Copia di Crediti misantropo - Argot · Misantropo ovveroliberiesperimendell’artedelviveresociale...

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ARGOT PRODUZIONI in collaborazione con Argostudio e Carrozzerie n.o.t. con il contributo di NUOVOIMAIE presenta un proge1o di UFFICI TEATRALI Misantropo ovvero liberi esperimen. dell’arte del vivere sociale di Molière traduzione, ada3amento e regia Francesco Frangipane con Arcangelo Iannace, Alceste Massimiliano Benvenuto, Filinte Vincenzo De Michele, Oronte Vanessa Scalera, Celimene Sara Andreoli, Eliante Silvia Salvatori, Arsinoè MaJeo Quinzi, Acaste Pierpaolo De Mejo, Clitandro musiche e DJ Set Antonello Aprea scenografia Francesco Ghisu costumi CrisMan Spadoni light designer Giuseppe Filipponio Il Misantropo è ancora oggi uno straordinario ritra3o della società contemporanea, un palcoscenico vivente in cui tu? i personaggi esibiscono i propri esperimen@ riusci@, trucchi smaschera@ e acrobazie maldestre proprie dell'arte del vivere sociale. Una meravigliosa occasione per raccontare la società in cui viviamo e per me3ere in mostra vizi e virtù dell’uomo a3raverso le mille pieghe dell’animo umano.

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ARGOT  PRODUZIONIin  collaborazione  con  Argostudio  e  Carrozzerie  n.o.t.

con  il  contributo  di  NUOVOIMAIEpresenta  un  proge1o  di  

UFFICI  TEATRALI

Misantropo-­‐  ovvero  liberi  esperimen.  dell’arte  del  vivere  sociale  -­‐

di  Molièretraduzione,  ada3amento  e  regia  Francesco  Frangipane  

conArcangelo  Iannace,  Alceste

Massimiliano  Benvenuto,  FilinteVincenzo  De  Michele,  OronteVanessa  Scalera,  CelimeneSara  Andreoli,  ElianteSilvia  Salvatori,  ArsinoèMaJeo  Quinzi,  Acaste

Pierpaolo  De  Mejo,  Clitandro

musiche  e  DJ  Set  Antonello  Aprea

scenografia    Francesco  Ghisucostumi  CrisMan  Spadoni  

light  designer  Giuseppe  Filipponio

Il   Misantropo   è   ancora   oggi   uno   straordinario   ritra3o   della   società  contemporanea,  un  palcoscenico  vivente  in  cui  tu?   i  personaggi  esibiscono   i  propri  esperimen@   riusci@,  trucchi  smaschera@   e  acrobazie  maldestre  proprie  dell'arte   del   vivere   sociale.   Una   meravigliosa   occasione   per   raccontare   la  società  in  cui  viviamo  e  per  me3ere  in  mostra  vizi  e  virtù  dell’uomo  a3raverso  

le  mille  pieghe  dell’animo  umano.

www.edizioniconoscenza.it 76 ARTICOLO 33 | N.9-10 2015

TEATRO

ROMA - IL MISANTROPO DI MOLIÈRE ALLE “CARROZZERIE”

Smascherati i mediocri soddisfattiRAFAEL F. LOBO

L ibero esperimento riuscito!Prorompente personalità deiprotagonisti, tutti, i quali, divolta in volta, erano l'io-che-agiva per dimostrare l'infonda-

tezza della verità, sempre cangiante.

Già, proprio perché ognuno, pirandel-lianamente, si porta dentro la propriaverità. Nella sala d’attesa del teatro al-cuni degli attori girovagavano in costu-me tra il pubblico. Saranno Oronte e Ce-limene a trascinare gli ospiti nell’arena,uno spazio aperto ben studiato, il pub-blico seduto su sgabelli e panche orien-tati secondo diagonali, tali da poter per-mettere l’interazione diretta tra attori epubblico. La storia è nota a tutti. L’ideali-sta Alceste dal ghigno beffardo nell’o-stentare la verità senza compromessi,innamorato di Celimene (Vanessa Scale-ra) – la quale vive la mondanità nellaquale trova ampi spazi di seduzione –cerca di convincerla, inutilmente, ad ab-bandonare gli agi per vivere insiemeuna vita solitaria. L’atmosfera è quellada grande evento degli anni '90. I vernis-sage romani, ben descritti dall’ultimoSorrentino – con tanto di dj set –, eranofeste all'insegna del puro intrattenimen-to e dell'artista come intrattenitore: ope-razione vuota e immorale dell'epifaniache si consumava in un attimo. Nellascena, ben illuminato durante tutto lospettacolo, un ragazzo resta sospeso al-la parete attaccato con lo scotch dapacchi. La citazione sarà certamentesfuggita ai non addetti ai lavori, pur ri-manendo di forte impatto per la sua ef-ficacia. (MILANO, 1999; L’ARTISTA MAURIZIOCATTELAN REALIZZA LA PERFORMANCE: "ATTAC-CATO AL MURO IL GALLERISTA MASSIMO DECARLO", ndr - v. figura a lato).

