Coop reno | Il lavoro e il futuro · In fase di attivazione, tra il 1 Giugno e l’8 Luglio 2020,...

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con consumatori e responsabilità. Il mensile dei soci con ASSEMBLEE LA PARTECIPAZIONE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS A PAGINA 44 19 COMPONENTI TEMPO DI RINNOVO PER IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE A PAGINA 46 Coop reno | n°5 GIUGnO 2020 L'economia cerca di ripartire dopo la pandemia Le iniziative Coop a sostegno delle famiglie Il lavoro e il futuro da difendere da costruire

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conconsumatori e responsabilità. Il mensile dei soci

con

ASSEMBLEELA PARTECIPAZIONE AL TEMPO DEL CORONAVIRUSA PAGINA 44

19 COMPONENTITEMPO DI RINNOVO PER IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONEA PAGINA 46

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L'economia cerca di ripartire dopo la pandemia Le iniziative Coop a sostegno delle famiglie

Il lavoro e il futuroda difendere da costruire

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In fase di attivazione, tra il 1 Giugno e l’8 Luglio 2020, di una nuova SIM CoopVoce il cliente può scegliere quale o� erta attivare tra “EASY +” e “TOP30”. Le o� erte prevedono ogni mese, in territorio nazionale e in territorio UE, rispettivamente 3 GIGA di tra� co internet in 4G, 1000 minuti e 300 SMS verso numeri fi ssi e mobili a 5€ al mese oppure 30 GIGA di tra� co internet, chiamate e 1000 SMS verso numeri fi ssi e mobili a 9€ al mese. I minuti sono tari� ati sugli e� ettivi secondi di conversazione, senza scatto alla risposta e le connessioni internet a singolo kbyte. Al superamento dei minuti e SMS compresi nel mese si applicano le condizioni del piano tari� ario, mentre il tra� co internet è inibito. La promozione si rinnova automaticamente ogni mese. Se il credito residuo non è su� ciente, l’o� erta è sospesa per 30 giorni. Per riattivarla è necessario ricaricare entro 30 giorni, altrimenti verrà disattivata. In caso di sospensione il tra� co voce e SMS è tari� ato secondo le condizioni del piano tari� ario, mentre il tra� co internet è inibito. Nello stesso periodo anche i già clienti possono scegliere di attivare una delle due o� erte, con un costo di attivazione di 9€, che verrà scalato dal credito residuo della SIM insieme al canone del primo mese. L’Uso del servizio è personale, secondo quanto previsto dall’art.4 delle Condizioni Generali di Contratto. Per maggiori dettagli sull’o� erta, policy di corretto utilizzo e limitazioni, visita il sito www.coopvoce.it.

Promozione valida dall'1 Giugno all'8 Luglio 2020dall'1 Giugno all'8 Luglio 2020dall'1 Giugno all'8 Luglio 2020

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5 Coop, un'estate di convenienza

6 Ripartire e ridurre

la povertà Claudio Strano

12 Le resposanbilità dell'uomo e il virus

Silvia Fabbri

16 L'indagine: gli italiani e il ciboDario Guidi

22 Rispetto la natura e curo la mia pelle

24 Al lavoro con l'e-bikeClaudio Strano

27 Non basterà una app per salvarciAlessandra Farabegoli

28 Scoprire l'arte del riuso

32 Un'estate made in ItalyPaola Minoliti

36 Visite virtuali a chiese, palazzi e...

37 I libri del mese

39 Intervista a Gianni Bismark Pierfrancesco

Pacoda

11 Facciamo ripartire la cultura

Simona Vinci

15 La "task force" e il medico giusto

Luca Mercalli

21 Ridurre il colesterolo

Michele Sculati

29 In casa e fuori Massimo Montanari

36 Uscire dalle difficoltà? In biciMassimo Cirri

40 Appena torno... Diario di una normalità perduta

Andrea Mascherini

48 I gettoni che fanno crescere il territorio

Luca Stanzani

50 Le parole che scegliamo raccontano di noi

Alice Munerato

Coop RenoTelefono

051 8906011

sommario consumatori 5 | giugno 2020

Mensile della Cooperazione di Consumatori

Viale Aldo Moro 16, 40127 Bologna Tel. 051.6316911Fax [email protected]

Reg.Trib. Bologna 3/8/82 n. 5005Iscrizione Roc 29/8/01 n. 1040Copia singola euro 0,34Abbonamento annuo euro 3,10

Direttore responsabileDario Guidi

RedazioneMonica Di Martino, Silvia Fabbri, Alice Munerato, Andrea Pertegato, Silvia Pizzorno, Lina Sini, Claudio Strano

Progetto graficoKitchen

Impaginazione e grafica Ilde Ianigro

Responsabile della pubblicitàPaolo Ortolani

StampaRotopress International srl (Loreto- Bologna)

Coop Editrice Consumatori

40127 Bologna, Viale Aldo Moro, 16Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908C. F., P. IVA e Iscrizione al Registro delle Imprese di Bologna n. 03722150376 Iscrizione all’albo delle Cooperative a mutualità prevalente n. A108296

Consiglio di amministrazionePresidente Andrea MascheriniVice Presidente Silvio AmbrogioTiziana Cattani, Alessandro Medici, Marisa Pecere, Andrea Pertegato, Enrico Quarello

Primo piano Consumare

informati

Vivere bene Rubriche Coop Reno

5012

Associato USPI, Unione stampa periodica italianaQuesto prodotto è stampato su carta certificata Fsc®In fase di attivazione, tra il 1 Giugno e l’8 Luglio 2020, di una nuova SIM CoopVoce il cliente può scegliere quale o� erta attivare tra “EASY +” e “TOP30”. Le o� erte prevedono ogni mese, in territorio nazionale e

in territorio UE, rispettivamente 3 GIGA di tra� co internet in 4G, 1000 minuti e 300 SMS verso numeri fi ssi e mobili a 5€ al mese oppure 30 GIGA di tra� co internet, chiamate e 1000 SMS verso numeri fi ssi e mobili a 9€ al mese. I minuti sono tari� ati sugli e� ettivi secondi di conversazione, senza scatto alla risposta e le connessioni internet a singolo kbyte. Al superamento dei minuti e SMS compresi nel mese si applicano le condizioni del piano tari� ario, mentre il tra� co internet è inibito. La promozione si rinnova automaticamente ogni mese. Se il credito residuo non è su� ciente, l’o� erta è sospesa per 30 giorni. Per riattivarla è necessario ricaricare entro 30 giorni, altrimenti verrà disattivata. In caso di sospensione il tra� co voce e SMS è tari� ato secondo le condizioni del piano tari� ario, mentre il tra� co internet è inibito. Nello stesso periodo anche i già clienti possono scegliere di attivare una delle due o� erte, con un costo di attivazione di 9€, che verrà scalato dal credito residuo della SIM insieme al canone del primo mese. L’Uso del servizio è personale, secondo quanto previsto dall’art.4 delle Condizioni Generali di Contratto. Per maggiori dettagli sull’o� erta, policy di corretto utilizzo e limitazioni, visita il sito www.coopvoce.it.

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primo piano uscire dall'emergenza

Arrivano nei punti vendita le mascherine chirurgiche monouso a marchio Coop: tre strati, certificate CE al prezzo finale di 0,50 euro ciascuna. Si

tratta di un dispositivo medico classe 1 tipo 2 (indice di filtrazione superiore al 98%), con fasce elastiche che garantiscono ottimo confort e vestibilità, che sarà venduto in confezioni da 10 pezzi. Il canale di approvvi-gionamento è lo stesso attivato fin dall’inizio del lockdown grazie alla filiale Coop Far East di Hong Kong. Per questo Coop si avvale di un produttore qualificato che garantisce macchinari e controlli adeguati agli standard richiesti per un prodotto a marchio.

«Con l’arrivo a scaffale delle nostre mascherine completiamo un’offerta più che mai necessaria per tutte le famiglie, anche nella fase 2 che stiamo vivendo –spiega Marco Pedroni, presidente di Coop Italia - Negli ultimi 2 mesi le vendite di questo presidio medico nella nostra rete sono schizzate in alto (+1160%) e ora la domanda non accenna a diminuire, tanto che il vero problema è mantenere la continuità degli approvvigionamenti. Noi ci stiamo impe-gnando, investendo su questo prodotto a marchio Coop. È è una dimostrazione della nostra determinazione e una ulteriore garanzia di qualità che vogliamo dare ai nostri soci e ai consumatori».

Ecco le mascherine a marchio CoopSaranno in vendita in confezioni da 10 al prezzo di 5 euro (cioè 50 centesimi l'una) Il tipo proposto è di quelle chirurgiche a 3 strati con marchio CE

I diversi tipi che sono in commercioe le istruzioni per un uso corretto Per prima cosa è importante ribadire che le mascherine non sono alternative al mantenimento delle distanze e al lavarsi spesso le mani, che restano misure fondamentali.

La mascherina può difendere gli altri da noi e in qualche modo può proteggerci dal contatto con gli altri (a seconda della tipologia) se non riusciamo a mantenere la distanza consigliata, senza considerare che indossando la mascherina diventa più improbabile toccarsi naso, occhi e bocca con le mani (potenziali punti di entrata del virus).

Vi sono alcuni elementi principali da tenere in considerazione in merito alle mascherine: i materiali, le caratteristiche e il loro utilizzo ovvero dove e per quanto tempo le si indossa.

Esistono diverse tipologie di mascherine: le mascherine di comunità in materiali multistrato ma senza alcuna garanzia di “caratteristiche tecniche”, poi vi sono quelle chirurgiche con marchio CE, quelle chirurgiche approvate in deroga dall’Isituto Superiore di Sanità (le chirurgiche sono nate per proteggere il paziente dalla possibile contaminazione da parte di medici e infermieri), e le FFP2 e FFP3, pensate per proteggere gli operatori dalla contaminazione esterna e per questo chiamate DPI (Dispositivi di protezione individuale). Le FFP2 e FFP3 devono prevalentemente essere utilizzate dai sanitari.

In generale comunque è molto importante che la mascherina, qualunque essa sia, copra bene naso e bocca ed è altrettanto importante metterla e toglierla correttamente, con le mani pulite e senza mai toccare la parte frontale esposta all’esterno, bensì sempre maneggiandola dagli elastici o dai lacci con cui la mascherina viene indossata e fissata.

Le mascherine chirurgiche in quanto tali sono dispositivi medici e devono rispondere a spe-cifiche norme tecniche (UNI EN 14683:2019 e ISO 10993). Possono essere con marchio CE (come quelle a marchio Coop di cui parliamo qui a fianco) oppure per lo stato di emergenza essere approvate in deroga senza marchio CE dall’Istituto Superiore di Sanità. La loro funzione princi-pale è quindi di evitare che chi le indossa contamini l’ambiente che lo circonda, infatti hanno la capacità di filtrare il virus in uscita; in minima parte proteggono anche chi le indossa da droplets (goccioline) in entrata. Le maschere chirurgiche più qualificate contengono tre strati: strato esterno impermeabile contro gli spruzzi esterni, strato intermedio con filtro antiparticolato per bloccare i patogeni e strato interno assorbente d'acqua per assorbire l'umidità espirata. Le FPP3 e FPP2 che sono dispositivi di protezione individuale (DPI), possono essere con o senza valvola, hanno una buona azione filtrante sia in fase inspiratoria che espiratoria e si differenziano fra di loro per l’efficienza di filtrazione; proteggono e bloccano anche le esalazioni di chi le indossa. Quelle con la valvola non vanno tendenzialmente utilizzate perchè offrono una protezione indi-viduale elevata, ma la presenza della stessa lascia uscire il virus se chi le indossa è infetto.

Poi ci sono le mascherine di comunità che possono essere anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, garantire comfort, respirabi-lità e permettano di coprire dal mento al di sopra del naso. Si possono differenziare per tipo di tessuto, per numero di strati, traspirabilità del materiale, idrorepellenza e altro. In generale tut-te le mascherine monouso vanno cambiate se umide, sporche o danneggiate, quelle riutilizzabili lavate dopo ogni utilizzo. Per quelle lavabili e riutilizzabili è importante attenersi alle indicazioni di lavaggio ed al numero di utilizzi indicati dal produttore. Le mascherine, finito il loro uso, vanno buttate nella raccolta indifferenziata (perché potenzialmente infette) in doppi sacchi di raccolta adeguatamente chiusi.

Chiara Faenza Reponsabile innovazione e valori di Coop Italia

4 Consumatori giugno 2020

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Il blocco dei prezzi su migliaia di prodotti a marchio Coop, partito a marzo, continuerà sino a fine settembre. Poi iniziative promo-zionali straordinarie ogni setti-

mana su prodotti freschi e freschissimi e, infine, un pacchetto a rotazione di 10 prodotti di prima necessità offerto in sconto a soli 10 euro. L’estate di Coop a fianco delle famiglie italia-ne è già cominciata, in piena continuità con quanto Coop aveva fatto sin dal momento in cui l’emergenza coronavirus aveva fatto la sua irruzione sulla scena a fine febbraio.«Sperando che davvero l’emergenza sanita-ria possa passare in secondo piano – spiega il presidente di Coop Italia, Marco Pedroni – dobbiamo concentrarci ora sugli evidenti effetti economici e socia-li prodotti dalla pande-mia e dal lockdown. Ci vorranno mesi prima di un consolidamento che speriamo positivo: ad oggi le incognite sono ancora tante. Per questo anche noi come Coop abbiamo deciso di attivare una fase 2 del nostro lavoro, con il rafforzamento di iniziative già intraprese per garantire l’apertura sicura e ordinata dei negozi, la fornitura di tutti i prodotti, lo stop ai tentativi di speculazione; a questi vogliamo aggiungere altri interventi per dare tranquil-lità e convenienza alle famiglie e al contempo sostenere i tanti piccoli e medi produttori del sistema agro-industriale italiano. Non spetta solo al governo sostenere l’economia del paese, ma anche alle imprese più importan-ti, che hanno una grande responsabilità nel difendere le famiglie e le tante piccole e medie imprese a loro collegate».Da qui nascono le tre attività promoziona-li indicate all’inizio, che saranno operative su tutto il territorio nazionale. La prima è la continuazione per altri 4 mesi del blocco dei

prezzi su migliaia di prodotti confezionati del grocery a marchio Coop.La seconda iniziativa, mirata sui prodotti fre-schi e freschissimi (carni, ortofrutta e pesce sempre a marchio Coop), vuole dare risposte anche su un’area inevitabilmente più soggetta alle oscillazioni dei mercati e a fenomeni spe-culativi. Dei problemi legati alla mancanza di manodopera nei campi per la raccolta dei pro-dotti, come dei maggiori costi per la logistica si è parlato ampiamente in queste settimane. Sono conseguenze del blocco che ora sono da gestire. Ma, forte di una rete di fornitori e produttori che è per oltre il 90% italiana, Coop intende mettere in campo per tutto il

periodo estivo pro-mozioni settimanali con sconti media-mente del 20%.La terza gamba dell’attività è la propo-sta di un gruppo di 10 referenze impor-tanti proposte al prezzo eccezionale di 10 euro, con la qualità e la sicurezza dei prodotti Coop. Par-liamo di prodotti come

pasta, olio, biscotti, latte, birra, pomodori, cose che insomma non mancano mai nella spesa delle famiglie.«Il prodotto a marchio Coop è il cuore della nostra offerta – prosegue Pedroni – e dunque abbiamo concentrato su questo campo uno sforzo che renda evidente alle famiglie la nostra determinazione a garantire convenien-za. La fase economica è piena di incognite. Quale sarà sui consumi l’impatto del rallenta-mento economico che il paese subirà è un nodo rilevante. Per i valori che la cooperazione incarna, assumendosi anche un rischio, Coop ha scelto di non aspettare e di mandare subito un messaggio alle famiglie e ai produttori. Siamo al vostro fianco, siamo pronti a fare la nostra parte perché da questa crisi vogliamo che il paese esca insieme e unito, e con meno diseguaglianze».

Consumatori giugno 2020 5

Coop, un'estate di convenienzaPrezzi bloccati e altro contro la crisi

MARCO PEDRONI

PRESIDENTE DI COOP ITALIA

A rotazione, un gruppo

di 10 prodotti di prima necessità

sarà messo in vendita a 10 euro

«Pronti a fare la nostra parte a fi anco delle famiglie anche in

questa nuova fase: restano fermi i prezzi del prodotto a marchio e svilupperemo promozioni su

freschi e freschissimi»

primo piano uscire dall'emergenza

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6 Consumatori giugno 2020

primo piano uscire dall'emergenza

Economia, ripartire e ridurre la povertà— Claudio Strano

Il Covid-19 è stato un colpo basso per un'economia che, a dodici anni dalla crisi fi nanziaria, si stava ancora rimetten-do in piedi. E ora una nuova mazzata che mette in grande diffi coltà tantissime persone. Più di 6 milioni, è stato calco-lato, tra cui un milione di nuovi poveri (stime Caritas e

Coldiretti). Poi ci sono 700mila irregolari, il milione che usufruisce del Reddito di cittadinanza e un altro milione che avrà il Reddito di emergenza. E in più molti lavoratori autonomi (5 milioni in totale), cassintegrati, piccoli commercianti e operatori dei settori più colpiti dalla crisi, come turismo e cultura, che con le limitazioni post Covid-19 se la passano peggio di altri.

Già dal 2008 il mondo aveva evidenziato tanti problemi, con un lavoro nel frattempo divenuto ancora più precario, instabile, raro: la povertà assoluta nel nostro paese era salita dal 4,3% al 7,8% nel 2019. Ora, di fronte alla nuova impennata, la scommessa è salvare il sistema Italia con tutti i suoi abitanti e, al contempo, cambiare marcia, evitando semplicemente di tornare come si era prima, ma cogliendo l'occasione per fare, attraverso le leve dell'economia, quello che la politica fi nora non era riuscita a fare. Evitando di gonfi are il debi-to pubblico che saranno i giovani a pagare. Dunque servono assolutamente i decreti che il governo ha varato e varerà, ma servono strategia e visione del futuro. Siamo sulla carreggiata giusta?

LA DIFFICILE SFIDA DELLA POLITICA: DECIDERE OGGI PENSANDO AL FUTURO

ENRICO GIOVANNINI

ECONOMISTA E PORTAVOCE DELL'ALLEANZA ITALIANA

PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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primo piano uscire dall'emergenza

continua a pagina 8

Garantire una rapida ripartenza dell'economica ma evitando che crescano le diseguaglianze: è questa la richiesta oggi degli italiani, assieme alla domanda di salute e tutela dell'ambiente. Il coronavirus si è abbattuto sull'economia facendo emergere un nuovo ruolo dello Stato, che protegge e indirizza. Giovannini: «Dobbiamo avere l’audacia di fare un balzo in avanti, verso un futuro che rispetti il principio di giustizia intergenerazionale»

«Mai come in questo momento storico ab-biamo l’occasione, anche in termini di risorse economiche a disposizione, di ripensare il sistema e di cambiarlo in un’ottica di resilienza trasformativa», risponde il portavoce dell'Alle-anza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), il professor Enrico Giovannini, economista ed ex ministro, oggi membro della task force gui-data da Colao che supporta il governo nella fase della ripartenza.

«Ora più che mai – prosegue – è fondamentale che il paese decida da che parte vuole andare. Sarebbe folle auspicare di tornare alla situazione pre Covid-19, in un'Italia in cui persistono forti disuguaglianze economiche e sociali, dove la bio-diversità è minacciata dal problema mai risolto del consumo di suolo e dove il Pil è composto per il 12% da attività irregolari. Dobbiamo invece cogliere l’occasione di guardare avanti e riorganizzare il sistema. Abbiamo una guida nell’Agenda 2030 e dobbiamo seguirla in nome del principio di giu-stizia intergenerazionale. Sappiamo che serve un cambio di paradigma e dobbiamo approfittare della fase attuale, per quanto difficile, per cambiare i modelli produttivi e sociali guardando sempre di più ai vantaggi dell’economia circolare e della sostenibilità. Un passaggio che richiede la collabo-razione di tutti: istituzioni, imprese, società civile. Con l’impegno di non lasciare nessuno indietro. Una crisi come questa ha effetti drammatici sulle vite delle persone e abbiamo il dovere di arginare i rischi aiutando chi è in difficoltà, ma dando una prospetti-va di futuro accessibile a tutti».

Una ripresa sostenibile Una delle tante conferme di questa realtà in stato di sofferenza ci viene dalla classifica dei 17 Obiet-tivi dell'Agenda 2030 dell'Onu, letteralmente stravolta dal coronavirus. Il terzetto delle priorità "no fame", "no povertà" e "occupiamoci della cre-scita economica", infatti, ha guadagnato parecchio

terreno, piazzandosi subito dopo "acqua pulita e sanità" e "azioni per il clima", e fotografando così i timori degli italiani per il lavoro perso e nuove forme di povertà. Cresce – con una flessione del Pil di quasi 10 punti percentuali – la paura di non farcela assieme alla voglia più decisa di sosteni-bilità e all 'attenzione all'ambiente, quest'ultimo un trend globale dato che il 72% degli intervistati (dati Ipsos), ritiene che la crisi climatica sia una minaccia pari a quella del coronavirus.

A riportare questi sondaggi e a rifletterci so-pra è la stessa ASviS, che nel suo ultimo rappor-to, di maggio, intitolato "Politiche per fronteg-giare la crisi da Covid-19 e realizzare l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile", punta decisa, per rianimare il paese, sulla coppia ripresa economica-protezione dell'ambiente: l'una a sostegno dell'altra, non in contrapposizione, con la tecnologia in mezzo a fare da collante. La sostenibilità renderebbe di più in termini economici, sino al 15% nelle grandi imprese ed è una ricetta almeno in parte sposata dal decreto Rilancio del governo. Il quale, dopo aver protetto il paese, ha tentato il rilancio con un minimo di visione d'insieme.

Ma la priorità era e rimane il lavoro, per poter uscire da quella crisi nera che Lucio Caracciolo, direttore di "Limes", rivista italiana di geopolitica (vedi intervista a seguire), definisce «una maz-zata economica di dimensioni mai viste. Le crisi – spiega – segnano strutturalmente i paesi e il no-stro non si era ancora completamente ripreso dal quella del 2008-2009, A differenza di economie più robuste, penso alla Germania, da noi l'effetto è di moltiplicatore dei problemi».

