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TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Vietata la riproduzione anche parziale

Microsoft, MS-DOS, Windows, Microsoft Word, Microsoft Excel, Microsoft PowerPoint, Microsoft Access e Microsoft Internet Explorer sono marchi registrati dalla Microsoft Cor-poration. Altri nomi e marchi citati sono generalmente depositati o registrati dalle rispet-tive case produttrici.

Finito di stampare nel mese di luglio 2010dalla «MultiMedia» - V.le Ferrovie dello Stato Zona Asi - Giugliano (NA)

per conto della ESSELIBRI S.p.A. - Via F. Russo, 33/D - Napoli

Grafica di copertina di Giuseppe Ragno

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PREMESSA

La conoscenza dell’informatica è da tutti considerata un requisito indispensabile per potersi presentare correttamente e con le carte in regola ai diversi e ricorrenti eventi del-la vita scolastica, lavorativa e professionale: quasi tutte le scuole prevedono corsi di in-formatica, seppur a diversi livelli, così come in molte università senza le conoscenze e le abilità informatiche di base non si affrontano efficacemente i temi proposti dal curriculum accademico.

Da diversi anni il mondo del lavoro richiede cittadini dell’era digitale, in possesso del-le tipiche capacità necessarie per avvicinarsi alla soluzione dei problemi con gli usuali di-spositivi messi a disposizione dal mondo dell’ICT.

La maggior parte dei concorsi pubblici o privati prevede anche quiz e domande atti-nenti all’informatica e all’uso del computer.

In realtà, da tempo ormai il computer non è più visto come un oggetto il cui corretto accesso è limitato ai soli specialisti o appassionati: soprattutto i giovani e giovanissimi uti-lizzano il computer e la rete internet abitualmente, anche se in molte circostanze tale uso è ristretto ai soli scambi interpersonali (chat, forum, blog ecc.).

Oltre ad una doverosa premessa relativa alle basi dell’Information and Communica-tion Technology (ICT), sviluppata nella sua parte iniziale, quest’opera affronta le princi-pali applicazioni informatiche adottate su personal computer nel mondo del lavoro e del-la formazione.

Pertanto, abbiamo pensato di rivolgere la nostra attenzione dapprima ai due sistemi operativi più diffusi nel campo dei personal computer, quali Windows Vista e Windows 7, ultime versioni della apprezzata famiglia di software di base di casa Microsoft, unani-memente ritenuta valido punto di riferimento in quanto a prestazioni e facilità d’uso.

Successivamente, il volume presenta molti aspetti delle applicazioni più frequente-mente utilizzate dagli utenti di personal computer: elaborazione testi, foglio elettronico, data base, strumenti di presentazione ed utilizzo dei servizi internet.

L’idea alla base del libro è quella di illustrare i programmi componenti la suite Micro-soft Office 2007 in quanto, oltre a costituire la raccolta di programmi più diffusa in ambi-to scolastico, universitario ed aziendale, questa contiene al suo interno tecniche e metodi da molti additati come dei veri e propri standard di sviluppo di documentazione utile nei diversi campi delle attività umane.

Perciò, chi si cimenta sino in fondo nella lettura dell’opera alla fine del suo percorso di studio possederà discrete conoscenze dei seguenti programmi Microsoft:— Windows Vista;— Windows 7;— Word;— Excel;— Access;– PowerPoint;— Internet Explorer;— Windows Mail.

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Crediamo che la conoscenza dei temi trattati possa tornare utile in diversi ambiti, come ad esempio, in un colloquio per convincere l’interlocutore di possedere le nozioni indi-spensabili per il lavoro ricercato oppure in una prova scritta per superare un concorso.

Il metodo che proponiamo per procedere all’esame dei diversi temi consiste nell’espo-sizione modulare dei differenti argomenti, con ampio e sistematico ricorso a domande «a tappeto» su quanto esposto in ciascun paragrafo.

In questa maniera, il lettore si avvicina gradualmente, e senza stress, alla conoscenza delle differenti applicazioni informatiche che naturalmente richiedono costanti esemplifi-cazioni pratiche su PC, allo scopo di assimilare efficacemente le abilità e conoscenze pre-viste.

Antonio De Rosa e Giuseppe Di Capua

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PARTE PRIMA

IntroduzIone all’InformatIca

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CAPITOLO PRIMO

IntroduzIone all’Ict

SommarIo: 1. ICT e computer - 2. L’hardware e il software - 3. Classificazione dei computer.

1. Ict e computer

La diffusa presenza del computer in pressoché tutti gli ambienti in cui, al giorno d’og-gi, opera l’uomo è la testimonianza dell’importanza della disciplina dell’informatica, nota anche come scienza dell’informazione.

Da un punto di vista etimologico la parola «informatica» è la fusione di «informazio-ne» e «automatica».

Negli ultimi anni, però, più che di informatica si sente spesso parlare di Ict, ovvero Information and Communication Technology.

Con questo termine si indica sia l’insieme delle scienze che studiano il trattamento au-tomatico e digitale delle informazioni sia le varie tipologie di «forme tecnologiche» che ne consentono l’elaborazione e l’archiviazione dei dati.

2. l’hardware e Il Software

Naturalmente, lo strumento alla base del mondo dell’ICT è il computer, inteso come sistema elettronico di elaborazione dati, costituito sia dalle parti materiali della macchina che dai programmi che consentono a quest’ultima di eseguire le elaborazioni richieste.

L’insieme delle componenti materiali o fisiche del computer si chiama hardware.L’hardware, ad esempio, si identifica con le schede — formate a loro volta da circuiti

elettronici — che consentono al computer di avviarsi e funzionare regolarmente. Fanno parte dell’hardware di un computer la scheda madre, la scheda video, il mouse, la tastie-ra ecc.

Sono componenti hardware anche i dispositivi esterni al computer (pur se collegati ad esso) come le stampanti, il monitor o la webcam ecc.

Semplificando: è hardware tutto ciò che, all’interno o all’esterno di un computer, si vede, si tocca e che … si può rompere perché cade a terra.

Perché un computer possa elaborare correttamente dati, il solo hardware non è suffi-ciente: occorrono anche i programmi di elaborazione.

Un programma può essere definito come un insieme di istruzioni che operano su dati, allo scopo di risolvere un determinato problema, semplice o complesso che sia.

È software l’insieme dei programmi che rendono possibile il funzionamento di un computer.

Se l’hardware, perciò, può essere inteso come la parte «dura» (hard) del computer, il software è spesso contraddistinto dall’essere «morbido» (soft).

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Parte Prima - Introduzione all’informatica8

Il software a sua volta può essere distinto in software di base (o di sistema) e appli-cativo.

Tutti i programmi finalizzati alla gestione del sistema e delle sue risorse costituiscono il sistema operativo che appartiene alla categoria del software di base.

Windows XP, Vista o Windows 7, ad esempio, sono i sistemi operativi della Microsoft che provvedono ad eseguire le funzionalità di base di un personal computer.

Esistono diversi sistemi operativi che sono in grado di occuparsi delle funzionalità fon-damentali di un computer; tra questi si citano, oltre ai tradizionali Windows 95, Windows 98, Windows 2000, Windows NT (tutti della Microsoft) anche i sistemi operativi Unix, Li-nux, OS2 e MacOS X.

la GuIParlando di sistemi operativi, non possiamo fare a meno di descrivere brevemente l’evoluzione che ha por-tato dai sistemi a riga di comando a quelli ad interfaccia grafica (Graphic User Interface o GUI). Il DOS, ov-vero il più vecchio sistema operativo per PC, era del primo tipo, ed i comandi venivano materialmente digi-tati dall’utente che, quindi, doveva conoscere la particolare sintassi utilizzata dal sistema. Per questo moti-vo utilizzare il DOS era consentito solo a chi conoscesse il linguaggio del sistema, per riuscire a comunica-re con esso. Ad esempio, il comando COPY permetteva di copiare dei file, il comando MD permetteva di creare nuove directory (cioè quelle che oggi siamo abituati a chiamare «cartelle»).Il primo sistema operativo basato su un’interfaccia grafica è stato il Mac OS, prodotto dalla Apple e giunto oggi alla versione X. Questo sistema operativo introdusse nel mondo degli utenti di personal computer una vera e propria rivoluzione: non era necessario infatti conoscere alla perfezione la sintassi in quanto questi ul-timi potevano essere impartiti agendo su elementi grafici presenti sullo schermo (icone, pulsanti ecc.). Il sistema Mac OS è stato poi ripreso dalla Microsoft che lo ha utilizzato per il Windows, che è attualmente il sistema operativo ad interfaccia grafica più diffuso.Linux, dal canto suo, è stato per anni un sistema prevalentemente a riga di comando e per questo, nonostan-te la sua altissima affidabilità, costituiva un sistema di nicchia, utilizzato prevalentemente da esperti infor-matici. Negli ultimi anni, tuttavia, nel tentativo di diffondere maggiormente questo sistema operativo sono state create delle interfacce grafiche, quali KDE e Gnome, per renderne più semplice ed intuitivo l’utilizzo.

La parte principale del sistema operativo (detta modulo o kernel), che sovrintende e prov-vede al corretto funzionamento della macchina, è caricato al momento dell’accensione e rima-ne nella memoria centrale del computer.

Si ricorda, infatti, che i programmi componenti il software di base gestiscono i dispo-sitivi hardware del computer e, per tali motivi, sono continuamente richiesti per l’esecu-zione delle diverse azioni richieste dall’operatore.

Esistono i programmi che servono all’utente finale per svolgere diverse funzioni come, ad esempio, stampare le fatture, il giornale di magazzino, il bilancio, inserire i dati di ven-dita.

Questi programmi spesso sono realizzati ad uso e consumo dell’utente e in alcuni casi sono realizzati «su misura», in base alla dimensione ed all’esigenza dell’ambiente ove si opera. Questi programmi vengono definiti come il software applicativo.

Con il termine applicazione (o procedura), in genere in ambito aziendale si vuole in-dicare un sottoinsieme di programmi connessi fra loro ed utilizzati per raggiungere un de-terminato obiettivo.

Costituisce un esempio di applicazione la fatturazione, intesa come l’insieme di quei programmi che permettono di ottenere le fatture, partendo dall’immissione dei dati e giun-gendo sino alla stampa finale del documento.

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Capitolo Primo - Introduzione all’ICT 9

Altri esempi di applicazioni sono le procedure di magazzino, di gestione dell’orario scolastico o di gestione della contabilità.

Il software applicativo funziona in quanto esiste il sistema operativo che provvede ad occuparsi delle funzioni di base della macchina.

Perciò i programmi applicativi non sono autonomi ma dipendono dal sistema operati-vo che esiste su quel determinato computer.

Tra i programmi che rientrano nel software applicativo, alcuni sono programmi di utilità generale che, ad esempio, consentono di redigere un documento, che realizzano i fogli di calcolo, che consentono di elaborare immagini. Questi programmi sono anche de-finiti come applicazioni orizzontali in quanto in maniera trasversale sono presenti in tutti gli ambienti.

Poiché molti di questi programmi svolgono funzioni ed attività connesse al tipico la-voro d’ufficio, è entrato nella prassi riferirsi ad essi anche con il termine di programmi ap-plicativi per l’Office Automation. Con il termine suite, infine si vuole indicare l’insieme di tutti i programmi che una determinata società di software offre sul mercato, general-mente a prezzi ridotti.

tipo di software Scopo pacchetti commercialiElaboratori di testi(word processing)

Scrittura, modifica, memorizzazione e stam-pa di documenti

Microsoft Word, Corel WordPerfect, Works

Fogli elettronici(spreadsheet)

Memorizzazione e calcoli su dati strutturati in righe e colonne, con produzione di grafici

Microsoft Excel, Lotus 123

Database Memorizzazione di grandi moli di dati per elaborazioni anche complesse

Microsoft Access, DBASE IV, FileMaker

Grafica Elaborazione di immagini Corel Draw, Adobe Photoshop, Paint shop

Disegno tecnico (CAD) Progettazione di strutture tecniche AutoCAD, MicroStationPosta elettronica(electronic mail)

Gestione della posta elettronica Microsoft Outlook Express, Eudora, Thunderbird, Microsoft Mail

Navigazione ipertestuale Esplorazione di pagine Web Microsoft Internet Explorer, Netscape Navigator Firefox, Opera

3. claSSIfIcazIone deI computer

Non esiste un solo tipo di computer, né una sola tecnologia di architettura di compu-ter. In tal senso, si possono individuare sei classi di elaboratori elettronici:• supercomputer;• mainframe;• minicomputer;• workstation;• personal computer;• network computer.

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Gli elaboratori più potenti sono i supercomputer, caratterizzati da altissime velocità di calcolo e potentissime capacità di memorizzare dati. Tali macchine, il cui costo è nell’or-dine di alcuni milioni di euro, sono dotate di sofisticate procedure di gestione, e sono in-dicate per risolvere problemi che si basano su modelli matematici nei vari campi tecnico-scientifici.

Si pensi alle elaborazioni di pre-visioni meteorologiche o alle ap-plicazioni in campo militare o alle esigenze di calcolo necessa-rie nei campi dell’ingegneria mo-lecolare o spaziale.Si tratta di computer che posso-no svolgere contemporaneamen-te più elaborazioni (e perciò an-che detti elaboratori paralleli) e che sfruttano spesso la presenza di più dispositivi di calcolo logi-co-aritmetico (processori).I supercomputer, a causa della loro limitata diffusione, hanno la peculiarità di presentare un alto rapporto costo/prestazioni.

Con il termine mainframe si indica un computer di grandi dimensioni, in grado di for-nire alte prestazioni, sia nel senso del numero di utenti serviti dalle elaborazioni (centina-ia o migliaia) che in quello del numero di processi eseguiti in una certa unità di tempo. Per tali motivi, ai mainframe sono associate le caratteristiche della multiutenza e del multipro-cesso.

Un mainframe è in grado di ela-borare grandi quantità di dati, sfruttando a tal fine processori de-dicati alla gestione delle opera-zioni di ingresso (lettura, digita-zione ecc) e di uscita dei dati stes-si (visualizzazione, registrazione, stampa ecc.).In generale, l’utente medio di un mainframe interagisce con que-sto attraverso dispositivi costitui-ti da video e tastiera, detti termi-nali, usualmente disposti lontano (anche migliaia di chilometri) dal centro del sistema.

Un supercomputer

Un mainframe

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Una classe a parte è occupata dai minicomputer, da un certo punto di vista simili (sep-pur in scala minore) ai mainframe ed idonei a fornire rispo-ste efficienti alle aziende di dimensioni medio-piccole.Un minicomputer è, infatti, multiutente e serve perciò un gran numero di utenti contemporaneamente (diverse deci-ne); inoltre, possiede dispositivi in grado di memorizzare grandi quantità di dati su dischi e nastri magnetici.

Questo tipo di elaboratore spesso esegue elaborazioni interattive e predilige le funzionalità dei collegamenti alla velocità nei calcoli. Perciò, molto risalto viene dato alla presenza di processori dedicati alla gestione delle fasi di ingresso e di uscita.

Le workstation costituiscono un’ulteriore classe di computer che occupa una posizione intermedia tra i per-sonal ed i minicomputer: sono apparecchiature dedica-te ad applicazioni di tipo scientifico e nel campo dell’in-gegneria e della progettazione grafica.

Una workstation è, in genere, dotata di un monitor di grandi dimensioni e può far ricorso a più processori centrali CPU (Central Processing Unit); a seguito delle elabora-zioni di immagini, che notoriamente necessitano di molto spazio, dispongono di memorie ad elevata capacità di registrazione.

Le procedure eseguite sulle workstation riguardano, soprat-tutto, applicazioni grafiche e scientifiche e, pertanto, hanno biso-gno di elevate capacità di calcolo. Normalmente, il sistema ope-rativo presente su una workstation è multiutente e multiprocesso.

Oggi, ormai la presenza dei personal computer (PC) nei più disparati ambienti è un fenomeno capillare ed inarrestabile. Un personal computer è un elaboratore di piccole dimensioni, nor-malmente monoutente, dal costo contenuto (meno di 1.000 euro) e - come dice anche il nome - utilizzato per scopo personale e pro-fessionale.

Quando un personal computer è usato in modo autonomo e pertanto non è collegato ad una rete di computer viene indicato con il termine di stand alone: è la tipica situazione del personal compu-ter presente nell’ambito domestico.

In altre situazioni, invece il personal compu-ter può essere connesso ad altri computer (main-frame, minicomputer, personal computer, ecc): in questo caso si parla più propriamente di rete di computer.