I ruoli, più o meno nascosti, di spasi-manti lentamente escono fuori grazie auna lettera che testimonia le differentiverità. Il pensiero di Celimene nei con-fronti degli altri inchioda, uno per uno, ipersonaggi che vivono circondati dall’au-ra delle loro ipocrite convenzioni che ri-cordano tanto gli Indifferenti moraviani.

Arcangelo Iannace, Alceste Vanessa Scalera, Celimene

Una scena coralePierpaolo De Mejo, Clitandro

Dice il regista, Francesco Frangipane:Il Misantropo è ancora oggi uno straordi-nario ritratto della società contempora-nea, un palcoscenico vivente in cui tutti ipersonaggi esibiscono i propri esperi-menti riusciti, trucchi smascherati eacrobazie maldestre proprie dell'arte delvivere sociale. Una meravigliosa occa-sione per raccontare la società in cui vi-viamo e per mettere in mostra vizi e vir-tù dell’uomo attraverso le attraverso le-mille pieghe dell’animo umano.

MISANTROPO di Molière. Traduzione, adatta-mento e regia Francesco Frangipane con ArcangeloIannace ; Massimiliano Benvenuto; Vincenzo De Mi-chele; Vanessa Scalera; Sara Andreoli; Silvia Salvato-ri; Matteo Quinzi; Pierpaolo De Mejo; musiche eDJ Set Antonello Aprea; scenografia Francesco Ghi-su; costumi Cristian Spadoni; light designer Giusep-pe Filipponioi versi recitati sono del poeta Norber-to Fratta Pumpuli. (Progetto di UFFICI TEATRALI, conil contributo di ARGOT PRODUZIONI, in collaborazio-ne con Argostudio e Carrozzerie n.o.t. - ROMA,TEATRO LE CARROZZERIE N.O.T. (15-24 ottobre 2015)

TeatroeCritica.netFrancesco Frangipane autore vero ne Il Misantropo2015-10-23 13:10:00 Lucia Medri

Francesco Frangipane è autore e regista de Il Misantropo ovvero liberiesperimenti dell'arte del vivere sociale il cui debutto nazionale è statopresentato negli spazi di Carrozzerie Not. Recensione.

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FotoManuela Giusto[/capt ion]

Quanto poco sappiamo gli uni degli alt ri e quanto invece pretendiamo diconoscere, analizzare, giudicare, arrogarci il dirit to di dire sempre, in ognicaso, inevitabilmente, la tanto agognata ult ima parola. Perché prediligiamo leconclusioni, gongoliamo nell'ascolto sì ma quello riservato esclusivamente allenost re parole che amiamo far risuonare ad alta voce per farle sent ire e perrisent irle noi stessi, in una prat ica che rasenta a t rat t i quella masturbatoria. Epoi la maschera, l'immancabile compagna, ipocrita fortezza nella quale cinascondiamo e ci aggrappiamo con la speranza di darci un'incoerenteparvenza di essere. Ci diciamo di essere. Materiale incandescente, ComédieHumaine sempre at tuale, quello scandagliato nel classico Le Misanthrope oul'Atrabilaire amoureux di Molière at t raverso le sot terranee e cont raddit toriepsicologie dei personaggi, e messo in most ra nel vernissage alcolico econcet tuale de Il Misantropo ovvero liberi esperimenti dell'arte del vivere sociale.Lavoro t radot to, adat tato e diret to da Francesco Frangipane, il cui debut tonazionale è stato presentato (e lo sarà f ino alla prossima domenica) neglispazi di Carrozzerie not, che per due set t imane di seguito stanno

