Cooperazione allo sviluppo - America Latina

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IL NUOVO STRUMENTO DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO (DCI) AMERICA LATINA 2007-2013 Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea

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IL NUOVO STRUMENTO DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO (DCI)

AMERICA LATINA2007-2013

Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea

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Il nuovo Strumento di Cooperazione allo Sviluppo DCI – America Latina

Rappresentanza Permanente d’Italia presso la UESito web: http://www.italiaue.org/1 Ottobre 2007

Sito web: III Conferenza Italia America Latinahttp://www.conferenzaitaliaamericalatina.org/it/

Il presente documento è stato redatto da un gruppo di lavoro coordinato dalCons. d’Amb. Tosca Barucco e dal dott. Annibale Marinelli della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UE

Un sentito ringraziamento a

Claudio Mazzetti**, Elisa Fioriti * e Valerio Liberti *

Che hanno collaborato alla stesura

Istituto Nazionale per il Commercio Estero

Unioncamere

Uffici delle Regioni Italiane di Bruxelles

Che hanno collaborato all’iniziativa

Si ringrazia

Agriconsulting Europe SA (membro dell’Associazione di categoria OICE )

* Università degli studi di Perugia (Master in relazioni internazionali della facoltà di Scienze Politiche)** Agriconsulting .Europe SA

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Prefazione

La volontà del governo italiano di rilanciare i rapporti con l’America Latina e Caraibica ha visto un significativo aumento della nostra presenza in questa regione del mondo che potremmo definire il nostro “estremo occidente”, geograficamente lontano, ma a noi assai vicino per un comune patrimonio sociale e culturale e la significativa presenza dei nostri connazionali.

La realtà latino-americana ci pone oggi di fronte a nuovi scenari: crescita sociale ed economica – che auspicabilmente dovrebbe portare ad una diminuzione delle disuguaglianze e della povertà – crescita democratica ed una tendenza ad una maggiore inclusione nella scena politica delle popolazioni sino ad ora marginalizzate.

Possiamo aiutare i nostri amici accompagnandoli con attività di sostegno mirato in settori nei quali possono avvalersi della nostra competenza, e per far ciò, si rende necessario rafforzare il dialogo e promuovere nuovi strumenti di cooperazione reciproca. L’integrazione regionale può favorire in tale ambito non solo la crescita economica, ma anche il progresso sociale delle popolazioni e consolidare lo stato di diritto ed il rispetto dei diritti umani.

Insieme possiamo costruire un nuovo partenariato culturale, economico e sociale imperniato sulla condivisione di un progetto comune che risponda ai reali bisogni delle nostre collettività. I temi strategici del partenariato sono: la ricerca della coesione sociale, lo scambio di esperienze democratiche in ambito istituzionale, il campo economico-commerciale, le grandi reti di infrastrutture nei settori dei trasporti e dell’energia nonchè azioni comuni in campo ambientale.

Queste azioni potranno essere realizzate grazie ad una forte cooperazione tra le istituzioni locali (Regioni, Province, Comuni ed Enti) per affrontare sinergicamente con le ONG le tematiche connesse allo sviluppo sociale e territoriale. Le Università avranno un ruolo strategico nel nuovo dialogo scientifico-culturale. Spetterà a loro vincere la partita in cui lo scambio di conoscenza scientifica si dovrà riversare nei settori della salute, dei servizi e della ricerca applicata, che dovrà essere più sensibile ai bisogni reali di innovazione del settore privato.

La Commissione Europea ci dà la possibilità di partecipare attivamente ai programmi di cooperazione. E' nostro l’impegno di rafforzare anche presso le istanze della UE la presenza italiana sulle tematiche latinoamericane e contribuire ad assicurare l'elevata qualità dei programmi comuni.

Apprezzo l’impegno profuso dalla nostra Rappresentanza a Bruxelles che, coniugando qualificate competenze, ha reso possibile disporre di un documento operativo della nuova strategia della Commissione Europea per l’America Latina per il periodo 2007-2013.

Ringrazio anche le due Direzioni Generali del Ministero degli Affari Esteri – DG per l’Integrazione Europea e DG per i Paesi delle Americhe - che seguono con attenzione da Roma le strategie della Commissione, armonizzandole con quelle nazionali. Ringrazio altresì per il contributo fornito dall’ICE, dall’Unioncamere e dagli uffici a Bruxelles delle Regioni Italiane.

Donato Di Santo

Sottosegretario agli Affari Esteri con delega per l'America latina

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La Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea a Bruxelles ha voluto fornire un nuovo contributo per far conoscere le opportunità che offre la Commissione Europea attraverso il programma di sostegno allo sviluppo dell’America Latina per il periodo 2007-2013. Alla realizzazione hanno contribuito l’ICE, l’Unioncamere e gli Uffici a Bruxelles delle Regioni Italiane che ringrazio vivamente per il loro sostegno.

Questa pubblicazione, che viene presentata in occasione della Terza Conferenza Nazionale sull’America Latina, si inserisce in una serie di “quaderni” rivolti agli attori nazionali, per facilitare la loro partecipazione ai programmi comunitari e fa seguito alle due pubblicazioni precedenti: quella inerente la politica di vicinato (ENPI) e quella relativa alla politica di pre-adesione (IPA).

La pubblicazione dedicata all’America Latina sintetizza le modalità per partecipare ai bandi comunitari, fornisce utili elementi per risultare vincenti ed analizza la programmazione regionale e sub regionale oltre alle strategie per singolo paese. I settori principali in cui si andrà a concentrare la futura azione comunitaria in America Latina sono: la coesione sociale per ridurre le ineguaglianze e l’emarginazione, l’integrazione regionale; con una forte componente di cooperazione economica; la collaborazione in campo culturale e l’istruzione superiore.

Occorrerà quindi uno sforzo comune per cogliere queste opportunità ed i nostri servizi sono a disposizione degli operatori, delle Amministrazioni centrali e periferiche, degli Enti territoriali, delle Università, dell’imprenditoria privata e delle ONG per ogni ulteriore arricchimento informativo. Con la collaborazione di tutti i soggetti interessati sarà possibile far compiere al Sistema Italia un salto di qualità per una maggiore presenza in un Continente quello latino-americano, che ha sempre rappresentato per il nostro Paese un importante riferimento culturale ed economico.

Rocco Antonio Cangelosi

Rappresentante Permanente d’Italia

presso l’Unione Europea

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INDICE

Prefazione...........................................................................................................................4

Prospettive di partecipazione degli attori nazionali:.............................................................8

fonti normative e riferimenti operativi.......................................................................................8

1. Introduzione....................................................................................................................8

2. Come partecipare alle opportunità offerte dai nuovi strumenti per gli aiuti esterni 9

2.1 I bandi di gara..........................................................................................................................10

2.2 I contratti quadro (FWC)........................................................................................................11

2.3 Gli Inviti a presentare proposte (Call for Proposals).....................................................12

3. Chi sono gli attori chiamati a partecipare?................................................................14

3.1 Pubblica Amministrazione/ Istituzioni/ Università.........................................................14

3.2 Imprese......................................................................................................................................14

3.3 Le Organizzazioni non governative...................................................................................15

4 Operatività: cosa fare per risultare vincenti................................................................15

4.1 Conoscenza Paese.................................................................................................................15

4.2 Lettera di interesse (Loi).......................................................................................................17

4.3 La gara (il tender)....................................................................................................................17

5. Operatività: cosa non fare per risultare vincenti.......................................................18

5.1 Scarsa conoscenza delle reali necessità locali..............................................................18

5.2 Concentrarsi su troppe iniziative contemporaneamente.............................................19

5.3 Non curare la qualità degli elementi chiave di un’iniziativa........................................19

5.4 Non programmare accuratamente l’iniziativa.................................................................19

Strategie regionali............................................................................................................21

DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE DELL’AMERICA LATINA 2007-2013........21

DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE DELL’AMERICA CENTRALE 2007-2013. 29

DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE............................................................................33

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DELLA COMUNITA’ ANDINA......................................................................................................33

2007-2013.........................................................................................................................................33

DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE DEL MERCOSUR..........................................36

Strategie Paese.................................................................................................................40

CSP ARGENTINA 2007-2013.......................................................................................................40

CSP BOLIVIA 2007- 2013.............................................................................................................44

CSP BRASILE 2007-2013.............................................................................................................48

CSP CILE 2007-2013.....................................................................................................................52

CSP COLOMBIA 2007-2013.........................................................................................................56

CSP COSTA RICA 2007-2013......................................................................................................60

CSP ECUADOR 2007-2013..........................................................................................................64

CSP GUATEMALA 2007-2013.....................................................................................................68

CSP HONDURAS 2007-2013.......................................................................................................72

CSP MESSICO 2007-2013............................................................................................................76

CSP NICARAGUA 2007-2013......................................................................................................80

CSP PANAMA 2007-2013.............................................................................................................84

CSP PARAGUAY 2007-2013........................................................................................................88

CSP PERÙ 2007-2013...................................................................................................................92

CSP SALVADOR 2007-2013........................................................................................................95

CSP URUGUAY 2007-2013..........................................................................................................99

CSP VENEZUELA 2007-2013....................................................................................................103

Elenco dei siti utili di carattere generale...............................................................................107

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Prospettive di partecipazione degli attori nazionali: fonti normative e riferimenti operativi

1. Introduzione

Con la nuova programmazione comunitaria dell’aiuto esterno previsto per il periodo 2007-2013, la Commissione Europea (CE) ha ridotto il numero dei precedenti strumenti finanziari, con una conseguente razionalizzazione degli interventi.

I programmi geografici, infatti, sono stati sostituiti da tre nuovi strumenti:

Strumento di Pre-adesione IPA (Pre-Accession Instrument), che sostituisce i programmi PHARE, ISPA, SAPARD, CARDS e il programma specifico della Turchia per la Pre-adesione;

Strumento europeo di partenariato e vicinato ENPI (European Neighbourhood & Partnership Instrument), che copre le aree coperte dai precedenti programmi MEDA e TACIS (quest’ultimo solo in alcune nazioni).

Strumento di cooperazione e sviluppo DCI (Development Cooperation Instrument), che copre tutte le altre aree geografiche: America Latina, Asia, Asia Centrale, Medio Oriente ed Africa del Sud. Il nuovo strumento comprende anche i programmi tematici che si dividono su cinque settori:

o Investing in People (con vari sotto-temi tra i quali l’istruzione e la cultura);o Ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali, incluso energia;o Attori non statali e sviluppo delle autorità locali;o Immigrazione ed asilo;o Sicurezza alimentare.

L’unica eccezione riguarda i Paesi afferenti l’Accordo di Cotonou (ACP), che continueranno ad essere finanziati dal Fondo Europeo di Sviluppo (European Development Fund).

Oltre a questi strumenti, ne sono stati previsti altri più specifici: Strumento per i Paesi Industrializzati ICI (Instrument for Industrialised

Countries); Strumento per la stabilità IfS (Instrument for Stability), dedicato ad azioni di

peace-keeping ed all’aiuto ai Paesi per combattere il crimine organizzato od il terrorismo;

Strumento per promuovere la democrazia ed i diritti umani nel mondo (Instrument for the promotion of democracy and human rights).

Questa razionalizzazione della programmazione segue la profonda ristrutturazione avvenuta all’interno della CE delle responsabilità amministrative e gestionali sugli aiuti esterni (Ufficio di cooperazione EuropeAid, DG Relazioni esterne, DG Sviluppo, DG Allargamento, DG ECHO). Bruxelles svolge un ruolo sempre meno centrale, anche da un punto di vista decisionale, nella realizzazione dei programmi.

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Nello specifico:

Deconcentrazione La deconcentrazione è il trasferimento della responsabilità e competenze gestionali, contrattuali ed amministrative, che prima venivano gestite esclusivamente da Bruxelles, alle Delegazioni della Commissione Europea. Terminata da qualche anno, la deconcentrazione ha fatto sì che quasi tutte le specifiche iniziative intraprese all’interno degli aiuti ai beneficiari fossero direttamente gestite dalle varie Delegazioni della Commissione Europea presenti nei vari paesi.

Decentralizzazione La decentralizzazione è il trasferimento della responsabilità e delle competenze gestionali, contrattuali ed amministrative che prima venivano gestite esclusivamente da Bruxelles o dalle Delegazioni della Commissione Europea ed ora dagli attori pubblici locali.Un altro aspetto significativo della razionalizzazione della programmazione concernente gli aiuti esterni è dato senza dubbio dall’armonizzazione nella stesura dei documenti chiave dai quali nascono le diverse politiche per i diversi paesi e di conseguenza anche i relativi bandi di gara. A questo riguardo, la CE ha creato l’interservice Quality Support Group (iQSG), che ha la funzione di sviluppare guidelines armonizzate e di vagliare i documenti di programmazione secondo criteri di qualità e consistenza. L’iQSG ha creato in questo senso il Common Framework for Country Strategy Papers (CSP Framework):http://ec.europa.eu/comm/external_relations/reform/document/framecsp_06_01.pdf.Questo documento, di fondamentale importanza, identifica le linee guida ed i formati standard a cui i documenti di programmazione comunitaria devono attenersi, ed indica allo stesso tempo, i minimi requisiti che tali documenti di programmazione devono possedere per soddisfare i criteri CE. In questa direzione va anche il Work Programme o National Indicative Programme (NIP), uno strumento di gestione che copre normalmente un periodo di alcuni anni (3-4) ed identifica e definisce, utilizzando criteri di trasparenza, le aree/ settori selezionati con le relative risorse.

2. Come partecipare alle opportunità offerte dai nuovi strumenti per gli aiuti esterni

Una volta analizzato il panorama comunitario dei programmi rivolti ai Paesi beneficiari, è possibile far chiarezza su quali siano le principali opportunità operative che tali programmi potranno offrire ai diversi “sistemi paese” dell’UE ed ai loro attori. Il target di attori a cui la CE si indirizza per la realizzazione/ implementazione dei programmi è rappresentato dalle seguenti realtà:

Pubblica amministrazione/ Istituzioni/ Università; Imprese Organizzazioni non governative.

A questo riguardo, l’elemento che più di ogni altro dovrebbe spingere i differenti attori ad unire le loro specificità per aumentare la competitività del “sistema Italia” è legato alle prospettive che ogni singola commessa porta con sè. Le iniziative CE possono rappresentare un volano fondamentale per la crescita e lo sviluppo del “sistema Italia” nei paesi che beneficiano degli aiuti esterni comunitari. Una presenza costante e duratura nei singoli paesi può infatti aprire nuovi orizzonti di crescita alle diverse aziende, che beneficeranno di informazioni e possibilità inedite. Questa prospettiva può quindi rappresentare nel medio-lungo periodo un elemento di sviluppo chiave per tutti gli attori del “sistema Italia”, dalla Pubblica Amministrazione, al settore privato alle organizzazioni

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non governative.

Le principali opportunità risultano presentate dalla CE nelle seguenti forme: Bandi di gara per servizi, lavori e forniture (Call for Tender); Contratti quadro (FWC); Inviti a presentare proposte (Call for Proposals).

2.1 I bandi di gara

I bandi di gara sono gare d’appalto con cui la CE richiede la fornitura di un certo servizio, sia esso di natura intellettuale o materiale. Nel caso dei bandi di gara, tutte le informazioni necessarie per parteciparvi sono facilmente accessibili e vengono pubblicate sulle gazzette ufficiali della CE. A questo riguardo, la via più rapida e sicura per essere sempre aggiornati su specifici bandi di gara come su ogni nuova iniziativa, è rappresentata dal sito web dell’Ufficio di Cooperazione della CE, dove è a disposizione un motore di ricerca dedicato esclusivamente a tali informazioni: http://ec.europa.eu/europeaid/cgi/frame12.pl.

I bandi sono divisi tra le diverse aree geografiche in cui opera la CE ma anche tra programmi e settori (ad esempio lo sviluppo rurale piuttosto che l’istruzione).

Un bando di gara si struttura secondo uno schema ormai ben consolidato: i soggetti interessati vengono chiamati a manifestare un interesse per un determinato servizio. Chi riesce a superare questa prima selezione (criteri di eleggibilità tecnica ed amministrativa), viene inserito in una lista ristretta di candidati (4-8 concorrenti) che vengono invitati a proporre un’offerta tecnica e finanziaria. La miglior offerta si aggiudicherà l’appalto che verrà finanziato al 100% dalla CE. E’ importante sottolineare che, nella valutazione delle offerte, il peso ponderale nella valutazione complessiva si attesta all’80% sulla qualità dell’offerta tecnica ed al 20% sull’offerta finanziaria (per un totale di 100).

I tempi di un’iniziativa (schematizzati nella tabella seguente), indicano una previsione sulla tempistica di pubblicazione delle attività inerenti il bando di gara. L’iniziativa verrà ufficialmente pubblicata (Procurement Notice) a partire dal trentesimo giorno di calendario successivo alla pubblicazione già effettuata tramite il Forecast e sarà resa nota la Procurement Notice. Da quella data (Procurement Notice) si avranno 30-40 giorni per manifestare l’intenzione a partecipare all’iniziativa con una Letter of Interest (Loi). In base alla Lettera di interesse la CE selezionerà una lista ristretta di candidati (max 4-8 concorrenti) che verranno successivamente invitati a proporre una offerta tecnica e finanziaria nei successivi quarantacinque giorni.

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La gara (schematizzata nelle due tabelle successive) inizia dunque con la preparazione della Lettera di Interesse (Loi). In questa fase, gli interessati a partecipare all’iniziativa, cercano di consorziarsi per rafforzare la propria candidatura. Una volta finalizzata l’entità del consorzio, si procede alla raccolta dei documenti amministrativi necessari a dimostrare la propria eleggibilità tecnica ed economico/finanziaria e si selezionano le referenze. Inoltre, prima che la società capofila del consorzio invii la Loi alla CE, si procede ad un accordo pre-gara (Pre-bid agreement) tra i vari membri. Spesso, questo accordo viene raggiunto attraverso un meeting tra consorzi.

Se la Loi ha dato esito positivo, il consorzio sarà chiamato a produrre la vera e propria offerta tecnica e finanziaria: metodologia delle attività, curriculum vitae degli esperti con cui vorrà implementare e raggiungere gli obiettivi programmati ed un’offerta finanziaria.

2.2 I contratti quadro (FWC)

Il contratto quadro è uno strumento di gestione amministrativa che permette la rapida attivazione di servizi di assistenza tecnica.Attraverso il contratto quadro ci si aggiudica la possibilità di partecipare, per 2-4 anni, a numerose piccole gare ristrette, in cui gli invitati a competere sono soltanto tre attori (tranne rare eccezioni).

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Di fatto, il contratto quadro è uno strumento finalizzato ad implementare missioni di assistenza tecnica nell’esclusivo interesse del beneficiario (ad esempio un Ministero). L’obiettivo del contratto quadro è quello di attivare, attraverso missioni individuali e specifici contratti, missioni di assistenza tecnica con lo scopo di stipulare contratti con esperti del settore. Tali esperti saranno impegnati ad operare in favore dei beneficiari dei programmi di aiuto esterno della CE in tempi molto rapidi (va infatti ricordato che i contratti quadro coprono normalmente tutti i programmi della CE nel settore dell’aiuto esterno). Inoltre, il contratto quadro è uno strumento che agisce su base geografica e multi-settoriale. Le missioni di assistenza tecnica effettuate tramite contratti quadro riguardano tutti i settori previsti dall’aiuto esterno della CE (ad esempio agricoltura, ambiente, sviluppo sociale, educazione, aiuto umanitario, ecc.).

Le iniziative che vengono proposte dalla CE per i contratti quadro possono essere reperite sempre sul sito di EuropeAid, in particolare utilizzando il motore di ricerca per i bandi di gara.Il procedimento che porta all’acquisizione di un contratto quadro è simile ad un normale bando di gara, anche se con qualche specificità. Se infatti nella fase di invito a manifestare interesse i procedimenti risultano pressoché identici, è nella seconda fase, quella dove si propone l’offerta tecnica e finanziaria, che si possono riscontrare differenze, come, ad esempio, dover presentare i CV dei membri del team di gestione del contratto. Queste differenze, schematizzate nella tabella che segue, vengono evidenziate da un’ampia lista di esperti corredata dai CV degli stessi, divisi per tipologia del contratto quadro: esperti di categoria I, II, III e IV. Naturalmente, è prestabilita una percentuale cospicua da rispettare. Ad esempio su un totale di 100 CV, il 60% dovrà essere di I categoria (almeno 15 anni di esperienza), il 30% di II categoria (non meno di 10 anni) ed il 10% di III categoria (non meno di 5 anni). Un’altra differenza sta nel garantire la copertura dei settori richiesti sia dal contratto quadro, come per esempio il settore “educazione primaria”, sia da quelli orizzontali, come il settore ”valutazioni”. Attraverso la presentazione dei CV corrispondenti a tali bisogni, tutte le consulenze richieste verranno sostenute finanziariamente al 100% dalla C.E.

2.3 Gli Inviti a presentare proposte (Call for Proposals)

Questo strumento è quello che la CE ha principalmente riservato al mondo non-profit. Le proposte presentate non sono finanziate mai al 100% dalla CE. Nella maggioranza dei casi si parla quindi di iniziative co-finanziate in cui il co-finanziamento può variare da un minimo del 35% ad un massimo dell’85%, in funzione del programma e dell’iniziativa. Anche in questo caso, tutti i documenti sono pubblicati sulle gazzette ufficiali della CE e la

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loro individuazione più rapida passa sempre dall’utilizzo del sito web di EuropeAid. Ciononostante, nel caso degli inviti a presentare proposte è sempre possibile trovare informazioni utili negli altri siti afferenti le relazioni esterne: http://ec.europa.eu/dgs_en.htm.

Per quanto riguarda gli inviti a presentare proposte, il procedimento che porta all’acquisizione di un co-finanziamento si struttura in modo diverso rispetto ai bandi di gara classici ed a quelli del contratto quadro (vedi tabella seguente).

In questo caso, chi sia interessato a presentare proposte deve manifestare la propria intenzione di partecipare ad un invito specifico presentando una “Concept Note” ed una “Detailed Proposal”. La Concept Note è un documento di quattro pagine che sintetizza le linee guida del progetto. Essa passa attraverso due gradi di giudizio separati, così da favorire la trasparenza nelle valutazioni. In prima istanza viene valutata da un esperto indipendente (normalmente viene acquisito mediante il contratto quadro) e successivamente da un funzionario della CE. Di tutte le strutture, organi, università, ONG che hanno proposto una Concept Note ritenuta idonea viene quindi successivamente valutata la vera e propria proposta (Detailed Proposal), che se giudicata a sua volta idonea, ottiene il co-finanziamento finale. E’ anche importante ricordare come tutte le proposte ritenute inadeguate ricevano una nota ufficiale da parte della CE con i motivi per i quali non è stato dato seguito, in modo da favorire la comprensione degli errori, per non ripeterli in future proposte.A questo riguardo, occorre sottolineare, vista l’alta competizione che negli ultimi anni si è andata strutturando, come i proponenti debbano prestare particolare attenzione alla “scrittura” della proposta, curandone ogni singolo dettaglio.

Infatti, ad oggi, soltanto le proposte ritenute dalla CE “eccellenti” riescono ad ottenere il co-finanziamento richiesto.

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3. Chi sono gli attori chiamati a partecipare?

Una volta comprese le nuove linee programmatiche e gli strumenti con i quali queste dovranno essere messe in pratica, appare necessario individuare verso quali attori queste si indirizzeranno.Infatti, non tutti gli strumenti operativi sono di interesse per lo stesso soggetto, per questo riteniamo utile sottolineare le differenze analizzandole per singole esigenze dei diversi attori.

3.1 Pubblica Amministrazione/ Istituzioni/ Università

L’attore istituzionale ricopre, all’interno dei vari strumenti operativi, una parte importante e fondamentale. Infatti, sempre con maggiore insistenza, assistiamo all’ingresso nel settore degli aiuti ai beneficiari da parte di Università, Enti pubblici, Aziende para-statali, ecc.. Le Università, in particolare, sono storicamente interessate alla partecipazione all’interno di consorzi che mirano all’acquisizione di commesse nell’ambito di singoli bandi di gara. In aggiunta, ad esempio per le Università, le possibilità offerte dagli inviti a presentare proposte stanno assumendo una rilevanza sempre maggiore. Oltre a questo, bisogna anche sottolineare come alcuni di questi Enti siano recentissimamente riusciti a far parte di consorzi che hanno acquisito contratti quadro. Da un punto di vista pratico, in effetti, il contratto quadro risulta essere l’elemento innovativo per molti attori. Con le sue iniziative costanti, può garantire una base di referenze essenziali per poi proporsi con maggior forza e professionalità verso altre opportunità.

Nel quadro dei nuovi strumenti comunitari, è possibile intravedere nell’IPA, ENPI e DCI delle opportunità interessanti per il mondo istituzionale.

Le entità pubbliche o para-statali interessate a cogliere le opportunità offerte dai diversi strumenti operativi, dovrebbero privilegiare partnership sinergiche con aziende specializzate del settore. Questo permetterebbe loro di superare quella scarsa familiarità verso procedimenti e regole che hanno spesso influito negativamente sul successo del sistema Italia nel contracting internazionale. E’ indubbio che questo tipo di attori debbano cercare di lavorare primariamente sulla formazione dei propri quadri. Questo avrebbe il vantaggio di incentivare e valorizzare la sinergia tra pubblica amministrazione e settore privato, aumentando, di riflesso, la competitività internazionale del “sistema Italia” e favorendo l’osmosi di esperienze. Si otterrebbe un sistema Italia inteso come unione di soggetti pubblici e privati capaci di collaborare e di cogliere le opportunità.

3.2 Imprese

Il settore privato rappresenta, senza dubbio, uno degli attori principali dell’implementazione mondiale dei programmi di aiuto esterno della CE. Infatti, è principalmente grazie all’apporto del settore privato che quotidianamente la CE struttura le proprie iniziative affidandosi ad un “appalto” diffuso e costante sulle proprie necessità o servizi. Questo utilizzo capillare del settore privato ha creato delle aziende che, nel corso degli anni, si sono sia specializzate nell’acquisizione e gestione di commesse derivanti dai programmi dell’aiuto esterno CE che radicate in alcuni mercati. Potendo infatti allargare annualmente i propri orizzonti commerciali, queste società sono riuscite, nel corso di un periodo mediamente breve (pochi anni), a crescere esponenzialmente in termini sia di fatturato che di dipendenti.

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Ovviamente, per sua natura, l’attore privato cerca di presentarsi in tutti i tipi di programmi e con tutti i tipi di strumenti. Appare quindi evidente come l’attore privato ponga l’accento sulla ricerca di una visibilità costante, che nella maggioranza dei casi viene espressa dalla partecipazione alle iniziative pubblicate nei bandi di gara e dai contratti quadro.

Inoltre, come già precedentemente ricordato per il settore pubblico e privato, lo strumento del contratto quadro rappresenta una risorsa sempre più imprescindibile in termini di crescita. Negli ultimi anni si è notato, infatti, come realtà prima considerate ai margini della efficacia commerciale, come ad esempio le aziende dei nuovi Stati membri che non riuscivano ad imporsi fuori dal loro ristretto mercato nazionale, grazie ai contratti quadro sono riuscite ad “emanciparsi”, scrollandosi di dosso la fastidiosa etichettatura di “neofita” dell’aiuto allo sviluppo. La quotidiana possibilità di lavorare su nuove iniziative offerte dal contratto quadro ha così permesso di raggiungere in breve tempo orizzonti commerciali che sembravano irraggiungibili, aiutando i soggetti che se ne sono potuti giovare ad imporsi sui nuovi mercati ed a raccogliere positivamente nuove sfide gestionali.

3.3 Le Organizzazioni non governative

Le organizzazioni non governative hanno cominciato, negli ultimi anni, ad assumere un ruolo sempre maggiore nel panorama della realizzazione dell’aiuto esterno comunitario. Esse tendono sempre più a non partecipare soltanto alle iniziative che prima le erano precipuamente dedicate, come ad esempio gli inviti a presentare proposte, ma anche ad iniziative pubblicate nei bandi di gara e nei contratti quadro. Ultimamente, infatti, le organizzazioni non governative vengono spesso ricercate dal settore privato per le loro competenze geografiche in determinate aree o per competenze professionali specifiche, ad esempio in ambiti particolari, come l’aiuto umanitario (emergenza e crisi) o gli interventi rapidi post catastrofi naturali. Questo bisogno crescente del settore privato di consorziarsi con il settore non profit ha quindi sviluppato e fatto emergere un nuovo tipo di attore. Un attore che conserva di fatto il suo status di fruitore/propositore non statale, ma che comincia ad avere al suo interno sempre più cromosomi privatistici.Per questo, si assiste ormai non di rado ad ONG che si propongono come capofila di consorzi europei per aggiudicarsi contratti quadro piuttosto che bandi di gara specifici.Tecnicamente, l’attore non governativo si è dunque già imposto come elemento di forte innovazione sui mercati europei, ponendosi come soggetto sempre più accreditato. Tuttavia, questo aspetto non consente di parlare necessariamente di attrito con gli attori privati. Infatti, una forte sinergia tra i due tipi di attori potrebbe favorire più opportunità, in quanto la componente non statale ha altri elementi di informazione sulle iniziative rispetto a quella privata.

4 Operatività: cosa fare per risultare vincenti

Dato per acquisito che l’esperienza maturata in anni di gestione di commesse comunitarie rappresenta ancora l’elemento essenziale da cui difficilmente si può prescindere, si può comunque stilare una lista di suggerimenti ed accorgimenti che possono favorire l’acquisizione di una commessa CE.

4.1 Conoscenza Paese

Individuazione delle aree geografiche. Cercare di puntare su iniziative che ricadono su aree geografiche in cui si ha una conoscenza pregressa approfondita del contesto

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istituzionale risulta essere una delle prime discriminanti nell’individuazione di possibili iniziative interessanti. L’optimum sarebbe senza dubbio affiancare alle necessarie competenze tecniche la conoscenza del paese specifico in cui si andrà ad operare. La conoscenza paese è dunque un aspetto fondamentale per lo sviluppo di un’iniziativa. Per questo, è necessario conoscere ed informarsi sui vari programmi e priorità comunitarie e del paese, soffermandosi sulle specificità/ necessità individuate dalla CE nel singolo paese in modo da rispondervi con una proposta più competitiva.

