CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA ... - Società Filarmonia · Si può dire che la Traviata di...

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Musica di GIUSEPPE VERDI CARRO DI TESPI - Circuito 2010 Si ringrazia per la gentile collaborazione il tenore Beniamino Prior CON L’ADESIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA ORCHESTRA DELLA SOCIETÀ FILARMONIA FVG BALLET COMPANY LA TRAVIATA OPERA LIRICA IN PIAZZA OPERA IN TRE ATTI LIBRETTO DI FRANCESCO MARIA PIAVE

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Musica diGIUSEPPE VERDI

CARRO DI TESPI - Circuito 2010

Si ringrazia per la gentile collaborazione il tenore Beniamino Prior

CON L’ADESIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIAORCHESTRA DELLA SOCIETÀ FILARMONIA

FVG BALLET COMPANY

LA TRAVIATAOPERA LIRICA IN PIAZZA

OPERA IN TRE ATTI LIBRETTO DI FRANCESCO MARIA PIAVE

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Si può dire che la Traviata di Giuseppe Verdi rappresenti l’operaper antonomasia.

E’, infatti, quella il cui titolo è il primo che viene alla mente anchea coloro che non frequentano abitualmente la lirica, o addirittu-ra non la conoscono affatto. Questo vuol dire che la storia diVioletta, e soprattutto, la musica immortale che la racconta, sonoormai entrate nell’immaginario popolare e costituiscono unpatrimonio culturale irrinunciabile non soltanto per il nostroPaese, ma per ognuno di noi. Forse dipende dal fatto che la suastoria ha da sempre affascinato gli spettatori di tutte le età pro-prio per il su leit motiv: Violetta Valéry, brillante donna monda-na parigina, che partecipa a tutte le feste del bel mondo, è un po’il simbolo di un’epoca, è cioè una dama delle camelie, trasforma-ta in Traviata da Verdi. Ella è giovane e bella, ma è destinata -irrimediabilmente come tutte le eroine romantiche - ad una finetragica seppur per amore. Nella stessa direzione il successo diquest’opera lo si può attribuire allo stesso motore narrativo delmelodramma e cioè l'eterno conflitto tra destino e desideri.Nella "Traviata" il desiderio di Violetta è l'amore, il destino è l'es-sere cortigiana. Violetta è realmente esistita, anche se con unnome diverso. La bella dama aveva il vezzo di appuntarsi unacamelia sul vestito. Violetta identifica un personaggio ambiguo,un riuscito incrocio tra volgarità e raffinatezza. Un’ombra tutta-via oscura la vita di quest’affascinante personaggio senza tempo:Violetta, proprio durante una delle feste che è solita organizzaresi sente male a causa di una grave malattia che la sta torturando,la tisi, e si congeda dagli ospiti per superare la crisi. Durante lasuddetta festa conosce, tramite un amico, il giovane Alfredo, chela soccorre e svela di esserne innamorato da lungo tempo. I duedanzano insieme e promettono di rivedersi, ma alla fine delballo, la frivola Violetta si accorge di una cosa per lei incredibile:crede di essersi innamorata. Lascia così il suo amante abituale efugge con Alfredo dalla città, vivendo con lui giorni felici in unanuova casa in campagna. Ma le condizioni economiche diVioletta non sono delle migliori ed il padre di Alfredo, GiorgioGermont si reca a casa sua per accusarla di aver condotto il figlioalla miseria, lei nega ma è impossibile risolvere la situazione inquanto dietro al malcontento di Giorgio si celano ben altre moti-vazioni. Giorgio infatti vuole separare la coppia perchè lo scan-dalo della loro unione impedisce ad un’altra sua figlia di contrar-re matrimonio. A questo punto Violetta accetta di sacrificarsi elascia un biglietto di addio ad Alfredo dove lascia intendere cheriprenderà la sua precedente vita mondana; inizia così a fre-quentare di nuovo il suo vecchio amante, mentre Alfredo, che èignaro di quello che è successo tra lei e il padre, la incontra dinuovo ad una festa. L’amante abbandonato viene colto dalla rab-bia e dalla gelosia ed il loro rapporto sembra incrinarsi definiti-vamente quando Alfredo offende pubblicamente Violetta trat-L

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TA tandola da prostituta. Nel frattempo le condizioni di salute di

Violetta peggiorano sempre di più e Giorgio, finalmente pentito,decide appena in tempo di raccontare la verità al figlio. Alfredoriesce a raggiungere l’amata poco prima della morte, anche il vec-chio Germont accorre al capezzale della donna per ottenere il per-dono. Violetta muore tra le braccia di Alfredo.

Passando alla sua concreta scrittura e messa in scena La Traviatafu concepita nel 1852, lo stesso anno che la sceneggiatura diDumas La Dame aux Camélias fu rappresentata al Vaudeville diParigi. A luglio dello stesso anno, Verdi non aveva ancora decisosu che libretto comporre l’opera commissionatagli dalla Fenice diVenezia. In una lettera, Verdi scrisse a Marzari, direttore dellaFenice: “Se ci fosse una prima donna a Venezia, non avrei nessunproblema a trovare un soggetto adatto a lei, uno che non potreb-be fallire, ma vista la situazione presente, dovremmo adattarci inun modo o l’altro.” Verdi trovò il suo soggetto “semplice e pienod’amore”, come lo descrisse in un’altra occasione, in MargueriteGautier, l’eroina di Dumas. Francesco Maria Piave scrisse il libret-to e Verdi compose l’opera a Busseto e a Roma nell’inverno del1852-53. Durante la composizione Verdi ricevette delle bruttenotizie da Parigi su Fanny Salvini-Donatelli, il soprano scelto peril ruolo della protagonista. Il compositore si recò a Venezia pron-to al peggio. Verdi risiedeva all’Hotel Europa sul Gran Canale. Leprove cominciarono l’ultima settimana di febbraio ed il composi-tore era molto preoccupato dai cantanti: non capivano la musicae la storia, ignoravano le sue istruzioni e parevano disinteressatinel lavoro. La prima rappresentazione ebbe luogo il 6 marzo 1853.Il 7 e il 9 Verdi scrisse le seguenti lettere: Al segretario-pupillo Emanuele Muzio: “La Traviata ieri notte, unfiasco. È colpa mia o dei cantanti? Si vedrà.” A Ricordi, il suo edi-tore: “Mi dispiace doverti dare queste brutte notizie, ma nonposso celare la verità. La Traviata è un fiasco. Ne troveremo lacausa. Questo è quanto. Addio, addio.” A Luccardi, scultoreromano: “È un fiasco! Un puro fiasco! Non so di chi sia la colpa,meglio non parlarne. Non dirò niente della musica e permettimidi non dire niente sui cantanti. Dai queste notizie a Jacovacciimpresario del Teatro Apollo a Roma e digli che questa è la miarisposta alla sua ultima lettera nella quale mi chiedeva notizie suqualcuno del cast.”

Per più di un secolo, si accettarono i commenti di Verdi come sefossero l’unica verità, ma i dati che seguono provano il contrario.Immediatamente dopo il preludio al primo atto, il pubblico iniziòa reclamare Verdi, che dovette inchinarsi e ringraziare il pubblicoanche prima del rialzo del sipario. Fu poi richiamato dopo il duet-to Alfredo-Violetta e “non so quante altre volte, da solo e con laprima donna alla fine del primo atto” così scrisse il famoso criti-co veneziano Tommaso Locatelli, ricensore de La Gazzetta Uffiziale

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TA di Venezia. In quanto a Salvini, che Verdi non apprezzò totalmen-

te, si scrisse: “Entusiasmò il pubblico che la annaffiò di applausi”. La recensione continua: “La musica è magnificamente suonatadall’orchestra, così tanto che il preludio al terzo atto ricevetteun’ondata di applausi unanimi...il pubblico fu sottomesso allemelodie più deliziose che si siano sentite da tempo...chiunquenon veda la bellezza di Un dì, quando le venerì; chiunque non fosseemozionato da Piangi, non suonato né cantato, bensì parlato dal-l’orchestra; chiunque non sentì il cuore tremare quando udì Pietà,gran Dio, di me; chiunque non fu emozionato da questi momenti,non ha nessun diritto di parlare di musica.” Il critico nota ancheil seguente: “Vi è bisogno di tre cose nell’arte musicale: voce,voce, e voce. Verdi ha creato una cosa splendida, e purtroppo nonha trovato degli artisti che capiscono o possono rappresentare ciòche lui ha creato. Ieri sera il signor Verdi ebbe la sfortuna di man-care delle tre cose menzionate, e tutti i pezzi non cantati daMadame Salvini-Donatelli mancarono di panache.” Alcuni pezziper il tenore e baritono furono inferiori al resto. Di Provenza il marfu cantato nella versione originale e fu dunque troppo lunga. Iltenore non aveva la voce per l’aria molto difficile all’inizio delsecondo atto. A parte questi pochi momenti, dove il pubblicorimase un po’ freddo, le rappresentazioni non furono così male.Niente fischi, né lamentele. Infatti La Traviata fu rappresentatadieci volte nella stessa stagione alla Fenice, sole quattro di menodi Rigoletto nel 1851.

Probabilmente Verdi registrò un fiasco personale, non concordan-te con la reazione del pubblico. In effetti è possibile che il compo-sitore stesse tentando qualcosa di totalmente nuovo, in quantomusica e storia, con La Traviata e la rappresentazione non azzec-cata poteva essere un fallimento personale per Verdi. Il fatto chele sue intenzioni non fossero state realizzate poteva aver lasciatoil compositore perplesso, chiedendosi se fosse colpa sua o deimusicisti. In quanto alla storia dei costumi e del fondo de La Traviata, peranni critici e musicologi sono stati convinti che fossero troppocontemporanei per i gusti dell’epoca. In realtà, i fondi ed i costu-mi alla Fenice erano dell’epoca di Luigi XIV, e disegnati dal famo-so Bertoja, come lo dimostrano le locandine ed i giornali dell’epo-ca. Quando fu rappresentata al Teatro Gallo, si utilizzarono glistessi costumi e gli stessi fondi. Quando La Traviata arrivò aMilano il 10 settembre 1856, fu rappresentata al TeatroCanobbiana, di nuovo in decoro Luigi XIV. Gli uomini erano inparrucche a boccoli, con sete blu e rosse, broccati d’oro e collettidi pizzo, calze bianche di seta, calzoni alla zuava e scarpe contanto di cinghia e nappa. Violetta ed Annine erano forse legger-mente più moderne, con vestiti del diciottesimo secolo, anche seil vestito da ballo di Violetta era di un’epoca anteriore. Com’èpossibile allora che si venne a credere che i costumi ed i fondi fos-

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TA sero contemporanei? La risposta è semplice: lo storico francese

Arthur Pougin, uno dei primi biografi di Verdi, commise l’erroreoriginale, scrivendo “Con costumi moderni, così freddi, tristi emonotoni”. Altri scrittori, troppo pigri o fiduciosi dell’infallibili-tà di Pougin, riscrissero la stessa frase e l’errore si perpetuò nellastoria.In conclusione a questo discorso si può dunque affermare che èsempre un piacere ed anche un rischio calcolato interpretare ungrande classico come La Traviata di Giuseppe Verdi. Violetta è unpersonaggio femminile grandioso e ingombrante eppure ognivolta che La Traviata viene messa in scena dopo quel sei marzodel 1853 non smette di commuoverci con la sua delicatezza. LaTraviata è un personaggio così importante che Verdi stesso siprese cura per la prima di scegliere una cantante adatta ad ruolomolto difficile ed è perciò una sfida per l’interprete femminileavere il ruolo amato e problematico della protagonista, unadonna la cui storia d’amore soccombe al perbenismo borghesedella società parigina di metà Ottocento. Ecco infine alcune curio-sità specificatamente musicali che potranno attirare l’interessedegli appassionati:

In fondo alla cabaletta Sempre libera degg'io, alcuni soprani, comeMaria Callas, Natalie Dessay, Irina Lungu, Mariella Devia, SumiJo, inseriscono un mi bemolle sovracuto che Verdi non scrisse.Negli ultimi anni numerosi registi hanno deciso di rappresentareLa traviata in chiave moderna. Al festival di Salisburgo ha otte-nuto uno strepitoso successo la rappresentazione di Brian Large,con interpreti del calibro di Anna Netrebko, Rolando Villazón eThomas Hampson.

Minor successo ha avuto invece all'Arena di Verona il riuscitoallestimento del 2004 di Graham Vick con Mariella Devia nelruolo della protagonista. All'inizio del primo atto si apriva uncuore di plastica che copriva la visuale agli spettatori del settoreF, e questo fatto ha costretto l'Arena ad annullare i biglietti delsuddetto settore. L'allestimento in chiave moderna non è piaciu-to all'Arena, che lo ha ripetutamente fischiato durante l'opera.L'allestimento è stato replicato nel 2007 (con la soprano albaneseInva Mula nel ruolo di Violetta), ottenendo più successo del 2004.

Valentina Coluccia

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TA LA TRAMA

Atto primo

A Parigi, nella lussuosa casa di Violetta Valéry, «cortigiana» dialto bordo, è in corso l’ennesima festa. Vi partecipano i solitimondani aristocratici, le loro ‘signore’, qualche dama di dubbianobiltà e moralità. È un tripudio di chiacchiere, di risate e dimusica. Tra i presenti, per la prima volta e piuttosto a disagio, c’èil giovane Alfredo Germont: ha chiesto all’amico Gastone di veni-re introdotto, perché da qualche tempo è segretamente innamora-to della padrona di casa. Costei si è accorta delle attenzioni delgiovane, dei suoi complimenti così per bene, e vi risponde scher-nendosi ironicamente. Gastone propone un brindisi e invitaAlfredo a formularlo («Libiam nei lieti calici»). Rivolto a tutta lacompagnia, in realtà il brindisi diventa un duetto di sottintesi trail giovane e Violetta: «La vita è nel tripudio» inneggia lei,«Quando non s’ami ancora» risponde lui. Intanto nell’attiguosalone si aprono le danze e tutti vi si dirigono, eccetto Violettacostretta ad arrestarsi per un violento colpo di tosse; per assister-la resta con lei Alfredo. Così rimangono soli e le profferte del gio-vane si fanno più serrate («Un dì felice, eterea»), mentre dall’altrasala giunge attutito il suono di un valzer. La donna da parte suaribadisce di esser disposta solo all’amicizia. Il colloquio è inter-rotto da Gastone, rientrato a vedere che cosa i due stiano facen-do. Ottenuto un appuntamento per il giorno dopo, Alfredo se neva, mentre Violetta rimasta sola medita, turbata, sulle sue paroled’amore: forse, pensa, è arrivato anche per lei il momento di un amorevero e reciproco («È strano!...»… «Ah, forse è lui che l’anima»). Poi,come timorosa di illudersi troppo, riafferma la sua indipendenza daogni legame, la dedizione alla libertà e ai piaceri dei sensi («Follie!...follie!... delirio vano è questo!...»…«Sempre libera degg’io»).

