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S ono trascorsi diversi mesi dalla pubblicazione dell’ultimo numero di Ophys e tanti offidani ci hanno chie- sto i motivi di questo ritardo dal momen- to che i nostri propositi erano quelli di continuare con la pubblicazione delle notizie con una certa regolarità. Ci eravamo anche assunti l’impegno di promuovere e dare impulso a tutte quelle attività che mirano a fornire un aiuto concreto a tutte le ricerche sem- pre più complete su storia, monumen- ti, tradizioni, arte, curiosità e notizie varie del nostro comune. Per motivi diversi, non siamo riusci- ti a pubblicare l’edizione estiva e ce ne scusiamo con voi tutti. Ora, con l’arri- vo del nuovo anno, tutta la redazione ed i collaboratori sono riusciti ad offrir- vi questo nuovo numero, che ritenia- mo interessante: dall’attualità si passa al folklore, alla curiosità, alle immagini del passato, a natura e scienza. Interessanti i particolari, che forse pochi conoscono, sull’eccidio dei com- ponenti la famiglia Gabrielli in Contrada lava. Non mancano proposte relative alla valorizzazione del patrimo- nio artistico locale, sull’artigianato arti- stico (merletto a tombolo) a Londra e nella storia e nell’arte. Sono riportate notizie sulle immagi- ni del passato (la facciata della Chiesa Collegiata), sul 350° della storiografia offidana, spigolature storico-artistiche (la collezione dei quadri del Prof. Vincenzo Vallorani). Nella rubrica “Natura e Scienza” sono riportate notizie tecniche sul “gusto del vino” che è la tipica bevan- da della nostra zona, sull’attività della Croce verde e le novità della topono- mastica offidana. Ora approfittiamo delle imminenti festività per formulare i nostri migliori auguri di Buon Anno a tutti i nostri lettori, specialmente a quelli che non hanno e non faranno mancare consigli e suggerimenti.SERAFINO CAMILLI - DIRETTORE RESPONSABILE C ari lettori, in occasione della pubblicazione del numero che vi accingete a leggere, vorrei con since- rità ringraziarvi per l’interesse che avete sempre nutrito per le iniziative editoria- li del Centro Studi Allevi. Ci sono giun- te nel tempo manifestazioni di consenso, oltre che da paesi e città d’Italia, anche da Argentina, Canada, Repubblica Ceca, Anno 4 - nuova serie Numero 8 COPIA GRATUITA Offida, Gennaio 2005 Periodico del Centro Studi “Guglielmo Allevi” - Offida 1 Francia ed Austria. Questo, oltre ad esse- re lo stimolo vitale affinché la nostra atti- vità possa continuare, ci ripaga ampia- mente dell’impegno profuso da tutti noi. Attraverso l’opera di recupero dell’an- tica testata offidana Ophys, siamo certi di aver dato un piccolo contributo al desi- derio di conoscenza delle nostre origini, offrendo ricerche, ricostruendo fatti e aneddoti, mostrando immagini e quan- t’altro. Della testata ottocentesca abbia- mo voluto evitare il taglio politico, oggi indubbiamente anacronistico, cosa que- sta che ci sentiamo ampiamente di garantire per il futuro, affinché siano la cronaca e gli studi, i soli spunti di rifles- sione per il lettore. L’intero lavoro di recupero culturale che portiamo avanti, trova dimora nella continuità ideale e indissolubile tra il nostro passato e il nostro presente. Strumenti di tutela della nostra storia sono soprattutto la conoscenza e la conserva- zione dei nostri monumenti e delle nostre tradizioni, spesso dimenticate o snaturate nella loro essenza proprio perché non si ha conoscenza delle loro origini. A que- sto proposito abbiamo il piacere di ripor- tare l’interessante progetto di ricerca sto- rica sulla rocca di Acquaviva Picena, che ha non poche affinità con quella di Offida, anch’essa opera di Baccio Pontelli. Archiviamo dunque il 2004, non certo annoverabile tra i migliori anni del nostro tempo, con l’impegno sempre più vigoroso di scavare e curiosare nei nostri ricordi e nella nostra storia, accrescendo conoscenza e memoria di ciò che è stato. L’anno passato si è chiuso con l’im- provvisa tragedia dello Tsunami; uno degli avvenimenti più sconvolgenti degli ultimi anni. Fra qualche tempo, passata l’onda del sensazionalismo, mi auguro che l’impegno di tutti sia soprattutto quello di non dimenticare. Vi invito a continuare questa gara di solidarietà che vede l’Italia tra le popolazioni più gene- rose al mondo. Il coordinamento degli aiuti è gestito dal comitato "Un aiuto subito": c/c 5555/90 di Banca Intesa, oppure telefonando al numero 800- 667788 con carte di credito CartaSì, Visa, MasterCard e American Express. Vi giungano i più sentiti auguri per un sereno 2005 da parte della redazione e miei personali.ALBERTO PREMICI - DIRETTORE EDITORIALE “Centro Studi Guglielmo Allevi”: Marco Mercolini Tinelli (presidente onorario) - Giancarlo Premici (presidente) - Mario Vannicola (direttore)- Alberto Premici (segretario) SOMMARIO ATTUALITÀ Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 Serafino Camilli Cari lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 Alberto Premici Per la valorizzazione del patrimonio Storico Artistico Cittadino . . . . . . . . . . . . . . .2 Mario Vannicola Appello per il museo Sergiacomi . . . . . . . . . . .2 il Centro Studi Allevi 14 giugno: 60° anniversario dall’eccidio di via Lava . . . . . . . . . . . . . . . . . .3 Lorenzo Gabrielli Artigianato offidano a Londra . . . . . . . . . . . .4 Valeria Tozzi Fantastico incontro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6 Marco Mercolini Tinelli Nuove ricerche nella fortezza di Acquaviva Picena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6 Prof. Enrico Giorgi (Univ. Bologna) Centro sollievo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7 Mirko Ciabattoni Diplomati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8 Nicola Savini I 25 anni della nostra banda cittadina . . . . . .9 Giancarlo Premici Restauri o falsi storici? . . . . . . . . . . . . . . . . . .9 Giancarlo Premici FOLKLORE OFFIDANO . . . . . . . . . . . . . . . . . .10 Il Merletto nella storia e nell’arte Mario Vannicola SPIGOLATURE STORICO FOLKLORISTICHE . . .11 Collezione Valorani Vitale Travaglini CURIOSITÀ OFFIDANE . . . . . . . . . . . . . . . . . .12 Un antico igrometro domestico Bruno Vannicola IMMAGINI DAL PASSATO . . . . . . . . . . . . . . .12 La facciata della Collegiata di Offida Fabio Marcelli-Mario Vannicola 350° della storiografia offidana . . . . . . . . . .13 Mario Vannicola NATURA E SCIENZA . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14 Botanica: Denaturalizzazione e urbanizzazione delle specie vegetali spontanee - Mauro Recchi Il gusto del vino - Umberto Svizzeri Forza Acceleriamo! - Moreno Peroni Uomini e macchine - Mauro Recchi Missione a Saturno - Simone Recchi Software libero - Andrea Capriotti POESIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19 Anima gemella - Faye e-CORNER Inno alla gioia - Nadia Colletta . . . . . . . . . . .20 OPHYS NEWS - Alberto Premici . . . . . . . . . . .21 PAROLE “SCROCIATE” - Omer . . . . . . . . . . . .23 Il Centro Studi Allevi e la redazione dell’Ophys si congratulano con Alberto Premici per essere entrato a pieno titolo nel mondo dell’informazione con l’iscrizione all’albo dei giornalisti. Da tutti noi i più sentiti compli- menti per il raggiungimento di un obiettivo fortemente voluto e meritata- mente perseguito.

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Sono trascorsi diversi mesi dallapubblicazione dell’ultimo numero

di Ophys e tanti offidani ci hanno chie-sto i motivi di questo ritardo dal momen-to che i nostri propositi erano quelli dicontinuare con la pubblicazione dellenotizie con una certa regolarità.

Ci eravamo anche assunti l’impegnodi promuovere e dare impulso a tuttequelle attività che mirano a fornire unaiuto concreto a tutte le ricerche sem-pre più complete su storia, monumen-ti, tradizioni, arte, curiosità e notizievarie del nostro comune.

Per motivi diversi, non siamo riusci-ti a pubblicare l’edizione estiva e ce nescusiamo con voi tutti. Ora, con l’arri-vo del nuovo anno, tutta la redazioneed i collaboratori sono riusciti ad offrir-vi questo nuovo numero, che ritenia-mo interessante: dall’attualità si passaal folklore, alla curiosità, alle immaginidel passato, a natura e scienza.

Interessanti i particolari, che forsepochi conoscono, sull’eccidio dei com-ponenti la famiglia Gabrielli inContrada lava. Non mancano proposterelative alla valorizzazione del patrimo-nio artistico locale, sull’artigianato arti-stico (merletto a tombolo) a Londra enella storia e nell’arte.

Sono riportate notizie sulle immagi-ni del passato (la facciata della ChiesaCollegiata), sul 350° della storiografiaoffidana, spigolature storico-artistiche(la collezione dei quadri del Prof.Vincenzo Vallorani).

Nella rubrica “Natura e Scienza”sono riportate notizie tecniche sul“gusto del vino” che è la tipica bevan-da della nostra zona, sull’attività dellaCroce verde e le novità della topono-mastica offidana. Ora approfittiamodelle imminenti festività per formularei nostri migliori auguri di Buon Anno atutti i nostri lettori, specialmente aquelli che non hanno e non farannomancare consigli e suggerimenti.■SERAFINO CAMILLI - DIRETTORE RESPONSABILE

C ari lettori, in occasione dellapubblicazione del numero che

vi accingete a leggere, vorrei con since-rità ringraziarvi per l’interesse che avetesempre nutrito per le iniziative editoria-li del Centro Studi Allevi. Ci sono giun-te nel tempo manifestazioni di consenso,oltre che da paesi e città d’Italia, ancheda Argentina, Canada, Repubblica Ceca,

Anno 4 - nuova serieNumero 8

COPIA GRATUITAOffida, Gennaio 2005

Periodico del Centro Studi“Guglielmo Allevi” - Offida

1

Francia ed Austria. Questo, oltre ad esse-re lo stimolo vitale affinché la nostra atti-vità possa continuare, ci ripaga ampia-mente dell’impegno profuso da tutti noi.

Attraverso l’opera di recupero dell’an-tica testata offidana Ophys, siamo certi diaver dato un piccolo contributo al desi-derio di conoscenza delle nostre origini,offrendo ricerche, ricostruendo fatti eaneddoti, mostrando immagini e quan-t’altro. Della testata ottocentesca abbia-mo voluto evitare il taglio politico, oggiindubbiamente anacronistico, cosa que-sta che ci sentiamo ampiamente digarantire per il futuro, affinché siano lacronaca e gli studi, i soli spunti di rifles-sione per il lettore.

L’intero lavoro di recupero culturaleche portiamo avanti, trova dimora nellacontinuità ideale e indissolubile tra ilnostro passato e il nostro presente.Strumenti di tutela della nostra storia sonosoprattutto la conoscenza e la conserva-zione dei nostri monumenti e delle nostretradizioni, spesso dimenticate o snaturatenella loro essenza proprio perché non siha conoscenza delle loro origini. A que-sto proposito abbiamo il piacere di ripor-tare l’interessante progetto di ricerca sto-rica sulla rocca di Acquaviva Picena, cheha non poche affinità con quella diOffida, anch’essa opera di BaccioPontelli.

Archiviamo dunque il 2004, non certoannoverabile tra i migliori anni delnostro tempo, con l’impegno sempre piùvigoroso di scavare e curiosare nei nostriricordi e nella nostra storia, accrescendoconoscenza e memoria di ciò che è stato.

L’anno passato si è chiuso con l’im-provvisa tragedia dello Tsunami; unodegli avvenimenti più sconvolgenti degliultimi anni. Fra qualche tempo, passatal’onda del sensazionalismo, mi auguroche l’impegno di tutti sia soprattuttoquello di non dimenticare. Vi invito acontinuare questa gara di solidarietà chevede l’Italia tra le popolazioni più gene-rose al mondo. Il coordinamento degliaiuti è gestito dal comitato "Un aiutosubito": c/c 5555/90 di Banca Intesa,oppure telefonando al numero 800-667788 con carte di credito CartaSì, Visa,MasterCard e American Express.

Vi giungano i più sentiti auguri perun sereno 2005 da parte della redazionee miei personali.■

ALBERTO PREMICI - DIRETTORE EDITORIALE

“Centro Studi Guglielmo Allevi”: Marco Mercolini Tinelli (presidente onorario) - Giancarlo Premici (presidente) - Mario Vannicola (direttore)- Alberto Premici (segretario)

SOMMARIO

ATTUALITÀIntroduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1Serafino CamilliCari lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1Alberto PremiciPer la valorizzazione del patrimonioStorico Artistico Cittadino . . . . . . . . . . . . . . .2Mario VannicolaAppello per il museo Sergiacomi . . . . . . . . . . .2il Centro Studi Allevi 14 giugno: 60° anniversariodall’eccidio di via Lava . . . . . . . . . . . . . . . . . .3Lorenzo GabrielliArtigianato offidano a Londra . . . . . . . . . . . .4Valeria TozziFantastico incontro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6Marco Mercolini TinelliNuove ricerche nella fortezza di Acquaviva Picena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6Prof. Enrico Giorgi (Univ. Bologna)Centro sollievo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7Mirko CiabattoniDiplomati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8Nicola SaviniI 25 anni della nostra banda cittadina . . . . . .9Giancarlo PremiciRestauri o falsi storici? . . . . . . . . . . . . . . . . . .9Giancarlo Premici

FOLKLORE OFFIDANO . . . . . . . . . . . . . . . . . .10Il Merletto nella storia e nell’arteMario Vannicola

SPIGOLATURE STORICO FOLKLORISTICHE . . .11Collezione ValoraniVitale Travaglini

CURIOSITÀ OFFIDANE . . . . . . . . . . . . . . . . . .12Un antico igrometro domesticoBruno Vannicola

IMMAGINI DAL PASSATO . . . . . . . . . . . . . . .12La facciata della Collegiata di OffidaFabio Marcelli-Mario Vannicola350° della storiografia offidana . . . . . . . . . .13Mario Vannicola

NATURA E SCIENZA . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14Botanica: Denaturalizzazione e urbanizzazionedelle specie vegetali spontanee - Mauro RecchiIl gusto del vino - Umberto SvizzeriForza Acceleriamo! - Moreno PeroniUomini e macchine - Mauro RecchiMissione a Saturno - Simone RecchiSoftware libero - Andrea Capriotti

POESIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19Anima gemella - Faye

e-CORNERInno alla gioia - Nadia Colletta . . . . . . . . . . .20OPHYS NEWS - Alberto Premici . . . . . . . . . . .21PAROLE “SCROCIATE” - Omer . . . . . . . . . . . .23

Il Centro Studi Allevi e la redazionedell’Ophys si congratulano con AlbertoPremici per essere entrato a pienotitolo nel mondo dell’informazione conl’iscrizione all’albo dei giornalisti.

Da tutti noi i più sentiti compli-menti per il raggiungimento di unobiettivo fortemente voluto e meritata-mente perseguito.

In data 8 giugno u.s. ho presenta-to all’Amministrazione Comunale

(prot. 4039) una proposta, finora rima-sta inevasa, inerente la sistemazione didue importanti opere d’arte nella chie-sa di S. Maria della Rocca.

Si tratta della Pala lignea di SantaLucia in trono incoronata dagli angelicommissionata da BartolomeoCampanari nel 1490 ed attribuita aPietro Alemanno, e la pala su tela deiTre Regni eseguita da Simone DeMagistris da Caldarola nel 1589.

Le opere furono tolte dalla chiesacirca un secolo fa, principalmente permotivi di sicurezza durante i lavori direstauro ivi eseguiti, e sistemate nellesale di rappresentanza del PalazzoComunale.

Da qui, nel 1998, furono trasferite aPalazzo Castellotti per riempire le spo-glie pareti della sala maggiore dellasezione dedicata al Merletto a Tombolodel Museo di Offida.

Questa collocazione, promossa dalComitato di Gestione del Museo, fuconsiderata provvisoria in attesa delladisponibilità finanziaria per realizzarele strutture espositive e completare ilMuseo; in ultima analisi il primo passoper la ricollocazione delle opere nelcontesto originario.

Oggi il nuovo allestimento delMuseo sottolinea maggiormente l’in-coerenza di tale sistemazione e ripre-sentandosi la necessità di spostarealtrove questi dipinti torno a proporrel’unica sede appropriata per essi: SantaMaria della Rocca.

Dove sistemarle? La prima opera eraanticamente collocata sull’altare dellaCappella omonima della Cripta dellachiesa; in una posizione assolutamentecuriosa che copriva, di fatto, tutta ladecorazione ad affresco con le storiedella Santa.

Probabilmente, la scelta non fucasuale ma legata alla mutazione, avve-nuta in quegli anni, delle modalità delmartirio al quale fu aggiunto il partico-lare sostanziale dello strappo degliocchi, non contemplato nella tradizioneprecedente, che fu quindi di fatto toltadalla vista dei fedeli.