Deconcentrazione. Ricordarsi degli aspetti di deconcentrazione e decentralizzazione comunitari, così da aver ben chiaro chi sia il beneficiario finale dell’iniziativa e quanta e quale importanza rivesta all’interno della possibile attribuzione della commessa.

Missione esplorativa. Migliorare la conoscenza del paese attraverso una missione esplorativa sul campo, in cui l’azienda/ ente cerca di apprendere il maggior numero di informazioni nello specifico trinomio CE-Paese-iniziativa (networking).

Sistema Italia. Attivare la nostra Ambasciata per far conoscere le intenzioni di impegnarsi in una determinata iniziativa. Anche in questo campo, l’azione comune per favorire il sistema paese può risultare vincente.

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4.2 Lettera di interesse (Loi)

In fase di Lettera di interesse, diverse sono le dinamiche da tenere in considerazione:

Tempistica. La rapidità è l’elemento essenziale in questa fase della gara. Infatti, l’immediata individuazione dei possibili migliori partner di consorzio a livello europeo e locale può aumentare di gran lunga le possibilità di entrare nella lista ristretta dei consorzi invitati a partecipare alla seconda fase della gara.

Il consorzio. Il consorzio è di fatto l’anima della Lettera di interesse. A questo riguardo, appare utile consorziarsi il più possibile con aziende che abbiano sviluppato una pregressa esperienza con la CE nel settore in cui si vuol operare e che posseggano la necessaria eleggibilità tecnica e finanziaria. E’ inoltre importante prevedere anche la possibilità di consorziarsi con partner locali affidabili e di comprovata esperienza nell’ambito degli aiuti esterni comunitari. L’individuazione di tali partner deve tendere verso la scelta di realtà che possano, prospetticamente, assumersi anche l’onere di una possibile guida di consorzio.

L’esperienza CE. Previa esperienza con la CE apparirà tanto più importante laddove non si sia in possesso di referenze attestanti quest’esperienza specifica. Il partenariato ha come obiettivo quello di presentare una candidatura competitiva e rispondente ai criteri di eleggibilità richiesti per la singola iniziativa. Consorziarsi con partner già affermati nel settore aiuterà, inoltre, anche la visibilità dell’ente/ azienda consorziata, con possibili ricadute benefiche per prospettiche successive gare.

Le Referenze. Altro aspetto importante da curare con attenzione nel contesto della Lettera di interesse è rappresentato dalla scelta delle referenze da utilizzare come prova delle precedenti esperienze nel settore e nel paese/ area geografica. Come abbiamo visto, si cercherà prima di tutto di menzionare referenze in cui la CE sia stato il donatore principale. La loro formulazione deve risultare agile, concisa e mirare alle necessità dell’iniziativa. La scelta e la stesura di una buona referenza, spesso, può far pendere l’ago della bilancia di una valutazione in favore di una Lettera di interesse piuttosto che di un’altra.

4.3 La gara (il tender)

La fase finale per l’acquisizione di una commessa comunitaria (il tender) passa essenzialmente attraverso la realizzazione di tre elementi: la scrittura della metodologia, la proposta dei curriculum vitae degli esperti con cui si intenderà realizzare l’iniziativa e la proposta finanziaria.

La metodologia. La metodologia rappresenta certamente il cuore dell’offerta tecnica. Essa dovrà essere chiara, rigorosa ed innovativa, ma, al tempo stesso, dovrà centrare le aspettative, gli obiettivi ed i programmi che la CE si è prefigurata di raggiungere per ogni specifica iniziativa. Una metodologia è generalmente composta da:

Background; Comprensione dei Termini di Riferimento; Approccio metodologico; Barchart delle attività.

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Gli esperti. L’individuazione degli esperti con cui si intende sviluppare l’iniziativa nella sua fase di implementazione è un altro aspetto primario della offerta tecnica. Anche in questo caso, la componente celerità gioca normalmente un forte ruolo. Infatti, la ricerca degli esperti, per battere sul tempo la concorrenza, dovrà essere realizzata nel minor tempo possibile dalla ricezione dei termini di riferimento della specifica iniziativa. A questo riguardo, l’optimum è cercare di avanzare nella ricerca degli esperti già nella fase della Lettera di interesse cercando di immaginare quali saranno le specificità da ricercare negli esperti. La CE, nel valutare i CV proposti, si focalizza essenzialmente su:

Esperienza paese/area; Esperienza del singolo esperto in progetti finanziati dalla comunità europea; Esperienza professionale collegata alla specifica iniziativa; Grado accademico.

A seconda dell’iniziativa, uno o più di questi elementi possono ricoprire un ruolo maggiore rispetto agli altri. Proprio per questo, è necessario comprendere, in maniera dettagliata e sicura, quali siano i punti cardine. In quest’ottica, può apparire importante una missione esplorativa, come già visto precedentemente nel paragrafo relativo alla conoscenza paese. A tal proposito, è preferibile far partecipare alla missione gli esperti indicati nell’offerta tecnica.

Offerta finanziaria. E’ bene ricordarsi come l’offerta finanziaria venga valutata normalmente soltanto se, attraverso la metodologia ed i CV degli esperti, si arrivi ad un punteggio minimo di 80 punti (su un totale di 100). Ovviamente, un’offerta finanziaria competitiva può contribuire sensibilmente ad innalzare le probabilità di aggiudicazione del contratto. Il peso dell’offerta finanziaria nella valutazione complessiva di una gara è come detto del 20%. La preparazione del budget è quindi fondamentale. Infatti, è anche attraverso questo esercizio che l’azienda/ente definisce gli impegni che intende assumersi con la CE, in termini sia economici che strategico/politici. A questo riguardo, bisogna quindi cercare di studiare e proporre un budget che tenga conto sia delle necessità indicate sia del ritorno economico che ci si aspetta di ottenere dall’iniziativa. E’ quindi importante, nella fase di preparazione dell’offerta finanziaria, realizzare delle “simulazioni di margine”.

5. Operatività: cosa non fare per risultare vincenti

L’esperienza è sicuramente la chiave di accesso per l’acquisizione e la costante partecipazione a bandi di gara o inviti a presentare proposte. Ciononostante, alcuni accorgimenti possono velocizzare l’acquisizione delle competenze necessarie per muoversi con agilità e profitto all’interno di queste opportunità.

5.1 Scarsa conoscenza delle reali necessità locali

E’ in linea di massima sconsigliabile avventurarsi in bandi di gara in cui non si abbia una conoscenza delle reali necessità locali. Vanno privilegiate, invece, iniziative sulle quali la conoscenza del paese è solida.In questo contesto è dunque necessario individuare le aree geografiche prioritarie per l’azienda/ente, evitando di pensare di concorrere in qualsiasi area geografica soltanto perchè si posseggono in teoria le necessarie conoscenze tecnico/professionali per farlo.

5.2 Concentrarsi su troppe iniziative contemporaneamente

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Evitare di impegnarsi su troppe iniziative contemporaneamente. Cercare di individuare quali possano essere potenzialmente le iniziative di reale interesse per l’azienda/ente e concentrarsi, in termini di personale e di impegno economico, solo su queste. L’esperienza dimostra che presentare numerose lettere di interesse all’anno può risultare meno produttivo che concentrarsi su poche.Definire sempre i punti di forza e debolezza della propria candidatura rispetto ad un’iniziativa può aiutare a costruire in modo migliore la propria partnership.

5.3 Non curare la qualità degli elementi chiave di un’iniziativa

Spesso, la mancata cura nella presentazione di una Lettera di interesse, di un’offerta tecnica, piuttosto che di una “concept note”, può ridurre l’efficacia di un’iniziativa. Infatti, l’estetica, la chiarezza espositiva, la facilità di lettura e di individuazione dei punti cardine sono aspetti che possono sembrare banali, ma che spesso risultano non secondari.

Dunque, evitare di trascurare la presentazione di ogni singolo documento, cercando al contrario di creare un’armonia di insieme, può risultare vincente. Per questo, soprattutto la scrittura delle referenze, della metodologia e dei CV deve essere effettuata con cura e rigore.

5.4 Non programmare accuratamente l’iniziativa

L’iniziativa deve essere quindi programmata con raziocinio, sia per calcolare le risorse umane da impiegarvi sia per rispettare la tempistica definita dal quadro dell’iniziativa intrapresa.

E’ quindi preferibile strutturare un’unità di lavoro snella, ma che sia dedicata soltanto alla programmazione e gestione delle iniziative comunitarie nell’ambito degli aiuti esterni. Questo favorirà non soltanto la maturazione di competenze specifiche da parte dello stesso personale, ma velocizzerà anche l’individuazione delle iniziative veramente interessanti per l’azienda/ ente.

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AMERICA LATINA

Sud America

Centro e Nord America

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Strategie regionali

DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE DELL’AMERICA LATINA 2007-2013

La regione latinoamericana è costituita da blocchi sub-regionali distinti: Messico, America centrale (Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama), Caraibi (13 Paesi), America meridionale, che comprende la Comunità Andina (Colombia, Equador, Bolivia, Perù, Venezuela), da una parte, il Cile e il Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay), dall’altra.Alla luce della comune esperienza culturale e storica, l'Unione Europea ha sempre considerato l'America Latina ed i Caraibi importanti partner strategici, realtà consolidata e confermata dai dati secondo i quali l'UE è il soggetto leader in America Latina per quanto riguarda investimenti ed aiuti economici, nonché principale partner commerciale di molti Paesi della regione latinoamericana. L’obiettivo dell'UE è di lavorare in modo sempre più stretto con i Paesi LAC, per affrontare efficacemente i cambiamenti dell'economia globale e contribuire a rafforzare la pace, la democrazia e la stabilità istituzionale nella regione. Nel rafforzamento di questo legame, ha un ruolo decisivo la cooperazione economica, politica e sociale, che mira alla creazione di uno spazio condiviso di rapporti commerciali preferenziali e d’incoraggiamento alla coesione regionale.Nel tempo, i rapporti dell’Unione Europea con i Paesi dell’America Latina si sono sviluppati, soprattutto a livello regionale (Unione Europea - America Latina), in termini piuttosto ampi e di portata generale, all’interno dei quali si stanno consolidando numerosi accordi specifici con organizzazioni sub-regionali (MERCOSUR, Comunità Andina e America Centrale), parallelamente ad intese instaurate con singoli Paesi, come Messico e Cile. Sono stati conclusi numerosi accordi di cooperazione internazionali ad ogni livello, in base ai tre pilastri della cooperazione, attraverso l’istituzionalizzazione del dialogo politico ed il rafforzamento delle relazioni commerciali. Per meglio comprendere la portata del partenariato tra Unione Europea e Paesi latinoamericani, e le dinamiche più recenti di politiche di cooperazione tra le due regioni, si ritiene opportuno fornire un quadro complessivo della situazione in America Latina.

Contesto politicoNonostante negli ultimi anni quasi tutti i Paesi dell’America Latina siano stati interessati da grandi cambiamenti politici miranti alla democratizzazione e alla protezione di diritti umani e da sforzi per superare la grave crisi economica degli anni Novanta, i sistemi democratici che si sono andati affermando appaiono ancora in fase di consolidamento in alcuni Paesi.Inoltre, il traffico di droga, strettamente connesso alla corruzione e al dilagare della violenza, contribuisce all’instabilità della situazione politica, economica e sociale. Di conseguenza, la risoluzioni di tali problemi e difficoltà rappresenta una priorità assoluta degli aiuti internazionali, perseguita all’interno del quadro di sostegno ai processi di pace, alla lotta contro la droga e contro il traffico di armi leggere. Un ulteriore elemento che rende difficoltosa la costruzione e lo sviluppo di un contesto regionale stabile e prospero è l’alto rischio di catastrofi naturali che interessa il territorio dell’America Latina, in particolare fenomeni climatici e sismici spesso di notevole entità.Per superare molti di questi ostacoli, l’America Latina sta attuando processi d’integrazione

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regionale, soprattutto attraverso accordi di libero scambio tra vari Paesi finalizzati ad aprire la strada all’adozione di un’economia di mercato ed all’attrazione di investimenti esteri in molti Paesi latinoamericani. Tuttavia, la situazione economica a livello regionale resta molto eterogenea: nella regione coesistono infatti Paesi con scarso grado di sviluppo, in particolare in America centrale e nella regione andina, insieme a Paesi come Messico, Brasile, Cile, Uruguay o Argentina, che sono generalmente considerati potenze in espansione, ovvero Paesi ad economia emergente, in virtù dei livelli relativamente elevati di industrializzazione e di reddito medio raggiunti negli ultimi decenni.

Contesto economicoDopo le difficoltà e le innumerevoli crisi economico-finanziarie che hanno caratterizzato gli anni Ottanta, durante gli anni Novanta la regione dell’America Latina ha visto l’introduzione di nuovi sistemi di integrazione regionale, così come un’ondata di privatizzazioni e di liberalizzazioni, nel tentativo di creare un clima favorevole per investimenti ed apertura ai mercati internazionali.Tutti i Paesi hanno adottato economie di mercato (liberalizzazioni e privatizzazioni) ed alcuni di essi hanno beneficiato di un afflusso massiccio di investimenti esteri, tuttavia la situazione economica rimane alquanto eterogenea a livello regionale. Negli ultimi anni, la regione ha inoltre risentito dell’instabilità finanziaria. Secondo gli indicatori economici, la ripresa della crescita dovrebbe proseguire nei prossimi anni con tassi stimati al 5,3 e al 4,7.Va sottolineato che, a partire dal 2000, gli scambi commerciali dell’Unione Europea con l’America Latina hanno registrato un sostanziale aumento conseguente al generale ampliamento degli scambi globali, anche se rimane dominante il commercio con gli Stati Uniti.Sebbene la regione sia in media la più ricca fra i Paesi in via di sviluppo, con un PIL medio pro-capite di 3.900 dollari nel 2005, si rilevano notevoli differenze da un Paese all’altro. La popolazione è caratterizzata da un’elevata speranza di vita (in media 71 anni) e da un basso tasso di mortalità infantile.Tuttavia, la regione detiene il record delle diseguaglianze, poiché metà della ricchezza è in mano al 10% della popolazione, oltre 200 milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà e circa 88 milioni in condizioni di estrema povertà (dati 2005). Le popolazioni indigene e le minoranze etniche sono spesso vittime della precarietà e dell’emarginazione.

GLI OBIETTIVI DELLA COOPERAZIONE REGIONALE TRA UNIONE EUROPEA E AMERICA LATINA

La programmazione regionale rientra nell’ambito di applicazione dello strumento di finanziamento della cooperazione allo sviluppo (DCI) e va inscritta all’interno del quadro generale definito durante il Summit di Guadalajara del maggio 2004 e durante il più recente Summit di Vienna del maggio 2006, occasione in cui i Capi di Stato e di Governo dei Paesi coinvolti hanno contribuito al rafforzamento del partenariato strategico tra UE e America Latina, a livello regionale, sub-regionale e bilaterale.

Sono tre gli ambiti d’azione verso cui si intende indirizzare e concentrare la programmazione futura per il periodo 2007-2013:

La coesione sociale, intesa come veicolo necessario per ridurre la povertà, le ineguaglianze e l’emarginazione, contemporaneamente alla cooperazione in ambito di lotta contro il traffico di droga;

l’integrazione regionale e la cooperazione economica;

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la collaborazione e lo scambio culturale a livello di istruzione superiore.Il quadro istituzionale, giuridico e politico entro cui si sono sviluppati e continuano a svilupparsi i rapporti UE - America Latina prevede, oltre all’articolo 177 del Trattato istitutivo CE e al regolamento (CEE) 443/92 del Consiglio (25 febbraio 1992), un documento recente e rilevante come la Comunicazione adottata dalla Commissione europea l’8 dicembre 20051.In tale Comunicazione, viene espressa la volontà dell’UE di rafforzare la politica di partenariato strategico attraverso Accordi di Associazione che coinvolgano tutti i Paesi della regione latinoamericana e che possano contribuire ad una maggiore integrazione regionale.Secondo la Commissione, un rafforzamento del dialogo politico tra le due regioni è indispensabile per svolgere un ruolo di primo piano e di maggiore rilevanza in ambito internazionale. Tale rafforzamento è necessario per focalizzare con chiarezza gli obiettivi ed i settori comuni; contribuire alla creazione di un contesto sociale, politico ed economico stabile e democratico, anche con lo scopo di favorire e di attirare gli investitori europei, migliorare le politiche di cooperazione, tenendo conto delle specificità dei Paesi cui sono indirizzate, e creare sistemi di collaborazione e di integrazione a livello accademico e culturale.

Il quadro internazionale entro cui è inscritta la nuova strategia di programmazione regionale per il periodo 2007-2013 è invece definito dalla dichiarazione congiunta del Consiglio europeo e della Commissione europea adottata il 22 novembre 2005 (COM 2005).“Il consenso europeo” sarà incentrato sulla riduzione della povertà e sul perseguimento degli obiettivi del Millennio per lo sviluppo.Gli obiettivi già erano stati indicati nel rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato nel giugno 2005, “Obiettivi di sviluppo del Millennio, prospettive per l’America Latina e i Carabi”, in cui venivano descritte le condizioni difficili e problematiche della regione che possono essere superate incoraggiando cambiamenti istituzionali in nome della legalità e della lotta alla corruzione, politiche sociali che favoriscano l’uguaglianza e la lotta alla discriminazione, insieme a programmi di miglioramento del settore sanitario ed alimentare, rivolti soprattutto ai giovani ed alle donne.

In generale, si ritiene che una maggiore coesione sociale, la lotta alla povertà, all’ineguaglianza e all’emarginazione da una parte, il rafforzamento delle strutture democratiche, della legittimità istituzionale, la difesa dei diritti umani ed una maggiore partecipazione della società civile dall’altra, siano le problematiche fondamentali e le sfide prioritarie che la maggior parte dei Paesi latinoamericani sono chiamati ad affrontare. Dal punto di vista economico, sono presenti grandi disomogeneità e disuguaglianza tra Paese e Paese, insieme ad una eccessiva dipendenza dagli investimenti stranieri. A tal proposito, si ritengono necessarie diversificazioni negli investimenti, in particolare nelle esportazioni, con maggiori stanziamenti destinati all’innovazione e al miglioramento della competitività delle infrastrutture.Alla luce della situazione descritta, si ritiene che l’integrazione regionale sia uno strumento efficace per lo sviluppo dei mercati e delle economie di scala, per creare opportunità di diversificazione delle esportazioni e ridurre la dipendenza ad un numero limitato di prodotti soggetti alle variazioni di prezzo.L’Unione Europea intende assistere ed aiutare l’America Latina, in vista di un

1 Comunicazione della Commissione europea al Consiglio e al Parlamento europeo, “A stronger partnership between the European Union and Latin America” (COM(2005) 636 final), 8 dicembre 2005.

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potenziamento delle relazioni economiche e commerciali, concludendo Accordi di Associazione con il Mercosur e seguendo le fasi di integrazione che sono state indicate a Guadalajara nel 2004 ed a Vienna nel 2006.

LA PROGRAMMAZIONE REGIONALE PRECEDENTE (2002-2006)

Il Documento di Strategia Regionale 2002-2006 dell’America Latina faceva parte di 21 documenti di programmazione adottati dalla Commissione nel rispetto delle procedure previste dal Regolamento PVD-ALA. Tali documenti riguardavano 17 Paesi, 3 sotto-regioni e la regione latinoamericana nel suo insieme. I settori di cooperazione interessavano principalmente il sistema sociale (istruzione e sanità), il sostegno all’efficienza istituzionale e allo Stato di diritto, l’integrazione regionale, il sostegno al commercio ed agli investimenti, l’ambiente, la prevenzione alle catastrofi naturali e lo sviluppo sostenibile.La Commissione aveva programmato, per 5 anni, un investimento di 250-280 milioni di euro per le azioni regionali, circa il 20% del bilancio finanziario previsto per l’America Latina. Alcuni programmi come ALFA, URB-AL e @lis erano stati avviati in precedenza, nel 2000/2001, e altri sono in fase di conclusione.

Condizione delle attività programmate:

Azione 1: ALFA II (istruzione, 52 milioni di euro): finanziamento in due rate, nel 2002 e nel 2004 – valutazione nel 2005;

ALBAN (borse d’istruzione superiore, 88,5 milioni di euro): attivato nel 2002, seconda rata nel 2005 – valutazione di metà percorso nel 2005;

AL-INVEST III (rapporti e incontri tra imprese, 46 milioni di euro): attivato nel 2002 - valutazione 2005/2006 di AL-INVEST II;

Azione 2: EUROSOCIAL (30 M euro) attivato nel 2004 – valutazione nel 2009/2010Azione 3: Prevenzione e azioni contro le catastrofi naturali (budget previsto di 32

milioni di euro);Azione 4:Osservatorio permanente delle relazioni UE-AL (OBREAL, 1,5 M euro),

inaugurato nel 2004 – valutazioni nel 2007.Gli ambiti di azione di tali programmi concernevano:

l’istruzione (ALBAN, ALFA, @LIS, EUROSOCIAL); l’inclusione sociale (EUROSOCIAL, URB-AL, @LIS); la Società dell’Informazione (@LIS, ALFA, URBAL); gli investimenti ed il commercio (AL-INVEST).

La Commissione si è avvalsa, per lo svolgimento delle attività, di due organizzazioni internazionali attive in America Latina: CEPAL (Commissione Economica per l’America Latina ) e l’UNDP .

Risultati ed impatto della programmazione

In generale, la valutazione della programmazione regionale e dei differenti progetti attivati è stata molto positiva: i risultati ottenuti sono disponibili nel sito web di EuropeAid2.Tuttavia, è importante sottolineare che miglioramenti possono essere apportati nella programmazione futura tenendo conto delle esperienze del passato.

2 Ufficio di Cooperazione EuropeAid, http://ec.europa.eu/europeaid/index_it.htm

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In particolare, sarà necessario: equilibrare la partecipazione dei beneficiari, con una maggiore attenzione alle parti

rappresentative della regione ed un maggiore coinvolgimento di una pluralità di soggetti;

migliorare la visibilità dei programmi di cooperazione con campagne di comunicazione;

rafforzare la partecipazione dei governi e delle istituzioni nazionali e regionali, possibilmente anche attraverso una compartecipazione finanziaria: a tale proposito, la Commissione svilupperà un dialogo informale con i membri del Gruppo Latinoamericano (GRULA) presenti a Bruxelles; razionalizzare i programmi, la loro durata e la loro gestione, per garantire l’efficacia ed il controllo dei risultati e per assicurare la continuità nel tempo.

GLI ORIENTAMENTI STRATEGICI PER IL PERIODO 2007-2013

La Commissione ritiene, allineandosi alle dichiarazioni dei vertici UE-AL, che gli orientamenti strategici applicati nella cooperazione, anche a livello regionale in conformità del DCI, debbano rispecchiare le priorità del partenariato biregionale: multilateralismo, coesione sociale e integrazione regionale. Sono quindi tre le linee guida per la programmazione futura:

1. Coesione sociale , riduzione della povertà, dell’ineguaglianza e dell’emarginazione: dialogo politico e obiettivi comuni tra Paesi differenti; scambio di esperienze e di differenti evoluzioni culturali; messa in pratica del programma EUROSOCIAL; collaborazione e monitoraggio tra Commissione, UNDP, la Banca Inter-Americana per lo sviluppo, la CEPAL, la Banca Mondiale, il Fondo Mondiale per gli Investimenti, la Banca Europea degli Investimenti. Si pone comunque la priorità di affrontare la problematica connessa alla produzione e allo spaccio di stupefacenti, fattore destabilizzante per l’intera regione latinoamericana.

2. Integrazione regionale, attraverso la promozione di attività commerciali ed economiche che mettano in relazione operatori di differenti Paesi e siano atte a creare nuovi rapporti e scambi tra imprese; promuovere il dialogo tra le autorità politiche, per facilitare la mobilità di merci e di persone attraverso i confini, per stabilire standard e norme tariffarie, per favorire i flussi d’investimento tra le due Regioni; favorire studi, ricerche e conferenze all’interno del quadro della promozione regionale; dialogo normativo a livello latinoamericano, segnatamente nell’ambito del nuovo mandato della BEI (Banca Europea degli Investimenti).

3. Investimenti nelle risorse umane attraverso una programmazione destinata a migliorare l’insegnamento e l’istruzione a livello superiore, con la finalità di avvicinare il mondo accademico con il mondo del lavoro. Tale programma avrà lo scopo di promuovere l’immagine dell’Europa in America Latina e di conferire la visibilità adeguata alle attività promosse.

Si ritiene di primaria importanza rinvigorire il legame tra priorità politiche e cooperazione, un legame che dovrà essere verificato ad ogni livello, dalla definizione alla messa in pratica dei programmi di cooperazione, attraverso l’adozione di politiche di trasparenza e la gestione di un flusso continuo d’informazioni.Inoltre è necessario massimizzare l’efficacia dei programmi per la regione e gli attori coinvolti, attraverso la diffusione della conoscenza delle azioni intraprese e dei risultati ottenuti. In particolare, gli strumenti di cooperazione utilizzati e le politiche adottate si concentreranno nei settori considerati prioritari per la coesione sociale, e gli attori pubblici e privati saranno coinvolti nei programmi futuri, principalmente nei settori dell’istruzione,

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degli investimenti, del lavoro e del trasferimento di tecnologie.In tale contesto, dovranno sempre essere tenute in considerazione le problematiche trasversali, quali le discriminazioni di genere, i diritti umani, le popolazioni indigene e l’ambiente: verranno sistematicamente introdotti dei criteri di controllo e di valutazione dei programmi avviati, in conformità alle normative della CE. Infine, sarà favorita una gestione decentralizzata delle azioni future, che possa migliorare la complementarietà e le sinergie tra le varie iniziative regionali.

PROGRAMMA INDICATIVO REGIONALE

Priorità 1: Sostegno alla coesione sociale, riduzione della povertà, delle disuguaglianze e dell’esclusione

Obiettivi generali: Elaborare strategie e politiche sociali, anche per quanto riguarda la componente

fiscale; Sostenere la cooperazione intraregionale per promuovere il dialogo tra governi; Sostenere la partecipazione della società civile, in particolare dei popoli indigeni e

degli afrodiscendenti emarginati; Tenere conto delle regioni più povere, delle zone svantaggiate e delle popolazioni

più emarginate; Rafforzare le sinergie positive tra la coesione sociale e la tutela dell’ambiente

mediante una migliore integrazione dei progetti volti a ridurre la povertà e a migliorare la gestione delle risorse naturali sostenibili.

Sottosettore: Cooperazione per il controllo del traffico di droga

Obiettivi generali:Nell’ambito del DCI, promuovere la cooperazione per la lotta contro la droga, in particolare il traffico, e le attività di condivisione dell’intelligence e delle altre informazioni con le istituzioni giuridiche competenti della regione, nonché tra le autorità dell’UE, dell’America Latina e dei Caraibi.

Priorità 2: Integrazione regionale

Obiettivi generali: Promuovere l’integrazione e l’intensificazione delle relazioni economiche nella

regione latinoamericana, migliorandone al tempo stesso la rete di connessioni, onde favorire lo sviluppo sostenibile;

Promuovere una migliore intesa ed impostazioni comuni tra le due regioni, attraverso il dialogo sulle politiche e sugli strumenti nei settori interessati, a livello normativo ed a livello economico;

Promuovere lo sviluppo delle infrastrutture e la creazione di un contesto sicuro per le attività economiche attraverso reti integrate, tenendo conto di dimensioni sociali ed ambientali.

Priorità 3: Rispondere alle sfide regionali/ Comprensione reciproca

Obiettivi generali:

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Migliorare le capacità degli istituti d’istruzione superiore, anche a livello amministrativo;

Intensificare il dialogo sui sistemi d’istruzione superiore; Favorire il riconoscimento reciproco tra istituti (soprattutto in ambito

d’insegnamento, formazione e diplomi) e favorire la mobilità degli insegnanti; Promuovere il collegamento in rete degli istituti d’istruzione superiore, dei centri di

ricerca e formazione e delle imprese.

Programma di finanziamento

Priorità 2007 2008 2009 2010Totale

2007-2010Totale

2007-2013Coesione sociale e territorialeEUROSOCIAL, URB-AL, Controllo del traffico di droga

50 36 40 131 194

Azione trasversale: Ambiente 5Integrazione regionale:AL-INVEST, @LIS

50 22 72 139

Comprensione reciproca Istruzione superiore:ALFA 45 40 128,4 223ERASMUS MUNDUS Cooperazione 41,6Comprensione reciproca 1,8Totale milioni € 146,8 63,6 76 45 331,4 556

Siti utili:

Relazioni Ue-America Latina:http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/la/index.htm Relazioni UE-America Centrale:http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/ca/index.htm Relazioni UE-Comunità Andina:http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/andean/intro/index.htmRelazioni UE-Mercosur:http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/mercosur/intro/index.htmSummit di Rio, giugno 1999:http://www.europa.eu.int/comm/world/lac/rio_fr.htmSummit di Madrid, 17 maggio 2002: http://www.europa.eu.int/comm/world/lac/conc_en/index.htm Linee guida di cooperazione Ue-America Latina, Costa Rica novembre 2002:http://www.itechcr.com/dci/default_en.htmSocial Cohesion in Latin America and the Caribbean:A Seminar organised by the European Commission & the Inter-American Development Bank: http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/la/sc/index.htm Il Gruppo di Rio:http://www.rree.gob.pe/domino/nsf/GrupoRio.nsf/MarcoGeneralGR?OpenFrameSet Legislazione in vigore:http://europa.eu.int/eur-lex/en/lif/reg/en_register_114050.html Segreteria generale del Sistema di integrazione centroAmericana:http://www.sgsica.org Parlamento centroAmericano: http://www.parlacen.org.gt

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Corte centroAmericana di giustizia:http://www.ccj.org.ni NAFTA:http://www.nafta-sec-alena.org Mercosur:www.mercosur.org.uy

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DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE DELL’AMERICA CENTRALE 2007-2013

La regione dell’America centrale è costituita dal Costa Rica, Panama, Salvador, Honduras, Nicaragua e Guatemala.