Atto secondo

Siamo in una casa di campagna nei dintorni di Parigi. EntraAlfredo, depone il fucile da caccia e canta la sua gioia per i tremesi sereni trascorsi finora con l’amata Violetta («Lunge da leiper me non v’ha diletto!»...«Dei miei bollenti spiriti»). Ma subitola sua felicità s’incrina, quando scorge la domestica Annina rien-trare da Parigi e viene a sapere che è stata mandata dalla signoraa vendere cavalli, cocchi e quant’altro lei possieda: la coppia staspendendo troppo, e d’altra parte lei voleva nascondergli le suedifficoltà economiche. Resosi conto della situazione («O miorimorso, o infamia»), Alfredo decide di correre in città per cerca-re i soldi. Intanto sopraggiunge Violetta. È tranquilla e felice, aprela posta che le arriva da Parigi; sorride agli inviti dei vecchi amiciche la reclamano a feste che a lei ormai non interessano più,quando le annunciano l’arrivo di un signore. È il padre di

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Alfredo, Giorgio Germont. Costui prima l’accusa di rovinare eco-nomicamente il figlio; poi, quando Violetta gli mostra, documen-ti alla mano, che è lei che si sta rovinando, cambia il tono recrimi-natorio in rammarico e le dice di avere una figlia in procinto disposarsi («Pura siccome un angelo»), ma il futuro genero ha deci-so di lasciarla se Alfredo non interrompe il vergognoso rapporto.Violetta cerca un compromesso, come allontanarsi dall’amato perun po’ di tempo, ma Germont insiste: dovrà lasciarlo per sempre.La donna allora esterna tutta la forza del suo sentimento («Nonsapete quale affetto») e gli dice che preferirebbe morire. Ma il vec-chio ipocrita finisce col convincerla insinuandole che l’amore èlegato alla bellezza («Un dì, quando le veneri»), che cede prestoalle prime rughe e alla noia. A questa possibile verità, la donnachina il capo («Dite alla giovane»): farà credere all’amato di nonpoter lasciare la vita di prima. Chiede soltanto una grazia al geni-tore («Morrò!... la mia memoria»): che un giorno Alfredo, quandolei sarà morta, conosca la verità. Ormai sola, Violetta comincia ascrivere la lettera che la condannerà, ma vie ne interrotta dal rien-tro di Alfredo. Egli le chiede che cosa stia scrivendo e a chi, ma èturbato perché ha saputo dell’arrivo del padre. Violetta è sconvol-ta, parla e piange, poi esplode in un urlo d’amore («Amami,Alfredo») e corre in giardino. Poco dopo ad Alfredo viene recapi-tata una lettera, quella di Violetta; la legge e, disperato, si abban-dona nelle braccia del padre rimasto nei pressi. Germont tenta diconvincere il figlio a tornare a casa («Di Provenza il mar, il suol»).Ma questi lo respinge, non lo ascolta, pensa a un probabile rivale(il barone Douphol), fugge a precipizio per raggiungere la donnae vendicarsi dell’abbandono.Siamo ora nel palazzo di Flora, l’amica di Violetta, nel pieno diuna festa in maschera. Ci sono signore vestite da zingare («Noisiamo zingarelle») e signori, tra cui Gastone, abbigliati da toreri(«Di Madride noi siam mattadori»). E tutti sanno già che i dueamanti rifugiatisi in campagna si sono separati. Tuttavia l’arrivoalla festa di Alfredo coglie di sorpresa i presenti. Poco dopo arri-va anche Violetta, al braccio di Douphol. L’incontro è imbaraz-zante, la tensione è estrema. Alfredo vince al gioco tutti, perfinoil suo rivale barone. Viene annunciata la cena e i convitati si reca-no in sala da pranzo. Violetta chiama in disparte Alfredo, cerca digiustificare il suo comportamento ma, per non svelare la tramapaterna, è costretta a mentire, a dichiarare che ama il barone.Infuriato, il giovane invita tutti gli altri ad ascoltarlo e alla loropresenza denuncia la donna («Ogni suo aver tal femmina»), get-tandole ai piedi con disprezzo una borsa di denari. Per un gestocosì volgare unanime è la riprovazione («Oh, infamia orribile»), acui si unisce quella del padre Germont entrato appena in tempoper assistere alla scena («Di sprezzo degno se stesso rende»).L’atto termina con un concertato che assomma la condanna deiconvitati alla disperazione di Violetta e al rimorso di Alfredo.

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Atto terzo

Siamo ai momenti estremi della sventurata giovane; la tubercolo-si ormai, come dirà il medico ad Annina, non le accorda chepoche ore. In scena infatti, accanto a lei, vigila la fedele domesti-ca; in seguito arriva il dottore, a chiedere come la malata abbiapassato la notte. Fuori il carnevale impazza, si sentono i canti e ledanze. Violetta si consola leggendo e rileggendo la lettera ricevu-ta da Germont, che la informa del duello tra il barone e suo figlio,in cui il primo è rimasto ferito ma lievemente; inoltre le scrive cheAlfredo sa ora la verità sul suo sacrificio e che dall’estero sta tor-nando precipitosamente da lei. E lei aspetta tra speranza, timoree la consapevolezza che ormai è troppo tardi («Addio del passa-to»). Torna Annina in grande agitazione, e non fa a tempo adannunciarle l’arrivo dell’amante che lui entra e l’abbraccia. Allacommozione e alla gioia segue un duetto di illuso ottimismo(«Parigi, o cara»).Violetta vorrebbe alzarsi e partire subito, ma le forzela tradiscono e ricade sul canapè («Gran Dio!... morir sì giovane»), trail dolore e la costernazione di Alfredo. Sopraggiunge anche Germont,pieno di rimorsi. «Oimè, tardi giungeste!» gli mormora l’infelice. PoiVioletta lascia nelle mani dell’amato un suo ritratto dei tempi miglio-ri («Prendi, quest’è l’immagine»). Per un attimo sembra riprendersi;invece muore tra le braccia dei suo i cari.

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Per quanto riguarda la scenografia prevarranno grandi tele dipinte che caratterizzano gliinterni della casa di Violetta, della casa di campagna e di quella di Flora, con messaggi ico-nografici motivati. I dipinti simuleranno un'ambientazione degli anni Trenta dell'Ottocentofrancese; pertanto, filologicamente si riferiranno al Romanticismo d'oltralpe ed, in partico-lar modo, al contributo letterario di Alexandre Dumas figlio, autore del romanzo breve inti-tolato "La signora delle camelie", punto di partenza dell'elaborazione musicale.Il primo atto verterà sulla dimora di Violetta, caratterizzato da grandi tele che suggellano ilmomentaneo successo in società della protagonista, rappresentanti figure femminili trattedalla contemporaneità ottocentesca, dalla tradizione mitologica antica e da qualche sogget-to esotico (come ad esempio le odalische). Sullo sfondo si noterà una grande veranda chelascia intravedere una Parigi notturna, evocata da uno skyline di tetti e camini. Nel secon-do atto, la prima parte dello stesso prevede un interno di casa di campagna, con tele dai sog-getti consoni all'ambiente (paesaggi naturali, scene di caccia...) ed una veranda sullo sfondoprospiciente un giardino ed un bosco dalle caratteristiche primaverili ed estive. La secondascena è dedicata alla casa di Flora, laddove il destino gioca le sue "carte" anche iconografi-camente. Il terzo ed ultimo atto è ambientato nella camera di Violetta: le pareti saranno rico-perte da bianche tele tirate, come se si trattasse di un ambiente ormai in "disarmo", ossia un"pendant" della vita di Violetta che va sfumando inesorabilmente (quindi, un'anticameradella morte).

Michele Ugo Galliussi

LA SCENOGRAFIA PER “LA TRAVIATA” DI GIUSEPPE VERDI

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Atto primo

Scena prima

Salotto in casa di Violetta. Nel fondo è la porta chemette ad altra sala; ve ne sono altre due laterali; a sini-stra, un caminetto con sopra uno specchio. Nel mezzoè una tavola riccamente imbandita.Violetta, seduta sopra un divano, sta discorrendo colDottore e con alcuni Amici, mentre altri vanno adincontrare quelli che sopraggiungono, tra i quali sonoil Barone e Flora al braccio del Marchese.

CORO I°Dell'invito trascorsa è già l'ora...voi tardaste...

II°Giocammo da Flora...e giocando quell'ore volar.

VIOLETTA (va loro incontro) Flora, amici, la notte che restad'altre gioie qui fate brillar...fra le tazze è più viva la festa...

FLORA E MARCHESEE goder voi potrete?

VIOLETTALo voglio;al piacere m'affido, ed io sogliocol tal farmaco i mali sopir.

TUTTISì, la vita s'addoppia al gioir.

Scena seconda

Detti, il Visconte Gastone de Letorières, AlfredoGermont; Servi affacendati intorno alla mensa.

GASTONE In Alfredo Germont, o signora,ecco un altro che molto vi onora;pochi amici a lui simili sono...

VIOLETTA(dà la mano ad Alfredo, che gliela bacia)Mio visconte, mercé di tal dono.

MARCHESE Caro Alfredo..

ALFREDOMarchese... (si stringono la mano)

GASTONE (ad Alfredo)T'ho detto:l'amistà qui s'intreccia al diletto.(i servi frattanto avranno imbandite le vivande)

VIOLETTA (ai servi)Pronto è il tutto?...(un servo accenna di sì)Miei cari, sedete;è al convito che s'apre ogni cor.

TUTTIBen diceste... le cure segretefuga sempre l'amico licor.

Siedono in modo che Violetta resti tra Alfredo e Gastone; di fronte vi sarà Flora tra il Marchese ed il Barone, gli altri siedono a piacere. V'ha un momento di silenzio; frattanto passano i piatti, e Violetta e Gastone parlano sottovoce tra loro, poi:

GASTONE (piano, a Violetta)Sempre Alfredo a voi pensa.

VIOLETTAScherzate?

GASTONEEgra foste, e ogni dì con affannoqui volò, di voi chiese...

VIOLETTANulla son io per lui...

GASTONENon v'inganno.

VIOLETTA (ad Alfredo) Vero è dunque?... onde ciò?... No 'l comprendo.

ALFREDO (sospirando)Si, egli è ver.

VIOLETTA (ad Alfredo) Le mie grazie vi rendo. (al Barone)Voi Barone non feste altrettanto...

BARONEVi conosco da un anno soltanto.

VIOLETTAEd ei solo da qualche minuto.

FLORA (piano al Barone)Meglio fora se avesse taciuto.

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BARONE (piano a Flora)M'è increscioso quel giovin...

FLORAPerché?A me invece simpatico gli è.

GASTONE (ad Alfredo)E tu dunque non apri più bocca?

MARCHESE (a Violetta)È a madama che scuoterlo tocca...

VIOLETTA (mesce ad Alfredo)Sarò l'Ebe che versa...

ALFREDO (con galanteria)E ch'io bramoimmortal come quella.

TUTTI Beviamo.

GASTONE O barone, né un verso, un vivatroverete in quest'ora giuliva?...(il Barone accenna che no)

GASTONE (ad Alfredo)Dunque a te...

TUTTI Sì, sì, un brindisi.

ALFREDO L'estro non m'arride...

GASTONE E non se' tu maestro?

ALFREDO (a Violetta)Vi fia grato?...

VIOLETTASì.

ALFREDO (s'alza)Sì?... L'ho già in cor.

MARCHESE Dunque attenti...

TUTTI Sì, attenti al cantor.ALFREDOLibiam ne' lieti caliciche la bellezza infiora,

e la fuggevol oras'inebri a voluttà.Libiam ne' dolci fremitiche suscita l'amore,poiché quell'occhio al core(indicando Violetta)onnipotente va.

TUTTI Libiamo; amor fra i calicipiù caldi baci avrà.

VIOLETTA (s'alza)Tra voi saprò dividereil tempo mio giocondo;tutto è follia nel mondociò che non è piacer.Godiam, fugace e rapidoè il gaudio dell'amore;è un fior che nasce e muore,né più si può goder.

TUTTI Godiam... la tazza e il canticole notti abbella e il riso;in questo paradisone scopra il nuovo dì.

VIOLETTA (ad Alfredo)La vita è nel tripudio...

ALFREDO (a Violetta)Quando non s'ami ancora.

VIOLETTA (ad Alfredo)No 'l dite a chi lo ignora...

ALFREDO (a Violetta)È il mio destin così.

TUTTI Godiam... la tazza e il canticole notti abbella e il riso;in questo paradisone scopra il nuovo dì.S'ode musica dall'altra sala.

TUTTI Che è ciò?

VIOLETTANon gradireste ora le danze?

TUTTI Oh, il gentil pensier!... tutti accettiamo.

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VIOLETTAUsciamo dunque...(s'avviano alla porta di mezzo, ma Violetta colta dasubito pallore dice)Oimè!...

TUTTI Che avete?

VIOLETTANulla, nulla.

TUTTI Che mai v'arresta?

VIOLETTAUsciamo...(fa qualche passo, ma è obbligata a nuovamente fermarsi e sedere)Oh dio!...

TUTTI Ancora!...

ALFREDO Voi soffrite!

TUTTI O ciel!... ch'è questo!