Un esempio di minicomputer:il Sistema IBM AS/400

Una workstation

Un personal computer

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Parte Prima - Introduzione all’informatica12

Il personal computer in rete

Quando è in rete, un personal computer si può trovare in due situazioni differenti: in alcuni casi il personal computer utilizza risorse che la rete mette a sua disposizione (stampanti, dischi, programmi ecc.). In questo caso si dice che il personal computer è un client.Viceversa, quando è proprio il personal computer che gestisce il traffico della rete, sovrintendendo ai colle-gamenti tra i client e mettendo a loro disposizione le risorse della rete, allora si dice che questo personal com-puter funge da server di rete.Esiste una differenza sostanziale tra una rete di computer gestita da un personal computer che funge da ser-ver ed il collegamento tra terminali gestito da un mainframe o da un minicomputer: in quest’ultimo caso i terminali sono stupidi, nel senso che non possono fare altro che presentare richieste di elaborazione al com-puter che, dopo averle evase, le invia ai terminali stessi.Nel caso di una rete di personal computer, i client sono dei terminali intelligenti, in quanto godono di una propria capacità elaborativa e, quindi, possono eseguire pure una parte dell’elaborazione.

Non tutti i personal computer sono uguali; ne distinguiamo, infatti, tre principali mo-delli anche se tutti e tre i tipi di personal computer sono predisposti per contenere, oltre agli alloggiamenti, anche espansioni successive (masterizzatori, memoria supplementare, modem ecc.).

— il personal computer di tipo desktop costituisce il modello tradizionale, predisposto per essere posizionato su un tavolo con il monitor posizionato al di sopra del case;

— il personal computer di tipo tower si differenzia dal tipo desktop esclusivamente per il fatto che il case contenente l’unità centrale è posta in senso verticale (solitamente a terra, ai piedi di una scrivania);

— il personal computer portatile laptop (o notebook), di tecnologia più recente, risulta essere leggero e maneggevole soprattutto per il fatto che possiede un’autonomia in termini di batteria ricaricabile pari a qualche ora e pertanto permette all’utente di non essere vincolato alla rete elettrica. Il laptop può essere facilmente trasportato, infatti ha dimensioni di ingombro minime (simili ad un libro di grandi dimensioni) e soprat-tutto un peso ridotto, addirittura inferiore al chilogrammo per alcuni modelli più re-centi.

Nei portatili il monitor è solitamente costituito da uno schermo LCD a cristalli liqui-di, integrato nell’apparecchiatura complessiva, ed è generalmente di 15 pollici. Un limite del portatile è costituito proprio dalla miniaturizzazione delle sue componenti, in partico-lare della sua tastiera che è alquanto ridotta rispetto a quella tradizionale e che, quindi, può presentare qualche difficoltà iniziale di adattamento (soprattutto per un utente alle prime armi).

Inoltre, normalmente al mouse è sostituito il touchpad, ovvero una sorta di piccola su-perficie rettangolare, sensibile al tatto, che consente di controllare il movimento del pun-tatore sullo schermo, come il mouse.

Le prestazioni di un notebook non sono inferiori a quelle di un normale personal com-puter a fronte, però, di un costo talvolta supera anche notevolmente quello dei PC tradi-zionali.

I computer portatili sono caratterizzati da dimensioni e peso molto contenuti. Ciò si «paga» però in termini di prezzo, che è più elevato rispetto a quello dei normali PC. I note bok sono molto utilizzati in ambito professionale, in quanto permettono di lavorare anche

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Capitolo Primo - Introduzione all’ICT 13

in viaggio o lontano dall’ufficio. I portatili, infatti, sono dotati di batterie che li rendono utilizzabili anche se non si ha a disposizione una rete elettrica (in auto, in treno ecc.).

Negli ultimi anni hanno trovato una discreta diffusione e un enorme successo commerciale i cd. netbook o subnotebook. Si tratta di compu-ter portatili di dimensioni molto ridotte dotati di una tastiera e di un monitor di pochi pollici e ca-ratterizzati da un hardware molto semplice. Sono computer destinati soprattutto alla navigazione e all’utilizzo di servizi via Internet (ecco perché sono chiamati netbook) anche se è possibile uti-lizzare programmi di videoscrittura e qualche al-tra piccola applicazione. I netbook sono pensati soprattutto per un pubblico non professionale che ha bisogno di avere un computer facilmente por-tatile da connettere ad Internet via wireless.

Un’ulteriore classe di computer da annovera-re è quella dei palmari o pda (Personal Digital Assistant); si tratta di un tipo di sistemi multime-diali di ridottissime dimensioni (grandi quanto un’agendina tascabile) che sfruttano sia la miniaturizzazione che una sofisticata quanto innovativa tecnologia.All’inizio il palmare era concepito come un semplice or-ganizer (una agenda elettronica dove tenere traccia di note, appuntamenti) dotato di calendario, orologio, calcolatrice e una rubrica dei contatti e con scarse capacità di elabora-zione e memorizzazione.I modelli più recenti eguagliano ormai le prestazioni di un normale computer e possono, ad esempio, collegarsi con altri personal computer ed è possibile installare program-mi di media complessità come fogli elettronici, calcolatri-ci scientifiche, client di posta elettronica e piccoli video giochi. La loro memoria può essere facilmente espansa; i palmari più recenti sono in grado di fungere anche da te-lefono cellulare in modo autonomo.L’utilità di un palmare è nella sua estrema portabilità, an-che se le ridotte dimensioni dello schermo rappresentano una sua significativa limitazione.Un palmare, pur se sprovvisto materialmente di una vera e propria tastiera, consente, attraverso un dispositivo det-to touch screen, con la pressione del dito (o di una minu-scola penna di plastica), non solo di disegnare sullo scher-mo LCD a cristalli liquidi, ma — con l’ausilio di un sof-tware particolare — di simulare a video una tastiera vir-tuale per immettere dati.

Un popolare netbook

Un Personal Digital Assistant

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Parte Prima - Introduzione all’informatica14

Un PDA, normalmente, è utilizzato in collegamento (anche attraverso raggi infrarossi) ad un personal computer per scaricare dati e funziona spesso come fax o telefono cellulare. Inol-tre è usato anche come registratore vocale e come lettore di file musicali.

Naturalmente, anche il palmare necessita di un sistema operativo: quello più diffuso è il Windows CE, che è una versione ridotta di Microsoft Windows.

I costi di un palmare si aggirano attorno alle poche centinaia di euro, ma la sua diffu-sione è abbastanza limitata, in quanto è contrastata dalla sempre più massiccia presenza sul mercato dei computer portatili che, con il passar del tempo, nonostante continuino ad aumentare le prestazioni, riescono contestualmente a ridurre dimensione e peso.

Ultima categoria di computer da prendere in esame è costituita dai network compu-ter; il loro scopo specifico è quello di connettersi ad una rete, in particolare ad Internet e pertanto non sono particolarmente forniti di memoria o di processori sofisticati o potenti, in quanto sfruttano soprattutto dati presenti su un server.

Questionario  1. Da quali parole deriva la parola “informatica”?

(par. 1 )

  2. Quale è la differenza tra hardware e software?(par. 2 )

  3. Come può essere ulteriormente classificato il software ?(par. 2 )

  4. Cosa è una GUI e che differenza c’è rispetto alle interfacce a riga di comando?(par. 2 )

  5. Quale è il nome di un programma utilizzato per il disegno tecnico?(par. 2 )

  6. Quale è la differenza tra un computer client e un computer server?(par. 3 )

  7. Che cosa sostituisce il mouse nei portatili ?(par. 3)

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CAPITOLO SECONDO

come è fatto un computer

SommarIo: 1. I componenti di un personal computer - 2. Le unità di ingresso o input. -3. Le unità di uscita. - 4. La memoria centrale. - 5. Bit e byte. - 6. Il sistema binario. - 7. L’unità logico-aritmetica. - 8. L’unità di controllo. - 9. L’unità centrale di elaborazione (CPU). - 10. Le memorie di massa o ausiliarie. - 11. Indicatori delle prestazioni di un computer.

1. I componentI dI un perSonal computer

Per comprendere le interrelazioni instaurate tra i diversi componenti di un computer, iniziamo con l’analizzare i singoli componenti di un elaboratore elettronico.

Dal punto di vista funzionale, negli elaboratori elettronici si ritrovano sempre almeno cin-que unità:— unità di ingresso o input;— unità di uscita o output;— memoria centrale;— unità logico-aritmetica;— unità di controllo.

Questi componenti non sono separati fra loro, ma costituiscono un tutt’uno, con lo sco-po comune di effettuare le elaborazioni desiderate dall’utente per ottenere risultati corretti ed in tempo utile.

Ecco perché spesso si parla di sistema di elaborazione elettronico dei dati.

Il concetto di sistema richiama proprio la presenza di più componenti, le cui dinami-che sono regolate da leggi e priorità e sono finalizzate all’ottenimento di informazioni uti-li e preziose, attraverso l’elaborazione di semplici dati.

Lo schema funzionale (la cd. «architettura»), riprodotto nei moderni computer fin dal lontano 1947 e che è stato definito per la prima volta da John Von Neumann, è riportato nel diagramma che segue.

unItÀ centrale elaBorazIone

UNITÀ DI CONTROLLO

UNITÀ DIINGRESSO

UNITÀLOGICO-ARITMETICA

UNITÀ DIUSCITA

MEMORIA CENTRALE

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Parte Prima - Introduzione all’informatica16

Secondo lo schema di Von Neumann qualsiasi elaborazione del computer è guidata da programma che si trova nella memoria centrale della macchina e dà luogo ad una serie di azioni interrelate delle diverse componenti hardware.

2. le unItÀ dI InGreSSo o Input

Le unità (o periferiche) di ingresso, o di input, permettono il collegamento dell’elabo-ratore elettronico con l’esterno, consentendo l’immissione nel sistema sia dei dati che del-le istruzioni componenti un programma. Materialmente, nella maggior parte dei casi, l’uni-tà di ingresso può essere costituita da diverse apparecchiature adatte allo scopo, le più dif-fuse delle quali sono:

— la tastiera;— il mouse;— la trackball;— il touchpad;— lo scanner;— la fotocamera digitale;— il microfono.

Qual è l’elemento comune di tutti i dispositivi appena citati?Tutti consentono di immettere dati in un processo di elaborazione.Naturalmente, ciascuno di essi possiede delle peculiarità che incidono profondamen-

te sulla forma dei dati immessi. In questo senso, la tastiera è una periferica adatta ad im-mettere dati testuali, ovvero disposti secondo la forma di caratteri e serve soprattutto quan-do si eseguono programmi interattivi, cioè programmi che instaurano una sorta di dialo-go tra l’utente ed il computer.

Viceversa, le periferiche come il mouse, il trackball o il touchpad servono soprattutto a gestire il puntatore sullo schermo e pertanto sono utilizzate nei programmi visuali e di grafica. Ricordiamo che in realtà il trackball ed il touchpad hanno la stessa funzione del mouse e sono presenti soprattutto sui notebook.

Quando, invece, si ha l’esigenza di inserire dati sotto forma di immagini, allora peri-feriche come lo scanner o la fotocamera digitale risultano di estrema utilità.

Una trackball Uno scanner

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La presenza degli scanner si è molto diffusa in questi ultimi anni, favorita anche dal repentino abbassamento di prezzo dei modelli. In realtà lo scanner assomiglia molto ad una piccola fotocopiatrice, con lo scopo però di digitalizzare immagini «catturate» da fo-glio e trasferirle nelle memorie del computer.Ovviamente, si privilegerà la fotocamera digitale qualora si voglia prelevare dalla realtà una determinata immagine e trasferirla in memoria di un personal computer.

Il microfono, infine è una periferica di input che, connessa ad un personal computer, consente di immettere suoni (voce, musica ecc.) nella macchina.

La sua utilità è indispensabile in talune applicazioni, quali la videoconferenza, quando diversi utenti distanti fra loro, desiderano dialogare fra loro.

Ricordiamo però che i dati possono essere prelevati - oltre che dai dispositivi appena elencati - anche da altri supporti, ovvero da dischi magnetici, minidischi magnetici, nastri magnetici, DVD-ROM ecc., che costituiscono, come si vedrà nel seguito, quelle che ven-gono definite memorie di massa. Pertanto, da questo punto di vista, altre possibili unità di ingresso sono il lettore di dischi, il lettore di minidischi, il lettore di nastri, il lettore di DVD-ROM ecc.

3. le unItÀ dI uScIta

Le unità di uscita permettono l’emissione dei risultati finali di un’elaborazione dal si-stema verso l’esterno. E’ intuitivo comprendere quale sia l’importanza di riuscire a pre-sentare i risultati di una elaborazione di dati in una forma comprensibile ed ordinata.

Per fare ciò, l’unità di uscita preleva i ri-sultati della memoria centrale e li riporta su un supporto adatto.

Le periferiche di output più diffuse sono il monitor e la stampante.

Il monitor o schermo video è il dispositi-vo di output più diffuso e più apprezzato dall’utente finale, in quanto grazie ad esso è possibile visualizzare in modo naturale i risul-tati dell’elaborazione o seguire in tempo reale lo stato di esecuzione di un certo programma.

Esistono due tipi di schermi: quello con tubo a raggi catodici (CRT = Cathod Ray Tube) e quello a cristalli liquidi ( LCD = Liquid Cry-stal Display).

Il monitor CRT è ancora oggi il più diffuso e si basa sulla tecnologia tradizionale che esiste anche nei comuni televisori e che ricopre il tubo catodico di una miriade di sottili strisce di fosforo (di colore rosso, verde e blu) che opportunamente “sparate” da cannoni vanno a riprodurre sul vetro dei piccolissimi punti, detti pixel, di colore diverso e che nell’insieme delle sovrapposizioni forniscono a video l’immagine desiderata.

Un monitor CRT

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Il pixel di colore emesso sullo schermo non dura oltre qualche frazione molto piccola di secondo, motivo per il quale l’immagine deve essere riprodotta nuovamente e tante vol-te nell’arco dello stesso secondo.

cosa è la frequenza di refresh di un monitor?

La frequenza di refresh è la frequenza con la quale l’immagine viene ripetuta in un secondo. Frequenze tipiche dei monitor moderni sono 75-120 Hz, che indicano che l’immagine viene ripetutamente riprodotta 75-120 vol-te in un secondo.L’immagine viene tracciata dall’alto verso il basso e dalla destra verso sinistra. Nei modelli con frequenza di re-fresh «interlacciata» si eseguono due passate per visualizzare l’immagine sullo schermo: nella prima passata si formano le righe pari, mentre nella seconda si formano le righe dispari.

La dimensione di ogni punto è detta dot pitch (dpi) ed influenza la nitidezza dell’im-magine. Generalmente un monitor di buona qualità presenta il valore di dot pitch inferio-re a 0,26 millimetri.

Un’altra caratteristica da prendere in esame a proposito del monitor riguarda la riso-luzione, ovvero il numero di pixel contenuti nello schermo che in genere è 640x480 (per i monitor da 14”), 800x600 (per i monitor da 15”), 1024x768 (per i monitor da 17”), 1280x1024 (per i monitor da 19” e superiori).

come si misura la dimensione di un monitor?

Per monitor, come per i normali televisori, l’unità di misura è costituita dalla lunghezza in pollici della diagona-le dello schermo, che si indica con il simbolo ”. Pertanto, i computer oggi sono equipaggiati con monitor da 14, 15, 17, 19 e 21 pollici.Il monitor più diffuso oggi, sia nei luoghi di lavoro che tra le mura domestiche, ha dimensioni di 19”.

Più bassa è la risoluzione, più grandi sono i pixel (e quindi le singole componenti del-le immagini) e l’immagine nel suo complesso. Man mano che aumenta la risoluzione, l’im-magine, sfruttando pixel di dimensioni ridotte, risulta più piccola.

Affianco agli schermi CRT, hanno trovato ormai rapida diffu-sione i monitor LCD che offrono, a differenza dei display tra-dizionali, vantaggi in termini di leggibilità dell’immagine (con alti valori di contrasto), di ingombro ridotto (basandosi su scher-mi piatti) e di scarsi consumi energetici.La stampante è il dispositivo utilizzato per visualizzare i risul-tati delle elaborazione su carta.I dispositivi di stampa utilizzano molte e differenti tecnologie. Nel corso del tempo si sono succedute tante tipologie di stam-panti, utili a seconda dei casi e disponibili in diverse epoche storiche.

Ricordiamo in ordine cronologico stampanti: — ad aghi;— a catena;

Un monitor LCD

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— ad impatto;— termiche;— a getto d’inchiostro;— laser.

Le stampanti a getto d’inchiostro (inkjet) da una ventina d’anni a questa parte costi-tuiscono un’efficiente risposta, in termini di rapporto costi/benefici, al bisogno dell’uten-za di ottenere nel contempo sia grafici che documenti di testo in stampa.

Si tratta di stampanti dotate di cartucce sia in bianco e nero che a colori, per cui risul-ta estremamente agevole ed utile per l’utente finale ottenere (anche con poche decine di euro di costo) stampe di qualità ed a colori.

come funzionano le stampanti a getto di inchiostro?