Attualmente, essendo impensabilericollocare lì l’immagine, come è scon-sigliabile utilizzare la parete lateraledella cappella a causa dell’umidità pre-sente nel muro esposto a nord, sipotrebbe sistemare la tavola nella chie-sa superiore, nella cornice in travertinodell’Altare di S. Andrea (quella a latodel fonte battesimale).

La seconda può essere benissimoricollocata nella sua originale cornicemanieristica in travertino facente partedell'altare della Madonna del BuonGesù ancora in sito nella chiesa supe-riore.

Sicuramente vi sono “paletti” diordine burocratico, tecnico, ed econo-mico da rispettare, da prendere in con-siderazione, da superare… paletti, nonun muro invalicabile!

Ricordando che attualmente SantaMaria è la principale realtà culturale,turistica e museale cittadina, è un attodovuto riportarvi queste opere che perquesta chiesa furono realizzate e che,assieme ai preziosi affreschi delMaestro di Offida, di Fra Martino Angelida Santa Vittoria e del Maestro Ugolinodi Vanne da Milano formano unasequenza di notevole valore per la sto-ria dell’arte picena tra il XIV ed il XVIsecolo.■

PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO CITTADINOMARIO VANNICOLA

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APPELLO PER IL MUSEO SERGIACOMI

IL CENTRO STUDI ALLEVI

Il Centro Studi Guglielmo Allevi,nel ricordare il 10° anniversario dallascomparsa del benemerito concitta-dino scultore Aldo Sergiacomi(Offida 27 luglio 1912 - 5 agosto1994) esprime un accorato appelloagli eredi, al Ministero competente edall’Amministrazione Comunale diOffida perché il Museo a lui dedica-to - valorizzando gli stessi locali chefurono il suo studio d’artista - dallavedova Licia Antimiani, non vengasmantellato, e la collezione smem-brata ma sia finalmente tutelato dalloStato, come era nella volontà dellafondatrice, e torni ad essere fruibileda studiosi, cittadini e turisti comepreziosa testimonianza della nostraciviltà.

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In Contrada Lava, sulla provincialeper Castel di Lama, a pochi chilo-

metri da OFFIDA, sorge un cippo(recentemente rifatto e migliorata lavisibilità) con la scritta “GABRIELLICESARE, ANTONIO, LUCIANO TRUCI-DATI DALLA BARBARIE NAZISTA,ASCENDEMMO ALLA GLORIA”14/06/1944. Ricorre Quindi quest’annoil sessantesimo anniversario di quel tri-ste episodio che insanguinò il nostroterritorio. Ad Offida non tutti conosco-no bene il come e il perché e, soprat-tutto, se l’eccidio era ineluttabile opoteva evitarsi.

* * *Alcuni testimoni, amici e parenti dei

protagonisti raccontano: I Gabrielli diRagnola di Porto d’Ascoli (CESARE, 44anni – suo fratello ANTONIO 37 anni –suo figlio LUCIANO, 19 annied altri componenti la fami-glia) erano ospiti – sfollati daGigge de Merò (Ciotti Luigi1903 – 1982) in quanto amicidello stesso. Cesare lavoravaalla fornace di S. Benedetto,Antonio era muratore eLuciano, da poco brillante-mente diplomato, aveva unbuon posto alla stazione diPorto d’Ascoli.

Finita la giornata di lavo-ro raggiungevano le famiglie ad Offidain bici. La sera del 13 giugno, martedì,Luciano portò con se due bombe amano (chi gliele abbia date e a chi fos-sero destinate, se destinate, è un segre-to che Luciano s’è portato nella tomba)imprudentemente per i tempi che cor-revano. Le depose su una mensola delmagazzino a pian terreno di casa Ciotti,dove peraltro dormiva. La mattina del14 giugno 1944 i tedeschi giunsero inzona Nord di Contrada Lava e due incasa Ciotti chiesero di poter mangiare edormire. Luciano svegliatosi pensò allebombe e tentò di occultarle. I due tede-schi, all’esterno e dalla porta semiaper-ta, videro il gesto furtivo del ragazzo.La cosa li rese insicuri, sospettosi esoprattutto irritati. Con le solite buonemaniere dei tedeschi furono tutti radu-nati sull’aia. Al gruppo furono aggiuntiPeppe dè Zampetti (GiuseppePierantozzi 1913 - 1995) parente e vici-nato prossimo di Ciotti che, richiamatodalla campagna, si era portato nei pres-si per curiosità e Antonio che tornavada Lu Ragne (famiglia Mignucci), doveaveva passato la notte per mancanza di

spazio per tutti in casa Ciotti. Poi i duetedeschi armati, a cavallo, costrinsero icinque maschi (Ciotti e Pierantozzi piùi tre Gabrielli) a “trottare” davanti allebestie prima verso Offida, poi versoCastel di Lama (un diversivo di pessimogusto se non crudele trovandosi tra isequestrati anche un invalido).

Arrivati alla Salaria tornarono indie-tro, quasi fosse un azione dimostrativasolo per la zona. Vicino all’attuale coni-gliera, presso Remite (famigliaNespeca) c’erano dei tedeschi chebivaccavano; i nostri due si unirono aloro dopo aver allineato i cinquesequestrati ai bordi della strada e con-sentito che fossero dissetati (con la rac-comandazione di non eccedere, eranosudati, poteva far loro male). Ripreso il

cammino, meglio dire trotto, si ferma-rono non molto dopo presso Mario eMiddie de Stella (Mario Capriotti 1906 –2000, al momento era soldato e prigio-niero in Germania – Emidio Capriotti1907 - 1946) e furono di nuovo disseta-ti, quasi con premura.

Furono allineati davanti casaCapriotti, pronti per essere interrogatisingolarmente. Si voleva sapere, specieda Luciano, la provenienza e la desti-nazione delle bombe e forse altro.Come avvenne l’interrogatorio e comedurante esso fu possibile la fuga nonho trovato uniformità nelle versioni.Quasi un rebus, quasi un giallo. La ver-sione più verosimile potrebbe esserequesta: Ciotti (forse con Luciano oappena prima, essendo i due più indi-ziati) sul lato sud di casa Capriotti vieneinterrogato dai tedeschi mentre l’altrovigila davanti alla casa sul resto deisequestrati e dove c’è anche Capriottiincaricato di accudire i cavalli.Andando per le lunghe il secondo siporta sul primo lasciando la guardia.Appena Pierantozzi si vede incustoditomette in atto ciò che già pensava e per

la verità proponeva anche ai compagnidi sventura: la fuga. Accortisene i duetedeschi le cercano credendolo ovvia-mente non lontano. Appena Ciotti sivede solo fugge pure lui. Anche nellealtre versioni la costante è che durantel’interrogatorio si crearono attimi favo-revoli alla fuga e i due offidani,Pierantozzi prima e Ciotti poco dopo, li

colsero per metterla in atto,lasciando nei guai i treGabrielli. E la buona sortefu dalla loro parte.Conoscevano ambeduebene la zona. Sfruttando laconfigurazione del terreno,mimetizzati dalla vegetazio-ne, volarono (nonostante lazoppia di Pierantozzi) versola salvezza. Seguirono per-corsi diversi ma si ritrovaro-

no insieme presso Guedott (famigliaSimonetti) dove il Ciotti aveva unasorella sposata. Pierantozzi non si fida-va, credette opportuno proseguire. Sicambiò (qualche indumento lo prese aprestito da uno spaventapasseri), con la

gamba invalida avvolta in una camicia,raggiunse l’estremo Sud di ContradaCafone, presso i Saternì (famigliaMancini) e, a suo raccontare, nonfidandosi neppure lì, dormiva all’aper-to, sotto gli alberi, cibandosi di quanto

14 GIUGNO: SESSANTESIMO DALL’ECCIDIO DI VIA LAVA. COME AVVENNERO I FATTILORENZO GABRIELLI

Casa Ciotti

I tre Gabrielli: Cesare, Antonio e Luciano

Emidio Capriotti

trovava. Ciotti si procurò un nascondi-glio sotto la paglia. Dopo alcuni giorni(sicuramente dopo il 18 giugno, data incui fu liberata Offida) poté riabbraccia-re la consorte (Maria Cocci 1912 - 2003)che nel frattempo, disperata, avevapensato al peggio.

Dopo la fuga i due tedeschi ebberoatteggiamento irritato, sprezzante e vio-lento. Capriotti e consorte (Giovanna1911 - 1999) furono uniti ai tre Gabriellicome a sostituire i due fuggiaschi. Untedesco, mitra spianato, a guardia; l’al-tro nei dintorni nel tentativo di scovareCiotti e Pierantozzi. Poiché la ricerca fuvana se la presero con Capriotti cheaccusò un malore (soffriva di cuore).Con insulti e percosse fu portato incasa e fatto distendere sul letto e poi,quasi inspiegabilmente, gli fu consenti-to, sorretto dalla moglie, di allontanarsie portarsi presso i Felò (famigliaStraccia) non lontani. Di questoCapriotti fu riconoscente al BeatoBernardo, al cui invocato interventoattribuì la salvezza.

I Gabrielli furono schierati a pochimetri dalla strada, sul margine del pic-colo fosso che qui si immette nel Lava.

Era il 14 giugno del 1944, mercole-dì, una giornata calda e assolata, sullosfondo, illuminata dalla luce del merig-gio, Santa Maria della Rocca, intornobiondeggiava il grano ormai prossimoalla mietitura; poco dopo le ore 12 inContrada Lava si udirono ripetute scari-che di mitra. Echeggiarono metalliche esinistre negli anfratti del torrente. Fu lacruenta, immatura, ingiusta e immotiva-ta fine dei tre sfollati di Ragnola. Cesaree Antonio caddero riversi, Lucianoscomparve nel fosso. Solo ferito allaprima scarica, attraversato il Lava, erafuggito verso la collina di fronte; manon ebbe fortuna. Seguendo le suetracce, anche di sangue, fu raggiunto efinito.

“I due freschi assassini” sempre edancora imbestialiti per lo smacco,insoddisfatti, si sfogarono pure suicadaveri sfigurandoli e, assieme ad altritedeschi che stavano in zona e quiviaccorsi per gli spari, tutti mezzo avvi-nazzati, crivellarono di colpi casaCapriotti, la misero a soqquadro svuo-tandola di ogni cosa (anche le pagnot-te di pane trovate nella madia furonogettate sulla strada). A tarda sera, men-tre gli altri membri della famigliaCapriotti rimasero dai vicini,Emidio esua cognata Nicolina (1907 – 1999) tor-narono nella loro casa per non lasciar-la incustodita la notte. Oltreché trovar-la devastata, scoprirono che il maiale,nel suo stalletto, era morto disteso ma

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Nel settembre 1997 ebbi l’occa-sione e la fortuna di assistere

ad una sfilata di moda dell’allora sco-nosciuto stilista italo-inglese AntonioBerardi, diventato ora uno tra i desi-gners più affermati della moda inter-nazionale. L’evento ebbe luogo aLondra ed io mi trovavo lì insieme aduna rappresentante dell’amministra-zione comunale di Offida per assiste-re alla presentazione di un vestito rea-lizzato in merletto a tombolo da duemerlettaie del nostro paese. A rendereil fatto eccezionale fu che ad indossa-re il prezioso capo era la top modelNaomi Campbell. La serata fu meravi-gliosa e quando Naomi entrò e sfilòdavanti a noi col suo celeberrimopasso felino tutti gli occhi dei presen-ti erano fissi su di lei e sul vestito cheindossava. Gli sguardi ammirati deimaggiori rappresentanti della moda edelle riviste di moda che erano lì e icomplimenti ricevuti personalmente afine serata resero la serata indimenti-cabile. Vederle indosso questo mera-viglioso abito, con la consapevolezzadi averlo realizzato grazie alla profes-sionalità e genialità delle nostre con-cittadine, rappresentò un momentospeciale che è rimasto indelebile daallora. Oggi è possibile ammirare l’a-bito presso il nostro Museo, corredatodalle foto di quella serata pubblicatesulle riviste italiane più importanti.

L’esperienza della sfilata, comun-que, non rimase unica. Nei tre giornidi nostra permanenza a Londra, infat-ti, avemmo l’onore di visitare il BritishMuseum e di ammirare uno dei tesoriche appartenevano alla CollezioneAllevi, la splendida situla in bronzoche rappresenta Ercole in lotta con illeone Nemeo. Questo prezioso ogget-to d’arte, ritrovato dall’Allevi nei pres-si di Offida, fu venduto al museo lon-dinese nel 1883, e da allora vi è con-servato insieme ad altri oggetti dell’ar-te etrusca. Trovarlo fu abbastanzasemplice nonostante la vastità delluogo e l’enorme numero di oggetti ecollezioni presenti, ma curioso fu ilseguito. Di questo oggetto sapevamoe sappiamo ben poco purtroppo, tran-ne il luogo d’origine ed il fatto che èconservato al British Museum.Provammo a chiedere, allora, se erapossibile avere informazioni più det-

tagliate sulla situla; uno dei custodi ciaccompagnò davanti ad una porta,suonammo ed un’altra persona ci feceentrare, anche se con non poche dif-ficoltà devo dire. L’uomo mi fece capi-re che era necessario un appuntamen-to e fu solo grazie al custode e al fattodi sapere che eravamo italiane (pro-babilmente gli eravamo simpatiche oera innamorato del nostro paese) cheriuscimmo finalmente ad entrare. Mifecero compilare un foglio sul qualedovevo specificare il tipo di oggettodel quale stavo cercando informazio-ni. Dopo circa un quarto d’ora, daun’altra porticina, uscì quello che cre-devo fosse un “turista per caso”, capi-tato lì non so come. Aveva indossodei pantaloncini, una magliettina edelle pantofole, avanzava con passofelpato con in mano il mio foglietto egli occhiali scesi sul naso. Quando siavvicinò a noi capii che si trattava delresponsabile del settore ricerche delmuseo, insomma un pezzo grosso, unprofessore/archeologo che con faremolto informale ma con la consape-volezza di essere importante ci dissein tono laconico che per saperne dipiù avremmo dovuto parlare con unsuo collega, il quale si occupava dellaricerca di oggetti come il nostro.Dopodiché si congedò e sparì dinuovo dietro la porticina da cui eraentrato. Qualche minuto più tardi ciraggiunse un giovane professore dal-l’aria simpatica e dai modi cordiali, ilquale si mostrò interessato alla nostrarichiesta e divertito al racconto dellecircostanze che ci avevano portate lì.Parlammo per un po’, poi ci congedòcon la promessa che ci avrebbe fattosapere qualcosa sulla situla in bronzo,dietro richiesta scritta da parte del-l’amministrazione comunale delnostro paese. Da allora non ho sapu-to più nulla e non so nemmeno sequella richiesta è mai stata avanzata.Un vero peccato perché credo che amolti nostri concittadini farebbemolto piacere sapere che fra i tantitesori che comunque ci appartengo-no ce n’è uno, ed io l’ho visto – èmeraviglioso - che porta la targhettacon su scritto il nome OFFIDA comeluogo di provenienza, ma che pur-troppo è ancora sconosciuto allamaggior parte di noi. ■

L’ARTIGIANATO E LA STORIA DI OFFIDA A LONDRAVALERIA TOZZI

senza segni apparenti diviolenza.

Il giorno dopo, 15giugno, Isolina (1907 –1997) moglie di Antoniovenne a cercare, ritrovaree riconoscere i cadaveri.Rirì de Feleciò (EnricoChiappino 1902 – 1959),Gigge de Fechera (LuigiGrilli 1903 – 1972) eGiovà de Frech(Giovanni Marchetti 1909– 1981), pietosamente,con casse di emergenza,dettero provvisoriasepoltura in zona, sottouna quercia, ai corpi stra-ziati dei tre Gabrielli.

Quei due tedeschi senza nome,quella maledetta mattina, volevanomangiare e fare una bella dormitaprima di riprendere la ritirata, di solitodi notte. Qualcosa non andò nel versogiusto e la giornata prese un'altrapiega. Beffati dalla fuga di Pierantozzie Ciotti persero il controllo e si ritrova-

rono assassini. La loro sorte? Zè de Felò(Nazzareno Straccia 1893 – 1968), lega-to da grande amicizia al Capriotti, ilgiorno stesso si attivò. Informò l’Ing.Stipa (allora comandava il caposaldodella “Rat – Line” nel territorio diAppignano – Offida ed altre attività) eandò coraggiosamente da un ufficialetedesco che dormiva presso i Maddie’(famiglia Peroni) a protestare per leviolenze subite dall’amico e per l’assas-sinio dei Gabrielli. L’ufficiale dette l’im-pressione di interessarsi, ma non siseppe nulla di conseguenze concrete.Saranno ancora vivi? Il Pierantozzi con-fidò una volta ad un amico che erasulle tracce di uno dei due, ma finì lì.