VIOLETTAUn tremito che provo... or là passate.(indica l'altra sala)Tra poco anch'io sarò...

TUTTI Come bramate.(tutti passano all'altra sala, meno Alfredo che resta indietro)

Scena terza

Violetta, Alfredo, e Gastone a tempo.

VIOLETTA (guardandosi allo specchio)Oh qual pallor!...(volgendosi, s'accorge d'Alfredo)Voi qui!...

ALFREDO Cessata è l'ansia che vi turbò?

VIOLETTASto meglio.

ALFREDO Ah, in cotal guisa v'ucciderete... aver v'è d'uopo cura dell'esser vostro...

VIOLETTAE lo potrei?

ALFREDO Se mia foste, custode io veglierei pe' vostri soavi dì.

VIOLETTAChe dite?... ha forse alcuno cura di me?

ALFREDO (con fuoco)Perché nessuno al mondo v'ama...

VIOLETTANessun?...

ALFREDO Tranne sol io.

VIOLETTA (ridendo)Gli è vero!...Sì grande amor dimenticato avea...

ALFREDO Ridete!... e in voi v'ha un core?...

VIOLETTAUn cor?... Sì... forse... e a che lo richiedete?...

ALFREDO Oh, se ciò fosse non potreste allora celiar...

VIOLETTADite davvero?...

ALFREDO Io non v'inganno.

VIOLETTADa molto è che mi amate?...

ALFREDO Ah sì, da un anno.

ALFREDOUn dì, felice, eterea,mi balenaste innante,e da quel dì tremantevissi d'ignoto amor.Di quell'amor ch'è l'animadell'universo intero,misterioso, altero,croce e delizia al cor.

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VIOLETTAAh, se ciò è ver, fuggitemisolo amistade io v'offro:amar non so, né soffrodi così eroico ardor.Io sono franca, ingenua;altra cercar dovete;non arduo troveretedimenticarmi allor.

GASTONE (si presenta sulla porta di mezzo)Ebbene? Che diavol fate?

VIOLETTASi folleggiava...

GASTONE Ah! ah!... Sta ben... restate.(rientra)

VIOLETTAAmor dunque non più... vi garba il patto?

ALFREDO Io v'obbedisco... Parto.(per andarsene)

VIOLETTAA tal giungeste?(si toglie un fiore dal seno)Prendete questo fiore.

ALFREDO Perché?...

VIOLETTAPer riportarlo...

ALFREDO (tornando)Quando?

VIOLETTAQuando sarà appassito.

ALFREDOAllor domani...

VIOLETTAEbbene; domani.

ALFREDO (prende con trasporto il fiore)Io son felice!

VIOLETTAD'amarmi dite ancora?

ALFREDO (per partire)Oh, quanto v'amo!...

VIOLETTAPartite?...

ALFREDO (torna a lei le bacia la mano)Parto.

VIOLETTAAddio.

ALFREDO Di più non bramo.(esce)

Scena quarta

Violetta, e tutti gli altri che tornano dalla sala riscaldati dalle danze.

TUTTISi ridesta in ciel l'aurora,e n'è forza ripartir;mercé a voi, gentil signora,di sì splendido gioir.La città di feste è piena,volge il tempo dei piacer;nel riposo ancor la lenasi ritempri per goder.(partono alla destra)

Scena quinta

Violetta sola.

[N. 3 - Aria Violetta; Finale atto I]

VIOLETTAÈ strano!... è strano!... in corescolpiti ho quegli accenti!Sarìa per mia sventura un serio amore?...Che risolvi, o turbata anima mia?...Null'uom ancora t'accendeva... o gioiach'io non conobbi, essere amata amando!...E sdegnarla poss'ioper l'aride follie del viver mio?

VIOLETTAAh, forse è lui che l'animasolinga ne' tumultigodea sovente pingerede' suoi colori occulti!...Lui che modesto e vigileall'egre soglie ascese,e nuova febbre accese,destandomi all'amor.A quell'amor ch'è palpito

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dell'universo intero,misterioso, altero,croce e delizia al cor.A me fanciulla, un candidoe trepido desirequesti effigiò dolcissimosignor dell'avvenire,quando ne' cieli il raggiodi sua beltà vedea,e tutta me pasceadi quel divino error.Sentìa che amore è palpitodell'universo intero,misterioso, altero,croce e delizia al cor!

VIOLETTA (resta concentrata un istante, poi dice)Follie!... follie!... delirio vano è questo!...in quai sogni mi perdo,povera donna, solaabbandonata in questopopoloso desertoche appellano Parigi,che spero or più?... che far degg'io?... Gioire,di voluttà nei vortici finire.

VIOLETTASempre libera degg'iotrasvolar di gioia in gioia,perché ignoto al viver mionulla passi del piacer.Nasca il giorno, il giorno muoia,sempre me la stessa trovi;le dolcezze a me rinnovima non muti il mio pensier.(entra a sinistra)

AT T O S E C O N D O

Scena prima

Casa di campagna presso Parigi. Salotto terreno. Nel fondo in faccia agli spettatori, è un camino, sopra il quale uno specchio ed un orologio,fra due porte chiuse da cristalli che mettono ad un giardino. Al primo piano, due altre porte, una di fronte all'altra. Sedie, tavolini, qualchelibro, l'occorrente per scrivere.Alfredo entra in costume da caccia.

[N. 4 - Aria Alfredo]

Lunge da lei per me non v'ha diletto!...Volaron già tre lunedacché la mia Violettaagi per me lasciò, dovizie, amori,

e le pompose feste,ove, agli omaggi avvezza,vedea schiavo ciascun di sua bellezza...Ed or contenta in questi ameni luoghisolo esiste per me... qui presso a leiio rinascer mi sento,e dal soffio d'amor rigeneratoscordo ne' gaudii suoi tutto il passato.

ALFREDO (depone il fucile)De' miei bollenti spiritiil giovanile ardoreella temprò col placidosorriso dell'amore!Dal dì che disse: vivereio voglio a te fedel,dell'universo immemoremi credo quasi in ciel.

Scena seconda

Detto ed Annina in arnese da viaggio.

ALFREDO Annina, donde vieni?

ANNINADa Parigi.

ALFREDO Chi te 'l commise?

ANNINAFu la mia signora.

ALFREDO Perché?

ANNINAPer alienar cavalli, cocchi,e quanto ancor possiede...

ALFREDO Che mai sento!

ANNINALo spendio è grande a viver qui solinghi.

ALFREDO E tacevi?...

ANNINAMi fu il silenzio imposto.

ALFREDO Imposto!... e v'abbisognan?...

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ANNINAMille luigi.

ALFREDO Or vanne... andrò a Parigi...Questo colloquio ignori la signora...Il tutto valgo a riparare ancora...(Annina parte)

Scena terza

Alfredo solo.

ALFREDOOh mio rimorso! Oh infamia!...e vissi in tale errore!...ma il turpe sogno a frangereil ver mi balenò.Per poco in seno acquetati,o grido dell'onore;m'avrai securo vindice,quest'onta laverò.(esce)

Scena quartaVioletta ch'entra con alcune carte, parlando conAnnina, poi Giuseppe a tempo.

[N. 5 - Duetto Violetta]

VIOLETTAAlfredo?

ANNINAPer Parigi or or partiva.

VIOLETTAE tornerà?...

ANNINAPria che tramonti il giorno...dirvel m'impose...

VIOLETTAÈ strano!...

GIUSEPPE (presenta una lettera)Per voi...

VIOLETTA (prende la lettera)Sta bene... In brevegiungerà un uom d'affari... entri all'istante...(Annina e Giuseppe escono)

Scena quinta

Violetta, quindi il signor Germont, introdotto daGiuseppe che avanzate due sedie, riparte.

VIOLETTA (legge la lettera)Ah! ah!... scopriva Flora il mio ritiro!...E m'invita a danzar per questa sera!...Invan m'aspetterà...(getta il foglio sul tavolino e siede)

GIUSEPPE Giunse un signore.

VIOLETTA(Ah! sarà lui che attendo...)(accenna a Giuseppe d'introdurlo)

GERMONT Madamigella Valéry?...

VIOLETTASon io.

GERMONT D'Alfredo il padre in me vedete.

VIOLETTA (sorpresa gli accenna di sedere)Voi!

GERMONT (sedendo)Sì, dell'incauto che a rovina corre,ammaliato da voi.

VIOLETTA (alzandosi risentita)Donna son io, signore, ed in mia casa;ch'io vi lasci assentite,più per voi che per me.(per uscire)

GERMONT (Quai modi!) Pure...

VIOLETTATratto in error voi foste...(torna a sedere)

GERMONT De' suoi benidono vuol farvi...

VIOLETTANon l'osò finora; rifiuterei.

GERMONT (guardandosi intorno)Pur tanto lusso...

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VIOLETTAA tutti è mistero quest'atto... a voi no 'l sia.(gli dà le carte)

GERMONT (dopo averle scorse coll'occhio)D'ogni avere pensate dispogliarvi?Ah, il passato perché, perché v'accusa!...

VIOLETTAPiù non esiste... or amo Alfredo, e diolo cancellò col pentimento mio.

GERMONT Nobili sensi invero!...

VIOLETTAOh, come dolce mi suona il vostro accento!

GERMONT (alzandosi)Ed a tai sensi un sacrifizio chieggo...

VIOLETTA (alzandosi)Ah no... tacete...terribil cosa chiedereste certo...il previdi... v'attesi... era felice... troppo...

GERMONT D'Alfredo il padre la sorte, l'avvenir domanda or qui de' suoi due figli.

VIOLETTADi due figli!...

GERMONT Sì.

GERMONTPura siccome un angeloiddio mi diè una figlia;se Alfredo nega riederein seno alla famiglia,l'amato e amante giovane,cui sposa andar dovea,or si ricusa al vincoloche lieti ne rendea...deh, non mutate in tribolile rose dell'amor.Ai preghi miei resisterenon voglia il vostro cor.

VIOLETTAAh, comprendo... dovrò per alcun tempoda Alfredo allontanarmi... doloroso fora per me... pur...

GERMONT Non è ciò che chiedo...

VIOLETTACielo... che più cercate? offersi assai!

GERMONT Pur non basta.

VIOLETTAVolete che per semprea lui rinunzi?...

GERMONT È d'uopo!

VIOLETTANo... giammai!

VIOLETTANon sapete quale affettovivo, immenso m'arda in petto?...Che né amici, né parentiio non conto tra' viventi?...E che Alfredo m'ha giuratoche in lui tutto io troverò?Non sapete che colpitad'altro morbo è la mia vita?Che già presso il fin ne vedo?...Ch'io mi separi da Alfredo?...Ah, il supplizio è si spietato,che morir preferirò.

GERMONT È grave il sacrifizio,ma pur tranquilla udite...Bella voi siete e giovane...col tempo...

VIOLETTAAh, più non ditev'intendo... m'è impossibile...lui solo amar vogl'io...

GERMONT Sia pure... ma volubile sovente è l'uom...

VIOLETTA (colpita)Gran dio!

GERMONT Un dì, quando le veneriil tempo avrà fugate,fia presto il tedio a sorgere...che sarà allor? Pensate...Per voi non avran balsamoi più soavi affetti;poiché dal ciel non furonotai nodi benedetti...

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VIOLETTAÈ vero!...

GERMONT Ah, dunque sperdasital sogno seduttore,siate di mia famiglial'angiol consolatore...Violetta, deh, pensateci,ne siete in tempo ancor...È dio che ispira, o giovinetai detti a un genitor.

VIOLETTA(Così alla misera ~ ch'è un dì caduta,di più risorgere ~ speranza è muta!...se pur benefico ~ le indulga iddio,l'uomo implacabile ~ per lei sarà...)(a Germont, piangendo)Dite alla giovine ~ sì bella e purach'avvi una vittima ~ della sventura,cui resta un unico ~ raggio di bene...che a lei il sacrifica ~ e che morrà!

GERMONTSì, piangi, o misera... ~ supremo, il veggo,è il sacrifizio ~ ch'or io ti chieggo...Sento nell'anima ~ già le tue pene...coraggio e il nobile ~ cor vincerà.Silenzio.

VIOLETTAOr imponete.

GERMONT Non amarlo ditegli.

VIOLETTANo 'l crederà.

GERMONT Partite.

VIOLETTASeguirammi.

GERMONT Allor...

VIOLETTAQual figlia m'abbracciate... forte così sarò.(s'abbracciano)

VIOLETTATra breve ei vi fia reso,ma afflitto oltre ogni dire... A suo conforto di colà volerete.(indicandogli il giardino, va per scrivere)

GERMONT Or che pensate?

VIOLETTASapendol, v'opporreste al pensier mio.

GERMONT Generosa!... e per voi che far poss'io?...

VIOLETTA (tornando a lui)Morrò!... la mia memorianon fia ch'ei maledica,se le mie pene orribilivi sia chi almen gli dica.Conosca il sacrifizioch'io consumai d'amorche sarà suo fin l'ultimosospiro del mio cor.

GERMONTNo, generosa, vivere,e lieta voi dovrete;mercé di queste lagrimedal cielo un giorno avrete;premiato il sacrifiziosarà del vostro cor;d'un opra così nobileandrete fiera allor.

VIOLETTAQui giunge alcun, partite!...

GERMONT Ah, grato v'è il cor mio!...

VIOLETTANon ci vedrem più forse...(s'abbracciano)

VIOLETTA E GERMONTFelice siate... Addio!...(Germont esce per la porta del giardino)

Scena sesta

Violetta, poi Annina, quindi Alfredo.

[N. 6 - Scena Violetta]

VIOLETTADammi tu forza, o cielo!...Siede, scrive, poi suona il campanello.

ANNINAMi richiedeste?

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VIOLETTASì, reca tu stessa questo foglio...(Annina ne guarda la direzione e se ne mostra sorpresa)

VIOLETTASilenzio... va' all'istante.(Annina parte)

VIOLETTAEd ora si scriva a lui...che gli dirò?... Chi me n' darà il coraggio!(scrive e poi suggella) (entrando)

ALFREDO Violetta che fai?...

VIOLETTA (nascondendo la lettera)Nulla.

