Convertitevi perchè il regno dei cieli è vicino

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E sperienze di V ita E sperienze di V ita Periodico della Comunità Piccolo Gruppo di Cristo n. 147 - anno XXXI Febbraio 2010 “Convertitevi perchè il regno dei cieli è vicino” (Mt.3,2)

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Dallo scorso novembre il Responsabile generale ci invita alla conversione giornaliera e a compiere le fatiche -meditazione, purificazione, preghiera incessante - necessarie a ogni discepolo di Cristo per far morire l'uomo vecchio e acquisire una nuova umanità in lui. Nel tempo di Quaresima il richiamo a convertirci e a credere al Vangelo diventa ancora più forte. Ecco quindi "a fagiolo" varie riflessioni sul sacramento della Riconciliazione e dei suggerimenti su come viverlo. Gli auguri del Cardinale Carlo Maria Martini per il 2010, che abbiamo trascritto, sono speciali, sarebbero cioè da meditare parola per parola: contengono un invito al sacrificio, alla dedizione evangelica, a una testimonianza gioiosa e coraggiosa.

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EsperienzediVitaEsperienzediVita Periodico della Comunità

Piccolo Gruppo di Criston. 147 - anno XXXI

Febbraio 2010

“ Coonvertitevi

perchè ill

regnoo dei cielli

è vicinoo”((MMtt..33,,22))

4 Il peccato: rifiuto dell'Amore

7 Un cordiale saluto da ...

8 La gioia di ritornare incontro al Padre

10 Lo scarabocchio

12 Il sacramento della riconciliazione

13 Incontro con la misericordia del Padre

15 Il mondo diventerà un giardino

17 Pensieri inerenti alla confessione

20 L’obbedienza

23 Una finestra sul mondo d’oggi

26 La voce di chi è sempre con me

29 Una storiella di Natale

31 Quanta strada ancora

32 Una luce nel buio

34 È accaduto

Sommario

Dallo scorso novembre ilResponsabile generale ci invitaalla conversione giornaliera e acompiere le “fatiche spirituali”-meditazione, puri f icazione,preghiera incessante - necessariea ogni discepolo di Cristo per farmorire l'uomo vecchio eacquisire una nuova umanità inlui. Nel tempo di Quaresima ilrichiamo a convertirci e acredere al Vangelo diventaancora più forte. Ecco quindi "afagiolo" varie riflessioni sulsacramento della Riconciliazionee dei suggerimenti su comeviverlo. Gli auguri del Cardinale CarloMaria Martini per il 2010, cheabbiamo trascritto, sonospeciali, sarebbero cioè dameditare parola per parola:contengono un invito alsacrificio, alla dedizioneevangelica, a una testimonianzagioiosa e coraggiosa.

Una buona santa Quaresimadalla Redazione.

In questo numero...

In occasione degli Esercizi spirituali aCapiago dal 28 al 30 agosto 2009, siamostati aiutati dal Responsabile Generale avivere intensamente il momento dellaliturgia penitenziale, in preparazione allaSanta Confessione. Giancarlo ci ha propo-sto una riflessione, tratta da una suameditazione di un testo di Santa Caterinada Siena.La proponiamo all'attenzione dei fratelli esorelle, perché possa aiutare ognuno dinoi a ricevere il sacramento della Peniten-za.

Care sorelle e cari fratelli,pensando al peccato di Adamo

e di Eva, mi sembra di leggerlo in unmodo un po' astratto. Riflettendo sullareazione di Dio, mi è apparsa moltoforte, quasi esagerata: addirittura limanda fuori dal paradiso terrestre.Pensando alla vicenda di Caino e diAbele, quello che Caino ha fatto a suofratello a tutti noi appare orribile. Invece il Signore non è estremamenteduro con Caino, anzi gli dà un segnoperché gli altri, vedendolo, non gli fac-ciano del male: si può dire quindi che,in certo senso, lo protegga.Pensando alla storia di Davide ricor-diamo che aveva commesso un pec-cato grave e non ci risulta che avessemolto rimorso. Il profeta Natan gli portala Parola di Dio e gli racconta una sto-ria: un tale aveva tante pecore ed eraandato a rubare l'unica pecora di unaltro. Poi Natan chiede a Davide checosa, secondo lui, meritasse quelladro. E Davide risponde "La morte". A