regist rando il t ut to esaurito per quello che oramai sembra essere un successoconclamato. Il Misant ropo – come sot tolineato dal regista ai microfoni delprogramma radiofonico L'ultimo nastro di Krapp – è stato creato insieme alcollet t ivo Uf f ici Teatrali, innanzitut to «un gruppo di amici che si riunisce perlavorare insieme» e prodot to da Argot Produzioni. Frangipane regista loavevamo incont rato già nel 2011 con Prima di andar via che insieme a Dall'altodi una fredda torre e L'ora accanto (in scena a gennaio 2016 e prodot tocongiuntamente da Argot Produzioni, Teat ro dell'Orologio e Carrozzerie not )compongono la Trilogia di Mezzanotte scrit ta dall'autore Filippo Gili.Puntualizzazioni doverose ut ili a comprendere come il lavoro di Frangipane siinserisca all'interno di una rete consolidata di teat ri e f igure professionali, ingrado di sostenere anno dopo anno tanto gli sforzi creat ivi quanto quelliprodut t ivi.

[capt ion id="at tachment_71624" align="alignright " width="450"]

FotoManuela Giusto[/capt ion]

Considerate simili f ondamenta che sostengono la prat ica regist ica e in questocaso anche autoriale, Il Misant ropo non può che presentarsi come unospet tacolo in grado di osare con discrezione, mantenendo un puntualeequilibrio drammaturgico art icolato at t raverso una scrit tura scenicaintelligente e rigorosa. Invitat i a sederci nel bel mezzo della scena cherappresenta il vernissage di Oronte con tanto di djset (musiche mixate daAntonello Aprea che vediamo cost ruire una personale presenza scenica) esculture concet tuali che sbucano dai muri e dai t ramezzi; ci lasciamo sf ioraredall'organico di at tori – vest it i in maniera impeccabile con abit i scuriest remamente elegant i – che si muovono e agiscono intorno alla nost rastat icità, riempiendo ogni parte della sala e olt re la sala stessa. Siamospet tatori mut i ma cent ralissimi di una scena di vita e stavolta possiamo soloosservare – osservandoci – questa fauna di uomini e donne che con fare snob

e borghese si studiano, analizzano e recitano t ra di loro la parte piùcongeniale che possa sopravvivere e t rionfare in società. Si ride, si beve e sisfogano le proprie manie isteriche ballando sf renatamente: la musica siinserisce in maniera organica t ra una bat tuta e l'alt ra, viene appositamenterichiesta dai protagonist i che si tuf fano in una danza solitaria che non dialoga.Ognuno si cala in quelli che sembrano individualist ici soliloqui danzat i. Sot t ile,sinuoso e subdolo si agita però il dramma che nel f inale spezzerà la risata escioglierà in lacrime l'amore t radito di Alceste e la f ragilissima corazza diCelimene. Una most ra per most rarsi e vedersi most rare, la cui eleganzapat inata f inirà per ripiegarsi su se stessa e aggrinzendosi svelerà una smorf iadi disgusto e riprovazione.

Il Misant ropo non è mai stato così sincero e t rasparente, Frangipane svelal'ipocisia senza t rucchi o orpelli ut ilizzando un linguaggio informale e pungente.L'azione si snoda senza int ralci, f luendo come la recitazione naturalist ica degliat tori che, se a volte si allontana dall'intelligibilit à, rest ituisce però la veritàdell'emozione. Una sorpresa per chi non conosce il lavoro di questo giovaneregista e autore e una conferma di padronanza del mest iere per chi ne segueil percorso.

Lucia Medri Twit ter @LuciaMedri

in scena alle Carrozzerie not f ino al 25 ot tobre 2015 MISANTROPO _ovveroliberi esperiment i dell'arte del vivere sociale traduzione, adattamento eregia Francesco Frangipane con Massimiliano Benvenuto Vincenzo deMichele Arcangelo Iannace Mat teo Quinzi Sara Andreoli Silvia SalvatoriPierpaolo De Mejo Vanessa Scalera musiche / dj set Antonello Aprea lightdesigner Giuseppe Filipponio scenograf ia Francesco Ghisu costumi Crist ianSpadoni illustrazione Marco Corona graf ica Francesco Gennaro Espositoassistente alla regia Silvia Picciaia assistente scenografo Lorena Curt i iversi di Oronte e Celimene sono del Poeta Norberto Frat ta Pumpuli ArgotProduzioni in collaborazione con Argostudio e Carrozzerie_n.o.t . un proget to diUf f ici Teat rali