Le stampanti a getto di inchiostro sfruttano la presenza di una te-stina di stampa con tre o quattro getti d’inchiostro diversi (rosso, verde, blu e nero) che, attraverso piccolissimi ugelli, spruzza sotti-li getti sulla carta. Ogni cartuccia possiede circa una cinquantina di effusori sottilissimi, ciascuno dei quali, dopo un opportuno segna-le digitale trasmesso dal processore presente nella stampante libe-ra un getto d’inchiostro.

Il vantaggio di una stampante inkjet risiede nell’estrema silenziosità dei processi di stampa e nella buona qualità di scrittura che giustifica il ricorso a tali dispositivi anche qualora si vogliano stampare grafici (diagrammi, istogrammi, disegni) o immagini foto-grafiche.

Le stampanti laser associano ad un’eccellente qualità di stampa, caratteristiche di ve-locità ed affidabilità, oltre che limitati costi di gestione.

come funzionano le stampanti laser?

Le stampanti laser sfruttano un principio di funzionamento abbastanza simile a quello delle comuni macchine fotocopiatrici.La stampa è ottenuto attraverso tre passaggi successivi: dapprima l’immagine da stampare è disegnata con il la-ser (simile ad un pennello di luce) su un rullo cilindrico ricoperto di materiale fotosensibile e che pertanto vie-ne caricato elettrostaticamente nei punti dove viene colpito.In un secondo passaggio, la polvere nera speciale del toner è attirata dalle zone elettrizzate, depositandosi su di esse.Alla fine del ciclo, l’immagine è trasferita sulla carta del foglio che viene avvicinata attorno al rullo cilindrico in movimento e fissata sul foglio stesso ad alta temperatura.

La qualità di stampa ottenuta con una stampante laser è ottima, raggiungendo una den-sità di stampa di 1200 dpi (dots per inch), ovvero 1200 punti per pollice.

Una stampante a getto di inchiostro

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Un altro parametro importante per valutare stampanti laser è la velocità che si misura in numero di pagine per minuto. Tale valore oscilla tra 4 pagine sino ad alcune decine di pagine al minuto.

esistono periferiche che sono contemporaneamente di input e output?

Esistono periferiche che possono essere contemporaneamente sia di input che di output. Un esempio tipico è il touchscreen, cioè una sorta di monitor che permette di impartire i comandi al computer agendo direttamente sullo schermo. Per fare un esempio, se sullo schermo è presente un pulsante sul quale normalmente faremo clic con il mouse, con il touchscreen possiamo pigiare direttamente questo pulsante virtuale con un dito. Quindi, da un lato possiamo immettere direttamente i comandi sullo schermo (input), e dall’altro, possiamo — sempre sul medesimo schermo — visualizzare i risultati dell’elaborazione come su un normale monitor (output).Un tipico esempio di monitor touch screen è quello di cui sono dotati gli sportelli automatici delle banche e le bi-glietterie veloci delle stazioni dei treni.

4. la memorIa centrale

La memoria centrale è quell’unità il cui scopo è di conservare, mantenendoli inalte-rati per un tempo più o meno lungo, i dati precedentemente immessi attraverso l’unità di ingresso.

L’aggettivo «centrale» è motivato dalla presenza di altre memorie, di cui si parlerà nel seguito, che non hanno, invece, i caratteri tipici della memoria centrale.

La memoria centrale è anche definita come memoria ad accesso diretto o RAM (Random Access Memory): essa è divisa in cellette elementari che permettono di memorizzare i programmi che di vol-ta in volta devono essere eseguiti ed i dati su cui devono essere ef-fettuate le elaborazioni del caso.Infatti, è importante sottolineare che la memoria centrale, al mo-mento dello spegnimento del sistema, con la conseguente caduta di alimentazione, perde il suo contenuto: per tale caratteristica, le

memorie RAM vengono definite come volatili.Ogni cella, detta anche locazione di memoria, ha un indirizzo che la identifica univo-

camente. Questi indirizzi hanno una numerazione strettamente crescente e quindi l’indi-rizzo con il più alto valore indica anche la capacità di memorizzazione del sistema. Quest’ul-tima è sempre espressa con un valore multiplo di 1.024, che viene pertanto convenzional-mente indicato con la sigla KiloByte o più semplicemente KB.

Ancora, si è deciso di utilizzare la sigla MegaByte (o più semplicemente MB) per in-dicare 1.024 KB, all’incirca uguale ad un milione di locazioni (pari precisamente a 1.048.576 Byte).

Attualmente, si sta assistendo ad una riduzione dei costi delle memorie centrali RAM, accompagnato da una necessità sempre più crescente da parte dell’utenza di memorie RAM di grosse capacità. Non bisogna perciò meravigliarsi se, sulle riviste specializzate o sui depliant promozionali, si legge sempre più frequentemente di nuovi sistemi di elaborazio-ne con capacità di memoria RAM dell’ordine di miliardi di byte.

Uno stick di RAM DIMM

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A tal proposito, il coefficiente convenzionalmente usato è il GigaByte (GB), uguale a 1.024 MB e perciò pari precisamente a 1.073.741.824 byte.

espandere la ram

Nei personal computer la RAM è normalmente espandibile. È, cioè, possibile acquistare dei «banchi» o «mo-duli» di memoria da inserire negli appositi slot presenti nel case. La RAM non ha bisogno di alcuna instal-lazione software, in quanto, una volta aggiunta, è sufficiente avviare il computer affinché essa venga «letta» dal sistema. Così, ad esempio, se il nostro Personal Computer dispone di 1 Gigabyte di memoria RAM, po-tremmo acquistare un ulteriore modulo di memoria da 1 Gigabyte da affiancare a quello esistente, per porta-re la RAM del nostro personal computer da 1 a 2 Gigabyte. Se non si è esperti, però è sempre meglio rivol-gersi ad un tecnico: esistono diversi tipi di memoria RAM, e dunque corriamo il rischio di acquistarne un tipo non adatto al nostro personal computer; inoltre, nonostante il processo di alloggiamento sia molto sem-plice, non dobbiamo mai dimenticare che all’interno del personal computer transita corrente elettrica, e quin-di se non si sa bene dove mettere le mani, è sempre meglio non rischiare!

La funzione della memoria RAM consiste nel memorizzare il programma in esecuzio-ne in un determinato momento ed i relativi dati oggetto dell’elaborazione di quel program-ma. Gran parte delle operazioni compiute in un elaboratore elettronico sono legate al pre-lievo ed alla registrazione di informazioni dalla e nella memoria centrale. C’è, però, una differenza negli effetti delle due operazioni: il prelievo di un dato dalla memoria centrale lascia inalterato il contenuto delle locazioni interessate mentre la registrazione di un dato in una o più locazioni di memoria provoca la distruzione e la perdita irrimediabile del pre-cedente contenuto. La memoria RAM può essere soggetta da parte dell’utente ad opera-zioni di lettura, scrittura e cancellazione. Il suo contenuto è quindi a completa disposizio-ne del programma di elaborazione richiesto dall’utente e, conseguentemente, accoglierà i dati da elaborare oltre che, ovviamente, i programmi che di volta in volta dovranno esse-re eseguiti. La permanenza delle informazioni nella memoria RAM è subordinata alla pre-senza di alimentazione di corrente: un eventuale spegnimento o ammanco di alimentazio-ne provoca l’irrimediabile perdita del contenuto della memoria RAM.

Quali sono le principali tecnologie adottate per realizzare la memoria ram?

La tecnologia più usata per realizzare circuiti di memoria RAM è la Dynamic RAM (DRAM): questa memoria conserva i dati per un breve periodo di tempo, dopo di che deve essere aggiornata centinaia di volte al secondo attraverso l’operazione di refreshing. Una memoria di tipo DRAM è suddivisa in moduli, detti DIMM, che pos-sono essere collegati negli alloggiamenti (slot) della scheda madre.Un’altra tecnologia adoperata per realizzare la memoria centrale è quella SRAM che migliora le prestazioni in termini di velocità, a fronte però di maggiori costi e maggiori consumi

Oltre alla memoria RAM esistono anche altre tipologie di memorie centrali, utili per svolgere funzioni importanti per il computer:— la memoria rom— la memoria cache

Nella memoria rom (Read Only Memory = Memoria a Sola Lettura), a differenza che nella memoria RAM i dati permangono anche in caso di mancanza di alimentazione elettrica; tipicamente, essa contiene quei programmi che consentono all’elaboratore di ef-

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fettuare le operazioni di accensione (la cosiddetta inizializzazione del sistema) e di confi-gurazione del sistema, oltre che particolari traduttori (interprete Basic, compilatore ecc) e programmi speciali che sono comunque realizzati dalla casa costruttrice dell’elaboratore.

Si tratta perciò di moduli software utilizzati di frequente (firmware) i quali, data la loro importanza, necessitano di protezione da impreviste o malaccorte operazioni di cancella-zione o manomissione: ecco perché in questa memoria l’utente può solo prelevare (legge-re) dati, giammai scriverli o cancellarli.

Quali sono i principali programmi contenuti nella memoria rom?

La memoria ROM contiene fra l’altro un modulo software, detto BIoS (Basic Input Output System) che viene eseguito all’atto dell’accensione del PC. Il BIOS si occupa di gestire le relazioni con i dispositivi di ingresso-uscita (tastiera, disco, stampante) e con valori di sistema, tra i quali la data, la password di accesso, ecc. Peral-tro il BIOS provvede anche a rendere possibile la ripartenza del computer, pur in presenza di guasti gravi di ta-luni dispositivi importanti, quali ad esempio il disco rigido.

Alla memoria RAM, si affianca la memoria cache, dispositivo elettronico caratteriz-zato da elevate prestazioni in termini di velocità, ottenute utilizzando memorie elettroni-che di tipo statico e con collegamento diretto alla Unità Centrale di Elaborazione (CPU).

a cosa serve la memoria cache?

La memoria cache ha la funzione di contenere quelle istruzioni e quei dati utilizzati più di frequente dal siste-ma, allo scopo di renderli disponibili nel più breve tempo possibile ed aumentare la velocità di esecuzione dei programmi. In genere, la cache del tipo L1 è più ridotta in termini di capacità (128KB) rispetto alla cache L2, che invece raggiunge oggi i 2-6 MB e che può anche essere espansa.

Esistono due tipi di memoria cache: una cache di tipo L1, detta “di primo livello” ed estremamente veloce, che si trova integrata direttamente nella CPU (della quale si parle-rà nel prosieguo) ed un’altra di tipo L2 o di “secondo livello”, un po’ più lenta della pre-cedente e che si trova posizionata invece sulla scheda madre.

5. BIt e Byte

La memoria centrale è rappresentata come un insieme ordinato o numerato di registri, detti locazioni di memoria, ciascuno costituito da componenti elementari bistabili, aven-ti, cioè la proprietà di assumere uno tra due possibili stati diversi.

Usualmente, questi due stati assunti dalle componenti base dei chip di memoria sono convenzionalmente indicati come:

Stato on / Stato offoppure

Stato 1 / Stato 0

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Il sistema basato sui due possibili stati viene perciò detto binario e le celle componen-ti la singola locazione di memoria, o gli stati assunti da queste, vengono indicati con il ter-mine bit (binary digit = cifra binaria).

In definitiva, perciò la memoria centrale può essere vista come una serie di bit, ognu-no dei quali ha la capacità di memorizzare una cifra binaria: 0 oppure 1.

6. Il SIStema BInarIo

Un numero binario è formato dalle sole cifre 0 e 1.Il numero 11011 in binario si legge “uno-uno-zero-uno-uno” e non “undicimilaze-

roundici”.Il sistema di numerazione binario è un sistema posizionale: ogni cifra componente un

numero binario pesa (vale, cioè) di più o di meno, a seconda della posizione che essa oc-cupa (più a sinistra o più a destra) all’interno del numero stesso. In particolare un nume-ro espresso secondo il sistema di numerazione binario è la somma di potenze decrescen-ti, da sinistra verso destra, di base 2.Facciamo degli esempi: — il numero decimale 1 è uguale al numero binario 1;— il numero decimale 2 è uguale al numero binario 10, (1 × 21 + 0 × 20): siamo alla pri-

ma potenza di 2;— il numero decimale 3 è uguale al numero binario 11 (1 × 21 + 1 × 20 e cioè 2 + 1): sia-

mo ancora alla prima potenza di 2.— il numero decimale 4 è uguale al numero binario 100 (1 × 22 + 0 × 21 + 0 × 20 e cioè 4

+ 0 + 0): ci siamo spostati di una cifra verso sinistra, siamo alla seconda potenza di 2.— il numero decimale 5 è uguale al numero binario 101 (1 × 22 + 0 × 21 + 1 × 20 e cioè

4 + 0 + 1) siamo ancora alla seconda potenza di 2;— il numero decimale 6 è uguale al numero binario 110 (1 × 22 + 1 × 21 + 0 × 20 e cioè

4 + 2 + 0): siamo ancora alla seconda potenza di 2.— il numero decimale 10 è uguale al numero binario 1010 (1 × 23 + 0 × 22 + 1 × 21 + 0 × 20 e

cioè 8 + 2 + 0): ci siamo spostati alla terza potenza di due.Ad esempio il numero binario 11011 rappresenta il risultato in decimale dell’espres-

sione:

1 × 24 + 1 × 23 + 0 × 22 + 1 × 21 + 1 × 20

e cioè:16 + 8 + 0 + 2 + 1 = 27

Nella memoria centrale di un computer, i numeri sono rappresentati all’interno della memoria secondo il sistema binario. Quindi, spesso si pone il problema di ottenere da un numero binario, il corrispondente numero decimale. In questi casi, così come abbiamo mostrato poc’anzi, si tratterà di far caso alle sole cifre 1 presenti nel numero da converti-re e tralasciare quelle uguali allo zero. Successivamente, bisogna associare a ciascuna ci-fra 1 la potenza opportuna del 2, a seconda delle cifre che si trovano alla sua destra.

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Se per convertire un numero binario in numero decimale, si ricorre alla somma di po-tenze di 2, per compiere il processo inverso, cioè per convertire un numero dal sistema de-cimale a quello binario, si segue un procedimento del tutto diverso: le divisioni successi-ve.

Occorre dividere il valore decimale iniziale per 2 e poi dividere per 2 i quozienti otte-nuti, sino a che non si arriva ad una divisione con quoziente 0. Prendendo infine i resti ot-tenuti, dall’ultimo al primo, si ottiene il corrispondente valore binario del numero inizia-le.

Ad esempio se si volesse effettuare la conversione in binario del numero decimale 2710, si opererebbero le seguenti divisioni:

27 2 1 13 2 1 6 2 0 3 2 1 1 2 1 0

Prendendo i resti delle divisioni, dall’ultimo al primo nel senso della freccia, si ottie-ne il valore binario 11011, corrispondente al decimale 27.

Data, allora, l’impossibilità di poter rappresentare solo con un bit una singola compo-nente dell’informazione, i primi costruttori di memorie pensarono di raggruppare 8 bit in ogni locazione di memoria, detta byte, in modo da contenere in ogni byte un carattere, ov-vero una singola lettera dell’alfabeto inglese o cifra o carattere speciale.

Per la registrazione di un carattere in un byte è necessario far riferimento ad un codi-ce che associ a ciascuna configurazione dei bit il singolo carattere da registrare.

I codici più diffusi sono l’EBCDIC (Extended Binary Coded Decimal Interchange Code), diffuso soprattutto nei mainframe e nei minicomputer, e l’ASCII (American Standard Code Information Interchange), adottato nella fascia dei personal computer.

Sia con il codice ASCII che con il codice EBCDIC i caratteri riportati (lettere, cifre numeriche e caratteri speciali) sono trasformati in ottetti, ovvero in sequenze di 8 cifre bi-narie (bit).

Ad esempio, la lettera «C» è codificata, secondo il codice ASCII con la sequenza «01000011». Perciò, se ipotizziamo di voler registrare in memoria centrale la parola CANE con tutti i caratteri in maiuscolo, i byte occupati saranno 4 (uno per ogni carattere).

In particolare, seguendo sempre il codice ASCII, la configurazione dei 4 byte sarà:

1° byte C 110000112° byte A 01000001

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3° byte N 010011104° byte E 11000011

Per questi motivi, se per rappresentare la parola CANE saranno necessari 4 byte, per memorizzare la password MXY87_T bisognerà utilizzare 7 byte.

Il byte rappresenta perciò l’unità di misura per misurare le memorie, non solo la me-moria centrale, ma anche - come vedremo - le memorie ausiliarie.

Poiché il byte è costituito da 8 bit, adottando il sistema di numerazione binario, in esso è possibile memorizzare un carattere scelto tra possibili 256 combinazioni diverse tra loro, ovvero il risultato della potenza 28.