EconomiaIn seguito ad un decennio caratterizzato da uno sviluppo economico relativamente vivace durante gli anni Novanta, la crescita del PIL dell’America centrale ha raggiunto una media pari al 4,2% nel periodo tra il 2003 ed il 2005: tale dato rappresenta un miglioramento rispetto all’andamento degli anni precedenti, ma non raggiunge i recenti risultati ottenuti dall’America Latina nel suo complesso, dovuti soprattutto alle risorse naturali della regione e all’attuale situazione del mercato mondiale.Nello stesso periodo, anche le importazioni e le esportazioni di beni dell’America centrale si sono espanse insieme ai trasferimenti di capitale privato nella regione, principalmente costituiti dalle rimesse degli emigranti, che hanno superato gli investimenti diretti stranieri nel Centro-America. Il settore delle esportazioni è cresciuto negli ultimi anni, soprattutto alla luce dell’espansione dell’industria maquila che, tuttavia, sta affrontando la crescente competizione delle produzioni asiatiche nei mercati statunitensi, in particolare nel settore del tessile.Gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale (45% del totale delle importazioni e delle esportazioni nel 2004), seguiti dall’Unione Europea (9% nel 2004). Il commercio intra-regionale dell’America centrale rappresenta il 27% delle esportazioni totali e il 13% delle importazioni totali (2003). Sebbene siano presenti diversi gradi di diversificazione nelle esportazioni dei Paesi considerati, i prodotti tipici della regione come il caffè, le banane e lo zucchero tuttora ne costituiscono la porzione principale, soprattutto verso l’Europa. La partecipazione dell’America Centrale nel totale delle importazioni ed esportazioni europee è piuttosto limitata (0,3% nel 2005), con le esportazioni centroamericane costituite principalmente da prodotti agricoli e importazioni dall’Europa da beni industrializzati.L’America centrale beneficia delle preferenze della tariffa unilaterale dell’Unione Europea, garantite attraverso il Sistema Generalizzato di Preferenze (Generalised System of Preferences, GSP), il quale, dal 1990, si è concluso con la sospensione dei dazi sulle esportazioni agricole ed industriali verso l’Unione Europa. Nel 2005 il GSP è stato sostituito dal nuovo GSP Plus, il quale sarà utilizzato fino al 2008 e continuerà a consentire l’accesso preferenziale al mercato a quei Paesi impegnati nella promozione dello sviluppo sostenibile e della good governance. A partire dal gennaio 2006, è stato introdotto un nuovo sistema a tariffa unica per le esportazioni di banane.Tutti i Paesi dell’America centrale sono membri del WTO-OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio).La generale stabilità macroeconomica si è appoggiata soprattutto al miglioramento dell’andamento fiscale, in parte accompagnato dalle iniziative per la riduzione del debito in Nicaragua e Honduras, grazie al programma di assistenza per i Paesi gravemente indebitati (Heavily Indebted Poor Country, HIPC). Sebbene la bilancia commerciale ed il deficit in conto capitale siano peggiorati nel 2004, gli investimenti esteri diretti sono incrementati del 2,6% fino a circa 2 milioni di dollari. Tuttavia, migliorare il sistema fiscale rimane un importante sfida per l’intera regione centroamericana: l’esazione delle tasse resta molto bassa in alcuni Paesi e tale dato limita seriamente le possibilità di spesa sociale finalizzata alla coesione sociale.

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PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO REGIONALE

Il Programma indicativo regionale è stato sviluppato in base alle analisi precedenti ed in consultazione con le autorità regionali, le delegazioni della Commissione europea in America centrale, coordinate dalla delegazione in Nicaragua con gli Stati membri dell’Unione Europea rappresentati nella regione. Tale Programma sarà soggetto a revisioni annuali con il coinvolgimento di vari attori; verrà prestata particolare attenzione agli indicatori e ai risultati attesi, in modo da apportare i necessari cambiamenti agli elementi emersi.L’obiettivo complessivo per la Strategia Regionale dell’America centrale per il periodo 2007-2013 sarà quello di sostenere il processo d’integrazione politica, economica e sociale nel contesto della preparazione del futuro Accordo di Associazione con l’Unione Europea.

Priorità 1: Rafforzare il sistema istituzionale per l’integrazione regionale

L’obiettivo principale di questa componente della strategia è appunto quello di consolidare le istituzioni per il processo di integrazione regionale. Sarà indispensabile rafforzare il Sistema di Integrazione dell’America Centrale (SICA) nel suo complesso, sviluppando una maggiore integrazione e rendendo effettiva la capacità di tutte le parti coinvolte nel processo.

Priorità 2: Consolidare l’unione doganale e le relative politiche di armonizzazione

Il principale obiettivo di questa componente della Strategia è di consolidare l’unione doganale dell’America centrale in linea con il Piano d’Azione dell’America Latina per l’Integrazione Economica, così come con la decisione presa dai Presidenti a Panama, nel marzo 2006.In aggiunta, s’intende sostenere lo sviluppo del commercio intra- ed extra-regionale, i servizi e gli investimenti, i diritti di proprietà intellettuale, misure sanitarie e fitosanitarie (SPS); sviluppare un approccio regionale al processo di regolarizzazione ed alle attività di adeguamento agli standard internazionali (libero movimento di beni) ed evitare barriere tecniche al commercio, attraverso armonizzazioni e politiche economiche comuni, al fine di creare in futuro un mercato comune.Verrà fornito supporto per il processo d’integrazione economica, tenendo in considerazione i risultati della valutazione unitaria in ambito di integrazione regionale in America centrale ottenuta dal Gruppo di Lavoro congiunto costituito ad hoc, al quale è richiesto di fornire un quadro chiaro sulle necessità della regione. Inoltre, dovranno essere presi in considerazione anche gli ulteriori bisogni che emergeranno dal processo di negoziazione e di attuazione dell’Accordo di Associazione.

Priorità 3: Rafforzare la sicurezza regionaleLa sicurezza regionale è un obiettivo prioritario per i Paesi dell’America centrale e va perseguito fornendo supporto alla cooperazione tra le autorità nazionali, quali le forze di polizia e i sistemi giudiziari della regione, allo scopo di mitigare l’impatto del libero movimento di beni, capitali e persone dovuto alla crescente integrazione regionale, in modo particolare nei processi di creazione dell’Unione doganale e nello sviluppo del mercato interno. I programmi associati a questa area focale potrebbero coinvolgere anche attività quali: il miglioramento della conoscenza reciproca tra i sistemi giuridici e legali degli Stati membri; operazioni congiunte di sorveglianza delle frontiere; sviluppo di un sistema regionale di informazione tariffaria riguardante i passaggi alle frontiere; progetti di

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cooperazione regionale tra polizia e autorità giudiziarie; scambi delle migliori pratiche per l’individuazione dei criminali e per la prevenzione e la lotta contro il traffico illegale; studi per rafforzare ulteriormente l’effettività del sistema legale a livello regionale. La coerenza verrà assicurata attraverso il supporto necessario fornito in ambito di sicurezza, good governance e politica sociale nel contesto delle strategie nazionali dei singoli Paesi.

Programma di finanziamento

I finanziamenti previsti per il periodo 2007-2013 destinati all’area dell’America centrale sono di 75 milioni di euro.

PrioritàPIR 1 PIR 2

Totale2007 2008 2009 2010 2011-2013

Rafforzare il sistema istituzionale per l’integrazione regionale

15 5 20

Consolidare l’unione doganale e le relative politiche di armonizzazione

25 22 47

Rafforzare la sicurezza regionale

4 4 8

Totale milioni € 15 25 4 31 75

Donatori:

Tra i Paesi membri dell’Unione Europea, sicuramente la Spagna è uno dei più attivi e presenti nella regione dell’America centrale. Le principali aree d’intervento spagnolo per la cooperazione includono il rafforzamento dell’amministrazione pubblica, la sanità, l’istruzione, lo sviluppo sostenibile, le risorse naturali e la loro gestione, la prevenzione dei disastri, la riduzione della vulnerabilità ambientale, il turismo e lo sviluppo delle piccole imprese.La Germania è stata ed è tuttora presente con approcci sub-regionali, soprattutto nello sviluppo di occupazione, competitività aziendale, energie rinnovabili, micro-credito e prevenzione e gestione delle catastrofi ambientali. Inoltre, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Finlandia forniscono contributi significativi alla cooperazione attraverso programmi regionali.Al di fuori dell’UE, la Banca Inter-Americana per lo Sviluppo (IDB) rimane l’istituto di credito che fornisce prestiti multilaterali all’America centrale. Il suo programma regionale è focalizzato su tre aree principali: la crescita economica e le infrastrutture; lo sviluppo umano e lo sviluppo sostenibile.Nel settore della prevenzione e della lotta alla diffusione di HIV/AIDS, molti programmi nazionali sono stati consolidati a livello regionale, grazie ad 8 milioni di dollari concessi dalla World Bank.Infine, la nuova strategia di USAID (Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale) rivolta ad America centrale e Messico (2003-2008) ha come obiettivo il sostegno della democratizzazione della regione

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Siti utili:

RSP AMERICA CENTRALE ORIGINALE:www.europa.eu.int/comm/external_relations/ca/rsp/index.htmZONA DI LIBERO SCAMBIO AMERICANA:WWW.FTAA-ALCA.ORG

Riferimenti giuridici:“Vertice dei capi di Stato e di governo UE-America Latina e Caraibi” (Rio de Janeiro 1999), COM(2000) 670 http://www.europa.eu.int/servlet/portail/RenderServlet?search=DocNumber&lg=it&nb_docs=25&domain=Preparatory&in_force=NO&type_doc=COMfinal&an_doc=2000&nu_doc=670“Accordo di cooperazione CE-America centrale”http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=21999A0312(01)&model=guichett

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DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE DELLA COMUNITA’ ANDINA

2007-2013

Presentazione

L’organizzazione regionale delle Ande, detta Comunità Andina (CAN), formata da Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù, è una delle più antiche del continente Latino-Americano.Nonostante le ragguardevoli differenze tra i quattro Stati membri, che hanno comportato una serie di costanti difficoltà, il percorso dell’integrazione si sta approfondendo ed estendendo dalle problematiche economico-commerciali ad una larga varietà di settori come quelli concernenti la coesione sociale, l’occupazione, la lotta contro gli stupefacenti e la protezione dell’ambiente.

Analisi della situazione economica complessiva

Il processo di armonizzazione delle politiche macro-economiche all’interno della Comunità Andina ha avuto inizio nella seconda metà degli anni Novanta. I Paesi hanno adottato un criterio di convergenza per l’inflazione nel 1999 e due parametri, nel 2001, per la regolamentazione comparata da una parte del deficit del settore pubblico (il deficit del settore pubblico non finanziario non dovrebbe superare il 3% del PIL), dall’altra del debito pubblico (la bilancia del debito pubblico, esterno ed interno, non dovrebbe superare il 50% del PIL). Questi criteri non sono stati finora del tutto rispettati. Dopo un periodo di crisi economica e di declino alla fine degli anni Novanta, le economie della CAN, a partire dal 2004, hanno conosciuto una ripresa, registrando non solo una crescita del PIL, ma anche progressi nei settori economici quali: gli investimenti, il risparmio privato, l’occupazione, la bilancia commerciale, l’inflazione, il debito estero e riduzione dei margini di rischio.I progressi possono spiegarsi attraverso l’analisi di diversi fattori, soprattutto quelli relativi ai benefici derivanti da accordi commerciali e politiche mirate a garantire la stabilità macro-economica.Il mercato interno della CAN è caratterizzato da bassi, seppur crescenti, volumi di scambio. La Colombia è il Paese che esporta di più verso gli altri tre Paesi della CAN. L’obiettivo della CAN è quello di mettere a punto una Politica Tariffaria Comune, consistente in una “definizione flessibile” delle tariffe esterne, nell’abbandono della crescita delle tariffe nazionali e nella creazione di meccanismi per facilitare i rapporti commerciali comuni verso il resto del mondo.La realizzazione compiuta del mercato comune andino include: i principi della libertà di circolazione delle persone, l’adozione di regole comuni, l’armonizzazione degli esistenti sistemi normativi nelle materie di regolamentazione tecnica e standard, l’adozione di misure fitosanitarie, la previsione di servizi liberi e il rispetto dei diritti della proprietà intellettuale.La CAN è al ventinovesimo posto tra i partner commerciali dell’UE (è scesa dopo l’uscita del Venezuela che un tempo vi prendeva parte), con importazioni ed esportazioni che sono di circa lo 0,5% dell’intero mercato mondiale dell’UE. Gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale della CAN, seguito dall’UE.

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PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO REGIONALE (PIR)

Priorità 1: Integrazione economica regionale

Obiettivi generali: accrescere il grado di integrazione economica regionale; stabilire un mercato comune andino funzionante; facilitare il dialogo negoziale UE-CAN per un Accordo di Associazione che includa

anche un accordo di libero commercio.

Obiettivi specifici:- accrescere l’integrazione economica regionale attraverso una legislazione armonizzata (settori di beni e servizi, dogane, diritti di proprietà intellettuale ed industriale, ecc.);- incidere sulla crescita del mercato interno e di quello con l’UE;- promuovere la facilitazione dell’ingresso degli standard internazionali quali quelli del WCO (Organizzazione Mondiale delle Dogane);- rendere la CAN più appetibile per gli investimenti diretti esteri;- sostenere l’integrazione dell’economia CAN in quella mondiale.

Priorità 2: Coesione economica e sociale

Obiettivi generali: accrescere la coesione economica e sociale nella CAN.

Obiettivi specifici:- stimolare un ulteriore sviluppo della politica sociale della CAN , attraverso l’avvio di un approccio integrato alla coesione economica e sociale, ivi incluse la riduzione della povertà, il coinvolgimento sociale, la qualità e la creazione d’occupazione;- incoraggiare i progetti di sviluppo territoriale;- rafforzare le sinergie positive per la coesione sociale e la protezione ambientale, integrando la gestione sostenibile delle risorse naturali ai progetti finalizzati alla riduzione della povertà.

Priorità 3: Lotta al traffico di droga

Obiettivi generali: assistere i Paesi della CAN nella loro lotta alla droga.

Obiettivi specifici:- stimolare un approccio integrato alle politiche anti-droga;- fornire analisi e consulenza politica per assistere i governi nazionali nella lotta contro la droga.

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Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto per il periodo 2007-2013 è di 50 milioni di euro.Il PIR sarà soggetto ad una revisione di medio termine che verrà effettuata nel 2010 e consentirà, quando si programmerà, anche la ripartizione del finanziamento per il PIR II.Nel periodo 2007-2010 (PIR I) verrà stanziato il 65% ( 32,5 milioni di euro) del contributo totale, dal 2011 al 2013 (PIR II) il restante 35% ( 17,5 milioni di euro).

Priorità 2007mln €

2008mln €

2009mln €

2010mln €

2007-2010 (PIR I)

2011- 2013(PIR II)

Integrazione economica regionale 6,5 6,5 40% (13)

Coesione economica e sociale

6,5 6,5 40% (13)

Lotta al traffico di droga 3,25 3,25 20 %(6,5)Totale milioni € 6,5 9,75 6,5 9,75 100%

Siti utili:

RSP COMUNITA’ ANDINA:http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/andean/rsp/index.htm MEETING BETWEEN THE HEADS OF STATES & GOVERNMENT OF THE ANDEAN COMMUNITY OF NATIONS & THE EUROPEAN UNION, MADRID 2002:http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/andean/doc/ma05_02.htm COMMISSIONE EUROPEA:http://ec.europa.eu/index_en.htmCOMUNITA’ ANDINA:http://www.comunidadandina.org/endex.htm

Riferimenti giuridici:“Dichiarazione di Roma” Giugno 1996.http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/andean/doc/decl_rome_en.htm “Accordo quadro di cooperazione tra la CE e l’Accordo di Cartagena ed i suoi Stati membri” http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=21984A0608(01)&model=guichetthttp://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=EN&numdoc=31998D0278&model=guichett “Protocolli dell’Accordo di Cartagena sull’impegno della CAN sulla democrazia e sulle elezioni dirette universali al Parlamento andino” rispettivamente del 1998 e del 1997. http://europa.eu.int/abc/doc/off/rg/it/1998/x0919.htm

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DOCUMENTO DI STRATEGIA REGIONALE DEL MERCOSUR

Il Mercosur (Mercado Comun de Sur, Mercato comune del Sud America) è un processo dinamico di integrazione regionale tra Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, membri a pieno titolo, Bolivia e Cile, membri associati. Nel Mercosur trova spazio un’ampia serie di questioni strategiche: dalle garanzie regionali per la salvaguardia della democrazia e il rispetto dei diritti umani, alla cooperazione militare, alla creazione di un mercato comune regionale, al pieno coordinamento macroeconomico, all’armonizzazione delle politiche sociali e alle iniziative politiche congiunte. Tuttavia, il trattato di Asuncion del 1991 ha sostanzialmente stabilito solo riduzioni tariffarie automatiche tra i Paesi membri. Partendo dal nome, si comprende che l’obiettivo finale del Mercosur è la creazione di un mercato comune nel quale la libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone sia integrata da tariffe esterne comuni e da una cooperazione politica sempre più stretta tra i Paesi membri. In breve, l’agenda di integrazione regionale del Mercosur è articolata in due parti: da una parte, l’obiettivo a breve termine concernente l’istituzione di una completa ed efficiente unione doganale e, dall’altra, una serie di obiettivi politici a medio termine compresa la creazione di un mercato comune e l’introduzione di politiche comuni in determinati settori.

EconomiaIl blocco del Mercosur rappresenta la quarta economia al mondo dopo il NAFTA, l’UE e il Giappone, con un PIL totale di 1.002 miliardi di dollari e una popolazione di 235 milioni di abitanti nel 2005. Il Brasile produce la quota maggiore del PIL totale del gruppo, circa il 79%, seguito dall’Argentina con il 18 %, dall’Uruguay con 2%, e dal Paraguay con l’1%.In seguito alle gravi crisi economiche e finanziarie subite da Argentina, Uruguay e Paraguay e al fermento finanziario sperimentato dal Brasile tra il 2000 e il 2002, le economie del Mercosur sono state risanate a partire dalla metà del 2003. La ripresa è stata sorprendente in Argentina con un tasso di crescita del 9,2% lo scorso anno, combinata con la stabilizzazione della moneta e dei prezzi ed un graduale ritorno alla fiducia nei sistemi bancari. Miglioramenti simili si sono verificati in tutti i Paesi del Mercosur. In Brasile, le prudenti politiche economiche attuate dal governo di Lula da Silva hanno cercato di ricostruire la fiducia nei mercati finanziari, evitando impatti negativi. In generale, i tre fattori principali che hanno contribuito alla ripresa economica nella regione sono Stati: il miglioramento della competitività ottenuta tramite il deprezzamento della moneta sperimentato durante le crisi; il successivo guadagno in termini di commercio; la crescita nei prezzi internazionali di beni chiave d’esportazione.Inoltre, i Paesi del Mercosur hanno beneficiato del miglioramento del contesto economico regionale e globale. Sebbene l’Argentina, per il momento, rimanga largamente tagliata fuori dai mercati di capitali internazionali a causa della propria insolvenza debitoria, essi hanno anche beneficiato del generale miglioramento della predisposizione degli investitori internazionali verso i mercati emergenti, i quali hanno condotto ad un significativo ingresso di flussi di capitali.Nel 2005, infatti, le economie del Mercosur hanno registrato una crescita del 4%, superando la più ottimistica delle previsioni. A tale proposito, è importante notare che la crescita del PIL ha registrato il passaggio dei conti correnti da deficit a surplus. Contemporaneamente, si è verificata una graduale riattivazione dei flussi di capitali verso la regione ed il livello delle riserve di moneta straniera si è innalzato considerevolmente, dopo i valori minimi raggiunti durante la crisi finanziaria del 2001-02.

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Tuttavia, nonostante il notevole miglioramento registrato negli ultimi anni, le economie del Mercosur restano vulnerabili. Tutti e quattro i Paesi hanno bisogno di perseverare nella direzione di riforme strutturali (in particolare il rafforzamento del sistema bancario e riforma del settore delle aziende di pubblico servizio), il consolidamento fiscale e la riduzione della povertà e delle ineguaglianze nella distribuzione del reddito per aumentare le possibilità affinché l’espansione economica già in atto possa essere sostenuta nel tempo.Per quanto riguarda il commercio, va detto che gli scambi intra-regionali del Mercosur hanno registrato una media del 15% del commercio totale nel periodo 2002-2005, un tasso relativamente basso se paragonato ad altre regioni come l’UE (65,9%) o il NAFTA (45,3). Per comprenderne il motivo, vanno analizzate attentamente le dinamiche commerciali delle due economie più importanti del Mercosur: Brasile ed Argentina. Infatti, negli ultimi anni, il Brasile ha registrato una consistente diminuzione degli scambi commerciali con i propri partner del Mercosur, dovuta alla rapida espansione delle esportazioni brasiliane nei mercati mondiali. In termini assoluti, le esportazioni del Brasile verso l’Argentina sono cresciute in modo significativo (2,5 miliardi di euro nel 2002, 8 miliardi di euro nel 2005). D’altra parte, l’Argentina ha ridotto le esportazione nell’area Mercosur mentre sono aumentate le importazioni dagli altri Paesi membri, registrando, dal 2003 in poi, un deficit derivante dalla diminuzione di esportazioni argentine di energia, beni primari, autovetture e prodotti agricoli.Nel periodo 2002-2005, la partecipazione del Mercosur al commercio mondiale rappresentava solo l’1,05% del totale. Nel 2005, l’Unione Europea era la maggiore partner commerciale del Mercosur, con il 24,6% del commercio totale, seguita dagli Stati Uniti, che rappresentano il 20%. Il resto dell’America Latina raggiungeve circa il 13,4%, ma, negli ultimi tre anni, si sta registrando una crescita costante e vigorosa dei flussi commerciali.Il Mercosur sta cercando di diversificare i propri canali commerciali per promuovere il commercio regionale e quello “Sud-Sud”, strategia adottata per esempio con la conclusione di un Accordo di Libero Scambio tra Mercosur e Comunità Andina (ottobre 2004). Tuttavia, UE e NAFTA rappresentano ancora i pilastri principali della struttura commerciale del Mercosur, ed è difficile prevedere cambiamenti radicali in questo senso nel prossimo futuro.

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO REGIONALE

Per il periodo 2007-2013, le politiche di cooperazione europea intendono assistere e sostenere gli obiettivi del processo d’integrazione proprie del Mercosur. A tale scopo, sono stati individuati i seguenti settori d’intervento prioritari:

Priorità 1: Supporto all’istituzionalizzazione del MercosurSi ritiene fondamentale consolidare il processo d’integrazione e promuovere l’assetto istituzionale del Mercosur attraverso il rafforzamento di efficacia ed efficienza delle istituzioni, migliorandone il funzionamento e garantendo loro un ruolo sempre maggiore.

Obiettivi generali: Sostegno al Parlamento del Mercosur, promuovendo il modello democratico nei

suoi processi decisionali interni ed ottimizzando le relazioni politico-parlamentari tra le due regioni;

Sostegno al Tribunale Permanente di Revisione del Mercosur, finalizzato al consolidamento della sicurezza legale nell’area del Mercosur;

Supporto al Segretariato del Mercosur, allo scopo di migliorare il processo d’integrazione e la coesione regionale, attraverso la capacità istituzionale e la

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struttura organizzativa di tale organo.

Priorità 2: Sostegno all’approfondimento del Mercosur ed all’attuazione del futuro Accordo di Associazione UE - Mercosur.

Obiettivi generali: Incoraggiare l’integrazione del mercato e della produzione del Mercosur, in

particolare attraverso l’abolizione delle barriere non tariffarie; Sicurezza alimentare, igiene alimentare, creazione di un’area fito-sanitaria del

Mercosur; Promuovere la protezione ambientale, attraverso lo sviluppo sostenibile della

regione e la gestione sostenibile delle risorse naturali.

Priorità 3: Rafforzare e promuovere la partecipazione della società civile, la conoscenza del processo d’integrazione regionale, la mutua comprensione e visibilità

Obiettivi generali: Creazione di 10 centri studio UE-Mercosur, per diffondere la conoscenza e la

consapevolezza del processo d’integrazione e favorire la cooperazione intra-Mercosur nel settore dell’istruzione;

Supporto all’attuazione del “Plano operativo del sector educativo del Mercosur 2006-2010”;

Rafforzamento del settore cinematografico e audiovisivo del Mercosur per promuovere l’identità regionale;

Workshop, seminari ed altre attività finalizzate a fornire personale esperto e di assistenza per ogni questione riguardante l’integrazione regionale, l’esperienza dell’unione Europea e la trasmissione di tale esperienza.

Programma di finanziamento

Il Programma Indicativo Regionale (PIR) per il periodo 2007-2013 prevede un finanziamento di 50 milioni di euro. In particolare, verranno utilizzati 10 milioni di euro per finanziare due progetti della precedente programmazione regionale nei settore dell’istruzione e della società dell’informazione.

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PrioritàPIR 1 PIR 2

Totale2007-2010 2010-2013

Supporto all’istituzionalizzazione del Mercosur

4

Sostegno il Parlamento del Mercosur 2Sostegno al Tribunale Permanente di Revisione del Mercosur

1

Supporto al Segretariato del Mercosur 1Sostegno all’approfondimento del Mercosur e all’attuazione del futuro Accordo di Associazione UE-Mercosur.

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Prima fase 12Seconda fase 15Rafforzare e promuovere la partecipazione della società civile, la conoscenza del processo d’integrazione regionale, la mutua comprensione e visibilità

9

Creazione di 10 centri studio UE-Mercosur 7Rafforzamento del settore cinematografico e audiovisivo del Mercosur per promuovere l’identità regionale

2

Totale milioni € 40

Donatori:L’Unione Europea è uno dei principali donatori della regione del Mercosur, nessun altro donatore persegue una strategia finalizzata all’incoraggiamento e al consolidamento dell’integrazione regionale. Vanno tuttavia ricordati il contributo della Banca Inter-Americana per lo Sviluppo (4, 05 milioni di dollari) per il supporto alle istituzioni del Mercosur e ad istituti di statistica nei quattro Paesi membri ed il contributo finanziario della Germania, che sostiene principalmente progetti regionali in materia di ambiente e di sviluppo industriale.

Siti utili:

RSP ORIGINALE MERCOSUR: http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/mercosur/rsp/index.htm SITO UFFICIALE MERCOSUR: http://www.mercosur.org.uy

Riferimenti giuridici:Accordo di Cooperazione Eu-Mercosur, 1996 http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=21996A0319(02)&model=guichetthttp://www.delarg.cec.eu.int/es/ue_y_argentina/acuerdos/coopcomecon.docMemorandum D'intesa, Luglio 2001:http://www.mercosur.org.uy

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Strategie Paese

CSP ARGENTINA 2007-2013

Popolazione 38.800.000Superficie 2.767.000 km2

Capitale Buenos AiresUnità monetaria Peso ArgentinoLingua SpagnoloReligione CattolicaForma di governo Democrazia

Presidenziale

Economia

2004 2005 2006PIL (% crescita)

9,008,5-9,00

-

PIL (US $ pro capite, migliaia) 4,059 4,799 5,745PIL (US$, miliardi) 151 181 219Inflazione (%) annuale 4,4 9,6 12,3Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

12,1 11,1 -

Debito estero ($ miliardi) - 88,5 - Fonte: CSP Argentina 2007 – 2013, World Bank, Undp.

Le principali sfide che l’Argentina ha iniziato ad affrontare a partire dal 2002 riguardano le dolorose, ma necessarie, riforme politiche ed economiche, la lotta contro la povertà (alla fine del 2005, il 38% della popolazione era al di sotto della soglia della povertà, di cui il 13,6% in povertà assoluta), il rafforzamento della coesione sociale (anche attraverso un riequilibrio dei differenti gradi di sviluppo nelle varie aree regionali) e la riorganizzazione amministrativa dei ministeri e del sistema giudiziario.Dal 2002, l’Argentina ha intrapreso un percorso di graduale ripresa economica, come si evince dai dati riguardanti il PIL, il tasso di disoccupazione, il tasso di interesse (questo aveva superato il 100% nel 2002 ed ora, fin dall’agosto del 2005, è stato ricondotto a livelli “normali”, con il 4,13% per i depositi, il 6,5% per i prestiti). Gli investimenti diretti esteri (FDI) hanno raggiunto un totale di 4,2 miliardi di dollari, circa il 19,4% degli investimenti totali. Nel settore produttivo, nonostante i noti contributi dell’agricoltura, del settore minerario e delle fonti energetiche, l’Argentina ha conosciuto un sensibile cambiamento nella sua economia durante l’ultimo ventennio. Le politiche di liberalizzazione e privatizzazione, sebbene abbiano generato periodi di alta crescita e di aumento dei flussi di investimenti esteri, sono state gestite con la conseguenza di dare vita ad una forte concentrazione di capitali con una massiccia de-industrializzazione e conseguenti livelli record di disoccupazione. Nel 2004, il settore dei servizi copriva il 58,8% del PIL, l’industria il 31,5% e l’agricoltura il

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9,6%. L’ottima crescita economica del paese nel periodo successivo alla crisi è stata stimolata dalla crescita industriale, soprattutto nel settore automobilistico, nel minerario, dell’editoria e siderurgico. La produzione agricola è cresciuta del 2,5% nel 2004, grazie alla richiesta internazionale crescente di soia e di carne bovina e del settore caseario. Il sistema produttivo argentino è primariamente formato da piccole e medie imprese (PMI), le quali assorbono il 70% dei lavoratori del Paese. Lo sviluppo delle PMI è stato fortemente condizionato dalla grande crisi del 2001 e l’attuale ripresa economica non sembra sufficiente a rafforzare la loro competitività e generare le condizioni per superarne i limiti nel processo di sviluppo.Nel settore finanziario il Governo deve ancora affrontare temi fondamentali come la ristrutturazione dei servizi pubblici (da regolamentare sono soprattutto le problematiche delle privatizzazioni del settore energetico e di quello idrico) e la riforma del settore bancario, il quale resta una fonte di grandi preoccupazioni, nonostante il trend dei depositi bancari privati risulti attualmente di segno positivo.L’Argentina beneficia attualmente di un buon vantaggio di competitività nel mercato internazionale (rilevante positività della bilancia commerciale), dovuto soprattutto al suo favorevole tasso di cambio. Questo risulta evidente dalla crescita del livello delle esportazioni (+ 6,4% nel 2003 e + 17% nel 2004) e può generare il processo di re-industrializzazione del Paese. L’UE è il principale partner commerciale dell’Argentina, rappresentandone, nel mercato con l’estero, il 20% delle esportazioni (davanti a Brasile, Cile e Stati Uniti) ed il 26% delle importazioni (dietro solo al Brasile).Al fine di favorire una sua più profonda penetrazione nel mercato internazionale, l’Argentina sta negoziando, come membro del MERCOSUR, un Accordo di Associazione con l’UE.