ALFREDO Scrivevi?

VIOLETTA (confusa)No... sì...

ALFREDO Qual turbamento!... a chi scrivevi?...

VIOLETTAA te...

ALFREDO Dammi quel foglio.

VIOLETTANo, per ora...

ALFREDO Mi perdona... son io preoccupato.

VIOLETTA (alzandosi)Che fu!...

ALFREDO Giunse mio padre...

VIOLETTALo vedesti?

ALFREDO No, no, severo scritto mi lasciava...ma verrà, t'amerà in vederti...

VIOLETTA (molto agitata)Ch'ei qui non mi sorprenda...lascia che m'allontani... tu lo calma...

(mal frena il pianto)Ai piedi suoi mi getterò... divisiei più non ne vorrà... sarem felici...perché tu m'ami, Alfredo, non è vero?...

ALFREDO Oh, quanto!... perché piangi?...

VIOLETTADi lagrime avea d'uopo... or son tranquilla.(sforzandosi)Lo vedi? ti sorrido sarò là, tra quei fior presso a te sempre...Amami, Alfredo, quant'io t'amo... Addio.(corre in giardino)

Scena settima

Alfredo, poi Giuseppe, indi un Commissionario a tempo.

ALFREDO Ah, vive sol quel core all'amor mio!...(siede, prende a caso un libro, legge alquanto, quindi si alza guarda l'ora sull'orologiosovrapposto al camino)È tardi: ed oggi forsepiù non verrà mio padre.

GIUSEPPE (entrando frettoloso)La signora è partita...l'attendeva un calesse, e sulla viagià corre di Parigi... Annina pureprima di lei spariva.

ALFREDO Il so, ti calma...

GIUSEPPE (Che vuol dir ciò?)(parte)

ALFREDO Va forse d'ogni averead affrettar la perdita... ma Annina la impedirà...(si vede il padre attraversare in lontananza il giardino)Qualcuno è nel giardino!...Chi è là?(per uscire)

COMMISSIONARIO (alla porta)Il signor Germont?

ALFREDO Son io.

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COMMISSIONARIO Una dama da un cocchio, per voi, di qua non lunge mi diede questo scritto...(dà una lettera ad Alfredo, ne riceve qualche moneta e parte)

Scena ottava

Alfredo, poscia il signor Germont ch'entrain giardino.

ALFREDO Di Violetta!... Perché son io commosso?...A raggiungerla forse ella m'invita...Io tremo!... Oh ciel!... Coraggio!...(apre e legge)«Alfredo, al giungervi di questo foglio»...(come fulminato grida)Ah!...(volgendosi si trova a fronte del padre, nelle cui braccia si abbandona esclamando:)Padre mio!

GERMONT Mio figlio!...Oh, quanto soffri... tergi, ah, tergi il pianto,ritorna di tuo padre orgoglio e vanto.Alfredo, disperato, siede presso il tavolino col voltotra le mani.

GERMONTDi Provenza il mar, il suol ~ chi dal cor ti cancellò?Al natio fulgente sol ~ qual destino ti furò?...Oh, rammenta pur nel duol ~ ch'ivi gioia a te brillò,e che pace colà sol ~ su te splendere ancor può.Dio mi guidò!Ah! il tuo vecchio genitor ~ tu non sai quantosoffrì!...te lontano, di squallor ~ il suo tetto si coprì...ma se alfin ti trovo ancor, ~ se in me speme non fallì,se la voce dell'onor ~ in te appien non ammutì.Dio m'esaudì!

GERMONT (abbracciandolo)Né rispondi d'un padre all'affetto?

ALFREDO Mille serpi divoranmi il petto...(respingendolo)Mi lasciate...

GERMONT Lasciarti!

ALFREDO (risoluto)(Oh vendetta!)

GERMONT Non più indugi; partiamo t'affretta.

ALFREDO (Ah, fu Douphol!)

GERMONT M'ascolti tu?

ALFREDO No.

GERMONT Dunque invano trovato t'avrò!

GERMONTNo, non udrai rimproveri;copriam d'oblio il passato;l'amor che m'ha guidato,sa tutto perdonar.Vieni, i tuoi cari in giubilocon me rivedi ancora;a chi penò finoratal gioia non negar.Un padre ed una suorat'affretta a consolar.

ALFREDO (scuotendosi, getta a caso gli occhi sullatavola, vede la lettera di Flora, la scorre ed esclama:)Ah!... ell'è alla festa!... volisil'offesa a vendicar.(fugge precipitoso seguìto dal padre)

Scena nona

Galleria nel palazzo di Flora, riccamente addobbata eilluminata. Una porta nel fondo e due laterali. A destra più avanti, un tavoliere, con quanto occorrepe 'l giuoco; a sinistra, ricco tavolino con fiori e rinfreschi, varie sedie e un divano.Flora, il Marchese, il Dottore ed altri Invitati entrano dalla sinistra discorrendo fra loro.

[N. 7 - Finale atto II]

FLORAAvrem lieta di maschere la notte;n'è duce il viscontino...Violetta ed Alfredo anco invitai...

MARCHESE La novità ignorate?...Violetta e Germont sono disgiunti.

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DOTTORE E FLORAFia vero?...

MARCHESE Ella verrà qui col Barone.

DOTTORE Li vidi ieri ancor... parean felici.(s'ode rumore a destra)

FLORASilenzio... udite?...

TUTTI (vanno verso la destra)Giungono gli amici.

Scena decima

Detti, e molte signore mascherate da Zingare, che entrano dalla destra.

ZINGARENoi siamo zingarellevenute da lontano;d'ognuno sulla manoleggiamo l'avvenir.Se consultiam le stellenull'avvi a noi d'oscuro,e i casi del futuropossiamo altrui predir.

ZINGARE I.Vediamo!... Voi, signora,(prendono la mano a Flora e l'osservano)rivali alquante avete...

ZINGARE II.(fanno lo stesso al Marchese)Marchese, voi non siete model di fedeltà.

FLORA (al Marchese)Fate il galante ancora?Ben, vo' me la paghiate...

MARCHESE (a Flora)Che dianci vi pensate?...L'accusa è falsità.

FLORALa volpe lascia il pelo,non abbandona il vizioMarchese mio, giudizio,o vi farò pentir.

TUTTI Su via, si stenda un velosui fatti del passato;già quel ch'è stato è stato,badiamo all'avvenir.(Flora ed il Marchese si stringono la mano)

Scena undicesima

Detti, Gastone ed altri amici mascherati daMattadori, Piccadori spagnuoli, ch'entrano vivamente dalla destra.

GASTONE E MATTADORIDi Madride noi siam mattadori,siamo i prodi del circo de' tori,testé giunti a godere del chiassoche a Parigi si fa pe 'l bue grasso;e una storia, se udire vorrete,quali amanti noi siamo, saprete.

GLI ALTRI Sì, sì, bravi, narrate, narrate,con piacere l'udremo...

GASTONE E MATTADORIAscoltate.

GASTONE E MATTADORIÈ Piquillo un bel gagliardobiscaglino mattador:forte il braccio, fiero il guardo,delle giostre egli è signor.D'andalusa giovinettafollemente innamorò;ma la bella ritrosettacosì al giovane parlò:«Cinque tori in un sol giornovo' vederti ad atterrar;e, se vinci, al tuo ritornomano e cor ti vo' donar.»«Sì» gli disse, e il mattadore,alle giostre mosse il piè;cinque tori, vincitoresull'arena egli stendé.

GLI ALTRI Bravo invero il mattadore,ben gagliardo si mostròse alla giovane l'amorein tal guisa egli provò!

GASTONE E MATTADORIPoi, tra plausi, ritornatoalla bella del suo cor,colse il premio desïatotra le braccia dell'amor.

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GLI ALTRI Con tai prove i mattadorisan le amanti conquistar!

GASTONE E MATTADORIMa qui son più miti i cori;a noi basta folleggiar...

TUTTI Sì, sì, allegri... Or pria tentiamodella sorte il vario umor;la palestra dischiudiamoagli audaci giocator.(gli uomini si tolgono la maschera, e chi passeggia e chi si accinge a giocare)

Scena dodicesima

Detti ed Alfredo, quindi Violetta col Barone. Un Servo a tempo.

TUTTI Alfredo!... Voi!...

ALFREDO Sì, amici...

FLORAVioletta?

ALFREDO Non ne so.

TUTTI Ben disinvolto!... Bravo!... Or via, giocar si può.(Gastone si pone a tagliare, Alfredo ed altri puntano)(Violetta entra al braccio del Barone)

FLORA (andandole incontro)Qui desïata giungi...

VIOLETTACessi al cortese invito.

FLORAGrata vi son, barone, d'averlo pur gradito.

BARONE (piano a Violetta)Germont è qui!... il vedete!...

VIOLETTA (piano)(Ciel! egli è vero.) Il vedo.

BARONE (cupo)Da voi non un sol detto si volga a questo Alfredo.

VIOLETTA(Ah perché venni! Incauta... Pietà di me, gran dio!)

FLORA (a Violetta)Meco t'assidi, narrami, quai novità vegg'io?...Flora fa sedere Violetta presso di sé; il Dottore si avvicina ad esse, che sommessamente conversano. Il Marchese si trattiene a parte col Barone,Gastone taglia, Alfredo ed altri puntano, altri passeggiano.

ALFREDO Un quattro!

GASTONE Ancora hai vinto.

ALFREDO (punta e vince)Sfortuna nell'amorevale fortuna al gioco!...

TUTTI È sempre vincitore!...

ALFREDO Oh, vincerò stasera; e l'oro guadagnatoposcia a goder fra' campi ritornerò beato.

FLORASolo?

ALFREDO No, no, con tale che vi fu meco ancor,poi mi sfuggìa...

VIOLETTA(Mio dio!)

GASTONE (ad Alfredo indicando Violetta)(Pietà di lei!)

BARONE (ad Alfredo, con mal frenata ira)Signor!...

VIOLETTA (piano al Barone)Frenatevi, o vi lascio.

ALFREDO (disinvolto)Barone, m'appellaste?

BARONE Siete in sì gran fortuna, che al gioco mi tentaste.

ALFREDO (ironico)Sì?... la disfida accetto...

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VIOLETTA(Che fia?... morir mi sento.)

BARONE (puntando)Cento luigi a destra...

ALFREDO (puntando)Ed alla manca cento...

GASTONE Un asse... un fante... hai vinto!...

BARONE Il doppio?...

ALFREDO Il doppio sia.

GASTONE (tagliando)Un quattro... un sette...

TUTTI Ancora!...

ALFREDO Pur la vittoria è mia!

CORO Bravo davver!... la sorte è tutta per Alfredo!...

FLORADel villeggiar la spesa farà il Baron, già il vedo.

ALFREDO (al Barone)Seguite pur...

DOMESTICO La cena è pronta.

CORO (s'avviano)Andiamo.(tra loro a parte)

ALFREDO Se continuar v'aggrada...

BARONE Per ora no 'l possiamo.Più tardi la rivincita.

ALFREDO Al gioco che vorrete.

BARONE Seguiam gli amici; poscia...

ALFREDO Sarò qual mi vorrete.

Tutti entrano nella porta di mezzo: la scenarimane un istante vuota.

Scena tredicesima

Violetta che ritorna affannata, indi Alfredo.

VIOLETTAInvitato a qui seguirmi,verrà desso?... vorrà udirmi?...Ei verrà... ché l'odio atrocepuote in lui più di mia voce...

ALFREDO Mi chiamaste?... che bramate?...

VIOLETTAQuesti luoghi abbandonate,un periglio vi sovrasta...

ALFREDO Ah, comprendo!... Basta... basta...E sì vile mi credete?...

VIOLETTAAh, no, mai...

ALFREDO Ma che temete?...

VIOLETTATremo sempre del Barone...

ALFREDO È tra noi mortal quistione...s'ei cadrà per mano miaun sol colpo vi torrìacoll'amante il protettore...V'atterrisce tal sciagura?

VIOLETTAMa s'ei fosse l'uccisore?...Ecco l'unica sventurach'io pavento a me fatale.

ALFREDO La mia morte!... che ve n' cale?

VIOLETTADeh, partite, e sull'istante.

ALFREDO Partirò, ma giura innanteche dovunque seguiraii miei passi...

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VIOLETTAAh, no, giammai.

ALFREDO No!... giammai!...

VIOLETTAVa', sciagurato.Scorda un nome ch'è infamato...Va'... mi lascia sul momento...di fuggirti un giuramentosacro io feci...

ALFREDO E chi potea?...

VIOLETTAChi diritto pien ne avea.

ALFREDO Fu Douphol?...

VIOLETTA (con supremo sforzo)Sì.

ALFREDO Dunque l'ami?

VIOLETTAEbben... l'amo.

ALFREDO (corre furente a spalancare la porta e grida)Or tutti a me.

Scena quattordicesima

Detti, e tutti i precedenti che confusamente ritornano.

TUTTI Ne appellaste?... Che volete?...(additando Violetta che abbattuta si appoggia al tavolino)

ALFREDO Questa donna conoscete?

TUTTI Chi?... Violetta?

ALFREDO Che facesse non sapete?

VIOLETTAAh, taci.

ALFREDO No.

ALFREDOOgni suo aver tal femminaper amor mio sperdea...io cieco, vile, misero,tutto accettar potea.Ma è tempo ancora, tergermida tanta macchia bramo...qui testimoni vi chiamo,ch'ora pagata io l'ho.Getta con furente sprezzo una borsa ai piè diVioletta, che sviene tra lebraccia di Flora e del Dottore. In tal momento entra il Padre.

Scena quindicesima

Detti, ed il signor Germont ch'entra all'ultime parole.

TUTTIOh, infamia orribiletu commettesti!...Un cor sensibile!Così uccidesti!...Di donne ignobileinsultator,di qua allontanati,ne desti orror.

GERMONT (con dignitoso fuoco)Di sprezzo degno sé stesso rendechi pur nell'ira la donna offende...Dov'è mio figlio?... più non lo vedo;in te più Alfredo ~ trovar non so.(Io sol fra tanti so qual virtudedi quella misera il sen racchiude...io so che l'ama, che gli è fedele;eppur, crudele, tacer dovrò!)

