Elio Dovere

MEDICINA LEGUM I

MATERIALI TARDOROMANI E FORMAE DELL ’ORDINAMENTO GIURIDICO

Prefazione di Giovanni de Bonfils

Cacucci Editore - Bari 2009

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Prefazione

VII

Prefazione Un lungo identico percorso di studio e di lavoro lega gli otto

saggi che Elio Dovere ha inteso pubblicare insieme per rispondere, probabilmente, a una duplice esigenza: conservarli tutti assieme e dare al lettore quella visione unitaria che gli consentisse di porre in giusta luce i motivi che avevano condotto la sua ricerca per lunghi difficili anni.

Nella rarefatta storiografia tardoantica Elio Dovere ha sempre cercato spunti, suggestioni, ma soprattutto testimonianze tese a penetrare e ricostruire un diritto romano poco studiato. Questo diritto è una nozione vasta e complessa per le realtà varie e articolate che si celano sotto una sintetica etichetta: una storia di mille anni che corrisponde a società estremamente distanti per il diverso sviluppo dei mondi che rap-presentano.

Le capanne attorno al Tevere si trasformano rapidamente in splen-didi palazzi di marmi pregiati e poi nelle reggie cariche di oro e sfar-zosi colori di Ravenna e Costantinopoli: tutto questo non avviene senza un radicale sviluppo del diritto. Per lungo tempo, invece, si è rappresentato e usato il diritto romano come un prodotto statico, senza percepire i fattori generanti di esso e senza studiarne le cause che lo avevano originato.

Per contro, Elio Dovere ha dedicato questi saggi scritti tra il 1992 e il 2008 alla ricerca di motivazioni e delle fattispecie generatrici. Il suo ricorso a fonti che non hanno mai suscitato entusiasmi nel panorama degli studi di diritto romano dà la prova di questa sua esigenza di inve-stigare sulle premesse, sulle circostanze.

Nelle sue pagine il lettore leggerà nomi di imperatori poco noti: Marciano, Leone, Zenone, Anastasio che per ben quasi trent’anni sedette sul trono di Costantinopoli. Elio Dovere mostra come il regno di questi principi non possa non aver segnato in modo significativo la nor-mazione del nuovo impero di Roma e, di conseguenza, preparato quel monumento giuridico giustinianeo che è il Corpus Iuris Civilis.

Prefazione

VIII

La sua lettura attenta dei Padri della chiesa, e specialmente di alcune Storie ecclesiastiche, un autonomo serbatoio di notizie anche per la storia giuridica, gli ha poi consentito di porre alla giusta distanza la legislazione rispetto ai fatti narrati.

Gli otto saggi rappresentano pertanto un concreto passo avanti verso la conoscenza di un mondo spesso ritenuto minore e quindi di secondaria importanza.

GIOVANNI DE BONFILS

Premessa

IX

Premessa Sono venticinque anni che la mia attenzione è rivolta allo studio

dell’ordinamento tardoantico, e in special modo di quel tratto di esso snodatosi lungo il V secolo, ancora oggi il meno indagato dagli speciali-sti del ius Romanorum. Mi è sembrato, dunque, che potesse non essere superfluo convocare quanto prodotto in maniera sparsa, sebbene nel tempo stabilmente cadenzata, sulla realtà tra i decenni della dina-stia teodosiana e lo scorcio finale dell’età pregiustinianea: un mondo situato all’interno di una storia culturale di globalizzazione i cui echi, nei testi letterari greci e latini, giuridici e non, sono ancora oggi distin-tamente percepibili.

Nonostante lo sforzo costante di comunicare a tutti i ricercatori dell’Antico i risultati di indagini storico-giuridiche condotte con metodo-logia davvero interdisciplinare – non a caso quasi ognuno degli studi raccolti ha avuto più occasioni di stampa, e ciascuna miratamente pre-scelta per ‘settore’ onde consentire il dialogo non solo coi romanisti –, soltanto la messa a contributo in unum dei risultati di tale lavorìo (che comunque continua e, anzi, si intensifica) dà forse l’idea di essere il modo migliore per consentire di cogliere frutti non sterili. Essa permette di sottoporre all’attenzione del consesso scientifico e, insieme, all’impegno degli studenti un aggregato di documenti, un mosaico di problemi, qualche opzio-ne interpretativa, taluni tentativi di soluzione.

Questa operazione intende mostrare tutta l’ampiezza, la profondi-tà, la complessità delle sollecitazioni tuttora provenienti da un tempo solitamente guardato con occhi distratti dalla ricerca eppure, per i suoi molti e sfaccettati fermenti, tanto vicino ai nostri anni. Due epoche, la nostra e quella tardoromana, esuberanti – nei punti di faglia dell’equilibrio sociale e nei luoghi strutturalmente situati alle frontiere – di molti depositi di ribellismo, di ricorrenti fenomeni imitativi, di non poche leaderships subitanee, di tanta violenza come sfogo a sofferenze prive di prospettiva.

