadell’universo. Un punto dienergia totale. Dobbiamo farlocon tutto il nostro essere. Tuttala nostra concentrazione in unpunto, un punto, un punto...Questo è tutto! Bene, siamo ingrado di fare un bel punto, un

punto perfetto, un puntoconcentrato? Bravi, è unosforzo notevole. Adesso, stiamoa vedere. Ho il punto qui sullafronte. Tutta la mia mente è unpunto. Sono concentrato in ununico punto. Ho un puntoemotivo, ho il punto qui nel miopetto, e nel sesso, dappertutto.Posso muovere il punto, possometterlo in bocca, qui, là, negliocchi... La mia volontà è unpunto! Questo è tutto! Fatequesto esercizio. Lavorate conil punto. Concentratevinell’energia del punto,introducete il punto nel vostro

corpo. È come l’esercizio dellospazio. Qui tutte le direzioni siconcentrano in un punto. Tutti ipensieri, tutti i sentimenti, tutti idesideri. Quando impariamo afare il punto, possiamorealizzare tutti i movimenti chevogliamo. Quale che sia ladisciplina che desideratepraticare, danza, teatro, karatè,arti marziali, tutto va a posto.Perché non è altro che questo:compio un gesto e la miaintenzione va lì. Qualunque cosafacciamo. Tutto è concentrato,tutta la mia attenzione èconvogliata lì, tutta la mia

concentrazione è chiara,precisa. Il karatè, in fondo,consiste nel creare un puntoconcreto in cui colpire, ed è cosìche si può riuscire a spezzareuna tavola con una mano. Ma cisi impiegano anni a sviluppare ilpunto.

Belle Arti

Adesso cantiamo, ma conl’immaginazione, senza voce.Canteremo la canzone piùmeravigliosa. Cantate lacanzone più meravigliosa senzasuono! Immaginate di cantare

con voce meravigliosa. Avanti.Questa è la creatività. Dovetecantare come gli uccelli. Così siimpara. Fatelo conconcentrazione, con forza, nonè una commedia... Potetemuovervi, camminare, non statefermi. Cantate, metteteci tuttal’intensità di un grandecantante. Applicate tutto ilvostro talento nel cantare. Vipiace, vero? È geniale, potetecantare tutto quello che voletenel più completo silenzio, con labocca chiusa.

Abbiamo cantato. Adessocreeremo. Fate quello che

potete, non posso darvi quelloche non fate. Se cantate, fateloa fondo, sarà un grandeprogresso per tutti, perché èper l’inconscio che cantate. Ilvostro inconscio vi considereràcantanti se fate come se sapestecantare. Il messaggio passaattraverso l’inconscio, che saràsoddisfatto. Ormai sapetecantare, capito? Adesso, nellamia immaginazione, possosuonare il piano. Potete usarealtri strumenti, ma sono piùdifficili. Cominciamo con ilpiano, per suonarlo si usanoentrambe le mani, e poi potete

passare allo strumento chepreferite. Rilassatevi, suonateappassionatamente il pianoinvisibile e tentate diimmaginare quello che stateinterpretando. Qualsiasi cosavogliate, ma suonate il piano.Questo esercizio èmeraviglioso. E quando sietestanchi del piano, passate a unaltro strumento. Eraggiungerete il meglio di voi.Arrivate al sublime attraversola musica!

(Piccola parentesi. Finora èstato un gioco da bambini. Ibambini giocano così. Adesso

però sarà la vostra professione.È necessario arrivare alsublime di voi stessi. Non comeun divertimento. Bisognasuonare, ma sentendo soltanto ilmeglio della vostra anima. Cheil meglio di voi risuoni.Producete una musica diimmensa spiritualità. Suonatela.Vi chiedo la più grande bellezzaspirituale, il sublime. Siate i piùbelli, potete sedurre l’umanitàintera con la vostra musica.Non dovete sottovalutarvi, anzi,dovete valorizzarvi. La cosaverrà da sé. Cominciate earriverà. Il concerto potrà

durare tutto il giorno. Saràbene che facciate questoesercizio fino a padroneggiarlo.A poco a poco, con la pratica, sirisveglieranno le nostrecapacità creative, fino araggiungere il sublime.)