* * *Ora che le ideologie tendono a sfu-

mare, la storia può fare il suo corso, esi possono trascrivere i fatti, serena-mente, come sono avvenuti. Del fattodi via Lava, concludendo si può dire

che l’ingenuitàdi un ragazzo,la presenza didue bombe inun posto sba-gliato, lo statod’animo di duesoldati in ritira-ta, un po’ difatalità (glisfollati aRagnola nona v r e b b e r ocorso pericoli)e l’orgoglioteutonico feritofecero sì chel’epilogo fosse un ecci-dio. Poteva finire diver-

samente? Si può ragionevolmente pen-sare che l’avventura dei cinque malca-pitati sarebbe finita con il ritorno alpunto di partenza, l’aia di Ciotti. Lafuga di Pierantozzi e Ciotti (perché fug-gire se incolpevoli e innocenti?) dette almomento una luce diversa alla presen-za delle due bombe e gli assassini netrassero una qualche giustificazione alloro comportamento e motivi per lapropria autodifesa se mai furono giudi-cati. L’istinto di conservazione però incerti momenti particolari prevale sullaragione. Pierantozzi e Ciotti, sopravvis-suti per alcuni decenni, raccontavano,sempre con tremore, che fu questionedi attimi. Capito il momento favorevolela decisione fu immediata. E poi, è risa-puto, coi “se” non si fa la storia.

Hanno dato testimonianze e notizie:Emidio, Filippo e Zeffirino Straccia;Francesco Capriotti (figlio di Emidio);Sante Di Nicolò; Cesira Pierantozzi; lesorelle Bernardina, Angela e Pia Cocci;Santina Pierantozzi; Donatella Rossi;Antonio Sulpizi; Nazzareno Gabrielli(figlio di Antonio); Maria Gabrielli(sorella di Luciano); Remo Marchetti;don Argentino D’Angelo; Adamo Ciotti(figlio di Luigi); Claudio Chiappino;Franco Grilli ed altri.

* * *Fatti correlatiGiovanni, era uno sbandato come

tanti ne arrivavano in quell’anno nellenostre campagne. Proveniva dal fronteslavo ed era diretto in Puglia. Ospite incontrada lava, aspettava giorni miglioriper tornarsene dai suoi a Bari. Udito ilbailamme da Stella, s’era portato neipressi; guardò e non gli sfuggì la presen-za delle pagnotte insieme ad altre cosegettate dai tedeschi sulla strada davantialla casa. I tedeschi avevano assassinatoda poco i Gabrielli ed erano nei dintor-ni. Giovanni si procurò un canestro, si

fece avanti circospetto e svelto sveltoraccattò tutte le pagnotte (le pagnotteaulenti di nonna Chiarina, l’addetta alsettimanale confezionamento del panein casa Stella). Poi sgattaiolò ignaro efelice.

Pedecchiell, che abitava un casolaresulla collina ad Ovest di Stella, eracurioso pure lui di vedere bene ciò chestava avvenendo. A tale scopo era salitoe si era appollaiato sui rami fronzuti diuna quercia che sovrastava ad “un tirodi schioppo” da Stella. Buon per lui chenon fu visto. Rischiò di essere “uccella-to”, non certo con piombo a pallini. Afine guerra emigrò in Australia.

Argentino era un giovanissimo semi-narista in vacanza. Abitava a meno diun chilometro da Stella. Sentì gli spari eseppe dell’accaduto. Il giorno dopo,senza calcolare il pericolo, in bici (itedeschi le requisivano) si portò sulposto, vide e constatò lo scempio. OggiArgentino è un Don coi capelli bianchi,parroco a Quintodecimo. Quando sirievoca il fatto di Via Lava, quasi agarantirne la triste e macabra veridicità,suole ripetere “io c’ero”.

In quei giorni della ritirata, antece-denti l’eccidio, e sempre in contradaLava, un soldato tedesco si era presen-tato presso una casa colonica chieden-do delle uova e due (solo due!) polli.La vergara accontentò le sue richiestesenza nulla obiettare e, vedendolo ine-sperto, provvide pure a tirare il collo aimalcapitati pennuti e a spennarli. Gratoe soddisfatto il militare se ne satvaandando quando scorse non lontanoun ciliegio carico di frutti (era la sta-gione). Chiese di poterne cogliere.Mentre snocciolava le ciliegie notò chenei pressi era stata nascosta una bici-cletta. Saziatosi del dolce frutto, forseinusuale per lui, prese la bici, la portòal casolare, la riconsegnò dicendo:“tenetela al coperto, di fuori si puòrovinare”.■

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Santuario B. Bernardo - ex voto di Capriotti - G. Ciancia 1964

Giuseppe Pierantozzi

Luigi Ciotti

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Le due lucenti stelle Merake eDubhe son ruote posteriori del

“Gran Carro”; che altri nòmano: “OrsaMaggiore”: ed in linea retta indicano“Polaris”, punta di timone del “PiccoloCarro”. La divina Stella Polare, guidadel Navigante fin da:

“Quando Giason del Pelio,Spinse nel mar gli abeti,E primo corse a fendere,Il mare, in seno a Teti…”(V. Monti)Eh si…, unico riferimento all’audace

“Nauta”; privo com’era di strumenti,quali Astrolabio e Bussola, che il genioumano assai più tardi avrebbe ideati;essa di già luceva nel Nord estremo d’e-misfero boreale.

Or non è questo il preludio d’unadissertazione cosmica…; lungi da metal presunzione, anche perché la bellaUrania, Musa dell’Astronomia; con uncompasso e il globo nelle mani affuso-late, come la figuravano gli scultoridella Grecia classica; non mi ritiendegno d’ispirazione astrale.

Un ausilio giunge però dai versimirabili delle Ricordanze:“Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea,tornar ancor per uso a contemplarvi,Sul paterno giardino scintillantiE ragionar con voi dalla finestra…”(G. Leopardi)

Ero in tale riflessione assorto, quan-do mi si presenta “homo” di nobil, cor-tese aspetto. Poiché non attendevo visi-ta, chiedo: “Chi sei? Donde vieni?Comunque il benvenuto qui tu sia!”.

Con affabilità risponde: “O Autore,vuole Destino ch’io rappresenti il “let-tor virtuale”, “imago” di colui che moltolegge, epperciò partecipa alle recepitevicende… Tu, fina dalla puerizia assi-duo amator del libro, di certo ammettiaver con fantasia impersonato “in pri-mis”, Pinocchio, Peter Pan e gli avven-turosi protagonisti di Salgari: Il CorsaroNero ecc., fino al Tamburino Sardo; viavia gli Eroi dell’Epopea Omerica eVirgiliana; per arivare infine, con matu-rità di pensiero, alle grandi figure dellaletteratura.” E continuò affermando:“penetrando il personaggio, l’attentolettore s’immedesima al punto di rag-giungere, (per quel che gli è possibile),comunione intellettuale con l’Autorestesso delle “Historiae” narrate!”

Rimango attonito…, eppoi, quasiispirato rispondo: “Assai degno dilaude è il tuo dire…, ma son sorpresoche tu “lettor virtuale”, sia venuto a me:“scriba” di carnascialesche gesta, inversi più o meno osceni e compilatord’articoletti di vario tema, non impe-gnativo, su nostro foglio offidano. Ilquale si fregia d’antica e fiera “origo”

(L. Alfieri); e vi scrivono autori egregidi tradizioni Picene; pur se obliqua-mente osteggiato da certuni per deimotivi che “il tacere è bello!” Mi mera-viglio, dicevo, che ti rivolga a me, inquanto con riferimento stellare, sonconvinto esser io piccola “rota” delcarro. E poi mi chiami: “Autore”, quasilo fossi per eccellenza!”

“vedi Marco – quel gentile precisa –sono venuto a te dal Fanum della DeaFortuna: a lei sei caro grazie ad allegradisponibilità conviviale: sì come lo sei,per spiritaccio ironico, ai tuoi quat-tro/cinque lettori di cui son simbolo;talché, Autore ti appello.”

“Ed io grazie ti rendo, Amico lettrovirtuale – dico per concludere – or con-cedi il piacere di sbevazzare teco: chédi sicuro sai, quale potenza nei “ludibacchici” posseggo!”

M’alzo repente, al fin di compier ildissetante rito… e mi ritrovo solo, conil foglio bruciacchiato dal mozzicon disigaro.

Forse è stato un breve sogno…,però lucido e bello… Del resto, non iPoeti, ma pur solamente alcuni Saggi,da lungo tempo affermano: La vita,invero, è sogno.

15 marzo 2004 ■

FANTASTICO INCONTRO - La vita è sogno (P. Calderon de la Barca)MARCO MERCOLINI TINELLI

Nella primavera del 2004 haavuto inizio un progetto trien-

nale di ricerca e didattica universitariapresso il complesso fortificato diAcquaviva Picena. L’attività, ancora incorso ma già foriera di interessantirisultati tanto sul piano della valorizza-zione quanto su quello della ricercascientifica, si è resa possibile graziealla collaborazione tra il Comune diAcquaviva Picena e il Dipartimento diArcheologia dell’Università degli studidi Bologna, in accordo con leSoprintendenze competenti, ed èdiretta sul campo da chi scrive, comeresponsabile del Laboratorio di Rilievodelle Strutture Archeologiche, coadiu-vato dalla dott.ssa Letizia Neroni, daldott. Paolo Campagnoli e dal dott.Andrea Baroncioni. L’esperienza incorso ha potuto avere una così solerte

applicazione soprattutto in virtù del-l’impegno profuso dall’Assessoreacquavivano Andrea Infriccioli che ha

curato personalmente la felice riuscitadel primo anno di lavoro e che è giàall’opera nella programmazione del

NUOVE RICERCHE NELLA FORTEZZA DI ACQUAVIVA PICENADOTT. ENRICO GIORGI - (DIPARTIMENTO DI ARCHEOLOGIA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA)

[email protected]

prossimo. In quest’ottica l’ammini-strazione comunale ha provvedutoal vitto e all’alloggio degli operatori,mentre l’Università di Bologna hamesso a disposizione le professiona-lità e gli strumenti necessari per laricerca.

Si tratta dunque di un progetto distudio della Fortezza articolato sucinque obiettivi principali:

- Raccolta della documentazioned’archivio e degli studi già svolti inprecedenza.

- Analisi della stratigrafia deglielevati, ossia delle fasi edilizieriscontrabili dall’osservazione dellestrutture murarie visibili.

- Studio e ricostruzione graficadelle varie fasi edilizie che si sonosusseguite nel corso della lunga sto-ria dell’edificio dal Medioevo ai gior-ni nostri.

- Pubblicazione dei risultati otte-nuti attraverso conferenze e opusco-li divulgativi.

- Progettazione di una propostadi valorizzazione del monumentoattraverso esposizioni, percorsididattici, pannelli esplicativi.

In quest’ottica nel mese diGiugno dello scorso anno è statoattivato un Laboratorio sul campoche ha accolto 10 studenti dellaFacoltà di Conservazione dei BeniCulturali dell’Università di Bologna,alcuni dei quali provenienti diretta-mente dal territorio ascolano. Grazieall’aiuto di alcuni operatori piùesperti essi hanno avuto modo diapprendere l’utilizzo dei modernistrumenti per il rilievo topografico efotogrammetrico delle strutture par-tecipando così allo studio dell’edifi-cio. I risultati ottenuti in questaprima campagna sono stati messi adisposizione del Comune diAcquaviva e dovrebbero essereoggetto di un primo ciclo di confe-renze nei prossimi mesi, al cui inter-no dovrebbe porsi anche l’inaugura-zione di un primo percorso didatticonella Fortezza, accompagnato daappositi pannelli esplicativi realizza-ti dalla ditta Ante Quem. Nel frat-tempo sono in corso i preparativiper la seconda campagna di ricercheche dovrebbe svolgersi nella prossi-ma primavera nella splendida corni-ce architettonica e ambientale offer-ta dall’abitato acquavivano .■

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I l disagio psichico è ancora untema molto forte per il nostro

contesto sociale; si fa fatica a tematiz-zarlo ed è spesso connotato da dimen-sioni di stigma che toccano la personastessa e anche il suo contesto familiare;il primo modo per non far sentire solee per non isolare le persone coinvolteè quello di legittimarlo come questioneche attraversa il nostro contesto socialee le nostre strutture di convivenza.

Il disagio psichico, in generale, èspesso accompagnato da pregiudizi eatteggiamenti di chiusura condizionatida timori e paure: questi atteggiamentida una parte non favoriscono un giustoapproccio alla situazione e dall’altrarelegano i soggetti interessati e le lorofamiglie nella solitudine, nell’isolamen-to, nell’emarginazione.

E’ l'isolamento stesso che producemalattia; senza relazioni si abbassa lasoglia del rischio di malessere e siinnalza la sofferenza di chi già vi ècoinvolto; la possibilità di renderemeno sconvolgente la vita per la per-sona disagiata e per la sua famiglia èdirettamente correlata allo sviluppo diaperture relazionali da parte del conte-sto locale, poiché molte forme, anchedi quello che è chiamato disagio psi-chico "leggero", sono associate a condi-zioni di isolamento relazionale.

E' fondamentale per questo valoriz-zare le esperienze positive di integra-zione che si sviluppano sul territorio enei progetti. Esperienze che vannonella direzione di aprire alle possibilitàdi convivenza con le persone portatricidi disagio psichico.

Allo stesso tempo è importanteseguire con cura le esperienze di inte-grazione che si avviano, nel sociale, nellavoro, nella famiglia. Seguirle perpoterle sostenere, mediare, renderesempre più consapevoli delle lorodimensioni al contempo di parzialità edi significatività. Parzialità perché lacomplessità delle situazioni pone sem-pre di fronte al limite delle risposte edelle iniziative che si costruiscono.Significatività perché le risposte, leaperture, sono comunque importanti, eda esse si possono avviare percorsi diricerca, comprensione, innovazione.

La paura dello stigma, la reticenzadelle famiglie ad una accettazione dellamalattia, pone come premessa a qual-siasi riflessione la promozione dellacultura della tolleranza e della solida-rietà delle nostre comunità

E' evidente quanto malessere pro-duce il senso di isolamento che avver-tono molte delle famiglie di malati psi-chici. E’ un tema su cui istituzioni, ser-vizi, terzo settore, famiglie interessatedovranno ragionare in rete, così comedovranno essere coerenti gli interventidei Piani sociali di zona con quelli deiPiani per la salute.

Il benessere del malato "è" il benes-sere della famiglia che lo ha in carico.Le azioni e le strategie per la cura e ilbenessere non potranno essere solo sulsoggetto malato, né sono di un unicoservizio specialistico: tra l'altro questorischia di generare sanitarizzazione edelega del problema. Se si mette al cen-tro il benessere della famiglia, anchedal punto di vista delle strategie dei ser-vizi, sono da approfondire ipotesi difigure di riferimento per la famiglia,non per immaginare dei “super-opera-tori”, ma piuttosto dei soggetti messi ingrado di percepire e attivare le reti disostegno alle famiglie che possonoessere presenti nei vari contesti territo-riali.

Occorre comunque pensare a qual-cosa che vada oltre la visione "tecnica"della questione, evitando riduzionisanitarie o puramente assistenziali delproblema Le strutture troppo speciali-stiche non basteranno, né sono semprele più adeguate alle necessità. Sarànecessario anche in questo campo unagrande collaborazione tra territori, entied associazioni per realizzare luoghiintesi non solo come posti letto, masoprattutto come offerta di possibilità divita e di relazione.

Alla luce di quanto detto i Comunicostituenti l’Ambito Territoriale SocialeXXIII (Appignano del T., Castignano,Castorano, Colli del T., Castel di Lama,Offida, Spinetoli) e l’A.S.U.R. n.13 diAscoli Piceno, hanno ritenuto necessa-rio realizzare un progetto, denominatoCentro Sollievo, con l’obiettivo di forni-re un servizio finalizzato a favorire l’in-clusione sociale di soggetti affetti dadisturbi mentali e per il sostegno delleloro famiglie.

Il Centro Sollievo è un servizioinnovativo che mira a realizzare e rico-struire una rete sociale intorno al mala-to e alla sua famiglia, attivando risorseformali ed informali sul territorio. Ditali azioni può beneficiare l'intera col-lettività in termini di partecipazione,organizzazione di sistema, risparmioeconomico, senso di appartenenza esolidarietà.

CENTRO SOLLIEVOMIRKO CIABATTONI

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Si consegue, inoltre, l'obiettivo del-l'integrazione socio-sanitaria nel territo-rio prevedendo attività congiunte conintegrazione e messa in rete attraversola stipula di un protocollo di intesa acui hanno preso parte l'AmbitoTerritoriale Sociale XXIII e l'A.S.U.R. n.13 di Ascoli Piceno - Dipartimento diSalute Mentale.

Il Centro Sollievo è co-finanziato daiComuni dell' Ambito Territoriale SocialeXXIII e dalla Regione Marche a valeresulla Legge Regionale n. 11/2001"Interventi per favorire l'inclusione socia-le di soggetti affetti da disturbi mentali eper il sostegno delle loro famiglie".

L’intervento riguarda principalmentela prevenzione secondaria: evitare l’am-pliarsi della nuova cronicità e il ricorsoall’istituzionalizzazione, costruendo unsistema di supporto per le famiglie(chequotidianamente vivono e “subiscono”la complessa realtà della malattia men-tale) tramite l’attivazione di risorse esi-stenti e valorizzando la famiglia stessa.