Far rimbalzare avanti il paeseIl coronavirus ha picchiato duro acuendo la ten-denza all'impoverimento perpetuo delle fami-glie e accentuando le disuguaglianze ricchi-poveri. Tutt'altro che una livella, per dirla alla Totò. Né si

Lo Stato"ritrovato"È interessante notare che i decreti ministeriali (Dpcm) di questa fase straordinaria più il decreto Rilancio, presi tutti insieme, disegna-no – come sottolineano i più attenti osservatori – un ritrovato ruolo dello Stato che si è fatto promotore di politiche attive in più settori, con un impianto che segue una logica entro i confini, un po' "tirati" per l'emergenza, della democrazia. «Servivano e servono misure che scon-giurino il semplice ritorno al passato e preparino ad affrontare shock futuri», concorda il professor Gio-vannini. «Il decreto Rilancio libera risorse economiche senza precedenti, ci sono molte misure di protezione e promozione e interventi per ridurre le disugua-glianze, come il Reddito di emergenza che abbiamo proposto come ASviS e ForumDD. Lo Stato deve proteggere tutti, soprat-tutto i più deboli, ma poi è necessario investire in for-mazione, in politiche attive del lavoro, in autoimpren-ditoria, in infrastrutture e rigenerazione per rilanciare l’occupazione. Bisogna pensare a misure di promo-zione, come il microcredito, per offrire un futuro diverso a chi vuole uscire dal lavoro irregolare. Le possibilità ci sono e l’ASviS ha pubbli-cato un Rapporto con una serie di raccomandazioni. Verificheremo se il governo andrà nella direzione di uno sviluppo sostenibile da tutti i punti di vista, e non solo ambientale».

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poteva pensare diversamente con una produzione industriale giù del 29% durante il lockdown (dato Istat di marzo), il maggior crollo di sempre.

Va anche detto che, a differenza della crisi finanziaria del 2008, il reddito ha frenato meno del Pil per gli effetti delle politiche fiscali: una quantità straordinaria di risorse per attutire il colpo, stanziate attraverso bonus e ammortizza-tori sociali, cui si è aggiunto da ultimo il Reddito di emergenza per le famiglie in stato di partico-lare bisogno (vedi box). Contenuta nella maxi manovra da 55 miliardi di euro, questa forma di reddito si è aggiunta ad altre misure di rilancio dell'economia per famiglie e imprese, con un occhio agli incentivi "verdi" e l'altro ai sussidi più una sanatoria per gli "invisibili", colf, badanti e braccianti in nero, e la regolarizzazione dei migranti che molto ha fatto discutere.

Più avanti o più indietro?Anche sul versante dell'Agenda 2030 dell'Onu – cui si accennava– e del Green deal dell'Unio-ne europea, unito alla Digital Trasformation e all'innovazione, c'erano e ci sono grosse partite da giocare. «Come dicevo – sottoloinea Enrico Giovannini –, l’Italia deve decidere che direzione prendere: se proseguire su quella indicata dalla legge di Bilancio per il 2020, molto più orientata alla sostenibilità delle precedenti, e dagli orienta-menti strategici dell’Unione europea o se, in nome della crescita del Pil a tutti i costi, sacrificare i progressi fatti o programmati per i prossimi anni, primo fra tutto il processo di decarbonizzazione, la sicurezza dei lavoratori e l’equità sociale».

Grazie alle misure di rilancio fin qui adottate possiamo considerarci più avanti di prima? «Il governo ha il difficile compito di gestire una

Ecobonus e green economyUn pacchetto per risalire la chinaTra le misure più impattanti del provvedimento economico del governo c'è sicuramente l'ecobonus, pensato per l'ambiente ma anche per le tasche degli italiani e per rimettere in moto l'edilizia. È il fulcro verde della maxi-manovra di maggio, e va visto unitamente del bonus per la mobilità sostenibile (di cui parliamo più avanti nelle pagine sulle biciclette elettriche). L'ecobonus è, in realtà, un superbonus visto che consentirà di riqualificare un immobile di proprietà (o un fabbricato strumentale per chi ha un'impresa) non spendendo un soldo per le ristrutturazioni antisismiche ed energetiche. La norma aumenta le aliquote delle detrazioni fiscali già esistenti, portandole al 110% sulle spese per interventi – compresa l'installazione di pannelli solari e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici – effet-tuati tra il primo luglio di quest'anno e il 31 dicembre 2021. Il vincolo del miglioramento di due classi energetiche dell'edificio è stato attenuato, per cui è sufficiente "il conseguimento della classe energetica più alta" (le classi lo ricordiamo sono dieci, ma la stragrande maggioranza degli edifici italiani è nelle ultime tre: E, F e G ). Gli interventi trainanti per ottenere il suporbonus sono il cappotto termico e la installazione di caldaie a pompa di calore e a condensazione. I pagamenti vanno fatti tra-mite bonifico bancario o postale. La detrazione permette di recuperare in dichiarazione dei redditi il 110% delle spese, in 5 anni, con la novità che è possibile cedere il credito a ditte, banche e altri soggetti, che anticipe-ranno il costo dei lavori. Per quanto riguarda il sismabonus, è stata allargata l'area di pertinenza che ora comprende non solo le zone sismiche 1 e 2, ma anche la zona 3, il che significa l'aggiunta di 1.560 comuni beneficiari dello sconto fiscale. In più è stata inserita la detrazione del 90% per chi acquista una polizza anticalamità abbinata all'intervento antisismico, il quale ovviamente andrà asseverato da tecnici e professionisti così come quello per l'effi-cientamento energetico.

Gli ammortizzatori socialiIl Reddito di emergenza Va richiesto entro la fine di giugno ed è una misura straordina-ria e temporanea, valida per due mesi, non cumulabile con altre indennità. Il Reddito di emergenza (Rem) è una delle novità del nutrito pacchetto di ammortizzatori sociali messo in campo in questo periodo dal governo. A proporlo inizialmente erano stati l'Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile e il Forum Disuguaglianze Diversità, che per bocca della professoressa Elena Granaglia, docente di scienza delle finanze a Roma tre, aveva invocato «strumenti più generali di sostegno al reddito delle famiglie che si trovano in difficoltà e che non beneficiano di altri contributi». Dirimente per poter ottenere le due mensilità previste è la soglia Isee (Indicatore della soglia economica equivalente) che deve essere inferiore a 15mila euro annui, accompagnata da una serie di altri requisiti. Sono previsti sussidi che vanno da 400 euro fino a un massimo di 800 euro. Il calcolo della cifra viene fatto in base al numero dei componenti del nucleo familiare richiedente secondo una scala di equivalenza. L'erogazione avviene in due rate, ognuna della cifra intera che spetta alla famiglia. Per la domanda, rivolgersi a un patronato o a un Caf, compilando gli appositi moduli messi a disposizione dall'Inps. Questa forma di misura tampone ovviamente è pensata per superare la fase dell'emergenza coronavirus ma lascia irrisolto il problema delle crescenti differenze economiche e sociali esisten-te su scala planetaria. «Siamo consapevoli che negli ultimi anni si è ridotta la povertà sul pianeta – commenta la professoressa Granaglia – ma è quella estrema, sotto i due dollari. Non dobbiamo dimenticare che In gran parte dei paesi in via di sviluppo le dise-guaglianze sono aumentate moltissimo e in altri, come in Africa, lo sviluppo non c’è stato».

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Consumatori giugno 2020 9

primo piano uscire dall'emergenza

D irettore, come si sta spostando l'asse economico e politico del pianeta, per eff etto del virus?Per trarre un bilancio delle conse-guenze geopolitiche del virus ci vorrà

parecchio tempo. Ma qualcosa si può già vedere. Alcuni paesi si sono avvantaggiati del fatto di essere abbastanza fuori dall'emergenza, mentre altri ci sono dentro. La Cina, che ha originato la crisi, è riuscita ad uscirne in un paio di mesi e da marzo ha iniziato una off ensiva diplomatica degli aiuti guadagnando spazio e infl uenza, specie in Europa. E con risultati tangibili, visto che una maggioranza assoluta degli italiani oggi considera la Cina il primo paese amico: il 52%, rivela un recente sondaggio Swg, seguita a breve distanza dalla Russia e molto più lontano dagli Usa. Alla domanda quale sia il nostro nemico, gli italiani rispondono prima la Germania e seconda la Francia, il che confi gura un rovesciamento delle alleanze a livello dell'opinione pubblica.

Sta pensando a un virus voluto dai cinesi?Voluto non credo proprio, sarebbe un secco autogol: il fatto che la Cina si confermi 'produttrice' di virus non ha migliorato il suo marchio e ha accentuato, invece, i tentativi di riportare a casa le produzioni. Il Covid-19 ha colpito la Cina, lo ricordo, a 17 anni dalla Sars, in una fase di rallentamento molto forte dell'e-conomia – vicina allo zero quest'anno o alla reces-sione – e la botta sarà forte. Segnalo tuttavia che sta uscendo meglio di altri dalla situazione in virtù di una sovrabbondanza di produzione sanitaria e medica, che compensa le perdite produttive e com-merciali, e all'azione diplomatica e di propaganda.

La pandemia ci restituirà nel complesso un mondo più integrato o più confl ittuale?Ho letto di paragoni impropri con l'11 settembre o con la crisi fi nanziaria del 2008-2009. Questa è sicuramente diversa e può avere eff etti più impat-tanti. Quello che notiamo è che sta inasprendo i confl itti precedenti. Al centro c'è sempre lo scontro tra Cina e Stati Uniti per il primato mondiale. Facen-do un paragone con l'Urss, la Cina ha il vantaggio di

L'IMPATTTO SULLA GEOPOLITICA DEL PIANETA

Caracciolo: «La Cina esce raff orzatae non tutte le aziende tornano a casa»

LUCIO CARACCIOLO

DIRETTORE DELLA RIVISTA "LIMES"

essere dentro agli interessi americani e viceversa: c'è una interdipendenza economico-fi nanziaria maggiore. In parole povere, se cinesi e americani colpiscono l'avversario in qualche modo colpiscono se stessi. La strategia dell'"America fi rst" va contro gli interessi di gran parte degli americani, tanto per capirci, a partire dalle famose aziende della Silicon valley. Tutto ciò nella competizione ha prodotto un notevole vantaggio alla Cina e, almeno al momento, ha segnalato le fragilità americane.

Accennava al fenomeno del reshoring, cioè al ritorno a casa delle aziende che avevano delocalizzato nei mercati del Medio Orien-te. Prevede una forte accelerazione ora? La prima reazione in questi casi è di giocare tutto in casa e accorciare la fi liera, un'operazione complessa e per niente rapida che sarà sicuramente incom-pleta perché gli interessi di molte aziende sono di cercare di mantenere produzioni fuori e anche un piede nei mercati dell'Est. Tutto dipende, penso, da quello che accadrà dopo l'estate. Vedremo cioè se l'allentamento della morsa del virus consentirà una ripresa dell'economia, o se la persistenza dell'e-pidemia - la chiamerei ancora così, una epidemia certamente grave che però ha causato una reazione sproporzionata rispetto ad attacchi simili che han-no prodotto più vittime ma eff etti geopolitici minori –, dicevo se la durata del Covid scatenerà eff etti per-versi. Cosa succederà dipenderà anche dalle scelte politiche:, prenderemo qualche decisione 'umana' a costo di rinunciare a qualche numero del Pil?

Molti danno per defunta la globalizzazioneGlobalizzazione signifi ca tutto e il contrario di tutto. Se intendiamo banalmente l'interdipendenza economica e fi nanziaria, credo che inevitabilmente si stia andando, già prima della crisi, verso sistemi più nazionalizzati. In Italia, in Europa e nel mondo risorge la stella del capitalismo di stato con forti correzioni politiche sui mercati. Un trend quasi inevitabile vista la doppia crisi della domanda e dell'off erta. Quando non c'è moneta in circolazione o la si stampa, o chi può, come l'Italia, con tutti i rischi che sappiamo, ricorre all'indebitamento pubblico.

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primo piano

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quantità di risorse il cui costo sarà molto alto. Fondamentale è pensare di riprogettare il paese in un’ottica sistemica. È una occasione straordi-naria per innovarlo e renderlo meno vulnerabile a futuri shock, come quello derivante dalla crisi climatica».

diseguaglianz e ruolo del "pubblico"Si può uscire da una crisi di tali proporzioni in un modo o nell'altro. Ma in questi mesi il ruolo del "pubblico" è stato valorizzato e sarebbe un pecca-to non mettere a frutto il capitale maturato.

«Abbiamo visto quanto il paese sappia rispon-dere dal lato delle comunità», è l'analisi che fa Fabrizio Barca su Pandora Rivista. Barca è stato ministro per la coesione territoriale ed è coordina-tore e tra i principali promotori del Forum Disu-guaglianze Diversità. Si può uscire dalla crisi con una domanda di autoritarismo – rifl ette– se la si aff ronta con l’idea che non c’è alternativa e si sen-te forte il bisogno di sicurezza, ordine e protezio-ne, oppure con una disposizione al cambiamento e alla crescita. «Questa si verifi ca se nel momento di bisogno esiste un’idea di emancipazione sociale, e allora una parte dei soggetti si sento-no investiti di aspettative e gli altri intravedono un’alternativa».

Un approccio all'economia e alla politica che guarda più lontano. Anche Lucio Caracciolo auspi-ca più attenzione ai temi che resteranno sul tap-peto anche quando la povere del Covid se ne sarà andata. E nel medio periodo, immagina correzioni all'attuale modello di sviluppo. «Essendo noi un paese a forte declino demografi co, è chiaro che dobbiamo poter importare forze fresche con piani di integrazione i cui eff etti si avvertiranno fra un paio di generazioni. Aprire la porta a un'im-migrazione il più possibile selettiva – propone – e lavorare per una sorta di nazionalizzazione degli stranieri in quote importanti, è qualcosa di più strutturale che non prendere provvedimenti inevitabili, come quelli adottati per avere più manodopera in agricoltura».

Lungo questa strada, la crisi del 2020 innesca-ta dal Covid sarebbe un'opportunità colta e non solo una iattura. Scrive Federico Rampini nel suo ultimissimo libro, "Oriente e Occidente", edito da Einaudi: «Un virus che viene da lontano è spesso associato a svolte epocali, ascesa e declino di imperi: germi e cannoni insieme hanno segnato la fi ne di intere civiltà». Nel caso del coronavirus, ci si augura la fi ne (o la forte riduzione) del lavoro che manca, delle disegua-glianze in aumento, degli squilibri del pianeta e del poco rispetto per gli altri uomini. In una parola: dell'antropocene.

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Le parole per dirlo

Simona VinciSCRiTTRiCe

Facciamo ripartire la cultura

«O Alcinoo potente, fra le tue genti illustre, certo è bello ascoltare un cantore com’è costui, che ha la voce simile a quella di un dio. Io dico che non esiste cosa più bella di quando regna la gioia tra il popolo e nella sala i convitati, seduti l’uno accanto all’al-tro, stanno a sentire l’aedo; sono pieni i tavoli di pane, di carni, e vino attinge dalla coppa grande il coppiere per versarlo nei calici. Questa a me sembra, nell’animo, la cosa più bella». (Odissea, IX, 2-11; trad. M. G. Ciani)

L a stagione estiva per artisti, teatranti, musicisti, ma più in generale per tut-te le categorie di lavoratori che operano nel campo della cultura e dello spettacolo è la stagione lavorativa più intensa dell’anno; quella in cui di

preferenza si concentrano la maggior parte dei Festival dedicati, le rassegne di incontri con gli autori, i concerti e gli spettacoli all’aperto.

È una stagione alla quale ci si prepara per tutto l’anno e che sappiamo sarà stancante, frizzante, girandolona, piena di eventi ai quali partecipare, di trasferte, letti d’hotel sconosciuti, treni, aerei, taxi, pranzi e cene in ristoranti all’aperto in compagnia degli altri ospiti e del pubblico. Saranno giorni e serate di strette di mano, scambi di email e numeri di telefono, aneddoti buffi che poi racconteremo per i prossimi anni. Mentre scrivo queste pagine sta per partire il primo Salone del Libro di Torino della storia su piattaforma digitale, con la partecipazione delle librerie. Andrà bene, come le tante dirette streaming che abbiamo fatto o ascoltato fi nora. Siamo stati inondati da una quantità di contenuti culturali da non riuscire a tenere conto di tutto ciò che ci sarebbe piaciuto seguire. Magari avevamo lo smartworking, i bambini o gli anziani da seguire e gli orari si sovrapponevano.

Le questioni che la ripartenza getta sul piatto sono tante, adesso, anche in questo ambito per cui un concerto, un festival, uno spettacolo, una rassegna, ne-cessariamente fanno convergere moltissimi corpi in uno spazio circoscritto e la loro stessa essenza è fatta proprio da quell’aggregazione di persone che partono da posti diversi per convergere su una passione comune. Ci vorrà tempo per poter immagina-re di entrare di nuovo in un teatro lirico, con la beata incoscienza di prima, ci vorrà tanto per rivedere i cori maestosi dell’Aida, immaginare un concertone da centinaia di migliaia di persone, ci vorrà tempo e chissà, forse per un po’ non ne avremo voglia e le prime volte che ci ricapiterà saremo spaventati, goffi , insicuri. Occorre ovviamente e trovare delle modalità che ancora non sono mai state immaginate perché cultura e arte hanno bisogno di muoversi nelle città, nelle piazze, lungo le strade, nei parchi pubblici, hanno bisogno di luoghi e corpi. La cosa importante è che le istituzioni si impegnino, in termini economici e di sostegno e non facciano passare l’idea che senza teatri, senza cinema, senza festival dove la gente possa scambiare idee possiamo vivere benissimo lo stesso, perché non è così. La civiltà umana si è formata anche in questi spazi, attraverso il rituale della condivisione di storie, leggende, note, saperi e nel rito quasi orgiastico dell’incontro tra sconosciuti che si emozionano e vibrano gli uni accanto agli altri, mente e corpo.

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12 Consumatori giugno 2020

La parola pandemia deriva da greco pan-demos, cioè “tutto il popolo”: i dizionari ci spiegano che si tratta di una malattia epidemica che, diffon-dendosi rapidamente tra le persone,

si espande in vaste aree geografiche su scala planetaria, coinvolgendo gran parte della popola-zione mondiale nella malattia stessa o nel rischio di contrarla. Nel secolo scorso e in anche in questo, il genere umano ha conosciuti già virulente pande-mie, oltre a quella imputabile al Covid-19 che ha isolato in casa milioni e milioni di persone in tutti i paesi del mondo e causato migliaia di morti.

Come è potuto accadere di nuovo? Al di là delle ipotesi sulla fuga del virus dal laboratorio cinese, ipotesi mai suffragate da prove, quello che sappia-mo è che il Covid-19 con ogni probabilità e alla pari di altri micidiali focolai epidemici degli ultimi anni, è nato nei pipistrelli. Si tratterebbe, insomma, di una zoonosi, o spillover, ossia trasferimento di malattie dagli animali all’uomo: un evento frequente, visto che nel 70% dei casi le malattie umane sono cau-sate dalla trasmissione degli animali che traspor-tano patogeni quali batteri, virus, parassiti, e nel 60% questi animali sono di origine selvatica.

D’altronde anche la peste bubbonica, che nel Me-dioevo uccise un terzo della popolazione europea, fu trasmessa alla nostra specie dalle pulci dei ratti infettate da un batterio.

La novità che è che nel corso di questi ultimi decenni siamo diventati davvero ospiti perfetti, per i virus: siamo cresciuti esponenzialmente negli ultimi decenni arrivando a 7,5 miliardi, siamo diffusi in ogni angolo del pianeta, ci spostiamo con mezzi di trasporto superveloci e viviamo ammassati in città e metropoli. Ma c’è di peggio: negli ultimi anni ab-biamo tenuto comportamenti che aiutano i virus ad attaccarci. In ballo c’è il nostro rapporto (sbagliato) con la natura. «È il nostro disprezzo per la natura e la nostra mancanza di rispetto per gli aninali che ha causato questa pandemia», ha detto senza giri di parole Jane Goodall, la celebre primatologa inglese che ha parlato in occasione dell’uscita di un docu-mentario del National Geographic su di lei. «Perché mentre distruggiamo le foreste le diverse specie di animali sono costrette a venire in contatto tra loro e quindi le malattie vengono trasmesse da una specie all’altra». Anche Bill Gates, in un seminario pubblico del 2015 avvertiva che il futuro rischio dell’umanità non sarebbe venuto dalle bombe

IL DAY AFTER DELLA PANDEMIA

Questo viruse le responsabilitàdell’uomo— Silvia Fabbri

Riscaldamento globale, distruzione degli ecosistemi, commercio illegale di animali selvatici giocano un ruolo primario nella diffusione di nuove malattie. E così, da qualche decennio,è aumentata la frequenza delle epidemie

primo piano sostenibilità

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atomiche ma dalle epidemie globali: «Oggi il più grande pericolo di catastrofe globale non è più la guerra nucleare. Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone, nei prossimi decenni, è più probabile che sia un virus altamente contagioso piuttosto che una guerra. Non missili, ma microbi».

Il documento del Wwf dal titolo “Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli eco-sistemi” parte dal presupposto che molte delle cosiddette malattie emergenti – come Ebola, Aids, Sars, influenza aviaria e suina, e oggi Sars-coV-2 (Covid-19), «non sono catastrofi naturali ma la con-seguenza del nostro impatto sugli ecosistemi na-turali». La domanda quindi è: ci sono collegamenti tra le nostre azioni sugli ecosistemi e la biodiversità e le conseguenze che queste hanno sulla diffusione di alcune malattie e quindi sulla salute pubblica? La risposta è sì, ma vediamo perché.

«Il passaggio di patogeni come i virus da animali selvatici all’uomo è facilitato dalla progressiva distruzione e modificazione degli ecosistemi dovuta alla penetrazione dell’uomo nelle ultime aree incontaminate del pianeta e al commercio, spesso illegale e non controllato, di specie selvati-che che di fatto determina a un contatto ravvi-

cinato tra animali e i loro patogeni». Lo studio del Wwf ricostruisce i passagio del virus dai pipistrelli – estremamente sociali e veloci viaggiatori, perfetti quindi per la trasmissione – all’uomo. Probabilmente l’ospite intermedio è stato il mite pangolino, minac-ciato di estinzione e commerciato illegalmente per le scaglie, usate nella medicina orientale cinese, e per la carne, considerata una prelibatezza. Che l’animale da cui il virus si è originato sia questo o quello, in fondo importa poco: quello che conta è che «dietro la diffusione di questa nuova patologia si nasconde il commercio spesso illegale di animali selvatici vivi e di parti del loro corpo. Questa pratica è veicolo per vecchie e nuove zoonosi e aumenta il rischio di pandemie» dai costi sanitari, sociali ed economici enormi.