Abbiate talento

Adesso vi proporrò unesercizio molto semplice chestimolerà il vostro talento. Nonavete talento? Be’, lo avretesubito. Non dobbiamo esserediffidenti. Ho talento quando hola potenza. E ho la potenza

quando ho il diritto di vita e dimorte sugli altri. A partire daquesto momento ho la potenza.Dio è onnipotente perché puòuccidere quando vuole. Eperché può crearmi quandovuole. E se sono vivo è perchélui mi perdona. Quindi lacapacità di uccidere, diperdonare crea talento. Èsemplice. Immagino di essereun cobra con il mio veleno edavanti a me c’è una scimmia.Mi trovo davanti alla scimmia,concentrato, completamenteassorto, mi muovo, la guardo, laipnotizzo e la scimmia fa quello

che voglio io. È una prova ditalento. Vi sto dicendo la verità.Io faccio sì che mi guardiate.Faccio sì che siate qui. Vi hocreato. Dovete trasformarvi incobra. Invece di essere semprevittime - il topolino ipnotizzato -passiamo dall’altra parte. Siamonoi a ipnotizzare la gente,d’accordo? Per fare ciò, occorrerilassarsi e poi creare il punto,farlo salire; e poi ci dondoliamoperché siamo pronti a compiereil balzo, ma non saltiamo.Facciamo come se saltassimo,ma non saltiamo. È così che siipnotizza la scimmia. Non

mordiamo neppure.Ipnotizziamo e basta. Dovetesviluppare questa capacità diguardare ipnotizzando. Nonsignifica sedurre, è moltodiverso dal sedurre. Con la miaconcentrazione mentale, tengol’altro in pugno. Lavorate suquesto. Questo è il talento. Nonstiamo assistendo a unariunione di cobra, che sirispettano reciprocamente,perché sanno che la loroconoscenza è mortale.

Ora provate a oltrepassare lavostra testa nell’espellere laforza. Provate a oltrepassare

l’interno della vostra testa:immaginate che i vostri occhisiano collocati a trentacentimetri dal cranio e,sentendo di essere un cobra,pensate di avere l’ombelico inbasso, due o tre centimetri piùin basso, un punto diconcentrazione, e che ci sia unaforza che esce da lì versol’esterno, una forza che puòentrare negli altri. Nel ventre.Questa è la carta dei tarocchidenominata l’Imperatore. Luista seduto così, e la forza staqui.

Disegnate

Adesso faremo un esercizio dicreatività applicata. Siccomeabbiamo tutti gli strumentimentali necessari, laconcentrazione, la forza, tuttoquello che abbiamo studiato inquesto corso, immaginate diavere una tela, delle dimensioniche volete. Disponete di unpennello che può cambiarecolore a vostro piacimento. Efarete un quadro, un quadroimmaginario. Potete disegnare,potete fare grandi macchie,potete cambiare i colori, comevi piace di più. Poi riunitevi in

gruppi e, a gesti, descrivete ilquadro che avete dipinto,d’accordo? Cominciamo!Mentre dipingete, potete farsuonare una musicaimmaginaria a mo’ di guida. Sevolete essere creativi,creatività! E se qualcunopossiede un potenziale creativo,che continui, che vada avantifinché non produrrà qualcosa.Per l’inconscio è come se sifosse realizzato un quadro,sapete? Per l’inconscio, quelloche avete fatto nell’immaginarioè come se lo aveste fattorealmente. Quando si immagina

qualcosa, nel sistema nervoso siattivano le stesse connessioni. Ilfatto è che la gente normale nonsi propone di fare cose simili,perché non ci crede. In realtà,se si vuole essere creativi,bisogna soltanto farlo. Sedipingo dieci o venti quadricome questo, immaginari, dopopotrò realizzare un quadrovero, sarò preparato adipingere. Vedete?

Scolpite

E adesso, per terminarequesta serie di esercizi,

dobbiamo fare una scultura. Lascultura si realizza nello spazio.Potete utilizzare qualsiasimateriale, marmo, oro, bronzo,quello che preferite. E createun personaggio che, se voleteesagerare, potete trasformarein senso astratto. Riusciremo amanipolare lo spaziocreativamente. È importante,perché, se non si fa, ci sarà unadimensione che resterà nonsviluppata. Dobbiamo muoverciintorno all’oggetto, la sculturaci costringe ad abbandonare losguardo fisso, ci permette disviluppare il nostro spirito

girando intorno all’oggettocreato. Dopo aver terminato lascultura, la descriveremo,perché anche le osservazionisono importanti. Prima dicominciare a scolpire, pensatebene al materiale chesceglierete, deve essere unmateriale che vi piace. E poteteanche colorarlo...