Come abbiamo già visto in precedenza, per misurare le capacità della memoria si uti-lizzano i multipli di byte.

La tabella seguente sintetizza i valori assunti da ciascun multiplo del byte.

unità di misura Sigla ValoreKilobyte KB 1.024 byte Megabyte MB 1.048.576 byteGigabyte GB 1.073.741.824 byteTerabyte TB 1.099.511.627.776 byte

7. l’unItÀ loGIco-arItmetIca

L’unità logico-aritmetica, indicata con la sigla ula o alu (Arithmetic Logic Unit), consente di eseguire le quattro operazioni fondamentali dell’aritmetica e le operazioni di confronto logico che condizionano la cosiddetta fase decisionale, quando il programma in esecuzione deve scegliere se operare certe istruzioni in alternativa fra loro, al verificarsi di determinati eventi logici.

È sempre di pertinenza dell’unità logico-aritmetica sia il trasferimento dei dati dalla memoria centrale alla stessa e viceversa, che quello dei dati da registro a registro.

8. l’unItÀ dI controllo

L’unità di controllo (uc), o di governo, è preposta al coordinamento ed alla sincroniz-zazione dell’intero sistema di elaborazione. Per fare ciò, essa colloquia con ogni altro or-gano attraverso segnali di controllo che permettono, perciò, di inserire dati nel sistema (se-gnali verso l’unità di ingresso), di memorizzarli (segnali verso la memoria centrale), di elaborarli (segnali verso l’unità logico-aritmetica) e di emettere le informazioni (segnali verso l’unità di uscita).

Tutte queste operazioni sono effettuate in ossequio alle istruzioni del programma contenuto in memoria centrale; è evidente, perciò, che, oltre all’attività di controllo verso gli altri organi, l’uni-

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tà di controllo è preposta ad un compito essenziale: quello di interpretare il programma in corso di esecuzione, decodificando di volta in volta l’istruzione da eseguire ed inviando l’opportuno comando all’unità interessata.

9. l’unItÀ centrale dI elaBorazIone (cpu)

Per cpu (Central Processing Unit e cioè Unità Centrale di Elaborazione) si intende l’insieme dell’unità di controllo e dell’unità logico-aritmetica. Si tratta di un microproces-sore, costituito da un chip integrato strutturato su una piastra di silicio e sulla cui superfi-cie sono presenti milioni di componenti elettronici miniaturizzati.

Le CPU dispongono di un orologio interno (clock di sistema), la cui funzione è quel-la di sincronizzare le operazioni da eseguire.

Il numero di oscillazioni del clock di sistema compiute in un secondo viene detto fre-quenza del clock e si misura in Megahertz (Mhz = milioni di hertz).

come funziona da cpu?

Ogni vibrazione del clock consente di eseguire un’operazione elementare (ad esempio una addizione). Alcune ope-razioni sono eseguite in un ciclo di clock, mentre altre necessitano di più cicli.Si tenga presente che se il microprocessore Intel 8086, progettato ed immesso nel mercato nel 1978, presentava un clock con frequenza di 5-12 Mhz, i valori attuali che contraddistinguono le frequenze dei moderni Pentium IV oscillano ben oltre i 3 Gigahertz (oltre 3000 Mhz).La velocità della CPU si misura in MIPS, ovvero Milioni di Istruzione Per Secondo.Questo indicatore indica quanti milioni di istruzioni elementari sono eseguite in un secondo. È un indicatore uti-le per valutare particolarmente le prestazioni del microprocessore e quindi dell’unità di controllo e della ALU.

10. le memorIe dI maSSa o auSIlIarIe

In precedenza si è sottolineato il fatto che la memoria centrale di un computer è il luo-go ove prendono posto i programmi in esecuzione in un certo momento ed i dati oggetto delle elaborazioni provenienti dalle istruzioni dei programmi in esecuzione.

La memoria centrale è limitata in quanto a capacità: anche se oggi la tecnologia ha compiuto progressi notevolissimi, raggiungendo standard di circa 1GB, ciò nonostante il numero di programmi ed il gran numero di dati da memorizzare è estremamente superio-re ai bisogni.

Oltre a ciò la memoria centrale non conserva permanentemente i dati, essendo condi-zionata dalla presenza di alimentazione di corrente. Tali motivi giustificano la presenza di altri supporti e di altre memorie aventi la duplice caratteristica della conservazione per-manente dei dati e della grande capacità di memorizzazione.

che differenza c’è tra memoria ed accesso sequenziale e memoria ad accesso diretto?

Alcune delle memorie di massa consentono la scrittura dei dati (o la loro lettura) uno dopo l’altro. Queste me-morie sono definite ad accesso sequenziale, in quanto l’unità di lettura/scrittura è costretta a far “scorrere” sot-to di sé le informazioni in modo, per così dire, consecutivo, sino a raggiungere l’informazione desiderata. La

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memoria di massa sequenziale per eccellenza è il nastro magnetico: se un dato si trova al centro (o alla fine, ad-dirittura) di uno di tali supporti, perché l’unità di lettura possa giungere a quel dato, occorre comunque che essa legga i dati ad esso precedenti. I supporti sequenziali come il nastro sono perciò indicati qualora l’elaborazione non sia selettiva, ma riguardi tutti i dati presenti su di essi. Esistono altri supporti che, per loro costituzione fisica, consentono un accesso diretto e quasi immediato alla singola informazione o ai singoli dati: un tipico esempio viene fornito dal disco magnetico o hard disk.Se si volesse reperire una data informazione fra tante, registrate su un disco magnetico, non occorrerebbe leg-gere le informazioni precedenti a quella ricercata, potendo l’unità di ingresso accedere direttamente al dato.

Queste memorie prendono il nome di memorie di massa (o memorie ausiliarie).La principale memoria di massa è l’hard disk o disco rigido.Da un punto di vista tecnico un hard disk è costituito da una pila di vari dischi (rivestiti di materiale ferro magnetico e protetti da un involucro sottovuoto) che ruotano velocemen-te. Un gruppo di testine legge e scrive i contenuti dei dischi lungo la pila.I dischi fissi, o hard disk, variano in funzione delle dimen-sioni, cioè della quantità di dati che possono memorizzare e consentono un accesso ai dati molto veloce, in termini di millesimi di secondo.

La capacità degli hard disk è, ormai, una variabile che muta, aumentando rapidamen-te. Al momento sono in commercio hard disk da 750 Gigabyte ma già esistono prototipi da oltre un Terabyte.

I dischi fissi possono essere sia interni che esterni, cioè inseriti all’interno del case o esterni e racchiusi in piccole scatolette che si collegano al computer tramite la porta uSB. Questi dispositivi esterni sono nati sia per permettere la copia di sicurezza di dati importanti sia come dispositivi portatili che consentono di trasportare ovunque ed avere sempre disponibili i propri dati.

la formattazione

Perché un determinato sistema riconosca il disco magnetico e lo possa utilizzare è necessario che il disco stesso sia formattato (o inizializzato). La formattazione consiste nella preparazione preventiva del supporto perché possa essere creata su di esso una struttura di settori e tracce concentriche.Tale struttura deve essere compatibile con il sistema operativo che si utilizzerà. Ciò significa che un disco può essere riconosciuto da un certo sistema operativo (magari Windows XP) ed ignorato da un altro sistema operativo (ad esempio Linux).Per i motivi esposti, appare chiaro che la formattazione distrugge irreparabilmente l’eventuale contenuto pre-cedentemente memorizzato sul disco.

Il disco rigido può anche essere dotato di una interfaccia di rete attraverso la quale può essere collegato ad un router o un hub. In tal modo si crea uno strumento di archivia-zione e condivisione raggiungibile da tutte le postazioni connesse.

Un hard disk interno

Un hard disk esterno

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Il CD-Rom (Compact Disk Read Only Memory) è stato per anni una delle memorie di massa più utilizzate dagli utenti insieme al floppy disk, ma come quest’ultimo anche il pri-mo si avvicina alla obsolescenza dopo un periodo di forzata convivenza con il suo fratel-lo maggiore che è il DVD (Digital Versatile Disk). Il CD-Rom aveva una capacità pari a circa 650Mb e per trasferire i dati era necessario servirsi di un dispositivo particolare: il masterizzatore. Questo «fastidio» era bilanciato, oltre che dalla quantità di dati registra-bili, anche dal fatto che il supporto stesso fosse indistruttibile. Il floppy disk offriva, infat-ti, capacità circa 500 volte inferiori rispetto al CD-Rom e il supporto non era affatto de-stinato a durare. Il crollo dei prezzi dei masterizzatori, spesso inglobati nel lettore, e la dif-fusione di CD Rom riscrivibili, fece il resto esiliando il floppy.

Il DVD è un supporto in tutto e per tutto simile al CD-Rom ma con una capacità di cir-ca 4 Gb, ormai diffusissimo anche se i lettori/masterizzatori per DVD sono in grado di leggere e scrivere anche i Cd-Rom.

I dischi ottici

DVD e CD-Rom sono dischi ottici, mentre l’hard disk è un supporto magnetico.I dati sul CD-Rom e sul DVD sono scritti e letti tramite un raggio laser che in fase di scrittura incide un fo-glio metallico che si trova all’interno di un disco piatto di policarbonato trasparente.I dispositivi ottici sono tutti dispositivi ad accesso sequenziale in quanto i dati sono memorizzati in sequen-za lungo una spirale, dalla traccia più interna a quella più esterna.

La penna uSB o pen-drive è una memoria di massa ester-na e portatile che ha ormai raggiunto una diffusione enor-me. Si tratta di una memoria di massa di piccole dimensio-ni e di costo contenuto, la cui capacità sta, come avviene per gli hard disk, aumentando progressivamente: dai primi mo-delli con qualche centinaio di mega byte ai più recenti con decine di Giga byte. La penna si collega facilmente al com-puter tramite la porta USB.La scheda di memoria, o memory card è una memoria di massa di diffusione molto recente; si tratta di un dispositi-

vo elettronico portatile di ridotte dimensioni in grado di immagazzinare dati.Per le loro ridotte dimensioni queste schede sono utilizzate, ad esempio, per il salvataggio del-le partite sulle console dei videogiochi o come memoria di massa delle macchine fotografiche o degli smartphone. Esistono diversi formati di schede di memoria, il più diffuso è il Secure digital che una capacità di 32 Gb le cui dimensioni sono 24 millimetri per 32.

La diffusione della connessione a banda larga, e la possibilità di collegarsi ad Internet praticamente da qualsiasi luogo, ha reso pos-sibile lo sviluppo di un particolare servizio on line che permette di conservare i file ritenuti importanti su server remoti. In questo modo i file sono sempre disponibili collegandosi ad Internet e ac-cedendo al servizio tramite una login ed una password. In alcuni casi è possibile rendere i file pubblici, accessibili e prelevabili sen-za usare alcuna login e password. La principale utilità del servizio consiste nel fatto che non si è più costretti a portare i dati e i file

Una penna USB

Una memory card

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con sé su dispositivi portatili, inoltre la condivisione dei dati è semplice e immediata; il servizio comunque sconta qualche rischio di sicurezza, in quanto nulla garantisce che i dati memorizzati nel server siano letti o manomessi da terzi.

Il backup

Per proteggere il sistema informativo da eventi incontrollabili e sempre possibili, si eseguono copie dei dati e dei programmi dalla memoria ausiliaria su supporti che siano poi messi al riparo da usi e persone non au-torizzate. Tale operazione si chiama backup e quando riguarda l’intero contenuto della memoria ausiliaria che viene copiato su nastro è detta backup di sistema.Allorché capita un incidente come quelli appena menzionati, è sufficiente prelevare le copie di salvataggio effettuate in precedenza e rimetterle nel sistema al posto dei dati danneggiati. Quest’ultima operazione è det-ta ripristino. È chiaro che quanto più frequentemente si effettuano le operazioni di salvataggio dei dati e dei programmi, tanto più il sistema informativo è protetto e sicuro da imprevisti di qualsiasi genere.

11. IndIcatorI delle preStazIonI dI un computer

Uno dei problemi che si presentano allorché si vogliono confrontare due o più sistemi di elaborazione è la valutazione delle relative prestazioni in termini comparativi.I fattori principali che influenzano le prestazioni di un sistema informatico sono:— il tipo di microprocessore (CPU) utilizzato;— il numero di CPU a disposizione;— la frequenza del clock di sistema;— il numero di istruzioni macchina eseguite in un secondo;— la capacità della memoria centrale e della cache memory;— la capacità della memoria ausiliaria (o di massa).

Quelli appena indicati sono i parametri principali da prendere in esame e che confer-mano in ogni caso come il computer sia un sistema costituito, di massima, da tre compo-nenti: CPU, memoria centrale e memoria di massa.

Il processore può avere caratteristiche diverse a seconda che esegua un numero limi-tato di istruzioni, ciascuna abbastanza complessa (la cd. architettura CISC) o un numero elevate di istruzioni semplificate (la cd. architettura RISC).

che differenza c’è tra cpu cISc e cpu rISc?

Una CPU di tipo cISc (Complex Instruction Set Computer) dispone di un insieme di istruzioni di base che sono elaborate lentamente, ma che riducono la numerosità delle istruzioni richieste da ogni singolo processo. Sono di tipo CISC tutte le CPU Intel Pentium, AMD diffuse nell’ambito dei personal computer.Una CPU di tipo RISC (Reduced Instruction Set Computer), invece, contiene un insieme (set) più limitato di istruzioni, ma ogni singolo processo per essere portato a termine richiede l’esecuzione di un gran numero di tali istruzioni semplici, che però sono eseguite più velocemente.I computer Apple Macintosh contengono CPU appartenenti all’architettura RISC.

Un altro fattore che condiziona le prestazioni di un sistema informatico è il numero di cpu di cui si può disporre. Alcuni computer infatti seguono un’architettura detta pa-

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rallela, in cui diverse CPU possono interagire e comunicare attivamente fra loro allo sco-po di scomporre l’esecuzione di un programma in più processi e fare eseguire ciascun “pezzo” da ogni singolo processore.

Sempre riguardo la CPU, esistono altri fattori che ne misurano le prestazioni: sicura-mente il numero di istruzioni che vengono eseguite in un secondo riesce a segnalare la potenza di una CPU. In particolare, per MIPS si intende il numero di milioni di istruzio-ni elementari eseguite in un secondo. Si tratta di un indicatore utile per valutare un micro-processore, ovvero dell’unità di controllo e dell’unità logico-aritmetica.

Per valutare particolarmente le prestazioni dell’unità logico-aritmetica viene adottato un altro indicatore, detto mflopS, che invece misura il numero (in milioni) delle ope-razioni in virgola mobile.

La memoria centrale e la memoria cache, soprattutto qualora se ne considerino l’am-piezza ed il tipo, condizionano i tempi di risposta dei programmi di elaborazione, dato che sia i programmi che le informazioni da elaborare devono risiedere proprio (e soltanto) in quelle memorie.

Nei casi in cui un certo programma non dovesse essere contenuto per intero in memo-ria centrale, la CPU sarebbe costretta al cosiddetto swapping, consistente nell’eseguire lente e lunghe operazioni di scarico e carico di parti (pagine) di programmi dalla memo-ria centrale a quella ausiliaria e viceversa.

Infine, ma non ultima, la memoria di massa, sia in termini di quantità (capacità) che di qualità, è un ulteriore elemento che aiuta a raggiungere determinate performance del computer. È importante disporre di memorie che offrano tempi di accesso ridotti e capa-cità di trasferire più dati possibili in memoria centrale e viceversa. Un indicatore che a tal proposito serve a comparare memorie di massa è il transfer rate, che misura in MB il nu-mero di caratteri che sono trasferiti in un secondo.

Il benchmark

Il benchmark è la valutazione comparata delle prestazioni di due sistemi, fatta anche attraverso l’uso di ap-positi programmi che mettono «sotto torchio» le diverse componenti del computer, mediante il ricorso alle tipiche e frequenti operazioni (ingresso/uscita, calcoli con numeri interi o decima

QUESTIONARIO  1.  A cosa servono le unità di ingresso?

(par. 2)

  2. Quanti tipi di memoria cache esistono?(par. 4)

  3. Come si converte un numero decimale in binario?(par. 6)

  4. Cosa è un DVD?(par. 10)

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CAPITOLO TERZO

le retI

SommarIo: 1. Reti informatiche. - 2. Le reti locali (LAN). - 3. Le architetture di rete. - 4. L’architet-tura client-server. - 5. Le reti geografiche (WAN). - 6. La velocità di trasferimento in rete.

1. retI InformatIche

Sino a diversi decenni fa i computer erano sostanzialmente entità separate ed indipen-denti le une dalle altre.