E anche il cambiamento climatico c’entra. La previsione dell’Organizzazione mondiale della sanità per il 2030 e il 2050 non lascia grossi dubbi: «Saranno 250mila in più le vittime annuali del cam-biamento climatico, che può portare anche a crisi alimentari, migrazioni di popolazione e fenomeni di deforestazione, con grosse ripercussioni sulla salute di tutti, favorendo il diffondersi di malattie infettive - spiega Pier Luigi Lopalco, professore

La consultazione del WwfCome immaginiamo il mondo che verrà?E ora? Come ricominciare? Forse è arrivato il momento di immaginare un mondo che verrà del tutto nuovo. Come chiede il Wwf, che lancia l’idea di una consultazione via web e via social solle-citando tutti i cittadini a esprimersi sulle priorità da affrontare e sul mondo da costruire una volta superata l’emergen-za Covid-19. Per questo la campagna “Il mondo che verrà” invita tutti a esprime-re la propria opinione, la propria visione, le proprie speranze con un messaggio, una proposta da postare su wwf.it/ilmondocheverra. Di fronte alla crisi – si legge nel manifesto del Wwf - è venuto il momento di scelte innovative per razionalizzare l’uso delle risorse naturali, migliorando i meccani-smi di produzione, che devono diventare sostenibili e i modelli di consumo, che non possono non essere responsabili. È venuto il momento di ridurre il debito naturale che continuiamo ad accumulare sulle spalle dei nostri figli”. Occorrono quindi delle linee guida che possano per-mettere una ricostruzione a partire dalla

salute del pianeta e delle persone. «Così come tutti insieme abbiamo affrontato la crisi sanitaria che ha provocato tanti lutti e tante difficoltà all’Italia, ora tutti insieme abbiamo la necessità di costruire il mondo che verrà, ossia il mondo dopo Covid-19», dichiara la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi che chiede a tutti i cittadini di fare sentire la propria voce. «Abbiamo dimostrato grande coraggio e altruismo in questa prova che ci ha impegnato in lunga serie di sacrifici per tutelare la nostra salute - prosegue Bianchi - Ora è il momento di dimostrare altrettanto coraggio e determinazione nel costruire il nostro futuro e quello dei nostri figli. Sia per quanto riguarda l’economia che per i nostri modelli di pro-duzione e consumo dobbiamo ascoltare la scienza. Quella stessa scienza a cui ci af-fidiamo per superare il coronavirus e che ci dice, da tempo, che scelte concrete e sostenibili per mettere al sciruo il nostro capitale naturale non sono rimandabili. Il mondo che verrà dipende da noi, perché noi siamo le scelte che facciamo!».

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75%ambiente terrestre modificato dall’uomo

66% ambiente marino

modificato dall’uomo

60% popolazione di vertebrati

persa in 40 anni

primo piano sostenibilità

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14 Consumatori giugno 2020

primo piano sostenibilità

di igiene e medicina preventiva all’Univesità di Pisa e coordinatore scientifi co della task force pugliese per l’emergenza coronavirus - La scadenza, 2030-2050, non è tanto lontana, ma comunque virus ed epidemie di danni ne procurano tanti e subito, come è avvenuto in questi mesi. Da qualche decennio au-menta, infatti, la frequenza delle epidemie: non tutte con l’impatto del Covid-19, ma per la maggior parte si tratta di malattie zoonotiche, nate dal pas-saggio animale e uomo. E l’origine del problema – è ormai assodato – è ambientale, perché ha a che fare con la morsa dell’uomo sulla natura».

Per dirla col Wwf i cambiamenti di uso del suolo e la distruzione di habitat naturali sono conside-

rati responsabili di almeno la metà delle zoonosi emergenti. Come scrive David Quammen nel suo profetico “Spillover”, «là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie». Secondo i dati del Living Planey Report «in poco più di 40 anni il pianeta ha perso in media il 60% delle popolazioni di vertebrati». Se a questo si aggiunge che in 50 anni la popola-zione mondiale è raddoppiata, si può capire quanto l’ambiente sia stato compromesso. «Dove è alta la biodiversità – spiega il biologo marino Silvio Greco– dove numerose sono le specie e e gli equilibri non sono intoccati, il virus prosegue la sua vita

L’INTERVISTA

«L’umanità ritrovi l’equilibrio in armonia con la natura»— Patrice Poinsotte

Abbiamo alterato e manipolato la natura a nostro piacimento credendoci al di sopra delle leggi della natura stessa. Questa diff usione planetaria

del coronavirus sembra aver dimostrato che siamo, invece, parte della natura e che lei è più potente di noi. È d’accordo? Si è diff usa un’idea sbagliata. Si ritiene, grazie alle tecnologie, di poter manipolare i processi naturali a nostro uso e di controllarne gli eff etti. Ma non è vero. La manipolazione produce eff etti collaterali devastanti, come mostrano le emergenze ecolo-giche. Un controllo pieno della natura non ci potrà mai essere: vi sono eventi inaspettati, come quelli relativi alla pandemia, appunto.

Allora come possiamo ripensare il nostro rapporto con la natura per una “pacifi ca convivenza”? Anche facendoci aiutare dalla lezione dei fi losofi .Possiamo farlo abbandonando l’idea di avere potere su ogni cosa. Possiamo farlo rendendoci conto che siamo esseri fi niti, limitati. E che quindi dobbiamo interagire con i processi naturali, non semplicemente agire su di essi. È ciò che la fi losofi a c’insegna fi n dal mondo antico: il fatto che siamo parte della natura, non creatori di essa.

Uomo-natura per gli antichi e uomo-natura per i moderni: che cosa è cambiato?

È cambiato moltissimo. Nell’antichità l’essere umano era considerato una componente del cosmo e in esso doveva inserirsi al meglio. Nel mondo moderno il cosmo diventa un oggetto da conoscere e trasformare. L’essere umano se ne sente espulso e perde il suo equilibrio.

Che cosa si intendeva per “salute” in passa-to e che cosa intendiamo noi oggi?Nel passato la salute era appunto questo equili-brio tra le varie parti dell’essere umano: fi siche e psichiche. Oggi rischiamo di considerare la salute solo come il ripristino della piena funzionalità di un singolo organo, senza considerare la totalità dell’organismo.

Due grandi spettri: il coronavirus - e le epidemie in generale - e il cambiamen-to climatico. Sembra che solo la paura ci unisca come uomini e società, ma tra le due paure c’è diff erenza quanto a intensità e possibili eff etti sul cambiamento delle nostre abitudini?La prima paura riguarda qualcosa che ci colpisce direttamente, nella nostra salute. La seconda concerne processi che hanno eff etti meno imme-diati. Per questo possiamo scordarcene. Ma la portata delle trasformazioni climatiche è profonda e duratura. Per questo è necessario che le nostre abitudini cambino davvero, e presto. Siamo capaci di farlo: l’esperienza della pandemia lo dimostra.

ADRIANO FABRIS

PROFESSORE DI FILOSOFIA MORALE

ALL’UNIVERSITÀ DI PISA

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primo piano sostenibilità

nascosto. Quando l’azione dell’uomo sconvolge gli equilibri degli ecosistemi naturali, mettendo in diffi coltà l’ospite serbatoio, il virus salta di speciee ne trova una nuova dove è libero di replicarsi». Occorrerebbe quindi un radicale cambio di approc-cio rispetto al nostro modello di sviluppo, al nostro modo di produrre e di alimentarci, se vogliamo evitare prossime pandemie, e capire che la salute dell’uomo e quella della natura sono strettamen-te connesse. I ricercatori parlano infatti di “One health”, ovvero di futuro possibile per l’uomo solo in relazione a un pianeta sano. «Una via d’azione effi cace e sostenibile - si legge nel documento del Wwf - dovrebbe quindi garantire il funzionamento naturale degli ecosistemi e la loro attenta gestione, per regolare le malattie, ostacolare la loro diff usio-ne e ridurre così il loro impatto sulla salute uma-na». Le foreste come anti-virus naturali, insomma. E gli ambienti urbani? Quelli più inquinati ci rendono più vulnerabili. Il rapporto 2018 della rivista medicale The Lancet sostiene che «un individuo che abbia sviluppato problemi di salute a causa dell’inquinamento atmosferico, ad esempio problemi respiratori cronici, a causa di infezione da coronavirus rischia di sviluppare una forma più grave di malattia».

Intanto la Cina ha vietato sul proprio territorio nazionale il commercio di animali vivi a scopo alimentare: una scelta importante ma non ancora suffi ciente. Il traffi co illegale di animali selvatici o parti di essi è fi orente, anche escludendo lo scopo alimentare. Cavallucci marini, scaglie di pangolini, ossa di tigre e bile d’orso: tutti rimedi che senza alcun fondamento scientifi co continuano ad essere considerati rimedi medicali. Le Nazioni Unite hanno valutato che il business generato da questo fenomeno, che comporta la perdita di biodiversità e aumenta il rischio di pandemie, genera un indot-to compreso tra i 7 e i 23 miliardi di dollari l’anno.

Questo business - ci credereste? - riguarda anche il nostro paese. «L’uccisione, l’abbandono di scarti e la macellazione illegale di cinghiali in Italia, ad esempio, oltre a sostenere un fruttuoso mercato nero – si legge nel sito del Wwf - può contribuire alla diff usione all’uomo di patogeni come la trichi-nella (un parassita che infesta la muscolatura degli animali) o della peste suina africana, già diff usa in Cina e in molti paesi europei, che può trasmettersi ai maiali domestici, con rischi di impatti economici e sociali elevatissimi. Anche l’abbandono in natura di animali da compagnia o da collezione può causare danni sanitari gravissimi sulle specie autoctone».

Dobbiamo però capire, tutti insieme, che il cambio di rotta dipende principalmente da noi, dalle nostre scelte, dai nostri comportamenti. Siamo disposti a cambiare il nostro stile di vita?

Terra, uomini e clima

Luca MercallipReSidenTe SoCieTà meTeoRoloGiCa iTaliana

Se nelle “task force” manca il medico giusto

S ono decine le “task force” messe insieme per orientare il mondo post coro-navirus da parte di governi, regioni, associazioni commerciali e industriali. E molti hanno annunciato che questo mondo futuro, per evitare i gravi ri-

schi che corriamo per i cambiamenti climatici e il degrado degli ecosistemi, dovrà assolutamente essere più sostenibile, più rispettoso dei limiti ecologici, più “gre-en”. Poi vai a vedere le composizioni di queste task force e scopri che mai al loro interno c’è un rappresentante di chi questi rischi naturali li studia. Ci sono quasi sempre manager, economisti, avvocati e commercialisti, affi ancati da sociologi ed esperti di marketing.

Ma di climatologi, oceanografi , glaciologi, idrologi, biologi, zoologi, botanici, geomorfologi, pedologi, architetti della sostenibilità, ingegneri ambientali ed energetici, io non ne vedo mai. Eppure il mondo va avanti perché è basato su processi fi sici che ci off rono un clima favorevole, acqua, aria e risorse rinnovabili, non perché risponda alle illusorie leggi economiche degli umani. Che semmai stanno proprio minacciando l’integrità di questi processi, con il rischio ormai concreto di compromettere l’abitabilità del nostro piccolo pianeta dotato di vita. Mi sembra che le scienze del sistema Terra si possano paragonare ai medici per una persona: avvertono che c’è una patologia che va curata. Ma invece di chia-marli a consulto, la famiglia convoca l’assicuratore, il direttore della banca dove il paziente ha il conto, il funzionario dell’agenzia delle entrate, il datore di lavoro, e domanda loro quali soluzioni adottare per guarire più in fretta possibile e poter tornare così a produrre, a pagare la rata del mutuo e le tasse.

Guarda caso, tutte le medicine da costoro proposte aggraveranno lo stato di salute già precario del nostro malato, mentre i medici, tenuti fuori, si sbracciano dai vetri per dire che no, così non funzionerà, il paziente-Terra ha solo bisogno di riposo e di una dieta più sana. Ma nessuno li ascolta e così ancora una volta alla Terra verranno somministrate pozioni tossiche che porteranno dritti alla prossima crisi. Quali sono le medicine sbagliate secondo i medici ambientali? L’ossessione per una crescita economica infi nita in un mondo fi nito, l’utilizzo del Pil come indicatore di benessere, la cementifi cazione e le grandi opere, l’uso eccessivo di energia fossile, la spinta alla crescita dei consumi e alla produzione di rifi uti, la deforestazione, l’agricoltura e l’allevamento industriale, il sovrasfruttamento delle risorse ittiche, l’aumento della popolazione globale.

Quale dovrebbe essere la corretta terapia? Energie rinnovabili, effi cientamen-to energetico delle abitazioni e degli edifi ci industriali e commerciali, protezione del suolo, manutenzione del territorio, telelavoro per ridurre i trasporti, limitato uso dell’aereo, agricoltura sostenibile e dieta a basso tenore di carne, economia circolare e riciclo rifi uti, riparazione e riuso contro l’usa e getta, più sanzioni per chi inquina, più incentivi per chi protegge l’ambiente, meno aumento demografi co. La vita e il futuro dell’umanità non sono compatibili con la tirannia dell’economia e della fi nanza, riformiamole prima che sia troppo tardi.

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16 Consumatori giugno 2020

L’INDAGINE ESCLUSIVA DELLA NOSTRA RIVISTA

Gli italiani imparano a mangiar sano

Il 52% è più attento di 5 anni fa ai temi dell’alimentazione e dei prodotti alimentari che acquista, un 54% legge sempre le etichette, un 55,5% ha modificato le proprie

scelte alimentari per motivazioni legate alla tutela dell’ambiente, un 48,5% segue la dieta mediterranea, un 60% ha ridotto il consumo di piatti ricchi di zucchero, un 58% ha ridotto i piatti ricchi di sale, un 53% ha ridotto le bevande gassate e un 36% consuma meno carne.

Anche nelle difficili e drammatiche settimane del coronavirus gli italiani confermano che il loro rapporto col cibo sta cambiando, che

l’attenzione alla salute e all’ambiente incide sui comportamenti concreti e che il bisogno condivi-so è quello di avere un’informazione più completa e consapevole. Si tratta di un percorso ancora decisamente lacunoso e frammentario, che ha bisogno di essere sostenuto e ampliato. In molti casi il campione è spaccato quasi a metà, diviso tra chi ha iniziato un percorso di cambiamen-to (decisamente più marcato tra le donne) e chi invece pigramente si accontenta di tirare avanti come se niente fosse.

È questo quanto emerge da un’indagine che la società Metrica Ricerche ha condotto in esclusi-va per la nostra rivista su un campione di 1.007

primo piano alimentazione

L’indagineL’indagine è stata realizzata da Metrica Ricerche che ha svolto 1.007 interviste telefoniche (metodo Cati) nel mese di aprile 2020 su un target di età compresa tra i 18 e i 75 anni, stratifi-cato sulla base della reale popolazione italiana per area geografica e ampiezza dei centri di residenza.

— Dario Guidi

Prestano più attenzione ai temi del cibo e dell'alimentazione, hanno ridotto il consumo di sale, zucchero e carne. Seguono in prevalenza una dieta mediterranea e quando comprano pensano all'impatto ambientale delle loro scelte. Ecco il ritratto di un paese a tavola, con molte cose ancora da migliorare...

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Consumatori giugno 2020 17

persone rappresentativo dell’intero paese di cui qui vi presentiamo una prima parte.

«Dal lavoro che abbiamo fatto – spiega il direttore di ricerca, Marco Simoncini – emerge sicuramente un quadro in movimento, con un’at-tenzione in crescita verso queste tematiche, ma con quote di “fai da te” ancora ampie. Emerge poi, in modo trasversale, una grande attenzione al legame col territorio, per i valori di tipicità, genuinità e quindi di italianità».

Più attenti e informati (ma non tutti)Ma vediamo più analiticamente quel che la ricer-ca racconta. Come accennato l’attenzione sul fronte cibo e alimentazione è aumentata per il 52% (55% tra le donne), contro un 47% per il quale negli ultimi cinque anni non è cambiato nulla.

A ritenere di avere un’informazione molto ade-guata sulla materia è un 13%, cui segue un 45% che giudica la sua informazione parzialmente adeguata. Dall’altra parte c’è 42% che si definisce non adeguatamente informato. Dunque, come in molte altre situazioni che vedremo, a voler essere ottimisti, si può vedere il bicchiere mezzo pieno, ma sempre mezzo bicchiere resta.

A prevalere tra le fonti d’informazione su cibo e alimentazione è la Tv, col 33%, seguita non troppo lontano da Web e social, col 27%, e poi da amici e familiari col 25,5%. Giornali e riviste val-gono un 14%, mentre è da segnalare che medici ed esperti stanno in fondo all’elenco con l’11%.

Sempre a proposito di livelli di informazione si scopre che un 54% legge sempre le etichette e un 40% le legge solo a volte. Le donne fanno molto più e meglio degli uomini (il 63% le legge sempre), mentre la cosa cui si presta maggiore attenzione è la data di scadenza (76%), seguita dal controllo sulla provenienza territoriale (49%). Ancora dietro la lettura di calorie e valori nutritivi (19%).

In un’epoca in cui le notizie di frodi e scandali alimentari sono purtroppo frequenti, quali sono i temi che maggiormente preoccupano gli italia-ni? In una scala da 1 a 10 prevalgono la paura per i pesticidi in frutta e verdura (8,13), per i residui di antibiotici nelle carni (8,12), per i pos-sibili contaminanti nei pesci (8,01) e per additivi e coloranti (7,94). Più lontani i timori per Ogm (7,59) e materiali d’imballaggio (7,15). Anche su tutte queste opzioni ad esprimere un livello di preoccupazione più alto sono le donne.

Piacciono tradizione e italianitàPassando da quelle che sono le potenziali fonti di preoccupazione ai contenuti positivi che inducono all’acquisto (sempre in una scala da 1

primo piano alimentazione

Il rapporto degli Italiani con il cibo e i prodotti alimentari

continua a pagina 18

La sua attenzione su questi temi

negli ultimi 5 anni è...

Su cibi e prodotti alimentari ritiene di avere una adeguata

informazione?

Lei legge le etichette dei prodotti che acquista?

Rimasta uguale47%

Aumentata52%

Diminuita1%

Molto13%

Poco42%

Abbastanza45%

Non leggo mai6%

Leggo solo qualche volta40%

Leggo sempre54%

Ogm

Pesticidi frutta e verdura

Residui antibiotici nelle carni

Contaminanti nei pesci

Additivi e coloranti

Nanoparticelle

Contatto con materiale di imballaggio

Impatto ambientale

7,59

8,13

8,12

7,94

7,11

7,11

8,01

7,52

Relativamente a cibi e alimenti qual'è il suo grado di preoccupazione sui seguenti temi...

In una scala da 1 a 10

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18 Consumatori giugno 2020

primo piano alimentazione

a 10), a prevalere è la provenienza (con 8,29) a conferma che l’italianità e quindi la difesa della nostra economia è un valore tra i più forti che definiscono le scelte dei consumatori. Di seguito nella graduatoria troviamo le offerte (8,16) e il prezzo (8,05), segno che, in un paese che non è mai uscito del tutto dalla crisi e ora si trova davanti anche l’emergenza coronavirus, la preoccupazione per far quadrare il bilancio familiare resta molto alta. Subito a seguire ven-gono il tema della stagionalità (7,86) e i prodotti tipici (7,82).

Nel solco di questi risultati è anche il forte apprezzamento per i prodotti del proprio territo-rio o quelli a Km 0 che sono stati acquistati da un 72% degli intervistati. La motivazione principale d’acquisto è la tutela delle tradizioni e la mag-giore genuinità (44,4%), seguite dal tutelare l’economia e le produzioni italiane (29%), stac-cando nettamente la ricerca di un minor impatto ambientale (19,5%).

Meno bene dalla nostra indagine escono i pro-dotti del commercio equo e solidale che vengono acquistati solo da un 33,6% di intervistati. E an-che qui la prima motivazione di chi non li acquista è quella di preferire prodotti italiani (37,8%).

Poi c’è un 33,9% che non conosce questo tipo di prodotti e un 12% che invece non li sceglie perché più costosi degli altri.

Scelte pensando all’ambienteAltro capitolo chiave nel rapporto tra italiani e scelte alimentari è quello che passa attraver-so l’ambiente. Infatti un 75% del campione si dice ben consapevole del fatto che le proprie scelte di acquisto e consumo hanno un impatto sull’ambiente e un 55,5% dice di essere passato dalle parole ai fatti, cioè di aver modificato le proprie scelte alimentari pensando alla tutela dell’ambiente (una percentuale che tra le donne arriva al 58,2% e al 66,8% tra i laureati). Sicuramente una buona notizia, che induce, anche in questo caso, a vedere il bic-chiere mezzo pieno.

Un 73% di intervistati giudica adeguata l’offer-ta di cibi oggi disponibile in negozi e supermer-cati per chi vuole alimentarsi in modo sano e un 70,5% si dice addirittura pronto a spendere di più per avere prodotti più salutari. Dati significativi e confermati anche dall’andamento di linee di pro-dotto come Bene.sì o vivi verde che Coop propone già da diversi anni.

L’84,8%navigasul Web.E il 74,7%usa i socialL’indagine ha confermato come ormai l’accesso al Web e a Internet siano una caratteristica fon-damentale della nostra esistenza. L’84,8% del campione naviga regolar-mente in rete. Di questo gruppo l’85,4% lo fa tutti i giorni e il restante 14,6% con minore regolarità.Si conferma anche il trionfo dello smartpho-ne come strumento primario di accesso alla rete: infatti, il 90,4% degli internauti usa un apprecchio di questo tipo. Un 55,6% ha un computer e un 21,4% un tablet dai quali comunque si collega al Web. Altra conferma è il ruolo dei social (Facebook, Instagram, ecc.), che sono seguiti dal 74,7% degli intervistati. Del resto, come riferiamo anche nell’articolo principale, Web e social (col 27%) sono la seconda fonte di informazione sui cibi e i prodotti alimentari, superati solo dalla Tv (col 33,1%).

continua da pagina 17

A quali aspetti, tra queli qui indicati, presta più attenzione nella scelta di cibi e alimenti?In una scala da 1 a 10

Non so19%

Si75%

No6%

Le scelte alimentarihanno impattosull’ambiente?

Si55,5%

No44,5%

Negli ultimi 5 anni,lei ha modificato alcune

scelte alimentari per la tutela dell'ambiente?