Create moda

In questo esercizio, creeremovestiti. Potete realizzare l’abitoindividualmente oppure ingruppo. Se lo fate in gruppo,

ognuno deve confezionare trevestiti per gli altri. Guardatebene l’altra persona e osservateche tipo di abbigliamentopotrebbe migliorarla. Non è unacritica. Bisogna osare e dotaredi forza il modo di vestire, comein un carnevale. Create vestitiimmaginari. E vedrete che,come siete in grado di dipingeree scolpire o fare musica, potetecreare moda. Basta esserecoraggiosi. Se dopo questoesercizio vi chiedono di fare unasfilata, potete farlo! Si tratta dicapire com’è l’altro. Potetecambiare i vestiti, fare

un’operazione estetica, poteteriempire, ridurre, siete padronidell’aspetto dell’altro. Siete isuoi padroni. Cominciamo.

L’arcobaleno

Procediamo nella creativitàcon un esercizio fondamentale.Adesso conterò da nove a zero,affinché vi concentriate. Doveteascoltare attentamente. Peressere concentrati, il sistemamigliore, il più semplice, èimmaginare i coloridell’arcobaleno: rosso,arancione, giallo, verde,

azzurro, indaco, violetto. Amano a mano che conto, miimmergo nel rosso e poi vedoche il rosso si sta trasformandoin arancione, che l’arancione sitrasforma in giallo, che il giallodiventa verde, che il verdediventa azzurro, azzurro scuro,violetto. Questo serve solo peroccupare la mente e nonpensare alle parole. Ascoltate icolori che arrivano. Nove...otto... sempre più concentrati.Sette... più concentrati. Sei...più a fondo, più a fondo.Cinque... più a fondo, più afondo. Quattro... più a fondo...

Tre... più a fondo, ascolta laconcentrazione, la ricettività.Due... più a fondo... Adessoutilizziamo l’inconscio, uno...utilizziamo l’inconscio...

Il tuo spazio

Dentro di te hai lo spazio, ilterritorio che ami. Hai unterritorio che è tuo. Puòtrovarsi ai piedi della montagna,in campagna, vicino all’oceano,può essere di terra fertile, disabbia, di quello che vuoi.Lascia che il tuo territorio arrivia te, immagina il tuo sito ideale.

Lo vedi? Che cosa c’è? Ci sonoombre? Qualsiasi cosa ci sia,lascia che arrivi. E in questo tuoterritorio passeggia felice,felice: perché finalmente hai unterritorio della dimensione chevuoi. Piccolo, grande, ognuno hail proprio. È fondamentale chel’inconscio ti dia il tuo territorio.La terra che ti appartiene. Ilpezzo di pianeta che tiappartiene. Il paesaggio nelquale vivere. Non scegliere ilpaesaggio di altri. Nonscegliere quello dei tuoigenitori, scegli il tuo. Prendil’allegria del tuo terreno e lì

osserva come sorge la casa,l’habitat che è il tuo. È la tuacasa ideale, dove vuoi vivere,crescere, accompagnato o no,tutta la tua vita. Qual è la casache vuoi? Di che dimensioni? Diche materiale? Com’è? Pensa aqual è il tuo spazio ideale.Senza limiti. Quando questacasa ideale sarà arrivata a te,giraci intorno, osservala bene,entraci e crea tutto: i bagni, iletti, la cucina, i bicchieri, icucchiai... creerai tutti glioggetti della tua casa ideale etutte le sue stanze. Passeggia ealla fine crea la tua casa!

Perché tu sappia quello che vuoidavvero, senza limiti! Non cisono limiti di denaro, non c’ènessuna proibizione, non deviessere piccolo né mediocre.Scegli nella tua creatività quelloche vuoi veramente, affinché poitu lo possa realizzare nella vitareale. Prenditi il tuo tempo...Scopri quali sono le attività chedesideri svolgere in questacasa... i materiali... sei ilGrande Architetto. L’architettodi te stesso. Il creatore di testesso... Prenditi tutto il tempoche vuoi, perché è fondamentaleper te sapere qual è il tuo

territorio. La tua casa è il tuoego, è il tuo vero io. Pensaanche a come sarai vestito inquesta casa. Che abbigliamentofa per te. Come desideripresentarti. In cucina, sognatutto ciò che desideri mangiare.Qual è il tuo cibo preferito. Econcentrati sulla compagniaideale. Con chi desideri stare.Se vuoi stare con qualcuno o no.Puoi avere una sala per itarocchi, una sala per il cinema,per la musica, i libri, gli animali,quello che desideri. Senza limiti.Immagina in questa casa ideale,il tuo letto.