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La maschera quotidiana svelata nel Misantropo di Francesco Frangipane

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Santa María (del Buen Ayre)Gotan Project

5:58

Carrozzerie n.o.t, Roma – 15 ottobre 2015

“Quando c’è ipocrisia, c’èsempre l’atmosfera”,scriveva Grotowski. E ineffetti, che ce neaccorgiamo o meno, nellanostra vita quotidiana tuttinoi siamo soliti indossarequella che il Maestropolacco chiamava la“maschera sociale” -necessaria in realtàall’instaurarsi dei rapporti -ché se fossimo davverotutti sinceri l’uno conl’altro, chissà cosasuccederebbe. Forsediventeremmo tutti comeAlceste, il protagonista delMisantropo di Molière, unpersonaggio amareggiatodalla vita, ostinatoidealista non incline aicompromessi, “più sinceroche corretto” e diconseguenza condannato

all’incomprensione altrui e alla solitudine.

Ora è proprio Alceste, insieme a tutta l’umanità che lo circonda, a tornare nelMisantropo adattato e diretto da Francesco Frangipane (Argot Produzioni). Lungidal trovarci nella Francia del Seicento, attori in abiti eleganti ci introducono invecein quella che sembra una festa dell’alta società a noi più familiare. Un ambientebianco, asettico, a metà strada fra una dance-hall e un sofisticato museo d’artecontemporanea, come sembrano confermare le “opere d’arte” che rifanno il verso aun determinato ambiente artistico (scenografia Francesco Ghisu). In questaatmosfera vagamente allucinata alla Kubrick, sgabelli sparsi per tutta la stanzaazzerano la distanza fra attori e pubblico, decentrando la regia in un costanteflusso di movimento senza un fulcro stabile.

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1 di 3 20/10/15 14:34

Fra risate perfide, pettegolezzi impastati di spritz e l’ennesimo ballo selezionatodal dj in sala, si susseguono allora le false promesse d’amore dell’affascinanteCelimene (Vanessa Scalera) all’innamorato Alceste (Arcangelo Iannaca), paroleche dicono il contrario di quello che intendono, adulazioni di convenienza. Ecome quelle opere esposte nella scenografia, sotto la cui aura concettuale sinasconde il nulla, così sembra succedere anche ai personaggi, che svelanol’impietosa superficialità di una vita costruita sull’apparenza. Frangipane, nonprivo di ironia, trasferisce la vacuità di queste esistenze dalla corte francese almondo dello spettacolo odierno, rappresentanti di una classe socialeopportunista e arrivista - priva di uno spessore umano più profondo.

In scena il tempo scorre veloce e serrato, anche se in realtà nulla sembraaccadere se non nell’evoluzione interiore dei personaggi; così, quando Celimenerifiuta l’ultima offerta di un Alceste affranto dal tradimento di vivere insiemelontano dalla società, qualcosa dentro di lei si è spezzato. “Ci sono momentiinfatti in cui siamo davvero sinceri - sempre nelle parole di Grotowski - ed èquando amiamo e quando la disgrazia ci tocca.” Alla fine, in Celimene, questi duemomenti sembrano coincidere.

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2 di 3 20/10/15 14:34

Quella maschera sociale che in teatro si frantuma per dare vita alla verità,paradossalmente è qui amplificata per smascherare quegli stessi comportamentiche mette in scena. Frangipane colloca il pubblico in una posizione di testimoneoculare privilegiato, non tanto degli attori, quanto delle proprie stesse reazioni.Costretto a guardarsi in faccia, il pubblico è così invitato a sondare le propriereazioni di fronte alla rappresentazione di quella falsità “necessaria” di cui sinutre ogni rapporto.

Sarah Curati

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Paper Street - La maschera quotidiana svelata nel Misantropo ... http://www.paperstreet.it/cs/leggi/misantropo-francesco-frang...

3 di 3 20/10/15 14:34

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IL MISANTROPO: LA RECENSIONE

Non si può fare un pensiero sulla nostra società attuale, senza almeno per un secondo

pensare a Molière.

Forse è stato questo il pensiero di Francesco Frangipane quando ha deciso di mettere in

scena Il MMiissaannttrrooppoo alle Carrozzerie N.O.T.

