Corridoi umanitari, formula he «onquista» l Europa · una ampagna puliitaria utilizzando la foto...

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Parrocchia di Monigo FOGLIETTO PARROCCHIALE a. XIX n° 5 - 4.2.18 - V ord. In internet: www.parrocchiamonigo.com - Parroco: 3472631330 Corridoi umanitari, formula che «conquista» lEuropa Arriva altri 31 siriani. Francia e Belgio ci seguo- no I profughi si ag- giungono ad altri mille già arriva dal 2016, grazie a SantEgidio, Fcei e Tavola val- dese. Le famiglie accol- te a Roma, Tren- to e Arezzo, Um- bria e Marche Luca Liverani Cè unEuropa che costruisce pon e apre le sue fronere a chi fugge dalla guerra. È quella dei paesi in cui si sta diffondendo il contagio posi- vo dei corridoi umanitari: martedì mana un gruppo di 31 siriani è arrivato a Roma, il giorno prima 40 a Parigi, la prossima semana arrive- ranno a Bruxelles, prossimamente anche ad An- dorra, il microstato sui Pirenei. Il modello di accoglienza inventato e gesto ecu- menicamente da Comunità di SantEgidio, Fede- razione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e Tavola Valdese sta dimostrando che è possibile unalternava sicura ai viaggi della disperazione. Ieri mana allaeroporto di Fiumicino sono aerrate con un volo Alitalia famiglie di profughi siriani, seleziona tra i casi più vulnerabili dai vo- lontari delloperazione Colomba dellAssociazio- ne Papa Giovanni XXIII che vivono con loro nelle baracche dei campi in Libano. Fuggi da Homs, Damasco, Aleppo, ques 31 si aggiungono ai mille arriva in due anni, dal 4 febbraio 2016, primo gruppo che inaugura l ac- cordo rinnovato con i ministeri dell Interno e de- gli Esteri per altri mille. A farsi carico, anche economicamente, dellacco- glienza e dellintegrazione saranno anche stavol- ta parrocchie, famiglie, associazioni. Le famiglie da Fiumicino sono sta smistate a Roma, Trento, in provincia di Arezzo, in Umbria e Marche. A dare il benvenuto ai siriani, di cui 16 minoren- ni, sono il presidente della Comunità di SantEgi- dio Marco Impagliazzo, il presidente della Fcei, pastore Luca Ma- ria Negro, il vice- ministro degli Esteri Mario Giro, il soosegretario Vincenzo Amen- dola. Il gruppo dei bambini entra sventolando ban- dierine tricolore, al grido «Viva lI- talia». «I corridoi umanitari sono un modello che fun- ziona bene, nato da unidea e dalla volontà di ri- spondere, in maniera ragionevole ed efficace, al dramma della guerra», dice il viceministro Mario Giro. «Questa è la bella polica che si occupa dei pro- blemi e del bene comune delle persone - dice Marco Impagliazzo - e dobbiamo ricordare che in Siria la guerra non è finita». Parlando dei pre- ceden arrivi, Impagliazzo soolinea come «lintegrazione nella società italiana, distribuita su tuo il territorio tra famiglie, parrocchie, as- sociazioni, funziona bene». Dei cinque figli di una famiglia arrivata ieri uno, affeo da una malaa rara, è stato portato allOspedale pediatrico Bambino Gesù. Una vol- ta stabilizzato,andrà con fratelli e genitori a Tren- to, accolto dal Centro Astalli. Il capoluogo tren- no ospita già mol siriani grazie alla collabora- zione tra Diocesi e Provincia autonoma. Unaltra bambina, arrivata con la mamma e un fratello, dovrà essere presto operata al cuore per una malformazione geneca. Poi cè Wesam Jahjah, druso, 35 anni, a Fiumici- no per accogliere il fratello Nawras, la sorella Ke- fah e la mamma Salwa. Wesam è stato salvato dalla Guardia Cosera due anni fa: «Sono passa-

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Parrocchia di Monigo FOGLIETTO PARROCCHIALE a. XIX n° 5 - 4.2.18 - V ord.

In internet: www.parrocchiamonigo.com - Parroco: 3472631330

Corridoi umanitari, formula che «conquista» l’Europa

Arrivati altri 31 siriani. Francia e Belgio ci seguo-no

I profughi si ag-giungono ad altri mille già arrivati dal 2016, grazie a Sant’Egidio, Fcei e Tavola val-dese.