Il Servizio è gratuito e si rivolge atutte le persone che soffrono di disagipsichici con capacità di autonomia per-sonale e spostamento, sia già supporta-te dal servizio pubblico, sia esterno adesso e le loro famiglie.

Nello specifico intende attivare unservizio di Sollievo che opera a livellopreventivo e sia in grado di costruireun sistema sociale territoriale di “acco-glienza” e “presa in carico” per affron-tare le difficoltà di solitudine delle fami-glie che presentino nel proprio nucleoun soggetto con difficoltà di salutementale con capacità di autonomia per-sonale e spostamento nel territorio.

L’intervento prevede azioni integra-te tra loro quali:

1. attivare percorsi progettuali cheportino il miglioramento complessivodelle autonomie familiari e del sogget-to, all'interno della famiglia e all'ester-no nel territorio, attraverso la struttura-zione di un sistema dei servizi "intornoe insieme alla famiglia";

2. costruire un sistema di collega-menti con i servizi sociali, sanitari,ricreativi e di socializzazione, culturali,ecc.... del territorio;

3. erogazione di servizi informativi edi orientamento, pianificazione di inter-venti operativi in favore a tale utenza.Si intende dare vita ad una intensa atti-vità documentale orientata in diversedirezioni: da un lato, raccogliere edaggiornare materiale bibliografico rela-tivo ad esperienze di servizi rivolti asoggetti con disturbi della salute men-tale, dall’altro fornire un ampio quadroinformativo circa il contesto legislativo,

il complesso sistema di soggetti pubbli-ci e privati coinvolti, l’attuale situazionedelle persone con disturbi di salutementale nonché del sistema dei servizipresenti nel territorio.

Molto importante sarà valorizzaregià l’esistente cercando di promuover-ne contemporaneamente la nascita dinuove iniziative affinché l’utente e lasua famiglia siano i protagonisti e nonsolo coloro che ne usufruiscono.

Le attività specifiche previste per ilservizio sono le seguenti:• servizio di ascolto e informazionesvolto da un educatore specializzato ingrado di svolgere attività di accoglien-za, di ascolto, di informazione, analisidei bisogni;• interventi di inserimento sociale e ter-ritoriale con l'attivazione di progettipersonalizzati elaborati "con" la perso-na in carico e i suoi familiari;

• mediazione e raccordo tra i diversiservizi e associazioni territoriali collega-ti con il servizio e/o attivati nella rea-lizzazione degli interventi di inserimen-to sociale;• istituzione di gruppi di mutuo e autoaiuto con le famiglie, sulla tematicadella salute mentale in collaborazionecon il DSM della ASL 13• organizzazione di attività socializzan-ti di vario tipo interne ed esterne al ser-vizio (feste, spettacoli, manifestazionisportive, laboratori vari, etc.) in colla-borazione con le famiglie, le associa-zioni di volontariato, le società sportivee le associazioni socio culturali• Gite guidate ed escursioni: da effet-tuare in località limitrofe, al fine di unamigliore conoscenza del proprio terri-torio di appartenenza e di una succes-siva migliore integrazione con lo stesso• proiezioni di film; con successivi

Fra tutti gli alunni che lo scorsoanno scolastico hanno frequen-

tato la terza classe della scuola media“G. Ciabattoni” di Offida, soltanto intre casi si è ritenuto opportuno nonammettere gli studenti agli esami dilicenza media in quanto i professorihanno ritenuto più proficuo e giove-vole una ripetenza ai fini del conse-guimento della maturità scolastica.Tutti promossi, invece, i 59 alunniammessi a sostenere gli esami dilicenza media. Licenziata, inoltre, anche la candidataprivatista Rosanna Zeffiro.Questi i nomi dei ragazzi che hannoriportato il lusinghiero giudizio di“ottimo”: Eleonora Bonfigli, FrancescaGrilli, Federica Mannocchi, VanessaPaoletti, Stefania Siliquini, SerenaSilvestri della classe 3^ A; DomizianaAcciarri, Roberta Fabrizi, EvelinaFilipponi, Simonetta Recchi, FedericaSimonetti, Marco Simonetti della clas-se 3^ B; Marco Canali, RamonaDurastanti, Emanuele Fiorili, ParidePetrocchi della classe 3^ C. Sono statipoi licenziati con il giudizio di “distin-to”: Riccardo Capriotti, GianmarcoCatalini, Marco Mariani, AlessandraNeroni della classe 3^ A; GilbertoCarbonari, Daniele Grandoni, MatteoNespeca, Martina Pepe, MargheritaPulcini della classe 3^ C. Oltre ai suddetti, ci sono stati 16 can-didati licenziati con il giudizio sinteti-co di “buono” e 19 con il giudizio di

“sufficiente”.Per tutti questi giovanissimi studenti siapre ora una nuova fase di studi conscelte differenziate nei vari istituti sco-lastici di secondo grado dove affron-teranno un ciclo di altri anni che liporterà al diploma. In quanto allescelte delle superiori operate daglistudenti licenziati, questi i dati. Per l’anno scolastico (2004-2005) que-ste le scelte di iscrizione:10 all’Istituto Tecnico Industriale diAscoli Piceno;9 all’Istituto Commerciale perGeometri di Ascoli Piceno;7 all’Ipsia di Ascoli Piceno;2 a quello di San Benedetto delTronto;5 all’Istituto Professionale di Stato peri Servizi Alberghieri di San Benedetto;5 all’I.T.G. “P. Fazzini” diGrottammare;2 all’Istituto Tecnico Agrario Statale diAscoli;1 all’Istituto Statale d’Arte;2 al Liceo della Comunicazione diAscoli;3 al Liceo Scientifico di SanBenedetto;3 al Liceo di Ascoli;4 al Liceo Ginnasio di Ascoli;4 al Liceo di Scienze Sociali;1 al Liceo Socio Psico-pedagogico;1 al Liceo Linguistico.A tutti l’augurio di una vita serena e diun avvenire sempre radioso. ■

DIPLOMATINICOLA SAVINI

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Nell’ambito delle opere pubbli-che offidane, grande rilievo

hanno avuto la “sistemazione” di PiazzaXX Settembre e delle Mura Cittadine suvia Valle.

La fretta che ha caratterizzato l’opera,non ha sicuramente consentito uno stu-dio appropriato sotto l’aspetto funzionaleed estetico. La crescente richiesta di par-cheggi doveva indurre gli amministratoriad attuare una soluzione che tenesseconto dei posti macchina attraverso unasensibile riduzione dei marciapiedi. Ciòavrebbe consentito una migliore viabilitàed un incremento di parcheggi, anche avantaggio dei residenti, per i qualipotevano essere riservate delle zone.

La pavimentazione dei marciapiedi dipiazza XX settembre, copiata dal model-lo precedente e realizzata con materialimoderni, nel tempo risulterà essereviscida e pericolosa, per la naturale cre-scita di muschi, specie nelle zone d’om-bra. Già i pedoni evitano di passare sulmarciapiede perché sottoposti ad unfastidioso massaggio. Ancor più grave ènon aver considerato le norme per ilsuperamento delle barriere architettoni-che, in presenza di attività commerciali.Esteticamente, sarebbe stato corretto ilrecupero del pavimento ottocentesco,laddove recuperabile, a testimonianzadel modello costruttivo di allora; ripro-porre invece un pavimento simile appa-re scorretto: un vero “falso storico”, unomaggio ai funghetti offidani, comequalche buontempone l’ha definito.

Il marciapiede fa da cornice agli edifi-ci soprastanti; la nostra “piazzetta”, peraccidenti storici subiti nel tempo, nonpresenta elementi tali da giustificare unsimile manufatto che appare come unesercizio estetico stile anni 60.

Con lo stesso metodo, purtroppo, èstato condotto il restauro e la sistemazio-ne urbana delle mura cittadine lungo viaValle; dove è stata rinnovata l’illuminazio-ne pubblica, marciapiedi e zona di sosta.

Qui il parcheggio con la manovradelle automobili disposte a pettine,aumenta le condizioni di pericolositàalla viabilità già presenti in corrispon-denza del torrino circolare della rocca.

Vi è poi molto da dire sulla soluzio-ne dei marciapiedi e della graziosa illu-minazione “in stile” che rimando adaltra sede, sul cordolo di travertinodella nuova e necessaria scolina chespizza alla base uno dei bastioni citta-dini; dimostrando un rispetto e unasensibilità per il bene culturale… fuoridal comune...■

RESTAURI O FALSI STORICI?GIANCARLO PREMICI

I 25 ANNI DELLA NOSTRA BANDA CITTADINAGIANCARLO PREMICI

Costituito il 25 ottobre 1979, il corpoBandistico “Città di Offida”, festeggiaquest’anno il 25° anniversario.Composto da 40 musicisti e diretto daben dodici anni dal M° Ciro Ciabattoniha in repertorio brani classici e sinfoni-ci, tradizionali per banda, musiche dafilm ed arrangiamenti di musica moder-na, buona parte dei quali curati dal M°Ciabattoni stesso. Nel corso dell’attivitàha partecipato a numerosi concorsi,raduni e progetti musicali, riscuotendosempre lusinghieri risultati.

Alla scuola di musica dell’Associa-zione hanno avuto modo di apprende-re l’arte musicale, tantissimi giovani equesto inorgoglisce l’intero direttivo,

oltre a dare lo stimolo necessario perproseguire nel cammino iniziato da cin-que lustri, un cammino non semprefacile ma che ha portato l’organico adessere una delle migliori formazionibandistiche del territorio.

Tutto ciò non sarebbe mai potutoaccadere, se non vi fosse stato interes-se e partecipazione da parte degli offi-dani e dell’Amministrazione Comunale,che con il loro sostegno morale e mate-riale fondamentale hanno permesso lapianificazione e programmazione diquanto realizzato.

Il 28 novembre presso il TeatroSerpente Aureo si è tenuto il tradizio-nale concerto di S. Cecilia.■

momenti di discussione• attività motoria: calcetto e/o pallavo-lo, tecniche ginniche individuali e col-lettive etc.• attività espressive e formative: attivitàpittoriche (fumetto, vetro, espressionelibera), di computer, giardinaggio, orto

La struttura base del Centro Sollievoè simile a un centro di aggregazionediurno, coordinata da una equipesocio-sanitaria composta da personaledel DSM dell’A.S.U.R. n.13 di AscoliPiceno e dell’Ambito TerritorialeSociale XXIII.

Il Centro è gestito dagli educatori

della Cooperativa Sociale Service Coop"con" la persona in carico e i suoi fami-liari, e dalle diverse realtà territorialiche verranno coinvolte nella realizza-zione del sevizio.

Il Centro Sollievo ha una aperturasettimanale con orari flessibili e diversi-ficati, la sede è a Pagliare del Tronto invia Schiavoni n.8 (c/o Campus A.S.Ama-Aquilone).

E’ possibile contattare il Centro tele-fonando al numero telefonico 0736890447, oppure inviando un e-mail [email protected], un fax alnumero 0736 891014. ■

Da diverso tempo mi sto occu-pando del merletto a tombolo

di Offida ed in particolare della sua sto-ria e origine.

Nel 1997, con l’amico FrancoCardarelli, ebbi la possibilità di presen-tare al pubblico una prima ricerca delgenere in occasione della tradizionalemostra estiva del Merletto a Tombolocui demmo il motto “un idea di mostraper un idea di museo”. Nell’anno suc-cessivo, chiamato a partecipare alComitato di gestione del Museo delMerletto a Tombolo ho sperato, invano,di portare a compimento l’opera matutto si risolse con la realizzazione delpur elegante ed ammirato depliant.

Occasione propizia si ripresentòcon la costituzione del Centro Studi “G.Allevi” e con la pubblicazione su S.Maria della Rocca nella quale non man-cai di inserire, seppur brevemente, gliultimi risultati delle mie ricerche.

Cercare però di squarciare il velodell’oblìo che copre le origini di questanostra arte si presenta alquanto difficilee, almeno per ora, non potrò fare ameno di presentare ipotesi, probabilità,supposizioni.

In questa serie di articoli tratterò lamateria tentando di definire il corsostorico del nostro merletto leggendo,ed interpretando, le tracce lasciate nel-l’arte locale e dall’analisi, dove possibi-le, di oggetti di datazione certa.

Ad introdurre il discorso, in funzio-ne di vero e proprio “rompighiaccio”,ed anche per non creare una stridentesoluzione di continuità con gli articolidi questa rubrica tratti, tutti, dagli scrit-ti di Michele Angelini, principio pre-sentando questa corrispondenza quasicentenaria che, salvo smentite, è laprima testimonianza di una ricerca sto-rica sistematica sui nostri merletti.

MUNICIPIO DI OFFIDASegreteria

Offida, 5 aprile 1906Carissimo Michele1 La Sig.ra Anna Miliani V. M… incarica-ta a scirvere sui merletti delle marche especialmente su quelli di Offida, perfarne la pubblicazione sulla RivistaMarchigiana, ha scritto al Sindaco peravere notizie ed informazioni.Sull’industria dei merletti in Offida nes-suno ha scritto, neppure Guglielmo

Allevi che ha trattato argomenti locali dimolto minore importanza, e non si sacome raccogliere le notizie richieste.Siccome tu ti sei occupato spesso di coselocali e forse potresti, coll’ausilio dellaSig.ra Olimpia, fornire aualche indica-zione o notizia, quindi abbiamo pensatodi rivolgerci a te affinchè ci aiuti in que-sta faccenda. Se non potrai dare notiziesulle origini della detta industria che, iocredo, si perde nella notte dei tempi,purtutavia non ti mancherà modo didire qualche cosa sul come la detta indu-stria viene esercitata e si svolge e suquant’altro potrà interessare e formare ilmateriale necessario da fornire allarichiedente.Non dubito sull’esaudimento del deside-rio espressoti e perciò ti ringrazio anchea nome di S. A. il Sindaco.Ossequi alla Sig.ra Olimpia, un bacioalla tua cara bambina, e con mille salu-ti mi confermo

Aff.mo Ciarrocchi

La risposta dell’Angelini ci da unidea della situazione tra fine ‘800 eprimi ‘900. A quanto pare ci troviamoin un periodo di grande attività, con unnotevole scambio culturale con paesidel vicino Abruzzo e delle Marche eduna conseguente modificazione dellatipologia del prodotto lavorato.

DOGANASenigallia 12 aprile 1906Caro Ciarrocchi,Non credere sia stato lo studio sui mer-letti, che mi ha fatto tardare a rispon-derti di qualche giorno.Me ne è mancato il tempo, che sonostato un po’ occupato.Una volta, anni fa, volevo io pure racco-gliere qualche notizia sulla nostra indu-stria; ma non trovai nulla.E’ probabilmente per la stessa ragioneche l’Allevi non se ne è occupato.Dei merletti offidani bisogna distingueretre tipi:- Quelli fatti usando gli spilli soltantosui bordi (così detti senza disegno osenza carta)- Quelli con spilli anche nel disegnointerno, così detti a pochi piombini (gui-pure)- Quelli con spilli ecc e con molti piom-bini.I merletti più antichi che Olimpia cono-sca in Offida sono posseduti dalla

Collegiata (genere guipure) e dalleMonache Benedettine (generi senzacarta e guipure).Non c’è ragione per ritenere che nonsiano stati fatti in Offida stessa, special-mente quelli posseduti dalle monache,data l’abitudine di tutti i conventi fem-minili di fare per quanto è possibile tuttii lavori femminili nella famiglia religio-sa stessa.Ma di che epoca sono? Chi lo sa. Apoterli avere in studio si potrebberomandarli a Venezia per fissarne l’epoca.I merletti senza carta si sono semprefatti in Offida con refe filato dalle mer-lettaie stesse.Oggi sono rimasti specialità delle nostrevecchie.Dai disegni ormai consacrati dall’usocon i quali sono fatti ci sembra ricono-scerli per immediati fratelli o discenden-ti degli antichi merletti abbruzzesi.Quelli fatti con carta chissà come ven-nero in Offida.Forse furono portati essi pure da qualchemonaca venuta dell’Abruzzo.Nei più antichi tovaglioli delle contadi-ne veduti da Olimpia i merletti sonofatti ad ago. Solo in quelli meno vecchisi trovano i merletti a molti piombinicon frange.L’arte a poco a poco decadde. Quelligenere guipure pare non si facessero più.La Sig.a Luisa Michelangeli che già aLoro, giovinetta, aveva imparato il mer-letto a pochi piombini, imparò in Offidae rimise in voga – verso l’84 – tale gene-re a pochi piombini da una signora diAquila.

Gli articoli della Miliani sono ai n. 5e 6 anno I della Rivista IllustrataMarchigiana. (continua) ■

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FOLKLORE OFFIDANO

IL MERLETTO OFFIDANO NELLA STORIA E NELL’ARTE - 1°MARIO VANNICOLA

Olimpia Micheli al Tombolo - 1895 c.

1 A.M.A.V. b. 20.a fasc. 4

Il prof. Vincenzo Valorani, docen-te di medicina teorico-pratica,

abitava in un sobrio appartamento alsecondo piano dell' edificio contrasse-gnato col N° 306 in via Maggiore aBologna. Oltre allo studio, che racco-glieva una fornita biblioteca, disponevadi una camera verde, l'ambiente in cuisi ritirava per ritemprare lo spirito edaccogliere gli ospiti. Vi facevano bellamostra ventitré dipinti di paesaggiosistemati sulle pareti con un ordinepensato per far dialogare le immaginifra loro, poiché il proprietario, ancheletterato e poeta, possedeva un buonsenso estetico, riuscendo a conciliarevarietà, regolarità, ordine, proporzionee simmetria per giungere ad una con-cezione classica della natura.