Lo spettacolo si svolge all’interno di uno spazio dove il pubblico si mischia all’attore quasi

con il dovere di dover essere parte giudicante di un sistema che non può rimanerci poco

Lo spaccaTV Il Misantropo psichedelico: la recensione http://www.lospaccatv.it/il-misantropo-la-recensione/#

1 di 8 02/03/16 15:29

familiare.

Gli attori si muovono in un ambiente non definito, un punto d’incontro che potrebbe essere

un locale, vestiti in modo completamente dissonante l’uno dall’altro, dallo smoking indos-

sato da Filinte al vestito eccessivo e del tutto fuori luogo di Celimene, proprio come a sotto-

lineare un’epoca non decifrabile, appunto come il contesto in cui si svolge la storia.

GGllii aattttoorrii ssii ssccaammbbiiaannoo bbaattttuuttee aall vveettrriioolloo,, ddoovvee ttuuttttiiii ddiiffeettttii uummaannii vveennggoonnoo rriiddiiccoolliizzzzaattii,, sseennzzaa mmaaii ffaarrcceennnnoo aaii pprreeggii,, ssii vvoollggee sseemmpprree aa uunnoo ssgguuaarrddooccrriittiiccoo mmaaii ccoossttrruuttttiivvoo,, bbeennssìì vvoollttoo aa ddiissiinntteeggrraarree llaappeerrssoonnaalliittàà ddeellll’’aammiiccoo pprreessoo ddii mmiirraa,, cchhee aa ssuuaavvoollttaa vviivvee iiggnnaarroo ee ssii ddiiffeennddee aalllloo sstteessssoo mmooddoo..

Frangipane è ben attento al contorno di questi risvolti, dove la musica, sempre presente, fa

da intervallo tra una battuta e l’altra, dando forza e convinzione all’attore stesso che più

balla più si sente forte nel dirle, forte di una prepotente vigliaccheria.

Una forte accusa alla società borghese moderna, dove le amicizie sono sempre strumen-

talizzate e mezzo di scambio per favori fatti al fine di un prestigio e un’esclusività che ci ele-

va al di sopra degli altri, non permettendo di esprimerci in maniera disinteressata e quindi

sincera. Questa era l’insofferenza che Molière voleva mettere in scena, l’abito stretto che

non voleva più indossare.

Lo spaccaTV Il Misantropo psichedelico: la recensione http://www.lospaccatv.it/il-misantropo-la-recensione/#

2 di 8 02/03/16 15:29

(http://www.lospaccatv.it/wp-content/uploads/2015/10/tea.jpg)

EE qquueellll’’iinnssooffffeerreennzzaa llaa mmeettttee iinn bbooccccaa aadd AAllcceessttee,,cchhee vviieennee ccrriittiiccaattoo ddaaii ssuuooii aammiiccii,, oovvvviiaammeenntteeiinnccaappaaccii ddii ccoommppoorrttaarrssii ddiivveerrssaammeennttee ddaa ccoommeehhaannnnoo sseemmpprree ffaattttoo,, aavvvveelleennaannddoossii ll’’uunnoo ccoonn ll’’aallttrroo,,aattttrraavveerrssoo ccrriittiicchhee ssppiieettaattee.. IIll ddiiaallooggoo ttrraa AAllcceessttee eeFFiilliinnttee,, ccii mmeettttee ssuubbiittoo iinn cchhiiaarroo iill mmeessssaaggggiioo ddiirreettttooeedd eesspplliicciittoo ddeellll’’ooppeerraa..

Ma Alceste attraverso la sua ossessionante sincerità, diventa a tratti ridicolo cercando di

essere fedele e rigoroso alle parole che rivolge agli altri. Infondo la sincerità non ha biso-

gno di essere sempre sottotitolata, si esprime molto più efficacemente attraverso gesti

coerenti e significativi, mentre Alceste non riesce a sottrarsi dal contesto in cui vive, inna-

morandosi di una donna che è l’esatto opposto di quello che dovrebbe, secondo la sua

morale amare.

All’uscita dello spettacolo improvvisamente viene uno strano desiderio, quello di sottrarsi

nel bene o nel male a i soliti convenevoli nei confronti di attori e registi che sinceri o disone-

sti che siano, appaiono sempre un po’ falsi. Con questo dubbio Il Misantropo Psichedelico

ci saluta da lontano con la mano.