Indicatori sociali

Demografia 2004-2006Crescita annuale in % della popolazione 1,3Popolazione urbana (% popolazione totale) 89,9Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 74,3EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 97,2Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 99Iscrizione femminile alla scuola dell’obbligo (%) 104

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Argentina 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Rafforzamento del sistema dell’istruzione, della formazione e dello sviluppo delle risorse umane

Obiettivi generali: il programma ha come obiettivo il sostegno alle politiche di governo per

l’inserimento nel quadro dell’istruzione delle fasce deboli del mondo giovanile, fornendo loro le competenze richieste per ottenere l’ingresso nel mercato del lavoro: assistenza tecnica e formazione professionale saranno fornite per sostenere

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attività come lo sviluppo di un sistema di qualifiche e competenze, la previsione di moderni dispositivi pedagogici e la formazione della classe docente, la creazione e il rafforzamento dei contatti tra scuole e mercato del lavoro.

Priorità 2: Competitività economica e sostegno alle piccole e medie imprese

Obiettivi generali:Il programma opererà a tre livelli:

macro-economico, attraverso un sostegno al miglioramento del quadro giuridico-legale del mondo degli affari, mirante a semplificare e ridurre le procedure del sistema di concessione delle licenze e dei permessi, nonché ad attuare schemi di diritto societario trasparenti e semplificati. Un’attenzione particolare verrà dedicata al miglioramento dei meccanismi legali funzionali alla risoluzione delle controversie commerciali;

medio-economico, assistendo il consolidamento di quelle istituzioni fondamentali al raccordo tra il settore pubblico e quello privato, il cui dialogo è indispensabile per un sano sviluppo del settore delle PMI;

micro-economico, attraverso il cofinanziamento del Servizio per lo Sviluppo degli Affari (BDS), fondato sul principio della condivisione dei costi, con l’obiettivo di promuovere la produttività e la competitività delle PMI. Questo potrebbe includere ogni tipologia di servizio non finanziario alle PMI, come studi di settore, tecniche di marketing, meccanismi di trasferimento del know-how, preparazione dei business plan, accorpamenti strategici e creazione di reti industriali, piani di esportazioni, formazione dei lavoratori, ecc.

Priorità 3: Rafforzamento delle relazioni bilaterali e della reciproca conoscenza tra la Commissione Europea e l’Argentina

Obiettivi generali: Programma di istruzione superiore: l’obiettivo è quello di agevolare l’accesso alla

Formazione Superiore Europea ai laureati e ai ricercatori universitari, per accrescerne sia le competenze funzionali all’ingresso nel mondo del lavoro, sia il ventaglio di opportunità all’interno del loro Paese. Sarà a disposizione uno specifico programma di convenzioni e scambi a livello universitario per gli studenti e probabilmente anche per i professori;

Sostegno alle politiche di dialogo: il programma dovrebbe includere la realizzazione di una serie di attività congiunte e comunemente concordate con le Autorità argentine, per rendere possibile il trasferimento di know-how, lo scambio di informative su esperienze positive, l’approfondimento delle relazioni bilaterali già indicate nei settori prioritari ed in ogni altro eventuale settore sul quale le parti dovessero decidere e rendere prioritario in futuro (attraverso seminari, incontri tra i rappresentanti della società civile, piccoli progetti su temi specifici individuati dalle parti e rilevanti ai fini del dialogo in corso, ecc.).

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Page 42: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dall’Unione Europea fino al 2013 è di 65 milioni di euro.

Priorità 2007-2010 2011-2013 % BudgetRafforzamento dell’istruzione, della formazione e dello sviluppo delle risorse umaneMiglioramento della formazione e delle competenze in funzione dell’ingresso nel mondo del lavoro

21,45 - 21,45

Competitività economica Sostegno alle Piccole e Medie Imprese

9,75 13 22,75

Rafforzamento delle relazioni bilaterali e della reciproca conoscenza tra la Commissione Europea e l’Argentina

10,40 10,4020,80

Programma di istruzione superiore 6,5 7,8Sostegno alle politiche di dialogo 3,9 2,6Totale 41,6 23,4 65

Donatori:

Nonostante si sia verificata una riduzione graduale dei fondi per l’aiuto allo sviluppo, l’Italia è tra i primi donatori (sono attualmente in corso d’opera 37 progetti in Argentina, per un totale di 140 milioni di Euro, riguardanti soprattutto lo sviluppo delle PMI, l’istruzione ed i settori del welfare e della sanità). La Spagna, la Francia e la Germania forniscono ancora estesi contributi alla causa argentina, principalmente attraverso sovvenzioni e prestiti. Il Regno Unito si concentra sullo sviluppo delle attività nel settore della good governance e delle istituzioni in genere, mentre Austria, Belgio, Finlandia, Grecia, Olanda, Ungheria, Irlanda, Polonia e Slovenia sono impegnati in più limitati programmi nei settori dell’energia, della ricerca, dell’istruzione, della cultura, della good governance e del turismo. Altri donatori significativi sono: il Giappone, la Banca Inter -Americana per lo Sviluppo (IADB), la Banca Mondiale e l’ONU, attraverso l’UNDP (Programmi gestiti delle Nazioni Unite).

Siti utili:

CSP ARGENTINA:www.europa.eu.int/comm/external_relations/argentina/csp/index.htm DELEGAZIONE CE:www.delarg.cec.eu.int/index.htm Rappresentanze Istituzioni italiane: AMBASCIATA ITALIANA: http://www.ambbuenosaires.esteri.it/ambasciata_buenosairesUFFICIO ICE:http://www.ice.gov.it/estero2/buenos/defaultuff.htm

Riferimenti giuridici:“ACCORDO QUADRO ECONOMICO E COMMERCIALE TRA LA CE E L’ARGENTINA” 1990http://www.delarg.cec.eu.int/es/ue_y_argentina/acuerdos/acuerdo_marco.dochttp://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=31990D0530&model=guichettARGENTINA OVERVIEW CE:http://ec.europa.eu/comm/external_relations/argentina/intro/index.htm

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CSP BOLIVIA 2007- 2013

Popolazione 9.427.000Superficie 1.098.580 km²Capitale La PazUnità monetaria BolivianoLingua SpagnoloReligione Cattolica Forma di governo Repubblica

Presidenziale Economia

2000 2003 2004 2005 2006PIL (% crescita) 2,5 - 3,6 4,4 -PIL (US $ pro capite, migliaia) - 0,897 0,948 0,992 1,07PIL (US$, miliardi) 8,4 8,1 8,7 9,3 10,3Inflazione (%) annuale 5,2 3,3 4,4 5,4 4,1Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

- 7,6 11,7 9,2 8,0

Debito estero (US $, miliardi) - 5,9 5,3 5,4 6,3 Fonte: CSP Bolivia 2007 – 2013, World Bank, FMI, Undp, Index Mundi, Latin Focus.

Nonostante l’estensione territoriale e l’abbondanza delle risorse naturali, la Bolivia ha una delle economie più arretrate dell’America Latina. Nel 2005, il suo PIL era di 9,3 miliardi di dollari per una popolazione di 9,4 milioni di abitanti. Si tratta del Paese più povero dell’America del Sud: il reddito annuale pro capite nel 2006 è stato di 1070 dollari. La Bolivia resta fortemente dipendente dallo sfruttamento delle risorse naturali: l’agricoltura, il settore minerario e quello degli idrocarburi rappresentano più del 40% della sua economia e quasi l’80% delle sue esportazioni.Nonostante una serie di riforme realizzate durante gli anni Novanta, il consumo interno, la manodopera ed il livello degli investimenti restano generalmente deboli e settoriali, e non permettono lo sviluppo durevole di attività diversificate. Questa situazione è dovuta, da una parte, al fatto che la popolazione è relativamente contenuta e poco concentrata, dall’altra, alla debolezza del livello di redditi e dell’Indice di Sviluppo Umano, oltre che all’assenza delle infrastrutture. Inoltre, a partire dalla fine degli anni Novanta, la Bolivia ha notevolmente risentito degli squilibri economici a livello sia regionale che internazionale, i quali hanno causato la recessione durante gli ultimi cinque anni. Dopo il 2003, l’economia ha cominciato a mostrare segnali di ripresa. La crescita economica ha raggiunto il 3,6% nel 2004 ed il 4% nel 2005, percentuali giudicate soddisfacenti per compensare la crescita demografica ed aumentare modestamente i redditi pro-capite. Le esportazioni hanno registrato un aumento di più del 30% nel 2004, del 25% nel 2005 e del 42% nel 2006, grazie soprattutto alle condizioni esterne favorevoli. Tuttavia, quest’aumento delle esportazioni non ha comportato la creazione di un numero significativo di posti di lavoro. A livello macroeconomico, le difficoltà sono maggiori. I principali settori d’esportazione non generano un livello considerevole di occupazione, anche se lo sfruttamento delle risorse minerarie su piccola scala potrebbe in futuro contribuire alla creazione di un numero di posizioni lavorative non qualificate.

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Page 44: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

La disoccupazione ed il sottoimpiego sono in aumento continuo da cinque anni e questo comporta migrazioni sia interne che verso l’estero. Il tasso di disoccupati sul totale della popolazione attiva è attualmente dell’11%, mentre il lavoro sommerso rappresenterebbe più del 65% dell’attività economica, ma garantisce generalmente la sopravvivenza di un grande numero di famiglie.L’attività economica generale riprende molto lentamente, come dimostra la situazione ancora fragile del settore bancario. Alla luce di tutte queste considerazioni, le maggiori sfide che la Bolivia deve affrontare in campo economico sono l’incremento dell’occupazione, la promozione di iniziative economiche e la crescita dei redditi, così come l’inserimento dei settori informali nel circuito economico ufficiale ed il miglioramento della produttività e della competitività a tutti i livelli. Parallelamente, il Paese deve ripartire i benefici della crescita in modo più egualitario, a favore delle classi popolari più svantaggiate, attraverso la promozione ed il rafforzamento delle politiche nazionali di riduzione della povertà.

Indicatori sociali

Demografia 2004-2006Crescita annuale in % della popolazione 1,9Popolazione urbana (% popolazione totale) 64Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 64,8EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 86,7Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 98,9

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Bolivia 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Creazione di prospettive economiche durevoli per un lavoro accettabile nelle micro, piccole e medie imprese

Obiettivi generali: riduzione delle divisioni sociali; consolidamento delle prospettive economiche per i più poveri; promozione di condizioni di lavoro accettabili.

Obiettivi specifici:- rafforzamento del settore produttivo (micro, piccole e medie imprese);- miglioramento del quadro istituzionale per accrescere la produttività e la competitività;- facilitazione dell’accesso al mercato e funzionalità di questo rispetto alla creazione di posti di lavoro decorosi e stabili.

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Priorità 2: Appoggio alla Bolivia nella sua lotta contro la produzione illecita ed il traffico di droga, attraverso lo sviluppo integrato e la razionalizzazione della produzione di cocaina grazie a meccanismi di controllo sociale

Obiettivi generali: aiutare il governo boliviano nella lotta e prevenzione della produzione e del traffico

di droga; sostegno per la prevenzione e l’attenuazione dei conflitti collegati al traffico di

droga; incoraggiamento alla coesione sociale ed al rispetto del diritto nazionale ed

internazionale.

Obiettivi specifici:- sostegno alla messa in opera di una politica nazionale settoriale di ampio respiro in materia di sviluppo integrato a sostegno di approcci innovativi per la riduzione della produzione illecita di cocaina;- relativa previsione di meccanismi di controllo sociale.

Priorità 3: Utilizzo sostenibile delle risorse naturali, soprattutto grazie al sostegno della gestione comune dei bacini idrografici internazionali.

Obiettivi generali: rafforzamento dell’integrazione regionale della Bolivia attraverso il dialogo e le

azioni comuni con i Paesi limitrofi riguardo la gestione comune dei bacini idrografici condivisi.

Obiettivi specifici:- aumento della capacità del governo in termini di gestione integrata delle risorse d’acqua e dei bacini idrografici;- sostegno alla creazione di organizzazioni di gestione dei bacini con il compito di concepire ed applicare programmi di miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti;- rafforzamento generale della cooperazione con i Paesi limitrofi.

Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dall’UE fino al 2013 è di 224 milioni di euro. Il piano si divide in due Programmi Indicativi Nazionali, il primo che coprirà il periodo 2007 - 2010 (PIN I: circa 134 milioni di euro ), il secondo che riguarderà invece gli ann i 2011-2013 (PIN II: circa 100 milioni di euro, la scansione settoriale dei finanziamenti verrà stabilita in seguito).

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Page 46: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Priorità2007

milioni €

2008milioni

2009 milioni

2010 milioni

TotalePin I

2011-2013(PIN II) milioni €

Creazione di prospettive economiche durevoli per un lavoro accettabile nelle micro, piccole e medie imprese

10 25 - 20 55

100

Appoggio alla Bolivia nella sua lotta contro la produzione illecita ed il traffico di droga, attraverso lo sviluppo integrato e la razionalizzazione della produzione di cocaina, grazie a meccanismi di controllo sociale

20 10 15 - 45

Utilizzo sostenibile delle risorse naturali, soprattutto grazie al sostegno della gestione comune dei bacini idrografici internazionali

5 14 15 - 34

Totale 35 49 30 20 134

Donatori:

Nove sono gli Stati membri dell’Unione Europea che hanno contribuito e contribuiscono a vario titolo alla cooperazione in Bolivia attraverso programmi di cooperazione bilaterale (soprattutto nei settori di governance, insegnamento, gestione idrica e sviluppo rurale). E’ attiva la cooperazione della Germania, dei Paesi Bassi e della Spagna.Vi sono poi: altri donatori bilaterali quali Stati Uniti, Giappone, Canada e Svizzera;istituzioni finanziarie che erogano prestiti a tariffe vantaggiose, guidate dalla Banca Mondiale (World Bank), dalla Banca Inter-Americana dello Sviluppo (BID) e dalla Società Andina di Sviluppo (SAD);le Nazioni Unite, sono rappresentate in Bolivia da nove loro agenzie, tra le quali l’UNDP (Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite), l’UNICEF, l’UNODC (ufficio delle Nazioni Unite per le droghe ed il crimine), il PAM (Programma Alimentare Mondiale).

Siti utili:

CSP Bolivia: http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/bolivia/csp/index.htm Relazioni bolivia – unione europea e riferimenti giuridicihttp://ec.europa.eu/comm/external_relations/bolivia/intro/index.htm - 2Rappresentanze Istituzioni italiane:AMBASCIATA ITALIANA: http://www.amblapaz.esteri.it/Ambasciata_LapazICE BOLIVIA:http://www.ice.gov.it/estero2/bolivia/

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Page 47: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

CSP BRASILE 2007-2013

Popolazione 186.771.000Superficie 8.547.403 km²Capitale BrasiliaUnità monetaria RealLingua Portoghese, Idiomi amerindiReligione Cattolica, ProtestanteForma di governo

Repubblica federale

Economia

2004 2005 2006PIL (% crescita) 4,9 2,3 3,6PIL pro capita (US$) 3325 4319 5176PIL (US$, Miliardi) 603,7

8795,67

966,83

Inflazione (%) annuale 6,6 6,9 4,5Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

11,5 9,4 10,6

Debito estero ($ miliardi)

Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Brasile 2007-2013.

Il Brasile è il quinto Paese più grande del mondo, sia per le sue dimensioni territoriali, che di popolazione, ed è considerato una delle potenze economiche emergenti più rilevanti, che, potenzialmente, potrebbe divenire una delle principali economie del mondo entro il 2050.Durante gli anni Novanta, il sistema economico del Paese è stato caratterizzato da instabilità economica, inflazione e volatilità macroeconomica. Per tale motivo, nel 1999, il governo brasiliano ha negoziato un programma di aggiustamento fiscale con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e ha promosso un pacchetto di riforme strutturali per ristabilire l’equilibrio macroeconomico, includendo l’adozione di un sistema di cambio flessibile per il real ed una politica fiscale incisiva.Dal 2003, l’amministrazione guidata dal Presidente Luiz Inacio “Lula” da Silva continua a promuovere una strategia macroeconomica principalmente indirizzata al mantenimento della stabilità ed al contenimento dell’inflazione. Tale politica economica ha determinato una rapida caduta del debito pubblico/PIL, mettendo il Brasile in condizioni di non rinnovare il suo accordo con il FMI e di ripagare al Fondo stesso tutti i prestiti accordati nel 2005 (pari a 15,5 miliardi di dollari). Tuttavia, nonostante segnali positivi nella gestione del debito pubblico, esso rimane una fonte di vulnerabilità per l’economia brasiliana.Nel 2004, l’economia del Paese ha raggiunto la quattordicesima posizione mondiale, sebbene la quota di commercio internazionale sia rimasta limitata (0,9%); il settore dei servizi rappresenta circa il 75% del PIL nazionale, l’industria il 19% e l’agricoltura il 6%. Negli ultimi anni, il Brasile ha registrato significativi surplus commerciali e le esportazioni hanno contribuito positivamente alla crescita del PIL, soprattutto nei settori dei trasporti, della carne, del ferro e dell’acciaio. Anche nel settore agricolo sono stati raggiunti risultati significativi, tanto da rendere il Brasile una delle maggiori potenze agricole mondiali. Sempre nel 2004, è emerso che i principali partner economici del Paese sono l’Unione

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Europea (26,8%), gli Stati Uniti (21,9%), l’Argentina (6,9%), la Cina (6,9%) ed il Giappone (3,7%). Negli ultimi tempi, tuttavia, l’UE ha registrato una diminuzione significativa dei flussi commerciali in favore del Brasile, mentre il Paese sudamericano rimane uno dei principali destinatari degli investimenti europei, il cui ammontare complessivo è di circa 80 milioni di euro.Il Brasile è un paese importatore di petrolio, ma è riuscito a diventare autosufficiente entro la fine del 2005, grazie ai massicci investimenti operati recentemente nel settore: la produzione petrolifera del Brasile è attualmente equivalente a quella del Kuwait (1,8 milioni di barili al giorno).Durante lo scorso decennio, il Paese brasiliano si è dimostrato molto attivo nelle dinamiche del commercio internazionale, impegnandosi, in ambito di WTO-OMC, a migliorare l’accesso al mercato dei propri prodotti agricoli. Attraverso il Mercosur, il Brasile ha cercato di diversificare i propri mercati, concludendo accordi commerciali preferenziali con paesi quali l’India ed il Sud Africa. Sono stati definiti accordi preferenziali anche con altri Paesi latinoamericani e, inoltre, è prevista la conclusione di intese commerciali con Marocco ed Egitto.

Indicatori sociali

Demografia 2004-2006Popolazione urbana (% popolazione totale) 83,7Aspettative di vita alla nascita (anni) 71Mortalità infantile (per 1000) 32EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età >15) 88,6

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Brasile 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALI E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Intensificazione delle relazioni bilaterali tra Unione Europea e BrasileL’impatto atteso a lungo termine sarà quello di rafforzare le relazioni bilaterali tra UE e Brasile, e di contribuire in modo consistente allo sviluppo del Paese, specialmente promuovendo lo sviluppo sociale e migliorando la qualità del sostegno.

Obiettivi generali: Capacità di offrire supporto ai dialoghi settoriali, specialmente in ambiti di comune

interesse tra le parti rilevanti coinvolti nelle relazioni UE - Brasile (governi, pubbliche amministrazioni, altre istituzioni, associazioni industriali, organizzazioni non governative);

Programma di istruzione superiore per il Brasile, con lo scopo di facilitare l’accesso allo European Higher Education Area (Area di Istruzione Superiore Europea) a studenti universitari e ricercatori brasiliani, accrescendo le loro capacità professionali e le loro opportunità di impiego in Brasile. Si prevedono borse di studio destinate a studenti brasiliani e scambi tra insegnanti. In questo modo, si vuole contribuire al rafforzamento dei legami politici, economici e culturali tra Unione Europea e Brasile;

Creazione di un Istituto di Studi Europei in Brasile, con lo scopo principale di promuovere la conoscenza dell’Unione Europea e rafforzare il sistema d’istruzione superiore. Tra le varie attività, s’intende: fornire a professionisti brasiliani del mondo

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accademico programmi di formazione specializzati in differenti campi dell’Unione Europea; offrire master in materie europee e corsi di formazione mirati a soddisfare la crescente domanda delle istituzioni brasiliane; promuovere l’integrazione di moduli di studi europei nei corsi esistenti e fornire informazioni su borse di studio ed attività di ricerca.

Priorità 2: Promozione della dimensione ambientale dello sviluppo sostenibileUna delle principali urgenze delle Commissione Europea sarà quella di contribuire alla protezione dell’ambiente, in particolare alla difesa delle foreste brasiliane nel sostenere la lotta contro la povertà nelle zone maggiormente degradate.

Obiettivi generali: Supporto alla protezione degli ecosistemi minacciati e miglioramento delle

condizioni di vita delle popolazioni indigene delle foreste: in particolare, s’intende partecipare al finanziamento di progetti di protezione ambientale, come il “Programma Amazzonia Sostenibile”, concentrando gli sforzi per la difesa delle biodiversità e delle fondamentali attività di produzione di ossigeno della regione amazzonica. Inoltre, la protezione delle foreste implica necessariamente la presa in considerazione dei bisogni delle popolazioni che vivono nell’area, maggiormente dipendenti dalle risorse naturali e vulnerabili in conseguenza del degrado ambientale. Per promuovere lo sviluppo sostenibile ad ogni livello, è fondamentale assicurare l’accesso delle popolazioni indigene ai territori della regione amazzonica e promuovere attività produttive che non distruggano l’ecosistema della foresta.

Programma di finanziamento

Per il periodo 2007-2013 è stato previsto un budget di 61 milioni di euro.La strategia verrà definita in due Programmi di Strategia Nazionale, uno per il periodo 2007-2010 (che coprirà il 65% delle risorse), l’altro per il periodo 2011-2013 (che coprirà il restante 35%).

Priorità2007-2010 2011-2013

PIN Milioni €

% Budget

Intensificazione delle relazioni bilaterali

42,7 70

Capacità di offrire supporto ai dialoghi settoriali

6,1 3,05 9,15 15

Programma di istruzione superiore per il Brasile

18,605 11,895 30,5 50

Creazione Istituto di Studi Europei 3,05 3,05 5Promozione della dimensione ambientale

11,895 6,405 18,3 30

Totale 36,65 21,35 61 100

Donatori

Numerosi Paesi membri dell’UE partecipano a progetti di cooperazione e a finanziamenti in Brasile. La Germania, attualmente, ha focalizzato l’attenzione negli ambiti prioritari della protezione ambientale e della gestione delle risorse naturali, oltre che nello sviluppo integrato della regione per le zone più svantaggiate; ad oggi, l’ammontare totale dei contributi finanziari è di circa 3 milioni di euro. Negli ultimi anni, anche la Spagna ha

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Page 50: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

intensificato le relazioni bilaterali con il Paese, soprattutto finanziando progetti di sviluppo sostenibile, per circa 7,4 milioni di euro. Il Portogallo, in virtù della storia comune e delle affinità linguistico culturali, ha relazioni molto forti con il Paese brasiliano: gli aiuti pubblici portoghesi, gestiti dall’IPAD3, interessano numerosi settori, tra cui la sanità, l’istruzione, la ricerca scientifica e l’appoggio alle imprese. IFrancia, Finlandia, Irlanda, Gran Bretagna ed Italia, infine, partecipano a progetti di protezione ambientale, di promozione dei diritti umani e della good governance.Donatori rilevanti sono anche il Giappone (soprattutto in ambito ambientale ed industriale) e la World Bank, che attualmente sta finanziando 48 progetti, per un ammontare di 4,2 milioni di euro.

Siti utili:

CSP BRASILE ORIGINALE (da aggiornare):www.europa.eu.int/comm/external_relations/brazil/csp/index.htmDELEGAZIONE CE: www.delbra.cec.eu.int/Rappresentanza Istituzioni italiane: AMBASCIATA ITALIANA:http://www.ambbrasilia.esteri.it/Ambasciata_BrasiliaICE (San Paolo): http://www.ice.gov.it/estero2/sanpaolo/defaultuff.htmCAMERA DI COMMERCIO DI SAN PAOLO: http://www.italcam.com.br

Riferimenti giuridici:Accordo quadro di cooperazione tra l’UE e il Brasile" Ottobre 1995: http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=21995A1101(01)&model=guichett

3 L’IPAD (Istituto Portoghese per il Sostegno allo Sviluppo) è un organismo statale finalizzato alla gestione e controllo della politica di cooperazione.

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Page 51: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

CSP CILE 2007-2013

Popolazione (giugno 2006)

16.432.000

Superficie 756.102 km²Capitale SantiagoUnità monetaria Peso (CLP)Lingua SpagnoloReligione CattolicaForma di governo Repubblica

Parlamentare

Economia

2003 2004 2005PIL (% crescita) 3,3 5,9 5,8PIL (US $ pro capite, migliaia) 4568 5573 6151PIL (US$, miliardi) 175,7

21198,6

73-

Inflazione (%) annuale 2,8 2,9 2,7Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

8,5 8,5 8,1

Debito estero ($ miliardi) - - 48,0

Fonte: FMI, World Bank, CSP Chile 2007-2013

Il Cile, a partire dalla fine della dittatura avvenuta nel 1989, ha conosciuto un costante periodo di crescita che lo ha collocato tra le economie più dinamiche del mondo.Se si guarda al dettaglio storico degli ultimi 18 anni, si nota che dopo un decennio caratterizzato da notevoli tassi di crescita (1989-1999), il Cile ha risentito, seppure moderatamente, della congiuntura economica globale iniziata nel 1999 e l’economia ha allentato le sue performance, pur mostrando chiari segni di ripresa a partire dal 2003, come dimostra il relativo tasso di crescita tornato prepotentemente al 3,3%. L’economia cilena ha chiuso il 2005 con una ottima crescita del PIL pari a circa il 6,3%. Il ruolo dello Stato nell’economia è limitato principalmente alla sfera della regolamentazione e del controllo, sebbene esso continui a gestire la più grande compagnia di rame del Paese e alcune altre rilevanti imprese. La disoccupazione si è attestata, negli ultimi anni, tra l’8% e il 10%, mentre risultava di poco superiore al 5-6% negli anni Novanta; tra il maggio e il luglio del 2006, la disoccupazione ha toccato quota 8,8%. Con un PIL pro-capite di 6151 dollari nel 2005, il Cile è stato inserito, dagli operatori della World Bank, tra il gruppo dei Paesi a reddito medio-alto caratterizzati da un’economia solo moderatamente indebitata. L’economia cilena, inoltre, non solo è considerata la meno afflitta dal problema della corruzione dell’intera America Latina, ma ne è anche la prima in assoluto per quanto riguarda la competitività; a conferma di ciò, uno studio dell’IMD (Istituto per la Gestione dello Sviluppo) ha classificato il Cile al diciannovesimo posto al mondo quanto a competitività dell’economia. La Banca Centrale del Cile porta avanti una politica di mantenimento dell’inflazione tra il 2% ed il 4%. Nel 2006, ad agosto, il tasso di inflazione ha raggiunto il 3,8%. Fondamentale è stato, complessivamente, il processo di intensa liberalizzazione del commercio con l’estero iniziato nel 1986, che ha consentito al Cile di diventare un attivissimo membro del

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Page 52: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio).Un altro aspetto decisivo per il positivo trend dell’economia cilena, è stata la crescita degli investimenti, sia esteri che nazionali (il 24% del PIL nel 2004 e 25% nel 2005), che la rendono terza nel ranking generale dell’America Latina.L’Unione Europea è il principale investitore in Cile. Nel 2005, circa il 30% degli investimenti diretti esteri (1,9 miliardi di dollari) è arrivato dall’Europa e ciò ha mostrato, tra l’altro, quanto positivo sia stato l’impatto dell’Accordo di Associazione (AA) concluso nel 2002 tra l’UE ed il Cile.L’AA con l’Unione Europea è l’accordo più ambizioso mai siglato dal Cile e comprende tre importanti pilastri: il dialogo politico, la cooperazione ed il commercio. Da quando è entrato in vigore, il volume degli scambi commerciali è salito da 5,6 miliardi di Euro nel 2002 a 10,9 miliardi nel 2005. Nell’ambito dell’UE, i cinque principali investitori sono la Spagna (22,7%), il Regno Unito (9,2%), l’Olanda (2,6%), l’Italia (2,5%) e la Francia (2,2%). La presenza europea è particolarmente forte nel settore dei servizi di base (32%), in quello delle telecomunicazioni (17%) e in quello minerario (16%). Le importazioni europee dal Cile riguardano invece i prodotti minerari, il rame ed altri prodotti agro-alimentari. L’UE è il principale destinatario delle esportazioni cilene (22,9% del totale), mentre il MERCOSUR è ancora il fornitore leader per le importazioni cilene (26,8%).A causa della complessa situazione del settore energetico, il Cile è un Paese fortemente dipendente dall’importazione di energia ed è necessaria una ben delineata strategia politica di lungo periodo per la diversificazione nell’approvvigionamento e per progetti votati allo sviluppo interno di fonti alternative (una nuova legge sull’energia del 2005 promuove gli investimenti privati in questo settore). Indicatori sociali

Demografia 2005-2006Crescita annuale in % della popolazione 1,01%Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 76EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) - 2003

95,7

Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 86,5

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Chile 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Coesione sociale

Obiettivo generale: A livello sociale, la società cilena ha realizzato un importante processo di

modernizzazione, il quale, tuttavia, risulta ancora incompleto come dimostrano le significative disuguaglianze che permangono soprattutto per quanto concerne la distribuzione dei redditi, l’accesso al mondo del lavoro, alle cure sanitarie, all’istruzione ed alla giustizia.

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Page 53: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Obiettivi specifici:- ottenere una più corretta redistribuzione sociale e fiscale;- aumentare l’accesso alle tematiche dell’impiego, della sanità, dell’istruzione, della previdenza sociale e della giustizia;- ridurre le disuguaglianze per genere, razza e regioni di provenienza;- promuovere il dialogo sociale tra le parti interessate;- rafforzare le sinergie tra una maggiore coesione sociale e la protezione ambientale, attraverso una più stretta integrazione dei progetti finalizzati alla riduzione della povertà ed alla gestione sostenibile delle risorse naturali.