Anche questa partedell’esercizio è fondamentaleche la facciate bene, èessenziale. Sei a letto, sdraiato,ma la tua vita è finita. Seimorto. E dal tuo cadavere esceun essere nuovo che rinasce.Come vuoi rinascere? Seisdraiato, un essere, un corpoche è giunto alla fine, e ti alzicon un corpo nuovo. Con chefisico? Di che sesso? Di che età?Quale sarebbe il tuo io ideale?Occorre immaginarsi un ioideale. L’io che abbiamo non è ilnostro io ideale. Abbiamo unideale, anche se è ancora

lontano. Permettetevi diimmaginarlo. Tutti questiesercizi servono a eliminare lamancanza di fiducia, adarricchirci. Se hai il tuo terreno,se hai la tua casa, se hai il tuoessere ideale, ti sei arricchito.

Ora, criticati come farebbeuna persona della tua famiglia.Tua madre, tuo padre, tuofratello. Parla a nome suo.Mettiti nei panni di qualcunoche ti biasima. Perché se fino aquesto momento non aveviimmaginato niente di tutto ciò, èdovuto al fatto che in te ci sonoforze che si oppongono a che tu

immagini. Quali sono questeforze? Rappresentale. Peresempio, parla come parlerebbetua madre. O tuo padre. Ecritica. Tutta la nuova medicinaparla del territorio, dicendo cheuna perdita del territorio creale malattie. Perché il cervello,sostiene, agisce come unanimale che ha bisogno delproprio territorio. Anche se noncredo che questo sia vero inassoluto, sono invece persuasoche il territorio sia una partemolto importante. Quindi,quando sappiamo qualeterritorio è adatto a noi,

facciamo un grande passoavanti in direzione dellacreatività. E la casarappresenta lo sviluppo delnostro io individuale. E seinvento la casa che voglio perme, consento a me stesso diesistere. Fuori dai genitori. Perquesto, discutere con i genitori,o crearci un corpo nuovo,significa realizzareun’assunzione di libertàcreativa. La creatività provieneda una libertà interiore, da unavalorizzazione interiore. So diavere tutto dentro di me,pertanto posso mettermi in

azione. L’immaginazione operacon principi molto semplici.

Liberatevi del linguaggio

Questo sarà un breveesercizio di liberazione dellinguaggio. Siamo abituati aparlare sempre come esserinormali. Abbiamo paura dellafollia. Tuttavia, i fiumi chescendono dai tetti coperti dicolombe saranno semprebianchi o scuri, per aprirsiverso il tunnel di tutte ledelizie... Avete capito? No? Sì?È così che dovremmo parlare,

dovreste permettervi di parlareun linguaggio assurdo neltentare di spiegare unsentimento. Occorre creare unaconversazione, comunicare conun linguaggio che sia verbale,non concettuale. Pronti? Puoisollevare qualsiasi Sansone,impedendo a Dalila di tagliargliil cigno e manifestare sullatavola tre o quattro raccontiche saranno deliziosamentezuccherati. D’accordo? E quelloche abbiamo fatto con le parole,possiamo farlo inventandoparole, fia fa nara ké. Costriguntost batehé quelaramanda droie

preteho apande ketaka kiugalapatehu! Erabutehi Kara mi.Tutto ciò ha un che diliberatorio. Fatelo. Liberate illinguaggio. Quando ci entrerete,vi piacerà. All’inizio vi sentireteconfusi, perché la più grandeprigione è il linguaggioarticolato, il linguaggio logico. Èun esercizio surrealista, cheperò spezza il linguaggionormale per consentire unalibertà creativa. È possibile chevengano fuori cose di cattivogusto, ma non importa. Coseidiote, cose infantili. Peròusciranno anche cose belle, di

colpo. Provate a farlo e poipasseremo alle tecnichedell’immaginazione.

1 Gioco di parole intraducibile,basato sul doppio significato dipulga: pulce e offesa. [N.d.T.]2 Mudra: modo particolare di tenerele mani, le dita e il corpo, perrappresentare specifici atti diofferta, saluto, conoscenza e perprodurre alcuni effetti energetici.[N.d.T.]