Valori utrizionali

Prodotti bio e salutistici

Prodotti tipici

Provenienza

Stagionalità

Marca

Prezzo

Offerte e sconti

Novità

Pubblicità

Packaging

7,4

7,2

7,8

8,3

7,9

7,2

8

8,2

6,7

6

6,7

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primo piano alimentazione

La dieta mediterranea vinceUn altro dei punti chiave della nostra indagi-ne mirava a capire il tipo di dieta seguito dagli italiani e che grado di consapevolezza avessero sul loro regime alimentare. Tra le varie opzioni proposte prevale, come prevedibile, la tanto decantata dieta mediterranea, punto di forza del nostro paese come riconosciuto da dietisti e medici: a seguire la dieta mediterranea è il 48,4% del campione (tra i laureati siamo al 62%). Dalle risposte escono decisamente ridi-mensionate le diete vegetariane (0,8%) e vegane (0,1%), mentre una dieta che non esclude il resto, ma comunque privilegia i vegetali arriva al 3,6% (che è un 5,6% tra le donne). Un 36% invece, sfuggendo alle tante soluzioni proposte, dice sa-lomonicamente di seguire una dieta varia, come volesse lasciarsi il campo libero a ogni esperi-mento gastronomico.

Se come regime alimentare complessivo la dieta mediterranea prevale, c’è un 30% degli italiani (37,5% tra le donne) che dice di essersi sottoposto a una dieta per perdere peso negli ultimi 5 anni. Dunque, più o meno, 1 italiano su 3 ha vissuto questa esperienza, dato comprensibile se pensiamo che tra gli adulti italiani un 32% è in

Coop l'insegna più apprezzataCampagne contro pesticidi e antibiotici conosciute dal 20% Nella nostra indagine abbiamo anche cercato di capire quale fosse l’opinione rispetto all’attenzione che le catene della grande distribuzione prestano ai temi della salute della corretta alimentazione. Coop (con un 30% di indicazioni positive) prevale con ampio margine sulle altre catene (Esselunga è al 10,8%, Conad all’8,8%, Carrefour al 4,9%, Eurospin al 2,7%). Ma emerge anche come ci sia ancora un’ampia quota di intervistati (30%) che non esprime alcuna valutazione.Analizzando poi due temi specifici (lotta ai pesticidi in agricoltura e riduzione dell’uso degli antibiotici negli allevamenti animali) su cui Coop (e a seguito anche altri) in questi anni ha sviluppato importanti campagne che hanno introdotto novità nell’organizzazione delle filiere produttive e garantito prodotti di maggior qualità ai consumatori, il risultato fa emergere come il livello generale di informazione e conoscenza sia ancora modesto. Sul tema della lotta agli antibiotici solo un 21% si è detto a conoscenza di campagne in questo senso, mentre sui pesticidi il grado di conoscenza arriva al 18,2%.Se invece si chiedeva esplicitamente di ricordare il nome di chi avesse promosso queste campagne Coop ottiene il punteggio più alto (19,9% sugli antibiotici e 13,7% sui pesticidi). Ma si conferma come il lavoro di informazione e conoscenza da fare su queste tematiche sia ancora molto.

continua a pagina 21

Che modello di alimentazione segue?

Dieta mediterranea

Dieta varia

Prevalenza vegetali

Prevalenza proteine

Prevalenza carboidrati

Vegetariana

Vegana

Nessun modello

3,6

3,2%

1,3%

0,8%

0,1%

6,4%

48,4%

36%

Latte e latticini

Carnee salumi

Prodotticon glutine

Bevandegassate

zuccherate

Dolcie dolciumi

Piattifritti

Piatti ricchidi sale

Piatti ricchidi zucchero

27%

37%

21%

54%

45%49%

58% 60%

Negli ultimi 5 anni lei o un suo familiare avete ridottoil consumo di qualcuno di questi alimenti?

No70%

Si30%

Ha fatto una dieta, negli ultimi 5 anni?

Con chi ha deciso la dieta da fare? %

Esperto (dietologo,ecc.) 40

Ho eliminato da solo alcuni alimenti 23

Medico di famiglia 21

Documentandomi su internet 9

Consigli di amici 4

Altro 3

Qual'è il suo rapporto con l'attività fisica negli ultimi 5 anni? %Ne faccio di più 1o,5

Ne faccio sempre allo stesso modo 48

Ne faccio di meno 19

Continuo a non farne 21,5

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primo piano

Consumatori giugno 2020 21

sovrappeso e un 10% obeso. Ma molto interessante è scoprire come è stata

decisa questa dieta. Un 40% si è affi dato a un esperto (dietologo o nutrizionista) e un 21% ha chiesto al medico di famiglia. Se sin qui siamo in un campo di affi dabilità e correttezza, si apre poi un mondo di chi invece ha deciso su basi molto più fragili e incerte: un 23% dice di aver eli-minato da solo alcuni alimenti (che tra i maschi è un 28,6%), un 9% (13,2% tra i maschi) si è invece documentato su internet e un 4% ha seguito i consigli di amiche o amici.

Un altro capitolo rispetto al quale c’è invece un bicchiere mezzo vuoto è quello dell’attività fi sica. Un 21,5% (che è 25,9% tra le donne) dice di non fare attività fi sica e un altro 19% dice di farne meno di 5 anni fa. Sommando, siamo dunque a un 40% che non ha ancora ben presente l’im-portanza dello stare in movimento per vivere in salute e prevenire malanni e acciacchi. Solo un 10,5% dice di fare più attività che in passato.

Cambiare si puÒ: uso ridotto per sale, zuccheri e carneAltri segni inequivocabili di un cambiamento in corso vengono invece dalla batteria di domande che chiedeva se negli ultimi anni si fosse ridotto il consumo di alcuni prodotti. E qui si scopre che un 60% consuma meno piatti ricchi di zucchero, un 58% ha ridotto il sale, un 54% le bevande gassate e/o zuccherate, un 49% i fritti, un 45% i dolci, un 37% la carne e salumi, un 27% i latti-cini e un 21% i prodotti con glutine. Sono cifre tutte signifi cative, considerando anche che tra le donne la percentuale è sistematicamente più alta (sulla carne si arriva al 44%).

Dunque qui siamo davanti a una realtà già cambiata e lo confermano anche gli andamenti nei consumi. C’è una consapevolezza che cresce, consumare meno zuccheri e meno sale è esattamente quanto consigliano medici e dietisti. Ma è anche bene evitare di inseguire “mode”, come potrebbe far pensare la riduzione nel consumo di latte o di prodotti con glutine (i ce-liaci accertati sono sotto l’1% della popolazione mentre abbiamo un 21% che evita i prodotti con glutine).

Per ora ci fermiamo qui. Sul prossimo numero di Consumatori vi proporremo l’ultima parte della nostra indagine che sarà centrata sui comporta-menti alimentari, sulla conoscenza delle porzioni e delle indicazioni contenute nelle Linee guida presentate pochi mesi fa dal Crea, l’ente pubblico che ha il compito di promuovere una corretta alimentazione.

Nutrizione e salute

Michele SculatimediCo, SpeCialiSTa in SCienzadell'alimenTazione, doTToRe di RiCeRCa in SaniTà pubbliCa

Ridurre il colesterolo con la dieta

I n Italia una persona su quattro ha un livello di colesterolo nel sangue superiore a quello ottimale. I numeri continuano a evidenziare un aumento del rischio associato ai livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) di avere malattie cardiovascolari, quali infar-

ti o ictus. L’aumento del rischio è così evidente che molti gruppi di ricerca sono convinti non vi sia un livello ottimale da raggiungere, ma “più basso è, meglio è”.

In molte persone si è purtroppo radicata la convinzione che con la dieta si pos-sa fare ben poco per contenere questo dato, al massimo un 5% di riduzione; scrivo questo articolo per ricordare le ben maggiori potenzialità della dieta: uno dei più rilevanti documenti sul tema chiamato ATP III, stima una riduzione del 20-30 % del colesterolo quando vengano seguiti correttamente tutti i dettagli di una dieta che, tecnicamente, ha delle caratteristiche particolari. Il motivo per cui questo calo viene osservato solo in pochi pazienti è il medesimo per cui solo pochi pa-zienti in sovrappeso riescono a perdere peso e mantenere il calo: l’aderenza alla dieta nel lungo termine è una sfi da non banale. Anche per il colesterolo si dovrà fare attenzione al grasso addominale: se la circonferenza della vita supera gli 88 cm nella donna ed i 102 cm nell’uomo, diffi cilmente si otterrà un calo apprezzabile del colesterolo senza la riduzione di tale circonferenza (solo individui alti fanno eccezione).

Poi si dovrà tenere sotto controllo il consumo di grassi saturi, senza eliminarli ma moderando il consumo di alimenti che li contengono, come ad esempio formaggi (anche freschi), salumi, gelati, croissant. I grassi poli-insaturi, contenuti, ad esempio, nell’olio di mais, frutta secca e semi sono di aiuto, così come i polifenoli contenuti nell’olio extravergine. Contenere il consumo di colesterolo è oggetto di discussione scientifi ca, e nelle ultime linee guida europee permane il suggerimento di limitar-ne l’assunzione, il che signifi ca limitare il consumo di alimenti di origine animale, senza doverli eliminare, incrementando le fonti di proteine vegetali come legumi e soia. Le fi bre contenute in verdura e frutta mantengo una notevole importanza, in particolare le pectine o i beta glucani, questi ultimi sono contenuti in orzo e avena, e aggiunti in prodotti specifi ci come biscotti, cracker, pasta o polenta.

I fattori nutrizionali che hanno dimostrato la maggiore effi cacia nella riduzione della colesterolemia sono gli steroli vegetali, con dati che oscillano dal -6 al -15% di riduzione; si trovano nei cereali integrali, frutta secca, verdura, frutta e legumi. Per ottimizzarne l’effi cacia è possibile usare alimenti fortifi cati con steroli vege-tali, presenti in Italia come le bottigliette di latte fermentato da bere. Gli integra-tori a base di riso rosso fermentato sono effi caci, tuttavia il meccanismo di azione è uguale a quello di un farmaco (la lova-statina) a basso dosaggio, sono dunque un intervento farmacologico e non dietetico. Solo se tutti gli aspetti descritti ven-gono seguiti con costanza si può arrivare al 20-30% di riduzione, e i benefi ci per la nostra salute saranno notevoli, anche e soprattutto se si sta già assumendo una terapia farmacologica: più abbasseremo il colesterolo anche attraverso la dieta e più ridurremo il rischio.

continua da pagina 19

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22 Consumatori giugno 2020

Veniamo da mesi duri e difficili. Il lockdown imposto dal coronavirus è stata una prova che, al di là dei pesantissimi aspetti sanitari ed economici, ha influito anche su di noi,

sula tenuta psicologica, sulle piccole e grandi cose della vita di tutti i giorni, tra cui sta il prendersi cura del nostro corpo. C’è chi ha reagito meglio e chi ha fatto più fatica. Ma proprio ora, nel momento in cui la vita faticosamente cerca di riprendere ritmi più normali, trovare tempo ed energie per curare il corpo e il nostro benessere può sicuramente essere un modo che ci aiuta a guardare al futuro con un po’ più di ottimismo e con qualche energia in più.

E anche nel prendersi cura del nostro corpo possiamo fare scelte che aiutano a costruire un rap-porto più attento alla natura e all’ambiente. Cosa di

cui, anche l’esperienza del coronavirus lo insegna, c’è un gran bisogno.

Del resto, nel mondo della cosmesi e delle creme per il corpo, l’attenzione a queste tematiche è un fenomeno che si era già da tempo affermato col successo della fitocosmesi, ossia di quel ramo della cosmesi che utilizza prodotti di origine vegetale, cosmetici green, biologici, naturali, ecologici e sostenibili, senza ingredienti chimici che attrag-gono sempre più i consumatori di tutto il mondo e che, solo in Italia nel 2017, hanno rappresentano un mercato da più di 1 miliardo di euro. Una scelta che non è solo salutistica, ma anche etica perché naturalità e sostenibilità vanno di pari passo e chi acquista prodotti naturali perché più sicuri per la propria salute, è altrettanto attento all’impatto ambientale dei prodotti e premia le aziende che si

I PRODOTTI PER LA COSMESI DELLA LINEA VIVI VERDE

Rispetto la naturae curo la mia pelle— a cura della redazione

Un’ampia scelta per detergere, idratare e nutrire il viso e il corpo. Tutti certificati Natrue per garantire la qualità delle materie prime e la tutela dell’ambiente

CremesolariUn’offertacompletaA tutti auguriamo di poterlo fare su una bella spiaggia o in un rifugio in montagna, segno che in vacanza ci siete andati, ma se anche sarà sul balcone di casa, se avrete occasione di prendere il sole, Coop è pronta ad aiutarvi con un’ampia offerta di creme protettive.Ricordando in premessa che è bene evitare l’espo-sizione al sole nelle ore più calde, che è bene indossare cappello e occhiali e che occorre bere spesso, le creme solari Coop conten-gono filtri Uv-A e Uv-B ad ampio spettro, con fattori protettivi da 6 a 50 e sono resistenti all’acqua.Diverse le linee. C’è quella Idratazione intensa, com-posta da un olio solare (pro-tezione 6), un latte solare in tre versioni (protezione 10, 20 o 30), uno spray solare (protezione 20) e una crema per il viso (protezione 30). Si tratta di prodotti con burro di karitè e vitamina E.La mini linea Fresca idrata-zione è più adatta a chi ha pelli scure o comunque ha già una buona base di ab-bronzatura, mentre la linea Senza profumo propone un latte solare adulti ad alta protezione (fattore 50) e un latte solare bambini con fattore protezione 50+. Coop propone poi altri due prodotti specifici per i bambini e quattro prodotti doposole.

consumare informati prodotto coop

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Consumatori giugno 2020 23

impegnano a ridurre il proprio impatto ambientale attraverso processi produttivi più puliti, imballaggi riciclati e confezioni ecologiche e biodegradabili.

Coop ha già da lungo tempo fatto una scelta deci-sa in questo senso, sviluppando un’off erta all’in-terno della sua linea vivi verde che propone una ampia gamma di prodotti per la cura del viso e del corpo (prodotti idratanti, nutrienti, purifi canti, anti età, delicate e funzionali) orientata al rispetto per l’ambiente e con la sua ricca off erta di prodotti di uso quotidiano risponde concretamente all’esigenza, tanto sentita dai consumatori, della realizzazione di un’economia sostenibile.

Oggi i prodotti per la cura del viso e del corpo vivi verde, studiati per prendersi cura della propria pelle in armonia con l’ambiente, off rono una garanzia in più a coloro che cercano prodotti naturali e biologici: la certifi cazione NATRUe, rigoroso standard inter-nazionale per la cosmesi naturale.

NatRuE (www.natrue.org) è un’associazione non-profi t, impegnata nella promozione di uno standard elevato di qualità e integrità dei prodotti cosmetici naturali e biologici. La certifi cazione NatRuE garan-tisce la naturalità delle materie prime utilizzate, dei processi e della tutela ambientale. Oltre agli ingredienti naturali ottenuti tramite processi fi sici, sono ammessi ingredienti naturali identici, cioè sostanze esistenti in natura oppure di derivazione naturale o ancora ottenuti tramite processi chimici strettamente regolati e derivanti solo da ingredienti naturali. In particolare il disciplinare NatRuE preve-de una lista di ingredienti accettati o vietati, soglie minime garantite di ingredienti naturali e so-glie massime di ingredienti di derivazione naturale.Per questo tutti i prodotti cosmetici e per l’igiene della persona vivi verde:• sono privi di oli minerali, siliconi, coloranti e profu-mi sintetici, PEG e polimeri sintetici• contengono ingredienti provenienti da agricoltura biologica• contengono fragranze naturali• hanno formule dermatologicamente testate• prevedono materiali di confezionamento riciclabili• Coop ha inoltre condiviso con UNi R&D, spin off dell’Università di Padova, alcuni criteri di scelta delle materie prime presenti nei prodotti, per garan-tire ai consumatori e all’ambiente elevati standard di sicurezza.• Sono stati infi ne eff ettuati specifi ci test di valuta-zione, che attestano sia l’effi cacia dei prodotti sia la loro compatibilità con il derma e le mucose.• I prodotti vivi verde si dividono in 6 linee studiate per detergere, nutrire e idratare il viso e il corpo: linea idratante, nutriente, antietà, purifi cante, delicata e funzionale. Per info: www.e-coop.it/cosmetica-viviverde.

consumare informati prodotto coop

Dallo scaff ale Coopquesto mese vi segnaliamo

Birra India Pale Ale � or � ore CoopPer l’estate in arrivo ecco la birra India Pale Ale � or � ore che è prodotta nel Regno Unito, secondo il tradizionale metodo di produzione del periodo coloniale, quando i lunghi viaggi verso l’India richiedevano l’uso di tanto luppolo per la conservazione. È una birra speciale, ad alta fermentazione, ottenuta utilizzando malti inglesi accuratamente selezionati. Il gusto è complesso, un equilibrio di note caramellate e di tostatura, dall’accentuato e persistente sapore aromatico di luppolo. È adatta ad accompagnare piatti speziati, di selvaggina o ricchi dessert.

Gelati Bene.sì Coop a base soia La linea Bene.sì propone in tre diverse versioni (bianco variegato all’amare-na, bianco variegato al cacao, cacao variegato al cioccolato) il suo gelato, in barattoli da 250 gr, pensato per coniuga-re gusto e benessere. Si tratta di un pro-dotto con ingredienti vegetali, tra cui soia 100% italiana Ogm free, naturalmente senza lattosio. L’impiego di soli ingredienti vegetali lo rende adatto al consumo anche per un’alimentazione vegetariana.

Pizza margherita con farina integralevivi verde Coop La pizza margherita con pomodorini biologica Coop è prodotta da un impa-sto con farina integrale fonte di fi bra che permette di ottenere un prodotto davvero gustoso. La farina utilizzata è coltivata secondo i metodi dell’agri-coltura biologica e seguendo rigorosi standard qualitativi. L’abbinamento con i pomodorini e la mozzarella esalta il gusto dell’impasto donando alla pizza un sapore equilibrato.

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Non c’è solo la riscoperta delle aree verdi all’epoca del coronavirus. Per la mobilità alternativa, dalle biciclette ad altri veicoli sosteni-bili, elettrici e non solo, si è aperta una grande stagione di crescita e sviluppo “dentro” e “tra” le città, agevolata dal moltiplicarsi delle ciclovie: 23 km di nuove piste ciclabili, entro l’estate,

previste a MIlano, la Bicipolitana bolognese lunga 493 km e così via. Con i mezzi pubblici e le auto impossibilitate a trasportare lo stesso numero di persone dell’era pre-Covid, infatti, le due ruote diventano un must per andare a lavorare, a fare la spesa, dal parrucchiere o raggiungere un parcheggio scam-biatore. Il decreto Rilancio prevede forti incentivi (vedi box) per i cittadini che, in qualche modo, lo avevano già preceduto, con acquisti a valanga a partire da dopo Pasqua, quando cioè si profi lava l’allentamento del lockdown. Acquisti che, con i reparti dei negozi fi sici ancora chiusi, si sono riversati inizialmente su www-co-oponline.it (vendute fi no a cento biciclette al giorno) e altri canali virtuali.

Per le due ruote a pedali, la ripartenza si è così tradotta in una ulteriore spinta che va a sommarsi a quella registrata nel 2019, con un mercato in crescita del 7% sull’anno precedente, pari a 1 milione e 713 mila pezzi venduti. In aumento erano soprattutto le e-bike e in ripresa le bici tradizionali. La richiesta delle eletriche, in particolare, era salita di un signifi cativo 13% passando da 173 a 195mila pezzi venduti, su un totale di 1 milione e 700mila. Numeri destinati a salire ancora.

Una batteria elettrica su tutti i tipi di bicicletta“La popolarità delle e-bike sta crescendo in modo dinamico coprendo, ormai, tutti i segmenti di mercato delle bici tradizionali”. A evidenziarlo – in una nota dell’AnCMa, l’associazione nazionale ciclo, motociclo e accessori – sono

consumare informati mobilità dopo il coronavirus

Mano al portafoglioE-City bike (bicicletta elettrica da città)fi no a 1.500 €; nei negozi Coop 650 e 900 € circa, con ruote da 26 e 28 centimetri di diametro, e in più marchi assistiti come Legnano, Discovery, ecc.

E-Mtb (bicicletta elettrica mountain bike)fi no a 2.000 €; nei negozi Coop 900 € circa,con ruote da 27, 5 centimetri di diametro, e in più marchi assistiti come Legnano, Discovery ecc.

E-Bike pieghevole (bicicletta elettrica pieghevole)fi no a 2.000 €; nei negozi 800 euro circa,con ruota piccola da 20 centimetri di diametro, e in più marchi assistiti come Legnano, Discovery ecc.

E-Road (bicicletta elettrica da corsa)fi no a 2.000 €

Monopattino elettricofi no a 2.000€; nei negozi Coop da 220 a 400 €, dei marchi assititi Ducati, Segway e Ngm

I prezzi sono indicativi e soggetti alle variazioni del mercato

BICI ELETTRICHE: UN NUOVO MODO DI PEDALARE IN CITTÀ

E per andare al lavoro prendo l’e-bike — Claudio Strano

Le tre tipologie di bici elettrica vendute nei negozi Coop: da sinistra, la city, la mountain bike e la pieghevole a pedalata assistita Le tre tipologie di bici elettrica vendute nei negozi Coop: da sinistra, la city, la mountain bike e la pieghevole a pedalata assistita Le tre tipologie di bici elettrica vendute nei negozi Coop: da sinistra, la city, la mountain bike e la pieghevole a pedalata assistita

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Gli incentivi all’acquistoFino a 500 euro di sussidio sul nuovoIl “bonus mobilità” introdotto ol decreto Rilancio è utilizzabile da chi risiede in città con più di 50mila abitanti. Prevede incenti-vi a forme di mobilità sostenibile alterna-tive al trasporto pubblico locale, al fi ne di evitare assembramenti e rilanciare la mobilità in un’otticca più “green”. Il bonus riguarda biciclette a pedalata assistita (ma anche classiche), monopattini e altri mezzi a propulsione prevalentemente elettrica quali segway, hoverboard e monowheel, nonché il moto sharing ma non è utilizzabile per il car sharing. Lo sconto sull’acquisto del nuovo è fi ssato al 60% della spesa sostenuta ed è valido dal 4 maggio al 31 dicem-bre di quest’anno, fi no a un tetto di 500 euro, per cui è massimizzabile comnprando un veicolo che costi intorno agli 800 euro. Si può chiedere dai 18 anni in su e per una sola volta. In attesa che il decreto entri in vigore, il ministero delle Infrastrutture e Traspor-ti ha spiegato che per ottenere il contributo basterà conservare il documento giustifi -cativo di spesa (fattura) e, non appena sarà on line, accedere tramite credenziali SpID(Sistema Pubblico di Identità Digitale) all’applicazione web in via di predisposizione. In alternativamente al rimborso, si potrà avere un buono spesa elettronico generato sull’applicazione web. Oltre agli incentivi, nei centri urbani vengono istituite le bike lane, cioè le “corsie ciclabili” (nella foto), a destra della carreggiata, dedicate a tutti i velocipedi. E nasce la “casa avanzata” (sempre nella foto), una linea di arresto per le biciclette, ai semafori, in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto per tutti gli altri veicoli, estesa a tutta la larghezza della carreggiata o della semicarreggiata.