questo punto Natan rivela "Quell'uomosei tu!". Notate bene che il Signore nonrimprovera Davide di essere statoimpuro e omicida nei confronti di Urial'Ittita, ma gli rimprovera di esserestato senza misericordia nei confrontidi Uria ( che aveva una sola moglie elui gliela aveva portata via!). È anchevero che Bersabea (la moglie di Uria)lo aveva tentato, ma lui non avevaavuto cuore, perché altrimenti nonavrebbe portato via l'unica moglie delsuo fidato luogotenente, che era alfronte a combattere per lui. A quelpunto Davide capisce di avere sbaglia-to (non sempre noi arriviamo a questochiarimento) e dice: "il mio peccato mista sempre dinanzi".Questi tre episodi biblici ci fanno com-prendere che, in fondo, la nostra sen-sibilità al peccato non è quella di Dio.Ci si chiede allora come mai il peccatodi Adamo e di Eva è, agli occhi delSignore, più grave di quello di Cainoche ha ucciso il fratello e si arriva acomprendere che il peccato di Adamoe di Eva ha rotto una relazione stupen-da e amorosa con Dio.Se leggiamo la storia di Mosè vediamoche non è entrato nella terra promessae che è morto vedendola solo da lonta-no, perché un giorno si è lasciatoandare a qualche atto di scoraggia-mento e aveva dubitato di Dio.Anche qui, se mettiamo in conto tuttoquello che aveva fatto Mosé, ci sem-bra sproporzionata la punizione di Dio.Allora comprendiamo che qualsiasipeccato che è rifiuto dell'amore (qual-

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Il Responsabile generale

IL PECCATO

RIFIUTO DELL'AMORE

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siasi amore sia, e qualsiasi rifiuto sia)è estremamente grave per Dio. Tuttele volte che ci si prospetta la possibilitàdi crescere nell'Amore, di capirsi unpo' di più, di permettere all'Amore dientrare un po' di più dentro di noi e noirifiutiamo, questo rifiuto diventa lacausa di tutti gli altri nostri peccati.Per questo non c'è proporzione tra glialtri peccati e il peccato del rifiuto all'A-more.Questo peccato, tra l'altro, è completa-mente invisibile.Chi può leggere nel cuore di una per-sona quando ha deciso di non distur-barsi troppo a capire che cos'è l'Amo-re? Solo Dio può leggere nel cuoredell'uomo, perché è lui che lo ha crea-to .Quando noi pecchiamo e non cidispiacciamo del nostro peccato,andiamo contro l'amore.Se dopo aver peccato nasce in noi lacontrizione, il peccato è meno grave.Se manca la contrizione, allora il pec-cato è grave!È abbastanza chiaro che per compren-dere che cos'è il peccato occorre capi-re che cos'è l'amore.L'amore nasce spontaneamente nellamisura in cui viene conosciuta la bontàdi Dio.Nella Pentecoste lo Spirito santo (cheè l'amore fattosi persona nel Padre enel Figlio) scende sotto forma di linguedi fuoco. Questo vuol dire che l'amoredi Dio ha questa capacità, come ilfuoco, di trasformare l'anima che siunisce a questo amore attraverso ildesiderio. Ma non siamo noi che dob-biamo metterci a desiderare. Il deside-rio è un dono da chiedere nella pre-ghiera.Chiediamo la grazia di conoscere labontà di Dio, di crescere nell'Amore,di essere misericordiosi e di avere la

stessa sensibilità di Dio verso il pecca-to.

Giancarlo Bassanini

Questo intervento di Bassanini potrebbeaiutarci a riflettere sulla "confessione",come una delle "pratiche" più importantidella nostra vita: come la viviamo? Qualifatiche incontriamo? Quale aiuto, qualiemozioni?

Al termine di quella giornata un'altra sor-presa ci è stata fatta: la voce gentile e gio-vane di Anna Baldo ci ha proposto lospunto per l'esame di coscienza, utilizzan-do una traccia preparata da un fratello,in occasione di un altro corso di Esercizispirituali. Ci è parsa molto "nuova e gioio-sa", perché ha parlato il Signore ad ognu-no di noi con amore accogliente.

ESAME DI COSCIENZAESAME DI COSCIENZA

- Il Signore Gesù ci ringrazia peressere venuti qui, a fare gli Esercizispirituali, per aver sacrificato questigiorni per Lui, perché potesse farsivicino a noi e parlare al nostro cuoreed aiutarci nella vita. Per qualcunosarà stato difficile avere il permessodal lavoro, per altri l'aver sacrificato lafamiglia ed i figli, per altri ancora il nonaver potuto riposare, magari facendouna piccola vacanza.Lui ci vuole ripagare di tutto questo,con la grazia di questi giorni.