Priorità 2: Istruzione, scambi universitari e convenzioni tra scuole

Obiettivi generali: facilitare l’accesso al sistema europeo d’istruzione superiore agli studenti cileni, al

fine di accrescere la spendibilità delle loro competenze e il ventaglio delle opportunità lavorative nel loro Paese. Il tentativo è quello di contribuire al rafforzamento dei collegamenti politici, economici e culturali tra il Cile e l’UE. L’idea generale è quella di dare sostegno al rapporto diretto tra università a livello di dottorati e di ricerca avanzata, alla creazione di reti specializzate di ricerca, alla nascita di laboratori congiunti UE – Cile e alla mobilità degli studenti e degli insegnanti.

Priorità 3 : Innovazione e competitività

Obiettivi generali: promuovere l’innovazione e la competitività economica cilena, per meglio affrontare

le sfide proposte dalla crescente competizione globale, contribuendo in tal modo al rafforzamento reciprocamente benefico della relationship UE–Cile. Più nel dettaglio, il fine è quello di facilitare e sviluppare un’innovazione tecnologica nel comparto produttivo che:

- introduca una produzione più competitiva a più alto valore aggiunto;- raccordi le problematiche ambientali, soprattutto riguardo alle PMI;- coincida con le direttive europee ed internazionali sanitarie e fitosanitarie;- continui a promuovere la convergenza con la regolamentazione europea sulle produzioni industriali;- assista le imprese e le istituzioni cilene nell’ottenere benefici dall’apprendimento delle innovazioni e dei know-how europei;- promuova il trasferimento di Scienza e Tecnologia (S&T) e la messa in opera di stretti collegamenti tra i partner coinvolti;- assista nello sviluppo di politiche energetiche e nella crescita dell’accesso alle fonti di energia sostenibile;- promuova la protezione, l’uso legittimo e la diffusione dei diritti di proprietà intellettuale.

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Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dall’Unione Europea fino al 2013 è di 41 milioni di euro.

Priorità 2007 2008 2009 20102011-2013

PINmilioni €

% Budge

t

Coesione sociale 10,25 6,15 16,40 40%

Istruzione: scambi universitari e convenzioni tra scuole

4,920 3,28 8,20 20%

Innovazione e competitività 10,25 6,15 16,400 40%

Totale 25,42 15,58 41,00 100%

Donatori:

Oltre al loro contributo alle attività comunitarie, alcuni Stati membri dell’Unione Europea ed altri Stati ed Organismi internazionali contribuiscono alla cooperazione bilaterale con il Cile.L’AGCI (Agenzia di Cooperazione Internazionale) ha fornito un puntuale prospetto dei donatori al 2005, fra cui:Organismi internazionali:FMI,ONU (UNDP), IDB (Banca per lo Sviluppo Inter-Americano) e World Bank;Paesi Membri dell’UE:Francia, Germania, Belgio, Finlandia, Italia (attraverso sovvenzioni al settore privato), Portogallo, Svezia, Spagna, Olanda e Svezia;Altri Paesi:Canada, Stati Uniti e Giappone.

Siti utili:

CSP CILE :http://www.europa.eu.int/comm/external_relations/chile/csp/index.htm DELEGAZIONE CE: http://www.delchl.cec.eu.int Rappresentanze Istituzioni Italiane: AMBASCIATA ITALIANA: http://www.ambsantiago.esteri.it/ambasciata_santiagoICE IN CILE:http://www.ice.gov.it/estero2/santiago/tool_sx_up2.htm

Riferimenti giuridici:ACCORDO DI ASSOCIAZIONE CILE – UE:http://www.delchl.ec.europa.eu/ing/detalletitulosEUCHILE.asp?id=117“PROTOCOLLO DI INTESA TRA CE E CILE”- MARZO2001:http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=IT&numdoc=22002A1230(01)&model=guichett

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Page 55: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

CSP COLOMBIA 2007-2013

Popolazione 42.954.000Superficie 1.138.910 km2

Capitale BogotàUnità monetaria Peso ColombianoLingua SpagnoloReligione Cattolica (90%)Forma di governo Repubblica

Presidenziale

Economia

2000 2003 2004 2005 2006PIL (% crescita) 2,9 4,0 4,0 5,1 4,8PIL (US $ pro capite, migliaia) - 1,78 2,13 2,65 2,76PIL (US$, miliardi) 83,8 79,8 83,7 87,9 92,2Inflazione (%) annuale - 7,1 5,9 5,0 4,7Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

17,0 16,3 17,1 14,0 13,6

Debito estero (US $, miliardi) 36,0 37,0 39,00 38,00 - Fonte: CSP Colombia 2007 – 2013, World Bank, Undp, Latin Focus.

Terminata la fase di recessione economica iniziata nel 1999, i principali indicatori macroeconomici della Colombia stanno progredendo dal 2003. La crescita del PIL nel 2004 e nel 2005 è stata rispettivamente dell’8% e del 5%, vale a dire i migliori risultati ottenuti complessivamente dal 1995.Per contro, tuttavia, il PIL pro capite continua ad essere uno dei più bassi dell’intera America Latina ed il reddito nazionale pro capite di 2000 dollari annui della Colombia, secondo alcuni studi effettuati dalla World Bank, risulta il centoventiduesimo su 177 Paesi analizzati.L’inflazione resta stabile, essendosi attestata intorno al 6%, e la bilancia commerciale ha mostrato segnali di miglioramento negli ultimi due anni, grazie soprattutto alla crescita delle esportazioni (le principali voci sono: caffè, manifatture, petrolio).Gli Stati Uniti sono la prima destinazione dei prodotti colombiani ed il trend commerciale tra i due Paesi è destinato a crescere alla luce della firma tra i due Stati per un importante accordo di libero commercio. Il secondo mercato più rilevante per la Colombia è quello della Comunità Andina, seguito dall’Unione Europea. Gli investimenti diretti esteri cumulatisi in Colombia nel decennio 1994-2004 arrivano a circa 27 miliardi di dollari. L’UE è il principale contribuente in tal senso (copre il 26% del totale), soprattutto nei settori dell’elettricità, del gas e dello sfruttamento delle risorse idriche, oltre chenel settore finanziario e dell’estrazione dei metalli.Secondo le previsioni per gli anni a venire, l’economia colombiana dovrebbe continuare a crescere, sebbene più lentamente di quanto non stia facendo attualmente. E’ anche vero, tuttavia, che le difficoltà incontrate dall’economia colombiana nella creazione di posti di lavoro ed il peggioramento della situazione del debito pubblico (per quanto il trend evolutivo risulti in tendenziale decrescita) rimangono urgenti problematiche da affrontare. La situazione finanziaria degli enti pubblici periferici è chiaramente migliorata, ma quella del governo centrale mostra ancora delle debolezze. Il Governo ha presentato al

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Congresso una proposta di riforma fiscale (si tratta del cd. Atto di Finanza 2006) che stabilisce che il 35% della spesa sarà rivolto al programma per la sicurezza democratica, il 33% alla spesa sociale, il 18% all’amministrazione del sistema giudiziario ed a quello statale, il 10% alle infrastrutture.Secondo gli studi effettuati dalla Commissione Europea, la Colombia, fra tutti i Paesi dell’America Latina, occupa il terzo posto dopo il Brasile ed il Guatemala quanto a disuguaglianze sociali. Il 10% delle famiglie più ricche dispone del 45% dell’intero reddito nazionale, mentre il 20% di quelle più povere ne gestisce solo il 2,7%. La disuguaglianza nella distribuzione dei redditi colpisce con evidenza lo sviluppo delle risorse umane: l’UNDP (il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) classifica la Colombia al sessantanovesimo posto nel mondo quanto ad indicatori di sviluppo umano.

Indicatori sociali

Demografia 2004-2006Crescita annuale in % della popolazione 1,5Popolazione urbana (% popolazione totale) 85,2Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 71,7EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età > 15)

92,8

Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 87,4

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Colombia 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Pace e stabilità, compreso lo sviluppo alternativo.In questo senso, il sostegno è indirizzato al radicarsi di una situazione sociale pacifica, un sensibile sviluppo economico ed una reale lotta al traffico degli stupefacenti. La strategia dell’UE, in un Paese che ha subito 40 anni di conflitti armati intestini, è quella di contribuire alla pace ed alla stabilità sociale senza perdere di vista quel necessario sviluppo economico che una Colombia “pacificata” potrebbe generare per sé e per l’intera regione andina, con effetti estremamente benefici.

Obiettivi generali: promozione in molte regioni della Colombia di uno sviluppo umano sostenibile,

attraverso il supporto alle istituzioni locali e la difesa dei fondamentali diritti dell’uomo;

riduzione di tutte le attività illecite (soprattutto la produzione e il traffico di droga e di armi di piccole dimensioni);

creazione di aree di coesistenza pacifica; sviluppo della sfera pubblica e promozione del dialogo e dello sviluppo socio-

economico sostenibile come strumenti per la risoluzione del conflitto sociale in atto.

Priorità 2: Stato di diritto, giustizia e diritti umaniL’UE ritiene indispensabile che il sistema giudiziario colombiano venga al più presto riorganizzato per poter far fronte alle sfide che il Paese sta combattendo e che ancora dovrà combattere.

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Obiettivi generali: rafforzamento dello stato di diritto, attraverso un più incisivo sistema che garantisca

la legalità; sostegno al consolidamento della presenza dello Stato sul territorio; salvaguardia dei diritti umani; good governance e promozione del dialogo sociale; lotta contro l’impunità di chi commette crimini.

Priorità 3: Produttività, competitività e mercatoNel contesto della globalizzazione e di un sistema internazionale caratterizzato da economie aperte, i Paesi in via di sviluppo ed i Paesi a reddito medio si troveranno sempre di più di fronte alla competizione con prodotti a più alto valore aggiunto.Tutte le iniziative in questo settore prioritario saranno rivolte all’avvicinamento del sistema produttivo colombiano agli standard di qualità richiesti dal mercato nazionale e internazionale, inoltre, la Commissione Europea sosterrà direttamente le iniziative rivolte all’integrazione della Colombia nella Regione Andina.

Obiettivi generali: crescita della competitività e delle capacità professionali degli operatori economici; sostegno alle operazioni di immissione dei beni prodotti in Colombia nel mercato

nazionale ed internazionale; fornitura di sbocchi di mercato per i prodotti provenienti da aree di sviluppo

alternativo dove i progetti di produzione sono impiantati per combattere l’economia illecita.

Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dall’Unione Europea fino al 2013 è di 160 milioni di euro. Il piano si divide in due Programmi Indicativi Nazionali, il primo che coprirà il periodo 2007 - 2010 (PIN I: 104 milioni di euro ), il secondo che riguarderà gli anni 2011-2013 (PIN II: 56 milioni di Euro).

Priorità2007

milioni €

2008milioni

2009 milioni

2010 milioni

% BudgetPIN I+PIN II

2011-2013

milioni €

Pace e stabilità, compreso lo sviluppo alternativo

- 36,4 - 36,4 70

56Stato di diritto, giustizia e diritti umani

7,28 - 13,52 - 20

Produttività, competitività e mercato

7,28 - - 3,12 10

Totale 14,56 36,4 13,52 39,52 100

Donatori:

Numerosi sono gli Stati Membri dell’Unione Europea e altri Stati non membri che hanno contribuito e contribuiscono a vario titolo alla cooperazione in Colombia: Germania, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Spagna, Stati Uniti, Finlandia, Francia, Italia, Giappone, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Svezia e Svizzera.

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Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali come: FAO, UNICEF, UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per le popolazioni), UNESCO, UNODC (ufficio delle Nazioni Unite per le droghe ed il crimine), UNDP, OMS, UNAIDS (Programma delle Nazioni Unite per la lotta all’HIV-AIDS), UNIDO (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale), ILO (Organizzazione internazionale del lavoro), IOM (Organizzazione internazionale per le migrazioni), OEI (Organizzazione degli Stati iberico-Americani), UNHCHR (Alto Commissariato delle Nazioni Uniti per i diritti umani) , World Bank, Banca per lo Sviluppo Inter-Americano.In particolare, l’Italia è stata ed è attiva nell’ambito di programmi di cooperazione nei settori dello sviluppo sociale, della sostenibilità ambientale e della modernizzazione dell’apparato statale.

Siti utili:

CSP COLOMBIA (da aggiornare): www.europa.eu.int/comm/external_relations/colombia/csp/index.htmDELEGAZIONE CE:www.delarg.cec.eu.int/index.htm Rappresentanze Istituzioni italiane: AMBASCIATA ITALIANA:http://www.ambbogota.esteri.it/Ambasciata_BogotaUFFICIO ICE a Caracas:http://www.ice.gov.it/estero2/caracas/defaultuff.htm CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA PER LA COLOMBIA:http://www.ccicolombia.com/

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CSP COSTA RICA 2007-2013

Popolazione 4.100.000Superficie 51.100 km2

Capitale San JosèUnità monetaria ColònLingua SpagnoloReligione CattolicaForma di governo Repubblica

Presidenziale

Economia

2000 2003 2004 2005 2006PIL (% crescita) 1,8 6,5 4,2 3,9 5,9PIL (US $ pro capite, migliaia) 4.062 4.194 4.361 4.619 4.873PIL (US$, miliardi) 15,94 17,49 18,53 19,98 21,45Inflazione (%) annuale 11,0 9,3 9,4 11,70 13,60Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

- 6,3 6,7 6,6 6,6

Debito estero (US $, miliardi) 3,150 3,733 3,883 - -

Fonte: CSP Costa Rica 2007 – 2013, World Bank, Undp, Latin Focus.

Gli ultimi quindici anni hanno significativamente cambiato la struttura economica del Costa Rica: ad oggi, l’agricoltura rappresenta l’8,4% della produzione totale, l’industria il 25,3% ed i servizi il 66,3%.Con i suoi quattro milioni di consumatori, è l’economia più industrializzata dell’America Centrale. La strategia economica del governo, considerata la crescita annuale media del 4,3% negli ultimi dieci anni, prosegue l’apertura sistematica verso l’esterno e mira contestualmente ad una crescente diversificazione all’interno dei suoi settori produttivi.L’amministrazione, tuttavia, si trova ad affrontare anche alcune difficili situazioni che frenano sensibilmente lo sviluppo socio-economico del Paese: il debito pubblico cronico (al 3,6% del PIL), dovuto al basso prelievo fiscale (13,4% del PIL, oltre ad un ulteriore 4,4% del PIL che va per i contributi alla sicurezza sociale); l’evasione fiscale ed il debito interno (57% del PIL nel 2004).L’inflazione è cresciuta fino al 13,6% nel 2005 e ciò rappresenta un’ulteriore minaccia per la stabilità economica e sociale. Le due maggiori voci del bilancio, i salari ed il pagamento del debito, rappresentano l’80% delle uscite, pertanto, pochissimo spazio è lasciato agli investimenti pubblici (infrastrutture, edilizia, sanità, ecc.). Questo comporta una sempre maggiore dipendenza del Paese dai flussi d’investimenti diretti esteri (FDI) e, di conseguenza, una vulnerabilità macroeconomica sostanziale.Sebbene il deficit ed il debito pubblico siano simili a quelli di alcuni Stati Membri dell’UE, la differente debolezza delle finanze pubbliche del Costa Rica risiede proprio nella loro struttura.Infatti, il debito pubblico è costantemente in crescita e la sua parte principale è legata all’amministrazione centrale del Governo. Nel 2004, i pagamenti per interessi sul debito rappresentavano almeno il 26% delle spese totali del Governo centrale: secondo la Commissione Europea, vi è davvero pochissimo spazio per compiere una manovra finanziaria veramente significativa. Sempre secondo la Commissione Europea, oltre a

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Page 60: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

combattere l’evasione fiscale, una soluzione possibile potrebbe essere quella di aumentare la pressione fiscale.Passi in avanti vanno poi effettuati per accrescere il livello della trasparenza amministrativa e della gestione degli strumenti di cooperazione internazionale, in linea con gli standard sviluppati nel forum dell’OECD (Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo).Il Costa Rica riceve il 60% delle esportazioni provenienti dal mercato dell’UE verso l’America Centrale ed è il secondo principale punto d’arrivo degli investimenti diretti europei, dopo Panama. Gli investitori stranieri restano molto attratti dalla stabilità politica del Paese e dagli alti livelli d’istruzione della popolazione, il turismo, infine, continua ad attirare valuta estera. I bassi livelli dei prezzi internazionali, tuttavia, hanno in qualche modo colpito il settore agricolo, che comunque resta la voce trainante quanto ad esportazioni.L’UE è il terzo maggiore beneficiario delle esportazioni del Costa Rica (16,3%), dopo l’America Centrale (17%) e gli Stati Uniti (42,7%) ed è al quarto posto per quanto riguarda le importazioni, con il 13,1% del totale, dopo gli Stati Uniti, l’Asia ed il Sud America.

Indicatori sociali

Demografia 2004/2006Crescita annuale in % della popolazione 1,45Popolazione urbana (% popolazione totale) 63Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 78,6EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 96,0Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 92,0

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Costa Rica 2007-2013.

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Coesione sociale

Obiettivi generali: sostegno alla riduzione della povertà e dell’emarginazione; lotta alle disuguaglianze sociali e geografiche; modernizzazione dello Stato nelle aree dello sviluppo locale, della politica sociale e

del sistema fiscale.

Obiettivi specifici:- miglioramenti nelle politiche pubbliche per innalzare il livello degli indicatori sociali. Particolare attenzione sarà rivolta all’organizzazione dei servizi sociali locali nei settori della sanità, dell’istruzione, dell’ingresso nel mondo lavorativo e dell’ambiente. Le attività si concentreranno nelle regioni economicamente più arretrate, dove vivono i gruppi più deboli (con tassi di povertà più alti della media nazionale) ed in particolare le comunità degli immigrati;- rafforzamento della decentralizzazione alle autorità locali di funzioni di responsabilità nel quadro della generale riforma fiscale e del welfare, anche attraverso la previsione di fondi ad hoc. Le misure riguarderanno programmi di formazione rivolti alle autorità locali per la

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Page 61: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

gestione delle risorse, la good governance, le pari opportunità, la trasparenza e la lotta alla corruzione.

Priorità 2: Integrazione regionale

Obiettivi generali: facilitazione dell’integrazione del Costa Rica nella regione del Centro America; attenzione particolare alle necessità legate all’unione doganale del Centro America;

Obiettivi specifici:- armonizzazione della legislazione in materia di sanità industriale e veterinaria e regolamentazione degli standard tecnici della proprietà intellettuale;- misure che promuovano l’integrazione del Costa Rica nella regione centroamericana e che incontrino le condizioni tecniche richieste per i futuri negoziati in vista dell’Accordo di Associazione tra UE e Centro America;- misure finalizzate a rendere il Paese più competitivo per far fronte all’apertura dei mercati.

Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dall’UE fino al 2013 è di 34 milioni di euro.La cooperazione con il Costa Rica sarà stabilita nei suoi termini esatti in funzione della revisione di medio termine condotta dalla Commissione, utile a controllare i risultati raggiunti.

Priorità 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Coesione sociale- sostegno alla riduzione della povertà e dell’emarginazione;- lotta alle disuguaglianze sociali e geografiche;- modernizzazione dello Stato nelle aree dello sviluppo locale, della politica sociale e del sistema fiscale

25,5 milioni di euro(75 %)

Integrazione regionale- facilitazione dell’integrazione del Costa Rica nella regione del Centro America (con particolare attenzione alle necessità legate all’Unione doganale del Centro America

8,5 milioni di euro(25%)

Totale 8,5 25,5

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Page 62: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Donatori:

Numerosi sono gli Stati, membri e non membri dell’Unione Europea, che hanno contribuito e contribuiscono a vario titolo alla cooperazione in Costa Rica:Argentina, Belgio, Germania, Canada, Corea, Cile, Cina (Taiwan), Danimarca, Spagna, Stati Uniti, Finlandia, Olanda, Regno Unito, Israele, Italia, Giappone, Messico, Norvegia, Ordine di Malta, Repubblica Ceca, Svezia, Svizzera, Venezuela.Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali come: FAO, UNICEF, UNESCO, UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), OMS, ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), IOM (Organizzazione internazionale per le migrazioni), BCIE (Banco Centro-Americano di Integrazione Economica), CATIE (Centro di Ricerca ed Istituto Superiore per l’Agricoltura Tropicale), UNFPA (Fondi delle Nazioni Unite per le Popolazioni), UN-HABITAT (Agenzia delle Nazioni Unite per la Sostenibilità Sociale e Ambientale degli Insediamenti Umani), IICA (Istituto Inter-Americano per la Cooperazione in Agricoltura), ILANUD (Istituto Latino-Americano delle Nazioni Unite per la Prevenzione del Crimine e della Tortura), OEA (Organizzazione degli Stati Americani), WWF, World Bank, BID (Banca per lo Sviluppo Inter-Americano).

Siti utili:

CSP COSTARICA (da aggiornare): www.europa.eu.int/comm/external_relations/costarica/intro/index.htmDELEGAZIONE CE:www.delcri.cec.eu.int/Rappresentanze Istituzioni italiane: AMBASCIATA ITALIANA: http://www.ambasciatacostarica.org/UFFICIO ICE:http://www.ice.gov.it/estero2/costarica/

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CSP ECUADOR 2007-2013

Popolazione 13.363.000Superficie 283.560 km²Capitale QuitoUnità monetaria Dollaro Statunitense

(USD)Lingua SpagnoloReligione CattolicaForma di governo Repubblica

Presidenziale

Economia

2003 2004 2005 2006PIL (% crescita) 3,6 6,6 3,9 4,2PIL (US $ pro capite, migliaia) 2.229 2.505 2.761 3.081PIL (US$, miliardi) 28,63 32,63 36,48 41,29Inflazione (%) annuale 7,9 2,7 2,1 3,2Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)*

7,7 9,8 11,1 10,7

Debito estero ($ miliardi) 14,4 15,6 16,8 18,1

Fonte: CSP Ecuador 2007 – 2013, World Bank, FMI, Undp, Sottoccupazione (stima settembre 2005: 47%).

A seguito della grave crisi economica del 1998-2000, che ha provocato tra l’altro la chiusura di diverse banche del Paese, la “dollarizzazione” dell’economia, avvenuta all’inizio del 2000, ha contribuito ad una stabilizzazione degli indicatori macroeconomici dell’Ecuador. Da una parte, infatti, si è posto un freno all’inflazione, che aveva toccato il 91% nel 2000, dall’altra, si è innescato un nuovo significativo progresso del tasso di crescita economica. Il PIL è cresciuto del 5,4% nel 2001 (ovvero al tasso più alto in tutto il Sud America), è rallentato nel 2002 e nel 2003 ed è nuovamente risalito nel 2004 ad un apprezzabile 6,6%.Bisogna tuttavia notare che la recente crescita è principalmente riconducibile all’aumento del prezzo del petrolio, senza il quale il PIL sarebbe cresciuto appena del 2% circa. La produzione petrolifera è significativamente aumentata grazie alla creazione di un secondo oleodotto che è entrato in funzione nel 2003: mentre l’Ecuador può goderne dei benefici quando il prezzo del petrolio si mantiene alto, potrebbe risultare estremamente vulnerabile qualora si verificassero shock esterni, proprio a causa dell’alta dipendenza del Paese rispetto alle entrate del relativo mercato.Complessivamente, sebbene la dollarizzazione abbia avuto un impatto negativo in certi settori dell’economia come conseguenza dell’iniziale crescita dei prezzi, questa, come detto, ha innescato la realizzazione di un quadro macroeconomico fondamentalmente orientato alla stabilità.Nonostante i problemi ancora manifesti della sua economia, l’Ecuador è considerato, nel quadro dell’indice UNDP del 2006, un Paese a reddito intermedio ed è classificato all’ottantatreesimo posto tra 177 Paesi, dopo che nel 2004 era stato inserito al centesimo posto. Il livello degli investimenti diretti esteri (FDI) e le rimesse in dollari sono elevate, sebbene risultino ancora al di sotto delle possibilità effettive del Paese. I diversi programmi

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Page 64: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

di Governo degli ultimi anni sono stati tutti estesamente condizionati dall’obiettivo di assicurare l’approvazione del Fondo Monetario Internazionale per sbloccare i prestiti provenienti dai donatori multilaterali, come la World Bank e la Banca per lo Sviluppo Inter -Americano (IADB).I principali prodotti di esportazione dell’Ecuador sono il petrolio ed i suoi derivati, le banane, i fiori freschi, i gamberetti ed il caffè. Negli ultimi anni, anche il settore turistico ha iniziato a fornire un crescente contributo allo sviluppo.Gli Stati Uniti sono il principale partner economico dell’Ecuador, ma anche l’UE ha un ruolo rilevante quanto a volume di scambi commerciali, coprendone il 13, 6% delle esportazioni ed il 12,4% delle importazioni. Nel 2004, le importazioni sono cresciute dell’8,4%, quasi due punti percentuali in più rispetto alla crescita del PIL, con un livello di esportazioni verso l’UE stimato intorno ai 1229 milioni di euro ed uno di importazioni vicino ai 718 milioni. Quanto detto permette all’Ecuador di avere una bilancia commerciale positiva di 500 milioni di euro. Grazie alla clausola della “nazione più favorita”, l’87% delle esportazioni verso l’UE sono libere da tariffe doganali. I principali partner commerciali membri dell’UE sono la Germania, l’Italia, il Belgio, la Spagna, l’Olanda, il Regno Unito, la Francia e la Polonia.Le sfide più importanti per il futuro sembrano, per quanto riguarda le relazioni commerciali ed economiche, il perseguimento di una maggiore integrazione con gli altri Stati della Comunità Andina e, quanto al settore agricolo ed agro-industriale, il sostegno alla modernizzazione delle piccole e medie imprese, che hanno le potenzialità per diventare tra le più competitive del continente sudamericano.

Indicatori sociali

Demografia 2004/2006Crescita annuale in % della popolazione (2004-2015) 1,6Popolazione urbana (% popolazione totale) 62,8Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 76,2EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 91Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 97,5

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Ecuador 2007-2013, UNESCO UIS.

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Contributo alla crescita degli investimenti sociali del Governo – L’istruzione Investire sull’istruzione è necessario per preparare una forza lavoro competitiva e capace di rispondere ai bisogni produttivi del Paese e di fornire ad esso un’adeguata conoscenza del mercato, funzionale alla crescita economica complessiva.

Obiettivi generali: il miglioramento del sistema dell’istruzione primaria, atto a raggiungere gli obiettivi

fissati dal secondo Millenium Development Goal, che stabilisce un livello universale per l’istruzione primaria;

il rafforzamento del sistema di formazione tecnica e professionale come parte integrante del processo di riforma complessiva del settore dell’istruzione.

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Priorità 2: Realizzazione di opportunità di sviluppo economico sostenibile e promozione dell’integrazione regionale.Il fine ultimo è quello di promuovere la coesione sociale e l’integrazione regionale attraverso il consolidamento e la nascita di opportunità imprenditoriali di economia sostenibile per i più poveri, per permettere loro di avere un lavoro decente in piccolissime, piccole o medie imprese competitive.

Obiettivi generali: promozione di imprenditoria basata su prodotti a più alto valore aggiunto, finalizzata

soprattutto ai settori della società più emarginati e svantaggiati; inserimento e consolidamento delle piccole e medie imprese nei mercati interno ed

internazionale soprattutto con la Comunità Andina e l’UE; rafforzamento delle istituzioni nazionali; consolidamento dell’integrazione del Paese con i suoi vicini regionali;

sviluppo di un quadro legislativo favorevole alla creazione di posti di lavoro ed alla crescita della competitività.

Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dall’Unione Europea fino al 2013 è di 137 milioni di euro.La previsione qui illustrata consta di due Programmi Indicativi Nazionali, uno dal 2007 al 2010 ( 75 milioni di Euro), l’altro dal 2011 al 2013 (62 milioni di Euro).

Priorità2007

milioni €

2008milioni

2009milioni

2010milioni

2007-10% Budget milioni €

2011-13 %

Budgetmilioni €

Contributo alla crescita degli investimenti sociali del Governo L’istruzione.- Istruzione primaria;-Formazione tecnica e professionale.

7 3429,92(41)

45 (62)

Realizzazione di opportunità di sviluppo economico sostenibile e promozione dell’integrazione regionale.- produzione a più alto valore aggiunto;- inserimento PMI nel mercato interno e internazionale;- evoluzione del quadro legislativo nel settore economico-commerciale.

21 1425,54(35)

Totale 7 21 34 14 55%

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Page 66: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Donatori

Numerosi sono gli Stati, membri e non membri dell’Unione Europea, che contribuiscono a vario titolo alla cooperazione in Ecuador: Belgio, Spagna, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda, Regno Unito, Svezia, Giappone e Stati Uniti (USAID).Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali :IADB (Banco di sviluppo inter – Americano), CAF (Organizzazione per lo Sviluppo Andino), FMI (Fondo Monetario Internazionale), IICA (Istituto inter – Americano per lo sviluppo agricolo), Nazioni Unite (FAO,OMS, UNHCR, UNDP, UNFPA, UNICEF, UNIFEM), World Bank.L’Italia rivolge il suo impegno soprattutto a: riduzione della povertà, tutela della sanità pubblica, condizioni ambientali, sviluppo istituzionale, istruzione e cooperazione universitaria, produzione industriale, salvaguardia dei diritti umani.

Siti utili:

CSP ECUADOR (da aggiornare):www.europa.eu.int/comm/external_relations/ecuador/intro/index.htmDELEGAZIONE CE:www.delcol.cec.eu.int/index.htmRappresentanza Istituzioni Italiane:AMBASCIATA IN ECUADOR:http://www.ambitalquito.org/ICE IN ECUADOR:http://www.ice.gov.it/estero2/quito/rapporto.htm

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CSP GUATEMALA 2007-2013

Popolazione 14.076.000Superficie 108.890 km2

Capitale GuatemalaUnità monetariaQuetzalLingua Spagnolo (uff.), dialetti mayaForma di Stato Repubblica costituzionale

democratica

Economia

2004 2005 2006PIL (% crescita) 2,7 3,2 4,1PIL pro capita (US$) 1.940,

71.994,7

2.107,5

PIL (US$, Miliardi) 25,96 27,37 29,66Inflazione (%) annuale 7,6 9,1 6,9Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

- 7,5 7,6

Debito estero ($ miliardi)

Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Guatemala 2007-2013.