Il versante del paesaggio ideale rap-presentava, comunque, solo un aspet-to, anche se prevalente, della collezio-ne Valorani. Un consistente numero didipinti apparteneva alla categoria delvedutismo, ossia a quel genere di pit-tura diffusa nel settecento, che riprodu-ceva vedute prospettiche di edifici epaesaggi reali od inventati dall'artista.

La camera verde cessò di esistere l'8novembre del 1852 con la morte dell'il-lustre cittadino, che con filantropia,destinò le proprie sostanze a vantaggiodella collettività. Con testamento con-segnato al notaio FrancescoMarchignoli il 22 agosto 1852 istituì lapatria città di Offida erede dei propriaveri.

Alla patria adottiva, la città diBologna, lasciò l'ornamento più bellodella sua casa, i paesaggi appesi nellacamera verde, a condizione che fosse-ro conservati in perpetuo in una saladell'Archiginnasio, e che ne fosse eter-nato il lascito nelle parole del testatorecon una modesta memoria allusiva,oggi non reperibile.

Le volontà testamentarie del dona-tore, che chiedeva il mantenimentodell'integrità della collezione e la suaesposizione al pubblico nel palazzodell'Archiginnasio furono disattese daparte del Municipio di Bologna.

I dipinti della camera verde andaro-no incontro ad un'infelice vicenda con-servativa:per decenni vagando tramusei, uffici e depositi comunali, fino aperdere l'identità ed il significato stori-co, acquisito dalle opere nel loro insie-

me, in quanto testimonianza del colle-zionismo artistico, a Bologna, nellaprima metà dell'ottocento.

Dal 1994 sono esposti nella GalleriaComunale di Arte Moderna a Bologna,in un quadro di attività di ricerca e divalorizzazione del patrimonio artisticoiniziata nel 1980 per ricomporre inuclei originari dei dipinti e vedererestituite le giuste attribuzioni o farrientrare nel patrimonio artistico delcomune opere che si ritenevano per-dute.

La ricostruzione della consistenzaoriginaria del gruppo di opere donateall'Archiginnasio può essere fatta trami-te l'inventario redatto dal notaioFrancesco Marchignoli nella casa delprof. Valorani a partire dal 24 novem-bre 1852.

Per la stima delle pitture fu incari-cato il prof. Giuseppe Badiali, docentedi decorazione all'Accademia di BelleArti. Nella descrizione sono indicati idipinti dal numero 1 al 23 e specificatigli autori delle opere, i soggetti, il giu-dizio di qualità ed il valore, ammon-tante ad una somma complessiva di212 scudi. L''ordine originario dell'in-ventario notarile è il seguente:• Giovanni Barbieri - Campagnaamena di stile lorenese - olio su tavola,cm.110x45• Rodolfo Fantuzzi - Veduta del tempiodi Diana della villa Borghese - olio sutela, cm. 84x65• Giovanbattista Bassi - Veduta dellecascatelle di Tivoli - olio su tela, cm.84x69 • Anonimo - Marina di notte con vistadi un castello - olio su tavola, cm.33x47• Gaetano Termanini - Un boschetto dinotte - (opera smarrita)• Gaetano Termanini - Un castelletto inmezzo ai monti - (opera smarrita)• Anonimo - Luogo montano con corsod'acqua - olio su cartone, cm.31x45• Anonimo - Luogo montano con stra-da - olio su cartone, cm.31x45• Giovanni Barbieri - Luogo amenocon un tempio di ordine Corinto, 1849- olio su tela, cm 116x166 • Giovanni Barbieri - Luogo montuosocon torrente, 1841 - olio su tela,cm.54x72• Giovanni Barbieri - Campagna comu-ne - olio su tela, cm.55x74• Ottavio Campedelli - Un mulino inmezzo a un luogo montuoso - olio su

tavola, cm.31x47• Giovanni Barbieri - Veduta dellachiesa di Borgo S. Pietro, 1835 - oliosu tavola, cm.25x33• Rodolfo Fantuzzi - Veduta di uncastello di notte con la luna in mezzoal quadro - olio su cartone, cm.27x36• Giovanni Barbieri - Luogo alpestre,1842 - olio su tavola, cm.34x47• Giovanni Barbieri - Luogo alpestrecon caduta d'acqua, 1842 - olio su tavo-la, cm.34x46• Antonio Zaccherini - Nevicata - tem-pera su tela, cm.86x99• Giovanni Barbieri - Michele in bosco,1811 - olio su tela, cm.74x82• Giovanni Barbieri - Luogo di stilepossinesco - olio su tela, cm.54x73• Giovanni Barbieri - Luogo senzapositivo carattere - (opera smarrita)• Giovanni Barbieri - Luogo senzapositivo carattere - olio su tela,cm.34x47• Anonimo - Copia di un quadro diBergamo - olio su tela, cm.65x53• Giovanni Barbieri - Veduta in partedelle cascatelle di Tivoli - olio su tela,cm.66x52

PROFILI BIOGRAFICIBarbieri Giovanni (Bologna 1780 - ivi1864).Prolifico e quasi sempre presente nellemostre accademiche fino alla metà del1800, si era conquistato un discretosuccesso.Ottenne diversi riconoscimen-ti ufficiali, come la nomina adAccademico d'onore. Si affidò alla faci-le riconoscibilità della sua pittura edalla ripetitività dei soggetti, affrontandotutti i generi del paesaggismo.Bassi Giovanbattista (MassaLombarda 1784 - Roma 1852).Occupò una posizione di rilievo tra iprotagonisti del paesaggismo italianodella prima metà dell'ottocento edebbe anche riconoscimenti europei.Autore di numerose tele, si mantennesempre su alti livelli qualitativi dandoimportanza agli orizzonti culturali. Campedelli Ottavio (Bologna 1792 -ivi 1862).Fu una figura di rilevante importanzanel panorama artistico ufficiale dellacittà di Bologna. Nominato Accademicocon voto nel 1836, assumeva il titolo diprofessore nel 1848. Non sempre la suapittura riscosse consensi, perché consi-derata superata, troppo attaccata alla

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LA COLLEZIONE DI QUADRI DEL PROF. VINCENZO VALORANI (benefattore della patria città di Offida)

VITALE TRAVAGLINI

SPIGOLATURE STORICO FOLKLORISTICHE

natura e lontana dalla spontaneità.Fantuzzi Rodolfo (Bologna 1781 – ivi1832).Mancano precise notizie biografiche esono scarsi i resoconti artistici che silimitano ad encomiastici e genericielogi. E’ ricordato per la semplicitàdelle composizioni, la verità dell'imita-zione, la franchezza dell'operare ed ildegradare delle tinte.Termanini Gaetano (Bologna 1769 –ivi 1850).Monsignore di un certo rilievo, occupò

nel panorama artistico bolognese unposto tra il dilettantismo informato edun severo impegno professionistico.Partecipò a diverse mostre e non glimancarono riconoscimenti ed apprez-zamenti.Zaccherini Antonio (Castel Guelfo1791 - Bologna 1848).Specialista nella tecnica a chiaroscuro fuimpegnato nella decorazione di case epalazzi a Bologna. Personalità di secon-do piano riuscì, però, ad esprimere unabuona professionalità artistica. ■

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IMMAGINI DAL PASSATO

MARIO VANNICOLA

CURIOSITÀ OFFIDANE

UN ANTICO IGROMETRO DOMESTICOBRUNO VANNICOLA

Se mi metto di prospettoTempo buono ti promettoSe alla destra volgo il mentoTi predico pioggia o ventoSe a sinistra ti rimiroTempo vario porto in giroSe dietro ficco il nasoSe non grandine gran caso

Mi è stato richiesto di illustrare lo stru-mento per le previsioni metereologicheal quale appartengono le rime riportatein apertura del presente scritto.Lo possiamo a mio avviso catalogarecome un “igrometro a budello” che serealizzato e tarato bene, segna consicurezza l’umidità presente nel postoin cui viene appeso.Funziona con la stessa precisione dellafoglia secca di tabacco che i cacciatoritoscani tenevano appesa dietro laporta di casa e che tastavano, prima diandare a caccia, per sentire se erasecca – e quindi prevedeva tempobuono – o era più o meno molle eallora si doveva prevedere un tempopiovoso.Per poter interpretare le rime delnostro igrometro a budello (di coni-glio) in modo da prevedere l’umiditàpresente occorre sapere come è fatto ecome funziona.Esso è composto da sei elementi cosìassemblati:n. 2 listelli di legno delle dimensioni dicm. 4-5x0,5 e 12-15x0,5 montati a Lche fungono da mensola di sospensio-ne dello strumento.

n. 1 testa di creta provvista di un foroverticale.n. 1 pezzo di budello di coniglio ritor-to e seccato di lunghezza tale da arri-vare dal buco centrale del listellosuperiore fino a trapassare il craniodella testa di creta che risulterà appesaa questa specie di forca.n. 2 pezzetti di ferro a cui viene anno-dato il budello sopra al foro dellalistello superiore e sotto la testina dicreta.E’ importante la taratura dello stru-mento: a tempo bello e asciutto siazzera lo strumento, si incollano i sud-detti ferri in modo che la testina volgail viso di fronte all’osservatore postoperpendicolarmente alla parete cui èattaccata.Dopo di che lo strumento non ha biso-gno di altro, e vi darà quotidianamen-te le sue esatte previsioni.■

1 Archivio Micheli Angelini e Vannicola b. 44 fasc. 5 Miscellanea nonno Cesare Micheli

“Ricordi quella casina biancarincantucciata laggiù

all’angolo occidentale della nostrapiazza maggiore? Disotto allo scialbo,che le si era dato di fresco, essa rive-lava la sua origine quattrocentisticanella foggia delle finestre decorate inalto da un grazioso fregio ad archetti.Ebbene; quella casina bianca era ilvecchi ospedale fondato dai fratellidella Trinità. Ora esso fu demolito; enel suo posto assorge una elegantepalazzina con portico a bugne, confinestre arcuate, primo ed ultimolavoro di egregio offidano, MarianoGuarnieri, cui morte troppo prestotolse di mano sesta e compasso, strap-pò le ghirlande della speranza e dellavita. E quel loggiato, che dall’ospeda-le si dilungava verso levante, fian-cheggiando la piazza, lo tieni ancora amente? Disuguali gl’intercolonni, gliarchi irregolari, ora a tutto sesto,acuto, le colonne, tozze, annerite daltempo, coi loro capitelli di travertinosmussati agli angoli, colle loro basifregiate da uovoli, una costruzionevetusta, la cui origine si perdeva tra-verso le nebbie del duecento. Ebbene;al di là di quel loggiato era il primiti-vo oratorio della Trinità, ove, nel1590, fu costruita una cappella, deco-rata – di statue, fogliami, pitture etaltri ornamenti per opera di MastroSimone da Caldarola (il Demagistris)pittore e statuario molto eccellente. –E l’oratorio, colle sue statue, colle suepitture, fu distrutto, quando si erige-va, sullo scorcio del passato secolo, lanuova Collegiata, sacra a Maria

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Assunta in Cielo; e il prezioso porticofu di recente demolito, quando si pensòoccuparne l’area coll’atrio della faccia-ta alla chiesa. E’ una facciata codesta distile eclettico, un misto di greco-roma-no, di lombardo, di barocco, coronatada balaustra, con pilastri classici, fine-stre graticolate, conchiglie, poco armo-nizza in se, niente affaftto rispondenteall’interno del tempio, in parecchieparti mal disegnata, punto caratteristi-ca, eminentemente teatrale, un graveerrore architettonico insomma, la nega-zione di ogni buon gusto.”

Con queste frasi Guglielmo Alleviillustra nell’A Zonzo per Offida (edi-zione 1901 pp. 48-49), con la sua tra-volgente prosa, l’argomento di questoartic olo.

A più di un secolo di distanza, noinon siamo in grado però di “ricordare”l’aspetto medievale e rinascimentaledella piazza prima delle grandi opereiniziate da Pietro Maggi alla fine delsettecento e protrattesi, con la costru-zione della Facciata della Collegiata edel palazzo della Canonica fino allafine del secolo successivo.

Le prime immagini che abbiamo adisposizione, escludendo la piantinadel Fabiani che delinea l’edificio assaisommariamente, ci mostrano il cando-re degli intonaci delle costruzioni che

vediamo tuttora, quando erano appe-na eseguite; la nota di antichità, sem-mai, ce la offre la piccola folla di“comaprse” nella fotografia “UgoAnselmi” inserita in questo articolo.

Completamente diverso poi il con-trasto cromatico degli edifici con ilpiano stradale; a metà ottocento fuinfatti ricoperta e sostituita con l’ac-ciottolato la pavimentazione lateriziasecentesca – sconnessa e “macchiata”qua e là dal verde delle erbe sponta-nee – della quale, durante i recentilavori per la riselciatura, ne riapparveun tratto proprio davanti all’edificiodella collegiata.

La descrizione di Allevi la possia-mo però immaginare grazie al metododi progettazione che era norma nelpassato. Ponendo infatti in un'unicatavola di disegno lo stato attuale equello futuro, Cesare Micheli che sioccupò dei lavori della facciata e fra lecui carte ho rinvenuto i disegni, halasciato una preziosa immagine diquesto antico edificio.

Sotto il disegno di progetto dellafacciata, la cui paternità si ascrive all’Ingegnere Massimi di Ascoli, ho nota-to dei debolissimi tratti di inchiostrorosato che delineavano un portico, lacontrofacciata della chiesa e l’anticocampanile della Trinità.

L’elaborazione grafica, eseguitaegregiamente da Fabio Marcelli, rendeleggibile la volumetria dell’antico edi-ficio. Nell’ampio vano tra la facciataesterna e quella interna della chiesa, èinoltre visibile gran parte della anticatorre della chiesa della Trinità che risa-le, secondo una prima e superficialeanalisi stilistica, al secolo XVII.

I lavori di restauro, attualmente incorso, hanno poi messo allo scopertoanche il lato posteriore di detto cam-panile che, almeno per i due ordiniconservati, doveva sorgere dalla nava-ta laterale della chiesa, pressappoconella stessa posizione planimetricarispetto all’attuale.

Molto sarebbe da scrivere sull’anti-ca e nuova chiesa; per ora vi lasciofuori di essa ad ammirare, con untanto di immaginazione, quella casinabianca rincantucciata laggiù all’angolooccidentale della nostra piazza mag-giore…■

350° DELLA STORIOGRAFIAOFFIDANA

MARIO VANNICOLA

Nel 2004 la storiografia di Offidaha compiuto (ahimè in sordi-

na) tre secoli e mezzo. Al 1654 risaleinfatti il manoscritto del primo libro distoria locale; il Compendioso raccontohistorico de’ soccessi memorabili e de’soggetti commendabili nella toga e nel-l’armi della tera di Offida del nostroconcittadino P. Andrea Rosini FrateCappuccino.

L’opera, da sempre fonte principa-le per le ricerche di storia patria, comericorda l’Avv. Giuseppe Rosini nellaprefazione all’edizione del 1908, erastata data alle stampe in anteprima nel1892 a puntate sull’ antico giornaleOphys per iniziativa di questi e diGuglielmo Allevi. La tipografia diambedue le edizioni fu la Anselmi diOffida.

Se la prosa barocca ne rende inalcuni brani difficile la lettura gli sideve riconoscere il merito di aver fon-dato il racconto su di una invidiabiledocumentazione storica.

L’opera è formata da un susseguir-si di citazioni e brani di antichi docu-menti tratti dagli archivi del Comune edella Collegiata, purtroppo oggi ingran parte perduti, che il P. Rosini conun lungo e paziente lavoro avevaanche riordinato e catalogato.

Per chi frequenta detti archivi, nonè raro infatti imbattersi nelle nitidenote di catalogo apposte dal Rosini atergo di molti documenti.■

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BOTANICA:DENATURALIZZAZIONE EURBANIZZAZIONE DELLE

SPECIE VEGETALI SPONTANEEMAURO RECCHI

Cari amici tra le piante che più facil-mente incontriamo quotidianamente, cisono quelle che si sono adattate a vive-re in condizioni che spesso hanno benpoco di naturale, come l’ambienteurbano, dove l’asfalto e il cementohanno quasi completamente cancellatoil paesaggio preesistente, e dove par-rebbe impossibile la sopravvivenza perqualsiasi forma di vita vegetale.Eppure, se osserviamo, alla base deimuri delle case, ai margini della strada,sugli spartitraffico urbani e nei luoghicalpestabili in genere, troveremo ungran numero di specie che crescono, siarrampicano vorticosamente e si ripro-ducono, apparentemente incuranti del-l’ambiente ostile e spesse volte degra-dato per processi naturali come corro-sioni, subsidenze lievi e franamentioppure per incuranze amministrativespecializzate nel mantenimento e nellacura del patrimonio naturale ed urba-no.