Premessa

X

Interrogativi di stretto riguardo giusromanistico, in considerazione della coeva cultura pervasivamente religiosa affrontati pure con minuzio-sa attenzione patristica e canonistica, rivelano la ricchezza della possi-bilità di lettura delle fonti non più ‘classiche’. Pagine disparate per periodi e provenienza – dalle leges costantiniane alla storiografia bi-zantino-medievale di Niceforo Callisto Xantopulo, dalle rubriche del Codex Theodosianus alle Appendici degli Acta calcedonesi, dai trattati gelasiani alle novellae di Giustiniano – osservate in prospetti-va nuova, ovverosia con disponibilità da parte del giurista a cercare, magari anche nella storia della teologia, la risposta ai quesiti posti dai modi della normazione, appaiono capaci di lumeggiare facce diverse e finora oscure del tardo ordinamento dei Romani.

La collezione di studi, segmentata per scelta editoriale ma ideal-mente tutta recintata dall’immagine significativa della «medicina le-gum» offertaci dall’imperatore Marciano, oltre a costituire un comodo repertorio per i sempre più numerosi indagatori dell’evo tardoantico può forse altrimenti essere utile. La si può pure percepire, per esempio, come il tentativo di rappresentare in modo oggettivo la traccia esplicita di un percorso di crescita scientifica; non a caso i saggi, giammai rimaneggiati nel contenuto né aggiornati (spesso appena formalmente amalgamati e modificati solo nei titoli), non appaiono radunati seguendo una cronolo-gia antica oppure dietro a un preciso percorso storico. Essi, seppure intorno a nuclei ben raggrumati – critica del testo, ordinamento e sua stabilizzazione, prassi costituzionale, Credo cristiano e politica norma-tiva –, nel loro ordine descrivono solo una personalissima linea tempora-le di ricerca.

La raccolta, in contemporanea, può anche essere assunta come te-stimonianza coerente di una salda fedeltà intellettuale (e, non in ultimo, all’exemplum fornito da alcuni maestri carissimi: Francesco Paolo Casavola, Franco Amarelli, Lucio De Giovanni, Gianni de Bonfils). Si tratta della manifestazione del permanente attaccamento, nel tempo sempre più consapevole e maturo (e a latere di altro genere di ricerche romanistiche forse più tradizionali), a materiali e questioni disciplinar-mente di frontiera e, quantunque su posizioni di stretto àmbito storico-

Premessa

XI

giuridico, nel passato solitamente assai poco ‘paganti’ se non sull’esclu-sivo piano della ricerca pura.

Il lavoro è dedicato a mio figlio Giorgio ora che, superati i dieci

anni d’età, vorrei che riuscisse a percepire tutta l’importanza della Storia: quella degli uomini e dunque quella dei sistemi del loro vivere sociale.

Napoli, 18 agosto 2009

ELIO DOVERE

Indice

V

Indice

Prefazione pag. VII Premessa » IX Avvertenze » XIII SAGGI 1. La Storia di Evagrio di Epifania per la storia del

diritto » 1

2. Stabilizzazione ordinamentale: spunti in Socrate Scholastikós » 19

3. Tracce di prassi costituzionale nella narratio di Evagrio » 49

4. Formae di rifiuto del principato e consensus in età tardoantica » 89

5. Auctoritas episcopale, ruolo ecclesiale e funzioni civili (secoli IV-VI) » 111

6. Riferimenti giuridici nei Chronica di Vittore di Tunnuna » 135

7. Il Codex Theodosianus come ‘identità’ e ‘apparte-nenza’ » 161

8. Percorsi della legittimità imperiale: il chirografo di Anastasio » 197

Indice delle fonti » 239

Fonti diverse per periodi e provenienza (le leggi del Codex Theodosianus, gli Acta del concilio ecumenico di Calcedonia, i trattati di papa Gelasio, le novellae di Giustiniano I, la storio-grafia bizantino-medievale di Niceforo Callisto Xantopulo: tutte recintate dall’immagine della «medicina legum» tratta da un editto dell’imperatore Marciano) osservate in prospettiva nuova, con disponibilità da parte del giurista a cercare, magari anche nella storia della teologia o presso i Padri della chiesa, la risposta ai quesiti posti dai modi della normazione, appaiono capaci di lumeggiare facce finora oscure del tardo ordinamento dei Romani (secc. IV-V). Peraltro, questa collezione di studi, a testi-monianza di un percorso scientifico interdisciplinare ultraventenna-le e raggrumata intorno a nuclei di ricerca ben precisi (critica del testo, stabilizzazione del diritto, prassi costituzionale, Credo cristiano e politica legislativa), costituisce un comodo repertorio per i sempre più numerosi indagatori dell’evo tardoantico. Elio Dovere è professore ordinario di Istituzioni di diritto romano nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, ove insegna anche Diritto romano e Diritto pubblico romano; nella Facoltà di Diritto civile della Pontificia Università Lateranense è incaricato dell’insegnamento di Esegesi delle fonti del diritto romano. È autore di una vasta produzione scientifica saggistica, recensoria, di curatela editoriale, monografica e multimediale su temi relativi alle origini quiritarie, all’ordinamento romano tardoantico, al diritto giurisprudenziale.