Gli indicatori economici del Guatemala riflettono un contesto macroeconomico relativamente stabile, nonostante la lenta crescita economica sia motivo di preoccupazione. Tuttavia, dopo tre anni (2001-2003) di flessione negativa della crescita pro-capite, il Paese ha mostrato una timida ripresa con il 2,7% di crescita nel 2004, anche se tale valore è ben inferiore all’obiettivo prefissato dagli Accordi di Pace (6%) e dal risultato dell’America Latina nello stesso periodo (5,7%). L’auspicio è che la ripresa economica positiva continui nel tempo grazie all’aumento dei trasporti e degli investimenti, incoraggiati da un’ulteriore integrazione commerciale. Tuttavia, sarà difficile ottenere un livello di crescita sostenuta finché la popolazione continuerà ad aumentare in maniera consistente e larghe fasce sociali continueranno a vivere ai margini del sistema economico.Con lo scopo principale di rafforzare la coesione sociale, il Guatemala è chiamato ad affrontare sfide molto importanti, come il risanamento del sistema fiscale ed il miglioramento della qualità della spesa sociale: il sistema fiscale soffre di un’amministrazione debole, di una diffusa evasione fiscale e basse aliquote d’imposta. Come conseguenza di tale inefficienza, la spesa sociale del governo guatemalteca (13,7% del PIL nel 2004) è una delle più basse dell’America Latina e non è ancora in grado di soddisfare gli impegni presi dal Paese attraverso gli Accordi di Pace o per raggiungere gli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite (Millennium Development Goals, MDGs). Si è stimato che il Guatemala dovrebbe spendere altri 85 milioni di dollari nel settore dell’istruzione e 40 milioni nella sanità per raggiungere gli obiettivi fissati per l’alfabetizzazione, la mortalità materna e la malnutrizione entro il 2015. Inoltre, proprio gli investimenti nel settore dell’istruzione avrebbero un impatto molto significativo anche nel settore dell’occupazione. Dato l’alto tasso di crescita della popolazione, il Guatemala ha bisogno di attrarre gli investimenti nel settore dell’istruzione e creare nuovi posti di lavoro

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allo scopo di rafforzare le sue risorse umane e stimolare la produttività nazionale.Recentemente, il Guatemala ha registrato un ampio deficit nella propria bilancia commerciale. Sebbene siano apparse nuove industrie, il crollo dei prezzi del caffè e delle banane è in parte responsabile della diffusione della povertà nelle zone rurali. Tale deficit è stato finanziato ampiamente da entrate provenienti dalle privatizzazioni e, come conseguenza dalle massicce migrazioni verso gli USA, dalle crescenti rimesse inviate dai lavoratori guatemaltechi alle proprie famiglie in patria.Lo sviluppo economico delle zone rurali è una delle priorità del governo, dal momento che il settore agricolo e tutte le attività ad esso collegate apportano un importante contributo al PIL e offrono un potenziale per la creazione di posti di lavoro in zone in cui la maggioranza della popolazione vive in condizioni di povertà e dove le rimesse economiche hanno un ruolo molto importante. Il modello di esportazioni agricole adottato alcuni decenni fa ha scoraggiato la produzione interna di prodotti alimentari di base, riducendone la disponibilità. La produzione nazionale di tali prodotti alimentari proviene principalmente da piccole aziende agricole.La carenza di capitali ed il regime agricolo vigente limitano fortemente l’accesso a fattori di produzione come per esempio il credito, gli investimenti e la tecnologia, diminuendo di conseguenza la produttività. La mancanza di politiche di supporto alla produzione e di infrastrutture di base per il deposito e la conservazione dei prodotti, insieme alla mancanza di collegamenti stradali adeguati, incrementano i costi di produzione. In ambito commerciale, gli Stati Uniti sono il principale partner del Guatemala e la principale fonte di importazioni, seguiti dal Mercato Comune Centro-Americano, dall’Unione Europea e dal Messico. Tradizionalmente, l’UE importa prodotti agricoli dal Guatemala ed esporta strumenti meccanici e prodotti chimici. In particolare, la Germania è il principale partner commerciale europeo del Paese per le esportazioni di macchinari, mentre la Spagna è diventata il secondo maggior investitore in virtù del consolidamento della propria posizione in ambito di telefonia mobile ed energia.Il Guatemala ha preso parte al processo d’integrazione regionale con gli altri Paesi dell’America Centrale sin dal 1960, aumentando i flussi commerciali interni, i posti di lavoro e la competitività. Si sono visti molti progressi anche nella creazione di un’unione doganale con El Salvador, Honduras e Nicaragua. Inoltre, il Guatemala è membro del WTO-OMC dal 1995.

Indicatori sociali

Demografia 2004-2006Popolazione urbana (% popolazione totale) 46,8Aspettative di vita alla nascita (anni) 67,6Mortalità infantile (per 1000) 33EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età >15) 69,1

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Guatemala 2007-2013

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PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Perseguimento della coesione sociale (in particolare la riduzione della povertà)

Obiettivi generali: Promozione dei principi democratici e della good governance, rispettosa delle

popolazioni indigene e dei loro diritti, attraverso politiche pubbliche a sostegno dell’integrazione culturale e della promozione dei diritti delle comunità indigene;

Riduzione della violenza sociale e dell’insicurezza dei cittadini, insieme al miglioramento del livello d’integrazione dei giovani nella vita sociale del Guatemala, attraverso la creazione di opportunità lavorative e la promozione di corsi di formazione professionale. Inoltre, s’intende aumentare la consapevolezza dei problemi giovanili (alcolismo, tossicodipendenza, educazione sessuale, bande giovanili) e facilitare il dialogo su tali tematiche tra società civile e governo.

Priorità 2: Crescita economica e sviluppo commercialeSi intende offrire supporto alle politiche nazionali finalizzate alla decentralizzazione, allo sviluppo rurale e alla sicurezza alimentare, oltre che promuovere l’occupazione attraverso la crescita economica e lo sviluppo del commercio.

Obiettivi generali: Rafforzamento delle strutture sociali nelle aree rurali; Riduzione dell’isolamento delle piccole zone rurali facilitando l’accesso attraverso

infrastrutture di tipo economico (mercati regionali e locali, sviluppo spaziale, ecc.); Promozione dell’integrazione dei mercati.

Programma di finanziamento

Per il periodo 2007-2013, è stato previsto un contributo di 135 milioni di euro per il Guatemala. La programmazione viene suddivisa in due fasi la prima parte (PIN I) coprirà il periodo 2007-2010, mentre la seconda (PIN II) interesserà il periodo 2011-2013.

PrioritàPIN I PIN II PIN

milioni €2007 2008 2009 2010 2011-2013Coesione sociale 20,3 27 47,3Crescita economica e sviluppo commerciale

6,8 33,8 47,1 87,7

Totale 20,3 33,8 33,8 47,1 135

Donatori:Dieci Stati membri dell’Unione Europea (Austria, Spagna, Germania, Svezia, Paesi Bassi, Danimarca, Italia, Francia, Finlandia e Regno Unito) svolgono attività di cooperazione in Guatemala e concentrano la loro assistenza (281,5 milioni di dollari nel periodo 2002-2006) nei settori dell’istruzione, della sanità, della acqua, dell’ambiente, della governance, dei diritti umani e della società civile in genere.Altri importanti donatori sono attivi in Guatemala: dal 1997, gli Stati Uniti hanno erogato 400 milioni di dollari per l’attuazione degli Accordi di Pace e l’agenzia di aiuti statunitense USAID versa annualmente 50-55 milioni di dollari per aiuti allo sviluppo. La World Bank

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finanzia programmi per lo sviluppo macroeconomico e settoriale, mentre le Nazioni Unite sono presenti nel territorio soprattutto per favorire il dialogo e coordinare la cooperazione. Infine, anche il Fondo Monetario Internazionale, nel 2003, ha approvato delle facilitazioni di credito per incentivare i programmi di sviluppo economico in Guatemala.

Siti utili:

CSP GUATEMALA ORIGINALE:www.europa.eu.int/comm/external_relations/guatemala/intro/index.htmDELEGAZIONE CE:http://www.delnic.org.ni/

Rappresentanze Istituzioni Italiane:AMBASCIATA ITALIANA:

http://www.ambguatemala.esteri.it/[email protected] per il Guatemala:http://www.ice.gov.it/estero2/guatemala/

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CSP HONDURAS 2007-2013

Popolazione 7.405.000Superficie 112.492 Km2

Capitale TegucigalpaUnità monetaria LempiraLingua SpagnoloReligione Cattolica, ProtestanteForma di governo

Repubblica presidenziale

Economia

2004 2005 2006PIL (% crescita) 4,6 4,2 4,5PIL pro capita (US$) 1057,

581148,06

1217,58

PIL (US$, Miliardi) 7,45 8,29 9,02Inflazione (%) annuale 8,1 8,1 5,8Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

27,5 28,5 28

Debito estero (% PIL) 68,2 50,1 48,4

Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Honduras 2007-2013.

Durante il lungo periodo che va dal 1960 al 2000, l’Honduras ha registrato una crescita economica lenta ma progressiva, dall’andamento imprevedibile, principalmente trainata dalla crescita dell’America Latina nel suo complesso. Nonostante il temporaneo arresto dovuto ai disastri provocati dall’uragano Mitch (1998), negli anni recenti, l’economia onduregna ha registrato una ripresa costante ed equilibrata, con una crescita media annuale pari al 3% (quasi 4,6% nel 2004 e nel 2005).Con un debito estero piuttosto alto (intorno al 66-68% del PIL nel 2004), l’Honduras è considerato un Paese fortemente indebitato. A tale proposito, è opportuno ricordare che, durante il meeting del giugno 2005, i G8 hanno aperto la strada verso un’ulteriore ed adeguata riduzione del debito con l’intervento della World Bank e del FMI, seguiti, nel 2006, dalla Banca Inter-Americana per lo Sviluppo. Tali significativi provvedimenti dovrebbero più che dimezzare il pesante debito del Paese, riducendolo da 5 miliardi a meno di 2 miliardi di dollari, ampliando notevolmente il margine d’azione per fronteggiare il problema della povertà.In ambito di gestione finanziaria pubblica, sono stati compiuti progressi significativi nello sviluppo del bilancio pubblico come strumento completo e pluriennale per la gestione delle spese statali. In particolare, l’Honduras ha compiuto importanti progressi nel migliorare la trasparenza nelle attività fiscali, come l’accesso alle informazioni sul sistema fiscale, la regolamentazione dell’impiego, la pianificazione annuale del bilancio e la regolamentazione per il controllo interno. Sono comunque necessari ulteriori progressi per migliorare la pianificazione pluriennale, chiarire i ruoli e le responsabilità all’interno dell’esecutivo e migliorare il rafforzamento delle capacità di controllo interno e la verifica contabile esterna.Attualmente l’Honduras è l’economia più aperta dell’America centrale; il partner commerciale di gran lunga predominante è costituito dagli Stati Uniti. Intrinsecamente

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vulnerabile agli shock esterni, nell’ultimo decennio, il Paese ha cercato di ridurre la propria fragilità economica, con la diminuzione delle esportazioni dei prodotti tradizionali (banane, caffè e gamberi) e la loro sostituzione con prodotti non tradizionali. In particolare, nel settore tessile è stata favorita l’esportazione di maquila, le quali hanno raggiunto il 22% delle esportazioni totali. Questo sviluppo del settore ha però esposto l’Honduras alla crescente competizione con i produttori asiatici, soprattutto da quando si è concluso l’accordo del WTO sulle quote tessili nel gennaio 2005. Sebbene l’Honduras benefici già di un accesso preferenziale al mercato statunitense, attraverso l’Iniziativa del Bacino Caraibico (CBI), la DR-CAFTA (Dominican Republic–Central America Free Trade Agreement) intende ampliare ulteriormente e consolidare le proprie opportunità per le esportazioni.Il processo di sviluppo del Paese è tradizionalmente intralciato da fattori di produttività intrinsecamente lenti, specialmente nel settore agricolo. Nonostante le condizioni naturali favorevoli, l’Honduras rimane un importatore netto di prodotti agricoli, tradizionalmente assistito da programmi di sicurezza alimentare. Il modello economico onduregno riflette la composizione evolutiva delle esportazioni: il declino del settore agricolo, la ripresa recente dell’industria del caffè, il mercato in espansione delle attività correlate ai maquila e la recente crescita del turismo. Il Paese risulta criticamente dipendente dalle importazioni di prodotti petroliferi e la crescita nel 2005 della spesa energetica, stimata al 40%, ha colpito duramente l’economia, esacerbando il malcontento sociale.Un altro importante cambiamento strutturale dello scorso decennio è rappresentato dalla costante crescita delle rimesse estere, pari a circa il 20% del PIL nel 2005, le quali contribuiscono a contrastare gli shock esterni.La partecipazione del settore privato nei servizi pubblici si è ampliata gradualmente, ma rimane tuttora limitata. Il lavoro sommerso risulterebbe diffuso, specialmente tra i giovani e le donne.

Indicatori sociali

Demografia 2004/2006Popolazione urbana (% popolazione totale) 46Aspettative di vita alla nascita (anni) 68,1Mortalità infantile (per 1000) 41EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età >15)

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Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Honduras 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (NIP)

Priorità 1: Migliorare la coesione sociale (Supporto economico al PRSP4).S’intende rafforzare la coesione sociale attraverso investimenti in capitale umano (sanità ed istruzione), allo scopo di ridurre le disuguaglianze sociali e gli squilibri territoriali, oltre che di rendere più efficace la strategia contro la povertà.

Obiettivi generali:

4 I Poverty Reduction Strategy Papers (PRSP, Documenti di strategia per la riduzione della povertà) vengono preparati e forniti dal Fondo Monetario Internazionale: http://www.imf.org/external/np/prsp/prsp.asp#H.

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Istruzione: migliorare l’istruzione primaria ampliando l’accesso all’istruzione nelle zone rurali; riformare e sviluppare l’istruzione secondaria, facilitando l’accesso alle popolazioni più povere delle zone rurali e contrastando le discriminazioni di genere; riformare e sviluppare l’istruzione tecnica e la formazione professionale; migliorare l’efficienza dell’istruzione.

Sanità: ridurre il tasso di mortalità infantile e la malnutrizione infantile; ridurre la mortalità materna.

Priorità 2: Migliorare la gestione delle risorse naturali (silvicoltura)

Obiettivi generali: Governance, ovvero offrire supporto alla riforma ed al consolidamento del contesto

giuridico, inserendo la cura delle foreste in un più ampio schema per l’utilizzo dei terreni; rivolgersi ai problemi di governance della capacità amministrativa per rafforzare l’attuazione degli impegni internazionali (con particolare riguardo al cambiamento climatico); assicurare la partecipazione di tutte le parti interessate e rafforzare la posizione di autorità e comunità locali.

Gestione sostenibile: prevedere e promuovere la rigenerazione delle risorse naturali, conservare le biodiversità ed evitare effetti dannosi sull’ambiente, allo scopo di garantire la prevenzione di bacini idrografiche e la prevenzione all’erosione del suolo; promuovere alternative all’uso del legno per la produzione di energia ed alle pratiche agricole basate sul disboscamento; determinare e valutare costi e benefici ambientali; promuovere la certificazione ed il commercio equo di prodotti naturali delle foreste.

Sviluppo economico, occupazione e commercio: promuovere l’occupazione, specialmente ai giovani emarginati, sviluppando il settore privato nell’ambito della silvicoltura; sviluppare il potenziale commerciale del disboscamento legale; aumentare i guadagni economici ed ambientali derivanti dagli ecosistemi forestali.

Priorità 3: Migliorare il settore della Giustizia e la pubblica sicurezza

Obiettivi generali: Rafforzamento della legalità: potenziare il comando di polizia ed i sistemi di

controllo per migliorare le forze dell’ordine, supportare la polizia impegnata nelle attività investigative, con particolare riguardo alle morti violente giovanili; fornire formazione in ambito di diritti umani; sostenere programmi speciali per la protezione di chi testimonia.

Prevenzione: estendere la copertura decentralizzata delle forze di polizia ed i programmi di prevenzione; promuovere la cooperazione inter-istituzionale tra polizia, istituzioni giuridiche e leader delle comunità locali; sviluppare programmi di prevenzione al crimine e programmi educativi, presso le scuole, specificatamente indirizzati ai giovani socialmente a rischio;

Riabilitazione e reinserimento: supportare la formazione tecnica ed attività remunerative per ex membri di bande giovanili, incrementandone l’occupazione negli schemi lavorativi della comunità; promuovere progetti di rimozione dei tatuaggi e ampliare programmi di riabilitazione per giovani tossicodipendenti.

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Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dalla Commissione europea per il periodo 2007-2013 ammonta a 223 milioni di euro.

PrioritàPIN I PIN II

Totale2007 2008 2009 2010 2011-2013

Coesione sociale 21,5 22 22 45,5 111Silvicoltura 13 13 42 68Giustizia e sicurezza pubblica

9 9 9 9 8 44

Totale 9 30,5 44 44 95,5 223

Donatori:

Oltre al contributo dell’Unione Europea, nove Stati membri forniscono assistenza bilaterale diretta; soltanto cinque Stati membri attualmente hanno delle ambasciate in Honduras (Francia, Germania, Svezia, Italia e Spagna) e solo Francia ed Italia gestiscono direttamente i propri programmi di cooperazione.L’Honduras possiede i requisiti per poter usufruire di prestiti da parte della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), infatti, nonostante non sia ancora direttamente attiva nel Paese, la BEI sembra sempre più interessata a coinvolgere l’Honduras in progetti per la costruzione di infrastrutture.Oltre all’UE ed ai suoi Stati membri, altri donatori perseguono programmi di cooperazione a medio termine nel Paese: l’USAID, l’IDB e la World Bank. Gli USA sono i maggiori donatori, con circa il 40% dei finanziamenti totali nel settore pubblico: le priorità della strategia per il periodo 2004-2009 sono la governance, la salute, l’istruzione, la giustizia e la trasparenza. Canada e Giappone concentrano i loro contributi alla cooperazione nei settori della sanità, dell’istruzione e delle infrastrutture.

Siti utili:

CSP HONDURAS ORIGINALE (da aggiornare):http://europa.eu.int/comm/external_relations/honduras/csp/index.htmDELEGAZIONE CE:http://www.delnic.cec.eu.int BANCA INTER-AMERICANA PER LO SVILUPPO IN HONDURAS (IDB):http://www.iadb.org/countries/home.cfm?id_country=HO&Language=EnglishBANCA EUROPEA DEGLI INVESTIMENTI (BEI):http://www.bei.europa.eu/Rappresentanza Istituzioni Italiane:AMBASCIATA ITALIANA:http://www.ambitaliahn.org Riferimenti giuridici:“Memorandum di intesa fra CE ed Honduras per il periodo 2000-2006” del marzo 2001.“Piano generale di ricostruzione e trasformazione nazionale (MPNRT) del 1999

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CSP MESSICO 2007-2013

Popolazione 105.263.388Superficie 1.964.375 km2

Capitale Città del MessicoUnità monetaria Peso messicanoLingua Spagnolo - 56 lingue

indigeneReligione CattolicaForma di governo Repubblica federale

Economia

2004 2005 2006PIL (% crescita) 4,2 3 4PIL pro capita (US$) 6.585,

57.297,5

7.593,5

PIL (US$, Miliardi) 683,5 768,4 811,3Inflazione (%) annuale 4,7 4 3,5Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

3,2 3,3 3,6

Debito estero ($ miliardi)

Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Messico 2007-2013.

Il Messico è considerato la tredicesima potenza economica del mondo, uno dei principali Paesi esportatori di beni e produttori di petrolio a livello mondiale, con il PIL pro-capite più elevato di tutta l’America Latina (intorno a 7.300 dollari). Nonostante la crisi economica e finanziaria del 1994, il Messico è riuscito a mantenere un discreto livello di stabilità economica. Per molti aspetti, dopo tale crisi, le performance economiche del Paese sono migliorate durante tutti gli anni Novanta: la crescita del PIL è stata vigorosa, l’inflazione si è stabilizzata ed il deficit in conto corrente è rimasto contenuto. Anche la flessione economica, dovuta al rallentamento economico degli Stati Uniti nel 2001, è stata più moderata del previsto.Superato il periodo 2000-2003, la ripresa economica del Messico si è rinvigorita ed è diventata anche più estesa dal 2004 in poi, con una crescita reale che ha raggiunto una media annuale del 4,4%. La fiducia per gli affari e gli investimenti è cominciata a crescere, i flussi di investimenti diretti esteri si sono rafforzati, le esportazioni sono aumentate, le percezioni del mercato messicano sono rimaste favorevoli e la modernizzazione del settore finanziario sta continuando. Va quindi riconosciuto che tale progresso in ambito economico è dovuto principalmente all’attuazione di solide politiche macroeconomiche.Le rendite provenienti dal petrolio e dal gas, gestite dalla compagnia statale “Premex”, forniscono circa un terzo delle entrate del governo messicano. Di conseguenza, il bilancio dello Stato è decisamente dipendente dall’andamento del mercato petrolifero.Nonostante un deficit persistente nella bilancia commerciale, lo stesso è compensato dalle rimesse estere e dal flusso positivo di Investimenti Diretti Esteri (FDI). Attualmente, il Messico è il Paese con i più alti Investimenti Diretti Netti (NDIs) di tutta le regione, e l’effetto combinato delle rimesse e dei FDI può garantire la sostenibilità del debito anche a medio termine.Tuttavia, l’economia messicana ha registrato un relativo declino nella competitività, se

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comparata ai suoi maggiori antagonisti a livello mondiale. Un rilevante impatto negativo nella sostenibilità della performance economica è stato fornito sia dal degrado ambientale, che dalla limitata crescita dell’economia statunitense, a cui l’andamento economico del Messico è strettamente correlato.Nel prossimo futuro, il Messico dovrà affrontare tre principali sfide economiche: in primo luogo, va sostenuta l’attuazione di riforme in ambito fiscale, energetico e del mercato del lavoro; secondariamente, va incentivato l’utilizzo più efficace e razionale delle risorse destinate all’istruzione, alla formazione e allo sviluppo tecnologico; infine, il Messico deve riuscire ad alleggerire l’apparato burocratico e rimuovere i tanti ostacoli che impediscono il pieno sviluppo delle attività imprenditoriali e degli investimenti finanziari.Nell’ambito del commercio internazionale, va sottolineato che il Messico, durante tutti gli anni Novanta, ha perseguito un’ambiziosa politica di liberalizzazione, culminata con la conclusione di vari Accordi di Libero Scambio (Free Trade Agreements, FTAs) tra cui il NAFTA con gli Stati Uniti ed il Canada, il Global Agreement con l’Unione Europea e, recentemente, un accordo commerciale con il Giappone. Dall’entrata in vigore del NAFTA, i rapporti commerciali con USA e Canada sono triplicati, e gli Stati Uniti, in particolare, sono i destinatari dell’85% delle esportazione di prodotti non-petroliferi provenienti dal Messico.Sin dall’entrata in vigore dell’accordo commerciale bilaterale, la partecipazione dell’UE nel complesso del commercio messicano ha mostrato una significativa crescita (dal 6,5% del 1999 all’8,2% nel 2005) ed i flussi commerciali bilaterali sono aumentati del 90%. Tuttavia, l’equilibrio commerciale con l’Unione Europea rimane sbilanciato in senso negativo per il Messico: le esportazioni europee verso il Messico rappresentano il doppio di quelle messicane verso l’UE.

Indicatori sociali

Demografia 2004/2006Popolazione urbana (% popolazione totale) 75,7Aspettative di vita alla nascita (anni) 75,3Mortalità infantile (per 1000) -EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età >15) 91

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Messico 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Il principale obiettivo della presente strategia è di sostenere il Messico nel completamento della transizione verso un livello superiore di sviluppo sostenibile e verso una società più equilibrata.Allo scopo di assicurare l’adattabilità a possibili cambiamenti e di tenere in giusta considerazione quanto maturato nel primo periodo di attuazione, il Programma Indicativo Nazionale (PIN) sarà diviso in due parti: la prima (PIN I) coprirà il periodo 2007-2010, la seconda (PIN II) il periodo 2011-2013.

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Priorità 1: Coesione sociale e supporto al dialogo politico legato a tale processo

Obiettivi principali: Supporto al processo legislativo messicano, sostenendo gli sforzi del governo di

elaborare misure finalizzate al miglioramento della coesione sociale nel Paese; Introduzione di cambiamenti ed innovazioni a livello amministrativo ed operativo,

attraverso il supporto delle strutture amministrative che riguardano più direttamente le tematiche inerenti la coesione sociale;

Promozione della coesione sociale e del lavoro, attraverso un’interazione coerente tra legislazione, processi politici, strumenti finanziari, partenariato tra autorità e società civile.

Priorità 2: Economia sostenibile e competitività

Obiettivi principali: Facilitare l’attuazione di Free Trade Agreement, incluso il capitolo commerciale del

Global Agreement; Promuovere la crescita del commercio e degli investimenti (supporto alla Piccola e

Media Impresa), incoraggiando la costituzione di alleanze tra attori economici europei e messicani, e tenendo sempre presenti gli impatti sociali ed ambientali.

Priorità 3: Istruzione e Cultura

Obiettivi principali: Fornire un contributo consistente agli sforzi attuati dal governo per la diffusione, la

promozione ed il miglioramento dell’istruzione di livello superiore e della cultura e aiutare lo sviluppo di rapporti tra l’UE e il Messico in tali ambiti, aumentando la loro reciproca visibilità;

Promuovere la cooperazione universitaria ed il finanziamento di borse di studio, sia per facilitare a studenti e professori universitari messicani l’accesso all’Area d’Istruzione Superiore Europea, sia per aumentare la loro professionalità e quindi le loro opportunità di lavoro in Messico;

Creazione di un “Fondo Speciale per la Cultura, la Divulgazione d’informazioni e la Visibilità”, con lo scopo di offrire supporto specifico ad iniziative culturali, forum tra esponenti dell’UE e le autorità messicane, attività di diffusione mediatica, campagne informative, seminari e dibattiti. Inoltre, tale Fondo contribuirebbe alla promozione dei valori dell’Unione Europea e ad una maggiore comprensione reciproca tra diverse culture.

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Programma di finanziamento

Per il periodo 2007-2013, è stato previsto un contributo di 55 milioni di euro. Un contributo equivalente verrà fornito dal governo messicano sui settori prioritari definiti nella strategia.

Priorità 2007 2008 2009 2010 2011-2013 PIN Milioni €

Coesione sociale ( e supporto al dialogo politico settoriale)

2,75 8,25 11 22

Economia sostenibile e Competitività

2,75 8,25 8,25 19,25

Istruzione e Cultura 13,75Fondo Speciale 1,1 1,1 1,1 1,1Cooperazione Universitaria e borse di studio

4,4 4,95

Totale 8,25 3,85 9,35 9,35 24,20 55

Donatori:

Soltanto tre Stati membri dell’Unione Europea sono impegnati in significative attività di cooperazione in Messico: Francia, Germania e Spagna. In termini quantitativi, la più importante forma di cooperazione è sostenuta dalla Germania che, con un contributo medio annuo di 4,5 milioni di Euro, partecipa a progetti per la salvaguardia ambientale. Il secondo contributo più consistente proviene dalla Spagna, che, con una media di 4,4 milioni di Euro annui, finanzia soprattutto progetti per la partecipazione sociale, lo sviluppo istituzionale e la promozione del contesto economico. Infine, la Francia, con 3,4 milioni di Euro nel 2004, finanzia progetti in ambito amministrativo, scientifico e culturale.Altri importanti donatori sono: la Banca Europea di Investimento (BEI), impegnata soprattutto nella promozione di joint ventures tra imprese locali ed europee e nel supporto finanziario alla diffusione delle tecnologie europee; la World Bank, che da sola contribuisce al 65% dell’assistenza multilaterale complessiva in Messico; l’UNDP; l’Inter-American Development Bank; la FAO; l’USAID, l’agenzia di assistenza degli Stati Uniti impegnata soprattutto nell’ambito di good governance, Stato di diritto, sanità, energia, micro-imprese e istruzione e, infine, il Giappone, che contribuisce annualmente con circa 20,2 milioni di euro.

Siti utili:

CSP MESSICO ORIGINALE (da aggiornare):http://europa.eu.int/comm/external_relations/mexico/csp/index.htmDELEGAZIONE CE:http://www.delmex.cec.eu.intRappresentanze Istituzioni Italiane:AMBASCIATA ITALIANA:http://www.ambcittadelmessico.esteri.it/Ambasciata_Cittadelmessico

Riferimenti giuridici:Lista accordi bilaterali: http://www.delmex.cec.eu.int/es/ueymexico/221.htm "Accordo di partenariato economico, cooperazione politica e cooperazione"- Dicembre 1997

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CSP NICARAGUA 2007-2013

Popolazione 5.628.000Superficie 129.494 km²Capitale ManaguaUnità monetaria CordobaLingua SpagnoloReligione CattolicaForma di governo Repubblica

Presidenziale

Economia

2003 2004 2005 2006PIL (% crescita) - 5,1 4,0 2,5PIL (US $ pro capite, migliaia) 747 799 850 908PIL (US$, miliardi) 4,3 4,5 4,9 5,3Inflazione (%) annuale 6,6 9,3 9,6 8,6Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)*

- - - 3,8

Debito estero ($ miliardi) 6595,8

- - 3763,0

Fonte: CSP Nicaragua 2007 – 2013, World Bank,, FMI, Undp. *Il lavoro sommerso viene stimato al 46,5%

Nonostante anni di aggiustamenti strutturali, tre anni di PRGF (Riduzione della Povertà e Facilitazione del processo di Crescita) e un miglioramento nella crescita economica e nel controllo dell’inflazione, la situazione macroeconomica del Nicaragua resta delicata. Il Paese ha dovuto affrontare serie difficoltà nell’attuazione del suo programma di riforme economiche. Il debito interno è alto ed il deficit commerciale resta notevole. La bilancia dei pagamenti resta condizionata sia dalle rimesse degli emigrati (dal 13 al 18 % del PIL), sia dalle dinamiche della cooperazione internazionale (circa il 13 % del PIL). La cooperazione finanzia l’80% degli investimenti pubblici, anche se, nel medio lungo termine, si ritiene che la dipendenza dalle politiche di cooperazione sarà progressivamente ridotta e sostituita da risorse nazionali.La politica fiscale e la riduzione del debito pubblico appaiono due sfide fondamentali per il futuro, per questo, il programma fiscale del governo per i prossimi anni comprende il rafforzamento dell’amministrazione tributaria e la crescita della qualità della spesa pubblica, compresa quella rivolta a combattere la povertà. Inoltre, sono in programma anche la riforma delle pensioni, la decentralizzazione, la riforma del servizio civile ed il perseguimento di standard più elevati di trasparenza fiscale.Per la crescita economica, è fondamentale che aumentino gli investimenti, in particolare gli investimenti stranieri. Il miglioramento della coesione sociale, della regolamentazione del mondo degli affari e la crescita della competitività sono le sfide cruciali per il futuro del Nicaragua e, certamente, possono rappresentarne la chiave decisiva anche per l’espansione del mercato interno.Sebbene in misura minore rispetto agli altri paesi suoi vicini, la politica industriale del Nicaragua si fonda sullo schema-maquilas (manifatture per l’esportazione con un basso valore aggiunto ed un basso impatto sull’economia). Largamente basate sull’industria

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Page 80: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

tessile, le maquilas nicaraguesi hanno sofferto la fortissima competizione asiatica. Le industrie locali, incluse quelle piccole e medie (PMI), non risultano competitive nel mercato internazionale. C’è bisogno di standard di qualità, controlli, nuove tecnologie e politiche e regole chiare. Il Paese dovrebbe trarre vantaggio dalle opportunità delle liberalizzazioni del mercato internazionale, ma ha urgente bisogno di un’industrializzazione più competitiva, ad alto valore aggiunto, tecnologicamente moderna, con una migliore organizzazione delle condizioni di lavoro e un maggior rispetto delle esigenze ambientali. Sarebbe importante anche il sostegno al turismo, settore potenziale di investimento privato, particolarmente nel contesto del “Pacchetto Centro-Americano”, principalmente basato sulle risorse naturali.Quanto al mercato internazionale, il Nicaragua occupa solo il centoquattordicesimo posto tra i partner commerciali dell’Unione Europea, mentre, viceversa, l’Unione Europea è il terzo partner commerciale per il Nicaragua, dopo gli Stati Uniti e l’America Centrale. Un’integrazione economica seria ed un miglioramento del clima regolamentare nel mondo degli affari e degli investimenti potrebbero rendere il Nicaragua più appetibile all’investimento europeo.