Queste caratteristiche non erano proprie solo dei mainframe e dei calcolatori di medie dimensioni, ma furono condivise anche dai primi personal computer presen-tatisi sul mercato negli anni ’80: il personal computer era visto inizialmente come una stazione elaborativa intelligente autonoma e che fondava il suo valore sul fatto di essere «staccato» dall’elaboratore principale.

Oggi gli scenari sono del tutto cambiati con le connessioni offerte dalle reti di com-puter: il valore dei dati si accresce quando aumentano le possibilità non solo di raccoglie-re dati presenti su diversi sistemi informatici, ma anche di distribuirli agli utenti sparsi nei diversi ambienti e contesti di lavoro, studio e vita sociale.

Il risultato di tale evoluzione tecnologica — iniziata ormai da tempo e sfociata nella creazione di quello che viene definito da molti «villaggio globale» — riguarda non solo un risparmio economico in senso stretto, ma anche la possibilità di ottenere una nuova or-ganizzazione del lavoro, con aumenti di produttività e con migliori sinergie tra i vari set-tori.

La finalità dell’adozione di una rete di computer (network) è duplice: da un lato si vuole permettere la comunicazione tra utenti e sistemi di elaborazione favorendo la rac-colta di dati e la distribuzione dei relativi risultati tra più soggetti; dall’altro lato, si vo-gliono condividere le risorse di un sistema informatico tra più utenti.

Tra le risorse condivise si annoverano sia dispositivi hardware (stampanti, hub, mo-dem, dischi ecc.) che sistemi software (programmi e dati) che pertanto vengono messi a disposizione degli utenti, naturalmente previa autorizzazione delle figure preposte a ciò (amministratori di rete).

Perché le componenti di una rete possano instaurare fra loro dialoghi finaliz-zati alla trasmissione dei dati, occorre adottare un insieme di regole condivise, sia dal punto di vista fisico che logico: sono i protocolli di trasmissione.

Il più diffuso protocollo di comunicazione oggigiorno è il protocollo tcp/Ip che re-gola i collegamenti con la rete Internet.

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2. le retI localI (lan).

Una rete locale lan (Local Area Network) generalmente copre uno spazio sino a 1 km e corrisponde, ad esempio, all’ambito di un ufficio o di una scuola composta da più edifici contigui.

Si tratta di una rete relativamente facile da strutturare ed i cui scopi risiedono essen-zialmente nel condividere risorse hardware (stampanti, dischi rigidi ecc.) e software, ov-vero programmi di elaborazione e dati.

Una LAN è caratterizzata da alte prestazioni in termini di velocità di risposta nella tra-smissione e nella ricezione dei segnali. Le velocità variano da un minimo di 10 Mbps (Mi-lioni di bit al secondo) ad un massimo attuale di 1 Gbps (Miliardi di bit al secondo).

Inoltre una LAN offre un alto grado di affidabilità, con basse percentuali di guasti.

chi è l’amministratore di rete?

L’amministratore di rete è una figura importante, responsabile non solo dell’elaborazione delle procedure per l’uso della rete, ma anche delle relative attuazioni. Egli provvederà ad inserire e a tenere aggiornati i codici (lo-gin e password) dei nuovi utenti autorizzati agli accessi, assegnando a ciascuno di essi (o al gruppo cui gli stes-si appartengono) i livelli di autorizzazione.Ad esempio, un determinato utente può essere autorizzato a leggere determinate notizie riguardo a clienti, ma non a fornitori. Ancora, una determinata classe di utenti potrebbe avere possibilità di sola lettura di alcuni dati, mentre altri utenti sono autorizzati anche a modificarli ecc.

3. le archItetture dI rete

Le architetture di rete (o topologie) sono le diverse forme attraverso le quali i com-ponenti di una rete (nodi) sono connessi fra di loro e le conseguenti differenti modalità di trasmissione dei segnali e messaggi.

Per nodo si intende qualsiasi apparecchiatura hardware connessa alla rete e dotata di una scheda di rete: computer, stampante.

A prescindere della topologia, in ogni caso il messaggio generato da una macchina vie-ne inviato a tutti gli altri nodi della rete locale. Ogni nodo, poi deciderà se leggerlo o meno.

Le topologie lan principali sono:— ad anello;— a stella;— a bus.

L’architettura ad anello prevede che i nodi della rete siano collegati secondo una struttura a cerchio, dove un messaggio proveniente da un computer viene inviato al nodo successivo: se il nodo ricevente è interessato dal messaggio, lo trattiene, altrimenti il mes-saggio viene ulteriormente inviato, secondo la direzione rotatoria al nodo successivo, fin-ché non giunge al destinatario naturale.

La topologia di rete LAN ad anello normalmente si fonda su un dispositivo, detto con-centratore, cui sono collegati tutti i nodi e che smista in modo circolare i segnali secondo il criterio indicato.

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Architettura ad anello

I vantaggi dell’architettura ad anello risiedono nella facilità e nella semplicità dei col-legamenti e nella resistenza ai guasti di trasmissione.

Il limite della topologia ad anello consiste nelle possibilità di partizionamento della rete nel caso in cui dovessero venire a mancare uno o due nodi.

Architettura a stella

Un’altra architettura diffusa nell’ambito delle reti locali è la topologia a stella, che inve-ce del concentratore, prevede la presenza di un vero e proprio elaboratore (detto host) che

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smista i messaggi dal ricevente direttamente al destinatario, controllando il flusso dei dati dell’intero traffico.

La topologia a stella per questo motivo segue una logica centralizzata, in quanto l’host computer esegue un controllo dell’intero traffico della rete, rivestendo nel contempo un ruolo critico, nel senso che una sua eventuale anomalia di funzionamento ha una ripercus-sione fatale sull’intera rete, bloccando il traffico generale.

I punti di forza della rete a stella risiedono nella velocità trasmissiva e nella possibili-tà di aggiungere nuovi nodi alla rete senza stravolgere la rete già installata.

L’architettura a bus è oggi la più adottata nell’ambito delle reti locali: essa prevede la presenza di una linea di comunicazione (il cd. bus) - normalmente costituita da un cavo coassiale o da fibre ottiche - cui sono connessi tutti i nodi della rete come mostrato nella figura successiva.

Il messaggio viene inviato dal nodo trasmittente al bus e da questo viaggia lungo la li-nea comune e «prelevato» esclusivamente dal destinatario, mentre invece sarà ignorato dagli altri nodi.

Da un certo punto di vista, in una rete a bus tutti i nodi sono uguali (paritetici), per cui un eventuale guasto ad un nodo è indifferente alla rete e non comporta effetti negativi nei confronti della trasmissione dei segnali.

Architettura a bus

Il bus può consentire la trasmissione in una sola direzione o in due differenti direzio-ni. Agli estremi del bus normalmente vengono apposti dei terminatori che assorbono il se-gnale non giunto al destinatario, evitando che lo stesso «ritorni» nella rete.

I costi relativi alla realizzazione della topologia a bus sono bassi a fronte però di una scarsa affidabilità e di una velocità non eccellente in presenza di un numero consistente di nodi e di quantità di traffico.

4. l’archItettura clIent-SerVer

Tutte le reti, dalle piccole LAN alle complesse ed articolate WAN, da quelle via cavo a quelle wireless, funzionano in base all’architettura client-server.

In un’architettura client-server c’è un computer o un programma che chiede via rete un determinato servizio e un computer, o un programma, che tramite la rete è in grado di for-nire il servizio richiesto. Il computer, o il programma, che chiede il servizio costituisce il client, mentre il server è il computer o il programma in grado di fornirlo.

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Si tratta dello stesso criterio che è alla base del funzionamento di Internet.Visitare un sito Internet o controllare la posta elettronica significa agire come client. È come se il nostro computer chiedesse ad un altro: «Mi mostri questa pagina web?»

o «Mi fai leggere la mia posta elettronica?» e il computer che agisce come server rispon-desse «Ecco la pagina che hai richiesto» o «Ecco la tua posta».

Il programma utilizzato per navigare su Internet così come quello utilizzato per legge-re la posta rappresentano dei client. Il dialogo tra client e server segue regole determi-nate chiamate «protocollo»; ogni servizio ha il suo protocollo e ogni richiesta del client e le relative risposte del server devono seguirlo.

In una rete del tipo client server, il server si occupa esclusivamente della gestione del traffico e dell’assegnazione delle priorità di elaborazione oltre che delle autorizzazioni e degli accessi. Perciò se un client intende utilizzare risorse condivise deve essere ricono-sciuto ad inizio sessione attraverso la login, ovvero un codice mnemonico di identifica-zione personale accompagnato dalla password di accesso. Successivamente il client sarà istradato verso le risorse della rete, attraverso permessi di accesso consentiti dal server ed in accordo alle decisioni dell’amministratore di rete.

Nel progettare una rete, è possibile scegliere se realizzarla fisicamente con un’archi-tettura client/server, o se utilizzare un’architettura del tipo peer to peer. Nella configu-razione peer to peer ciascun computer è sullo stesso «livello» degli altri e può condivi-dere file e periferiche collegate alla rete. Le risorse, dunque, non sono raggruppate su un computer centrale, ma sono condivise dal computer in cui risiedono.

Normalmente, una rete peer to peer è adatta per piccoli gruppi di lavoro in genere non superiori alla decina, con un livello di sicurezza minimo e la mancanza di un amministra-tore di rete.

5. le retI GeoGrafIche (wan)

Come abbiamo accennato in precedenza, le reti geografiche coprono un territorio di estese dimensioni, giungendo sino ad abbracciare diverse città, nazioni o l’intero pianeta.

A seconda dell’ampiezza, si parlerà di reti man (Metropolitan Area Network), quan-do l’area circoscritta è limitata ad un territorio metropolitano o wan (Wide Area Net-work), nel caso di dimensioni più vaste.

Di norma, una rete WAN è adottata da grandi aziende, da governi o autorità militari che si servono di linee dedicate private o di linee telefoniche affittate allo scopo. Queste reti possono essere private in senso stretto, quando vi possono accedere solo gli utenti di quegli enti (dipendenti delle aziende, funzionari degli stati, militari ecc.) oppure pubbli-che, ossia aperte al pubblico che può accedere ad esse facilmente ed a bassi costi di con-nessione.

Una tecnica particolare, adottata dalle reti WAN, è quella detta a commutazione di pac-chetto, secondo la quale il messaggio da trasmettere viene scomposto in parti più piccole, ciascuna delle quali viene spedita autonomamente lungo la rete e seguendo percorsi di-versi, a seconda della disponibilità o meno in quel momento della linea usata.

Naturalmente, per interpretare il messaggio ricevuto, il destinatario dovrà «ricompat-tare» correttamente il messaggio secondo delle regole di ricostruzione dei pacchetti.

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In questa maniera aumenterà l’efficienza dell’intera rete e la soddisfazione dell’uten-za, in termini di tempo di risposta.

6. la VelocItÀ dI traSferImento In rete

In una rete, sia essa una LAN o Internet, i dati vengono scambiati da un computer all’al-tro, da un client ad un server ad una data velocità che può dipendere sia dai dispositivi di trasmissione utilizzati che dal mezzo utilizzato per trasmettere i dati cioè dal tipo di stra-da che i dati devono percorrere. Ad esempio i comuni cavi di rete permettono velocità sen-sibilmente inferiori ai cavi in fibra ottica e, ancora, nei sistemi wireless in cui i dati viag-giano tramite onde radio attraverso l’aria la velocità di trasmissione non è veloce quanto una connessione via cavo.

L’unità di misura è il bit per secondo (bps) anche se è una velocità puramente teori-ca in quanto la comunicazione in rete avviene ormai per misure multiple come il kilobit per secondo (abbreviato kb/s o più impropriamente kbit/s o kbps) e cioè 1.000 bit al se-condo, o il megabit per secondo (mbps) pari a 1.000 kilobit e, quindi, a 1.000.000 bit. In alcuni casi la velocità può arrivare anche al gigabit per secondo (gbps) che corrisponde a1.000 megabit, pari a 1.000.000 kilobit che corrispondono a 1.000.000.000 bit.

QUESTIONARIO  1.  Quale è il protocollo di comunicazione più utilizzato?

(par. 1)

  2. Di cosa si occupa un amministratore di rete?(par.2 )

3. Quali sono i vantaggi della architettura ad anello?(par. 3)

  4. Quale è la caratteristica fondamentale di una rete cd. peer to peer?(par. 4)

5. Cosa è una MAN?(par. 5)

6. Quale è l’unità di misura della velocità di trasferimento in rete?(par. 6)

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PARTE SECONDA

Il SIStema operatIVo

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CAPITOLO PRIMO

wIndowS VISta

SommarIo: 1. Primi passi con il computer. - 2. Avviare, spegnere e riavviare correttamente il computer. - 3. Chiudere un’applicazione che non risponde.

1. prImI paSSI con Il computer

Il sistema operativo è l’insieme dei programmi che permettono al computer di funzio-nare correttamente e, nello stesso tempo, di interagire facilmente con l’utente.

Oltre al sistema operativo esistono, come vedremo, anche i prodotti software applica-tivi, come microsoft word, microsoft Internet explorer ecc. che, invece, realizzano compiti specifici e propri dell’utente finale e che non sono autonomi ed indipendenti dai sistemi operativi. Anzi, qualsiasi applicativo, perché possa funzionare correttamente, ha bisogno che sul sistema sia presente un determinato sistema operativo.

Prima di microsoft windows, il sistema operativo più noto ed utilizzato era mS-doS che funzionava attraverso la digitazione da parte dell’operatore di comandi testuali, costi-tuiti cioè da linee di comando.

La principale caratteristica di microsoft windows è che questo sistema si presenta at-traverso un’interfaccia grafica (la cd. GuI Graphic user Interface) di facile ed intuitivo utilizzo.

che cosa si intende per interfaccia?

L’interfaccia è lo strumento con cui avviene il colloquio tra l’utente e l’elaboratore. Alcuni sistemi utilizzano una interfaccia a riga di comando dove i comandi sono immessi digitandoli sulla tastiera. Altri sistemi si avval-gono di accorgimenti grafici (finestre, icone, pulsanti, menu) tramite i quali è possibile impartire ordini al siste-ma.

microsoft windows nel corso degli anni ha rinnovato la sua veste grafica ed amplia-to sempre più le sue funzioni, migliorando sempre le prestazioni: Microsoft ha “realizza-to” infatti diverse versioni di windows, le più diffuse delle quali oggi sono windows Xp (Home Edition e Professional), windows Vista (nelle varie versioni) immessa nel mer-cato nel gennaio 2007, il recente windows 7 (w7) disponibile da ottobre 2009.

Nelle pagine che seguono verranno descritte le caratteristiche alle principali funziona-lità di Windows Vista e Windows 7. In particolare faremo riferimento a Vista evidenzian-do, in aree apposite, le eventuali differenze con Windows 7.

Windows Vista, così come Windows 7, è progettato per migliorare l’uso del computer per qualsiasi utente. Per garantire a tutti un’offerta adatta alle proprie esigenze specifiche, Microsoft ha progettato diverse edizioni sia di Vista che di Windows 7. Ciascuna edizio-ne risponde alle necessità di un tipo specifico di utente.

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Parte Seconda - Il sistema operativo40

2. aVVIare, SpeGnere e rIaVVIare correttamente Il computer

Per avviare un computer occorre individuare, sulla parte anteriore del case, il pulsan-te power. Una volta premuto il pulsante e fornita l’alimentazione al monitor, sarà visua-lizzata, a seconda del sistema operativo del computer, l’interfaccia grafica.

Nel caso in cui si utilizzi Windows Vista apparirà il desktop di cui alla figura che se-gue, la cosiddetta scrivania virtuale, che permette di interagire con il computer.

Il Desktop di Windows Vista.

Per spegnere il computer si può eseguire la seguente procedura.Con il tasto sinistro del mouse cliccare sul pulsante Start presente in basso a sinistra

sul desktop; nel menu che si apre si notano, in basso tre tasti.Il primo serve per mettere in standby il computer: in altri termini la sessione rimane

in attivo ma il computer viene messo in modalità a basso consumo. Questa opzione è uti-le quando si desidera interrompere il lavoro per periodi non troppo prolungati.

Il secondo pulsante, quello contrassegnato da un lucchetto, blocca il computer in modo da impedirne l’uso da parte di terzi e per accedervi di nuovo è necessario digitare una pas-sword imposta in precedenza.

Se invece si clicca sul terzo pulsante, quello con la freccia verso destra, si apre un menu a tendina contenente le diverse opzioni tra cui:— riavvia il sistema che spegne e riaccende automaticamente il computer;— arresta il sistema che spegne definitivamente il computer.

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Capitolo primo - Windows Vista 41

Mettere in stand by il computer

Sospendere il computer

Chiudere il computer

Lo spegnimento in Windows 7

In windows 7 occorre cliccare il pulsante Start, anche in questo caso presente in bas-so a sinistra sul desktop, ma la finestra che si apre mostrerà il pulsante di arresta il siste-ma. Si noti che cliccando sul il triangolino posto vicino al pulsante di arresto, si apre un menu a tendina che presenta le stesse funzionalità descritte per Windows Vista.