ALFREDO(Ah sì!... che feci! ne sento orrore!...gelosa smania, deluso amoremi strazian l'alma... più non ragiono...da lei perdono ~ più non avrò.Volea fuggirla non ho potuto...dall'ira spinto son qui venuto!...or che lo sdegno ho disfogato,me sciagurato!... rimorso io n'ho!)

VIOLETTA (riavendosi)Alfredo, Alfredo, di questo corenon puoi comprendere tutto l'amore...tu non conosci che fino a prezzo

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del tuo disprezzo ~ provato io l'ho.Ma verrà giorno, in che il saprai...com'io t'amassi conoscerai...dio dai rimorsi ti salvi allora...io spenta ancora ~ pur t'amerò.

BARONE (piano ad Alfredo)A questa donna l'atroce insultoqui tutti offese, ma non inultofia tanto oltraggio... provar vi voglioche tanto orgoglio ~ fiaccar saprò.

TUTTI (a Violetta)Ahi quanto peni... ma pur fa core...qui soffre ognuno del tuo dolore;fra cari amici qui sei soltanto,rasciuga il pianto ~ che t'inondò.(il signor Germont trae seco il figlio, il Barone lisegue. Violetta è condotta in altra stanza dal Dottoree da Flora, gli altri si dispedono)

AT T O T E R Z O

Scena prima

Camera da letto di Violetta. Nel fondo è un letto concortine mezze tirate; una finestra chiusa da imposteinterne; presso il letto uno sgabello su cui una botti-glia di acqua, una tazza di cristallo, diverse medicine.A metà della scena una toilette, vicino un canapè; più distante un altro mobile, sui cui arde un lume danotte, varie sedie ed altri mobili. La porta è a sinistra;di fronte v'è un caminetto con fuoco acceso.Violetta dorme sul letto. Annina, seduta presso ilcaminetto, è pure addormita.

[N. 8 - Scena e Aria]

VIOLETTA (destandosi)Annina?...

ANNINA (svegliandosi confusa)Comandate?...

VIOLETTADormivi, poveretta?

ANNINASì, perdonate...

VIOLETTADammi d'acqua un sorso.(Annina eseguisce)

VIOLETTAOsserva, è pieno il giorno?

ANNINASon sett'ore.

VIOLETTADà accesso a un po' di luce.(apre le imposte e guarda nella via)

ANNINAIl signor di Grenvil!...

VIOLETTAOh, il vero amico!...Alzar mi vo': m'aita...(si alza e ricade; poi, sostenuta da Annina, va lenta-mente verso il canapè, ed il Dottore entra in tempoper assisterla ad adagiarvisi. Annina vi aggiunge deicuscini)

Scena seconda

Dette ed il Dottore.VIOLETTAQuanta bontà!... pensaste a me per tempo!...

DOTTORE (le tocca il polso)Or, come vi sentite?

VIOLETTASoffre il mio corpo, ma tranquilla ho l'alma.Mi confortò iersera un pio ministro.Religione è sollievo a' sofferenti.

DOTTORE E questa notte?

VIOLETTAEbbi tranquillo il sonno.

DOTTORE Coraggio adunque... la convalescenzanon è lontana.

VIOLETTAOh, la bugia pietosaa' medici è concessa.

DOTTORE (le stringe la mano)Addio... a più tardi.

VIOLETTANon mi scordate.

ANNINA (piano al Dottore accompagnandolo)Come va, signore?

DOTTORE (piano)La tisi non le accorda che poc'ore. (parte)

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Scena terza

Violetta e Annina.

ANNINAOr fate cor...

VIOLETTAGiorno di festa è questo?...

ANNINATutta Parigi impazza... è carnevale...

VIOLETTAOh, nel comun tripudio, sallo il cielo quanti infelici gemon! Quale somma v'ha in quello stipo?

ANNINA (apre e conta)Venti luigi.

VIOLETTADieci ne reca ai poveri tu stessa.

ANNINAPoco rimanvi allora...

VIOLETTA (sospirando)Oh, mi sarà bastante!...cerca poscia mie lettere.

ANNINAMa voi?...

VIOLETTANulla occorrà... sollecita, se puoi.(Annina esce)

Scena quarta

Violetta, sola.

VIOLETTA (trae dal seno una lettera e legge)«Teneste la promessa... la disfida ebbe luogo! il Barone fu ferito, però migliora... Alfredoè in stranio suolo; il vostro sacrifizioio stesso gli ho svelato.Egli a voi tornerà pe 'l suo perdono;io pur verrò... Curatevi... mertate un avvenir migliore; Giorgio Germont.»(desolata)È tardi! (Si alza)Attendo, attendo... né a me giungon mai!...(si guarda allo specchio)Oh, come son mutata!...Ma il dottore a sperar pure m'esorta!...Ah, con tal morbo ogni speranza è morta!...

VIOLETTAAddio, del passato bei sogni ridenti,le rose del volto già son pallenti;l'amore d'Alfredo pur esso mi manca,conforto, sostegno dell'anima stanca...Ah, della traviata sorridi al desïo;a lei, deh, perdona, tu accoglila, o dio.Or tutto finì.Le gioie, i dolori tra poco avran fine,la tomba ai mortali di tutto è confine!Non lagrima o fiore avrà la mia fossa,non croce col nome che copra quest'ossa!Ah, della traviata sorridi al desïo;a lei, deh, perdona; tu accoglila, o dio.Or tutto finì!(siede)

[N. 9 - Baccanale, Coro]

CORO BACCANALE (all'esterno)Largo al quadrupedesir della festa,di fiori e pampinicinto la testa...Largo al più dociled'ogni cornuto,di corni e pifferiabbia il saluto.Parigini, date passoal trionfo del bue grasso.L'Asia, né l'Africavide il più bello,vanto ed orgogliod'ogni macello...Allegre maschere,pazzi garzonitutti plauditelocon canti e suoni.Parigini, date passoal trionfo del bue grasso.

Scena quinta

Detta ed Annina, che torna frettolosa.

[N.10 - Duetto]

ANNINA (esitando)Signora...

VIOLETTAChe t'accadde?

ANNINAQuest'oggi, è vero?... vi sentite meglio?...

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VIOLETTASì, perché?

ANNINAD'esser calma promettete?

VIOLETTASì, che vuoi dirmi?...

ANNINA Prevenir vi volli...una gioia improvvisa...

VIOLETTAUna gioia!... dicesti?...

ANNINASì, o signora...

VIOLETTAAlfredo!... Ah, tu il vedesti?... ei vien!... l'affretta...(Annina afferma col capo, e va ad aprire la porta)

Scena sesta

Violetta, Alfredo e Annina.

VIOLETTA (andando verso l'uscio)Alfredo?...(Alfredo comparisce pallido per la commozione, edambedue, gettandosi le braccia al collo, esclamano:)

VIOLETTAAmato Alfredo!...

ALFREDO Mia Violetta!...

ALFREDO Colpevol sono... so tutto, o cara...

VIOLETTAIo so che alfine reso mi sei!...

ALFREDO Da questo palpito s'io t'ami impara,senza te esistere più non potrei.

VIOLETTAAh, s'anco in vita m'hai ritrovata,credi che uccidere non può il dolor.

ALFREDO Scorda l'affanno, donna adorata,a me perdona e al genitor.

VIOLETTA Ch'io ti perdoni?... la rea son io:ma solo amore tal mi rendé...Insieme

VIOLETTANull'uomo o demone, angelo mio,mai più staccarti potrà da me.Parigi, o caro noi lasceremo,la vita uniti trascorreremo:de' corsi affanni compenso avrai,la mia salute rifiorirà.Sospiro e luce tu mi sarai,tutto il futuro ne arriderà.ALFREDO Null'uomo o demone, angelo mio,mai più staccarti potrà da me.Parigi, o cara noi lasceremo,la vita uniti trascorreremo:de' corsi affanni compenso avrai,la tua salute rifiorirà.Sospiro e luce tu mi sarai,tutto il futuro ne arriderà.

VIOLETTAAh, non più, a un tempio... Alfredo, andiamo,del tuo ritorno grazie rendiamo...(vacilla)

ALFREDO Tu impallidisci...

VIOLETTAÈ nulla, sai!...Gioia improvvisa non entra maisenza turbarlo un mesto core...(si abbandona come sfinita sopra una sedia col capocadente all'indietro)

ALFREDO (spaventato, sorreggendola)Gran dio!... Violetta!...

VIOLETTA (sforzandosi)È il mio malore...Fu debolezza!... ora son forte...(sforzandosi)Vedi?... Sorrido...

ALFREDO (desolato)(Ahi, cruda sorte!...)

VIOLETTAFu nulla; Annina, dammi a vestire...

ALFREDO Adesso!... Attendi...

VIOLETTA (alzandosi)No... voglio uscire.

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(Annina le presenta una veste ch'ella fa per indossaree impedita dalla debolezza, esclama:)Gran dio non posso!...(getta con dispetto la veste e ricade sulla sedia)

ALFREDO (ad Annina)(Cielo!... che vedo!...)Va' pe 'l dottore...(Annina parte)

VIOLETTA (ad Annina)Digli... che Alfredoè ritornato all'amor mio...Digli che vivere ancor vogl'io...(Annina parte)

VIOLETTA (ad Alfredo)Ma se tornando non m'hai salvato,a niuno in terra salvarmi è dato.

VIOLETTA (sorgendo impetuosa)Gran dio!... morir sì giovane,io che penato ho tanto!...Morir sì presso a tergereil mio sì lungo pianto!Ah, dunque fu deliriola credula speranza;invano di costanzaarmato avrò il mio cor!Alfredo... oh, il crudo termineserbato al nostro amor!...

ALFREDOOh mio sospiro, oh palpito,diletto del cor mio!...Le mie colle tue lagrimeconfondere degg'io...Or più che mai, nostr'animehan d'uopo di costanza,ah! tutto alla speranzanon chiudere il tuo cor.Violetta mia, deh, calmati,m'uccide il tuo dolor...(Violetta s'abbandona sul canapè)

Scena ultima

Detti, Annina, il signor Germont ed il Dottore.

[N. 11 - Finale ultimo]

GERMONT (entrando)Ah, Violetta!...

VIOLETTAVoi, signor!...

ALFREDO Mio padre!...

VIOLETTANon mi scordaste?

GERMONT La promessa adempio...A stringervi qual figlia vengo al seno,o generosa.

VIOLETTAOhimè, tardi giungeste!...Pure, grata ven sono...(lo abbraccia)Grenvil, vedete?... tra le braccia io spirodi quanti ho cari al mondo...

GERMONT Che mai dite!(osservando Violetta)(Oh cielo!... è ver!)

ALFREDO La vedi, padre mio?

GERMONT Di più non lacerarmi...Troppo rimorso l'alma mi divora...Quasi fulmin m'atterra ogni suo detto...Oh, malcauto vegliardo!...Ah, tutto il mal ch'io feci ora sol vedo!

VIOLETTA(frattanto avrà aperto a stento un ripostiglio della toilette, e toltone un medaglione dice:)Prendi, quest'è l'immaginede' miei passati giorni;a rammentar ti tornicolei che sì t'amò.Se una pudica verginedegli anni suoi nel fiorea te donasse il core...sposa ti sia... lo vo'.Le porgi questa effigie:dille che dono ell'èdi chi nel ciel tra gli angeliprega per lei, per te.

ALFREDONo, non morrai, non dirmelodéi viver, amor mio...a strazio così terribilequi non mi trasse iddio.Sì presto, ah no, dividertimorte non può da me...Ah, vivi, o un solo feretrom'accoglierà con te.

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GERMONTCara, sublime vittimad'un generoso amore,perdonami lo straziorecato al tuo bel core.

GERMONT, DOTTORE E ANNINAFinché avrà il ciglio lacrimeio piangerò per te;vola a' beati spiriti;iddio ti chiama a sé.

VIOLETTA (alzandosi animata)È strano!...

TUTTI Che!

VIOLETTACessaronogli spasmi del dolore,in me rinasce... m'animainsolito vigore!...Ah! io ritorno a vivere!...(trasalendo)Oh gioia!...(ricade sul canapè)

TUTTI O cielo!... muor!...

ALFREDO Violetta?...

ANNINA E GERMONT Oh dio, soccorrasi...

DOTTORE (dopo averle toccato il polso)È spenta!...

TUTTI Oh mio dolor!

F I N E

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LINDA KAZANIsoprano

Nasce a Tirana (Albania)e fin da piccola inizia glistudi di musica e piano-forte che perfeziona allaMusic High School“Jordan Misja” di Tirana epoi all’Academy of Fine

Arts di Tirana. Ha debuttato nel 1990 comesoprano con il compositore albanese K. Laroalla National Opera di Tirana. Tra le partecipa-zioni più importanti si annovera il ruolo diBestienne nell’opera “Basiten und Bastienne”di Mozart, Violetta in Traviata di G. Verdi. Dal1999 lavora presso la Stadttheater di Klagenfurtdove ha ricoperto il ruoli di Norina nel DonPasquale, di Adian ne L’elisir d’amore, Gildanel Rigoletto.