Tecnichedell’immaginazione

L’immaginazione ha principimolto semplici. Alcuni creatori lihanno utilizzati finoall’esaurimento. La basedell’immaginazione è compostada quattro elementi matematici:diminuzione, crescita, divisione,moltiplicazione. Questi sono iquattro elementi

dell’immaginazione. I primi sonola diminuzione e la crescita. Poiviene la divisione, quindi lamoltiplicazione. E infine lamescolanza. Con queste cinquecose, avrete un’immaginazionepazzesca. È molto semplice.Nella diminuzione bisognaridurre tutto, nell’immaginario,finché tutto non è diventatopiccolo. Per esempio, vedipassare qualcuno con un pacco,e in quel pacco può portaretutto il suo paese natale, o lacittà in cui è nato. Haiun’immaginazione enormeperché hai ridotto qualcosa.

Puoi ridurre qualsiasi cosa.Posso portare mia mamma nellatasca sinistra, nella tasca destrac’è mio papà. Li faccio discuteree poi li guardo. È quello chesuccede nel film Tesoro, mi sisono ristretti i ragazzi, cheriproduce questo gioco.

A forza di ridursi, ci si trovanella condizione di dover lottarecon i ragni. Per me questi sonoelementi facilidell’immaginazione. E sonomolto utilizzati! Abbiamo, però,anche i giganti, checorrispondono alla crescita.Puoi ingrandire una zucca che

cresce e cresce e raggiunge ladimensione della terra,trasformandosi essa stessa inpianeta. E poi diventa cosìgrande da occupare unagalassia. All’interno della zuccac’è tutta una storia, nasce tuttauna umanità. Questo significaingrandire qualcosa. Èsemplice. Fai crescere una cosaqualunque, fai arte. Inarchitettura, prendi tre scatoledi fiammiferi, le ingrandisci e nefai un edificio. È questa latecnica degli architetti. Questoè accrescere.

L’immaginazione ha la

possibilità di far crescere odiminuire. L’immaginazionegiapponese ha creato glialberelli nani, o bonsai, gliindios del Marañón riducono leteste, e il cinema fa crescereuna scimmia, per esempio, comeKing Kong o Godzilla, o labomba atomica che èl’ingrandimento di una bombapiccola. Nel mio caso, ho creatoun fumetto che si chiamaMegalex, che parla di una cittàche occupa tutto il pianeta,anche se non sono stato il primoa farlo.

È anche possibile

l’accrescimento della forza(Superman). Tutti i supereroihanno qualcosa di ingrandito:per esempio, Flash Gordon è ilpiù veloce. C’è il personaggioche trafigge ogni cosa con losguardo o quello che ascoltatutto, come vediamo nellefavole. Oppure c’è la personache ha una voce così potente dafar crollare gli edifici. Esiste,poi, l’uomo che può possederetrecento donne in una notte ecosì via.

Immaginati questo: per stradapassa un cavallo e tu pensi checi sia un’invasione, che ci siano

cavalli dappertutto, che si stianomoltiplicando, che sia una nuovapeste. Ci sono talmente tanticavalli che siamo costretti afuggire perché siamo invasi. Aquesto punto possiamoaggiungere un elemento: lamescolanza. (Però stiamocontinuando a parlare diriduzione e crescita.)

Una persona diventa cosìdebole, così debole, che ènecessario assicurarla con fili,come le marionette: è unpresidente e deve fare il suodiscorso così. Altro esempio:una persona perde potere e le

sue ossa diventano liquide,come acqua. Possiamoimmaginarlo.

C’è un racconto in cui unagiovane ragazza ha i capellitalmente lunghi che il suoinnamorato può salireaggrappandosi alle sue trecce.Questo sarebbe la crescita dellacapigliatura. Aumentare,diminuire.

(Molte opere di Ionesco sonodi una grande semplicità. In unasi vede una donna che serve unatazza di tè e poi un’altra, eun’altra, mille tazze di tè. Inun’altra opera ci sono funghi

che crescono, e poi tutta la casasi riempie di funghi. In un’altraancora, c’è un morto che crescee cresce e occupa tutta lascena. E, in Le sedie, c’è unasedia, un’altra sedia, tutta lascena è piena di sedie. Questosignifica che l’autore non avevatroppa immaginazione, perchéutilizzava semplicemente iltrucco di far crescere le cose.In tutte le sue opere c’èqualcosa che si moltiplica, el’artificio si trasforma innorma!)