La traduzione, l’adattamento e la regia de Il MMiissaannttrrooppoo psichedelico è di Francesco Fran-

gipane; nel cast Massimiliano Benvenuto, Vincenzo De Michele, Arcangelo Iannace, Mat-

Lo spaccaTV Il Misantropo psichedelico: la recensione http://www.lospaccatv.it/il-misantropo-la-recensione/#

3 di 8 02/03/16 15:29

teo Quinzi, Sara Andreoli, Silvia Salvatori, Pier Paolo de Majio, Vanessa Scalera. Musiche-Dj

Set a cura di Antonello Aprea, scenografia Francesco Ghisu, costumi Cristian Spadoni.

La produzione è di Argot, in collaborazione con Argostudio e Carrozzerie N.O.T.; il progetto

di Uffici Teatrali.

Crediti fotografici: Manuela Giusto

Misantropo (http://www.lospaccatv.it/tag/misantropo/) , teatro (http://www.lospaccatv.it/tag/teatro/)

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Antonella Cori (http://www.lospaccatv.it/author/antonella-cori/)

Nata a Roma, inizia la sua formazione artistica frequentando una scuola di teatro ‘La Scaletta’, che ha dato il

via a noti attori e personaggi dello spettacolo, ma non a lei, che mossa dal suo spirito tormentato, si stanca di

provini e sgomitate e si iscrive ad un corso per filmmaker, organizzato da una nota rivista seguita da “nerd”

del cinema. Si butta quindi nel mondo della regia, finché non trova l’occasione lavorativa che tanto cercava,

ed inizia a collaborare con la Rai. Tutt’ora questo rimane il suo lavoro, ma il tormento cresce, vuole provare a

scrivere quello che ha sempre amato e raccontare con lo sguardo ed il corpo: il cinema ed il teatro, le sue ve-

re passioni, che l’hanno fatta arrivare fin qui.

Leggi tutti i post di Antonella Cori (http://www.lospaccatv.it/author/antonella-cori/)

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Lo spaccaTV Il Misantropo psichedelico: la recensione http://www.lospaccatv.it/il-misantropo-la-recensione/#

4 di 8 02/03/16 15:29

Ogni nuova messinscena di uno spettacolo necessita sempre di buone motivazioni per giungere dritti al cuore di colui che si predispone alla visione. Il gruppo Uffici Teatrali nasce proprio con questi sani intenti e rinnovate volontà. Un gruppo di artisti che converge le proprie idee e le proprie forze in un ambizioso progetto comune. Mettere in circolo sinergie provenienti da traiettorie diverse non escludendo il pubblico che deve avere parte attiva in questa direzione. Non più barriere fra spettatori e attori, tutti sono coinvolti in un percorso emotivo e costruttivo per recuperare l’antica funzione del sacro evento teatrale. Nessuno scarico di responsabilità, tutti hanno un onere e un peso non indifferente nel Manifesto espresso dall’energico gruppo. E se la scelta di inscenare presso Carrozzerie_n.o.t ricade su Il Misantropo di Moliere

risulta essere un ulteriore approfondimento delle loro cause ed aspirazioni.

Misantropo/Liberi Esperimenti sull’Arte del Vivere Sociale diventa quindi un territorio esplorativo sui rapporti smascherati fra personaggi in eterno conflitto fra loro. In fondo chi è Alceste protagonista della commedia? Un uomo che fra mille contraddizioni cerca di essere coerente con i propri principi e per far questo deve mettersi a nudo, anche davanti a Celimene, la donna che tanto ama. Un bestiarium vario di umanità lo assilla e lo asfissia nella sua ricerca forsennata della verità. Quella di Alceste non è in fondo misantropia quanto piuttosto un desiderio di mettere a posto le cose fra gli uomini e fra quelle districarsi con meno ipocrisie o falsità. La sua ambizione e/o ricerca per la scrittura rimane una problematica intima e riservata da non mostrare in pubblico, lui non è un presenzialista, e quando Oronte gli chiede un parere sui suoi versi declamati in pubblico non può fare a meno che esplodere con tutta la propria forza per esprimere il disappunto ed il disprezzo.