Occhio a...Siate prudenti nel rispetto delle distanzeLa bicicletta è sinonimo di libertà, ma in tempi di Covid-19 la priorità è diventata quella di rispettare le distanze di sicurezza interpersonali. E la prudenza non è mai troppa, per cui è preferibile stare anche più lontani, l’uno dall’altro, dei due metri almeno, per chi esercita l’attività sportiva, prescritti dal Dpcm che disciplina la “fase due”. Il sugge-rimento prudenziale viene da una ricerca di laboratorio condotta da un’equipe mista delle università di Lovanio e di Eindhoven, incentrata sulla velocità del movimento delle goccioline del virus (in piena pandemia) in presenza di vortici, risucchi d’aria e vento. La ricerca, in sintesi, consigliava distanze di almeno quattro metri camminando veloci in fi la uno dietro l’altro, e fi no a dieci metri quando si corre. Per chi, poi, pedala ad alta velocità, gli scienziati proponevano addirittura di raddoppiare le distanze.

Bici, monopattini & accessori Su www.cooponline.it una vasta sceltaSu www.cooponlime.it sono disponibili oltre 200 articoli tra mountain bike, city bike, bici pieghevoli, a pedalata assisti-ta e da bambino, monopattini. Inoltre tanti accessori, come seggiolini, caschi e luci. Una volta ordinati sul portale online (facilmente raggiungiibile scansionando il QR code qui a lato), la consegna, gratuita, avviene direttamente a domicilio.

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consumare informati mobilità dopo il coronavirus

Si aff erma l’uso urbano delle due ruote, non solo ecologiche ma necessarie visti i limiti di trasporto sui mezzi pubblici e i problemi di distanziamento sociale. Grande richiesta soprattutto per le biciclette elettriche (e-city bike, e-mountain bike e pieghevoli) che già nel 2019 crescevano del 13%

sondaggi e statistiche che, del resto, trovano riscontro nelle vendite in Coop. Il buyer del settore di Coop Italia conferma che c’è un interesse crescente non solo per le e-bike da città, ma anche per le mountain bike elettriche e soprattutto per le pieghevoli che hanno ruote piccole e sono alleggerite rispetto al passato. Un mercato, quello dell’elettrico, in gran parte da esplorare, al quale Coop Italia ha dedicato un assortimento a prezzi molto economici che si affi anca all’off erta delle marche più note (vedi box). Mentre il vento dell’elettrico soffi a alle spalle anche delle e-Road, le biciclette da corsa a pedalata assistita di cui sentiremo parlare anche nella grande distribuzio-ne, vediamo quali sono le tre tipologie comprese nella campagna bici Coop. Sono tutte biciclette in alluminio, con batteria al litio, cambio shimano e velocità massima di 25 kmh. La e-City bike, ruota da 26, porta una batteria 36V 13.00 Ah, tempo di ricarica completa 7-9 ore . La mountain bike elettrica, ruota da 27,5, ha un motore posteriore di 13,4 Ah, autonomia su percoso standard di 90/100 Km, tempo di ricarica completa 4-4,5 ore. Infi ne c’è la pieghevole, ruota da 20,con una batteria 24V e 8.8 di amperaggio.

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consumare informati web & social

Non basterà solo una app per salvarci dal coronavirus Il sistema di tracciamento dei contatti, anche quando sarà pronto, non ci farà certo uscire dall’emergenza. Perchè la realtà è più complessa di come ci viene venduta

Una delle conseguenze dellascarsa diff usione della cultura scientifi ca è che l’atteggiamento dell’opinio-ne pubblica nei confronti

della tecnologia oscilla fra due poli: da una parte il sospetto verso ogni “nuova diavoleria”, e dall’altra una fede cieca nell’esistenza di una soluzio-ne tecnologica per tutto.

Così, quando si è iniziato a parlare di app per il tracciamento dei contattie la rilevazione del rischio di contagio, il messaggio che girava – anche per responsabilità di una comunicazione pubblica piena di semplifi cazioni e salti logici azzardati – era che sarebbe bastato scaricarla e attivarla per fermare la diff u-sione del coronavirus, consentendoci di uscire velocemente dal lockdown.

In quella fase, chiunque avanzasse dubbi o chiedesse chiarezza sull’architet-tura del sistema di tracciamento veniva zittito al grido di “hai già regalato i tuoi dati a Facebook e a Google, adesso fai storie per cedere un po’ di privacy in cambio della salute?”. Per fortuna poi, grazie alla discussione aperta fra esperti di sicurezza e attivisti e grazie anche alla posizione pro-privacy dei grandi network

tecnologici, ha prevalso una soluzio-ne più equilibrata: si raccoglieranno solo i dati indispensabili; questi dati non saranno memorizzati in un sistema cen-trale, dove avrebbero potuto essere usati per altri scopi, ma conservati sui singoli smartphone, per il tempo strettamente necessario a verifi care i potenziali rischi di contagio.

Il tracciamento, da solo, non serve a nienteCome puntualizza l’epidemiologo Ales-sandro Vespignani, una strategia effi cace di contenimento del virus si basa sulle cosiddette 3T:Testare: attrezzarsi per fare tamponi e test sierologici in gran numero, sia in presenza di sintomi leggeri, sia agli asinto-matici a rischio;Tracciare: poter ricostruire, a partire da ogni caso, la catena dei potenziali contagi;Trattare: avere terapie migliori e un numero suffi ciente di letti in terapia intensiva, agire in uno stadio più precoce della malattia, potere ospitare i malati in residenze ad hoc perché non contagino i familiari.

Se non ci sono test e trattamenti, il tracking da solo non serve a nulla.

La tecnologia non È infallibileGli algoritmi possono sbagliare; i server possono essere hackerati; ogni sistema richiede interventi umani, e le persone possono sbagliare o agire con secondi fi ni.

Non sarà una app a salvarci, e per trovare soluzioni che funzionano biso-gnerà sempre esaminare più punti di vista, con pazienza e umiltà.

ApprofondimentiLe domande da farsi sulle appCarola Frediani, esperta di sicurezza informatica che ho già citato in questa rubrica, ha scritto vari articoli sulla questione delle app di tracciamento; in particolare ne consiglio uno che parte con alcune domande da farsi prima di affi darsi ciecamente a qualunque app.https://www.valigiablu.it/coronavirus-emergenza-tecnologia/

Il coronavirus spiegato beneRoberta Villa è una giornalista scientifi ca dotata di rara chiarezza e onestà intellettuale, che in questi mesi è stata una fonte preziosa di notizie affi dabili. Potete seguirla su Instagram @robivil e su Facebook https://www.facebook.com/lavillasenzavirgola/

Alessandra FarabegolidoCenTe ed eSpeRTa

di ComuniCazione web

Alessandra FarabegolidoCenTe ed eSpeRTa

di ComuniCazione web

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vivere bene cucina

Salmorejo

SeRve 4 personepRepaRazione 25 min.CoTTuRa 8 min.4 uova vivi verde Coop180 g di prosciutto crudo stagionato Origine Coop800 g di pomodori rotondi maturi 1 spicchio d’aglio 150 g di pane ra� ermo150 ml di olio d’oliva extravergine 50 ml di acqua ghiacciata sale e pepe

Ponete le uova in una casse-ruola e fatele rassodare per 8 minuti dal bollore. Raff red-datele sotto acqua fredda corrente, quindi sgusciatele e tagliatele a cubetti. Aff et-tate il prosciutto a listarelle e tagliate i pomodori in 4 parti. Tagliate lo spicchio d’aglio a metà e rimuovete l’anima. Ponete nel vaso del mixer i pomodori e frullate fi no

ad ottenere un composto omogeneo. Unitevi il pane tagliato a cubetti e lasciatelo in ammollo per 15 minuti in acqua ghiacciata. Frullate nuovamente unendo aglio e olio. Aggiustate di sale e servite nei piatti da portata con le uova e il prosciutto. Nota: Il salmorejo è una zuppa fredda di origine spagnola a base di pomodoro, pane, aglio e olio. Rispetto al gazpacho ha una consistenza densa dovuta alla presenza del pane. Si usa completarla con uovo sodo e fettine di prosciutto.

vino Cabernet SauVignon

LE RICETTE DI GIUGNO

Scoprire l’artedel riuso Quattro modi per utilizzare il pane raff ermo con soluzioni facili, veloci e freschissime: si parte da una zuppa spagnola, poi c’è la pizza, le polpette di tonno in crosta e una torta — a cura di � or � ore in cucina

Il prodotto Coop indicato per questa ricetta:uova vivi verde Coop

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Pizza di pane raff ermo

SeRve 4 personepRepaRazione 15 min.CoTTuRa 20 min.350 g di pane ra� ermo 230-250 ml d’acqua 100 ml di olio d’oliva extravergine toscano Igp fi or fi ore Coop50 g di Pecorino Romano Dop Coop grattugiato 1 cucchiaino raso di salePer condire:300 g di passata di pomodoro vivi verde CoopPecorino Romano Doporiganoolio d’oliva extraverginesale e pepe

Spezzettate il pane nel mixer in modo da ottenere delle briciole non troppo piccole, trasferitele in una ciotola e unite l’olio e l’acqua in più

riprese mentre impastate, sbriciolando il tutto con i polpastrelli. Dovrete ottenere un composto sbriciolato e non troppo umido, che poi triterete al coltello grossolanamente. Fate riposare per qualche mi-nuto. Nel frattempo mescolate in una ciotola la passata di pomodoro con l’olio, l’origano, sale e pepe.Unite al composto di pane il formaggio grattugiato e il sale. Impastate nuovamente e com-pattate con le mani. Disponete il tutto in una teglia oliata in modo da ricoprire l’intera superfi cie senza lasciare spazi vuoti. Cospargete con la salsa di pomodoro e una spolveriz-zata di pecorino, condite con un fi lo d’olio e cuocete in forno a 180°C per 20 minuti.

vino CuVÉe Monogram Franciacorta

Pas DosÉ Millesimato Docg

Polpette di tonno in crosta di taralli e fi nocchietto

SeRve per 12 polpettepRepaRazione 30 min.CoTTuRa 10 min.40 g di pane ra� ermo senza crosta 1 bicchiere di latte 200 g di tonno yellow� n all’olio di oliva già sgocciolato fi or fi ore Coop1 cucchiaio di capperi al sale marino Coop

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vivere bene cucina

Massimo MontanaridoCenTe di SToRia medievalee SToRia dell’alimenTazioneuniveRSiTà di boloGna

In casa e fuori

Qualche anno fa, proprio nelle pagine di questa rivista, mi è capi-tato di rifl ettere sul senso che l’espressione “fatto in casa” ha assunto nel linguaggio contemporaneo. Scrivevo che “fatto

in casa” è sinonimo di qualità e trasmette un’idea decisamente positi-va, vincente sul piano culturale così come nel marketing commerciale, tant’è che le stesse industrie alimentari non esitano a rivenderla sul mercato chiamando in causa come garanti e testimonial improbabili mamme, nonne e zie (oggi anche nella versione maschile di padri, nonni e zii).

Ormai da tempo, il mito della cucina domestica ha cominciato a contrapporsi a quello del “mangiar fuori”, aff ermatosi mezzo secolo fa come paradigma di emancipazione sociale e gastronomica. Rispetto a quel modello, che poneva il ristorante e la cucina professionale al centro delle attenzioni, il “fatto in casa” si è preso una bella rivincita, riconquistando terreno fi no a imporsi come fenomeno di moda, che ha di nuovo rovesciato i paradigmi della valutazione culinaria. Non sono passati molti anni da quando, di fronte a un dolce squisito preparato “con le proprie mani”, ci si potevano aspettare commenti del tipo: “sembra un dolce di pasticceria”. Poi i valori si sono invertiti: sono i biscotti da forno o da pasticceria (nonché quelli prodotti dall’industria) a voler apparire “fatti in casa” per avere maggiori chances di fi nire sulla nostra tavola. Anche molti ristoratori si sono adeguati, perché, para-dossalmente, “fuori” si vanno spesso a cercare i profumi e i sapori di casa. Ciò forse accade perché in casa si cucina meno di un tempo, ma una recente inchiesta del Censis – commissionata dalla Fondazione Casa Artusi di Forlimpopoli – ha portato risultati in parte inattesi, mostrando che la maggior parte degli italiani non solo cucina, ma ama cucinare e spesso lo fa fra le mura domestiche.

Si badi che l’inchiesta è stata fatta prima del diff ondersi dell’in-fausta epidemia che ha bloccato in casa milioni di persone, in qualche modo “costringendole” a recuperare abitudini domestiche come quella di cucinare. Ma, in realtà, a questo gli italiani pensavano già prima: pre-parare il cibo in casa è un’abitudine inveterata dei nostri connazio-nali e fu questo il cuore degli interessi di Pellegrino Artusi, padre della cucina italiana moderna, nato giusto 200 anni fa. A mancare, semmai, nei mesi drammatici del coronavirus, è stata la condivisone del cibo con gli amici – una pratica fondamentale della socialità collettiva.

Tutto ciò non esclude che gli italiani, come tutti nel mondo, amino trascorrere anche fuori, in ristoranti e trattorie, momenti felici della loro vita. La ricerca del Censis lo ha mostrato con chiarezza: casa e ristorante non si pongono in alternativa e in competizione, ma, almeno per gli italiani, sono le due facce della stessa medaglia, che rivela lo straordinario attaccamento al cibo come elemento distintivo della propria cultura.

Massimo MontanaridoCenTe di SToRia medievalee SToRia dell’alimenTazioneuniveRSiTà di boloGna

Cibo è cultura

continua a pagina 30

Il prodotto Coop indicatoper questa ricetta:origano vivi verde Coop

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vivere bene cucina

1 uovo 20 g di Grana Padano Dop Riserva fi or fi ore Coop200 g di taralli pugliesi con olio extravergine di oliva e semi di � nocchio fi or fi ore Coop� nocchietto olio di semi di arachidi per friggere sale e pepe

Mettete il pane raff ermo in ammollo nel latte fi no a quan-do sarà diventato tenero, strizzatelo bene con le mani e raccoglietelo in una ciotola con il tonno ben sgocciolato, i capperi dissalati, il grana padano, l’uovo, 2 cucchiai di taralli polverizzati nel mixer e il fi nocchietto tritato. Regola-te di sale e pepe e impastate a mano il tutto fi no a otte-nere un composto asciutto e omogeneo. Con le mani inumidite formate tante polpettine e

disponetele su un vassoio. Passatele in un piatto in cui avrete polverizzato i taralli restanti in modo da ricoprirle bene e friggetele, poche alla volta, in una casseruola con olio a 170°C fi no a doratura. Scolatele con un mestolo forato e lasciatele asciugare su carta da cucina. Servitele ben calde.

vino Vermentino Di sarDegna Doc fior fiore coop

Torta di pane e cioccolato

SeRve 8 personepRepaRazione 15 min.CoTTuRa 40 min.150 di cioccolato fondente d’Osa Coop150 g di amaretti 3 uova1 bustina di lievito in polvere per dolci d’Osa Coop (16 g)250 ml di panna fresca Coop 200 g di pangrattato 150 g di zucchero

Tritate il cioccolato fondente. Sbriciolate grossolanamen-te gli amaretti ponendoli all’interno di un sacchetto per alimenti e battendoli con il mattarello. Lavorate con lo sbattitore elettrico le uova a tempera-tura ambiente con lo zucche-ro, aggiungete il cioccolato

fondente a pezzettini, gli amaretti sbriciolati, il pan-grattato, il lievito setacciato e la panna. Mescolate per amalgamare e versate il composto all’interno di uno stampo a cerniera da 24 cm di diametro, imburrato e cospar-so di pangrattato. Cuocete in forno a 180°C per circa 40 minuti, verifi cando la cottura con uno stecchino. Sfornate e fate raff reddare completamente prima di servire.

vino malVasia Delle lipari Doc passito fior fiore coop

Fior fi ore in cucina: la rivista di ricette e cultura gastronomica in vendita nei punti vendita Coop. Ogni mese 50 favolose ricette a solo 1 €

continua da pagina 29

Il prodotto Coop indicatoper questa ricetta:taralli pugliesifior fiore Coop

Il prodotto Coop indicato per questa ricetta: cioccolato fondente extra d’Osa Coop

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Parchi a tema

MirabilandiaRavenna - Tel. 0544.561156www.miRabilandia.iT

Carrisiland ResortCellino S.maRCo (bR)Tel. 349.2914792 - www.CaRRiSiland.iT

Leolandia CapRiaTe San GeRvaSio (bG) Tel. 02.9090169 [email protected]

Parchi naturali

Parco naturale La Mandria venaRia Reale (To)Tel. 011.4993381 - www.paRChiReali.Gov.iT

Parchi della Val di Corniapiombino (li) - Tel. 0565.226445 www.paRChivaldiCoRnia.iT

Parco naturalistico archeologico di VulciCanino e monTalTo di CaSTRo (vT)Tel. 0766.879942 - www.vulCi.iT

Oasi Wwf www.wwf.iT www.e-Coop.iT/web/GueST/paRChi-naTuRali

Parchi acquatici

Aquafelix CiviTaveCChia (Rm) - loC. CaSale alTavillaTel. 0766.32221 - www.aquafelix.iT

Acquagarden CoRfinio (aq)Tel. 0864.728293 – 338.1995984 www.paRCoaCquaGaRden.iT

Parco Acquatico Le Caravelle CeRiale (Sv)Tel. 0182.931755 - [email protected]

Acquario

Acquario di Genova Genova - aRea poRTo anTiCoTel. 010.2345678 www.aCquaRiodiGenova.iT

Parchi avventura

AcroparkRio CenTa (Tn) Tel. 389.9622966pRoSSimo al laGo di CaldonazzoRoana (vi) - Tel. 346.3991144 pReSSo il laGheTTo di Roanawww.aCRopaRk.iT

Centro Rafting Extreme Waves Val di SoleCommezzaduRa (Tn) Tel. 0463.970808 - [email protected]

Breg Adventure Park Val di BreguzzoloCaliTà ChieSeTTa alpina bReGuzzo (Tn)Tel. 333 884.8918 - infoline 0465.323090www.bReGadvenTuRepaRk.iT

Il Giardino SospesoloCaliTà il GiaRdino - RipaRbella (pi)Tel. 335.7726322 - 335.7726323www.ilGiaRdinoSoSpeSo.iT

Indiana ParkCaSTellana GRoTTe (ba )Tel. 349.5352523 – 327.6912727CaSTellana.indianapaRk.iT

Ostuni Adventure ParkParco Avventura e Bosco Didattico

Ciuchino BirichinoS.p. 17 oSTuni - CiSTeRnino - oSTuni (bR)Cell 328.8485157www.oSTuniadvenTuRepaRk.Com www.CiuChinobiRiChino.iT

Parco agroalimentare

Fico Eataly WorldboloGna - via paolo Canali 8 Tel. 051.0029001www.eaTalywoRld.iT

Traghetti

TraghettiWebTel. 010.5731801 [email protected]

Grimaldi Lines Tel. 081.496444www.GRimaldi-lineS.Com

Vacanze studio ragazzi

Sport e divertimento ASDCavaleSe (Tn) - via GaSTaldo 3 Tel. 347.3638119www.enGliShSpoRTCamp.iT [email protected]

London School SncRoveReTo (Tn) – CoRSo RoSmini 66 Tel. 0464.4421285 www.SlondonSChoolRoveReTo.iT [email protected]

School and vacationmilano - via laRGa 11 Tel. 02.433533 [email protected]

Verificare sul sito https://www.e-coop.it/web/guest/conVenzioni i Vantaggi riserVati ai soci.

Pur in questa fase ancora segnata da diverse incertezze abbiamo scelto di pubblicare l’elenco delle strutture e agenzie presso le quali abbiamo riservato vantaggi per i soci Coop. Si tratta prevalentemente di parchi tematici, grandi e piccoli, all’aperto e al chiuso pronti ad accogliere visitatori nel rispetto delle indicazioni delle autorità sanitarie e dell’attuazione rigorosa dei protocolli di sicurezza. È consigliabile contattare direttamente le strutture convenzionate per avere informazioni sui tempi e le modalità di accesso.

vivere bene convenzioni per i soci coop

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32 Consumatori giugno 2020

Le hanno già battezzate vacanze di prossimità: in luoghi vicini, facili da raggiungere soprattutto in auto e senza usare aerei e

traghetti, con strutture in sicurezza che permettano di mantenere il distanziamen-to sociale e godere in serenità di una libertà ritrovata. Ecco la villeggiatura in formato 2020, quando il post-pandemia impone le sue regole ma, dopo settimane di reclusione nelle nostre case, ci offrirà momenti pieni di magia. A patto di armarsi di pazienza, flessibilità, capacità di adattamento e tempo per scegliere e organizzare tutto al meglio: la riapertura post-covid sarà progressiva e con aggior-namenti costanti.