Un altro elementodell’immaginazione è la

situazione nella quale qualcosacomincia a mancare. Manca ilcibo, manca l’acqua. Dune è unpianeta in cui non c’è acqua.Un’intera opera è statacostruita su un pianeta che nonha acqua. Si è separato unelemento e, separando unelemento della natura, si creaun mondo immaginario. Vi stomostrando i procedimentidell’immaginazione, formule chepoi potrete applicare inqualsiasi momento al vostromondo o usare per creare.Aumento, diminuzione. Si puòfare.

Una telefonata, diecitelefonate, in tutto il pianeta itelefoni si mettono a suonare, lecase crollano e si verificaun’ecatombe. Permoltiplicazione. Per aumento.Poi, viene la divisione: c’è unamano che se ne va da sola, tisalta al collo... e ti strangola. Escappa via come fosse un ragno.Questa è la divisione. Oppurecammini per strada e vedi duegambe che se ne vanno senza ilcorpo. In uno studio di Jung suiracconti dei pellerossa si parladi un eroe che vuole possederela figlia del capo. Allora invia il

suo fallo, che, da solo, possiedela ragazza, mettendola incinta.

Moltiplicazione. Alcuni deiindù hanno molte braccia.Ganesh ne ha quattro. Ci sonoanche dei greci con tre teste.Nell’Odissea, il ciclope ha ununico occhio sulla fronte.Questa è la diminuzione. Nelcaso del terzo occhio, c’è unocchio in più. Questa sarebbemoltiplicazione.

E poi, con questi quattroelementi, si produce lamescolanza. La Sfinge egiziana.Ha una testa umana, un corpoda leone, ali di aquila, coda di

mucca. Un mostro. Ci sononumerosi esempi nei quadri diHieronymus Bosch, cheutilizzava molto la mescolanzadi elementi. Il centauro è unamescolanza tra uomo e animale.Si prende un elemento dall’uno,un elemento dall’altro, e siuniscono. È così che si creano imostri. L’angelo è unamescolanza tra un essereumano e un uccello con le sueali.

Per un lungo periodo hosviluppato questo tipo dimescolanze. Per esempio,immaginavo di integrare una

testa d’elefante in un corpo cheè una nuvola, con quattro scaleper zampe. Quella di mescolaregli elementi è una possibilitàartistica interessante, utilizzatadall’immaginario. Sono tecnichea nostra disposizione. Osservatecome assistiamo incontinuazione alle applicazionidi questa tecnica, nell’arte,nella pubblicità. Se dominate latecnica, potrete lavorare inqualsiasi agenzia di pubblicità.

Esiste un’altra forma diimmaginazione, che èl’immaginario del tempo. Ilviaggio nel tempo. In questo

viaggio, posso anche andare nelpassato. Però il problema è che,se si modifica il passato, simodifica il presente da cui sonopartito. Questa eventualità ènota come paradossotemporale, ed è stata sviluppataa fondo dalla fantascienza. Èuno dei suoi temi più importanti.Se vado nel passato e uccidomia madre, non sarei potutonascere perché lei non miavrebbe partorito. Il viaggio neltempo è un tema centrale dicerti film. Film popolari, comela serie di Ritorno al futuro.Insomma, l’immaginario tenta di

giocare con il tempo. La cosa hauna base edipica molto forteperché, se vado nel passato,posso sedurre mia madre e faredi lei la mia sposa, e in questocaso potrei generarmi da mecon mia madre. Oppure possosedurre mio padre nel passato.Questa è la base del viaggio neltempo. Interferire nel passatosignifica interferire con i nostrigenitori.

Poi troviamo l’escatologia, cheè l’immaginario della fine delmondo, del modo in cui il mondofinisce. A causa del fuoco,dell’acqua, della peste, tramite

il passaggio a un’altradimensione. C’è una parteconsistente dell’immaginarioche tratta della fine del mondo.Non vi consiglio di farlo, anchese io lo faccio con una certaintensità: immagino diversi modidi morire. Ho immaginato dimorire annegato, suicidandomi,cadendo da un edificio, tagliatoin due. Mi sono identificatomolto nel suicidio, nella morte,per liberarmi un po’ di mestesso, ma, come ripeto, non velo consiglio. Se vi angoscia, nonlo fate. È un’esperienza dura.Soprattutto immaginare la

morte delle persone care. Èforte, perché esiste sempre ilpericolo che una persona carascompaia, e paventiamo anchela possibilità di smettere diesistere noi stessi.