Ambientato fra Performing Art, Vernissage e Dj Set, nel sempre suggestivo spazio di Carrozzerie_n.o.t, Francesco Frangipane regista e cuore del gruppo, opera innanzitutto un intervento chirurgico fondamentale, alla Tim Crouch, sul testo in cinque atti di Moliere, prosciugandolo di tutti gli inutili minuetti, e restituendocelo quasi come un testo contemporaneo agile, lucido e terribilmente spietato. I personaggi seppur ridotti all’essenzialità assumono un peso determinante all’inevitabile e repentino epilogo amarostico. Alceste condannato all’esilio non solo legalmente, per una bega burocratica, ma anche da colei in cui aveva riposto il suo cuore e il suo amore ma che glielo restituisce contaminato dalle incoerenze del vivere quotidiano. Un gruppo affiatatissimo ed eterogeneo, elegantissimi si aggirano disinvolti fra sentimenti e contraddizioni di sempre di una società che ti vuole uniformato, calpestando senza scrupoli quel poco che una mosca bianca aveva provato a salvaguardare di se stesso, in relazione al proprio intimo più segreto e nei rapporti col mondo esterno. E Arcangelo Iannace con un sorriso raggelato sul volto ci riconsegna un Alceste nuovo, intrigante, affascinante, seduttivo, quasi quasi viene voglia di seguir lui nel suo esilio e di metter da parte ogni falsità e convenzione.

IL MISANTROPO SECONDO FRANCESCO FRANGIPANE

Posted ottobre 25th, 2015 by Mario Di Calo & filed under Cultura e spettacolo , Teatro

.

Il Misantropo secondo Francesco Frangipane http://www.femaleworld.it/il-misantropo-secondo-francesco-frangipane/

1 di 1 02/03/16 15:54

La vita è un party ma Alceste non ci sta IL MISANTROPO, ovvero l/bari esperimenti dell'arte del vivere sociale, di Molière. Tr-aduzione, adattamento e regia di Francesco Frang.ipane. Scene di Francesco Ghisu. Gostumì dì Christian Spadonì. l uci di Giuseppe Fillpponìo. Con Massimiliano Benvenuto, Vincenzo De Michele, Arcangelo lannace. Matteo Quinzi, Sara Andreoli, Silvia Salvatori, Pier Paolo De Mejo, Vanessa Scalera. Prod. Argot Produzjoni. ROMA.

IN TOURNÉE

~ 11 MISantropo che non ti aspelll e che ti arrova addosso m tutta ta sua pro· rompente modernrtà l ~rando classoct. St sa, hanno '"sé 11 dono dJ attraversare il tempo e lo spazto. e anche d1 resistere ,alle manopolaztono poù azzardate mante· 11endo ontatto quel noccoolo duro che h rende immortali Vero però è che c'è modo o modo do attualizzare. Equo sta la bella sorpresa dell'operazoone reahz· ~ata da Francesco frango pane. capace con intelligenza e rigore di far risplen· dere le parole do Mollère. calandole sen· 2a forzature ed esasperazton' 10 un ogg, dove l'opocrosoa della buona socoetà tro· va 11 suo habrtat naturale '"un eterno party. do cui noo spetta ton. sparpagliati a sedere per tutta la sala. soamo muti testimoni a cond1v1dere lo spaz1o 10 co1 a$oscono gh atton ne Cerromrie Not do Roma. ma potrebbe essere un qualstast locale. bar. salone. certo non un teatro a scena fl'<lntale). Della vocenda sono mantenuti solo 1 momenh essenz1ah e gli snodo relazionali fra ol "duro e puro" !llceste. l'amoco fidato e sua (ìn)ascolla· la coscienla critica Filinte. il vanes10 Oronte e la frovola quanto crudele Celi· rnene. Il foro mll1cu. nella lettura reg1sb· ca di Frangopane. é quello do una bor· ghesoa snob. che dwode Il suo tempo fra grav1ty yoga o n una porcilaia rimoder· nata. vernissage, feste. selfie. alcolict, conversaz10n1 vuote c comportamenti 'asullo. la musoca da fs) ballo {dj set do Antonello Apreal e o dronk !anno da scu· do e maschera aU'orma1 cromca tncapa· cità di essere se stesst Ottima la prova do tutta la compagnoa. guodata con ma· no ferma. ma non mvassva. verso un m1· nimaltsmo non di maniera e <h grande effic.acia Perfetto anche il rotmo. serra· to e awmcente, che conduce la stona verso un ftnale amar,sstmo. dove c1a· sct~no r1ceve fa sua dose di ca t hver1e, o

mustca sempre o•u • •O er-·a .... Claudia Cannella