Si può spegnere il computer staccando direttamente l’alimentazione?

Assolutamente no. Bisogna sempre spegnere il computer seguendo le procedure appena indicate. Spegnere «al volo» staccando direttamente l’alimentazione potrebbe, infatti, provocare anche il danneggiamento fisico del disco fisso.Quando un computer è acceso, infatti, sono in esecuzione una serie di programmi (i cd. processi) alcuni dei qua-li lanciati dall’utente, altri lanciati e gestiti direttamente dal sistema operativo. Quelli lanciati dal sistema ope-rativo lavorano su dei file di sistema che sono continuamente in uso (in lettura e scrittura) anche se l’utente non fa nulla sul computer. Quando si spegne un computer togliendo direttamente la corrente il rischio è che questi file di sistema e, in generale tutti i file aperti, possano essere danneggiati perché, magari, il sistema operativo stava scrivendo o leggendo gli stessi file. Nel caso si danneggino i file di sistema il rischio è che il computer non riesca più a riavviarsi. Altro rischio è che se era in corso una qualsiasi operazione di scrittura su disco in corso, il venir meno dell’alimentazione sposta bruscamente le testine dell’hard disk e lo spostamento può danneggia-re il disco stesso.

3. chIudere un’applIcazIone che non rISponde

Se il computer non risponde ai comandi dell’operatore, si può attivare la procedura di spegnimento del computer, premendo contemporaneamente i tasti ctrl, alt e canc.

Dopo pochi istanti il desktop sarà sostituito da una schermata con un elenco di possi-bili operazioni (Blocca il computer, Cambia utente ecc..) e, in basso a destra l’icona di Ar-resto del computer.

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Parte Seconda - Il sistema operativo42

La finestra Gestione attività

Sempre sulla stessa finestra, apparirà la voce avvia Gestione attività, cliccando la quale verrà mostrata la finestra delle applicazioni attive, mostrata in figura.

In questa finestra si può facilmente verificare lo stato di ciascun programma (colonna Stato). Se lo stato è Bloccato allora si seleziona l’attività e si clicca sul pulsante termi-na attività.

QUESTIONARIO  1. Qual è la differenza tra una interfaccia grafica e una a caratteri?

(par. 1)

  2. Come si riavvia un computer?(par. 1)

  3. Come si accede alla finestra gestione delle attività?(par. 2)

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CAPITOLO SECONDO

le InformazIonI e le operazIonI fondamentalI

SommarIo: 1. Il pannello di controllo. - 2. Le risorse del computer. -3. Il menu contestuale. - 4. In-stallare e disinstallare software. - 5. La funzione di stampa schermo.

1. Il pannello dI controllo

In Windows è possibile accedere ad un pannello, il cd. pannello di controllo, che con-tiene tutte le informazioni riguardanti le impostazioni di base del sistema. Tramite questo pannello l’utente può personalizzare alcuni degli aspetti del funzionamento del computer stesso ed adattarlo alle sue esigenze. Per accedere al pannello di controllo si deve clicca-re sul pulsante Start o avvio e dal menu che appare cliccare ancora su pannello di con-trollo.

Nel Pannello di controllo sono visualizzate le icone relative agli elementi sui quali l’uten-te può intervenire; le funzioni sono raggruppate in categoria come mostrato in figura.

Il pannello di controllo di Windows Vista

Cliccando, invece, su Visualizzazione classica che si trova nell’area a sinistra del Pan-nello di controllo si otterrà la visualizzazione del pannello in un elenco che mostra con differenti icone tutti gli elementi configurabili del sistema.

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Parte Seconda - Il sistema operativo44

II pannello di controllo nella visualizzazione classica

Il pannello di controllo di windows 7

In Windows 7 si accede al pannello di controllo seguendo la stessa procedura di Windows Vista, cambia però la forma della finestra del pannello di controllo, che appare così come mostra la figura che segue.

Anche in questo caso vengono proposte le diverse categorie, ma per accedere alle singole icone si utilizza il pulsante Visualizza per categoria presente nella parte alta della finestra.

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Capitolo Secondo - Le informazioni e le operazioni fondamentali 45

2. le rISorSe del computer

Per accedere alle risorse del computer e, in particolare alle caratteristiche hardware dello stes-so, si deve cliccare, nel pannello di controllo, su Sistema e manutenzione e, dalla nuova finestra che apparirà successivamente, cliccare sull’icona Sistema mostrata in figura.

le risorse del computer in windows 7

In Windows 7 la categoria, dal pannello di controllo, cui accedere per poter visualizzare le caratteristiche del sistema, è Sistema e sicurezza.Una volta aperta la categoria si seleziona l’icona Sistema, così come visto sopra.

Dopo aver cliccato su Sistema apparirà la finestra mostrata nella figura successiva, in cui sono reperibili diverse informazioni sul sistema operativo installato, sul computer, sul tipo di processore, sulla quantità di memoria RAM disponibile sul computer, sul nome del computer ecc.

La finestra Sistema di Windows Vista

Cliccando, a sinistra, la voce Gestione dispositivi si accede ad un’ulteriore finestra che elenca i componenti hardware residenti nel computer.

L’icona Sistema del pannello di controllo

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Parte Seconda - Il sistema operativo46

esiste un’altra procedura per accedere alle risorse del computer?

Sì, sul desktop si deve cliccare una volta con il tasto destro del mouse sull’icona computerSi aprirà un menu contestuale da cui si seleziona la voce proprietà. Apparirà la stessa finestra mostrata in pre-cedenza.

Cliccando due volte sull’icona computer presente sul Desktop si accede ad una nuo-va finestra in cui sono visualizzate tutte le risorse del computer.

Le risorse del computer

Nel riquadro a destra della finestra sono visualizzati i di-schi fissi (gli hard disk o gli altri dischi locali) presenti sul computer; per ciascuno dei quali è indicata la capa-cità e lo spazio libero disponibile. Nella stessa area sono visualizzati anche altri dispositivi come unità cd, uni-tà dVd, unità floppy, pen drive eventualmente colle-gate al computer.Le informazioni di dettaglio di ciascuna unità di memo-rizzazione si possono ottenere facilmente selezionando la voce proprietà nel menu che appare cliccando con il tasto destro sull’icona dell’unità stessa. La figura a sini-stra mostra le Proprietà di un disco fisso.

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Capitolo Secondo - Le informazioni e le operazioni fondamentali 47

le risorse del computer in windows 7

In Windows 7 la finestra Risorse del Computer è molto simile a quella di Windows Vista. La differenza ri-siede nell’organizzazione delle cartelle (presente nella parte sinistra della finestra) nella quale compare una nuova voce, denominata Raccolte di cui si parlerà in seguito.

3. Il menu conteStuale

Un clic sul tasto destro permette di accedere a diversi menu, noti come menu contestuali o menu di scelta rapida che sono differenti a se-conda del contesto dal quale sono richiamati.

Ad esempio se, in un punto vuoto del Desktop, si clicca con il tasto destro del mouse apparirà un menu contestuale che offre alcuni comandi per mettere in ordine le icone sul desktop stabilire le modalità di visualizzazione delle stesse, per accedere ai menu di configurazione dello scher-mo ecc. Un clic sul tasto destro su una qualsiasi icona genera, invece, l’apertura del menu mostra-to in figura.

4. InStallare e dISInStallare Software

Ogni software perché possa funzionare correttamente deve essere stato precedente-mente installato attraverso una procedura che può variare da programma a programma.

In linea generale, per installare un nuovo programma è sufficiente inserire nel com-puter il supporto (come ad esempio il CD o il DVD) su cui è memorizzato il programma e la procedura di installazione verrà avviata automaticamente.

Se non viene avviata l’installazione di un programma, occorre seguire le istruzioni con-tenute nella documentazione che correda il programma.

Se, invece, la documentazione del programma non dovesse essere presente o accessi-bile, la si può cercare sul supporto ed aprire il file di installazione del programma, di so-lito denominato Setup.exe o Install.exe.

Nel caso in cui si desideri rimuovere dal computer un programma il sistema operati-vo mette a disposizione una procedura di disinstallazione (o rimozione) del programma.

La disinstallazione

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Parte Seconda - Il sistema operativo48

Per visualizzare la lista dei programmi installati ed, eventualmente, rimuovere un pro-gramma si accede al pannello di controllo, dal quale si seleziona, nell’icona programmi la voce disinstalla un programma.

Verrà visualizzata la finestra che mostra tutti i programmi installati. Selezionato un programma, verrà visualizzato nella barra degli strumenti il pulsante disinstalla/cambia che permette la rimozione del programma.

Procedere alla disinstallazione

la disinstallazione dei programmi in windows 7

La procedura di disinstallazione di un programma è sostanzialmente identica sia in Windows Vista che in Windows 7. L’unica differenze consiste nel fatto che nel gruppo dei Programmi visualizzato

nel pannello di controllo per categoria è presente solo la funzione Disinstalla un programma, mentre manca la funzione Cambia programmi ad esecuzione automatica.

5. la funzIone dI Stampa Schermo

La funzione stampa schermo permette di catturare l’immagine dello schermo, come si trattasse di una sorta di fotografia, allo scopo di utilizzare la relativa immagine cattura-ta all’interno di una qualsiasi applicazione. La «cattura» dell’immagine si ottiene premen-do il tasto print screen o Stamp presente sulla tastiera (in alto alla destra dei tasti funzio-ne).

L’immagine dello schermo sarà così memorizzata in una memoria temporanea che Windows chiama appunti. Per riportare l’immagine precedentemente copiata in un file, è sufficiente utilizzare la funzione Incolla.

Ad esempio, utilizzando il programma paint presente in Windows, si potrà procede-re come segue:— catturare lo schermo (premendo il tasto Stamp);— lanciare il programma paint dal pulsante Start;— all’interno di Paint cliccare sul pulsante Incolla presente sulla barra degli strumenti

del programma.

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Capitolo Secondo - Le informazioni e le operazioni fondamentali 49

Questionario  1. Come si accede al pannello di controllo?

(par. 1)

  2. Come si visualizzano le informazioni relative alle dimensioni e allo spazio libero di un hard disk?(par. 2)

  3. Quali sono le funzioni contenute in un menu contestuale di una icona?(par. 3)

  4. Quale è la procedura per disinstallare un programma?(par. 4)

  5. Come si cattura una immagine dello schermo e come può essere utilizzata?(par. 5)

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CAPITOLO TERZO

l’InterfaccIa

SommarIo: 1. Il desktop e le icone. - 2. La barra delle applicazioni. - 3. La barra delle applicazioni in Windows 7. - 4. Modificare la configurazione del computer. - 5. Il volume audio. - 6. Personalizzare il desktop.

1. Il deSktop e le Icone

Il desktop di Windows può essere definito come una scrivania virtuale dove sistema-re i documenti su cui si sta lavorando, in modo simile a come si sistemerebbero sulla scri-vania reale dell’ufficio le pratiche che occorre portare a termine in un determinato giorno di lavoro.

Sul desktop sono presenti delle piccole immagini, le cd. icone, che identificano un do-cumento, un’immagine, una cartella oppure un programma cui sono collegate.

Esistono delle icone standard sempre presenti su qualsiasi desktop, come quella del computer e quella del cestino.

Ricordiamo che cliccando sull’icona computer si apre, come abbiamo già visto in precedenza, la finestra delle risorse del computer.

Oltre quelle standard esistono diverse altre icone associate a cartelle, file, programmi quali, ad esempio, le seguenti.

Cartella vuota Cartella con contenuto Windows 7

file Word file Excel

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Parte Seconda - Il sistema operativo52

Icona di un programma Icona di file o cartella compressa

Per aprire il file o il programma collegato ad una icona occorre fare un doppio clic si-nistro oppure, dopo aver cliccato il tasto destro del mouse, dal menu contestuale, sceglie-re apri.

come si inserisce l’icona computer sul desktop se questa non dovesse essere presente?

Per inserire l’icona computer sul Desktop si può selezionare il pulsante Start e poi dal menu cliccare con il ta-sto destro sulla voce computer. Compare il menu mostrato in figura dal quale si deve selezionare la voce Vi-sualizza sul desktop

Come inserire l’icona Computer sul desktop

2. la Barra delle applIcazIonI

Nella parte bassa del desktop è presente la Barra delle applicazioni che contiene al suo interno il pulsante di Start, i pulsanti di avvio veloce e l’area di notifica.

Barra di avvio veloce

Pulsante di Start o Avvio Barra delle applicazioni Area di notifica

La barra delle Applicazioni

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Capitolo Terzo - L’interfaccia 53

Attraverso il pulsante di Start si accede come abbiamo visto nel primo capitolo al menu di avvio.

Nella parte centrale della barra delle applicazioni sono visualizzate le icone relative ai programmi in esecuzione sul computer. La barra di avvio Veloce raccoglie i collegamen-ti ai programmi, cartelle o file usati più frequentemente.

l’area di notifica

A sinistra dell’orologio è possibile notare una piccola freccia: . Cliccando su questa viene visualizzata l’area di notifica, cioè una parte della barra delle applicazioni che contiene le icone di alcuni programmi correntemente in uso nel computer (ad esempio l’antivirus). Il nome di quest’area deriva dal fatto che da essa si aprono le notifiche, cioè delle finestre di popup che forniscono informazioni all’utente.Per nascondere l’Area di notifica, cliccare nuovamente sulla freccia.

Si può personalizzare la barra delle applicazioni?

Sì, per personalizzare la barra occorre posizionarsi con il mouse su di essa e, con un clic del tasto destro, acce-dere al menù contestuale nel quale bisogna cliccare su proprietà. Comparirà la finestra mostrata in figura. La finestra è composta di cartelle che consentono di personalizzare le diverse aree della barra (il menu Start, l’area di notifica e le barre degli strumenti tra cui c’è quella di avvio ve-loce).

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Parte Seconda - Il sistema operativo54

3. la Barra delle applIcazIonI In wIndowS 7

In Windows 7 la barra delle applicazioni si presenta quasi nello stesso modo di Win-dows Vista, anche se con qualche differenza che vale la pena di sottolineare.

Innanzitutto, le icone nell’area avvio Veloce sono più grandi, anche se in Windows Vista stesse possono essere ingrandite. In Windows 7, inoltre, è presente la nuova icona: raccolta.

Quando con Windows Vista si aprono più file (ad esempio documenti realizzati con Microsoft Word), sulla barra compaiono i diversi file messi uno a fianco all’altro. La stes-sa situazione viene invece mostrata in Windows 7 sulla barra delle applicazioni attraver-so l’icona di Word con l’evidenza grafica (due icone sovrapposte), per indicare la presen-za di due file aperti.

File aperti su W7

Se si passa con il mouse sull’icona di Word, verranno visualizzati in miniatura i diver-si file aperti così come mostra la figura in anteprima. Se si passa con il mouse su una di queste miniature, verrà visualizzato in anteprima il file in dimensione normale. Per acce-dere a uno dei file visualizzati occorre cliccare sulla miniatura.

Le miniature di Windows

In Windows 7 per personalizzare la barra, si accede al suo menu contestuale (tasto de-stro del mouse) dove sono presenti le stesse voci Windows Vista.

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Capitolo Terzo - L’interfaccia 55

La voce Barra degli Strumenti presenta funzionalità analoghe a quelle di Windows Vista. Se si seleziona la voce proprietà del menu contestuale della barra dell’applicazio-ne, si accede alla finestra mostrata in figura.

La finestra Proprietà della barra delle applicazioni

In questa finestra è possibile:— personalizzare la dimensione delle icone dell’avvio veloce (Usa icone piccole); — decidere di posizionare la barra in altra posizione (posizione della barra delle appli-

cazioni sullo schermo); — personalizzare l’area di notifica; — visualizzare sulla barra il pulsante di desktop (nella scheda Barra degli Strumenti

selezionare la voce desktop). All’estrema destra della barra è presente in fondo (dopo la data e

l’ora) un piccolo pulsante rettangolare.Quando con il mouse si passa sopra questo pulsante, verrà visua-

lizzato il desktop se è selezionata, nelle proprietà della Barra della ap-plicazioni, la voce usa aero peek per visualizzare l’anteprima del desktop.

windows aero

Windows Aero è una delle novità più accattivanti, dal punto di vista estetico, dell’ultimo nato di casa Microsoft. Si tratta di un ambiente visivo avanzato caratterizzato da un «effetto vetro» delle finestre che lasciano intra-vedere il contenuto sottostante, dando una sensazione di maggiore «profondità».