Per eliminare tutto ciò, hoimmaginato molto. Mi sonotrasformato nel nulla, che èquello che accade quando sientra nell’oscurità. Mi sonomesso a immaginare il nero, ilnero profondo, che dissolve ilmio io nella vacuità. E poi ilriaffiorare alla vita e alla luce.

Applicazioniterapeutiche

Lavoriamo sulla sensazione.Pensa a come ti senti, chesensazione hai di te, perchéviviamo sensazioni che a voltesono un po’ angoscianti. Perquesto, vi mostrerò cometrattare la sensazione diangoscia. Qualcuno ha unasensazione simile?

“Sento come se avessi unmuro in petto.” Ascolta bene, èimmaginario. Com’è questomuro? Di pietra, di metallo, dicemento? Concentrati, tenta didirmi com’è. Di mattoni rossi?Bene. Di che dimensioni è, ticirconda come un tubo, dove lometti? Immagina ora i mattonirossi. Immagina di avere adisposizione questi mattoni. Èun materiale tuo, puoi farequello che vuoi con questomateriale. In primo luogo, tidifende: un muro può difendere.Da che cosa ti difende? Cerca lasensazione. Non bisogna

pensare, bisogna capire chesensazione si ha. Questo muro èassolutamente utile. Adessomedita sui mattoni rossi. Sonobelli. Pensa che sono belli.Infondi bellezza nei mattoni.Sempre più bellezza in questomuro. È tuo, ti appartiene. Puoifare quello che vuoi di lui.Costruisci qualcosa con il muro.Crea uno spazio. Costruisci unluogo. Immaginalo, però.Immagina com’è questo luogo,con questi mattoni. Vedi unluogo accogliente, puoi entrarci.Poi crea una porta. La soluzionesta qui: non devi eliminare il

muro. Devi aprire una porta. Eora immagina il muro dentro dite, con una porticina dalla qualepuoi uscire ed entrare. È unaparte di te che difende la tuaindividualità. Questo murodifende la tua individualità,perché è ancora debole, per ilmomento, d’accordo? Orarafforza la tua individualità. Imattoni rossi ti daranno laforza. Se diventi forte, non avraipiù paura. Nessuno potràinvaderti, hai capito? Deviprendere l’immaginario eassimilarlo. Lavorare sullasensazione. Perché le

sensazioni che avvertiamo sonocome simboli, possiamo operaredirettamente su di loro.

Una persona mi ha detto chesente di avere escrementi nelcuore e io ho risposto chel’escremento è un concime, chedeve pensare ad aggiungereterra e che qualcosa puòcrescere. Se la persona facrescere qualcosa, lasensazione cambia.

“Sento qualcosa sulle spalle,qualcosa che mi schiaccia.”Bene, cerca di sentire che cosati schiaccia. Lascialo venire.

Non difenderti, d’accordo?Cambia la sensazione. Pensache questo proviene dall’internoe va verso l’esterno. Modificati.Sai che cos’è questa cosa cheemerge dal tuo interno? Sonoali che stanno crescendo.Allora, lasciale crescere!Spingi! Spingi le ali che tipermetteranno di andare dovevuoi. Crea le tue ali e muovi letue ali. Vai dove ti pare. Verso iltuo terreno, verso il tuoterritorio, verso te stesso.Verso la tua realizzazione. È inquesto modo che si opera su unasensazione.

“Sento come una palla dipiombo nella zona del plessosolare.” Meraviglioso.Immagina che il tuo corpo sia ilforno, l’atanor, la fornacealchemica. Immagina, inun’altra incarnazione eri unalchimista. La palla di piombo èla materia prima che sitrasformerà in oro. Allora,lascia che il piombo scenda araggiungere il fuoco del ventre.Il ventre è il fuoco della GrandeOpera. Datti da fare, lascia chela palla scenda, invece didifenderti, lascia che siarroventi al fuoco della tua

sessualità, d’accordo? A poco apoco, la farai risalire dove sitrovava prima e, a mano a manoche salirà, le farai cambiarecolore, finché, divenuta dorata,arriverà al centro del petto. Epoi lasciala brillare, proiettare isuoi raggi ovunque. Falla salire.E così crei l’oro. Che cosa faraicon l’oro? Monete, denaro. Èl’accettazione del denaro neltuo petto. La negazione deldenaro si trasforma in unapalla. Hai problemi di soldi? Sì?Bene, adesso potrai fabbricareil tuo denaro. Se, facendo salirequesta palla, questo peso, ti

senti troppo materialista, fai inmodo che il denaro si trasformiin amore. Ama la creatività cheil denaro ti consente. Con lacreatività, la sensazione diangoscia sparirà.