- Il Signore ci ringrazia per averascoltato la Sua Parola, nella difficoltàdi stare attenti, concentrati, ben sapen-do che non è facile, con tutti i pensieri,le preoccupazioni, la stanchezza.Forse non siamo sempre riusciti adascoltarlo nella meditazione, nella let-tura, nella liturgia, ma Lui ci rassicurache ci vuole bene, che domani, neiprossimi giorni, sarà ancora lì, ci verràaccanto, affinché possa sempre rac-contarci, suggerirci qualcosa di bello,un consiglio utile, un sostegno, forsesolo scaldarci il cuore con la Sua pre-senza, darci speranza.

- Il Signore Gesù ci ringraziaperché lo abbiamo voluto incontrarenel suo desiderio di comunicarci laSua misericordia. Lui ci conosce, Luisa che, se anche abbiamo mancato,gli vogliamo bene. In noi è presentenel cuore la volontà di fare il bene, divoler stare con Lui al di là delle nostrefragilità.

- Il Signore ci ringrazia per averpartecipato alla Sua offerta. Ci ringra-zia perché il Suo sacrificio non è stato

inutile e ancora oggi, nelle difficoltà delnostro tempo, c'è qualcuno, un grup-po, che lo accoglie nel proprio cuore,per portare Lui per le strade delmondo, affinché possa operare e farconoscere l'amore del Padre nell'atte-sa del ritorno alla vera e definitivacasa.

- Il Signore Gesù ci ringrazia peraver rispettato il silenzio malgrado nonci si veda mai ed in noi c'è il desideriodi stare insieme, di dirci le nostre cose.Ci rassicura che se anche abbiamotrasgredito a questa regola, Lui non siè offeso ma ne ha approfittato per dirciqualcosa, per farci sentire quanto civuole bene tramite i fratelli che ci hamesso accanto.

- Il Signore ci ringrazia di nonaver pensato solo a noi stessi, ma diaver rivolto le nostre preghiere alPadre per i nostri cari, per i nostri mortie per tutti coloro di cui siamo preoccu-pati e che portiamo nel cuore.Le stesse preghiere che Lui facevaquando era presente tra noi e mai sidimenticava della sofferenza dell'uo-mo.

Di fronte ad un Dio così, come nongioire e ringraziarlo a nostra volta,comunicandogli la nostra debole pre-ghiera, esprimendogli la nostra lodeper la bellezza della nostra chiamataPer questo diciamo.... GLORIA

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Il Responsabile generale

In occasione del Natale Ireos ha fattovisita al Card. Carlo Maria Martini.Al termine dell’incontro il Cardinale haespresso con queste parole la sua vici-nanza ed il suo affetto di pastore benedi-cendo tutto il Piccolo Gruppo.

" Sono qui vicino al carissimo amicoIreos Della Savia , che amo molto eche stimo molto, estendo un salutocordiale a tutti i membri del PiccoloGruppo di Cristo. Apprezzo molto la vostra spiritualità,il vostro spirito di sacrificio, la vostradedizione evangelica. E quindi viauguro di andare avanti in questoNatale e in questo anno prossimo congrande gioia e grande forza. E pregateanche per me. Vi ricordo e vi benedico. Grazie ."

Un cordiale saluto da...