Indicatori sociali

Demografia 2004/2006Crescita annuale in % della popolazione (2004-2015) 1,9Popolazione urbana (% popolazione totale) 58,7Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 70EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 76,7Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 88

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Nicaragua2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Good Governance e democrazia

Obiettivi generali: facilitazione della governance; governance e democrazia.

Il programma si rivolgerà al deficit istituzionale e democratico del Nicaragua. Gli obiettivi, in tal senso, non sono collegati al contesto macroeconomico, ma alla situazione politica e alla sua evoluzione: il sostegno effettivo dell’attuazione dello Stato di diritto e la separazione tra i poteri dello Stato sono i punti chiave di questo settore.Una somma speciale (2,5% rispettivamente per i periodi 2007-2010 e 2011-2013 – supporto istituzionale per i programmi di settore) sarà riservata alle operazioni politiche relative alla governance ed alle problematiche correlate, alla pubblicità dei lavori dell’Unione Europea ed al sostegno di diverse attività economiche, sociali, culturali concordate tra l’UE e il Nicaragua.

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Page 81: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Priorità 2: Istruzione

Obiettivi generali: sostegno al programma di formazione.

Il programma ha come obiettivo globale quello di accrescere la qualità del livello di vita, con particolare attenzione ai processi di insegnamento e alla formazione professionale.

Priorità 3 : Problematiche economiche e commerciali

Obiettivi generali: sostegno macroeconomico: si tratta di fornire finanziamenti al sostegno della

Strategia Nazionale per lo Sviluppo (NDS); settore degli investimenti e degli affari: di fondamentale importanza risulta l’aiuto al

miglioramento del clima regolamentare del mondo degli affari e degli investimenti, soprattutto quelli legati alle sfide dell’integrazione regionale.

Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dall’Unione Europea fino al 2013 è di214 milioni di euro.Il programma prevede solo misure di cooperazione economica e di assistenza finanziaria e tecnica. Due sono i Programmi Indicativi Nazionali, uno dal 2007 al 2010, l’altro dal 2011 al 2013. Prima di lanciare il secondo PIN, sarà fatta una ricognizione di medio termine che potrà comportare qualche cambiamento.

Priorità2007milioni €

2008 milioni €

2009milioni €

2010milioni €

2011-13milioni €

% Budget milioni €

Supporto istituzionale per i programmi di settore

5,35 5,35 5 (10,7)

Good Governance e democraziaFacilitazione della Governance 3,21 2,14 2,5 (5,35)Governance e Democrazia 5,35 5,35 5,35 16,05 15 (32,1)IstruzioneSostegno ai programmi d’istruzione 10,7 10,7 10,7 10,7 32,1 35 (74,9)Problematiche economiche e commercialiSostegno macro-economico 5,99 6,84 7,70 22,26 20 (42,8)

Settore degli investimenti e degli affari 5,35 6,42 7,27 7,27 21,8222,5

(48,15)Totale 19,26 33,81 30,16 31,02 99,72 100 (214)

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Page 82: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Donatori:Numerosi sono gli Stati che, membri o non membri dell’Unione Europea, contribuiscono a vario titolo alla cooperazione in Nicaragua: Germania, Austria, Danimarca, Spagna, Finlandia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Regno Unito, Svezia, Canada, Cile, Taiwan, Giappone, Norvegia, Svizzera e Stati Uniti. Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali come il Nordic Development Fond, l’OECD (Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo),le Nazioni Unite, la World Bank e la Banca per lo Sviluppo Inter-Americano.In particolare, l’Italia, attraverso un accordo di cooperazione, rivolge la sua attenzione a: promozione dello sviluppo sostenibile, pace, democrazia, soddisfazione dei bisogni primari, promozione delle opportunità per le donne, difesa dei diritti dei bambini e degli adolescenti, ricostruzione e stabilizzazione nelle fasi di emergenza o di crisi e conservazione del patrimonio culturale ed ambientale.

Siti utili:

DELEGAZIONE CE:http://www.delnic.ec.europa.eu/CSP NICARAGUA (da aggiornare):http://europa.eu.int/comm/external_relations/nicaragua/csp/index.htmRappresentanze Istituzioni Italiane:AMBASCIATA ITALIANA:http://www.ambmanagua.esteri.it/Ambasciata_ManaguaICE IN NICARAGUA:http://www.ice.gov.it/estero2/managua/

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Page 83: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

CSP PANAMA 2007-2013

Popolazione 3.284.000Superficie 77.381 km2

Capitale PanamaUnità monetaria Balboa (parità con US$)Lingua SpagnoloReligione Cattolici, protestanti.Forma di governo

Repubblica presidenziale

Economia

2004 2005 2006PIL (% crescita) 7,6 6,4 6,5PIL pro capita (US$) 4482,

124794,21

5138,91

PIL (US$ miliardi) 14,2 15,5 16,9Inflazione (%) annuale 0,5 2,9 2,8Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

13,8 12,6 9,8

Bilancia commerciale (US$ miliardi)

-1,13 -0,81 -0,68

Debito estero (US$ miliardi)

Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Panama 2007-2013.

Insieme al Costarica, Panama è il paese più industrializzato dell’America Centrale, con gli indicatori economici e sociali più elevati della regione. In seguito ad un periodo di crescita lenta dovuta alla domanda internazionale ed al settore manifatturiero debole, a partire dal 2002 è stata registrata una ripresa della crescita economica che ora si attesta intorno al 5-6%.Lo sviluppo economico del Paese è strettamente legato al Canale di Panama (la cui giurisdizione è stata trasferita al governo panamense alla fine del 1999), al settore dei servizi, alla Zona Libera di Colon (Colon free zone), al Centro Bancario Internazionale e, infine, alle relazioni privilegiate con gli Stati Uniti. Con il 21% del tonnellaggio (traffico marino) mondiale, Panama è la potenza leader mondiale del settore marittimo e gli armatori provenienti dai Paesi dell’Unione Europea ne sono i principali fruitori. Inoltre, il Paese continua ad essere una destinazione privilegiata per molti investimenti esteri, soprattutto in ragione della qualità delle infrastrutture e del Canale di Panama. Il maggior volume di investimenti per migliorare le infrastrutture portuali proviene dall’Asia, specialmente da Taiwan ed Hong Kong, mentre Regno Unito, Francia e Germania stanno cercando di sviluppare i propri investimenti nel Paese. Complessivamente, nel 2004, il Paese ha attirato, dall’UE, oltre 500 milioni di dollari in Investimenti Diretti Esteri, più di ogni altro Stato dell’America Centrale. Piani d’investimento includeranno anche il progetto di estensione della Autostrada inter-oceanica, un investimento stimato intorno ai 5,5 miliardi di dollari, nel quale è previsto un considerevole coinvolgimento europeo.Per quanto riguarda il settore commerciale, fino al 1997 il Paese era completamente chiuso a politiche di mercato liberiste, ma, con l’accesso al WTO ed all’Associazione degli Stati caraibici, ha iniziato a perseguire politiche di maggiore apertura e a ricercare nuovi

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Page 84: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

mercati per seguire il processo della globalizzazione economica.Panama ha firmato accordi preferenziali con El Salvador e la Repubblica Dominicana, ha stretto accordi commerciali parziali con Colombia e Messico, e ha concluso accordi di investimenti bilaterali con Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Uruguay e Cuba. Il Paese, inoltre, ha concluso tre importanti Accordi di Libero Scambio con El Salavador, Taiwan e Singapore; simili soluzioni commerciali sono previste, poi, con il Cile, alcuni Paesi dell’America Centrale, tra cui il Messico, e gli Stati Uniti. Con gli USA, tuttavia, tali accordi potrebbero creare alcune difficoltà, in particolare a settori agricoli, come quelli del riso e delle patate, e ad altri, come quelli del pollame e di altri tipi di carne. Infine, Panama è tra i 34 Paesi coinvolti nei negoziati per l’Area di Libero Scambio delle Americhe (FTAA, Free Trade Area of the Americas).Nel 2004 l’Unione Europea rispondeva del 25,3% delle esportazioni panamensi, seconda soltanto agli Stati Uniti (49%). Inoltre, l’UE era la quarta principale fonte di importazioni (5,2%), dietro a USA (30%), Asia (11%) ed America Centrale (9%). I principali prodotti esportati nell’area UE sono le banane (48,7% delle esportazioni in UE), mentre le principali importazioni dall’UE sono imbarcazioni ed equipaggiamento navale (50% delle esportazioni dall’UE). In generale, va detto che la struttura economica del Panama differisce da quella dei Paesi vicini a causa del “Canale di Panama”, per cui il settore dei servizi (banche, assicurazioni, compagnie di spedizioni) interessa il 76% del PIL, l’industria il 16,5 % e l’agricoltura il 7,4%, con una scarsa influenza complessiva del settore manifatturiero ed agricolo. Diversamente da altri Paesi della regione, Panama non è una tradizionale meta turistica, nonostante, negli ultimi anni, il settore stia vivendo una fase di significativa espansione.

Indicatori sociali

Demografia 2004-2006Popolazione urbana (% popolazione totale) 69,9Aspettative di vita alla nascita (anni) 75Mortalità infantile (per 1000) 19EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età >15) 91,9

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Panama 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE

In vista della lenta attuazione dell’attuale cooperazione con Panama, la Commissione presterà particolare attenzione alle seguenti priorità:- la fornitura di misure di assistenza per la realizzazione delle riforme del Paese;- un accordo ufficiale delle autorità coinvolte nei programmi proposti;- l’inclusione di vari programmi nella pianificazione finale della cooperazione. Questi saranno forniti alle seguenti condizioni: il monitoraggio dell’attuazione della programmazione attuale (2002-2006) deve aver avuto un considerevole progresso nel conseguire valutazioni positive; le autorità panamensi devono allocare le risorse amministrative e finanziarie necessarie per i progetti di cooperazione;- attività di formazione pianificate, per far familiarizzare i beneficiari (entità manageriali e qualsiasi istituzione eleggibile a prendere parte all’attuazione dei progetti) con le procedure della Commissione Europea.Nel 2009, verranno verificati i risultati della cooperazione con Panama in modo tale che la

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Page 85: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Commissione possa decidere se la propria strategia necessiti di eventuali modifiche.

Priorità 1: Coesione socialePrincipalmente si intende contribuire alla lotta contro la povertà e le disuguaglianze sociali e territoriali, attraverso il sostegno al processo di modernizzazione dello Stato nell’ambito di sviluppo locale e di politiche sociali.

Obiettivi generali: promuovere lo sviluppo rurale; migliorare le politiche pubbliche allo scopo di migliorare gli indicatori sociali, in

particolare le capacità dei servizi sociali locali nell’ambito di sanità, occupazione, istruzione e protezione ambientale;

trasferire parte delle risorse centrali agli enti locali, per attuare il processo di decentralizzazione sociale e politica;

fornire sostegno alla riforma fiscale per combattere i crimini di frode ed evasione fiscale;

rafforzare la partecipazione delle comunità indigene, in modo particolare delle donne.

Priorità 2: Integrazione regionale.La realizzazione del processo d’integrazione della regione centro-Americana è uno dei principali obiettivi, con particolare attenzione alla partecipazione alla Central America Customs Union e alle misure economiche relative al mercato interno.

Obiettivi generali: armonizzare la legislazione, le norme e gli standard in materia di tecnologia, di

sanità, di fito-sanità e di proprietà intellettuale; incoraggiare l’integrazione del Panama nella regione ed aiutare a soddisfare la

richiesta tecnica dell’Unione Europea per i futuri negoziati finalizzati al raggiungimento di un Accordo di Associazione tra UE ed America centrale.

Programma di finanziamento

Il contributo finanziario indicativo destinato a Panama è pari a 38 milioni di euro, ma l’attuazione della programmazione, il budget esatto, il calendario delle operazioni e le date di scadenza delle attività dipenderanno dal risultato degli studi e delle analisi effettuati dalla Commissione Europea.

Priorità 2007 2008 2009 2010 2011-2013 Totale

Coesione sociale28,5

(75%)28,5

Integrazione regionale

9,5 (25%)

9,5

Totale 28,5 9,5 38

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Page 86: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Donatori:

Nessuno degli Stati membri dell’Unione Europea considera Panama un destinatario prioritario in termini di aiuti economici e solo la Spagna conduce un importante programma di cooperazione bilaterale nel Paese. Tuttavia, la Francia sviluppa nel territorio panamense alcune attività scientifiche e culturali, mentre la Germania fornisce assistenza tecnica per la gestione dei rischi ambientali.Inoltre, nel Paese operano numerose agenzie del sistema delle Nazioni Unite, tra cui la FAO, l’UNESCO, l’UNDP, l’UNICEF, allo scopo principale di fornire assistenza tecnica nei singoli ambiti di competenza. Infine, World Bank, la Banca Inter-Americana di sviluppo (BID), l’Agenzia di cooperazione internazionale del Giappone (JICA) e l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID) contribuiscono soprattutto allo sviluppo delle imprese private, delle organizzazioni locali, delle università e delle attività legate all’istruzione, alle infrastrutture ed al settore agricolo.

Siti utili:

CSP PANAMA ORIGINALE:http://europa.eu.int/comm/external_relations/panama/csp/index.htmDELEGAZIONE CE:http://www.delcri.cec.eu.intELENCO PROGRAMMI ORIZZONTALI:http://www.delcri.cec.eu.int/es/eu_and_panama/cooperation.htmELENCO PROGETTI DI COOPERAZIONE IN CORSO:http://www.delcri.cec.eu.int/es/eu_and_panama/cooperation_list.htmRappresentanze Istituzioni Italiane:AMBASCIATA ITALIANA: http://www.italian-embassy.org.ae/ambasciata_panamaE-MAIL: [email protected]

Riferimenti giuridici: “Memorandum d’intesa tra UE e Panama” marzo 2001:http://www.delcri.cec.eu.int/es/eu_and_panama/memorandum.htm

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Page 87: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

CSP PARAGUAY 2007-2013

Popolazione 6.200.000Superficie 406.752 kmCapitale AsunciònUnità monetaria GuaranìLingua SpagnoloReligione Cristiana Cattolica

(90%)Forma di governo Repubblica

Presidenziale

Economia

2003 2004 2005 2006PIL (% crescita) -2,5 2,9 2,8 2,7PIL (US $ pro capite, migliaia) 986,1 1.218,

91.287,8

1.459,7

PIL (US$, miliardi) 5,552 6,950 7,468 8,633Inflazione (%) annuale 14,2 4,3 6,8 8,9Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

18,2 18,5 15,1 16,0

Debito estero ($ miliardi) 3,20 2,96 3,23 3,45

Fonte: CSP Paraguay 2007 – 2013, World Bank, FMI, Undp, UNFPA.

La struttura del PIL paraguaiano mostra un Paese poco sviluppato nel settore industriale (14% del PIL), con un settore terziario in crescita (59% del PIL) e con quote decisive provenienti dal settore primario, che rappresenta il 27% del PIL e che costituisce la voce principale nel capitolo “esportazioni”. Nel periodo 1999-2002, l’economia del Paese ha risentito delle crisi dei suoi partner regionali (primi fra tutti l’Argentina e il Brasile) e della caduta del livello delle esportazioni dei suoi prodotti. Questa forte congiuntura ha comportato una prolungata stagnazione economica e problemi nel settore bancario e finanziario, oltre che nei conti pubblici. Il Governo ha dato priorità assoluta alla stabilizzazione macroeconomica, ottenendo buoni risultati. I conti pubblici hanno vissuto una fase di riassesto dopo il 2001, anche se, in tal senso, i migliori risultati sono stati raggiunti nel 2004 (eccedenza primaria allo 0,5% del PIL, senza ritardi nei pagamenti).Nel corso degli ultimi cinque anni, l’inflazione è restata stabile e sotto controllo, con livelli che non hanno mai superato il 10% annuo, a parte il 2002, dove si è toccato il 14,6%. Nel 2004, la moneta nazionale, il Guaranì, ha conosciuto un deprezzamento del 3,6% rispetto al dollaro (in termini nominali), dell’8,5% rispetto al Peso Argentino e del 21,9% rispetto al Reale Brasiliano (gli ultimi due in termini reali). Gli indicatori finanziari sono anch’essi migliorati dopo il 2002, con un aumento annuale dei depositi del settore privato del 12,4% ed un aumento del credito privato del 16%. Allo stesso modo, il tasso di crediti a rischio del sistema bancario è stato ricondotto al 10%. Tutti questi buoni risultati macroeconomici, sostenuti dal FMI, non si riflettono tuttavia pienamente sul livello di vita dei cittadini. L’evoluzione dell’attività in questi ultimi anni (si veda la tabella “Economia”) non è stata sufficiente a compensare l’importante crescita demografica, attualmente pari allo 2,2% annuo, ma che, tra il 1975 ed il 2002, è stata in media del 2,9%, né ad invertire le performance del PIL pro-capite che, secondo le stime europee, è stato addirittura in trend

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decrescente tra il 1996 ed il 2004, con il risultato di un aumento della povertà soprattutto nelle zone rurali. Secondo l’IDB (Banca Inter-Americana di Sviluppo), la povertà, tra il 1995 e il 2003, è passata dal 30% della popolazione totale al 41%. Più inquietante ancora è il fatto che il 20% della popolazione totale viva in condizioni di estrema povertà (il 13% nelle città e il 29% nelle campagne).L’economia paraguaiana, come detto, è ancorata alla produzione ed alle esportazioni agricole e questo la rende complessivamente vulnerabile e dipendente dai fattori climatici e dalla volatilità dei prezzi internazionali, anche se, nel 2004, proprio l’aumento dei prezzi delle derrate paraguaiane (soia, carne, oli vegetali e cotone) ha comportato una crescita del 30% del valore totale delle esportazioni.Benché esistano segnali di ripresa e certi indicatori parlino di una crescita intorno al 2,7% nel 2006, quest’ultima resta complessivamente inferiore a quelle osservate a livello regionale o mondiale. Nell’indice di competitività del 2004, il Paraguay occupa il centesimo posto su 104 Paesi presi in considerazione ed è l’ultimo del Sud America. Da segnalare sono comunque le importanti riforme strutturali realizzate a partire dal 2003: la legge sulla riorganizzazione amministrativa, la sistemazione del bilancio, la legge finanziaria, le riforme del codice tributario e delle pensioni, il nuovo sistema d’imposte sulle persone fisiche ed il moderno codice doganale. La speranza è che queste riforme, insieme a quelle in preparazione riguardanti il settore finanziario, le imprese pubbliche, l’amministrazione centrale, possano contribuire, nel loro complesso, a migliorare la situazione economica del Paese.

Indicatori sociali

Demografia 2004/2006Crescita annuale in % della popolazione (2004-2015) 2,3Popolazione urbana (% popolazione totale) 58,5Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 71,3EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età > 15) 91,6Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) 86,6

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Paraguay 2007-2013, FMI,World Bank.

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Sostegno al settore dell’istruzione

Obiettivi generali: migliorare la coesione sociale e territoriale nel Paese, favorendo l’offerta di servizi

educativi, in favore soprattutto degli strati sociali più sfavoriti, al fine di ridurre le differenze di livello nell’accesso ai servizi di base esistenti tra individui e tra regioni.

Obiettivi specifici:- elargire offerta formativa;- migliorare la qualità dell’insegnamento di base, a livello primario e secondario;- rafforzare la formazione professionale, nonché l’alfabetizzazione e il bilinguismo, sostenendo gli sforzi del governo e degli altri donatori.

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Page 89: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Priorità 2: Appoggio all’integrazione economica

Obiettivi generali: contribuire alla crescita economica del Paraguay, rinforzando le capacità nazionali

di gestione nei settori economico, fiscale e commerciale.

Obiettivi specifici:- rafforzare l’integrazione economica e commerciale del Paese a livello nazionale (regolarizzazione delle imprese), sub-regionale (Mercosur), interregionale (Mercosur-UE) e internazionale (WTO).

Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dall’Unione Europea fino al 2013 è di 117 milioni di euro.I fondi del PIN saranno ripartiti come segue: 95 milioni di euro (54 milioni per il periodo 2007-2010 e 41 per il periodo 2011-2013) per il settore dell’istruzione e 22 milioni di euro (10 milioni per il periodo 2007-2010 e 12 per il periodo 2011-2013) per il sostegno all’integrazione economica del Paraguay a livello nazionale, sub-regionale ed internazionale.Questi fondi potranno essere integrati dai contributi sub-regionali della CE a livello di Mercosur, dai contributi per l’America Latina e dai programmi tematici.

Priorità 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013Sostegno al settore dell’istruzioneMiglioramento della coesione sociale e territoriale nel Paese, favorendo l’offerta di servizi educativi.

95 milioni €

Identificazione – formulazione XDecisione di finanziamento X XConvenzione di finanziamento X XEsecuzione X X X X X XAppoggio all’integrazione economica e contributo alla crescita economica del Paraguay

22 milioni €

Identificazione – formulazione X XDecisione di finanziamento X XConvenzione di finanziamento X XEsecuzione X X X X X X XTotale milioni € 64 53

Donatori:

Numerosi sono gli Stati, membri e non membri dell’Unione Europea, che contribuiscono a vario titolo alla cooperazione in Paraguay:Giappone, Stati Uniti, Spagna, Germania, Francia, Olanda, Svezia, Canada, Taiwan, Brasile, Argentina e Italia. Quest’ultima, in particolare, opera nel campo dell’istruzione e della cultura.

Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali:BID (Banca di Sviluppo Inera – Americano), FMI (Fondo Monetario Internazionale),World Bank , UNDP, UNFPA ed altre agenzie delle Nazioni Unitee OPS (Organizzazione degli

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Page 90: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Stati Americani).

Siti utili:

CSP PARAGUAY (DA AGGIORNARE)www.europa.eu.int/comm/external_relations/paraguay/csp/index.htm DELEGAZIONE UE: www.delury.cec.eu.intELENCO PROGETTI DI COOPERAZIONE IN CORSO:http://www.delury.cec.eu.int/ue_paraguay/cooperacion_proyectos.htmRappresentanze istituzioni italiane:AMBASCIATA ITALIANA:www.embajadadeitalia.org.py/ ICE IN PARAGUAY:http://www.ice.it/estero2/asuncion/interscambio.htm

Riferimenti giuridici: “Memorandum di Intesa tra la CE e la Repubblica del Paraguay”, Luglio 2001:http://www.delury.cec.eu.int/ue_paraguay/cooperacion_marco.htm

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Page 91: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

CSP PERÙ 2007-2013

Popolazione 28.302.603 Superficie 1.285.216 km2

Capitale Lima Unità monetaria Nuovo sol Lingua Spagnolo, Quechua, AymaràReligione Cattolica, protestanteForma di governo

Repubblica presidenziale

Economia

2004 2005 2006PIL (% crescita) 5,2 6,4 6,0PIL pro capita (US$) 2528,

92840,9

3150,6

PIL (US$, Miliardi) 69,66 79,39 89,32Inflazione (%) annuale 3,7 1,6 2,4Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

9,7 9,6 7,6

Bilancia commerciale (% PIL) - 1,3 0,7

Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Perù 2007-2013.

Con una superficie territoriale pari a circa 1,3 milioni di km², il Perù è il quarto Paese più esteso dell’America Latina. E’ caratterizzato da una geografia e da paesaggi estremamente variegati, comprendenti una vasta area costiera (11% della superficie totale), la regione andina (34%) ed il bacino del Rio delle Amazzoni (55%). Nel 2006, il Perù è diventato la settima potenza economica della regione latinoamericana, nonostante i diversi gradi di sviluppo economico interni al Paese dimostrino le grandi disparità tra le differenti regioni. Le prospettive di crescita economica sono comunque buone, considerato che, nel 2005, il PIL è cresciuto del 6,4% e vari indicatori macroeconomici hanno registrato delle tendenze decisamente positive. Tuttavia, non vanno trascurati indicatori che rivelano uno scenario meno favorevole, come la crescita del tasso di disoccupazione, passato dall’8% al 10% del 2005. Purtroppo, poi, il lavoro sommerso è un aspetto consolidato nel Paese che interessa il 60% dell’economica peruviana. Una delle principali sfide che deve affrontare il Perù è il miglioramento del sistema fiscale, le cui debolezze principali sono: la bassa pressione fiscale, centrata sulla tassazione indiretta; l’erosione della base fiscale e una riscossione fiscale limitata ad un numero ristretto di contribuenti ed indebolita dalle numerose esenzioni ed evasioni. In queste condizioni, è importante che il Paese sia in grado di costruire un efficiente sistema di scambio informativo tra le amministrazioni principali, rispettando gli standard internazionali stabiliti, per esempio, dalla OCSE.Negli ultimi anni, le esportazioni sono aumentate considerevolmente, con una crescita del 36,8% tra il 2004 ed il 2005, e hanno raggiunto un volume pari a 17 miliardi di dollari. La crescita maggiore ha interessato i prodotti tradizionali del mercato peruviano (+44% rispetto al 2004), mentre per i prodotti non tradizionali si è avuta una crescita del 18,8%.Il volume delle importazioni, tra il 2004 ed il 2005, è passato da 10,1 a 12,502 miliardi di dollari. A partire dal 2000, la bilancia commerciale è migliorata sensibilmente: se prima

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registrava un deficit di 602,4 miliardi di dollari, nel 2000 godeva di un surplus pari a 4,498 miliardi.Le politiche di integrazione commerciale intraprese dal governo peruviano non sono indirizzate esclusivamente al Sud America, infatti, la negoziazione di Accordi di Libero Scambio incoraggerà la crescita dei commerci anche con: Stati Uniti, attualmente al primo posto come origine delle importazioni (19,6% del totale) e destinazione delle esportazioni (28,8% del totale); Asia (Singapore. Tailandia e Cina, che attualmente occupa il secondo posto come destinazione delle esportazioni peruviane) e Unione Europea. L’Accordo di Libero Scambio con gli Stati Uniti è stato firmato nel dicembre 2005: il Congresso peruviano lo ha già ratificato, mentre si attende la ratifica del Congresso USA affinché l’Accordo entri in vigore.

Indicatori sociali

Demografia 2004-2006Popolazione urbana (% popolazione totale) 72,4Aspettative di vita alla nascita (anni) 70,2Mortalità infantile (per 1000) 24EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età >15) 87,7

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Perù 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Sostegno allo Stato di diritto e al rafforzamento della governanceSi intende contribuire alla modernizzazione dello Stato attraverso il supporto ai soggetti amministrativi e politici che promuovono le riforme politiche e sociali nel Paese.

Obiettivi generali: Modernizzazione dello Stato, attraverso un efficace supporto logistico e/o

assistenza tecnica agli enti e/o ministeri interessati. Verrà inoltre offerto supporto anche per la formulazione di nuove politiche, con la partecipazione del Ministero dell’Economia e della Finanza (MEF) e l’Agenzia peruviana di Cooperazione internazionale (APCI). Sarà fornita assistenza anche al Segretariato del National Agreement sia per il monitoraggio, l’evoluzione e l’aggiornamento del consenso raggiunto sul processo di decentralizzazione (Accordi di governance regionale), sia per il miglioramento delle capacità di garanzia e previsione della conformità tra il consenso raggiunto e le politiche settoriali risultanti.

Integrazione sociale: supporto agli enti che emettono le carte d’identità ai cittadini peruviani, progetto che intende fornire assistenza tecnica alle istituzioni pubbliche e promuovere tra i cittadini peruviani l’identificazione dei loro diritti civili ed il loro esercizio. Tale iniziativa si inserirà in un programma per l’integrazione sociale di più larga scala, che interesserà le politiche nel settore dell’istruzione e della sanità, riguardanti in particolare la salute materna e la nutrizione infantile.

Priorità 2: Sostegno allo sviluppo sociale integrato in regioni specifiche attraverso la coesione sociale, elemento essenziale per combattere la povertà e le

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Page 93: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

diseguaglianze e consolidare la democrazia e la stabilità economica.

Obiettivi generali: Contribuire alla riduzione di povertà ed estrema povertà e migliorare la coesione

sociale in zone specifiche, in cui le condizioni di vita estremamente difficili e il progetto potrà avere l’impatto più efficace;

Fornire assistenza all’attuazione dal basso verso l’alto del processo di decentralizzazione, attraverso la formazione degli attori locali e il rafforzamento del loro ruolo nei rapporti con lo Stato.

Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dall’Unione Europea fino al 2013 è di 132 milioni di euro.