I vecchi muretti “a secco”, costruiticon grosse pietre e alternate a ciottoli,ospitano un flora piuttosto interessante,sorprendentemente in grado di viverecon un pugno di terriccio interposto traun ciottolo e l’altro. Questi muri, moltodiffusi in campagna, sono presentianche negli antichi centri storici dellecittà e dei paesi più vicini alla campa-gna e quindi più a diretto contatto conquelle che possono essere le migrazio-ni di semi trasportati dal vento e dallevetture in movimento nelle varie strade,sviluppano molte associazioni vegetali.Sui lati ombrosi infatti troveremo alcu-ne piccole Felci come: Aspleniumruta- muraria e AspleniumTrichomanes, associate spesso aParietaria officinalis, Cymbalariamuralis, Chelidonium majus e,soprattutto nelle zone mediterranee,troveremo il cosiddetto Ombelico diVenere (Umbilicus rupestris), dallecaratteristiche foglie peltate. Sui latimaggiormente soleggiati crescono inve-ce la comune Bocca di leone(Antirrhinum majus), la Valerianarossa, il giusquiamo e sulla partesuperiore del muro, dove la disponibi-lità idrica è molto ridotta, abbiamodelle piante succulente come Sedum

acre, sedum album e alcune speciedel genere sempervivum. Alla base deimuri dove l’accumulo di rifiuti e diescrementi di animali arricchiscono ilsubstrato di sostanze minerali azotate,abbonda invece la cosiddetta floranitrofila il cui rappresentante più cono-sciuto è l'Ortica accompagnata dadiverse graminacee ruderali.

Per concludere cari lettori attentidell’Ophys, il motto che dice che lanatura si riprende sempre ciò che gliviene tolto con forza, è sempre vero“Ricordatelo!!”.

IL GUSTO DEL VINOUMBERTO SVIZZERI

INTRODUZIONENegli ultimi anni l’argomento “vino”

è diventato, non so se per moda o pereffettiva maturità del consumatore, unamateria molto apprezzata, tant’è cheormai le principali trasmissioni televisi-ve si occupano spesso di quest’affasci-nante tema. Una nota rubrica televisiva,giornalmente tiene una rubrica dove siparla di vino e di degustazione. Trasentori di violette che inseguono lemore, tappeti di velluto e fragoline dinebbia, ed altre simili terminologiespesso vengono recepite con risate ecommenti al limite del burlesco.

Malgrado sia uno dei punti nodalidella tecnologia dei vini, l’esame orga-nolettico rimane ancora indefinito, omeglio, è il tavolo di confronto didiverse ipotesi, sovente irrobustite dasingolari intuizioni, lequali però non forni-scono il dato piùimportante richiesto adun’analisi sensoriale:l’oggettività.

L’argomento degu-stazione è certamenteaffascinante, come delresto lo è l’argomentovino.

Tutti noi siamo più omeno bravi a degustaredel vino ( in virtù di unasoglia di percezioneolfattiva che varia daindividuo ad individuo),quello che rimane diffi-cile è dare un nome atutte le sensazioni che siricevono degustando uncalice di vino.

Se da un lato esiste un corso di lau-rea in enologia che prepara a questospecifico tipo di lavoro dopo lunghianni di studio, è anche possibile peròfrequentare dei corsi per Sommelier atre livelli (di circa 20 ore per livello)dove si possono ricevere le nozionibasilari per poter esprimere quelle sen-sazioni di cui parlavo, senza però ecce-dere in troppo folklore.

A questo proposito vorrei proporviuna mini guida per degustatori che siarticolerà in diverse puntate:le note didegustazione sono quelle pubblicatedall’enologo Piero Pittaro, valente col-lega friulano..

La certezza che la degustazione èstata e sarà sempre molto più impor-tante di ogni analisi chimica, perché ilfine principale e ultimo del vino è quel-lo di dare la sensazione più gradita alconsumatore, ci sprona sempre più allaricerca dei segreti più intimi del vino,quelli cioè che danno le sensazionigusto-olfattive più gradite. E' appuntocon un'attenta analisi degustativa chel'enologo può orientarsi sui sistemi divinificazione, correzione, conservazio-ne, invecchiamento del vino.

La degustazione per il tecnico èmateria difficile e importantissima, manello stesso tempo affascinante.

Per il consumatore, ogni volta che siavvicina al vino, ogni pasto, ogni occa-sione di restare a contatto col vino, puòdiventare momento di degustazione,sia pure solo a scopo edonistico. Ma èquesto il traguardo che noi enologi ciproponiamo. Invitare i consumatori alladegustazione, stuzzicarli nella ricerca

dei pregi e della qualitàdei vini.

Queste poche note teo-rico-pratiche di degusta-zione, non pretendono,come detto dinanzi, diesaurire l'argomento, masono un solo piccolo tas-sello di quello che è ilgrande mosaico delladegustazione. Così comelo è la proposta di classifi-care con preciso rigore itermini e gli aggettivi dausare in degustazione, alfine di comprendere nelledescrizioni e nei commen-ti dei vini.

Discorso aperto quindia tutti.

NATURA & SCIENZA

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Capitolo I - FISIOLOGIA DEGLIORGANI DI SENSO

GUSTO Il gusto e l'olfatto sono due sensi

chimici. Ogni sostanza, per poter deter-minare una sensazione gustativa, de-veessere sciolta in acqua o resa in pasta eassunta in soluzione dalla saliva, inmodo tale da venire a contatto col ter-minale gustativo. Infatti, un cibo so-lido, introdotto in una bocca perfetta-mente asciutta non determina alcunasensazione gustativa.

Gli organi che rivelano i gusti chi-mici sono chiamati chemiorecettori esono localizzati sempre sopra la super-ficie umida (lingua, mucosa orale).

ORGANI DEL GUSTOPapille gustative - La disposizione

topografica delle papille in una boccaumana è varia. La maggior concentra-zione si ha senza dubbio sulla lingua,mentre alcune sono sparse anchenella mucosa che ricopre il palatomolle (in fondo alla volta palatina),l'epiglottide. le fauci e le cartilaginiaritenoidee. Dal punto di vista dellaforma possiamo distinguere tre tipi dipapille: le filifor-mi, le fungiformi, lecaliciformi o vallate.

a) Papille filiformi: sono sottilissimestrutture coniche, situate per la maggiorparte nei due tratti anteriori della super-ficie dorsale della lingua. La loro dispo-sizione è a file parallele, con in-clina-zione simile a quella delle papille val-late.

b) Papille fungiformi - molto piùgrosse delle filiformi e meno numerose,sono situate principalmente sulla puntae sui bordi della lingua.

c) Papille caliciformi o vallate - co-me dimensione sono le più grandi dellabocca. La loro disposizione è a formadi V con l'apice rivolto verso l'interno.Il loro numero varia da 6 a 12 e ledimensioni aumentano verso l'apice.Hanno praticamente la forma di un pic-colo cratere. Complessivamente lepapille sono all'incirca 3.000.

BOTTONI DEL GUSTO Sono i veri recettori del gusto e so-

no situati sulle papille. Hanno ledimensioni di circa 50-70 micron esono formati da tre parti principali:

Ogni cellula gustativa è dotata di unfilamento il cui terminale arriva al porogustativo. Ogni bottone contiene nor-malmente da 5 a 18 cellule senso-riali.

Nervi del gusto sono: Corda timpani ~ che innerva i due

terzi anteriori della lingua. Nervo glossofaringeo - che ricopre il

terzo posteriore. Nervo vago - che innerva i pochi

bottoni sparsi nell'epiglottide, nellemuco-se molli palatine, nelle cartilaginiaritenoidee.

Nervo trigemino - che rileva i comu-ni sensi chimici del tatto, pressione,temperatura su tutta la mucosa orale.Non contiene fibre gustative.

Il rilevamento di una sensazione(gu-stativa, olfattiva, tattile, termica,visi-va ecc.) avviene attraverso una pre-cisa sequenza di diverse parti degliorgani umani.

Prendiamo ad esempio il gusto; lapercezione o il rilevamento di

una so-stanza avviene mediante tra-smissione di un segnale al cervello e larelativa risposta opportunamente ela-borata, pas-sando attraverso i seguentiorgani, come riportato nella tabella.

La percezione, trasmissione, elabo-ra-zione e ritrasmissione del datoelabo-rato avviene in piccolissime fra-zioni di tempo, nell'ordine di milionesi-mi di se-condo.

Ogni parte periferica del nostro cor-poè un terminale di un circuito sen-sitivo.

Così il senso della vista è sensibileai fasci luminosi che colpiscono l'oc-chio. Il senso dell'olfatto è sensibile aigas che arrivano all'epitelio olfattivo.

Il senso del gusto è sensibile alle so-stanze, liquide o solide rese in pasta edisciolte dalla saliva, che passano sullalingua.

LE SENSAZIONI DEL GUSTO Esistono quattro sensazioni gustati-

ve chiamate primarie o semplici: dol-ce, amaro, salato, acido. Alcuni autoricitano come gusti semplici anche l'alca-lino, il metallico, l'astringente.

Le papille che rilevano questi quat-tro gusti sono disposte in modo nonunifor-me, sulla mucosa linguale. Perogni gusto esiste un recettore bendistinto.

La distribuzione delle papille, o piùesattamente la maggior concentrazionenel rilevamento dei gusti semplici è laseguente:

DISPOSIZIONE TOPOGRAFICADELLE ZONE DI MAGGIOR RICEZIO-NE DEI QUATTRO GUSTI PRINCIPA-LI SULLA LINGUA

Viene pertanto logico chiedersicome è possibile sentire una gammatanto imponente di sensazioni rilevatedai ci-bi e dalle bevande, quando igusti fon-damentali sono solo quattro.In effetti, quasi tutti i sapori che esula-no dai quattro principali sono sensazio-ni dell' odorato, e l'olfatto intervienesempre in molte sensazioni che noiusualmente chiamiamo gustative.

Una facile sperimentazione si può

Papilla gustativaNeuroneMidollo spinaleBulbo rachidianoCervello ------------------- elaborazione ------------------- Cervello

Papilla gustativaNervoMidollo spinale

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avere mangiando un cibo o bevendoun liquido e chiudendo le fosse nasali.Il gusto verrà ridotto solamente ai quat-tro componenti primari. Basterà libera-re le fosse nasali e ripristinare la circo-lazione dell'aria per poter percepireogni sfumatura della sostanza ingerita.

La stessa sensazione gustativa si ri-duce ai quattro gusti primari quando lamucosa nasale è impedita da un ba-nale raffreddore. In questo caso, per dipiù, viene persa anche la sensazionetattile della consistenza del cibo.

Esistono poi in natura delle sostan-ze le quali, in base alle papille che inte-ressano possono dare due diverse sen-sazioni di gusto. Per esempio il salici-lato di sodio, il ramnosio e il solfinitoparabromobenzoico (sostanza quest'ul-tima simile alla saccarina), dannosen-sazione dolce in punta alla lingua,sen-sazione amara in fondo, in corri-spon-denza alle papille vallate.

Il magnesio e il solfato di sodio dan-no sensazione salata in punta; amara infondo alla lingua.

Costituzione chimica delle quat-tro sensazioni base

DOLCEIl gusto del dolce è generalmente dovu-to a composti organici, quali:• Zuccheri (Saccarosio, Glucosio,Fruttosio, Maltosio, ecc.)• Polisaccaridi• Alcoli superiori (glicerina)• Aldeidi• Chetoni – saccarina, dulcinea, ecc. ea composti inorganici quali: Acetato dipiombo (zucchero di piombo) e alcaliin forte diluizione.

Soglie di ricezione del gusto dolce.• Saccarosio: 1 parte su 200• Dulcinea: 1 parte su 100.000• Alfa antialdossina piraldeide: 1 partesu 600.000

SALATOIl gusto salato è dovuto principalmente a:Componenti inorganici (Cloruro disodio, Potassio, Magnesio, Litio,Ammonio, Solfati, Bromuri, Nitrato diSodio e PotassioComposti Organici: Idrocloruro dimonometilamina, DietilaminaSoglia di ricezione del gusto salatoCloruro di sodio: 1 parte su 400.

ACIDOLa sensazione acida delle sostanze èdovuta agli acidi e ai Sali acidi in essacontenuti.La quantità rilevata dalla mucosa lin-guale è in stretta relazione con:

a) Il tipo di acidob) Il pHc) La forza di penetrazione nei tessuti(ad esempio come forza di penetrazio-ne l’acido acetico è uno degli acidi piùpotenti).Soglia di ricezione del gusto acidoAcido cloridrico: 1 parte su 15.000.

AMAROIl gusto amaro è dovuto principalmen-te a composti organici quali:• Alcaloidi• Alcuni glucosidi• Acido pirico• Destromannosio• Polifenoli ossidatiMa anche a composti inorganici quali:• Magnesio• Ammonio• Sali di calcio.Il grado di sensazione amara è dovuto

al catione del composto chimico.Spesso, una sia pur leggera modificadella composizione chimica di unasostanza amara può trasformarla indolce. E’ questo il caso della saccarina,dolcissima, ma alcuni suoi derivati sonoamari.Soglia di ricezione del gusto amaroChinina: 1 parte su 2.000.000.

ASTRINGENTEIl gusto astringente è dovuto ai:• Tannini (acidi gallici, Acidi pirogalli-ci)• Acidi in altissima diluizione.

METALLICOIl gusto metallico è dovuto ai metallipesanti (cationi) quali ferro, il rame e ingenere i metalli pesanti.

ALCALINOIl gusto alcalino è dovuto principalmen-te ai carbonati e ai suoi Sali, e agli idra-ti (Sodio, Potassio, Calcio, ecc.)Sensazioni prolungate del gustoSono dovute all’agente che con unaforte azione stimolante penetra nel porogustativo continuandone l’azione.Contrasti di saporeSono provocati dal contatto di due gustiprimari in sequenza. Per esempio la sen-sazione dolce viene rinforzata da unprecedente contatto della papilla con ungusto amaro o salato e viceversa.Il succo di limone (acido citrico) è sem-pre molto più acido dopo uno stimolodolce.Deviazione del saporeLe deviazioni del sapore possono essereprovocate dalle seguenti cause:TraumiDeboli scariche elettricheMedicinali (sia per via orale che iniettati)

DETERMINAZIONE DELL’ACUTEZZAGUSTATIVA (LIMITE DI SOGLIA)

Esiste un progetto di norma interna-zionale (lSO/DIS 3972) per la determi-na-zione dell'acutezza gustativa di unsoggetto nei quattro sapori principali.

La metodologia, basata su diluizioniaritmetiche. o geometriche di sostanzebase atte a provocare gli stimoli deiquattro sapori principali, permette dista-bilire la soglia gustativa di ogni sin-golo soggetto. Le sostanze utilizzate, inforte diluizione sono: Acido tartarico o citrico per il saporeacido. Cloridrato di chinina per il saporeamaro. Cloruro di sodio per il sapore salato. Saccarosio per il sapore dolce.

FORZA ACCELERIAMO!MORENO PERONI

In questo numero scopriremo cosaè una forza e che cosa provoca; un pro-blema questo, cui dedicò gran partedella sua vita Isaac Newton, uno deipiù celebri scienziati di tutti i tempi.

Sperimentiamo!Prendete un pallone da calcio e

piazzatelo fermo davanti a voi, dategliun bel calcio e lo vedrete schizzare vialontano da voi.

Poi fate rotolare la palla su un pavi-mento liscio (non in casa!), rincorretelae dategli un calcio; la vedrete di nuovoschizzare via da voi, oppure, posando-gli un piede sopra, potreste anche fer-marla.

Che si può dire?

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Diciamo che una forza è una qual-siasi azione che modifichi lo stato diquiete o di movimento di un corpo.Con il tipo di azione del nostro piede,la palla che era ferma si è messa a cor-rere, e quella che già correva o è anda-ta più veloce o addirittura si è fermata.

In definitiva la nostra azione, dun-que la nostra forza è andata a modifi-care la velocità del pallone: da zero l’haportata ad un certo valore, oppurequando il pallone aveva una certa velo-cità, l’ha aumentata o riportata a zero.

Come si chiama una variazione divelocità? Si chiama accelerazione.

Quindi una forza provoca un'accele-razione.

Andiamo adesso a scoprire che tipodi legame c’è tra forza e accelerazione.

Immaginiamo Schumacher alla par-tenza di un Gran Premio. Se ha il ser-batoio pieno di benzina il suo scattosarà lento, se invece ha poca benzina ilsuo scatto sarà rapido.

Lo scatto è proprio l’accelerazione.In entrambi i casi, cambia soltanto

la quantità di benzina di Schumacher;noi diremmo che cambia il suo peso, omeglio che cambia la sua massa. Infattiquella che voi misurate con la bilancia(in chilogrammi) è la massa del vostrocorpo, e non il suo peso.

Il peso è un’altra cosa: è la forza cheesercita la terra per tenervi al suolo enon farvi svolazzare nel cielo.

Bene, abbiamo parlato di forza, diaccelerazione, di massa, ma che legamec’è tra loro?

Il legame lo scoprì proprio Newtoncon una formula famosissima:

F = m x a secondo principio delladinamica

Questa formula ci dice che se ho uncorpo con una massa m, e voglio dar-gli una accelerazione a, devo applicareuna forza F.