ALESSIA NADINmezzosoprano

Si è diplomata nel giugno2003 con il massimo deivoti e con l’assegnazionedi una borsa di studionella classe del Mezzo-soprano Stella Silva pres-

so il Conservatorio di Musica B. Marcello diVenezia. Successivamente inizia gli studi diperfezionamento con i maestri: M. Arena, R.Kettelson, T. Fabbricini, L. Serra, B. Prior eattualmente studia con il Soprano PaolaLazzarini. Nel 2003 ha debuttato a Venezia con il ruolo diApollonia ne La Canterina di J. Haydn, cui hafatto seguito nello stesso anno il ruolo di Lisettane Il caffè di Campagna di B. Galoppi direttadal M° Pirona. Ha interpretato i ruoli di Ines (IlTrovatore) a Pordenone, di Livietta (La parten-za e il ritorno dei marinai di Galuppi) e diZayda alla Conferenza-Concerto organizzatadal Teatro Donizetti di Bergamo per la presen-tazione della nuova partitura del DonSebastien. Nel 2005 è finalista e ottiene l’idoneità alConcorso per giovani cantanti lirici di Spoleto,partecipando poi alle produzioni di Rigolettonel ruolo di Giovanna e Le Nozze di Figaro nelruolo di Cherubino del Circuito LiricoLombardo. Ha interpretato Berta (Il barbiere diSiviglia) a Udine e Angelina (La Cenerentola) alTeatro Malibran di Venezia in collaborazionecon il Teatro La Fenice. Nel 2006 vince il terzo premio al ConcorsoInternazionale Voci Nuove della Lirica“Giovan Battista Velluti” e interpreta i ruoli diPapagena e III Dama ne Il flauto magico nel-l’ambito del progetto Pocket Opera. E’ stata

ospite de” I Pomeriggi Musicali “per La betulialiberata, ha cantato nella Petite MesseSolennelle di Rossini per il Teatro Verdi diTrieste sotto la direzione di L. Frattini ed è stataLola in Cavalleria rusticana a Udine sotto ladirezione di A. Barchi e al Teatro Donizetti diBergamo. Ottiene, inoltre, 3° Premio alConcorso Lirico Internazionale “Ottavio Ziino”promosso dall’Associazione “Il villaggio dellamusica” di Roma.Nel 2007 vince il 58° Concorso per giovani can-tanti lirici d’Europa promosso dall’Asso-ciazione As.Li.Co. in collaborazione con la“Fondazione Teatro alla Scala di Milano”. Hainterpretato il ruolo di Dorabella nel Così fantutte di Mozart diretto dal M° D. Fasolis per ilCircuito Lirico Lombardo (Teatro Grande diBrescia, Ponchielli di Cremona, Sociale diComo, Fraschini di Pavia) e ha cantato per ilTeatro di Pisa nel “Messiah” di Handel direttadal M° Bressan. Nel 2008 ha interpretato il ruolo di Vespina de“ Il matrimonio Inaspettato “ di Paisiello sottola direzione del M° Riccardo Muti a Salisburgo,Pisa, Ravenna e Piacenza e Nakamti dall’Opera-Ballet “ Padmavati” di A. Roussel aSpoleto al Festival dei due Mondi.Ha collaborato con la National Opera di Atene,con il Polski Chor Kameralny Polacco, conGirona per i Concerti di Primavera e conl’Orchesta del Festival Puccini di Torre delLago diretta dal M° Beltrami.I prossimi impegni la vedranno in scena con“Romeo e Juliette” di. Gounod al Teatro Verdidi Trieste e con “El amor brujo” di M. De Fallapresso il Teatro di Pordenone.

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GIONATA MARTONbaritono

Nato nel 1966, Diplomatoin Canto Lirico presso ilConservatorio di Parmanel 1997. Ha studiatoPianoforte con i maestriEnnio Dario, Mauro Ebert

e Giorgio Lovato, e Canto Lirico con il MaestroRomano Roma, di cui è ancora allievo. Ha lavo-rato tra le fila del Coro del Teatro Comunale diTreviso e, ancora attualmente, del Teatro “LaFenice” di Venezia. Ha partecipato a ConcorsiInternazionali di Canto, quali il “Corradetti” diPadova e il “Toti dal Monte” di Treviso. Svolgeancora attività solistica sia nell'ambito dellaMusica da Camera -anche in formazione- chedella Musica Sacra, Operistica eContemporanea. Nel 1997 ha preso parte allaesclusiva produzione dello “IO, FRAMMEN-TO DA PROMETEO” di Luigi Nono; nel 2003ha cantato in prima assoluta l'opera multime-diale “ROSSO CORALLO” su musiche di

Puccio Migliaccio e versi del pittore ClaudioMassini.Nel 2000 ha debuttato in “TOSCA” diG.Puccini presso il Teatro Comunale diVigonza (PD).Per il Teatro “La Fenice” ha cantato brani dalrepertorio americano del Musical, sotto laguida del Maestro Giovanni Andreoli; inoltreha cantato parti da comprimario nel “BILLYBUDD” di B.Britten, e nella “THAIS” di J.Massenet.Dal 2003 è Direttore Artistico e Musicale delCoro Polifonico “Laeta Corda” con il quale ese-gue Musica Sacra a cappella, anche a scopo dibeneficenza, in tutto il territorio nazionale.

GIULIA DELLA PERUTAsoprano lirico-leggero

Giulia Della Peruta, nataa Palmanova (Udine) il15-03-1986, si è diplomatapresso il Conservatorio“Jacopo Tomadini” diUdine al TriennioSperimentale di canto colmassimo dei voti, lode e

menzione d’onore, con il prof. Francesco Moi esotto la guida del mezzosoprano LianaTarussio. Ha preso parte all’esecuzione dellaMadama Butterfly a Lignano, opera allestitaper i vincitori del Concorso “M. Martini” dellacittà e nel 2002 ha partecipato al concorso nazio-nale ravennate “I Giovani per i Giovani”, classi-ficandosi prima assoluta nella sua categoria.Ha seguito vari corsi di perfezionamento, tra iquali: i seminari di belcanto tenuti dal sopranoRaina Kabaiwanska, il laboratorio “L’operettanelle sue diverse forme” curato dal sopranoSonia Dorigo in collaborazione con ilConservatorio di Udine; masterclass con il

mezzosoprano Luciana D’Intino, con FrancescaScaini e Sherman Lowe, Alfredo Mariotti,Daniela Barcellona e Alessandro Vitiello; uncorso di Liederistica con Dalton Boldwin.Recentemente ha preso parte all’allestimentodella regione Friuli Venezia Giulia di Traviatadi Giuseppe Verdi nel ruolo di Annina.È stata finalista per il ruolo di Lauretta per il“Teatro Bonci” di Cesena e si è esibita nelle sta-gioni concertistiche organizzate dal conserva-torio “Tomadini” di Udine. Svolge attività soli-stica con numerose formazioni regionali edestere, non ultime un progetto con la GiovaneOrchestra della Stiria/Lituania/Italia e la par-tecipazione al concerto d’apertura del “IIFestival internazionale di Mazeikiai 2008” inLituania sotto la guida del M° SauliusSondeckis.Nel 2009 ha frequentato in Germania laOpernschule della Musikhochschule diMannheim sotto la guida della regista JuttaGleue e attualmente studia con il sopranoAlessandra Gavazzeni.

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FRANCESCO MILANESEbasso

Nato a Conegliano il29/05/1980, fin dall’in-fanzia partecipa a forma-zioni corali riconosciute alivello internazionale. Nel1998 inizia la sua attivitàartistica intraprendendolo studio del canto con la

maestra Erica Baecki. Nel 2005 dopo un primociclo di studi accede al CONSERVATORIOSTATALE DI MUSICA J.Tomadini di Udine esuccessivamente a quello A.Steffani diCastelfranco Veneto (TV) perfezionandosi conla maestra Cristina Mantese. Ha intrapreso lostudio dell’arte scenica con le insegnantiAnnamaria Vallin, Rosalba Trevisan e Renata

Baldisseri. Ha svolto attività concertistiche condiversi cori in qualità di solista sia in ambitonazionale che estero, partecipando a rassegnein qualche caso facenti parte di trasmissionitelevisive. Nel giugno 2008 debutta nei ruoli diPlutone e Caronte nell’Orfeo di Monteverdi,nell’opera Betly di Donizetti e in Traviata.Nello stesso anno conosce il baritono RomanoRoma che lo indirizza verso il repertorioVerdiano. Ha potuto approfondire lo studio delrepertorio con il basso Roberto Scandiuzzi eattualmente sta frequentando l’accademia dialto perfezionamento con il soprano MirellaFreni. Ha in repertorio i ruoli di Ramfis(AIDA); Re (AIDA); Ferrando (Trovatore);Padre Guardiano (Forza del Destino); Caronte,Plutone (Orfeo); Zaccaria (Nabucco); Oroveso(Norma); Dottor Grenvil (Traviata); Requiem(Verdi); Petite Messe (Rossini).

JAEWOO KIMtenore

Di origine coreana, nel1993 inizia gli studia l Q u e e n s l a n dConservatorium of Music.Successivamente ha otte-nuto la laurea in Musica, eil diploma alla CanberrraSchool of Music e si è clas-

sificato primo all’Australian SingingCompetition nel 2002 al Glyndebourne FestivalOpera Award. Nel 2007 ha recitato il ruolo diOttavio nel Don Giovanni per l’Opera Australiadi Melbourne, Tamino nel Faluto magico per laLyruc Opera Productions di Dublino, Alfredo neLa Traviata per laLongborough Opera e laMendelssonhn’s Symphony n. 2 con la

Tasmanian Symphony. È un membro dei giova-ni artisti dell’Opera Austaliana de la 2000 è l’ar-tista principale della compagnia. Sta ampliandoi suoi repertori musicali e corali con le Messe diHaydn e di Schubert, con l’Elia di Mendelssohnper la Società del Coro di Camberra; per la stes-sa si esibisce nell’Ottava Sinfonia di Mahler peril Festival Nazionale Multiculturale diCamberra. Ha eseguito anche l’Oratorio diNatale di Bach in Corea, il Messia di Haendelnel municipio di Sydney e nella sala Llewellyn;èperformer, inoltre, nella Passione di SanGiovanni di Bach, nella Sinfonia di Primavera diBritten e nella Messa Glagolitica di Janacek peril Coro Llewellyn. Si è esibito, inoltre, con il Corodell’Orchestra Filarmonica Coreana nel munici-pio di Sydney e con l’Ensemble XXI a Sakhalin eMosca,in Russia, sotto la conduzione delMaestro Lygia O’Riordan.

BADÌ SCARPAtenore

Inizia la sua formazionemusicale con lo studio delviolino presso ilConservatorio di Musica“G. Tartini” di Trieste. Si èavvicinato al canto coralecon il M° Cazzaniga. Daqualche anno collabora con

il Coro del Friuli Venezia Giulia; ha partecipatoalle produzioni di Cavalleria Rusticana ed Elisird'amore dirette dal M° Barchi. Ha al suo attivo

un’attività concertistica svolta in prevalenza nel-l’ambito del Friuli Venezia Giulia. In occasionedell'apertura della Stagione Lirica invernale diPiacenza “Gli amici della lirica”, ha partecipato alconcerto per soli tenori in onore del tenoreBeniamino Prior con il quale attualmente studia.Nel 2008, in prima esecuzione nazionale, hadebuttato Liriche per Tenore del M° B. Urban.Nell´ambito della musica sacra ha cantato la Missain angustiis Hob. XXII n°11 - Nelsonmesse, WolfgangAmadeus Mozart Vesperae solemnes de Confessore inDo maggiore K 339 accompagnato dall'Orchestrada camera Arteviva di Milano presso la Basilica diSanta Maria delle Grazie di Udine.

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MIRKO QUARELLObaritono

Diplomato nell’autunno2003 al Conservatorio “J.Tomadini” di Udine hastudiato con ShermanLowe, Romano Roma efrequentato corsi conBarbara Frittoli, Tiziana

Fabbricini, Luciana Serra e Alfonso Antoniozziattualmente studia con Manuela Meneghello.Nel 1999 debutta con “Elisir d’Amore” di G.Donizetti nel ruolo di Dulcamara. Da alloravanta un gran numero di titoli nel suo reperto-rio: “Il fanatico in berlina” di G.Paisiello, “AMidsummer Night’s Dream” di B. Britten, “Iquatro rusteghi” di E.Wolf Ferrari, “Il matrimo-nio segreto” di D. Cimarosa, “Opera Bestiale”di Aldo Tarabella, “Don Giovanni” e “Il FlautoMagico” di W.A.Mozart, “Italiana in Algeri” diG.Rossini. Nel gennaio 2007 registra per laTDK un DVD, con la collaborazione della RAI,il ruolo di Marco nel “ Gianni Schicchi” di G.Puccini con la direzione di Julian Reynolds e laregia di Cristina Pezzoli. Nel febbraio 2008vince il 59° CONCORSO PER GIOVANI CAN-TANTI LIRICI D’EUROPA indettodall’As.Li.Co. per il ruolo di Don Alfonso nel-l’opera “Così fan tutte” di W.A.Mozart.Nell’ aprile 2008 vince il 2° premio e il premiodel pubblico nel CONCORSO INTERNAZIO-NALE DI CANTO LIRICO CITTA’ DI BRE-SCIA (VII edizione). Nel giugno 2008 vince alXXXVIII° CONCORSO INTERNAZIONALE

DI CANTO LIRICO “TOTI DAL MONTE” peril ruolo del Sagrestano nell'opera “Tosca” diG.Puccini. Nel settembre 2008 interpreta ilruolo del Conte Brontolone nell'opera “Li pun-tigli delle donne” di G.Spontini con la regia diFrancesco Micheli e la direzione di CorradoRovaris ne “VIII Festival Pergolesi Spontini” diJesi. Nell'ottobre 2008 vince il “PremioBellussi” per la miglior interpretazione nel-l'opera “Tosca” di G.Puccini organizzata dalXXXVIII° CONCORSO INTERNAZIONALEDI CANTO LIRICO “TOTI DAL MONTE”.Nel gennaio 2009 interpreta il ruolo di Taddeone “L'italiana in Algeri” di G. Rossini con laregia di Roberto Recchia e la direzione diNicoletta Conti al Teatro Sociale di Como orga-nizzata dall' As.Li.Co.Nel marzo 2009 interpreta il ruolo di Bill ne“Aufstieg und fall der Stadt Mahagonny” diKurt Weill nei Teatri di Livorno, Pisa e Luccacon la regia di Alessio Pizzech e la direzione diJonathan Webb. Nel giugno 2009 interpreta ilruolo del Dottor Annibale Pistacchio ne “Ilcampanello” di G. Donizetti con la regia diRoberto Recchia e la direzione di NicolettaConti a Down Patrick in Irlanda del nord nelFestival Opera Fringe. Nel gennaio 2010 inter-preta il ruolo di Leporello ne “Don Giovanni”di W.A.Mozart con la regia di Stefano De Lucae la direzione di Oliver Gooch nei Teatri del cir-cuito Lombardo organizzata dall’As.Li.Co.Nel febbraio 2010 interpreta il ruolo di DonPasquale ne “Don Pasquale” di G.Donizetti conla direzione di Massimo Lambertini presso ilTeatro di Mikkeli in Finlandia

EMILIO MARCUCCIbaritono

Dopo gli studi con ilsoprano Aida ClarettoPrestia, ha cantato il suoprimo recital eseguendoarie italiane da diversicompositori. Ha fatto ilsuo debutto professionale

in prima mondiale di "L'Aurora diGerusalemme", opera di Andrea Arnaboldi,libretto di T. Tasso. Nell’ultimo anno affiancaalla sua insegnante lo studio con il BaritonoCarlo Meliciani.Nella sua carriera ha interpretato diversi ruolidi rilievo tra i quali nel 2007 Figaro ne il

Barbiere di Siviglia al Festival Estivo di Chieri,Pasquale nel Don Pasquale di Donizetti alTeatro Comunale di Asti. Nel 2008 ha interpre-tato Don Magnifico nella Cenerentola diRossini, Marcello nella Boheme di Puccini alteatro Vittoria di Ortona. L’anno scorso tra isuoi personaggi più interessanti ha recitato ilruolo di Figaro nelle Nozze di Figaro diMozart, Don Pippo nell’Oca del Cairo diMozart e Scarpia nella Tosca di Puccini.