Ripartire informatiLa “ripartenza” per i vacanzieri potrebbe concentrarsi soprattutto su luglio, agosto e la prima metà di settembre, quando anche il mondo del turismo avrà avuto il tempo di adattarsi alle nuove regole e riformulare attività ed esperienze da offrire. La regola fondamentale per evitare brutte sorprese è partire bene informati e, per quanto possibile, evitare improvvisazione e fai da te: cioè scegliere con attenzione

la destinazione, il tipo di struttura dove soggiorneremo, le condizioni da richiedere e conoscere le regole che dovremo ri-spettare per godere al meglio della nostra vacanza. Anche se fare previsioni è ancora difficile, alcuni orientamenti cominciano ad essere più chiari. «Sarà più difficile spostarsi all’e-stero – spiega Lorenza D’Anna, respon-sabile Marketing di prodotto di Robintur Travel Group - giacché si naviga a vista sulle progressive riaperture delle frontiere, le politiche attuate da ciascun paese e le condizioni che verranno poste ai viaggia-tori, la situazione dei voli e dei trasporti in generale». Le agenzie di viaggio, appena riaperte, potranno fornire indicazioni aggiornate e pacchetti per mettersi in viaggio in tran-quillità forse anche verso le mete europee più vicine, come ad esempio la Grecia. Al momento però la scelta più sicura è puntare sull’Italia: mentre questo numero di Consumatori va in stampa, anche gli enti locali stanno ridefinendo le regole per l’ingresso dei non residenti, che potrebbero subire delle restrizioni. Idem le misure specifiche per la gestione delle strutture turistiche. Molte, fiaccate dalla crisi, potrebbero non riaprire o avere serie

difficoltà di gestione a stretto giro. «Attenzione – aggiunge D’Anna – anche alla consultazione dei siti: anche quando tutto sembra attivo, prenotabile, dispo-nibile, la realtà potrebbe essere diversa. Occorre perciò navigare on line con consapevolezza e cautela, prediligen-do i siti che offrono informazioni chiare e puntuali. In agenzia si potranno valutare insieme approfondimenti e personalizza-zioni, in base alle esigenze di ogni famiglia, da incrociare con l’effettiva disponibilità di una soluzione adatta e piacevole, che offra tutte le garanzie di trasparenza e sicurez-za».

Residence, alberghi, campeggi, villaggi: cosa cambiaIn generale, gli spazi aperti e la na-tura saranno le mete preferibili, spostandosi in macchina o in treno per raggiungere le località di mare, collina e montagna soprattutto in regioni vicine. Per il soggiorno, le formule più appetibi-li sono gli appartamenti e i residence, opportunamente sanificati a ogni arrivo, dove ciascuna famiglia può soggiornare in autonomia e preparare da sé i pasti. Una logica analoga vale per i camping dotati di bungalow e case mobili: tutte solu-

vivere bene viaggi a cura di Paola Minoliti in collaborazione con

Un’estate made in ItalyIn vista una riapertura progressiva delle strutture turistiche con scenari fluidi: ci si potrà muovere dotati di pazienza, flessibilità e ben informati. Ecco tutto quello che c’è da sapere per ripartire in sicurezza, godendo della libertà ritrovata

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Consumatori giugno 2020 33

Un “bonus vacanze” fino a 500 euro, per fare le vacanze in Italia dal primo luglio al 31 dicembre di quest’anno. È una delle novità varate dal governo per sostenere la ripresa del settore probabilmente più colpito dalla crisi legata alla pandemia e dare una mano alle famiglie in vista delle ferie. Il “contributo per l’estate italiana”, come è stato battezzato, è previsto per i nuclei familiari con reddito Isee fino a 40 mila euro. Varrà per le spese sostenute per il soggiorno presso alberghi, campeggi, villaggi turistici, agriturismi e bed&breakfast. Si potrà sfruttare anche presso le agenzie di viaggio, con modalità di gestione in corso di definizione, mentre al momento le grandi piattaforme di prenotazione online come Booking ed Airbnb sembrano escluse. L’importo sarà di 150 euro per i single, 300 euro per due persone, 500 euro per le famiglie da 3 persone in su. L’80% del bonus sarà costituito da uno sconto vero e proprio sul corrispettivo dovuto alla struttura ricettiva, il restante 20% come detrazione dalle imposte sul reddito.

Dal governo il “bonus” fino a 500 euroPer le vacanze di quest’anno in Italia

zioni che, con le opportune garanzie, consentono di avere “una propria casetta” con cucina, servizi e spazi autonomi.Negli alberghi, dove si annuncia la possibilità di spendere il buono vacan-ze del governo, si prevedono misure di sicurezza importanti e i pasti rappre-sentano la novità più rilevante: addio ai grandi buffet a libero accesso, si farà servizio ai tavoli, ben distanziati. Oppure servizio a buffet parziale, regolamentato e dotato di misure di protezione. Alcune strutture stanno valutando anche il potenziamento del servizio in camera, con la possibilità di ricevere direttamente in stanza cibi e bevande protetti da contaminazioni. Cambiamenti in arrivo già dal check in, scaglionato per evitare assembra-menti all’arrivo. Anche le stanze po-tranno essere più essenziali, dovendo ridurre al minimo gli oggetti e le suppellettili che non possono essere puliti e sanificati quotidianamente. Riguardo agli alberghi e ai villaggi turistici, saranno da prediligere quelli con grandi spazi comuni; molte strutture fra l’altro hanno già messo in conto una politica di riempimen-to parziale delle camere, proprio per assicurare a tutti le dovute distanze. Anche qui si ridurranno i buffet a favore del servizio al tavolo, e cambieranno animazione e in-trattenimento. Gli operatori stanno studiando programmi alternativi, con

Agenzie Robintur e Viaggi Coop pronteai viaggi su misura (anche on line) Vacanze in Italia in totale sicurezza, convenienti, per tutte le esigenze: villaggi, appartamenti in residence, hotel, sulle spiagge più belle, monti, laghi, borghi… Le agenzie di viaggi Robintur e Viaggi Coop sono aperte e guardano all’estate offrendo la consulenza personale di agenti di viaggi esperti, anche online. Con un occhio di riguardo per i soci Coop, che anche quest’anno potranno contare su proposte e offerte riservate. Sul sito www.robintur.it sono pubblicate le tante soluzioni disponibili, che si vanno costantemente arricchendo, e le garanzie offerte. L’agenzia fisica, invece, resta il punto di riferimento dove oltre alla corretta gestione delle classiche visite “di persona” si sta testando e progressivamente attuando un ampliamento delle modalità di contatto attraverso videochiamate, whatsapp ed incontri in agenzia tramite un comodo sistema di appuntamenti. Da segnalare, fra l’altro, il supporto nell’utilizzo del Bonus vacanze e per godere delle migliori polizze assicurative, per partire senza pensieri.

nuove modalità di intrattenimento per piccoli gruppi, disseminati nelle aree all’aperto e in più fasce orarie: dai corsi di yoga al piano bar, agli spazi aperitivo. Quasi certamente non ci saranno i miniclub per come li conosciamo, dove sarebbe impos-sibile gestire il distanziamento tra i più piccoli; probabilmente invece ci saranno attività piacevoli per tutta la famiglia, che genitori e bambini potranno condividere e frequentare insieme.

Sport e mare in vacanzaAnche in vacanza, addio per ora agli sport di gruppo e di squadra; si faranno quelli individuali e con attrez-zature sanificabili dopo ogni utilizzo, come trekking, tennis, ciclismo e tiro con l’arco. Anche per questo si annuncia il grande revival dei “cammini”, che consentono di attraversare il Paese a piedi, in solitaria o in famiglia, facendo tappa in rifugi (se adeguatamente attrezzati), bed&breakfast e, per i più spartani, in tenda. Quanto alle spiagge, sono presto tramontate le trovate più improbabili come i cubicoli di plexiglass, e sono in vista soluzioni più piacevoli per assicurare la giusta distanza e la sanificazione di ombrelloni, lettini, passerelle, servizi e spazi comuni, per godere in piena tranquillità del Mare Nostrum.

vivere bene viaggi a cura di Paola Minoliti in collaborazione con

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36 Consumatori giugno 2020

vivere bene mostre a cura della redazione

Al momento in cui scriviamo l’eff ettiva riapertura di mu-sei e mostre nel nostro paese è ancora accompagnata da diverse incognite sia legate alle disposizioni delle autorità, sia alle scelte dei diversi operatori che gestiscono queste attività. Per questo, in attesa di potervi dare segnlazioni certe prefe-riamo, come già fatto lo scorso mese, off rirvi una ulteriore panoramica delle tante opportu-nità di visite virtuali ad alcuni dei capolavori che l’Italia è in grado di off rire. All’elenco di famose gallerie che vi abbiamo proposto il mese scorso, questa volta vorremmo concentrarci più che su musei, su luoghi come chiese, teatri che è possibile scoprire e visitare in modo davvero piacevole e soprendente standose-ne seduti davanti al proprio computer.Cominciamo da uno dei capolavori assoluti dell’arte gotica come la Basilica di San Francesco ad Assisi (https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/basilica/). Qui potrete entrare e vedere i meravigliosi aff reschi di Giotto, Cimabue e Simone Martini, con i loro colori e le splendide fi gure.Nell’anno delle sue celebrazioni, nel 2020 ricorrono infat-ti i 500 anni dalla morte di uno dei geni del Rinascimento italiano, è possibile visitare virtualmente la casa natale di Raff aello a Urbino (http://www.casaraff aello.com/virtual-tour/index.html).Sempre a proposito di Raff aello, la grande mostra romana alle Scuderie del Quirinale, dedicata al pittore marchigia-no, propone diversi materiali per una visita virtuale (https://www.scuderiequirinale.it/pagine/raff aello-oltre-la-mostra).

Una miniera di proposte di possono trovare poi sul sito https://www.italyart.it, che porta alla scoperta (con una visione a 360 gradi) di decine e decine di palazzi, chiese e musei lungo la penisola. Si va dal palazzo Reale di Genova al Castello Estense di Ferrara, dal Foro di Pompei ai Bronzi di Riace a Reggio

Calabria, dalla Reggia di Caserta al Ponte di Rialto a Vene-zia, dalla fontana di Trevi a Roma al castello di Miramare a Trieste e molti altri ancora.Cambiando genere, molto ben curata è anche la visita vir-tuale del Teatro Carlo Felice di Genova (https://tourmkr.com/f/F194pf872I/8619539p,2793460m,113.68h,92.50t), così come si può entrare anche al Teatro Regio di Torino(https://www.teatroregio.torino.it/dentro-il-regio/visi-ta-virtuale). Insomma, in attesa di andarci di persona, il Belpaese è pieno di luoghi emozionanti, ricchi di storia e cultura che, anche se in versione virtuale, vi aspettano.

Uscire dalle di� coltà? Facciamolo in bici

Parliamo di biciclette e di come potrebbe-ro aiutarci ad uscire da questa strama-ledetta pandemia un po’ meglio di come

ci siamo entrati. Come persone, stili di vita, consumi, salute e pancetta. Con una premessa: io non sono obiettivo perché mi sono inna-morato della bicicletta. Innamorato è troppo: invaghito, una passioncella. È scoppiata 5 anni fa, quando a Milano sono arrivate le bici elettri-che del Comune. Il bike sharing c’è dal 2008, ha

350 stazioni sparse per la città e 5mila bici. Le bici non sono proprio il modello più avanzato, quelle in carbonio da 10 chili. Diciamo che si è puntato più sulla robustezza che sul peso. Quando il sindaco era Giuliano Pisapia si diceva che grazie ai suoi trascorsi comunisti aveva comperato dei vecchi carrarmato sovietici, li aveva tagliati con la fi amma ossidrica e trasfor-mati in biciclette: da un T34 ne venivano fuori 4. Così io non l’usavo più di tanto.

Futuropresente

Massimo CirriConduTToRe RadiofoniCo e SCRiTToRe

Chiese, palazzi, castelli e teatri: alla scoperta virtuale del Belpaese

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Consumatori giugno 2020 37

vivere bene libri a cura di librerie.coop

GianfRanCo maRRone La fatica di essere pigriRaffaello CoRTina ediToRe163 paGine, 14 €Molti i racconti che riguardano la pi-grizia, facendone ora una proprietà del personaggio (da Oblomov a Paperino), ora un atteggiamento di ribellione contro le società (da Stevenson a Lafargue, da Russell a Barthes). niCk hunT Camminando fra i boschi e l’accqua neRi pozza ediToRe - 365 paGine, 19 €Rallentare e indugiare in un mondo in cui tutto passa velocemente. Scopri-re ciò che è rimasto dell’ospitalità, della gentilezza con gli estranei, della libertà, della natura e della storia che scorrono sotto la superfi cie d’Europa.lynda mullaly humT Una per i Murphy uovoneRo ediToRe 245 paGine, 14 €L’ autrice tesse una fi tta trama di domande, scoperte, cadute e rinascite. Una storia eccezionale nella normalità, che brilla per l’onestà e il rispetto con cui l’autrice si è calata nella voce che la racconta. Premio Strega ragazzi categoria + 11 anni

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Il libro del mese

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L’amore non bastaGiunTi ediToRe, 192 paGine, 18 € (SConTo SoCi 17,10 €)

Don Luigi Ciotti racconta in questo libro svaria-ti decenni di battaglie in difesa dell’umanità, della sua famiglia, dei compagni di strada, di tutto quanto ha visto cambiare sotto i suoi occhi: dalle periferie torinesi popolate dagli emigrati meridionali degli anni Cinquanta e Sessanta ai migranti di adesso.

Il consiglio del libraio

sara collins

Le confessioni di Frannie Langton einaudi ediToRe, 432 paGine, 22 €

1826. Londra è in fermento. La folla ha pre-so d’assalto l’Old Bailey, il tribunale in cui si celebrano i processi piú importanti del Paese. La folla è lí per vedere Frannie Langton, la cameriera incolpata di aver ucciso senza pietà i suoi padroni, Mr e Mrs Benham.

Novità sullo scaff ale

Poi, una mattina di maggio, arrivarono quelle elettriche: rosse, più pesanti ancora dei carri armati, ma – meraviglia – tu fai solo il 20-30% dello sforzo. Il resto lo fa il motorino elettrico. O Pisapia, o Peppe Sala. Comunque una specie di miracolo. Ho cominciato ad usarle per andare al lavoro: 12 chilometri tra andata e ritorno, 25 minuti. Faccio un po’ di piste ciclabili, attraverso due parchi, imperverso su un po’ marciapiedi, imbocco una via contromano: è bellissimo! E’ la cosa più bella che mi è capitata da anni. E questo signifi ca due cose: 1-la qualità della mia vita è bassa davvero; 2-la bicicletta da gioia. Io voto la seconda.

Adesso, Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, per evitare di ingolfare i mezzi pubblici o di

fi nire nell’ingorgo di troppe auuto, Milano punta anche sulle biciclette. Con molte nuove piste ciclabili fatte alla svelta. Una anche in corso Buenos Aires: 350 negozi, la via com-merciale più lunga d’Europa. I negozianti non l’hanno presa bene: dicono che perderanno clienti, che si ci saranno ingorghi monumentali perché le piste ciclabili rubano spazio alle auto, che ci resteranno ingabbiati i mezzi di soccorso. In sintesi: moriremo tutti per colpa delle biciclette.

Valerio Montieri, architetto esperto di mo-bilità, cerca di rassicurarli. Studi fatti in tutto il mondo attestano che la bici è amica del com-mercio: «Al posto di un’auto parcheggiata ci stanno 10 bici. Un’auto porta un cliente, la bici dieci clienti». Loro sono scettici. Il presidente

dei commercianti del Corso, Gabriel Meghnagi, dice: «Ve l’immaginate un cliente che viene in bicicletta a comprare un trolley?». Montieri sfodera altri dati: il 60-65 % degli spostamenti giornalieri in Italia non supera i 5 chilometri, il 40% è addirittura al di sotto dei due. Quindi si possono fare in bicicletta, liberando le strade alle auto di chi viene da lontano. Io capisco le diffi coltà dei commercianti: sono tra i più colpiti da questa crisi, sono impauriti. Ma la bici non è un nemico. Mi viene anche in mente, perché sono una persona malevola, che se fosse per loro si parcheggerebbero ancora le auto in piazza Duomo. E adesso prendo la bici e vado in corso Buenos Aires a comprarmi un trolley: non mi serve ma lo porto a casa in bicicletta. Tanto ha le ruote.

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38 Consumatori giugno 2020

vivere bene musica a cura di Pierfrancesco Pacoda

The National, il rock è minimalista Una sontuosa confezione, composta da 3 vinili per celebrare i 10 anni dalla pub-blicazione di “High Violet”, il disco della band americana, pubblicato originaria-mente nel 2010, che ha contribuito a fare dei The National uno dei più sofisticati interpreti dell’incontro tra rock e minimalismo.Ogni canzone è immaginata come fosse una partitura da camera e le chitarre, in primo piano, richiamano una classicità orchestrale che cita Philip Glass e Terry

Riley, per arrivare a una epicità elettrica che fa entrare l’ascoltatore nel cuore del suono, grazie al talento del chitarrista Bryce Des-sner. I dischi contengono anche brani mai pubblicati su vinile e versioni inedite di alcu-ne loro composizioni celebri, come “Terrible Love”.the national

High Violet4adil noSTRo Giudizio: ● ● ● ●Se Ti piaCe aSColTa: Radiohead, TalkinG headS

Sempre The National, eccoli in concerto

Il successo, in tempi di isolamento casalingo, delle piattaforme di streaming, ha permesso a tantissima buona musica di arrivare nelle nostre case anche attraverso le immagini di concerti, alcuni appena realizzati, altri resi finalmente disponibili dopo essere stati per anni conservati in archivi spesso inaccessibili. Nella sezione dei dischi segnaliamo la ristam-pa su vinile di uno dei lavori più significativi dei The National, “High Violet”. In contempo-ranea c’è la possibilità, per tutti, di guardare le bellissime immagini del loro concerto alla Brooklyn Academy of Music, un film diretto da D.A. Pennebaker e Chris Hegedus e girato il 10 maggio 2010, la notte prima della pubbli-cazione dell’album. Il lavoro è disponibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=F_qLY13y-gU

La versione specialedei Tame Impala

Un’altra interessante esperienza, sempre a proposito del più creativo rock contem-poraneo, è quella dei Tame Impala, band della scena neo psichedelica americana. Il leader del gruppo, Kavin Parker, ha

creato una speciale versione del loro ultimo album, “The Slow Rush” che, attraverso una particolare tecnica di riproduzione del suono, riesce a far immergere completamente l’ascoltatore nella loro musica, come se ne fosse circondato, avvolto. Lo stesso Parker consiglia, per fruire di “The Slow Rush in An Imaginary Place”, l’utilizzo delle cuffie. Basta collegarsi a questo indirizzo:https://youtu.be/EA9uRfOJgM0

Da sentire Da vedere sul Web

Jazz pensandoa Michelle

Ecco le musiche composte da Kamasi Washington per la colonna sonora del documentario Netflix,”‘Be-coming”, sulla vita dell’ex first lady Michelle Obama. Il polistrumentista ha com-posto brani ispirati al suono più coinvolgente del jazz contemporaneo, facendo rivivere il senso tribale e sociale della cultura musi-cale afro americana.Kamasi washington

BecomingYoung TurksIl nosTro gIudIzIo: ● ● ● se TI pIace ascolTa: The rooTs, kendrIck lamarBuddY guY, John FaheY

Un ottimo Fresu d’annata

Uno dei dischi “classici” della ricchissima discogra-fia del trombettista sardo, da tempo introvabile. “Wonderlust”, questo il titolo originale, fu regi-strato in Belgio 23 anni fa. Tra composizioni originali, standard e temi cinemato-grafici, la musica di Fresu si sviluppa tra be bop, improvvisazione e citazioni della sua terra.paolo fresu

ReWonderlustTukIl nosTro gIudIzIo: ● ● ● se TI pIace ascolTa: enrIco rava, roBerTo oTTavIanonIck drake, kIngs oF convenIence

Paul Wellerperfezione pop

Dal mod revival all’acid jazz, la scrittura musicale di Paul Weller, dai Jam agli Style Council e sino alla carriera solista, ha sempre aspirato alla perfezione del pop. Un desiderio che riempie i solchi del suo nuo-vo disco. Ballate morbide, ammalianti arrangiamenti orchestrali, la sua voce fortemente solcata dalla tradizione del soul.paul weller

On SunsetunIversal recIl nosTro gIudIzIo: ● ● ● se TI pIace ascolTa: samcooke, sTYle councIl

● da dimenTiCaRe - ● ● SuffiCienTe - ● ● ● buono - ● ● ● ● oTTimo - ● ● ● ● ● CapolavoRo

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vivere bene musica a cura di Pierfrancesco Pacoda

Gianni Bismark“Nati diversi”, di Gianni Bismark è un disco che porta in scena, con la cruda tecnica della documentazione, la poesia urbana di una megalopoli come Roma. L’album appena uscito, al quale hanno collaborato artisti dell’ondata rap italia-na come Franco126 e Tedua, è arrivato ai primi posti delle classifiche. Abbiamo chiesto a Gianni Bismark di raccontarci i suoi recenti consumi culturaliGianni, quali dischi hanno in-fluenzato la realizzazione del tuo nuovo album?“Blame it on Baby” di Dababy: una pietra miliare dell’hip hop. Sono 13 trac-ce che raccontano la versatilità di uno dei nomi più freschi del genere. DaBaby è uno da tenere d’occhio perché sicura-mente si farà sentire ancora a lungo.“Hollywood ‘s Bleeding” di Post Malo-ne: su Post Malone tra qualche anno si scriveranno libri. Dalla trap, hip hop più verso il pop, indie e country. È un disco perfetto e adatto a tutti.“?” di XxxTentacion: l’album del 2018 è il suo secondo disco e l’ultimo prima del-la sua morte. È necessario dedicare un po’ di tempo e attenzione all’ascolto di questo caleidoscopio creativo. Mi piace ricordare così questo giovane artistaE i libri? Cosa hai letto di recente?“Come Funziona la musica” di David

Byrne: un bignami sull’industria musi-cale scritto da chi che nell’industria ha ricoperto ogni ruolo. Da come si sviluppa un progetto come “Stop Making Sense” dei Talking Heads ai budget per la produ-zione di un disco solista, “Come funziona la musica” è il manuale per chi vuole capire una industria della quale spesso si conosce solo la superficie scintillante. “Guida ragionevole al frastuono più atroce” di Lester Bangs: il critico più affascinante, odiato, amato, ammirato della storia della musica rock americana, la vera e unica rockstar del giornalismo musicale. Il libro unisce interviste, saggi, scritti di Lester Bangs in un turbinio psichedelico, dai suoi lavori d’esordio fino alla prematura scomparsa.“RAP una storia italiana” di Paola Zukar: dietro ad alcuni dei maggiori nomi del rap italiano c’è una donna, Paola Zukar e in questo libro la sua vita si intreccia con il suo lavoro. Il racconto è quello del nostro rap, che è uscito dall’underground per prendersi i primi posti della classifiche.Chiudiamo con i film. o le serie che hai amato...“Romanzo criminale”: rimarrà per sempre uno dei miei film preferiti non solo perché racconta della mia Roma ma perché lo fa con un cast e una sceneggia-tura di grande valore.