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Parte Seconda - Il sistema operativo56

La nuova funzionalità prevede inoltre un’interessantissima soluzione per lo scorrimento tra le finestre: uti-lizzando infatti la combinazione di tasti tasto Windows + Tab (o cliccando sull’apposito pulsante di avvio veloce ) si attiva lo Scorrimento finestre 3D. Infine, Aero include le anteprime sulla Barra delle applica-zioni per le finestre aperte: quando si posiziona il puntatore del mouse su un pulsante della Barra delle ap-plicazioni, viene visualizzata un’anteprima in tempo reale della finestra in formato ridotto, che consente di verificarne il contenuto senza ingrandirla.Non tutte le versioni di Windows Vista sono dotate di Aero, ma solo le versioni Home premium, Business, Enterprise e Ultimate.

L’anteprima della finestra

Lo scorrimento finestre 3D

4. modIfIcare la confIGurazIone del computer

Il sistema operativo mette a disposizione una serie di funzioni per modificare le impo-stazioni del computer. Per modificare, ad esempio, la data e l’ora di sistema si può proce-dere in diversi modi.

Una prima procedura consiste nell’accedere al pannello di controllo in cui è presen-te (nella visualizzazione per categorie) la sezione orologio, lingua e opzioni internazio-nali.

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Capitolo Terzo - L’interfaccia 57

Cliccando sulla scritta si accede ad un’altra finestra del pannello di controllo in cui è presente una sezione data e ora e Imposta la data e l’ora.

Cliccando su Imposta la data e l’ora comparirà una nuova finestra con l’indi-cazione della data e dell’ora. Per modi-ficare la data o l’ora occorre cliccare sul pulante modifica data e ora.

Verrà visualizzata la finestra mostra-ta in figura a destra in cui è possibile mo-dificare la data (agendo direttamente sul calendario) e l’ora.

Una seconda procedura per modifi-care la data e l’ora consiste, invece, nel cliccare, nell’area di notifica sulla barra delle applicazioni, sull’icona dell’ora.

Comparirà la finestra nella quale, se-lezionando la voce modifica imposta-zioni data e ora, si accede alla finestra per operare le modifiche desiderate.

In Windows 7 la procedura per la modifica della data e ora e del volume audio è iden-tica di quella seguita in Vista. Ciò che cambia è la zona che compare nel Pannello di Con-trollo per la data e l’ora. Infatti, in Windows 7 la zona si chiama, semplicemente orolo-gio e opzioni internazionali.

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Parte Seconda - Il sistema operativo58

5. Il Volume audIo

Per impostare il volume audio del nostro computer si può procedere in maniera analoga all’impostazione della data e ora. Una prima procedura consiste, infat-ti, nell’accedere al pannello di controllo nel quale è presente la sezione hardware e suoni.

Cliccando su hardware e suoni si accede ad un nuovo pannello in cui, nella sezione audio, si clicca su regola il volume di sistema.

Apparirà un pannello al cui interno è presente l’indicatore di volume degli altoparlan-ti.

Per regolare il volume si deve trascinare l’indicatore di volume con il tasto sinistro del mouse. Allo stesso pannello si può arrivare selezionando l’icona dei Suoni, presente nell’area di notifica sulla barra delle applicazioni.

Regola il volume

6. perSonalIzzare Il deSktop

Il desktop può essere personalizzato modificando, per esempio lo sfondo, i colori di sistema, le dimensioni dei caratteri la forma del puntatore del mouse.

Sia in Windows Vista che in Windows 7, per procedere con tali personalizzazioni si può aprire il Pannello di Controllo e cliccare all’interno della zona, mostrata in figura, aspetto e personalizzazione. Nella finestra che segue si deve, infine, cliccare su perso-nalizzazione.

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Capitolo Terzo - L’interfaccia 59

In alternativa alla procedura appena indicata, per personalizzare il desktop, si può clic-care con il tasto destro in un punto del desktop libero da icone.

Si aprirà un menu contestuale in cui è presente la voce personalizza.In entrambi i casi viene visualizzata la finestra di mostrata in figura.

La finestra Personalizza di Windows Vista

In questa finestra si trova anche la voce Screen saver.

Lo screen saver (letteralmente “salva schermo”) serve a “preservare il monitor”. Quando la funzione screen saver è attiva, dopo un certo periodo di inattività dello scher-mo, apparirà un’animazione o altra immagine in movimento. Lo screen saver impedisce di mantenere per molto tempo una immagine fissa sul monitor, immagine che potrebbe bruciare i pixel dei monitor più vecchi. Per disattivare lo screen saver è sufficiente preme-re un qualsiasi tasto della tastiera o spostare il mouse. Selezionando dalla finestra mostra-ta in figura la voce Screen saver apparirà la finestra Impostazioni screen saver.

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Parte Seconda - Il sistema operativo60

La finestra Impostazioni dello Screen Saver

In questa finestra è possibile impostare un tempo di attesa, in minuti, di non utilizzo del computer, scaduto il quale si attiverà un salva schermo.

Attraverso il tipo di Screen Saver è possibile scegliere cosa visualizzare; alcuni tipi di screen saver possono essere ulteriormente personalizzati attraverso il pulsante Imposta-zioni. Il pulsante Prova visualizza invece, in anteprima, lo screen saver impostato. Al ter-mine delle operazioni si deve selezionare il pulsante ok.

lo screen saver in windows Vista

Windows 7 presenta la finestra di accesso alle Personalizzazioni in un modo diverso, pur se le modalità di accesso, attraverso il pannello di controllo o attraverso il menu contestuale sul desktop, sono equivalenti. Infatti, il menu è diverso e si presenta come mostrato in figura. Una volta selezionata la voce personalizza, appare la finestra mostrata in figura.

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Capitolo Terzo - L’interfaccia 61

In questa finestra nella parte centrale sono proposti dei temi per lo sfondo del desktop. Per inserire una pro-pria immagine come sfondo si deve cliccare sull’icona Sfondo del desktop ed apparirà una nuova finestra con il pulsante Sfoglia per selezionare l’immagine.

Cliccando, infine, sull’icona Screen saver, si accede alla finestra di gestione dello screen saver che è identi-ca a quella di Vista

Questionario  1. Quali sono le icone standard sempre presenti sul desktop?

(par. 1)

  2. Cosa contiene la barra delle applicazioni?(par. 2)

  3. A cosa serve l’area di notifica?(par. 2)

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Parte Seconda - Il sistema operativo62

  4. Quali sono le caratteristiche della barra delle applicazioni in Windows 7?(par.3)

  5. Quale è la procedura per modificare l’ora del computer partendo dalla barra delle ap-plicazioni?(par. 4)

  6. Quale è la funzione dello screen saver?(par. 6)

  7. A parte lo screen saver quale altro elemento del desktop può essere personalizzato?(par. 6)

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CAPITOLO QUARTO

le fIneStre e la GeStIone delle cartelle

SommarIo: 1. 1. Le finestre di Windows. - 2. La gestione delle cartelle. - 3. Creare le cartelle. - 4. Creare cartelle sul desktop. - 5. Spostarsi tra le cartelle. - 6. Le modalità di visualizzazione e ordinamen-to delle cartelle. - 7. Le raccolte in Windows 7.

1. le fIneStre dI wIndowS

In Windows Vista le finestre si presentano con una struttura e con le funzioni come mostrate nella figura sottostante.

Pulsanti di spostamento Barra degli strumentiCasella di ricerca

Barra indirizzi

Contenuto della cartella

Riquadro di spostamento

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Parte Seconda - Il sistema operativo64

Si noti che, se si seleziona un file nella finestra, la barra degli strumenti cambia di aspetto.

In alto sono presenti i noti pulsanti che sono utilizzati a partire da si-nistra, rispettivamente, per:— ridurre a icona la finestra. La finestra viene visualizzata sulla barra delle applicazio-

ni in basso sul desktop;— ingrandire la finestra a tutto schermo;— chiudere la finestra;

Una volta che una finestra è stata ingrandita a tutto schermo, il pulsante centrale cam-bia e a questo si associa la funzione di rimpicciolire la finestra.

Quando la finestra non è a tutto schermo, si può spostarla sul desktop oppure la si può ingrandire e/o rimpicciolire sia di larghezza che in altezza.

dove si trova la barra dei menu in windows Vista?

Da Windows Vista in poi la barra dei menu è nascosta ma, ovviamente, sempre disponibile. Se lo si desidera, è possibile visualizzarla anche se, a dire la verità, molte attività dei menu sono già presenti sulla barra degli stru-menti o nei vari menu contestuali che appaiono cliccando con il tasto destro del mouse su un file o una cartella.

Barra dei menu

Per visualizzare i menu sopra la barra degli strumenti si deve premere il tasto ALT. Per nascondere la barra dei menu, si deve scegliere un comando dai menu oppure premere ALT una seconda volta. Per fare in modo che la barra dei menu sia sempre visualizzata si deve cliccare su organizza sulla barra degli strumenti, scegliere la-yout e, infine, cliccare su Barra dei menu.

Per spostare una finestra sul desktop si ricorre al trascinamento, il cd. drag & drop: — occorre posizionarsi con il mouse nella parte alta della finestra, al di sopra della barra

degli indirizzi;— si clicca il tasto sinistro del mouse e, tenendolo premuto, si trascina il mouse. L’effet-

to è lo spostamento della finestra sul desktop;— completato lo spostamento, si può lasciare il mouse.

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Capitolo Quarto - Le finestre e la gestione delle cartelle 65

Per variare la dimensione di una finestra cui si deve posizionare con il mouse sul bor-do della finestra stessa. Stando sul bordo il punta-tore del mouse assume la forma di una freccia con due punte come mostrato in figura.

Si clicca il tasto sinistro del mouse e tenendolo premuto si sposta il mouse. L’effetto è lo sposta-mento del bordo della finestra. Completato lo spo-stamento si lascia il mouse.

Se il contenuto di una finestra è più grande del-la dimensione della finestra stessa appariranno le barre di scorrimento verticali o orizzontali.

Le barre di scorrimento

È possibile, spostarsi in orizzontale o in verticale nella finestra cliccando sui triango-li posti alle estremità delle barre di scorrimento. Ci si può spostare anche trascinando il cursore della barra che si trova sulle barre stesse.

la struttura delle finestre in windows 7

In Windows 7 la struttura delle finestre e le modalità di gestione sono esattamente le stesse di Windows Vi-sta. La novità è nella trasparenza delle finestre, offerta dalla tecnologia Aero Glass. Inoltre, come vedremo meglio in seguito, è cambiato l’aspetto e l’organizzazione del riquadro di Spostamento.

2. la GeStIone delle cartelle

I dati, in un computer, sono memorizzati in file che sono, a loro volta, raggruppati all’interno in cartelle. Come abbiamo già visto le cartelle sono una sorta di contenitori che permettono il raggruppamento e la memorizzazione di file; in qualche caso, una car-tella può anche contenere altre cartelle che saranno chiamate sottocartelle.

Per gestire i file e le cartelle è necessario che l’utente organizzi, nelle memorie di mas-sa disponibili, una struttura ad albero di cartelle logicamente ordinate.

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Parte Seconda - Il sistema operativo66

La rappresentazione grafica di un insieme di cartelle, sottocartelle e file è definita strut-tura ad albero perché partendo da una cartella radice ci si può spostare di cartella in car-tella lungo i rami della struttura. I nodi intermedi dell’albero sono delle cartelle, mentre le foglie finali sono i file.

Ad esempio, se consideriamo l’hard disk (indicato con la lettera C e rappresentante quella che viene detta la radice dell’intera struttura) e prendendo a modello lo schema mo-strato in figura si ha:— c:\documenti\corso1\test.docx— c:\documenti\corso1\teoria.docx— c:\documenti\corso2\file.xlsx

Documenti

Corso 1

test docx Teoria docx

Corso 2

File.xlsx

C

Oltre che sul disco fisso i file possono essere memorizzati in altre memorie di massa come i CD-ROM, i DVD, una pen drive ecc.

3. creare le cartelle

Per creare una nuova cartella sotto la radice del nostro hard disk, occorre seguire que-sta procedura:— cliccare sull’icona computer presente sul desktop (in alternativa si seleziona il pul-

sante start e poi la voce computer) in modo da aprire la cartella Computer; — all’interno della finestra si apre la cartella principale c, con un doppio clic sulla voce di-

sco c si apre la finestra della cartella del contenuto del disco C. Da questa finestra possia-mo selezionare, dalla barra degli strumenti, prima organizza e poi nuova cartella.

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Capitolo Quarto - Le finestre e la gestione delle cartelle 67

La creazione di una nuova cartella

Apparirà l’icona della nuova cartella con il nome nuova car-tella selezionato perché sovrascrivibile e con il cursore d’inserimento testo lampeggiante per permettere di rinominarla. Per rinominarla è sufficiente digitare il nuovo nome all’in-terno della casella.

Dopo che la cartella è stata rinominata, bisogna cliccare con il mouse oppure preme-re il tasto Invio.

Dopo che la cartella è stata creata, con un doppio clic su di essa si accede alla finestra che ne mostra il contenuto. In tale finestra, ripetendo i passi spiegati poc’anzi è possibile creare una cartella all’interno di un’altra cartella.

la creazione delle cartelle in windows 7

La procedura seguita per creare cartelle in Windows 7 attraverso la barra del menu è simile a quella appena descritta file - nuovo - cartella. In Windows 7, sulla barra degli strumenti è presente il pulsante nuova per la creazione di una cartella che non è presente nel menu organizza.

4. creare cartelle Sul deSktop

Per creare una cartella direttamente sul desktop occorre posizionarsi in un punto del desktop libero da icone e cliccare con il tasto destro del mouse in modo da attivare il menu contestuale mostrato nella figura a pagina successiva. Dal menu contestuale si seleziona la voce nuovo e dall’ulteriore menu si seleziona la voce cartella.

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Parte Seconda - Il sistema operativo68

Creare una nuova cartella sul Desktop

Sul desktop comparirà l’icona della nuova cartella ed, anche in questo caso, è possibile assegnare nella piccola casella un nome alla cartella e confermare pre-mendo il pulsante Invio oppure con un clic in un punto qualsiasi del desktop.

5. SpoStarSI tra le cartelle

Per spostarsi tra le varie cartelle occorre aprirne una. L’apertura di una cartella verrà visualizzata in una finestra il contenuto della stessa.

La finestra di una cartella

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Capitolo Quarto - Le finestre e la gestione delle cartelle 69

Nella barra degli indirizzi è indicato il percorso (il cd. path) della cartella. Ad esem-pio, se apriamo la cartella programmi partendo dal disco C, nella barra degli indirizzi comparirà l’indirizzo mostrato nella immagine che segue.

La barra degli indirizzi

Nella barra degli indirizzi appare il percorso seguito per giungere nella cartella in cui ci troviamo. Per tornare al livello precedente occorre cliccare sul nome della cartella. Quin-di, ad esempio, se si clicca su disco locale (c:), verrà visualizzata la cartella con il con-tenuto del disco C.

Nella barra degli indirizzi compaiono, tra una cartella e l’altra, diversi triangolini ►.Se clicchiamo con il tasto sinistro su uno di questi triangolini si aprirà un menu a ten-

dina che elenca tutte le cartelle accessibili a partire dalla cartella che precede il simbolo.

Le cartelle accessibili dalla barra degli indirizzi

È possibile, cliccando all’interno della barra in uno spazio libero, digitare direttamen-te un percorso. Ad esempio, digitando «Pannello di controllo» e battendo Invio verrà vi-sualizzato il Pannello di controllo. È possibile digitare, nella barra degli indirizzi, anche indirizzi Web: in tal caso, alla pressione del tasto Invio, verrà avviato automaticamente Internet Explorer e, se si è connessi a Internet, verrà visualizzata la pagina richiamata.

Un altro modo per spostarsi tra le cartelle consiste nell’utilizzare i pul-santi di spostamento presenti sulla barra degli strumenti cliccando su quel-lo con la freccia verso sinistra si torna all’ultima cartella visualizzata e, una volta attivato tale pulsante, si attiva la freccia verso destra che permette di ritornare alla cartella da cui siamo appunto tornati indietro.

6. le modalItÀ dI VISualIzzazIone e ordInamento delle car-telle

Il contenuto di una cartella può essere visualizzato in vari modi.

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Parte Seconda - Il sistema operativo70

Selezionando, infatti, la voce Visualizza presente nella barra degli strumenti compa-re il menu mostrato in figura che offre le seguenti opzioni:

— Icone molto grandi, Icone grandi, Icone medie e Icone piccole permettono di visualizzare il conte-nuto della cartella sotto forma di icone di dimensio-ni diverse;

— elenco permette di visualizzare il contenuto della cartella con un elenco verticale;

— dettagli permette di visualizzare il contenuto della cartella con un elenco verticale indicando, per ogni elemento, dati come le dimensioni, la data di ulti-ma modifica, il tipo di file ecc;

— titoli permette di visualizzare solo il titolo dei file, in modo simile alle icone medie.