PrioritàPIN I PIN II

2007 2008 2009 2010 2011-2013Sostegno allo Stato di diritto e al rafforzamento della governance

20% PIN

Sostegno allo sviluppo sociale integrato in regioni specifiche attraverso la coesione sociale

40% PIN I 40% PIN I

Totale (65%) (35%)

Donatori:

Gli Stati membri dell’Unione Europea mantengono rapporti bilaterali con il Perù da decenni: a novembre del 2004, la cooperazione complessiva dell’Unione Europea (Commissione e 13 Stati membri) ha totalizzato 1,265 miliardi di euro. La Spagna ha fornito il contributo maggiore (403 milioni di euro), seguita dalla Germania (330 milioni di euro) ed dall’Italia (182 milioni di euro).

Siti utili:

CSP PERU’ ORIGINALE (da aggiornare):http://europa.eu.int/comm/external_relations/peru/csp/index.htmDELEGAZIONE CE:http://www.delper.cec.eu.intAGENCIA PERUANA DE COOPERACÒN INTERNACIONAL (APCI):http://www.apci.gob.pe/portal4/index.htmlRappresentanze Istituzioni Italiane: AMBASCIATA ITALIANA:www.italembperu.org.pe ICE:http://www.ice.gov.it/estero2/lima/[email protected] DI COMMERCIO ITALIANA:[email protected].: [email protected]

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Page 94: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

CSP SALVADOR 2007-2013

Popolazione 7.002.000Superficie 21.046 Km²Capitale San SalvadorUnità monetaria Colón e Dollaro USALingua Spagnolo, Nahua e Maya

(Amerindi)Religione Cattolica, ProtestanteForma di governo Repubblica presidenziale

Economia

2004 2005 2006PIL (% crescita) 1,8 2,8 3,5PIL (US$, Miliardi) 15,82 16,97 18,21PIL pro capite (US$) 2.342 2.468 2.602Inflazione (%) annuale 4,5 3,7 4,1Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

6,5 6,3 6,5

Debito estero ($ miliardi) - - 8,84

Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP El Salvador 2007-2013.

L’economia del Salvador si è evoluta passando da un modello fondato principalmente sull’esportazione di merci quali il caffè, lo zucchero ed il cotone ad uno in cui le maquilas, ovvero i servizi e le rimesse familiari, sono le più importanti componenti del reddito e la principale fonte di valuta straniera. Secondo i dati del 2004, l’agricoltura rappresenta il 9% del PIL nazionale, l’industria il 41% ed i servizi il 60%. L’economia è sostanzialmente più stabile ed equilibrata rispetto a molti altri Paesi della regione in termini di deficit pubblico, debito estero e inflazione, come risultato di una serie di riforme strutturali portate avanti durante gli anni Novanta. Tuttavia, esistono una serie di fattori e criteri. La crescita economica, infatti, è piuttosto lenta e questo, in parte, si riflette nel basso livello d’investimenti, nel rallentamento dell’economia internazionale, nel declino delle esportazioni di caffè, nella debolezza della domanda interna e dei crediti e, infine, negli effetti dei disastri naturali. Altri elementi destabilizzanti sono: la vistosa crescita dell’inflazione, passata, nel 2004, da una media del 2% al 5,4%; il generale deficit fiscale di cui soffre il governo centrale ed il limitato contributo alla spesa sociale, che, secondo le stime, dovrebbe gradualmente raggiungere il 3,5% del PIL per riuscire a soddisfare i bisogni fondamentali di tutta la popolazione.Nel settore degli scambi commerciali, gli Stati Uniti svolgono un ruolo di primo piano, essendo il principale partner economico del Salvador con il 48% delle esportazione e delle importazioni. Inoltre, i contributi economici dei salvadoregni espatriati negli USA rappresentano la principale fonte di entrate del Paese e, nel gennaio 2001, l’Economic Integration Act ha dichiarato il dollaro americano moneta legale, insieme alla valuta nazionale.Il secondo partner commerciale è la regione del Centro-America nel suo complesso, mentre il commercio con l’Unione Europea rappresenta solo il 7% del commercio totale. Le esportazioni verso l’UE sono dominate da prodotti agricoli, mentre le principali importazioni dall’UE sono costituite da attrezzature per trasporti, macchinari e prodotti

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Page 95: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

chimici. Va detto che negli ultimi dieci anni la partecipazione europea al mercato del Salvador è andata diminuendo in modo consistente: nel 1996, il 28% delle esportazioni salvadoregne erano dirette verso l’UE, mentre, nel 2002, solo il 3%. Questo vistoso declino può essere spiegato dal crollo del prezzo del caffè e dalla sostituzione di beni industriali europei con beni provenienti da altri fornitori, specialmente da USA e Paesi dell’America Centrale. Una questione problematica nel rapporto commerciale tra l’UE e il Salvador è costituita dalla mancata applicazione di standard e regolamentazioni di adeguamento alla legislazione europea, soprattutto nel settore ambientale ed ecologico. Tale situazione, oltre ad ostacolare l’integrazione del Paese nell’economia mondiale, costituisce un ostacolo all’effettiva modernizzazione e al rapido sviluppo dei settori produttivi fondamentali del Salvador. Inoltre, la mancata applicazione degli standard economici internazionali rappresenta una tenace barriera alla partecipazione dell’imprese europee ai mercati del Salvador.In ambito di negoziati del WTO, il Salvador condivide la posizione della maggior parte dei Paesi dell’America centrale, i quali ambiscono ad una maggiore liberalizzazione del commercio di prodotti agricoli ed hanno un interesse specifico nell’estensione del regime fiscale. Va ricordato che l’integrazione a livello regionale e mondiale è un elemento cruciale per lo sviluppo del Paese, infatti, una delle sfide principali che il Salvador dovrà affrontare sarà quella di adattare le proprie politiche economiche al nuovo contesto globale, con lo scopo di trarre beneficio dalla globalizzazione ed attenuarne gli effetti negativi. L’integrazione a livello regionale dell’America centrale rimane una priorità per il Salvador, un processo che intende incrementare il livello di liberalizzazione commerciale all’interno della regione allo scopo di ridurre i costi, aumentare la competitività e promuovere le esportazioni. In pratica, però, sono ancora predominanti gli accordi bilaterali, attraverso cui il Paese richiede principalmente la liberalizzazione del commercio dei servizi, il miglioramento dei collegamenti stradali e la semplificazione delle procedure di controllo dei confini.

Indicatori sociali

2004/2006DemografiaPopolazione urbana (% popolazione totale) 59,5Aspettative di vita alla nascita (anni) 70,7Mortalità infantile (per 1000) 28EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età >15)

79,9

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper El Salvador 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

La cooperazione, per il periodo 2007-2013, cercherà di assicurare continuità alle iniziative intraprese durante la programmazione precedente. La strategia verrà strutturata in due Programmi Indicativi Nazionali, il primo riguardante il periodo 2007-2010, il secondo il periodo 2011-2013.

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Page 96: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Priorità 1: Perseguimento della coesione sociale attraverso investimenti sociali

Obiettivi generali: Accesso ai servizi di base (sanità ed acqua), attraverso maggiori investimenti in:

infrastrutture, qualità dei servizi fondamentali e attività di prevenzione e di educazione sessuale, soprattutto nelle zone rurali più povere. Inoltre, s’intendono ridurre le patologie legate al degrado ed all’inquinamento degli ambienti naturali e migliorare l’accesso alle fonti d’acqua potabile nelle zone maggiormente disagiate, attraverso il supporto alla gestione decentralizzata delle risorse d’acqua.

Investimenti in capitale umano e promozione dei giovani, attraverso il miglioramento del sistema dell’istruzione, della formazione dei docenti e dei loro metodi d’insegnamento. Grazie a tale progetto, s’intendono introdurre nuove tecnologie informatizzate e specializzare maggiormente gli insegnamenti, per creare un legame più diretto ed efficace tra scuola e mondo del lavoro. Inoltre, si attende un impatto positivo sulla situazione di sicurezza interna del Paese, offrendo alternative valide ai membri delle bande giovanili (maras).

Priorità 2: Crescita economica, integrazione commerciale e commercio

Obiettivi generali: Supporto alla crescita progressiva dell’economia, attraverso la prosecuzione di

programmi quali il FOMYPE (Fortalecimiento de la Competitividad de las MYPEs, Micro y Pequeñas Empresas, Rafforzamento della competitività delle piccole e micro-imprese), promosso dalla Commissione Europea nel 2004 per lo sviluppo del settore privato, il miglioramento della gestione aziendale e dei processi di amministrazione e di produzione;

Supporto al processo prioritario di integrazione regionale, insieme a quello di rafforzamento del mercato interno, con particolare attenzione alla possibile negoziazione del futuro Accordo di Associazione tra America Centrale e Unione Europea, che si prefigge un’area di libero scambio. Tale processo di integrazione e di sviluppo dei flussi commerciali verrà ulteriormente elaborato sulla base di uno studio specifico di valutazione dei bisogni del commercio (Trade Needs Assessment), che sarà realizzato entro il 2007.

Programma di finanziamento

Priorità

PIN Imilioni €

PIN IImilioni €

2007 2008 2009 20102011-2013

Perseguimento della coesione socialeServizi base;Capitale umano/giovani.

18,15 18,15 48,40

Crescita economica, integrazione regionale e commercio

12,10 24,20

Totale 30,25 18,15 24,20 48,40

97 59

Page 97: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Donatori:

Nonostante il Salvador benefici di aiuti provenienti da più della metà dei Paesi membri dell’Unione, solo Francia, Germania, Italia e Spagna sono rappresentate da Ambasciate nel Paese.Dal punto di vista quantitativo, Germania e Spagna hanno contribuito a più della metà del totale dei flussi provenienti dai Paesi dell’UE nel periodo 2000-2003. Vanno comunque ricordati i contributi di Paesi Bassi (3,23%), Svezia (3,22%), Lussemburgo (2,51%) ed Italia (1,05%).Altri donatori fondamentali per lo sviluppo del Salvador sono:l’USAID, principale donatore e impegnato nel fronte della governance, della diversificazione economica e degli investimenti per la sanità e l’istruzione; il Giappone, che, oltre a contribuire nell’ambito dei disastri ambientali, quali, per esempio, l’uragano Mitch ed il terremoto del 2001, si occupa di aiuti alla ricostruzione e allo sviluppo integrato delle zone rurali e la Banca Inter-Americana di Sviluppo (BIS). Quest’ultima opera al fine di ammodernare lo Stato, sostenere la riattivazione economica e lo sviluppo locale, ridurre la povertà, incrementare il capitale umano, fornire accesso al credito e cooperazione tecnica non rimborsabile in tema di PMI, istruzione, sanità, alloggi, genere e catastrofi naturali.Altre agenzie dell’ONU (PAHO, OMS, FAO, UNICEF e PAM) affrontano i seguenti ambiti: la crescita economica, lo sviluppo sostenibile, la good governance e il capitale umano e sociale.

Siti utili:

CSP EL SALVADOR ORIGINALE:www.europa.eu.int/comm/external_relations/el_salvador/csp/index.htmDELEGAZIONE CE:http://www.delnic.cec.eu.int/Rappresentanze Istituzioni italiane: AMBASCIATA ITALIANA: http://www.ambsansalvador.esteri.it/ambasciata_sansalvadorRiferimenti giuridici: Convenio - Marco Relativo a la Ejecución de la Ayuda Financiera y Técnica y de la Cooperación Económica e El Salvador en Virtud del Reglamento "ALA"http://www.delnic.cec.eu.int/es/docs/marco honduras.pdfMemorandum de Entendimiento entre la Comunidad Europea y la República de El Salvador Relativo a las Orientaciones Plurianuales para la Puesta en Práctica de la Cooperación Comunitariahttp://www.delnic.cec.eu.int/es/docs/marco%20el%20salvador.PDFPiano del governo « La Nueva Alianza 1999-2004 »http://www.delnic.cec.eu.int/es/docs/MOU_els.doc

98 59

Page 98: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

CSP URUGUAY 2007-2013

Popolazione 3.431.000Superficie 176.220 km²Capitale MontevideoUnità monetaria Peso UruguayanoLingua SpagnoloReligione Cattolica CristianaForma di governo Repubblica

Presidenziale

Economia

2003 2004 2005 2006PIL (% crescita) 2,8 11,9 6,5 -PIL (US $ pro capite, migliaia) 3.316 3.902 5.274

*5.809

PIL (US$, miliardi) 11,21 13,26 16,87 18,59Inflazione (%) annuale 19,4 9,2 4,7 5,9Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

19,4 16,0 13,0 12,2

Debito estero ($ miliardi) 11,8 10,73 12,8 13,24

Fonte: CSP Uruguay 2007 – 2013, World Bank,, FMI * World Bank: 4.360 $.

Dopo decenni di prosperità vissuti a partire dagli anni Sessanta, resi possibili soprattutto sulla scorta di un modello di esportazioni agricole che ha permesso al Paese di sostenere un largo settore pubblico, l’economia uruguaiana si è imbattuta in un lungo periodo di stagnazione. Dagli anni Novanta, il Paese ha dovuto misurarsi con una crescita debole, con rilevanti squilibri fiscali, una bilancia commerciale negativa ed un crescente debito estero. La crisi più acuta ha avuto luogo tra il 1999 ed il 2002. In funzione dello shock economico e finanziario regionale, in questo periodo il PIL è crollato del 18% in termini reali ed il tasso d’investimento sul PIL è sceso dal 16,5% del 1998 al 9,8 del 2002. Un sostanziale deprezzamento della valuta nazionale rispetto al dollaro nel 2002, uno scambio positivo di buoni del tesoro nel maggio 2003 ed alcuni aggiustamenti fiscali (in sostanza un considerevole aumento delle tasse) hanno finalmente ricondotto l’economia verso un trend positivo, facendola tornare a crescere di circa il 21% nel periodo 2003-2005. Grazie agli effetti della forte ripresa ed all’indebolimento del dollaro, la World Bank è arrivata a stimare il PIL pro capita Uruguaiano a circa 4.360 $ nel 2005.Nonostante il boom economico, la crisi ha comunque lasciato il suo segno: il 12% della popolazione economicamente attiva è disoccupata, quasi un terzo di tutti i cittadini si ritiene vivano sotto la soglia della povertà ed il 50% dei bambini vivono in famiglie povere. Circa il 15% degli uruguaiani sono attualmente residenti all’estero e la maggior parte di questi ha lasciato il Paese per motivi economici. In ogni caso, e come confermato dal FMI, il Paese intravede brillanti prospettive per gli anni a venire. L’economia, nel 2007, dovrebbe crescere del 4%, la disoccupazione dovrebbe scendere, i salari in termini reali crescere, l’inflazione attestarsi al 6,5%. La crescita delle esportazioni dovrebbe proseguire ed il deficit commerciale dovrebbe tornare

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Page 99: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

modesto. Questo scenario presuppone una significativa crescita degli investimenti, sia pubblici che privati ed il rilancio del credito privato, che è caduto vertiginosamente come conseguenza della recente crisi bancaria.Negli ultimi anni l’Uruguay ha attirato una media dell’1% degli investimenti esteri in Mercosur e lo 0,5% di quelli in America Latina. Con l’eccezione di due fabbriche di carta che rappresentano il 10% del PIL del Paese, il tasso di FDI (investimenti diretti esteri) non supera il 2,5% del PIL. Il Paese resta fiscalmente molto vulnerabile a causa dell’alto livello del debito estero (68% del PIL nel 2005). Il governo si è incaricato di portare avanti un’importante politica fiscale ed ha programmato di ottenere un surplus fiscale di circa il 3,5% per il periodo 2005-2007. Oltre alle difficoltà correlate alla stabilità macroeconomica ed ai necessari miglioramenti nell’efficienza amministrativa, le principali sfide da affrontare sono: l’apertura più profonda delle relazioni commerciali (esportazioni non più fondate esclusivamente sui prodotti agricoli) con i Paesi del Mercosur e del resto del mondo; la crescita del livello degli investimenti (privato e pubblico); il consolidamento del sistema bancario ed una spesa in investimenti nel campo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione, attualmente ferma allo 0,3% del PIL, pari all’1% del Prodotto Interno Lordo (a tal proposito, è stato istituito anche un apposito Ministero dell’Innovazione).

Indicatori sociali

Demografia 2004/2006Crescita annuale in % della popolazione (2004-2015)

0,7

Popolazione urbana (% popolazione totale) 93,0Aspettativa di vita alla nascita, anni totali 75,2EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età > 15)

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Iscrizione alla scuola dell’obbligo (%) -

Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Uruguay 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALE E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Priorità 1: Coesione sociale e territoriale

Obiettivi generali: promuovere azioni che migliorino il livello delle condizioni di vita dei segmenti più

poveri della società; aiutare a ridurre le disuguaglianze di reddito e d’accesso ai servizi sia tra gli

individui che tra le varie regioni del Paese.

Obiettivi specifici:- sviluppo e consolidamento di una programmazione strategica nazionale e regionale;guida al rafforzamento dei servizi fiscali;- formulazione e valutazione di programmi-obiettivo per l’integrazione sociale dei segmenti più poveri della società;- rafforzamento dei Ministeri e delle altre istituzioni responsabili delle politiche sociali;- sviluppo e attuazione di una strategia nazionale per il decentramento amministrativo;

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- attuazione di un piano programmatico nazionale che migliori la qualità ed il livello dell’investimento pubblico;- formulazione di un programma nazionale per la costruzione della capacità istituzionale della gestione decentrata locale.

Priorità 2: Innovazione, ricerca e sviluppo economico

Obiettivi generali: contribuire al rafforzamento del Sistema Nazionale dell’Innovazione (SNI), al fine di

costruire una capacità di sviluppo tecnologico e scientifico ed accrescere la produttività e la competitività del settore produttivo nazionale;

sostenere un ingresso più lineare nei mercati internazionali per i prodotti uruguaiani, attraverso un contributo alla creazione di lavori professionalizzati per i cittadini;

promuovere la creazione di un sostegno alle istituzioni nelle aree delle scienze, dell’ambiente, della tecnologia, dell’innovazione e della sanità.

Obiettivi specifici:- rafforzamento del SNI;- forum per l’interazione tra le sfere pubbliche e quelle private;- aiuto alle piattaforme scientifiche e tecnologiche che sono incaricate di rispondere, in termini di ricerca, sviluppo ed innovazione, ai bisogni del Paese.

Programma di finanziamento

Il contributo finanziario complessivo previsto dall’Unione Europea fino al 2013 è di 31 milioni di euro. Il PIN sarà soggetto ad una revisione/ricognizione di medio termine, nella quale sarà rivolta particolare attenzione ai risultati raggiunti rispetto agli obiettivi concordati.

Priorità 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013Coesione sociale e territoriale

18,5 milioni € (12 milioni: 2007-2010; 6,5 milioni: 2011-2013)

Identificazione - formulazione X XDecisione di finanziamento X XConvenzione di finanziamento

X X

Esecuzione X X X X X X XInnovazione, ricerca e sviluppo economico

12,5 milioni €( 8 milioni: 2007-2010; 4,5 milioni: 2011-2013)

Identificazione – formulazione

X X X

Decisione di finanziamento X XConvenzione di finanziamento

X X

Esecuzione X X X X X XTotale milioni € 20 11

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Page 101: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

Donatori:

Numerosi sono gli Stati Membri dell’Unione Europea ed altri Stati non membri che contribuiscono a vario titolo alla cooperazione in Uruguay: Spagna, Italia, Francia, Germania, Svezia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Polonia, Portogallo, Grecia, Canada e Giappone.Vi sono poi anche alcuni organismi internazionali come: Nazioni Unite, World Bank, BID (Banca per lo sviluppo inter-Americano), FMI, UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), UNICEF, UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per le Popolazioni), UNESCO, FAO. L’Italia, in particolare, rivolgerà la sua attenzione: al programma PYMES (per le piccole e medie imprese), al programma REDEL (per l’occupazione) ed all’assistenza nello sviluppo dell’economia locale nei settori agricolo, industriale, del turismo e della cultura. Gli aiuti si concentreranno poi nel sistema sanitario pubblico, attraverso il finanziamento di 35 milioni di euro in crediti e donazioni.

Siti utili:

CSP URUGUAY (da aggiornare):http://europa.eu.int/comm/external_relations/uruguay/csp/index.htmDELEGAZIONE CE:http://www.delury.cec.eu.int PROGETTI DI COOPERAZIONE IN CORSO:http://www.delury.cec.eu.int/ue_uruguay/cooperacion_proyectos.htmRappresentanze Istituzioni Italiane: AMBASCIATA ITALIANA: http://www.ambmontevideo.esteri.it/Ambasciata_MontevideoICE IN URUGUAY:http://www.ice.gov.it/estero2/uruguay/

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Page 102: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

CSP VENEZUELA 2007-2013

Popolazione 25.375.281Superficie 912.050 km²Capitale CaracasUnità monetaria BolìvarLingua Spagnolo, idiomi indigeniReligione CattolicaForma di governo

Repubblica federale presidenziale

Economia

2004 2005 2006PIL (% crescita) 17,9 9,3 7,5PIL (US$, Miliardi) 110,104 132,848 164,416PIL pro capita (US$) 4.249 5.026 6.098 Inflazione (%) annuale 21,7 15,9 12,1Disoccupazione sulla forza lavoro totale (%)

15 17 12,8

Debito estero ($ miliardi) 39,1 37,1 34,2

Fonte: FMI (settembre 2006), World Bank, UNDP, CSP Venezuela 2007-2013.

Il Venezuela è la principale potenza economica tra i Paesi della Comunità Andina, e la quarta dell’intera regione latinoamericana, con un PIL che nel 2005 ha raggiunto circa 106 miliardi di dollari. L’economia nazionale è fortemente dipendente dall’industria petrolifera, che rappresenta circa il 30% del PIL e più dell’80% del totale delle esportazioni. I livelli di produzione non hanno ancora raggiunto i risultati attesi prima del grande sciopero del 2002-2003 nel settore petrolifero, e la dipendenza dai guadagni esterni indicano che l’economia è eccessivamente vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi del mercato internazionale del petrolio.Il governo venezuelano ha recentemente adottato una politica fiscale espansiva, principalmente come conseguenza dei programmi sociali governativi e degli investimenti nelle infrastrutture. Tuttavia, grazie alle crescenti entrate dovute agli alti prezzi petroliferi del mercato internazionale, il governo centrale ha registrato nel 2005 un crescita del PIL pari al 4%.Complessivamente, il clima degli affari è stato ostacolato da questioni riguardanti la sicurezza giuridica, la mancanza di incentivi economici ed i contrasti istituzionali. Nel 2004, il settore privato rappresentava il 31% del PIL, mentre le autorità governative compivano degli sforzi per accelerare un modello di sviluppo guidato dallo Stato, con una rapida espansione, per esempio, del Mercal, una compagnia statale di distribuzione alimentare. Anche la Costituzione appoggia il mantenimento della gestione statale di alcune attività economiche strategiche, inclusa la produzione petrolifera, sebbene siano previste concessioni ed associazioni industriali con il settore privato in molti settori.Il Venezuela ha il vantaggio di possedere manodopera altamente qualificata ed infrastrutture molto più sviluppate rispetto a quelle di molti Paesi vicini, sebbene decenni di limitati investimenti in risorse umane ed infrastrutture abbiano eroso questi vantaggi, nonostante l’impegno dell’attuale governo per lo sviluppo sociale.In considerazione dell’eccessiva e prolungata dipendenza dalle esportazioni energetiche,

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Page 103: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

gran parte delle politiche commerciali del governo venezuelano sono mirate alla diversificazione delle esportazioni ed all’accesso a nuovi mercati: uno dei principali obiettivi è quello di completare l’integrazione alle dinamiche economiche e commerciali internazionali, con lo scopo di migliorare gli standard di vita dei cittadini. A tale proposito, il Paese ha preso parte a numerosi accordi commerciali, compresi quelli condotti durante il processo di Valutazione Congiunta di Integrazione Economica Regionale (Joint Assessment of Regional Economic Integration) tra Unione Europea e Comunità Andina, accordi tra Comunità Andina e Mercosur, o accordi individuali con altri Paesi. I rapporti commerciali del Venezuela con i Paesi della Comunità Andina, e soprattutto con la Colombia, sono notevolmente aumentati negli ultimi anni, sebbene tali rapporti potrebbero affievolirsi a causa della decisione del Venezuela di aderire formalmente al Mercosur.Attualmente, il commercio venezuelano con il Mercosur rimane limitato, e, soprattutto la bilancia commerciale, è fortemente orientata in favore dell’organizzazione internazionale, essendo il Venezuela principalmente un Paese d’importazione.L’Unione Europea è partner commerciale di media portata: nel 2005, solo l’8% del commercio venezuelano interessava l’UE, a differenza del 48% degli Stati Uniti. I principali prodotti esportati in Europa sono del settore energetico (64% nel 2005), ed i principali prodotti importati sono costituiti da macchinari (30%) e prodotti chimici (15%). La bilancia commerciale ha tradizionalmente favorito l’UE, dipendendo in qualche misura dal prezzo del petrolio.

Indicatori sociali

Demografia 2004/2006Popolazione urbana (% popolazione totale) 93Aspettative di vita alla nascita (anni) 73,7Mortalità infantile (per 1000) 25EducazioneAlfabetizzazione (% della popolazione con età >15)

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Fonte: Commissione, Country Strategy Paper Venezuela 2007-2013

PRINCIPI DI STRATEGIA GENERALI E PROGRAMMA INDICATIVO NAZIONALE (PIN)

Le priorità della cooperazione strategica in Venezuela, identificati dalla Commissione Europea per il periodo 2007-2013 sono:

la fornitura di supporto al processo di modernizzazione e di decentralizzazione dello Stato venezuelano e delle sue istituzioni;

l’assistenza alla differenziazione dell’economia nazionale, per una crescita economica equa e sostenibile.

Priorità 1: Supporto alla modernizzazione e decentralizzazione dello Stato (includendo un maggiore coinvolgimento della società civile e assistenza allo Stato di diritto).

Obiettivo generale: Assicurare una maggiore coesione sociale e assistere il governo nel processo di

consolidamento delle istituzioni democratiche, dello Stato di diritto e della difesa dei

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Page 104: Cooperazione allo sviluppo - America Latina

diritti umani. In particolare, si intende offrire supporto al governo per: la modernizzazione ed il miglioramento della qualità dei servizi pubblici, l’autonomia e l’efficienza delle istituzioni locali, la sicurezza, l’accesso all’apparato giudiziario alla vita politica, soprattutto a livello locale, per i cittadini.

Priorità 2: Crescita economica giusta e sostenibile e differenziazione economica

Obiettivi generali: Contribuire agli sforzi del Venezuela tesi ad assicurare una crescita economica

giusta e sostenibile ed una conseguente riduzione della povertà e della disoccupazione. In particolare, s’intende promuovere e sviluppare le condizioni per una crescita sostenibile in ambito di competitività delle imprese private in Venezuela, specialmente per le piccole e medie imprese, ed incoraggiare una maggiore diversificazione delle esportazioni. Le attività in ambito di PMI avranno come scopo la creazione di lavoro e la dimunizione della povertà, attraverso una crescita equa e sostenibile.

Offrire supporto per una maggiore integrazione nei mercati regionali ed internazionali, e in particolare incrementare e facilitare i rapporti commerciali tra l’Unione Europea ed il Venezuela.

Programma di finanziamento

Per il periodo 2007-2013, è stato previsto un contributo indicativo pari a 40 milioni di euro per il Venezuela.

Priorità2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

PIN milioni €

Supporto alla modernizzazione e decentralizzazione dello Stato

8 8 4 20

Crescita economica giusta e sostenibile e differenziazione economica

8 6 6 20

Totale 8 8 8 6 4 6 40

Donatori:

Quattordici Stati membri dell’UE hanno rappresentanze diplomatiche in Venezuela, tre dei quali (Francia, Italia e Spagna) sono ufficialmente impegnati in attività di cooperazione nel Paese. Tuttavia, molti altri Paesi portano avanti politiche di cooperazione in varie forme. La Germania, per esempio, tra il 2000 e il 2003 ha investito in attività di assistenza più di 4,6 milioni di dollari, e attualmente, finanzia diversi progetti in ambito di protezione ambientale e di promozione della democrazia e dell’istruzione. La Gran Bretagna, poi, finanzia progetti per l’ambiente, la protezione dei diritti umani, la lotta alle droghe e la prevenzione dei conflitti. Anche altri Stati membri, come Finlandia, Grecia ed Olanda, partecipano infine ad iniziative di cooperazione in Venezuela.Tra il 2000 ed il 2003, tuttavia, è stato il Giappone il maggior donatore in Venezuela, il quale ha stanziato un ammontare pari a 14 milioni di dollari. La cooperazione degli Stati Uniti, invece, rimane limitata, con un contributo di 5 milioni di dollari nel 2003 destinato principalmente, oltre che alla sicurezza, alla lotta al traffico di droga e al terrorismo.Infine, in Venezuela intervengono alcune agenzie delle Nazioni Unite, in particolare l’UNDP (UN Development Programme) e l’UNPFA (UN Population Fund).

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Siti utili:

CSP VENEZUELA ORIGINALE:http://ec.europa.eu/comm/external_relations/venezuela/csp/index.htmDELEGAZIONE CE:http://www.delven.cec.eu.int/WORLD BANK (Venezuela):http://lnweb18.worldbank.org/external/lac/lac.nsf/7ddd57ff7347688d852567d6006bf016/ef3c1feec22c142a852567de005cd86c?OpenDocumentFMI (Venezuela):http://www.imf.org/external/country/VEN/index.htmRappresentanza Istituzioni italiane:AMBASCIATA ITALIANA:http://sedi.esteri.it/ambcaracas/ICE Venezuela:http://www.ice.gov.it/estero2/caracas/

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ELENCO DEI SITI UTILI DI CARATTERE GENERALE

Rappresentanza permanente d’Italia presso UEhttp://www.italiaue.org/

Ministero Affari Esteri – Opportunità Impresehttp://www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Servizi/Imprese/Opportunita

Istituto per il Commercio Esterohttp://www.ice.gov.it/

Commissione Europea – Direzione Generale Relazioni Esternehttp://ec.europa.eu/external_relations/search/countries.htm

Ufficio di Cooperazione EuropeAidhttp://ec.europa.eu/europeaid/index_it.htm

Commissione Europea – Rappresentanza in Italiahttp://europa.eu.int/italia/finanziamenti/programmi/

Banca Europea per gli investimentihttp://www.bei.org/

Riferimenti Giuridici http://europa.eu/scadplus/leg/it/s05151.htm

Fondo Monetario Internazionalehttp://www.imf.org/external/country/index.htm

Banca Mondialehttp://web.worldbank.org/WBSITE/EXTERNAL/COUNTRIES/0,,pagePK:180619~theSitePK:136917,00.html

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