“Gomorra la serie”: è uno dei migliori prodotti degli ultimi anni. Cast, storia, recitazione, adrenalina. Ad ogni nuo-va stagione non riesco a staccarmi dal video.“OZ”: il titolo di questa serie prende il nome dall’Oswald State Penitentiary. Ogni episodio è girato all’interno del carcere, non si vede quasi mai l’esterno, l’ora d’aria inoltre non è mai ripresa il che rende tutto ancora più claustrofobico e doloroso anche per lo spettatore.

In attesa di poter tornare ad ascoltare la musica dal vivo, mentre sono tanti i festival, le rassegne e i tour che vengono rinviati, la rete mette a disposizione del pubblico sempre più possibilità, un flusso ricco di materiali che possono soddisfa-re il piacere dell’ascolto.Tra le innumerevoli risorse, una delle realtà con un taglio informativo molto documentato è il magazine americano Fader (www.thefader.com), una fonte inesauribile di canzoni e immagini con una forte attenzione per la black music, dal soul al funk all’hip hop. Con una selezione sempre aggiornata di video, filmati e novità. Molto seguiti, in questo periodo, anche i podcast, pensati

come trasmissioni radiofoniche scaricabili. Di grande succes-so, Dissect, anche questa americana, disponibile gratuita-mente su Spotify e Apple Music. Ogni “stagione” è dedicata a un disco, che viene analizzato attraverso puntate sui singoli brani. L’ultima è su “Lemonade” di Beyonce.Un altro podcast non recente, ma che mantiene una grande attualità è quello creato da Chuck D, il leader del gruppo hip hop americano Public Enemy sulla storia dei Clash, la punk band inglese del cantante Joe Strummer. “Stay Free. The Story of the Clash” è disponibile su Spotify o su https://joestrummerfoundation.org/stay-free-the-story-of-the-clash/.

L’intervista

Musica in reteTra magazine e podcast

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40 Consumatori giugno 2020

In questi mesi di quarantena sarà capitato a tutti di navigare un po’ di più su Internet e scoprire progetti inaspettati. Ne voglio citare uno che si chiama “Appena torno”, è un progetto

nato dal bisogno di trovare un ponte tra il presente e il futuro, un futuro che, mai come quest’anno, ha tanta voglia di riattaccarsi al passato, diventato sino-nimo di normalità.

“Appena torno” è un progetto di Andrea Cardoni all’interno della piattaforma Storielibere.fm, ed è sostanzialmente un archivio anticipato di autobio-gra� e creato dalle persone che hanno inviato un proprio messaggio audio raccontando “cose che avrebbero fatto e che non avrebbero fatto tornati dalla quarantena”.

«Appena torno voglio starmene beatamente in � la in tangenziale, appena torno voglio camminare a piedi nudi sulla sabbia, appena torno è inutile che penso a cosa farò perché tanto… pioverà sempre!»

Tra l’ironia e la dolcezza degli audio che tutti possono ascoltare, ci sono gli spaccati delle sensa-zioni provate dalla gente. Ascoltarle oggi, che siamo già un po’ fuori da quel periodo magari sembra un esercizio inutile. In realtà, di sicuro quello che ci è capitato ha rimesso in � la molte delle nostre priorità;

le restrizioni per chi non ha vissuto il tempo della guerra, erano una situazione mai sopportata prima, la libertà di scegliere cosa fare e quando farlo sem-brava una conquista inaspettata.

LO “SCRITTO A VOCE”Quel progetto, così come Storielibere.fm che ne fa da cornice, è un mix di narrazione e d’intratteni-mento che si propone di ridare centralità alla parola. Lo “scritto a voce”, come si legge nella mission. “Lo scritto a voce per noi signi� ca: vissuto, raccontato,

COSA CI HA INSEGNATO L’EMERGENZA CORONAVIRUS

Appena torno... Diario di una normalità perdutaAlla ricerca delle parole-chiave per ripartire, una per ciascuno di noi. Per fa sì che il ritorno alla normalità sia arricchente e ci apra migliori prospettive di vita. Per me questa parola è “unità”. Nei messaggi audio raccolti su Internet durante la quarantena, quello che avremmo fatto o non fatto una volta usciti dalla crisi

ANDREA MASCHERINI

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

DI AMMINISTRAZIONE DI COOP RENO

vita di cooperativa coop reno

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trasmesso, con la qualità della buona scrittura e la capacità immaginifica di coinvolgimento della voce e dei suoni. Le nostre ‘storie libere’ possono essere ascoltate in qualsiasi momento: alla guida, durante un allenamento, durante un lavoro manuale, mentre si viaggia”.

In realtà gli audio da una semplice modalità diver-sa di comunicare si sono trasformati, per molti, in un elemento di compagnia e qualcosa di più, la cartina di tornasole del nuovo tipo di approccio ad alcuni strumenti informatici, così come le videoconferen-ze, la scuola su piattaforme a distanza o i webinar diventati familiari da sconosciuti che erano nel periodo pre-Covid.

Le parole scritte o ascoltate sono diventate un punto di riferimento del nostro tempo: ognuno di noi ne ha scoperte o approfondite di nuove, paro-le-chiave come “Dpcm” o “congiunti”, “zona rossa” o “quarantena”, mentre a farla da padrona – stando alle analisi dei dati – sono state espressioni più otti-mistiche come “canti sul balcone” o “eroi delle terapie

intensive”: e non poteva mancare in questo elenco la parola “mascherina”.

Ricordo di Silvano Dalle parole nascono le domande, le più impellenti delle quali sono : “Cosa ne sarà del nostro futuro? Cosa ci ricorderemo di questa esperienza?” Anzitutto va detto che non potremo mai dimenticare che molte persone non ci sono più e non avranno perciò più la possibilità di dire “appena torno”. Dietro i numeri

che i media aggiornavano quotidianamente ci sono nomi, volti, storie e legami spezzati per sempre. Oltre 32mila i morti (nel momento in cui scriviamo) e non è ahimè un dato definitivo.

Di questi nomi, senza voler far torto a nessuno, ne cito uno, Silvano Gardenghi, dipendente della cooperativa “La Popolare” e successivamente di Coop Reno: lavorava a Medicina, nel supermercato del centro commerciale Medicì. La sua è una storia come le altre, nel senso che non merita di annegare tra aride statistiche. Ciascuna storia era intrecciata a molte altre, alle vite di parenti e amici che rimarrano per sempre unite nel ricordo di chi non c’è più. Uno di questi ricordi ce lo ha inviato l’ex vicepresidente di Coop Reno, Giordano Gardenghi.

“Silvano era persona dolce, buona, generosa e allegra – scrive Gardenghi -, doti che gli permette-vano di svolgere al meglio la sua attività dietro al banco di macelleria. Il suo buon umore lo rendeva

Una bella foto ricordo del giorno di inaugurazione del supermercato di Camposanto, nel modenese

Da Dpcm a congiunti a mascherina, passando da zona rossa e quarantena:

le parole sono diventate il punto di riferimento del nostro tempo

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Blocchiamo i prezzi fino al 30 settembre. A volte bloccare qualcosa può essere il modo migliore per ripartire. Noi di Coop fermiamo i prezzi di oltre 2000 prodotti industriali a marchio Coop.Un impegno concreto per tutelare la spesa dei nostri soci e clienti.

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simpatico ai clienti oltre che agli amici e ai compagni di lavoro. Se ne è andato in modo discreto, stroncato da un attacco cardiaco, quando sembrava che fosse ad un passo dalla guarigione da questa maledetta pandemia che ha colpito il mondo e molto duramente la nostra comunità”.

Inaugurazione in lockdownSe vogliamo che questa emergenza ci insegni davvero qualcosa, dobbiamo fare in modo che le pro-messe che ci siamo fatti in “Appena torno farò…”, si trasformino in “da quando sono tornato ho fatto…”, accompagnando al racconto le parole che ci sono mancate. Come “parlare di cose belle, com’è una inaugurazione”.

Lo scorso 7 marzo è toccato a un nostro super-mercato, inaugurato nella provincia di Modena, pre-cisamente a Camposanto. Non abbiamo neanche potuto parlarne, in quei giorni, perché ci sembrava fuori luogo farlo in mezzo a tanti problemi e drammi, in piena fase emergenziale. Eppure era e rimane un momento di soddisfazione, soprattutto per coloro che ci lavorano stabilmente.

L’unione di intentiIl nostro piano di sviluppo si è preso una pausa per qualche settimana, ma questa emergenza non ha fatto che confermare – se ci fossero stati dubbi – l’importanza di avere una cooperativa più grande e solida per affrontare le sfide del futuro.

Sarà un futuro complicato, sicuramente, ma ab-biamo avuto una ulteriore conferma che la squadra di Coop Reno è pronta per affrontare ogni sfida. Le ragazze e i ragazzi, gli uomini e le donne hanno lavorato, in questi mesi, con la stessa preoccupazio-ne della clientela per se stessi e per i propri cari, ma si sono messi al servizio della comunità.

Ciascuno di noi associerà una sua parola al con-cetto di “Appena torno”, perché tornare ci dà l’idea che non abbiamo mai interrotto un filo che unisce. Ecco, la parola principale che io mi porto dietro io da questa esperienza è “unione”.

È grazie all’unione di intenti che abbiamo resistito, grazie all’unione dei gruppi dei negozi e della sede

che – nonostante qualche caduta cammin facendo, soprattutto mentale –, siamo stati sempre in grado di rialzarci.

Quanto è bella la parola”‘unione”, deriva da unus, essere uno. Significa divenire un unico corpo, condi-videndo le esistende dei singoli e nutrendo attra-verso l’altro la nostra stessa esistenza. È una parola che racchiude la sacralità dell’essere umano, del vivere ogni giorno con l’idea di rendersi inseparabili gli uni dagli altri e di sapersi proteggere e assistere al bisogno. Se ci pensiamo “unione” è la prima parola associata al concetto di amarsi, rende l’amore un oggetto terzo, lo dichiara: è la base su cui poggiamo il nostro desiderio di essere famiglia.

Essere una cosa con l’altroBella è quindi la scelta di quei popoli che sono dive-nuti una nazione più grande grazie al contributo di ogni singola cultura, esperienza, fortuna, condivi-dendo anche i traumi. Passando a parlare di musica, la fortuna di essere, come sono io, un interprete è anche questa. Non eseguiamo semplicemente un autore di un paese o di un altro. Lo diventiamo!

Per poter interpretare bisogna accantonare ogni egoismo e barriera, bisogna mettere al servizio se stesso e la propria origine fino a trasformarsi in qual-che modo nell’altro. Io, in una sera, quando dirigo o

suono, ho la fortuna di poter essere tedesco, inglese, austriaco, ceco o polacco pur restando con orgoglio italiano. Partecipare a un’unione diventa così una forma di liberazione, è l’opportunità di trascendere se stessi e incontrare l’altro. Cioè essere uniti.

La stessa Unione europea – per fare un parallelo – non può essere soltanto un’istituzione. «È la definizione di un sentire. È la dichiarazione di un sentimento. L’Unione europea siamo tutti noi. Ogni giorno». Sono le parole pronunciate dal maestro Ezio Bosso – recentemente scomparso – ai cittadini europei il 7 novembre del 2018, a cui affido il finale di questo mio articolo. Perché sono allo stesso tempo un tributo a uno dei più grandi artisti del nostro tempo. La sua vita è stata un esempio di come “appena torno… non mi perdo neanche una goccia di vita…”.

vita di cooperativa coop reno

L’Unione Europea siamo tutti noi, diceva Ezio Bosso, non una mera

istituzione ma la definzione di un sentire comune. Lo stesso vale

per le nostre singole vite

Consumatori giugno 2020 43

Blocchiamo i prezzi fino al 30 settembre. A volte bloccare qualcosa può essere il modo migliore per ripartire. Noi di Coop fermiamo i prezzi di oltre 2000 prodotti industriali a marchio Coop.Un impegno concreto per tutelare la spesa dei nostri soci e clienti.

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44 Consumatori giugno 2020

con il divieto di assembramenti pubblici, come potranno i Soci partecipare alle assemblee della cooperativa?Tutti i provvedimenti emanati in

questo periodo di Emergenza, compreso il D.L 16 maggio 2020, n. 33 ribadiscono che “è vietato l’as-sembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico”. Questa sarà una regola a cui purtroppo ci dovremmo abituare finché non sarà trovato e distribuito un vaccino.

A fronte di questo divieto, si è valutato l’articolo 106 del decreto Cura Italia 8 (d.l. 17 marzo 2020, n. 18), […] che alla luce delle disposizioni restrittive dettate dal DPCM 9 marzo 2020 per contrastare la diffusione del virus COVID 19, prevede norme in “materia di svolgimento delle assemblee di Società con strumenti che consentono tali attività senza la presenza fisica in un unico luogo.”

La medesima legge prevede la nomina da parte del Consiglio di Amministrazione di un “rappresen-tante designato”, un soggetto al quale i Soci debbo-no, conferire delega con le istruzioni di voto su tutte le proposte poste all’ordine del giorno. A tal fine, la Cooperativa comunica che il Rappresentante Desi-gnato per lo svolgimento delle Assemblee Separate è il Notaio Daniela Cenni.

Quando si svolgono le assemblee separate di bilancio di quest’anno?Le assemblee di quest’anno saranno 4, una per ciascun Distretto Territoriale e si svolgeranno il 15 giugno in prima convocazione e il 17 giugno in secon-da convocazione.

A causa delle limitazioni previste per tutelare la salute, i Soci non potranno partecipare quindi di persona alle Assemblee, ma potranno esprimere il proprio voto sui punti all’Ordine del Giorno previsti e sui documenti di Bilancio 2019 in ciascuno dei

45 negozi di Coop Reno, indipendentemente dal Distretto Territoriale di appartenenza, secondo gli orari di apertura, dall’8 al 13 di giugno, attraverso il modulo di Delega e le istruzioni di voto al Rappresen-tante Designato individuato dalla Cooperativa.

Sarà inoltre possibile portare il proprio modulo di delega presso la sede legale di Coop Reno da lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14 alle 18, o ancora presso lo studio Cenni sito in Castenaso (BO), via Nasica n. 70, da lunedì a venerdì dalle 8,30 alle 19 e sabato 13 previa appuntamento telefonico dalle 10 alle 23,59.

Alle 4 Assemblee Separate e all’Assemblea Gene-rale infatti, seguendo la normativa sopra riportata, potranno partecipare soltanto il Presidente, il Segre-tario dell’Assemblea, il Rappresentante Designato.

Il Rappresentante Designato esprime la volon-tà dei Soci, ricevendo da tutti i votanti le istruzioni di voto e la delega a rappresentarli alle Assemblee Se-parate e ricevendo dai Soci Delegati, proposti nel nu-mero di 1 per ciascuna Assemblea Separata, uguale delega a rappresentarli nell’Assemblea Generale.

Dove posso trovare i documenti per infor-marmi sui punti dall’ordine del giorno per i quali è richiesto il voto?Abbiamo favorito tutti gli strumenti on line per accedere alla documentazione, sempre per garantire il minor tempo possibile all’interno del negozio così come richiesto dalle normative.

Potete trovare quindi sul portale www.attiva-mentereno.it dei video che riassumono le principa-li tematiche degli ordini del giorno e tutti i documenti necessari. Nel negozio sono comunque disponibili e consultabili tutti i documenti di Bilancio e degli altri temi all’ordine del giorno.

Chi e come può votare?Ogni Socio, che sia iscritto alla Cooperativa da

ASSEMBLEE DI BILANCIO

La partecipazione al tempo del coronavirus

sezione articolo 2avita di cooperativa coop reno

I Soci dall’8 al 13 giugno potranno votare nei negozi delegando il rappresentante designato. Il quale, poi, parteciperà alle assemblee separate assieme al presidente e al segretario. Le domande sui punti all’ordine del giorno si possono inoltrare via email a partire dall’8 giugno

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almeno 90 giorni, avrà la possibilità di consegnare il proprio modulo di delega presentandosi nei negozi coop reno o nella sede legale, o ancora presso lo studio notarile cenni con questi documenti:• 1) un documento di identità • 2 ) la tessera Socio Soop Reno• 3) il modulo di delega di voto al rappresentante

designato già compilato

Cosa devo fare prima di andare a consegna-re il modulo di delega di voto?

I documenti di Bilancio 2019 e la documentazione relativa a tutti i punti all’ordine del giorno su cui il Socio dovrà esprimere il suo voto sono disponibili in sede, in negozio, sull’area riservata raggiungibile sul sito www.attivamentereno.it e in forma sintetica sulla rivista Consumatori

Per evitare assembramenti Il Socio, prima di recarsi alla postazione di consegna della propria delega di voto, deve ritirare nei giorni antecedenti il modulo di delega in negozio al box informa-zioni, oppure visitare la parte riservata del portale www.attivamentereno.it che ti permette di vedere facilmente tutti i contenuti e volendo scaricare o compilare il modello di voto on line, da stampare e consegnare negozio.

Cosa devo fare quando mi presento per con-segnare il modulo di delega di voto?Il Socio, munito di tessera SocioCoop Reno e docu-mento di identità, può recarsi al box informazioni con il modulo di delega di voto già compilato.L’operatore, attraverso un software, controllerà che l’intestatario della Carta Sociocoop Reno sia il medesimo del Socio che sta consegnando la scheda di delega.

Sul documento di delega, al Socio è chiesto di esprimere il proprio voto favorevole, contrario o aste-nuto su ciascuno dei punti all’ordine del giorno.

Posso portare il modulo di delega di un altro Socio?

No. In considerazione delle particolari modalità di espressione del voto previste a causa dell’’emergen-za sanitaria in corso il Socio non potrà incaricare altro Socio alla consegna della delega di voto. Quindi il Socio può consegnare solo il proprio voto, facendo controllare all’addetto che la propria tessera Socio corrisponda al proprio documento di identità.

Perché avete scelto la modalità primaria di consegna del modulo di delega di voto in negozio?

La Cooperativa ha scelto di dare centralità al nego-zio Coop, per diversi motivi:• Il negozio rappresenta già un’occasione di frequen-za da parte del Socio e consente un accesso regola-mentato;• Il negozio garantisce la possibilità di presidio del voto

Sono comunque garantite anche la consegna presso al sede legale e presso lo Studio notarile Cenni.

Come garantite la possibilità di faredomande?A norme dell’articolo 27 dello Statuto, a partire dal 8 giugno 2020 i Soci potranno far pervenire alla Coo-perativa, mediante e-mail, PEC, fax, raccomandata a.r., quesiti relativi all’Ordine del Giorno.

Il Consiglio di Amministrazione formulerà entro il 27 giugno 2020 risposta ai quesiti direttamente a ciascun richiedente, dandone comunque notizia a tutti i Soci in apposita sezione di D&R del sito della Cooperativa.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al testo della Convocazione delle assemblee e alle istru-zioni di voto

sezione articolo 2a

L’ordinedel giorno1. Approvazione dell’im-porto attribuibile a titolo di ristorno e relativi criteri di ripartizione 2. Approvazione del Bilan-cio di esercizio chiuso al 31.12.2019 e della Relazione sulla Gestione previa visione della Relazione del Collegio Sindacale e della Relazione della Società di Revisione; deliberazioni inerenti e conseguenti3. Proposta di destinazione utile di esercizio4. Approvazione del Bilancio di esercizio chiuso al 31.12.2019 della Società incorporata con effetto 1° gennaio 2020 Spaccio Lavoratori Galileo Magrini Società Cooperativa; deliberazioni inerenti e conseguenti5. Elezione del Consiglio di Amministrazione previa determinazione del numero dei componenti e dei loro emolumenti, da nomi-narsi sulla base di lista, accessibile insieme agli altri documenti per l’assemblea; deliberazioni inerenti e conseguenti6. Elezione del Collegio Sindacale previa deter-minazione del numero dei componenti e dei loro emolumenti7. Affidamento Incarico per la revisione e certificazione del Bilancio d’esercizio per gli esercizi 2020-2021-2022 ai sensi della L. 59/1992 e per lo svolgimento di tutte le funzioni previste per il controllo legale dei conti per il medesimo triennio 8. Elezione del Delegato dell’Assemblea separata per la partecipazione all’As-semblea Generale

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46 Consumatori giugno 2020

DICIANNOVE I COMPONENTI

Tempo di rinnovoper il Cda Le candidature saranno sottoposte all’approvazione dei soci alle prossime assemblee separate. Si abbassa l’età media (54 anni), il 42% sono donne

La Commissione elettorale di Coop Reno ha valutato, nella seduta dello scorso 7 aprile, le domande pervenute per la nomina del Consiglio di amministrazione, da

far approvare alle prossime assemblee separate. Riportiamo in questa pagina la lista dei nomi

proposta, secondo quanto è previsto dall’art. 5 del Regolamento elettorale, e un approfondi-mento per ciascuno dei candidati.

La lista è costituita da tanti componenti quan-ti sono i Consiglieri da eleggere. Non sono quindi ammessi voti sui singoli candidati.

Il nuovo Consiglio di amministrazione sarà composto dal 42% di donne e dal 58% di uomini, con un’età media di 54 anni (il Consiglio uscente aveva una media di 59 anni). Sono 2 gli over 65 e 1 under 40. Nel box i nomi dei componenti.

La proposta di emolumenti per il nuovo Con-siglio di amministrazione è identica a quella di 3 anni fa. La cifra complessiva per i 19 membri e comprensiva di indennità e gettoni di presenza è pari a 90mila euro lordi all’anno. La media dei compensi lordi per ciascun consigliere è quindi di 4.750 euro lordi all’anno.

Di seguito una breve descrizione dei candidati:

ARGAZZI TIZIANA71 anni, residente a San Giorgio di Piano (Bo),

pensionata, ex impiegata amministrativa per imprese private tra cui Granarolo Spa, ha svolto numerose funzioni di rappresentanza nel mondo del volontariato. Membro uscente del Consiglio di amministrazione di Coop Reno.

BALLOTTI DORIANA71 anni, residente a Bologna, pensionata,

revisore contabile, ha ricoperto diversi incarichi in organismi politico-amministrativi, all’interno di Legacoop Bologna e nell’ambito dell’associazionismo, con particolare attenzione per l’ambito socio sanitario e di tutela dei diritti delle donne. Membro uscente del Consiglio di amministrazione di Coop Reno.

BERTELLI CHIARA42 anni, residente a Copparo (Fe), laureata

in economia, coordinatrice territoriale di Ferrara di Legacoop Estense, ha ricoperto diversi incarichi politi-co-amministrativi in ambito pubblico e cooperativo, è stata portavoce di Generazioni Emilia Romagna. Membro uscente del Consiglio di amministrazione di Coop Reno. Presidente del Distretto Ferrara Rovigo di Coop Reno.