Le famiglie accol-te a Roma, Tren-to e Arezzo, Um-bria e Marche

Luca Liverani

C’è un’Europa che costruisce ponti e apre le sue frontiere a chi fugge dalla guerra. È quella dei paesi in cui si sta diffondendo il contagio positi-vo dei corridoi umanitari: martedì mattina un gruppo di 31 siriani è arrivato a Roma, il giorno prima 40 a Parigi, la prossima settimana arrive-ranno a Bruxelles, prossimamente anche ad An-dorra, il microstato sui Pirenei.

Il modello di accoglienza inventato e gestito ecu-menicamente da Comunità di Sant’Egidio, Fede-razione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e Tavola Valdese sta dimostrando che è possibile un’alternativa sicura ai viaggi della disperazione.

Ieri mattina all’aeroporto di Fiumicino sono atterrate con un volo Alitalia famiglie di profughi siriani, selezionati tra i casi più vulnerabili dai vo-lontari dell’operazione Colomba dell’Associazio-ne Papa Giovanni XXIII che vivono con loro nelle baracche dei campi in Libano. Fuggiti da Homs, Damasco, Aleppo, questi 31 si aggiungono ai mille arrivati in due anni, dal 4 febbraio 2016, primo gruppo che inaugura l’ac-cordo rinnovato con i ministeri dell’Interno e de-gli Esteri per altri mille. A farsi carico, anche economicamente, dell’acco-glienza e dell’integrazione saranno anche stavol-ta parrocchie, famiglie, associazioni. Le famiglie

da Fiumicino sono stati smistate a Roma, Trento, in provincia di Arezzo, in Umbria e Marche.

A dare il benvenuto ai siriani, di cui 16 minoren-ni, sono il presidente della Comunità di Sant’Egi-dio Marco Impagliazzo, il presidente della Fcei,

pastore Luca Ma-ria Negro, il vice-ministro degli Esteri Mario Giro, il sottosegretario Vincenzo Amen-dola. Il gruppo dei bambini entra sventolando ban-dierine tricolore, al grido «Viva l’I-

talia».

«I corridoi umanitari sono un modello che fun-ziona bene, nato da un’idea e dalla volontà di ri-spondere, in maniera ragionevole ed efficace, al dramma della guerra», dice il viceministro Mario Giro.

«Questa è la bella politica che si occupa dei pro-blemi e del bene comune delle persone - dice Marco Impagliazzo - e dobbiamo ricordare che in Siria la guerra non è finita». Parlando dei pre-cedenti arrivi, Impagliazzo sottolinea come «l’integrazione nella società italiana, distribuita su tutto il territorio tra famiglie, parrocchie, as-sociazioni, funziona bene».

Dei cinque figli di una famiglia arrivata ieri uno, affetto da una malattia rara, è stato portato all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Una vol-ta stabilizzato,andrà con fratelli e genitori a Tren-to, accolto dal Centro Astalli. Il capoluogo trenti-no ospita già molti siriani grazie alla collabora-zione tra Diocesi e Provincia autonoma. Un’altra bambina, arrivata con la mamma e un fratello, dovrà essere presto operata al cuore per una malformazione genetica.

Poi c’è Wesam Jahjah, druso, 35 anni, a Fiumici-no per accogliere il fratello Nawras, la sorella Ke-fah e la mamma Salwa. Wesam è stato salvato dalla Guardia Costiera due anni fa: «Sono passa-

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to attraverso Sudan, Egitto, Libia e poi dieci gior-ni in mare», racconta in un ottimo italiano. Ora lavora come programmatore informatico. Vive a Montevarchi, in una casa famiglia della Caritas di Fiesole. Dopo il ricongiungimento con la sua fa-miglia, vuole realizzare un altro sogno: Incontra-re gli uomini della Guardia Costiera che mi han-no salvato, il 10 settembre 2014, ul pattugliatore Fiorillo 904».

Strasburgo: «È lecito usare Gesù e Maria in una pubblicità»

La Corte dei diritti umani ribalta la sentenza di un tribunale lituano che aveva multato gli spot di una azienda tessile: «Limita la libertà di espressio-ne».

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha legittimato l’uso di sim-boli religiosi nelle pubblicità, e condannato la Li-tuania per aver multato un’azienda che si è ser-vita di Gesù e Maria su manifesti pubblicitari ap-pesi e diffusi in rete per vendere vestiti.

Per i giudici di Strasburgo la multa inflitta per aver «offeso la morale pubblica » ha violato la libertà d’espressione dell’azienda.