Dunque più la massa m è grande,più forza dovrò fare per farla scattare.

Come ultima cosa chiariamo il con-cetto di peso: P = m x g

Il nostro peso P (che è la forza cheesercita il pianeta terra) è dato dal pro-dotto tra la nostra massa (quella che cidice la bilancia) e l’accelerazione g; g èun numeretto che per noi italiani è 9,81(nei conti potete usare 10).

Se avete una massa di 40 chili, laforza che esercita la terra per non farvisvolazzare liberi nel cielo è:

P = 40 x 10 = 400 newton L’unità di misura della forza è il

newton in onore dello scienziato cheha scoperto la formula.

INDOVINELLOCom se può avè lu numer 120 se

teng cinque zer? (si può usare qualsiasioperazione matematica)

Soluzione del numero precedente:lu miezz matò pesiè nu chil.

GLI UOMINI E LE MACCHINE: I PIONIERI DELLA MOTO…

MAURO RECCHI

Sono ormai gli ultimi decenni del1800 e un nuovo e strabiliante mezzodi trasporto debutta sbuffando e sferra-gliando guidato dai suoi ingegnosi efantasiosi progettisti; le ruote sono 2 o3 e la spinta, è data da piccoli motori ascoppio. Da questo binomio di ruote emotori, è nata la motocicletta.

Dopo questo prologo simpatico equasi teatrale, entriamo nel merito deldiscorso tornando indietro di molti annie precisamente al 1816.

Dovete sapere che la bicicletta ènata all’inizio del 1800 e, con precisio-ne, nel 1816 per merito del baronefrancese Drais da cui il nome“Draisienne”.

Il tentativo immediatamente succes-sivo è stato quello di munirla di unsistema di propulsione più efficacedella “spinta di piedi” utilizzata daiprimi modelli della Draisienne.

Addirittura, e questo veramente hadell’incredibile, nel 1818 si ha notizia diuna “velocipededraisavaporianna” inpratica, per sciogliere questa articolataparola, parliamo di una bicicletta conmotore a vapore applicato dietro lasella. Se funzionasse questo non si sa,ma una cosa è certa: nel 1861 vengonofatti i primi progressi con l’introduzionedi pedali, delle catene di trasmissione(1868) e dei pneumatici nel 1888.

Andando avanti con gli anni siabbandonano i motori a vapore e quel-li a molle e vengono sperimentati iprimi “neonati” motori a scoppio conapplicazione su biciclette (EdwardButler, 1884; Gottlieb - Dalmer, 1885)

ma, per qualcosa di serio, dobbiamoaspettare la fine del secolo.

In Italia Enrico Bernardi nel 1894applica un motore a scoppio su un car-rello che spinge una bicicletta e, nel1898, finalmente viene proposta al pub-blico una vera bicicletta a motore, laLazzati e C. Milano, la quale dava il viaalla lunga e macchinosa creazione dellamotocicletta.

Come ogni novità, dopo i pionieridella motocicletta, abbiamo anche ipionieri della stampa specializzatainfatti il primo giornale a scrivere dimotociclette pare che sia stato, nel1893, il periodico americano “Cyclinggazette”, mentre in Italia l’argomento èstato trattato saltuariamente sulla stam-pa dedicata alla bicicletta almeno finoal 1907, quando nacque a Genova ilperiodico “Motori, Cicli e Sport”. Lafondazione delle principali riviste euro-pee avviene a ridosso della prima guer-ra mondiale; il primo numero di“Motociclismo” vede la luce il 26 apriledel 1914. Qui forniamo la copertina delprimo numero che venne dedicata allaFrera, una delle principali case italianedell’epoca.

Lilliput: costruita nel 1899 a Torino dalla Rosselli e Castellazzi, con un motore della potenza di 1cv.

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MISSIONE A SATURNOSIMONE RECCHI

Collaboratore scientifico Istituto diAstronomia - Università di Vienna

Il 14 gennaio 2005, la sondaHuygens, staccatasi il giorno di Nataledalla sonda-madre Cassini, ha penetratol'atmosfera di Titano, la più importantedelle lune di Saturno ed è pronta adinviare sulla terra preziose informazionisu questo affascinante corpo celeste.Questa e' solo l'ultima delle novita' dellamissione Cassini-Huygens, il cui scopoe' quello di svelare i segreti di Saturno edei suoi satelliti piu' importanti. Dopoun viaggio di 3,5 miliardi di chilometridurato più di 6 anni e mezzo, dopo duepassaggi ravvicinati attorno a Venere eduno attorno a Giove, fatti per far pren-dere velocità al modulo orbitale, Cassiniha raggiunto il suo obiettivo il primoluglio 2004 e da allora sta orbitandoattorno a Saturno ed inviando dati sullaterra grazie alla grande antenna di 4metri di diametro realizzata interamentedalla Alenia Spazio.

Saturno è il sesto pianeta del sistemasolare, secondo per dimensioni solo aGiove ed è conosciuto fin dall'antichità(Saturno nella Mitologia romana era ilDio dell'agricoltura). È un pianeta prin-cipalmente gassoso e la sua atmosfera ècomposta per la maggior parte da idro-geno, con piccole quantità di elio emetano. La sua superficie è coperta dabande orizzontali di diverso colore.Queste bande sono provocate da fortiventi che solcano la superficie del pia-neta. In ognuna di queste bande, ilvento soffia in verso opposto rispettoalla banda precedente. 31 satelliti (18dei quali riconosciuti ufficialmente) ruo-tano intorno a Saturno. Uno di essi,Titano, è molto grande (più grande dipianeti come Mercurio o Plutone perfare un paragone) ed ha sempre interes-sato gli astronomi a causa della suastruttura e della composizione della suaatmosfera (ricca di azoto e di idrocarbu-ri), che lo rendono uno dei corpi celestipiù simili alla Terra, quindi potenzial-mente in grado di ospitare vita.

Ma la caratteristica che rendeSaturno uno dei più bei corpi delnostro Sistema Solare è lo spettacolaresistema di anelli che lo circonda. Altripianeti (Giove ed Urano in particolare)sono circondati da sistemi di anelli, manessuno è esteso e spettacolare comequello che circonda Saturno. Gli anellisono costituiti da piccoli corpi solidi(particelle di polvere, ghiaccio e picco-le rocce) che orbitano in modo indi-pendente ma sorprendentemente ordi-nato attorno al pianeta. Esso è compre-so tra 170.000 Km e 285.000 Km dalcentro del pianeta, ma il suo spessore èdi solo 1.5 Km.

Potreste pensare che conosciamoabbastanza Saturno e le sue caratteristi-che. Non erano di questo avviso gliscienziati della NASA, dell'AgenziaSpaziale Europea e dell'AgenziaSpaziale Italiana, quando decisero diprogettare una nuova sonda da inviareverso Saturno. Il costo della missione,3.4 miliardi di dollari (meno di un dol-laro a chilometro, fecero osservare conorgoglio gli scienziati della NASA) fuconsiderato un successo della nuovapolitica di riduzione dei costi.

Gli obiettivi scientifici della missio-ne sono molteplici: scoprire i segretidella magnetosfera (la regione attornoa Saturno dominata dalle forze magne-tiche), scoprire maggiori dettagli sullacomposizione chimica dell'atmosfera diSaturno, conoscere meglio la metereo-logia di Saturno (venti, temperature,proprietà delle nuvole), la struttura ecomposizione degli anelli e natural-mente il più importante satellite diSaturno: Titano.

Pur essendo trascorsi solo 6 mesida quando Cassini ha attraversato ilsistema di anelli di Saturno, gli scien-ziati della NASA e dell'ESO hanno gia'fatto importanti scoperte. Per primacosa hanno scoperto che la maggiorparte delle particelle che compongonogli anelli sono estremamente piccole(qualche millesimo di millimetro).Hanno poi scoperto quanto intensa eviolenta sia l'attivita' meteorologica diSaturno. Oltre ai fortissimi venti chesolcano la superficie di Saturno,Cassini ha potuto osservare potentissi-mi fulmini, circa un milione di voltepiu' intensi di quelli osservati sullaterra. Per finire, Cassini ha fornito agliscienziati importanti informazioni sulcampo magnetico di Saturno. Sullaterra, le linee di campo magnetico(quelle che fanno indicare il polo nordad una bussola per intenderci) ruotano

attorno alla terra alla stessa velocita' acui ruota il pianeta stesso. Non e' cosi'sulla superficie di Saturno: campomagnetico e pianeta non ruotanoassieme, ma il campo magnetico e'piu' lento nel ruotare attorno al pro-prio asse. Oltre a cio', Cassini ha effet-tuato spettacolari “flyby” (passaggiravvicinati) in prossimita' di alcunisuoi satelliti (in particolare Dione e laspettacolare “luna a due facce”Giapeto), fornendoci affascinantiimmagini e nuove informazioni. Ma,come detto, nuove sorprese ci riserve-ra' di sicuro l'osservazione di Titanoda parte della sonda Huygens.

L’osservazione comincia il 14 gen-naio, ma andra' avanti per parecchimesi, dal momento in cui Huygensatterrera' sulla superficie di questosatellite ghiacciato.

Cassini continuera' ad orbitare attor-no a Saturno almeno per i prossimi 4anni, scattando foto e raccogliendodati. Una gran mole di dati da analizza-re aspetta ancora dunque gli astrofisici.Ma non soltanto loro sono in trepidan-te attesa. La missione Cassini-Huygensè anche importante in vista di possibilifuture esplorazioni umane di altri pia-neti. La grande distanza di Saturno fa sìche molte operazioni della sonda deb-bano essere svolte automaticamente esenza un comando diretto inviato dallaTerra.

Marte è molto più vicino di Saturno,ma anche nel caso di una missioneesplorativa umana sul pianeta rosso,sarebbe fondamentale l'autonomiadella navetta. Cassini è un buon testdell'affidabilità' di questi controlli auto-matici.

COS’E’ IL SOFTWARE LIBERO?ANDREA CAPRIOTTI

System Manager - Cinecawww.cineca.it

Il software è la sequenza di opera-zioni che esegue un computer.Nonostante possa apparire un concettocomplesso in realtà abbiamo a che fare,giornalmente, con processi molto simi-li. Quando cuciniamo, quando ci spo-stiamo in auto o quando facciamo unmaglione eseguiamo una serie di istru-zioni che ci conducono al risultato fina-le. Una ricetta, il percorso per andareda Offida ad Appignano, lo schema e ipunti per l'uncinetto sono la sequenzadi operazioni semplici che si devonocompiere per realizzare un determinato

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compito. Un programmatore che scrivesoftware segue la stessa logica ed ilrisultato del suo lavoro si chiama “codi-ce sorgente”. Dalla nascita dei primielaboratori fino ai primi anni 80 la con-divisione dei sorgenti è stata un praticamolto diffusa nel mondo della ricercascientifica poi, quando le aziende delsettore iniziarono a chiedere “accordi dinon-diffusione a chiunque avesseaccesso al loro codice, la comunità chesi era creata intorno al software scom-parve repentinamente. Fu proprio perfermare questo processo di progressivachiusura della conoscenza informaticache nel 1984 Richard Stallman, ricerca-tore nel laboratorio di IntelligenzaArtificiale del MIT (MassachussetInstitute of Technology), fondò il pro-getto GNU con lo scopo di rendereobsoleto quello che ormai era diventa-to software proprietario. Da allora conl'espressione "software libero" ci si rife-risce alla libertà dell'utente di eseguire,copiare, distribuire, studiare, cambiaree migliorare il software. Più precisa-mente, si definiscono quattro tipi dilibertà per gli utenti del software:Libertà di eseguire il programma, perqualsiasi scopo (libertà 0).Libertà di studiare come funziona ilprogramma e adattarlo alle proprienecessità (libertà 1).Libertà di ridistribuire copie in modo daaiutare il prossimo (libertà 2).Libertà di migliorare il programma edistribuirne pubblicamente i migliora-menti, in modo tale che tutta la comu-nità ne tragga beneficio (libertà 3).

In questi anni il software libero si èdiffuso in tutto il mondo e fornisce pra-ticamente tutti gli strumenti, dall'ambitoprofessionale a quello personale, perutilizzare un computer nel propriolavoro o hobby. GNU/Linux, il più dif-fuso dei sistemi operativi liberi, vieneutilizzato dai server dei provider inter-net, dai supercalcolatori dei maggioricentri di calcolo, nei computer perso-

ANIMA GEMELLA

Ciò che la vita mi ha insegnatovorrei condividerlo

con coloro che vogliono imparare.Ognuno in questo mondoha la sua anima gemella.

Sono rinato ad Offidacon un padre spiritualmente al vertice della positività,

con una madre dalla bellezza immensa.Finché in nessuna nazione

non ci saranno più cittadini di prima e di seconda classe,lei apparterrà comunque alla razza senza frontiere.

Finché il colore della pelle d’un uomo,non avrà più valore che il colore dei tuoi occhi,

la mia gemella ha capitoche la differenza non è la pelle, ma il cuore pulito.

Mi ha insegnato che il colore della pelleè la potenza divina del padre creatore.

Finché i diritti umani fondamentalinon saranno ugualmente garantiti a tutti,

senza distinzione di razza,lei porta rispetto al valore umano e alla morale positiva.

Ogni tanto la vedo piangere dentro di sé,lacrime di un cuore fragile.

Piangere di gioia,di un gesto compiuto nella vita.

Sempre la vedo riaccenderela scintilla morta di un cuore indebolito

che chiede amore.La mia gemella ha un solo sogno: fare del mondo un grosso villaggio

e lei cittadina di questo mondo.La mia gemella mi diceva Faye:

L’amicizia è una religione senza Dio,né giudizio finale, dove il silenzio è possibile.

Live together in perfect harmonySide by side we need to survive

Faye - negro

nali di un numero sempre crescente diutenti e, addirittura, in elettrodomesticivenduti al supermercato. Nonostantequesto oltre il 90% dei computer utiliz-zati dagli utenti finali attualmentemonta un sistema operativo proprieta-rio il cui codice sorgente è rigorosa-mente segreto. Le aziende produttrici,che per motivi contingenti si sono tro-vate in una posizione dominante sulmercato, hanno fatto passare come unloro “diritto naturale” indiscutibile lasegretezza dei sorgenti ed il conse-guente controllo sugli utenti. Se fossecosì non avremmo diritto di lamentarcinemmeno di fronte ad un evidentedanno per la società ma in realtà il dirit-to d'autore, dal punto di vista costitu-zionale, è stato introdotto per motividiametralmente opposti: è un monopo-lio imposto dal governo per limitare ildiritto naturale degli utenti di effettuaredelle copie. In particolare la difesa del

diritto d'autore deve essere subordinataalla salvaguardia dell'interesse superio-re della collettività, incentivare la crea-zione di nuove opere. Molta strada èstata fatta ma molta ne resta ancora dapercorrere per intaccare le posizionidominanti che si sono ormai consolida-te ed è per questo motivo che per alcu-ni programmi liberi è stata creata ancheuna versione per sistemi operativi pro-prietari. Tutti possono facilmente scari-care da internet un browser web comemozilla (www.mozilla.org) una suiteoffice professionale comeOpenoffice.org (www.opeoffice.org) oun programma di grafica come TheGimp (www.gimp.org) e provare inprima persona che spesso, con il mini-mo sforzo, si possa sostituire il softwa-re proprietario che stiamo utilizzandosenza intaccare, o addirittura miglioran-dola, la qualità e la rapidità del nostrolavoro ■

GNU (logo del software libero) è un acronimoricorsivo per “Gnu’s Not Unix” (Gnu Non è Unix,ma un sistema operativo è Unix- compatibile).

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AN DIE FREUDE

O Freude, nicht diese Töne!Sondern laßt uns angenehmere anstimmenund freudenvollere!

Freude, schöner Götterfunken,Tochter aus Elysium,Wir betreten feuertrunken,Himmlische, dein Heiligtum!Deine Zauber binden wieder,Was die Mode streng geteilt;Alle Menschen werden Brüder,Wo dein sanfter Flügel weilt.

Wem der große Wurf gelungen,Eines Freundes Freund zu sein,Wer ein holdes Weib errungen,Mische seinen Jubel ein!Ja, wer auch nur eine SeeleSein nennt auf dem Erdenrund!Und wer's nie gekonnt, der stehleWeinend sich aus diesem Bund.

Freude trinken alle WesenAn den Brüsten der Natur;Alle Guten, alle BösenFolgen ihrer Rosenspur.Küsse gab sie uns und Reben,Einen Freund, geprüft im Tod;Wollust ward dem Wurm gegeben,Und der Cherub steht vor Gott!

Froh, wie seine Sonnen fliegenDurch des Himmels prächt'gen Plan,Laufet, Brüder, eure Bahn,Freugig, wie ein Held zum Seigen.

Seid umschlungen, Millionen.Diesen Kuß der ganzen Welt !Brüder ! Über'm SternenzeltMuß ein lieber Vater wohnen.Ihr stürzt nieder, Millionen?Ahnest du den Schöpfer, Welt?Such'ihn über'm Sternenzelt!Über Sternen muß er wohnen

INNO ALLA GIOIA

O amici, non questi suoni!ma intoniamone altripiù piacevoli, e più gioiosi.