“Sento un bruciore in testa,spine che mi si conficcano.” No,non ci chiederemo che cosasono queste spine.Semplicemente accetterai lasensazione, ma senza chiedertiil perché né che cosasignificano, perché potrebberoessere i pensieri critici che tihanno buttato addosso quandoeri bambino, cose del genere.

Penserai che questo esce dallatua testa, non che entra nellatua testa. Però devi veramentelavorare su questa sensazione.E quello che esce dalla tua testasi trasformerà in rose, perché lerose hanno le spine. E quandoimmagini di avere rose in testa,immagina che gli insetti vadanoa impollinarle. E che, con ilpolline, vadano a impollinarealtre piante in giro per il mondo.In questo modo, il tuo malesseresi trasforma in un dono per ilmondo. E poi potrai scriverepoesie, potrai fare quello chevuoi.

Dobbiamo smetterla tutti conquesto gioco del “Guarda checosa mi hai fatto” o “Tu non miami”. È una mancanza dicreatività. Non dobbiamocompiacerci nella sensazione dinon essere amati. Se avverto lasensazione di non essere amato,devo cambiare la sensazione esentirmi amato. E che cosa sipuò fare? Per cominciare, si puòsmettere di chiedere. Se smettodi chiedere, sono nellacondizione di dare e allora dirò:“Tu non mi ami, ma io ti adoro”.E invece di passare la vita airritarci e a tormentare l’altro e

a soffrire, diremo: “Basta”, e ilproblema sparirà. Io ti amo.Non voglio vivere come unavittima tutta la mia vita. No. Ioti amo e questo basta. Se tu nonmi ami, il problema è tuo, nonmio. La guarigione sta qui.Quando siamo creativi, nonsiamo concentrati nel chiederequalcosa, anzi, ce lo costruiamoda noi. Dobbiamo porre amorelà dove amore non c’è e lotroveremo. Perché se usiamol’altro come uno specchio dellanostra incapacità di amare èperché siamo andati a cercarequalcuno che non ci ama, e

questo accade perché siamo noia non riuscire ad amare. Siamoincapaci di amare, e il nostroproblema di non amare loribaltiamo sull’altro, loproiettiamo come uno specchio.Amiamo. E se amiamo, l’altro ciamerà, perché proiettiamo su dilui il nostro amore.

Cominciamo con l’amare lecose: l’arte, la gente, le nostreopere, tutto. Dedichiamoci acreare e ad amare. Perchél’altro atteggiamento porta anon fare niente, a stare sempreimmobili. La creatività, alcontrario, spinge a fare quello

che si deve fare. E quello chefai, lo proietti. E se lo proietti,lo ricevi. Tutto ciò che dai almondo, il mondo te lo dà. Tuttociò che non dai al mondo, ilmondo non te lo dà. Ènecessario liberarsi, grazie allacreatività, delle richieste.Quando ci diciamo: “Voglioavere talento”, dobbiamo dire:“Ho talento!”. Perché dovreivolere il talento, se ce l’ho?Voglio avere successo. Ma ilsuccesso ce l’ho già! Ho tuttoquello che voglio. Allora, smettodi chiedere e mi mettoall’opera. Questo è tutto! Se

voglio suonare musica, la suono.Se voglio cantare, canto. Sevoglio scrivere, scrivo. Se voglioguadagnare denaro, loguadagno. Punto e basta.

Perché accanto a noi si trovasempre la prigione che ciimpedisce di realizzarci. Papà,mamma, vero? È la maledettaproibizione che ci ha ingiunto:sii vittima, vivi come una vittimae diventa vittima. Tormental’altro. Ma questo sarebbeargomento di un altro corsomeno accelerato.

Traduzione di Luisa Cortese,Silvia Meucci

© Giangiacomo FeltrinelliEditore Milano

Prima edizione nella collana“Zoom” febbraio 2012

ISBN: 9788858850435

Tratto da Psicomagiapubblicato da Feltrinelli