I fatti risalgono al 2012 quando una società litua-na, la Sekmadienis Ltd che produce vestiti, lanciò una campagna pubblicitaria utilizzando la foto di un uomo e una donna con l’aureola, lui in jeans e tatuato, lei con un vestito bianco e una collana di perline, accompagnati dalle frasi «Gesù, che pantaloni!», «Cara Maria, che vestito!» e «Gesù e Maria, cosa indossate!».

Le pubblicità suscitarono una serie di proteste inviate all’Agenzia nazionale per la difesa dei di-ritti dei consumatori che dopo aver segnalato il caso all’Agenzia di concessione della pubblicità e alla Conferenza episcopale lituana, concluse che le pubblicità non rispettavano la religione ed

erano una violazione della morale pubblica. All’azienda fu imposto una multa di 580 euro. Ora, secondo la Corte di Strasburgo, la multa in-flitta alla Sekmadienis Ltd rappresenta «un’interferenza con i diritti di libertà d’espres-sione» del marchio.

Secondo i tribunali lituani, l’uso dei simboli di Gesù e Maria è stato «inappropriato» e ha «distorto il loro significato », dopo che il gover-no lituano ha parlato della necessità di difendere la morale cristiana e condivisa da una parte so-stanziale della popolazione. Per la Corte queste rilevazioni sono «vaghe e insufficienti per spie-gare perché il riferimento ai simboli religiosi nel-le pubblicità sia offensivo, se non per il fatto che

lo scopo non sia religioso ».

Inoltre, per i giudici, le immagini «non sembrano gratuitamente offensive o profane».

Commento: Quelle immagini non sembrano offensive o profane per chi ritiene Ge-

sù un personaggio da favola come Cappuccetto ros-so.

I giudici vanno ben oltre i confini del loro mestiere e si arrogano il diritto di giudicare cos’è offensivo o meno per la fede cristiana.

La sentenza infatti afferma che la fede in Cristo non è una cosa tanto seria da poter essere offesa da un suo uso a fini commerciali e quindi banalissimo.

Non avrebbero sentenziato allo stesso modo se per pubblicizzare uno slip da uomo o un costume da ba-gno per donna e così via avessero usato la bandiera italiana o francese o tedesca. Tanto meno se la pub-blicità di un materasso avesse evocato le baracche di Birkenau. Evidentemente, bandiere e campi di sterminio sono considerate ‘cose serie’ Gesù Cristo no.

Si tratta dunque di una sentenza sulla rilevanza morale della fede cristiana e quindi sulla dignità di coloro che professano la fede in Cristo. L’Europa è ancora cristiana quel tanto che basta per banalizzare le sue stesse radici cristiane.

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Convegno nazionale degli Assi-stenti di Ac-Fuci-Meic-Mieac:

per un’Azione cattolica più missionaria e po-polare

Antonella Porzi

«Un’Azione cattolica più missionaria e popola-re». È questo l’appello lanciato ieri da Matteo Truffelli, presidente di Ac, durante il convegno nazionale degli Assistenti di Ac-Fuci-Meic-Mieac dal titolo 'Memoria del futuro.

Da 150 anni il prete a servizio dell’Ac'. Un mes-saggio quello di Truffelli che trae origine dal di-scorso che papa Francesco ha rivolto, il 27 aprile scorso, ai partecipanti al congresso del Forum internazionale dell’Azione cattolica nel quale il Pontefice ha evidenziato che «la missione non è un compito tra i tanti nell’Azione cattolica, è “il”compito ». Proprio partendo da questo richiamo il presiden-te nazionale di Ac ha tracciato il profilo dell’asso-ciazione così come designato dal Papa e di esso ha approfondito i molti aspetti che ne emergono agli assistenti regionali, diocesani e parrocchiali di Ac, Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana) Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale. «Alla presidenza nazionale – ha precisato Truffel-li – spetta il compito di indicare le posizioni di marcia, mentre a ciascuna associazio-ne diocesana e parrocchiale spetta leggere il proprio contenuto per capire come starci den-tro». Il presidente prima di indicare quali sono gli aspetti necessari per essere un’Azione cattoli-ca più missionaria ha presentato il progetto 'Al veder la Stella', che ogni mese porterà a Betlem-me – è stato spiegato – un piccolo gruppo di per-sone per aiutare e servire «i più deboli tra i de-boli, i piccoli che vengono ospitati in un centro

che accoglie bambini e ragazzi con disabilità gra-vi, molto spesso rifiutati o abbandonati per ne-cessità dalle loro famiglie, le quali a loro volta vi-

vono in condizioni difficilissime, di-menticate dal mondo, chiuse al di là di un muro». «Dentro questa esperienza – ha sottolineato – ci sono tanti tratti. Il senso dell’anda-re, del mettersi in strada, dell’anda-re ad abitare in casa d’altri, il desi-derio di accorciare le distanze tra sè e la vita delle persone, tra la

Chiesa e gli altri.