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ALFREDO BARCHI ORCHESTRA SOCIETÀFILARMONIA

Titolare dal 1989 della catte-dra di EsercitazioniOrchestrali presso ilConservatorio “J. Tomadini”di Udine, ha studiato oboecon Gino Siviero e direzioned’orchestra con Gianfranco

Masini. Ha svolto attività concertistica con il SestettoPoulenc. Nel 1979 è stato premiato da GoffredoPetrassi al 2° Concorso Internazionale di Ancona edè stato invitato al Festival Internazionale diLangeais. Tra le registrazioni effettuate si annovera-no Un concerto per domani, trasmesso sulla primarete nazionale a cura di G. Carli Ballola, e NuoviConcertisti sulla terza rete R.A.I. In seguito ha sceltola strada della direzione d’orchestrafrequentando uncorso di perfezionamento a Brescia tenuto da AlceoGalliera. Ha collaborato come assistente preparatoredi Daniel Oren per l’allestimento di Lucia diLammermoor al Teatro Regio di Parma, indi perAdriana Lecouvreur al Teatro La Fenice di Venezia.La sua prima direzione risale al 1984 al Teatrodell’Aquila di Fermo con il Requiem di Mozart. Dal1991 al 1996 è stato direttore artistico e direttoreprincipale dell’Orchestra Filarmonica di Udine, alladirezione della quale ha eseguito il maggiore reper-torio sinfonico, Don Pasquale (1995) e La Bohème(1996). Nel corso di questi anni ha accompagnatocantanti quali B. Prior, L. Mazzaria, L. D’Intino, B.Giaiotti, A. Mariotti, M. Pecile ed altri. Per il venten-nale del terremoto in Friuli ha diretto il Requiem diLuigi Cherubini, trasmesso sulla prima rete naziona-le. Nel 1998 Alfredo Barchi è stato tra i fondatori diSocietà Filarmonìa, di cui è direttore artistico e diret-tore d’orchestra principale per tutti i progetti concer-tistici promossi ed organizzati dalla stessa. L’Associazione Società Filarmonìa è sorta con loscopo di promuovere la cultura musicale e proporreconcerti di alto profilo artistico riunendo esperienzee competenze musicali diversificate. Musicisti ope-ranti nelle maggiori orchestre italiane sono quindientrati a far parte di una struttura assai duttile, alfine di assicurare la presenza di esecutori di elevatolivello e di offrire opportunità ai talenti emergenti,sia in qualità di solisti che di membri dei due orga-nici costituitisi al suo interno”, l’Orchestra dellaSocietà Filarmonia e I Virtuosi di Aquileia.La Società Filarmonìa è stata protagonista di nume-rosi appuntamenti concertistici di grande rilievo, trai quali vanno ricordati: il concerto inaugurale dellastessa, tenuto nell’ambito del cartellone Udined’Estate 1998, i concerti udinesi per il “FAI - Fondoper l’Ambiente Italiano” del 1998 e 1999, il “GrandeConcerto d’Estate” per Udine d’Estate 1999,“Rossiniana” in collaborazione con Friuli Doc 1999.Tra marzo ed aprile 1999 Alfredo Barchi ha diretto la

sua orchestra in “Mozart, Concerti e Sinfonie” alTeatro Nuovo di Udine (cinque appuntamenti chehanno ottenuto il prestigioso patrociniodell’Internationale Stiftung Mozarteum Salzburg);nel novembre dello stesso anno è stato invitato nel-l’ambito del prestigioso cartellone della Società deiConcerti del Teatro Regio di Parma presentando unanalogo programma mozartiano. A questo è seguitauna seconda edizione di “Mozart, Concerti eSinfonie” presso il Giovanni da Udine tra gennaio emaggio 2001. Subito dopo è stato nuovamente invi-tato dalla Società dei Concerti di Parma nella stagio-ne 2000-2001. Nell’aprile 2000 si è esibito nel concerto inseritonella stagione musicale del Teatro Nuovo di Udine(solista, Stefan Milenkovich). Il mese seguente èstato varato il progetto culturale Musica per il Friuli2000, ricerca d’archivio, trascrizione ed esecuzione,spesso in prima assoluta, di pagine del repertoriosinfonico e sinfonico-vocale di autori friulani, giulia-ni ed istriani. I tre concerti tenuti al Teatro NuovoGiovanni da Udine nel maggio 2000 e nel marzo2003, gli appuntamenti al Teatro “Adelaide Ristori”di Cividale del Friuli nel novembre 2000, presso laChiesa di S. Francesco di Cividale del Friuli e la SalaMaggiore del Mozarteum di Salisburgo nel giugno2001, e le esecuzioni di pagine sacre in diversi conte-sti liturgici presso il duomo di Udine e il duomo diPordenone, la basilica di Aquileia e l’abbazia diRosazzo (Manzano), hanno riportato alla luce pagi-ne dimenticate dei più importanti compositori dellaRegione Friuli-Venezia Giulia, contribuendo note-volmente all’attuale dibattito sulla cultura e l’arte inFriuli negli ultimi due secoli. A tutto questo siaggiungono: l’omaggio a Giuseppe Verdi nel cente-nario della scomparsa; concerti sinfonico-vocalitenuti nel luglio 2001 all’Arena Alpe Adria diLignano Sabbiadoro; il concerto tenuto a Udine peril cartellone di Udine d’Estate, (serata ripetuta adAquileia e Klagenfurt); il concerto per la Croce RossaItaliana al Teatro Nuovo di Udine nel novembre2001; il progetto per l’estate 2002, “I’ mi trovai, fan-ciulle, un bel mattino...- Un itinerario nella fiabamusicale” interpretato da Paolo Villaggio.Nel 2003 ha realizzato il CD “Musiche in Friuli –Rareworks of musicians from Friuli”, per l’etichettaBongiovanni. Nell’estate dello stesso anno ha pre-sentato “Mediterraneo - Un itinerario fra poesia,canzone d’autore e…”, al quale hanno partecipato levoci di Pamela Villoresi e Omero Antonutti, concer-to svolto nell’ambito del “Mittelfest 2003” diCividale del Friuli, il progetto “Suite 1797”, dedicatoalla figura di Napoleone in Friuli e ai compositoricontemporanei Valter Sivilotti, Marco Sofianopulo eDaniele Zanettovich (progetto inserito nel cartellone2003-2004 del Teatro Nuovo Giovanni da Udine), ilconcerto-intervista “Omaggio del Friuli a Fellini” il23 settembre 2004 con musiche di Rota, Bacalov,Plenizio eseguite da “I Virtuosi di Aquileia”, conl’intervista all’attrice Sandra Milo curata dalla gior-

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nalista Gloria De Antoni. Nel maggio 2005, presso ilTeatro Nuovo Giovanni da Udine, ha diretto l’operainedita multimediale “Cagion d’Honore” di WalterSivilotti su testo di Renato Stroili Gurisatti (TeatroNuovo Giovanni da Udine). Il mese seguente, per ilprogetto Il Carro di Tespi ha diretto l’opera lirica “IlBarbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini, itineran-te in sei piazze del Friuli Venezia Giulia. Il 27 maggio per il cartellone 2006 del Teatro udine-se, l’Orchestra della Società Filarmonìa è stata prota-gonista dell’evento musicale “Il segreto della tredi-cesima luna” del drammaturgo Renato StroiliGurisatti, con le musiche di Cristian Carrara,Daniela Terranova e Giulia D’Andrea (balletto-fiabaper attori, danzatori, solisti e orchestra che ha coin-volto le migliori risorse artistiche giovanili dellaregione Friuli-Venezia Giulia). Nell’estate 2006 nuo-vamente nell’ambito del Il Carro di Tespi ha realiz-zato l’opera lirica “Cavalleria Rusticana” di PietroMascagni in cinque città della Regione Friuli VeneziaGiulia tra cui Udine e Pordenone. Poco tempo dopoha realizzato un concerto celebrativo per i cinquan-t’anni di fondazione della Banca Credem, filiale diBoretto (RE). Ha poi inciso il disco “Mozart”, realiz-zato con l’Orchestra dei Virtuosi d’Aquileia, perl’etichetta Stradivarius.Nel maggio del 2007, l’Orchestra della SocietàFilarmonia si è resa interprete all’interno della sta-gione musicale del Teatro Giovanni da Udine, dellospettacolo di canzoni d’autore “Il Fuoco delMondo”, e successivamente per Il Carro di Tespi,Alfredo Barchi ha diretto “L’elisir d’amore”di

Gaetano Donizetti, e in occasione del Natale“Celebri concerti per oboe” con i solisti A. Negroni,S. Rava, L. Vignali. Il 21 maggio 2008, sempre conl’Orchestra Società Filarmonia, ha diretto “LyricConcert - ouvertures, arie e concertati” per il decen-nale della fondazione della Società Filarmonia pres-so il Teatro Nuovo di Udine.Nel mese di luglio per il progetto Il Carro di Tespi hadiretto l’opera lirica “La Cenerentola” di GioacchinoRossini.In occasione del Natale 2008, l’Orchestra I virtuosi diAquileia è stata protagonista del suggestivo concer-to “A Lume di Candela” che si è svolto il 23 dicem-bre 2008 presso la Chiesa di S. Pietro Martire diUdine nell’ambito della manifestazione Dicembre aUdine organizzata dall’AmministrazioneComunale.Nel maggio 2009, in cartellone al Teatro Giovani daUdine, l’Orchestra della Società Filarmonia è in con-certo con il solista Davide Cabassi e propone unrepertorio tra classico e contemporaneo con la sceltadi un brano del compositore Renato Miani.Nell’estate 2009 il progetto Il Carro di Tespi giungealla sua quinta edizione e mette in scena l’operabuffa “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti che,oltre all’ormai collaudato tour nelle piazze friulane,ha l’onore di essere invitato nella città di Zagabrianella prestigiosa piazza del Parlamento. Il maestroAlfredo Barchi incide per Bongiovanni eStradivarius.

CORO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

Il Coro del Friuli Venezia Giulia è nato nel 2001. Alfianco dell´Orchestra Sinfonica del Friuli VeneziaGiulia ha tenuto numerosi concerti in Regione contrasferte a Roma e Vienna. La collaborazione conl´orchestra ha prodotto anche la registrazione diquattro dischi (Cori verdiani, Requiem di Mozart, IXSinfonia di Beethoven e brani sacri del giovaneMozart).Tiene numerosi concerti con l´orchestrabarocca ungherese capella Savaria, L´EnsembleL´Aura Soave, la Junge Philarmonie Wien, la SocietàFilarmonìa ecc. Ha inoltre preso parte, spesso inau-gurandole, a stagioni musicali tra cui Carniarmonie,Nei Suoni dei luoghi, Festival di Cremona, Stagionedel Comunale di Modena, Musica e Poesia a S.Maurizio di Milano, Talos Festival di Ruvo di Puglia,Musikverein di Klagenfurt, Stadttheater diKlagenfurt, Mittelfest, Wien Musikwoche, Amicidella Musica di Padova ecc.. Le performances, inol-tre, con celebri esponenti del Jazz quali KennyWheeler, John Surman, John Taylor, MarkusStockhausen, Enrico Rava, Andrea Tofanelli, KlausGesing e Glauco Venier hanno permesso alla compa-

gine di sperimentare nuove forme di espressione.Significative anche le collaborazioni con cantantipop quali Andrea Bocelli, Edoardo De Angelis eTosca. È stato diretto da E. Rojatti, P. Paroni, F. Belli,D. Pitis, P. Faldi, H. Moody, E. Hoetzel, A. Barchi, D.De Lucia, R. Gessi, V. Sivilotti, A. Marchiol, M.Lessky, C. Coin, D. Cantalupi. Degne di nota le col-laborazioni e l'amicizia instaurate con il MaestroGustav Leonhardt, che ha diretto un ciclo di Cantatebachiane. Ha collaborato inoltre con solisti del cali-bro di Emma Kirkby, al fianco della quale è com-parso in un documentario inglese andatoin onda p iù vo l te in Inghi l ter ra , e Luisa Castel lani . I l coro t iene circa 25 con-certi all´anno e, fin dalla sua fondazione, è direttoda Cristiano. Nell’allestimento dell’opera DonPasquale il coro sarà diretto da Fabiana Noro.