È possibile organizzare il contenuto di una cartella at-traverso degli ordinamenti che possono essere eseguiti sulle colonne (nome, ultima modifica, tipo, dimen-sione) della finestra.

Per ordinare è sufficiente cliccare con il mouse sul nome della colonna in base alla qua-le si desidera applicare l’ordinamento. Un primo clic ordina in maniera crescente, men-tre un secondo clic ordina in modo decrescente.

L’ordinamento per Nome

Per raffinare ulteriormente gli ordinamenti si può selezionare il triangolino posto alla destra di ogni intestazione di colonna.

7. le raccolte In wIndowS 7

Una delle novità di Windows 7 sono le raccolte. Nelle versioni di Windows preceden-ti, gestire i file implicava necessariamente organizzarli in cartelle e sottocartelle diverse.

In Windows7, invece è possibile utilizzare le raccolte per organizzare i file e acceder-vi indipendentemente dal percorso in cui i file sono archiviati.

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Capitolo Quarto - Le finestre e la gestione delle cartelle 71

Alla raccolta si può accedere cliccando sull’icona presente sulla barra delle applicazioni.

Cliccando sulla icona verrà visualizzata la finestra mostrata in figura.Una diversa modalità per accedere alle raccolte è, invece, quella offerta dal riquadro

di Spostamento presente in qualsiasi finestra di cartella, in cui è presente la voce raccol-te.

La Raccolta di Windows 7

Windows 7 prevede che una raccolta possa includere file provenienti da cartelle diver-se (visualizzandoli come se si trattasse di un unico insieme), senza spostarli dalla cartella in cui a sono realmente salvati.

Sono disponibili quattro raccolte predefinite (Documenti, Musica, Immagini e Video), ma è possibile, attraverso il pulsante nuova raccolta, presente nella finestra delle raccol-te crearne delle nuove.

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Parte Seconda - Il sistema operativo72

Gli elementi di una raccolta possono essere visualizzati in diversi modi tramite il menu disponi per, disponibile nel riquadro delle raccolte situato sopra l’elenco dei file in qual-siasi raccolta aperta. Per inserire una cartella all’interno di una raccolta, occorre aprire la cartella e, senza selezionare nulla, scegliere la voce Includi nella raccolta presente sulla barra degli strumenti.

Un’altra modalità per includere una cartella in una raccolta consiste nell’aprire il menu contestuale di una cartella (con un clic con il tasto destro sulla cartella) e selezionare la voce Includi nella raccolta.

La barra degli strumenti nelle raccolte

Questionario

  1. Quale procedura bisogna seguire per fare in modo che, in Windows Vista, appaia la barra dei menu?(par. 1)

  2. Come si riduce la dimensione di una finestra?(par. 1)

  3. Quale è la funzione delle barre di scorrimento?(par. 1)

  4. Quale è la differenza significativa tra le finestre in Windows 7 e Vista?(par. 1)

  5. Nella struttura ad albero delle cartelle all’interno di una memoria quale è la directory radice?(par. 2)

  6. Quale è la procedura per creare una nuova cartella all’interno di un’altra cartella?(par. 3)

7.  Quale è la procedura per creare una nuova cartella sul Desktop?(par. 4)

  8. A cosa servono i pulsanti di spostamento?(par. 5)

  9. Quali sono le possibili visualizzazioni del contenuto di una cartella? (par. 5)

10.  In che modo è possibile aggiungere una cartella alla Raccolta di W7?(par. 6)

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CAPITOLO QUINTO

operare con I fIle

SommarIo: 1. I tipi più comuni di file. - 2. Copiare, tagliare e incollare. - 3. La cancellazione dei file. - 4. Rinominare un file. - 5. Le proprietà di un file. - 6. Il cestino.

1. I tIpI pIù comunI dI fIle

Tutti i file memorizzati su qualsiasi memoria di massa hanno un nome, che è definito dall’utente ed un’estensione preceduta da un punto.

L’estensione, che può essere di tre o quattro lettere, indica il tipo di file è associato ad una determinata applicazione che utilizzata per aprirlo.

Quando si rinomina un file oc-corre, quindi prestare attenzione a non variare l’estensione altri-menti il sistema operativo potreb-be non essere più in grado di ri-conoscere quel tipo di file e non potrebbe trovare l’applicazione che serve ad aprirlo.

Un esempio di nome file può essere: nomefile.txt, oppure do-cumento.docx o, ancora imma-gine.jpg.

Se le estensioni dei file non fossero visibili si possono rende-re visibili dal pannello di con-trollo, gruppo aspetto e perso-nalizzazione, gruppo opzioni cartella.

Nella finestra opzioni cartel-la bisogna selezionare, in alto, la scheda Visualizzazione: appari-rà così la finestra mostrata in fi-gura.

Nell’area Impostazioni avan-zate della finestra occorre toglie-re il segno di spunta alla voce nascondi le estensioni per i tipi di file conosciuti. e con-fermare l’operazione cliccando su ok.

La finestra Opzioni cartella

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Parte Seconda - Il sistema operativo74

le estensioni più diffuse

Riportiamo nella tabella che segue alcune delle estensioni più diffuse.

estensione applicazione estensione applicazionedocx Word 2007 bmp immagine BitMapxlsx Excel 2007 gif immagine GIFpptx PowerPoint 2007 jpg immagine JPEGpdf Acrobat Reader jpeg immagine JPEGexe eseguibile asp pagine Aspppsx eseguibile PowerPoint 2007 wav file audiomdbx access mov file videohtm pagina Web mp3 file musicalehtml pagina Web mid file audio

2. copIare, taGlIare e Incollare

Per copiare e spostare un file o una cartella all’interno di un’altra cartella si possono usare diverse procedure. La prima consiste nell’utilizzare i comandi disponibili sulla bar-ra degli strumenti e raccolti in organizza.

Dopo aver aperto la cartella che contiene il file da copiare o spostare, occorre selezio-narlo con un solo clic del tasto sinistro e cliccare, sulla barra degli strumenti, su organiz-za e poi sul comando copia. Il passo successivo consiste nell’aprire la cartella nella qua-le si desidera copiare il file e poi, sempre da organizza cliccare su Incolla.

Nel caso di copia, il risultato finale sarà che avremo due file uguali: uno continuerà ad essere presente nella cartella d’origine mentre l’altro sarà nella cartella di destinazio-ne.

Allo stesso modo si può procedere per spostare un file.In questo caso nella finestra della cartella d’origine, una volta selezionato il file, oc-

corre cliccare su organizza e poi su taglia.Nella cartella di destinazione si dovrà selezionare organizza e poi Incolla.Una seconda procedura per ottenere gli stessi risultati consiste nell’utilizzare i menu

contestuali. Infatti, se si clicca con il tasto destro del mouse sul nome di un file, apparirà il solito menu dal quale si può selezionare il comando copia.

A quel punto per terminare l’operazione si dovrà prima aprire la cartella di destinazio-ne e nella finestra successiva posizionarsi nell’area dove normalmente risiedono i file ma libera da icone; successivamente si dovrà aprire nuovamente il menu contestuale (tasto destro) e selezionare il comando Incolla.

Analogamente si procede per lo spostamento selezionando dal menu contestuale la voce taglia e poi, ancora, Incolla nella cartella di destinazione.

Esiste ancora un‘altra procedura per le operazioni di Taglia, Copia e Incolla che pre-vedono l’uso delle cd. scorciatoie da tastiera. Infatti, dopo aver selezionato un file, con la combinazione di tasti ctrl+c si copia, con ctrl+X si taglia e con ctrl+V si incolla.

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Capitolo Quinto - Operare con i file 75

La terza procedura consiste nel ricorrere al drag & drop: si aprono le finestre sia del-la cartella di origine che di destinazione e si dispongono sul desktop.

Successivamente, si seleziona il file dalla cartella di origine (cliccando una sola volta con il tasto sinistro del mouse) e poi, senza rilasciare il tasto del mouse, si trascina il file nella finestra della cartella di destinazione, con il risultato di ottenere lo spostamento del file. Se invece durante la procedura si tiene anche premuto il tasto ctrl si otterrà non lo spostamento ma la copia del file.

In entrambi i casi verranno visualizzate le icone con l’indicazione dell’operazione che si sta portando a termine.

Quando si copia o si sposta un file in una cartella, se la cartella di destinazione con-tiene già una file con quel nome, comparirà la finestra mostrata in figura con cui il siste-ma operativo avvisa che esiste già nella car-tella di destinazione un file con quel nome.

La finestra propone tre operazioni alter-native:— copia e sostituisci: effettua la copia,

sostituendo il file presente nella cartel-la di destinazione;

— non copiare: non effettua la copia;— copia, ma mantieni entrambi i file:

effettua la copia mantenendo il file nel-la cartella di destinazione e il file copia-to viene rinominato.

Gli appuntiCosa succede quando copiamo o tagliamo un file? Esiste un’apposita area di memoria di Windows chiama-ta appunti (in inglese, clipboard), dove vengono immagazzinati i dati che tagliamo o copiamo. È proprio questo che è successo con il nostro file: esso è stato spostato nell’area degli Appunti.Gli appunti di Windows possono contenere qualsiasi tipo di informazione. Ad esempio, così come abbiamo tagliato ed incollato un file da una posizione ad un’altra, possiamo tagliare ed incollare del testo, ad esem-pio per spostarlo da un documento ad un altro, o possiamo farne una copia.

3. la cancellazIone deI fIle

Per cancellare un file possono essere seguite diverse procedure.La prima procedura, quella più semplice, consiste nel selezionare il file e poi premere

il tasto canc della tastiera.La seconda consiste nel selezionare il file nella cartella e, da organizza, cliccare su

poi il comando elimina.Una terza modalità consiste nell’attivare il menu contestuale sul file e, da questo, se-

lezionare la voce elimina.Altra modalità prevede l’utilizzazione del Drag&Drop: dopo aver proceduto a selezio-

nare il file, lo si trascina sull’icona del cestino presente sul desktop.

La cartella contiene già un file con quel nome

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Parte Seconda - Il sistema operativo76

In ogni caso, ogni volta che si cancella un file compare la finestra di conferma mostra-ta in figura.

Eliminazione definitiva di un file

Cliccando sul pulsante Sì il file viene spostato all’interno del cestino.

è possibile cancellare un file definitivamente dal disco, senza inviare i file nel cestino?

Sì. Una volta selezionato un file se si premono i tasti Shift e canc simultaneamente comparirà la finestra mostrata in figura; se si clicca sul pulsante Sì il file viene cancellato direttamente senza essere prima spostato nel cestino.

4. rInomInare un fIle

Per rinominare un file, cioè per cambiare il suo nome, si può attivare la voce rino-mina dal menu contestuale. L’area con il nome del file appare selezionata e con il curso-re di inserimento che lampeggia, indicando che il sistema attende che l’utente digiti all’in-terno della casella il nuovo nome del file.

Rinominare un file

Si può attivare la stessa funzionalità dalla barra degli strumenti: organizza e poi ri-nomina.

5. le proprIetÀ dI un fIle

Per analizzare le proprietà di un file si deve attivare il menu contestuale e da questo selezionare la voce proprietà. Apparirà la finestra in mostrata figura, dove è possibile ve-rificare, tra l’altro:— il tipo di file;

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Capitolo Quinto - Operare con i file 77

— lo spazio di memoria occupata dal file;— la data di creazione e la data di ultima modifica del file.

La scheda Proprietà

Se si clicca sulla scheda dettagli, è possibile visualizzare l’autore del file ed altre in-formazioni utili.

6. Il ceStIno

Quando un file viene eliminato è depositato in una cartella particolare: il cestino. L’ico-na del cestino è presente sul desktop ed è raffigurata come nelle figure che seguono.

Le icone del cestino pieno e vuoto

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Parte Seconda - Il sistema operativo78

Per accedere al cestino occorre fare un doppio clic sulla relativa icona del cestino e ap-parirà così la finestra mostrata in figura.

La finestra del cestino di Windows Vista

I file e le cartelle presenti nel cestino possono essere recuperati in modo che tornino nella posizione in cui si trovavano quando erano stati eliminati.

Per recuperare un file e/o cartella occorre selezionare l’elemento e sulla barra degli strumenti cliccare il pulsante recupera elemento.

Per recuperare tutto il contenuto del cestino bisogna semplicemente utilizzare la fun-zione ripristina tutti gli elementi. Per svuotare il cestino occorre, sulla barra degli stru-menti, selezionare il pulsante Svuota cestino. Una volta che i dati vengono cancellati dal cestino sono definitivamente, ed irrimediabilmente, persi.

Questionario  1. Qual è la procedura da seguire per visualizzare o nascondere le estensione dei file?

(par. 1)

  2. Quali sono le scorciatoie da tastiera per copiare, tagliare e incollare?(par. 2)

  3. Come si visualizzano le proprietà di un file? (par. 5)

  4. Qual è la procedura per recuperare un file dal cestino?(par. 6)

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CAPITOLO SESTO

la GeStIone della Stampa

SommarIo: 1. L’impostazione della stampante. - 2. La coda di stampa

1. l’ImpoStazIone della Stampante

Sul computer possono essere installate anche diverse stampanti ma una sola deve es-sere impostata come stampante predefinita o di default: si tratta della stampante verso la quale verranno indirizzate automaticamente tutte le stampe effettuate dalle applicazioni, senza ordine contrario.

Per visualizzare le stampanti installate sul computer occorre selezionare il pulsante di Start e, dal menu, selezionare la voce Stampanti.

Successivamente appare una finestra nella quale sono visualizzate tutte le stampanti installate.

La stampante di default è quella contrassegnata con il simbolo .

La finestra Stampanti

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Parte Seconda - Il sistema operativo80

Se le stampanti installate sono più di una e si desidera modificare quella di default, si deve cliccare con il tasto destro sulla stampante che si intende designare come predefini-ta. Successivamente, apparirà un menu contestuale dal quale occorre selezionare la voce Imposta come stampante predefinita.

la gestione delle stampanti in w7

In W7 per attivare la finestra delle stampanti si seleziona il pulsante di Start e, dal menu, si seleziona la voce dispositivi e stampanti. Una volta selezionata la voce si apre la finestra dei dispositivi e stampanti. In questa finestra oltre alle stampanti configurate sul computer, vengono visualizzati anche i dispositivi col-legati al computer come una pen drive, un mouse, una web cam ecc.

2. la coda dI Stampa

È possibile inviare più stampe, una di seguito all’altra, senza dover attendere che la stampante abbia terminato il lavoro di stampa precedente. Le differenti stampe inviate, in attesa di essere materialmente prese in carico dalla stampante, sono memorizzate in una coda di stampa, ovvero in un’area speciale della memoria in cui ciascuna stampa è me-morizzata prima di essere inviata alla stampante «scaricata« su carta.

Questo procedimento seguito dal sistema operativo Windows, sia Vista che 7, consen-te di inviare una stampa anche ad una stampante spenta o scollegata; la stampa viene co-munque inviata alla coda di stampa dove resta in attesa che la stampante venga accesa o collegata.

Per visualizzare la coda di stampa si può procedere attraverso la finestra delle stam-panti vista in precedenza e cliccare due volte sulla stampante predefinita.

Un’altra modalità per visualizzare la coda di stampa consiste nel fare uso della barra delle applicazioni dove, una volta lanciata una stampa, compare l’icona della stampante

che va cliccata.

In entrambi i casi comparirà la finestra mostrata in figura in cui sono visualizzati tutti i file inviati alla stampante.

La coda di stampa

Se si desidera annullare una stampa o sospenderla si seleziona il file e successivamen-te si accede alla voce documento del menu. Compare il menu a discesa del quale si può

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Capitolo Sesto - La gestione della stampa 81

selezionare il comando in cui, ad esempio, se si seleziona la voce annulla la stampa ver-rà cancellata dalla coda.

In W7 la coda di stampa si può attivare dalla barra delle applicazioni dove compare il simbolo della stampante .

In modo analogo si può visualizzare la coda di stampa, come descritto per Vista, dal-la finestra dei dispositivi e stampanti prima selezionando la stampante predefinita. In que-sto caso comparirà una finestra nella quale, per accedere alla coda di stampa si seleziona la voce Visualizza coda di stampa. A questo punto comparirà la finestra della coda il cui layout e gestione sono uguali a quelli di Vista, descritti in precedenza.

Questionario1. Quante stampanti possono essere presenti in un sistema?

(par. 1)

2. Con quale simbolo sono individuate le stampanti predefinite?(par. 1)

3. Come si accede alla coda di stampa?(par. 2)

4. Come si annulla una stampa?(par. 2)

Page 82: Copyright© Esselibri S.p.A. · vero il più vecchio sistema operativo per PC, era del primo tipo, ed i comandi venivano materialmente digi-tati dall’utente che, quindi, doveva

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