Gioia, bella scintilla divina,figlia degli Elisei,noi entriamo ebbri e frementi,celeste, nel tuo tempio.La tua magia ricongiungeciò che la moda ha rigidamente diviso,tutti gli uomini diventano fratelli,dove la tua ala soave freme.

L'uomo a cui la sorte benevola,concesse di essere amico di un amico,chi ha ottenuto una donna leggiadra,unisca il suo giubilo al nostro!Sì, - chi anche una sola animapossa dir sua nel mondo!Chi invece non c'è riuscito,lasci piangente e furtivo questa compagnia!

Gioia bevono tutti i viventidai seni della natura;tutti i buoni, tutti i malvagiseguono la sua traccia di rose!Baci ci ha dato e uva, un amico,provato fino alla morte!La voluttà fu concessa al verme,e il cherubino sta davanti a Dio!

Lieti, come i suoi astri volanoattraverso la volta splendida del cielo,percorrete, fratelli, la vostra strada,gioiosi, come un eroe verso la vittoria.

Abbracciatevi, moltitudini!Questo bacio vada al mondo intero Fratelli,sopra il cielo stellatodeve abitare un padre affettuoso.Vi inginocchiate, moltitudini?Intuisci il tuo creatore, mondo?Cercalo sopra il cielo stellato!Sopra le stelle deve abitare!

L’Unione europea è un argomen-to che mi sta particolarmente a

cuore. Con l’occasione del rinnovo delparlamento europeo, vorrei proporrecon l’e-corner una “digressione teutoni-ca”: la traduzione dell’ “Inno alla gioia”,inno ufficiale dell’unione europea. Lamelodia è quella della Nona Sinfonia,composta nel 1823 da Ludwig vanBeethoven.

Per il movimento finale della sinfo-

nia, Beethoven musicò l' “Inno allagioia” composto nel 1785 da Friedrichvon Schiller.

Il poema esprime la visione ideali-stica di Schiller sullo sviluppo di unlegame di fratellanza fra gli uomini,visione condivisa da Beethoven.Questo componimento è soprattutto unprofondo messaggio di pace e di fratel-lanza e proprio attraverso le parole diSchiller, Beethoven volle formulare un

aperto invito alla fratellanza universaletra i popoli e più in generale fra tutti gliuomini.

I versi dell’ode inneggiano ad unagioia non certo intesa come pura spen-sieratezza e allegria, ma come risultatocatartico a cui l'uomo giunge quando silibera dal male, dall'odio e dalla catti-veria.

A CURA DI NADIA COLLETTA

CORNERe-

Friedrich von Schiller (1759-1805)

Ludwig van Beethoven (1770-1827)

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La Croce Verde di Ascoli Piceno –sezione di Offida, nell’ambito dellavalutazione della propria attività,rende noti i risultati conseguiti grazieal lavoro dei volontari che prestanoservizio nella locale sezione cittadina:

- nel 2003 sono stati effettuati 75 ser-vizi in ambulanza e 261 in auto- nel 2004 i servizi in ambulanza sono scesia 61 e quelli in auto sono saliti a 343.Sono numeri importanti se si conside-ra che la nostra sezione si regge soloed esclusivamente sulla disponibilitàdi volontari che mettono a disposizio-ne il proprio tempo e le proprie ener-gie per fare in modo che questo ser-vizio continui ad esistere nel nostroterritorio.Nel futuro della nostra sezione c’èanche la prospettiva di acquistare unmezzo polivalente atto al trasporto di

disabili su carrozzina. A tal proposito,l’amministrazione comunale si dimo-stra estremamente disponibile a colla-borare per reperire i fondi necessariall’acquisto del mezzo, che purtropporisulta essere estremamente costoso.Tra le iniziative volte a sostenere lanostra Croce Verde, una menzioneparticolare ed un sentito ringrazia-mento all’organizzazione delle festadi quartiere di Borgo Cappuccini, cheha devoluto l’incasso della festa allanostra sezione.

FRANCESCO TOZZI (Presidente)

OPHYS NEWS A CURA DI ALBERTO PREMICI

Mercoledì 5 gennaio, si è svolta la ras-segna canora per bambini, diventataormai tradizionale appuntamento perla vigilia della Befana.Con la canzone "Bruno", Marianna

D'Angelo di Castel di Lama, si èaggiudica la 14a Farfalla d'Oro. Alsecondo posto Priscilla Di Benedettodi Colonnella con la canzone "Olga latata del Volga"; terzo classificatoDavide Travaglini di Offida con "Letagliatelle di nonna Pina". La serataricca di simpatiche sorprese ha vistouna grande partecipazione di pubbli-co che ha riempito il Teatro SerpenteAureo. Ormai da tempo, alla manife-stazione partecipano bambini prove-nienti da altri comuni favorendoscambi e nuove amicizie. Per questa

edizione, inoltre, l’organizzazione èstata invitata ad eseguire una replicaal Teatro Combattenti di AcquasantaTerme sabato 8 gennaio. Le due serate, condotte da Luca Sestilie intervallate dalle simpatiche “incur-sioni” di due animatori, hanno regala-to ai bambini momenti di allegria edivertimento, senza dimenticare tutta-via i valori della solidarietà e dellacondivisione. L'intero ricavato è statoinfatti devoluto in beneficenza per lepopolazioni colpite dal maremoto nelsud-est asiatico.

L’Amministrazione Comunale con deli-bera di G.C. 140 del 9 settembre 2004“Denominazione di nuove vie e piaz-ze”, accogliendo i desideri da lungotempo espressi da parte della cittadi-nanza ha portato le seguenti modifi-che alla toponomastica cittadina:- alle VITTIME DELLE FOIBE è statodedicato il tratto di strada comunalenella fraz. Borgo Miriam dalla stradaProvinciale al Bocciodromo;- al prof. OLINDO PASQUALETTIcelebre latinista contemporaneo il

nuovo piazzale antistante la monu-mentale chiesa di Santa Maria dellaRocca;- è stata ribattezzata via di PORTASAN GIOVANNI la nuova strada checollega via Roma con la comunale exMezzina. Via questa che ricalca il trac-ciato della antica via di accesso daAscoli che terminava appunto con laporta, oggi scomparsa, intitolata a SanGiovanni.Ricordando, tra l’altro che per que-st’ultimo caso il Centro Studi “G.

Allevi”, formulò una proposta nel n. 5di Ophys (luglio 2003), esprimiamo lanostra soddisfazione nel vederl’Amministrazione Comunale intentanell’opera meritoria di perpetuare ilricordo di fatti, luoghi e personaggi difondamentale importanza nella cre-scita della coscienza civile dellapopolazione.Ci permettiamo in chiusura, di candi-dare il nome del nostro scultoreALDO SERGIACOMI per una even-tuale nuova intestazione.

I NUMERI DELLA CROCE VERDE

14A "FARFALLA D'ORO"

NOVITÀ NELLA TOPONOMASTICA OFFIDANA

Sabato 13 novembre 2004, presso lasala riunioni del Monastero di S.Marco, è stato presentato il volume“San Marco a Offida - da conventoFrancescano a monastero Bene–detti-

no” opera del Prof. Fabio Bevilacqua,di Padre Giovanni Lunardi dell’ O.S.B.,dell’Arch. Rita Fabbri e della Dott.Daniela Ferriani. Molti i relatori inter-venuti; dopo l’introduzione e la pre-

sentazione degli ospiti a cura del Prof.Fabio Bevilacqua, ha preso la parolaMadre Benedetta D’Angelo,Abbadessa, che nel ringraziare gliautori per aver contribuito alla ricerca

UN NUOVO VOLUME ILLUSTRA L’ARCHITETTURA DEL MONASTERO DI S. MARCO

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Gli atleti del "Wadokay Club Karate" diOffida, sotto la guida del MaestroGraziano Ciotti sono risultati migliorsquadra al campionato nazionale 2004di karate kata-kumite, svoltosi in adicembre al Palasport Flaminio diRimini. Hanno portato a casa ben 6 medaglied'oro, 7 d'argento e 6 di bronzo, non-

ostante la partecipazione di 96 societàin lizza. In particolare hanno brillatoGiada Cicconi e Lucio Siliquini.Gianluca Senzacqua, campione ita-liano 2003, ha poi battuto i 46 avver-sari del suo gruppo riconfermandosicampione italiano, così come hafatto Claudio Monaldi, battendo 42avversari.

Un anno senz'altro da incorniciare il2004 per il Wadokay Club Karate diOffida. I successi ottenuti dai karatekidel maestro Graziano Ciotti sono statievidenziati nel corso di un incontrotenutosi al palazzetto dello sport diComunanza, di fronte ad un numero-so pubblico, intervenuto per assistereall'esibizione dei giovani atleti.

Il Beato Bernardo, nato in Offida il 7novembre 1604, è una delle più nobi-li figure di frate laico cappuccino delPiceno; nel 1795 fu proclamato Beatoda Pio VI che ne magnificò le doti diumiltà e dedizione. Dopo mesi di lavo-ro, il Comitato dei festeggiamenti per ilIV Centenario della nascita, è giunto altraguardo. Domenica, 7 novembre2004, alle ore 17,00 è stata celebratauna messa solenne di apertura, officia-ta da S.E. Mons. SilvanoMontevecchi, presso la Chiesa diSanta Maria della Rocca, doveDomenico Peroni, questo il vero nomedel Beato, fu battezzato. La suggestivacelebrazione ha visto la partecipazionedel coro e dell'orchestra del Santuario,diretta dal M° Ciro Ciabattoni. Al ter-mine sono state illustrate le iniziative

previste per l'importante ricorrenza. E’seguita una fiaccolata che partendoproprio da S. Maria della Rocca, haraggiunto il Santuario del BeatoBernardo, nel quartiere Cappuccini,percorrendo l'intera direttrice principa-le, che unisce tutto il centro urbanooffidano. Il pellegrinaggio si è conclu-so nella piazza intitolata al Beato, pres-so la Chiesa dei Cappuccini, sulla fac-ciata principale della quale svetta unagigantografia con la sua immagine.Non sono mancati i tradizionali fuochipirotecnici ed un intervento affidato alPadre Provinciale dei Cappuccini delleMarche, Gianni Pioli. Per i collezio-nisti, a ricordo dell'evento, è previstoun annullo postale.

IL WADOKAY OFFIDA MIGLIOR TEAM NAZIONALE

IL IV CENTENARIO DALLA NASCITA DEL BEATO BERNARDO

delle radici del plesso ha detto che “Ilmonastero è un disegno di Dio; il libroè fondamentale per trasmettere le cosebelle, anche se sofferte”. Nel suo salu-to S.E. Mons. Silvano Montevecchi siè augurato che il monastero possacontinuare ad essere centro di voca-zioni di cui si ha tanto bisogno. E’ statapoi la volta del Sindaco di Offida,Lucio D’Angelo, che, dopo il salutoagli intervenuti, si è detto colpito dallafrase dell’Abbadessa riportata in prefa-zione “una finestra aperta verso il cieloa beneficio del mondo”, e dell’impor-tante presenza monastica locale, di cuisi sente il bisogno di riscoprire edapprofondire la presenza, così comeribadito dal Sindaco di Ascoli Piceno,Piero Celani, che ha sottolineato l’im-portanza della presenza delle comuni-tà religiose nei centri piceni. Il co-

autore, Padre Giovanni Lunardi poi haripercorso la storia del Monachesimosoffermandosi in particolar modo sulconcilio di Trento (1543-1563). Nelmerito ha poi dato delucidazioni sulmetodo utilizzato per la lettura dell’e-dificio mediante la visione di fontiautentiche, aggiungendo che “il libro ele immagini consentono al lettore divedere cose oggi non più visibili o dif-ficilmente accessibili”. L’Arch. RitaFabbri si è soffermata sugli aspettiarchitettonici del Monastero di S.Marco nelle varie fasi e periodi storici,mentre la Dott. Daniela Ferriani hatrattato la parte riguardante gli affre-schi in esso presenti, attribuiti alMaestro di Offida. L’Arch. Mario LolliGhetti, direttore regionale per i beniculturali e paesaggistici delle Marche,nel suo intervento ha messo in risalto

l’importanza del monumento e il nonincameramento nel patrimonio delloStato, che ha consentito il manteni-mento della sua funzione originaria.Da tener presente che il monastero ègiunto integro sino ai nostri giorni gra-zie alla munificenza della famiglia offi-dana Michelangeli, che nel 1910 acqui-stò dall’asta municipale il complessoedilizio per conto della comunitàbenedettina (due figlie di detta fami-glia erano suore). Presenti anche donLuciano Carducci, rettore del tempiodi S. Agostino di Offida, il vice sinda-co di Offida, Gianpietro Casagrande, ilconsigliere regionale Guido Castelli,l’onorevole Giangiacomo Lattanzi, iconsiglieri comunali offidani AngelaCapretti, Piergiorgio Butteri, EnricoCalvaresi e Giancarlo Premici.

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PAROLE “SCROCIATE”

Il solutore tenga conto che il cruciverba contiene molte parole in dialetto, che nella scrittura non sempre riescono a rendere l’esatta pronuncia.

ORIZZONTALI1. Baristi … in abitazione modesta7. Dimora per pollame

12. Jean ferrarista (iniz.)14. Ne ha molti la scala17. Dominio di primo livello internet18. Un Calvaresi in giunta 21. Alimentari nel centro storico24. Olanda26. L’occhio di Carlo d’Inghilterra28. Bone le sacicc ch …29. Propulsa da pagaya30. Il possessivo di… culpa31. Il complesso delle condizioni meteorologiche34. Underwriters Laboratories 36. Il Dalton di Cime Tempestose (iniz.)37. Monumento alla nostra tradizione43. Mosciarell’44. Dà fiori azzurri45. Getta lo segue spesso46. Una ex Germania47. Non qui48. Lappa Luciano49. Non ce la fa … romano50. E’ on-line quello di Dario Fo

52. Un Ernesto attore56. Guide to Network Resource Tools57. Un odontotecnico (iniz.)58. Un babà senza rhum59. La Massicci endocrinologa60. Isola Hawaiana61. Barbieri come …pesci62. Zero Killed

VERTICALI1. Preposizione2. Un Rossetti (iniz)3. Per nulla, affatto4. Congiunzione copulativa negativa5. Riparatore radio TV (iniz.)6. Vincenzo, ex custode degli impianti sportivi7. Vado … in poesia8. Marchio registrato in inglese (sigla)9. Dottor Fides

10. Indirizzo web (sigla)11. Un compianto barbiere12. Deridda filosofo contemporaneo (iniz.)13. Movimento involontario14. Ti viene a trovare in sonno … quando

si mangia troppo

15. Un Tassi amante di auto e moto d’epoca16. Affatto virtuale19. Compagnia aerea yemenita (sigla)20. Campione di bocce offidano22. Non correlata23. Antico mobile …al Borgo25. Ripaberarda27. Sordidi30. Un volto… del quotidiano32. La Leche League33. Produce un rosso corposo35. La signora della lavanderia in via Roma37. Un Giancarlo rapace38. Emirati Arabi sul web39. Elettricista offidano40. La signora Sartò41. Rosso Maurizio42. Un Mzzo’ sarto50. Confederazione Nazionale dell'Artigianato51. Organización Indígena Kankuama53. Sono 950 romani54. Ignoto55. Scrisse I Pagliacci (iniz.)56. Ha un laboratorio orafo in via valle (iniz.)57. Oppure a Londra

A partire da questa edizione, il primo premio verrà estratto a sorte tra coloro che consegneranno cruciverba e anagrammi completatati entro il 28 febbraio presso la profumeria Monia Malavolta (fornire Nome, Cognome e Numero di telefono).

Al fortunato vincitore un buono pizza offerto dalla pizzeria La Mattra (nuova gestione) I solutori più veloci della scorsa edizione sono stati: Adalberto Travaglini (premiato con buono acquisto presso Bar Eiffel),

Paolo Marcelli, Liliana Gabrielli e Marco Bruno Bartolomei. A tutti loro i complimenti della redazione.

Gli anagrammi nascondono nome e cognome di due persone di Offida

RICERCAMMO NOLI

IGNOTO VACILLANTE

ANAGRAMMANDO

(Omer)

SEDE OPERATIVA: Offida (AP) - V.le IV Novembre, 22/24 - Tel. e Fax 0736.880001E-mail: [email protected] web: www.lanuovastampa.it

FILIALI: Ascoli Piceno - Via Tamburrini, 11 Tel. e Fax 0736.253907San Benedetto del Tr. (AP) - Via Velino, 8 - Tel. 0735.751239 - Fax 0735.758739

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Direttore responsabile: Serafino Camilli. Direttore editoriale: Alberto Premici. Segreteria di redazione, realizzazione, grafica, web: Nadia Colletta e Mario Vannicola

Impaginazione: Carla D’Angelo - Stampa: La Nuova Stampa - Offida (AP) Reg. Trib. di Ascoli Piceno l’11 maggio 2002. INVITIAMO TUTTI A COLLABORARE CON OPHYS inviando i propri articoli via e-mail, fax o recapitandoli direttamente in segreteria

DISTRIBUZIONE GRATUITA