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LA FVG NEW SPACE BALLET COMPANY

La Compagnia nasce nel 2004 ed è composta da gio-vani talenti della danza classica e moderna, di nazio-nalità diverse ed operanti in regione, scelti per leloro capacità tecniche e per la loro sensibilità artisti-ca. La direzione artistica è affidata alla coreografaNicoleta Josifescu, artista di grande esperienza e giàprima ballerina del Teatro dell'Opera di Bucarest, laquale si avvale della collaborazione di maestri e pro-fessionisti, italiani e stranieri, di lunga esperienzateatrale. La Compagnia ha portato i suoi spettacolinei teatri di Udine, Gorizia, Pordenone, Casarsadella Delizia, Zoppola, Macerata, Montagnana,Fagagna, S. Giorgio di Nogaro, S. Vito alTagliamento, Cormons, S. Michele al Tagliamento,Lignano Sabbiadoro, Tolmezzo, Artegna, Portorose(SLO), Kapodistria (SLO). Per ben due volte inoltrela Compagnia è stata inserita nel calendario deglispettacoli del Teatro della "Casa de Cultura a muni-cipiului" di Sibiu, città scelta quale Capitale Europeadella Cultura per il 2007, nell'ambito dei festeggia-menti in onore dell'ingresso della Romanianell'Unione Europea. Nel 2008 ha avuto l'onore dipoter mettere in scena due dei suoi spettacoli pressoil Teatro Nazionale di Opera e Balletto di Constanzae presso l'Opera Nazionale di Bucarest. Il debutto ha avuto luogo il 25 Aprile 2004 con lospettacolo "Nuove magiche Gorizie", in occasionedell'entrata della Slovenia nella Comunità Europea,con le coreografie di N. Josifescu, in collaborazionecon il Piccolo Teatro di Capodistria (Koper, Slovenia)diretto da L. Krevatin. Sempre nel 2004 laCompagnia ha portato in scena "Paquita", musichedi Minkus, coreografie di repertorio e rielaborate daN. Josifescu. Nel 2005 la Compagnia ha collaboratocon l'Orchestra della Società Filarmonia e con il Corodel Friuli Venezia Giulia per la messa in scena di"Cagion d'Honore" al Teatro Nuovo Giovanni daUdine, con regia di C. Mezzelani e la partecipazionestraordinaria di Franco ed Antonellina Interlenghi.Con lo spettacolo "Tra la danza e la poesia" laNewSpace Ballet Company è partner artistico per ladanza con il Piccolo Teatro di Capodistria (Slovenia).

L'anno 2006 ha visto la Compagnia impegnata ne "Ilsegreto della tredicesima luna", una fantasia poeticascritta e diretta da Renato Stroili Gurisatti, con musi-che originali di Carrara, D'Andrea e Terranova e lecoreografie di N. Josifescu. In occasione della ricor-renza dei 250 anni dalla nascita di W. A. Mozart, laNew Space Ballet Company ha omaggiato il grandegenio con lo spettacolo "Serata Viennese", su musi-che di J. Strauss e W. A. Mozart e coreografie di N.Josifescu. Nel 2007 la Compagnia ha messo in scena"El tango de la vida", spettacolo in due atti su musi-che di A. Piazzolla e regia di N. Josifescu. Primo atto,"Le quattro Stagioni?" su coreografie di D. Heuline;secondo atto "Una noche en la Taverna" su coreogra-fie di N. Josifescu, F. Comello e J. Rizzardi. Nellostesso anno ha debuttato lo spettacolo di teatro-danza "Don Quixote, un sogno" in collaborazionecon il "Gruppo teatrale Sipario!", su musiche diMinkus, coreografie di repertorio e rielaborate da N.Josifescu, regia e drammaturgia di T. Pecile e sceno-grafie di P. Caneparo. Questo spettacolo è stato ilvincitore della 13^ Rassegna teatrale nazionale "Uncastello di Musical & Risate!", organizzata dalCollettivo Terzo Teatro in collaborazione conl'Assessorato al Parco culturale del Comune diGorizia. Nel 2008 è stato portato in scena "Il violini-sta sul tetto", spettacolo di danza ispirato alla favolaomonima, nonché dai colori dell'omonimo quadrodi Marc Chagall, su musiche di H. Berlioz, D.Shostakovich, C. Pugni, coreografie di N. Josifescu escenografie di P. Caneparo. Il 2008 è stato anche l'an-no di "Hyades", coreografia ispirata dalla mitologiagreca trascritta da Omero, su musiche di Debussy ecoreografie di J. Rizzardi. Il 2009 si è aperto con lacollaborazione della New Space Ballet Company conil Teatro Nazionale di Opera e Balletto di Constanza(Romania) nella realizzazione de "Sulle Alidell'Operetta", spettacolo che ha visto in scena inostri ballerini assieme ad una compagine di cantan-ti lirici rumeni. Attualmente la Compagnia è impe-gnata nella realizzazione dell'Opera "Don Pasquale",in collaborazione con Società Filarmonia e del ballet-to "Coppelia", su coreografie di F. Maatescu (primaassoluta, ottobre 2009).

CAV. RAFFAELE GUERRAimpresa lirica

Iscritto nell’elenco delleimprese liriche istituito pres-so il Ministero per i Beni e leAttività Culturali il 26 marzo1983. L’ attività di DirettoreArtistico ed OrganizzatoreTeatrale nel settore ballettoclassico e della lirica ha ini-zio nel 1976 con una tournée,di 30 spettacoli in tutta Italia,

del balletto “Giselle”, interpretato dai primi Ballerinidel teatro dell’Opera di Roma. Dal 1980 è DirettoreArtistico del Concorso Internazionale per CantantiLirici e organizza il Premio ”Mattia Battistini” dalquale sono usciti i più grandi interpreti oggi in car-riera. Inizia così l’attività di produzione lirica inItalia e all’estero realizzando le opere di repertoriopiù conosciute e rappresentate.

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GIANPAOLO ZENNAROregia

Regista internazionale, rea-lizza le sue produzioni neiTeatri d'Opera più importan-ti del mondo, con proposteattuali, che ne esaltano ilcontenuto musicale, in unaricerca storico emozionale, etraducono in immaginiattraverso interpretazioni

gestuali l'intimo umano, in spazi scenici e architettu-re affascinanti di interesse e ricerca culturale, provo-cando nuove letture, che seguono l'evolversi diun’esperienza maturata nel Teatro lirico d’oggi e laconoscenza profonda della partizione. Nato aVenezia, ha studiato architettura, scenografia ecoreografia all'accademia Diaghilev diretta SergeLifar, teatro drammatico, e cinematografia a Roma.Inizia l’attività di regista nei Teatri Emiliani ATERnel 1967 per poi proseguire verso gli altri Enti LiriciItaliani e l'Opera di Genova, Teatro ove per diecianni ricopre l'incarico di regista stabile firmandomolte regie di nuove produzioni, prestigiose inau-gurazioni e tournée internazionali. Sempre a Genova assume per tre anni la direzione

degli allestimenti del Festival Internazionale delBalletto di Nervi. Fa seguito una carriera europea ed internazionaleche lo porta in breve tempo ai grandi Teatri delmondo, dal Colon di Buenos Aires all’Opera diMadrid, Barcellona, alle capitali francesi, al Teatro diLipsia, alle capitali dell'Est, alle grandi scene italia-ne, alla Fujara Opera Di Tokio ed all’OperaMetropolitan di Seoul; numerose regie sono stateriprese e trasmesse in televisione. E' stato Direttore Artistico di diversi Teatri Lirici diTradizione, in Italia e all'estero, nominato membroad onore dell'Unione Europea di RelazioniPubbliche a Bruxelles (U.E.R.P.). Durante la sua carriera, accanto a Direttori d’orche-stra prestigiosi , ha diretto la maggior parte dei piùfamosi interpreti lirici del mondo. Ha ideato e realiz-zato moltissime scenografie, sia per produzioni pro-prie che per allestimenti di Enti Lirici.

NICOLETA JOSEFESCUcoreografie

Nel 1963 termina gli studipresso l'Accademia di Danzadell'Opera Nazionale diBucarest, metodo Vaganova,studiando con nomi di famainternazionale comeRomanovsky, Umrihin, Rosse molti altri. Nel 1964 entra a

far parte del corpo di ballo dell'Opera Nazionale diBucarest. Nel 1966 vince il primo premio alConcorso Nazionale di Danza dei Giovani TalentiRumeni. Dal 1968 al 1985 è Prima Ballerinadell'Opera Nazionale di Bucarest ed interpreta ilruolo di solista, tra gli altri, nei balletti Il Lago deiCigni, La Bella Addormentata del Bosco, Giselle,Don Chisciotte, Coppelia, Il Cappello a Tre Punte,L'Amore Stregone, Romeo e Giulietta, SerataViennese, Le Stagioni di Vivaldi, La Fille Malgardée,Esmeralda, Sinfonia in Do, Carmen, Il Pippistrello,La Notte della Valpurgia, Lo Schiaccianoci, Tristanoe Isotta, Chopiniana. Nello stesso periodo partecipaanche a tournée internazionali, sempre con l'OperaNazionale di Bucarest, in Italia, Francia, Germania,Spagna, Portogallo, Grecia, Libano, Messico, Cuba,Lussemburgo, Svizzera, Bulgaria, Ungheria,Polonia, Cecoslovacchia, Jugoslavia e URSS. Prendeparte inoltre a spettacoli di diversi teatri rumeni

come ospite solista. Dal 1986 lavora in qualità diinsegnante di danza e coreografa al Piccolo Teatrodella Città di Udine. Successivamente la sua collabo-razione, anche in qualità di direttrice artistica, vienerichiesta presso altre importanti scuole di danzadella regione. Molte delle sue allieve ottengono rico-noscimenti e premi partecipando a concorsi di danzanazionali ed internazionali ed alcune intraprendonola carriera professionale presso diversi teatri euro-pei. Dal 1990 presiede a numerosi concorsi di danzacome presidente della commissione valutatrice. Dal2000 è direttrice artistica della Libera Università diDanza e Teatro di Mantova. Dal 2004 è direttrice arti-stica e maitre de ballet della FVG New Space BalletCompany.

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MICHELE UGO GALLIUSSIscenografia

E' nato a Udine nel 1963, ovevive e lavora. Divide il pro-prio tempo tra l'insegna-mento di Lettere e Storiapresso istituti superiori dellaprovincia di Udine e le atti-vità pittoriche e grafiche, daanni rivolte anche all'idea-

zione ed alla realizzazione di scenografie teatrali. Lesue prime sperimentazioni scenografiche risalgonoalle “via crucis” rappresentate sul sagrato delDuomo di Udine nel 1981 e 1982; successivamentecura l'allestimento di sacre rappresentazioni aCiconicco di Fagagna (1987-1992; 1999-2000; 2006) edipinge gli sfondi per le rievocazioni storiche del-l'epifania tarcentina (1993-2005). Nel 1987 realizza lescene per la commedia in lingua friulana “Il quili-brio”, di Alviero Negro, rappresentata al Palamostredi Udine. Nel 1994 progetta l'allestimento cittadinodi Udine in occasione del “Palio di S. Giorgio”,dipingendo anche l'omonimo stendardo (ora conser-vato presso la parrocchia del Carmine). Nel 2001dipinge l'ambone ligneo della parrocchia udinese

del Ss. Redentore. Da diverso tempo, Galliussi sidedica alla scenografia teatrale, spesso legata allatradizione dell'opera lirica. Le collaborazioni con la“Società Filarmonia” di Udine ed il M° AlfredoBarchi hanno origine con le scene dipinte del “DonPasquale” di Donizetti, opera presentata a Udine nel1995. Nel 1996, invece, realizza scene per i “Diaridelle identità – testi di giovani friulani, giuliani, slo-veni, istriani nel mondo”, opera presentata alMittelfest di Cividale del Friuli. Progetta e dipinge lescene per la “Cavalleria rusticana” di Mascagni(2006), l’ “Elisir d'amore” di Donizetti (2007) e la“Cenerentola” di Rossini (2008), opere che sono staterappresentate in varie piazze della Regione (Udine,Fagagna, Latisana, Venzone, Pordenone).

EMMANUELA COSSARcostumi

Nata a Palmanova nel 1978, haconseguito il diploma di opera-tore della moda nel 1997all´istituto “Raimondod´Aronco” di Gemona delFriuli. Successivamente, è stataammessa al corso di laurea inProgettazione della moda -specializzazione Costumeteatrale dell´Università degli

Studi di Firenze. Durante la frequenza ha partecipa-to alla realizzazione di due sfilate, esponendo i pro-pri costumi su modelli rinascimentali alla Mostradell´Artigianato di Firenze (Fortezza da basso).Inoltre, nel 1999 e 2000 ha partecipato, sempre nelcapoluogo toscano, alla realizzazione di trucchi ecostumi per gli spettacoli Sogno di una notte di mezzaestate e Striga. Ha partecipato anche a uno stage allasartoria teatrale De Valle di Torino. Nel 2002 poi si èbrillantemente laureata discutendo una tesi multi-mediale (costumi, testi e immagini video) intitolataIl costume rock nelle copertine dei dischi dagli anni´60agli anni `80. Ha partecipato inoltre alla realizzazio-ne dei costumi per la Clavicola di re Salomone e Ilgiardino dei ciliegi per l´Accademia d´arte drammati-ca “Nico Pepe” di Udine. Nel 2003 progetta i costu-mi per l´Otello di Giuseppe Verdi per la regia diPaolo Bosisio: i bozzetti sono stati esposti al Teatro

delle Erbe di Milano. Nel 2004 e nel 2005 ha lavora-to alla Jato, azienda di ricami per l´alta moda, di SanLazzaro di Savena. Nel 2006 progetta e realizza aUdine i costumi per lo spettacolo Il segreto della tredi-cesima luna con la regia di Renato Stroili Gurisatti enell´autunno dello stesso anno lavora come assisten-te costumista presso lo "Stadttheather Klagenfurt"lavorando all´allestimento dell´opera Elisir d´Amoredi Gaetano Donizetti con la regia di ValentinaSimeonova. Nel 2007 ha collaborato con SocietàFilarmonia per la quale ha curato i costumi perl´opera Elisir d´amore di Gaetano Donizetti con laregia di Antonio Petris. Nel 2008 ha collaborato con“Il Piccolo Festival” di Reana del Rojale per il qualeha curanto i costumi per lo spettacolo La PiccolaButterfly e Piccola Turandot per la regia di AntonioPetris; ha curato successivamente la realizzazionedei costumi per La Cenerentola con la regia diGianpaolo Zennaro.