CARAVITA LIVIO65 anni, residente a Ferrara, pensionato, già

funzionario del ministero del Lavoro, ispettore del la-voro presso la DPL di Ferrara e responsabile dell’ufficio legislazione del lavoro di Legacoop Ferrara. Ha ricoper-to diversi incarichi in organismi politico amministrativi, all’interno di Legacoop Ferrara e all’interno di varie cooperative. In passato ha fatto parte della Commissio-ne elettorale di Coop Reno.

CECCARDI GIAMPIERO46 anni, residente a Baricella (Bo), attualmente

responsabile relazioni esterne e rapporti istituziona-li, comunicazione e marketing del gruppo “Felsinea Ristorazione”, e del gruppo “LPM group”. In passato ha ricoperto diversi incarichi politico-amministrativi in ambito pubblico e societario, è stato consigliere, assessore e vicesindaco del Comune di Baricella.

DALL’ARA STEFANO56 anni, residente a Bologna, direttore Parteci-

pate Diversificate no core di Alleanza 3.0, già direttore finanza di Coop Adriatica, membro della direzione aziendale, ricopre incarichi da consigliere in numerose società del gruppo. Membro uscente del Consiglio di amministrazione di Coop Reno.

GATTA RUDY42 anni, residente a Ravenna, responsabile ser-

vizi di Legacoop Romagna, vicepresidente di Federcoop Romagna e presidente di Coop Sole Ravenna, consi-

vita di cooperativa coop reno

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gliere comunale di Ravenna, ricopre diversi incarichi in associazioni di volontariato. Membro uscente del Consiglio di amministrazione di Coop Reno.

LUZZI GIULIANO63 anni residente a Castel San Pietro Terme

(BO), pensionato. Ha lavorato come impiegato tecnico progettista in Italia e all’estero nel settore del segnala-mento ferroviario. Ricopre incarichi di rappresentanza associativa nel territorio di Castel San Pietro Terme e Imola. È stato presidente del comitato soci di Osteria Grande, attualmente è presidente del Distretto Imola Ravenna di Coop Reno.

MANTOVANI STEFANO61 anni, residente a Molinella (Bo), pensionato,

ha lavorato presso lo zuccherificio Eridania, ha diverse esperienze come amministratore comunale, delegato sindacale, impegnato in associazioni ricreative. Coor-dinatore del progetto Approvato dai Soci e membro uscente del Consiglio di amministrazione di Coop Reno. Presidente del Distretto Pianura Bologna di Coop Reno.

MASCHERINI ANDREA47 anni, residente a San Lazzaro di Savena (Bo),

laurea in Economia e Commercio, master Bologna Busi-ness School all’Executive MBA dell’Impresa Cooperati-va; esperienze lavorative precedenti con diversi ruoli e funzioni in Coop dal 1989, tra cui addetto alle vendite presso Coop Tre Valli, progetti sul prodotto a marchio coop e sul format comunicazione coop nazionale, presidente comitato soci; altre esperienze lavorative di carattere amministrativo e fiscale e in ambito di pro-getti di educazione all’acquisto, difesa ed accesso alla giustizia. Ha svolto diverse esperienze in associazioni di volontariato tra cui il Telefono Azzurro. Presidente del Consiglio di amministrazione Coop Reno uscente.

MAZZARA VITO35 anni, residente a Castellamare del Golfo (Tp),

agronomo, presidente Cooperativa Rita Atria Libera Terra Soc. Coop. Sociale Onlus. È stato responsabile della macrofase “Promozione e Cultura della Legalità” all’interno del progetto “da cOsa nostra a cAsa nostra”.

MONARI MILENA61 anni, residente a Loiano (Bo), responsabile

della biblioteca comunale di Loiano. Impegnata in attività di volontariato a carattere sociale in favore di Ageop e di Auser. È stata presidente del comitato soci di Loiano, attualmente ricopre la carica di presidente del Distretto Montagna Bologna di Coop Reno.

MOTA MASSIMO56 anni, residente a Molinella (Bo), attualmente

presidente provinciale e regionale di Aci (Alleanza

delle cooperative italiane), presidente associazione provinciale e regionale del movimento cooperativo, ha ricoperto diversi incarichi in ambito sindacale settore edilizia e trasporti, attualmente amministratore in società e consorzi cooperativi. Membro uscente del Consiglio di amministrazione di Coop Reno.

OLIVIERI DOMENICO64 anni, residente a Castel Guelfo di Bologna

(Bo), pensionato, già presidente di Sacmi, Leader mondiale nei settori delle macchine per ceramica, del packaging, delle macchine per l’industria alimentare e del beverage. Ha ricoperto e ricopre incarichi di rappresentanza politico-sindacale in ambito cooperati-vo con particolare attenzione per il territorio imolese. Membro uscente del Consiglio di amministrazione di Coop Reno.

PECORA ANTONELLA41 anni, residente a Bologna, avvocato, consu-

lente e assistente legale di imprese (spa, srl, società cooperative), si occupa principalmente di diritto societario e commerciale, membro della Commissio-ne legislativa Associazione nazionale cooperative di consumo, ha ricoperto il ruolo membro dell’Organismo di vigilanza Dlgs 231.

ROSSI CELESTINA65 anni, residente a Medicina (Bo), pensionata, ex

direttore amministrativo e presidente della Cooperativa Lavoratori della terra di Medicina, ha ricoperto incarichi politico.amministrativi ed è impegnata in varie associazio-ni di volontariato. Vicepresidente uscente di Coop Reno.

TOLOMELLI LARA44 anni, residente a Bologna, responsabile rela-

zioni internazionali e coordinatrice del comitato ricerca e sviluppo di Coop Italia. In passato membro del comi-tato direttivo Anpi di Anzola dell’Emilia; esperienze di volontariato in Madagascar presso l’ospedale Vezo con associazione Amici di Ampasilava di Bologna.

TUGNOLI GIANNI61 anni, residente a Imola (Bo), laureato in

Scienze agrarie, agronomo, ha svolto diversi incarichi di rappresentanza in ambito cooperativo in particolare nel settore della grande distribuzione. Ideatore e fon-datore della cooperativa Identicoop. Membro uscente del Consiglio di amministrazione di Coop Reno.

VECCHI GIULIA51 anni, residente a Sala Bolognese (Bo),

dipendente pubblico presso Usl di Bologna, laurea in Economia e commercio, incarichi di docenza nell’ambi-to infermieristico. Membro uscente del Consiglio di amministrazione di Coop Reno.

Consumatori giugno 2020 47

I candidatial nuovo CdaArgazzi TizianaBallotti DorianaBertelli ChiaraCaravita LivioCeccardi GiampieroDall’Ara StefanoGatta RudyLuzzi GiulianoMantovani StefanoMascherini AndreaMazzara VitoMonari MilenaMota MassimoOlivieri DomenicoPecora AntonellaRossi CelestinaTolomelli LaraTugnoli GianniVecchi Giulia

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48 Consumatori giugno 2020

SOCIALITÀ

I gettoni che fannocrescere il territorioIn tre anni l’iniziativa “La comunità conta” ha permesso a nove progetti di altrettante associazioni di arricchire scuole, asili e biblioteche delle dotazioni necessarie e di aiutare persone in difficoltà. Ecco come i consumatori li hanno scelti

Ci possono essere tanti modi per fare contare la comunità. Coop Reno ha scelto di essere presente in moltepli-ci piccoli centri se si considera il numero degli abitanti. Siamo

all’interno di paesi che vivono di rapporti diretti, spesso prossimi, che richiamano il concetto di comunità in un senso genuino e naturale. Luoghi in cui si nasce o si cresce.

Essere un soggetto economico con una naturale attenzione sociale significa, per Coop Reno, pre-stare attenzione a diverse realtà. Il sostegno che la Cooperativa offre può essere di natura economica ma anche progettuale, e la condivisione dello stesso ambiente sociale aiuta a progettare insieme a riconoscersi, dandosi una mano reciprocamente.

È anche per queste ragioni e considerazioni che, da alcuni anni, abbiamo dato vita all’iniziativa “La comunità conta”. Partendo da una esperienza commerciale realizzata in Inghilterra, si è dato corpo a un progetto che vuole mettere al centro le realtà sociali della comunità, sostenendole concre-tamente.

I gettoni nell’urnaLe domande iniziali sono apparentemente molto semplici: sei una realtà del territorio? Stai facendo delle attività per la tua comunità? Hai un progetto che stai portando avanti? Hai bisogno di un aiuto per aumentarne l’impatto o l’utilità? È qualche cosa di concreto che rimane alla comunità in modo per-manente? Se sei una realtà che risponde in modo affermativo a queste domande, allora puoi essere

interessato all’iniziativa “La comunità conta”. Per un mese vengono messe in negozio tre

urne trasparenti, a ognuna delle quali è collega-to un progetto. Alle persone che vengono a fare la spesa viene consegnato un gettone con cui possono sostenere il progetto preferito, infilandolo nell’urna. È un meccanismo molto semplice: ogni volta che faccio la spesa scelgo, con il gettone, un progetto esprimendo così la mia preferenza con un gesto concreto. Alla fine del mese si contano i gettoni e vengono ripartiti in mono proporzionale i 2.500 euro messi a disposizione da Coop Reno.

Dal 2018 ad oggi sono 9 le iniziative attivate (2 nel 2018, 5 nel 2019 e altre 2 nel 2020), alle quali hanno partecipato 27 realtà del territorio alle quali sono stati distribuiti 22.500 euro. I negozi

LUCA STANZANI

RESPONSABILE DIREZIONE SOCI

DI COOP RENO

vita di cooperativa coop reno

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Aiutaci a migliorare la comunità in cui viviamo!Usa il “gettone sociale”,che hai ricevuto alle casse, inserendolo nell’urna corrispondente al progetto che vuoi che la cooperativa sostenga per il nostro territorio.

che hanno partecipato all’iniziativa delle urne e dei gettoni sono stati Molinella, Pieve di Cento, San Pietro in Casale, Ficarolo, San Benedetto Val di Sambro, San Giorgio di Piano, Castiglione dei Pepoli, Santa Maria Codifiume e Stienta.

Confrontarsi e farsi valereAl di la del meccanismo, vorrei soffermarmi su come questa modalità dia la possibilità a un’as-sociazione di presentarsi alla comunità in modo diretto. Le associazioni presentano il proprio progetto nei negozi chiedendo un sostegno con-creto. È evidente che maggiore è la conoscenza e il radicamento che hanno, più chiari sono la natura del progetto e le sue finalità, maggiori saranno i gettoni che raccoglieranno nelle urne.

Si tratta di un confronto tra realtà differenti che concorrono a incrementare le capacità della comunità. In negozio si apre un confronto, una concorrenza positiva che dà visibilità alle asso-ciazioni. Le quali in alcuni casi hanno colto questa opportunità per farsi conoscere meglio e anche per poter aggiornare le loro modalità classiche di comunicazione e di relazione. saper trasmettere di non dare mai per scontato che esiste un’asso-ciazione sul territorio, sapere che cosa fa e chi c’è dietro non è banale. Ed è questo eventuale gap di conoscenza che è stato colmato.

Le realtà sociali, attraverso questo progetto, hanno portato nelle comunità – nei settori delle cultura, dello sport, dell’istruzione e delle salute – diversi risultati e migliorie concrete. Ad esem-pio, giochi per esterno da mettere negli asili nido e nelle strutture educative, librerie e mobili per contenere i libri nelle biblioteche, libri e strumenti per l’ascolto della musica, computer e stampanti per le aule didattiche nelle scuole e negli uffici delle associazioni stesse, strumenti educativi per i più piccoli, dispositivi per consentire la deambulazione alle persone da accompagnare alle visite mediche, strumenti per la rilevazione degli indicatori della salute, defibrillatori da mettere nei luoghi pubblici, defibrillatori pediatrici per gli impianti sportivi, mute per gli allenamenti dei bambini e per gli sport praticati in paese, panchine per i campi sportivi, materiali per gli allenamenti.

Coop Reno, in questo modo, sostiene negli ultimi anni le comunità locali in cui opera, e i risultati confortano che la strada seguita è quella giusta.

Sono 27 le associazioni

che fin qui si sono potute far conoscere meglio, e 9 i negozi

che le hanno ospitate per un

periodo di un mese

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vita di cooperativa coop reno

“Il potere delle parole: commuovono, uniscono, scaldano il cuore. Oppure feriscono, offendono, allontanano. In rete, spesso l’aggressività domina tra tweet, post, status e

stories. È vero che i social media sono luoghi virtuali, ma è vero anche che le persone che vi si incontrano sono reali, e che le conseguenze sono reali. Per questo oggi, specie in rete, dobbiamo stare attenti a come usiamo le parole”.

Quella appena letta è la descrizione del proget-to “Parole O_Stili”, che ha l’ambizione di ridefinire lo stile con cui le persone stanno in rete, diffon-dendo l’attitudine positiva a scegliere i termini con cura e la consapevolezza che le parole sono importanti.

In questi mesi di pandemia, il web si è riempito di parole ostili. Anche le pagine social di Coop Reno e il Filo diretto sono state sommerse da richieste e critiche costruttive, ma anche da tanta ostilità e cattiveria. Un esempio? “Mi auguro che

vi facciano una rapina a mano armata!”. Dietro affermazioni di tal tenore (Coop Reno sta pro-cedendo per vie penali nei confronti di chi si è espresso in questi termini) si leggono la mancan-za di rispetto degli altri, l’istigazione alla violenza e anche quella convinzione di impunità che si nasconde dietro a una tastiera del pc o del telefo-nino, e che sta prendendo una deriva pericolosa.

In questi ultimi mesi di ansia e di paura, la rete è stata protagonista nel bene ma anche nel male: dalle iniziative sui balconi ai disegni dell’arcoba-leno con l’hashtag #andratuttobene, alle tante videochiamate – alcuni esempi positivi –, ma anche tante frasi dai contenuti o dalle sfumatu-re negative.

L’evento in streamingOgni anno in questo periodo di teneva a Trieste, dove è nato il progetto “Parole O_Stili”, un evento che coinvolgeva migliaia di persone. Le parole chiave di questa particolarissima edizione 2020 sono state: positività, possibilità, innovazione e digitale. È stata un’edizione molto diversa, perché anziché svolgersi in presenza, è andata in diretta streaming.

«Più che mai in questi ultimi mesi abbiamo imparato che la rete è un bene preziosissimo – ha dichiarato la presidente, Rosy Russo – che merita di essere curato e a cui va dato il giusto valore. Ed è per questo che abbiamo deciso di ritrovarci onli-ne, per continuare a mettere al centro le parole e il loro enorme potere, ma soprattutto per riflettere sull’importanza delle nostre relazioni digitali, oggi più che mai. Accorciare le distanze è il nostro obiettivo, perché la rete fa la differenza quando porta con sé quell’umanità che sa andare oltre lo schermo».

Le parole che scegliamo raccontano di noi — Alice Munerato

Il web, in questi mesi di pandemia, si è riempito di solidarietà ma anche di parole ostili. Le espressioni di odio e falsità sono stimate in crescita del 14%. A occuparsene “Parole O_Stili”, un progetto di sensibilizzazione contro l’uso violento delle parole online

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Il web come megafonoL’evento di quest’anno aveva come filo con-duttore il secondo principio del Manifesto della Comunicazione non ostile (pubblicato per intero in queste stesse pagine), che recita: “Si è ciò che si comunica”. Un principio vero soprattutto sui social, che per il 74% delle persone sono un vero e proprio megafono di linguaggi violenti pregres-si, un comportamento in crescita soprattutto tra i millennials (+8%).

Secondo le rilevazioni Swg realizzate in occa-sione dell’evento, odio e falsità fanno parte del nuovo modo di comunicare per l’80% degli intervistati, dato in crescita del 14% rispetto al 2018. Il 63% ritiene che i giovani si abitueranno a usare toni offensivi e solo il 22% pensa che le giovani generazioni riusciranno a scegliere uno stile comunicativo più corretto.

La crescente ignoranza e il crescente indivi-dualismo sono le principali cause dell’odio e della violenza sulla rete, ma ci sono anche i politici a dare il cattivo esempio: il 91% degli intervistati dichiara che in Italia esiste un grande problema di violenza verbale nel fare politica, tanto che le fake news confondono le idee di 1 cittadino su 3 (35%).

Maratoneti della parolaL’evento ha preso il via con l’ideatrice del festival Rosy Russo e con lo scrittore Alessandro Ba-ricco, che hanno tracciato una panoramica sulle relazioni digitali e non solo.

Poi, collegati da casa/ufficio o da location im-provvisate – dato il periodo di lockdown –, si sono connessi tanti altri protagonisti, tra cui gli atleti paralimpici Andrea Zanardi e Bebe Vio, Don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione Libera, Andrea Delogu, presentatrice tv, Pepitosa, blog-ger dei temi sulla disabilità, Barbara Falcomer, presidente di ValoreD, Chris Richmond, fondatore di MyGrants, Costanza Rizzacasa d’Orsogna, giornalista, Igor Suran, direttore esecutivo di Parks-Liberi e uguali, Francesca Vecchioni, presi-dente di DiversityLab, una realtà che ha parteci-pato anche al lavoro di revisione del decalogo. A ciascuno è stata richiesta una parola dal significa-to particolare.

Hanno assistito a questa maratona di parole ol-tre 63mila persone collegate da tutta Italia. Non c’è stato un palco, né le luci; al loro posto le nostre case, i luoghi della nostra quotidianità. Insomma, l’edizione 2020 è stata fatta principalmente con il cuore e con la volontà.

Chi volesse rivederla può collegarsi al sito https://paroleostili.it

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A giugno Osteria Grande avrebbe festeggiato la ventesima edizione della Festa della Birra, fiore all'occhiello per tutto il paese. Il periodo di emergenza che stiamo vivendo in questi mesi, però, ha costretto gli organizzatori ad annullare l’iniziativa. Con l’augurio che l’appuntamento estivo possa ritornare quanto prima ad

allietare il comune bolognese, ricordiamo la sua origine e la sua storia.«L'evento – precisa Elis Dall’Olio, responsabile comunicazione della Festa

della Birra –, è organizzato con grande forza e coesione dalle tre realtà sportive locali, la Polisportiva, l’Associazione Calcio e la Bocciofila, con il prezioso aiuto di Coop Reno».

La festa è cresciuta in modo esponenziale anno dopo anno, fino a diventare un appuntamento tradizionale e di notevole importanza per la vita e il mante-nimento delle realtà sportive del territorio. «Si cominciò per scherzo - ricorda Dall’Olio - vent'anni fa, in fondo a via Bernardi, tra i condomini della allora zona nuova e defilata, nello spazio riservato al parcheggio degli spogliatoi del campo sportivo Ferrante Ungarelli, e si è arrivati, adesso, ad occupare gli oltre 10mila metri quadrati dell'area e della cittadella sportiva, con stand gastronomici, in-trattenimenti musicali e ludici per tutti. Ma dove soprattutto le famiglie, i giovani e i più piccoli vivono un momento di sana aggregazione atteso tutto l'anno».

Il paese ritrova intorno al volontariato e all'unione delle rappresentanze sportive, la voglia di sentirsi partecipe della vita ricreativa e sociale in un avvenimento che coinvolge ormai migliaia di visitatori. «In dieci giorni – con-tinua e conclude Dall’Olio - tutti diventano prota-gonisti della storia e del legame che unisce Osteria Grande, le sue realtà sportive e il territorio. E grazie alla forza dei 120 volontari, una straordinaria squadra, la vera turbina di questo evento, sono giorni di grande festa nei quali tutta la cittadinanza del paese e dei territori limitrofi si ritrova e si riunisce in un appuntamento ormai ricco di tradizione, semplicità e valori, grazie al cui ricavato l'asso-ciazione Calcio Osteria Grande riesce ancora a sostenere l'attività del settore giovanile e mantenere costi, investimenti e gestione delle strutture sportive del paese».

LA FESTA (QUEST'ANNO ANNULLATA) SI SVOLGE AD OSTERIA GRANDE (BO)

In alto i boccali di birra— Alessandra Giovannini

La maggior parte delle feste e sagre del territorio, a causa del periodo di emergenza che stiamo attraversando, sono state annullate. Come questa iniziativa, prevista per giugno. Con la volontà di mantenere in vita le iniziative del territorio, le ricordiamo e raccontiamo, in attesa che le misure anti-Covid consentano una ripresa delle attività

La storia della birraDai Sumeri ai giorni nostriSi hanno testimonianze della produzione della birra già a partire dai Sumeri. Proprio in Mesopotamia sembra sia nata la professione del birraio: testimonianze ripor-tano che parte della retribuzione dei lavoratori veniva corrisposta in birra. La più antica legge che regola-menta la produzione e la vendita di birra è il Codice di Hammurabi (1728-1686 a.C.), che condannava a morte chi non rispettava i criteri di fabbricazione indicati e chi apriva un locale di vendita senza autorizzazione. Nella cultura mesopotamica la birra aveva anche un signifi-cato religioso, veniva cioè bevuta durante i funerali per celebrare il defunto e offerta alle divinità per propi-ziarsele. La birra aveva analoga importanza nell'Antico Egitto, dove la popolazione la beveva fin dall'infanzia, considerandola anche un alimento e una medicina. In Sardegna affermano che i Nuragici producevano birra sin dal 1350-1200 a.C.I veri artefici della diffusione della bevanda in Europa furono però le tribù germaniche e celtiche. Molti non riconoscerebbero come "birra" ciò che bevevano i primi abitanti dell'Europa, in quanto le prime birre conte-nevano ancora i prodotti da cui proveniva l'amido. Il luppolo come ingrediente della birra fu menzionato per la prima volta solo nell'822 da un abate carolingio.Fu proprio merito dei monasteri durante il Medioevo se avvenne il salto di qualità nella produzione della be-vanda. Durante la rivoluzione industriale, la produzio-ne di birra passò da una dimensione artigianale a una prettamente industriale, e la manifattura domestica cessò di essere significativa a livello commerciale dalla fine del XIX secolo. Lo sviluppo di densimetri e termometri cambiò la fabbricazione della birra, permettendo al birraio più controlli sul processo e maggiori nozioni sul risultato finale. Inoltre, sempre nello stesso periodo, furono eseguiti studi specifici sul lievito, che permisero di produrre la birra a bassa fermentazione, di gran lunga la più diffusa nel mondo.

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