Un’Azione cattolica più missionaria e popolare – ha poi proseguito – è anche un’Azione cattolica che cerca strade nuove per raggiungere le perso-ne, un’Azione cattolica audace e creativa che non “balcona”, quindi che non ha paura e non rimane immobile per paura di fare un passo fal-so, che non si cristallizza nelle cose, che fa bene perché le fa da tanto tempo, ma scommette su se stessa e prende coraggio. È un’Azione cattolica – ha aggiunto – che non si accontenta di chi c’è già, un’Azione cattolica non solo di cervello, ma di cuore e di stomaco, un’As-sociazione cattolica di gente che va e sperimenta la bellezza di essere popolo, un’Azione cattolica che sa eccedere in accoglienza gratuita per tutti, un’Azione cattolica capace di costruire alleanze con altri». Riferendosi al 150° anniversario di vita Truffelli ha invece sottolineato che «fare memoria della nostra storia non serve per metterla su una ve-trina, ma per capire come cambiarla e per cam-biare noi stessi per essere altrettanto adeguati a quella figura. Oggi dobbiamo fare questo esercizio per essere all’altezza della nostra storia come ci ha detto il Santo Padre. Prendere un punto di riferimento che non può che essere l’Evangelii gaudium e il magistero di papa Francesco». Alla celebrazione eucaristica sono seguiti i labo-ratori e in serata l’incontro presso il santuario della Spogliazione con il vescovo di Assisi-Nocera Umbra- Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino che ha spiegato il significato profon-do di questo luogo da dove è iniziata la nuova vita di Francesco.

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Giorno Ore Intenzioni S. Messe defunti

Sabato 3 18.30

Durante Guido, Teresa e Donatella e fam.; Albino, Clelia e def. Buso; Rossi Gino e fam; Pozzobon Afra; Basei Cirilla e Trentin Alfonso; Vanin Maria; Luigi e Attilio Mestri-naro;

Domenica

4

8.00 S. Anna

Onorio, Carlo, Ines e Amalia Pozzobon; Condotta Emma e Cendron Antonio; Cen-dron Luca;

9.00 Carniato Rolando;

11.00 Guerra Antonio e Zanetti Anna; Anita e Guido Renosto e Andrea Pavanetto; Villanova Emilia, Trevisan Augusto;

Martedì 6 9.00

Mercoledì 7 Funerale Pavan Patrizia

Giovedì 8 18.30 Liberali Rino, Mariarosa e Fam. Vianello;

Venerdì 9 18.30

Sabato 10 18.30 Bucciol Giuseppe e Carniato Eufemia; Vernier Alessandro; Elena Mondolfo; Pozzo-bon Afra; Pillon Francesca e Mario; Cazzaro Maria Luisa;

Domenica

11

8.00 S. Anna Cendron Andrea, Anastasia, Angelo e Caterina;

9.00

11.00 Battesimi: Tommaso Zoccarato di Paolo e Martina Carraretto;

Arianna Guerra di Andrea e Valentina Caldato;

è riuscita molto bene, grazie all’impegno di tutti. Ho visto una sensibilità diffu-sa sulla necessità, oggi, di saper “fare gruppo” anche nelle nostre parrocchie.

Ovviamente al centro del gruppo c’è Gesù e il sacramento dell’Eucaristia.

Abbiamo ancora mol-ta strada da fare per sentire e vivere la centra-lità di Gesù e dell’Eucari-stia nelle nostre parrocchie. Le attività che facciamo in par-rocchia—dall’ACR alle sagre—hanno come fine l’incontro dei bambini, dei genitori, dei giovani, delle famiglie con Gesù.

Possiamo portare a Gesù se noi per primi frequen-tiamo la Messa e se matura in noi il bisogno del contatto con la Parola e con l’Eucaristia. Gli educa-tori e i catechisti, anzitutto, ma anche coloro che svolgono attività pratiche come la sagra, abbiamo

bisogno di ritrovare una Messa che ci faccia sentire uniti e ci dia forza ed energia per la nostra vita e la testimonianza cristiana.

Le “feste della comunità” potranno essere un momento dovere riscoprire la forza

che viene dall’essere uniti attorno all’altare di Gesù.

Avvisi

Raccolta viveri

Del gruppo missionario Mato Grosso

Sabato 10 febbraio

Mercoledì 7 ore 20.30 incontro battesi-mi

Venerdì 9 ore 20.45 incontro catechiste