7Esperienze di vita

8 Esperienze di vita

Riflessioni

La gioia di ritornare incontroal Padre

"Come la cerva anela ai corsi d'acqua,così l'anima mia anela a te , o Dio."(Sal.41(42)Più vado avanti nella vita, più sonoconsapevole del mio peccato, dellemie infedeltà, della mia poca fede epiù vedo le mie mancanze di carità eamore, i frutti dell'orgoglio.Chiedo a Gesù, come nelle litanie del-l'umiltà, la costante memoria dei mieipeccati e la cognizione del mio nulla."Perché ti rattristi anima mia, perchésu di me gemi? Spera in Dio, ancorapotrò lodarlo, Lui, salvezza del miovolto e mio Dio". Sal.41(42)Quando sono triste Lui mi cerca e dice" Dove sei? Rispondo "Ho udito il tuopasso nel giardino: ho avuto paura ,perché sono nudo, e mi sononascosto". (Gen.3,9)La domanda non è come posso trova-re Dio, ma come posso farmi trovareda Lui. Non è come posso amare Dio,ma come posso lasciarmi amare. Sonoio che mi nascondo, Lui mi sta cercan-do.Quante volte, Signore, mi sono perdu-ta, quante volte Signore mi hai ritrova-ta?Quando prego chiedo al Signore cheaumenti la mia fede e la consapevo-lezza che il suo amore è più grandedel mio peccato e aspetto di trovarenella sua parola la sua voce che midice : "Perché hai paura, uomo di pocafede? Io sono sempre con te".La vita spirituale richiede un approfon-dimento costante e vigilante, che riani-mi la presenza di Dio nel nostro cuore,e tutto questo avviene attraverso la

preghiera, la meditazione, l'adorazio-ne.È nel nostro cuore che si svolge lalotta spirituale. La nostra mente, lanostra intelligenza in alcuni casi com-prendono le situazioni, ma il cuore siribella, rimane adirato, risentito.Il perdono di Dio è senza condizioni,proviene da un cuore che non doman-da nulla per se stesso.Ispiraci, Signore, ad anelare a te sem-pre, come la cerva anela ai corsi d'ac-qua, fa' che sentiamo la calma ristora-trice del tuo perdono, fa' che riposia-mo nell'abbraccio del tuo perdono.Spesso non ho un cuore che cercasempre Gesù e per questo i miei occhinon lo vedono e le mie orecchie non loascoltano. Il nostro amore per Luimolte volte è asfittico, incapace divedere gli imprevedibili spazi d'amoredi Dio nei quali abbandonarsi senzariserve.Chi non decide in cuor suo di conver-tirsi è destinato a regredire.Come Pietro anche noi scivoliamo insottilissimi rinnegamenti quando siamoin un ambiente ostile o semplicementeironico. Pietro piange amaramente e ilpianto è il grande segno della conver-sione. Da un pianto sincero puònascere la sconfitta salutare dei nostriinamovibili orgogli, dalle lacrime puònascere il più tenero degli incontri conla bontà di Dio che ci guarisce e ci fanuovi."Ecco io ti tolgo di dosso il peccato;fatti rivestire di abiti da festa". (Zc 3,4)Gesù ci invita ad un banchetto gioioso:"Venite alle nozze" ma molti di noi non

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se ne curano, sono troppo presi dailoro affari. Questo invito al banchetto èun invito all'intimità con Dio.Dio ci invita a gioire con Lui."Rallegratevi con me", dice il pastore,"perché ho trovato la mia pecora cheera perduta"."Facciamo festa" dice il Padre "perchéquesto mio figlio era perduto ed è statoritrovato".Dobbiamo imparare a gioiredi appartenere alla famiglia di Dio.Lo spazio d'amore più importante nelquale abbandonarsi alla misericordia èla confessione. Nel sacramento dellariconciliazione la cosa più importante èincontrarsi con Cristo, essere toccatidalla sua potenza guaritrice.Non dobbiamo scoraggiarci perchéentrando nell ' intimo della nostracoscienza vediamo il ripetersi deinostri peccati, ma pregando imploria-mo la luce che guarisce i nostri disordi-ni e le nostre piaghe. La guarigionespirituale è una forza che Cristo infon-de nella nostra vita e che richiede lanostra collaborazione, la nostra con-versione e la conversione è solo l'iniziodi un cammino nella fedeltà. Il sacramento della confessione è unincontro reale nella fede con Cristo, equesto incontro toccherà la nostravolontà. Mettendoci di fronte al suoamore con profondità ci accorgiamoche è Lui che ci ama e ci perdonasempre e da questo amore possiamofar partire il nostro pentimento. Espri-miamo a Cristo il nostro ringraziamen-to come il lebbroso guarito e dichiaria-mo la nostra speranza e abbandono aLui. Non è un incontro in cui sia perforza toccata la nostra sensibilità, anzi,a volte non riusciamo ad aprire ilnostro cuore alla lode perché nonconosciamo il confessore o per altrimotivi come stanchezza, mancanza dipreparazione al sacramento, fretta,nervosismo.

Sarebbe bello, in alcuni momenti piùimportanti, come la preparazione all'E-remo, ai primi voti e ai voti perpetui,poter fare una preparazione sacra-mentale più approfondita e confessarsida un sacerdote che conosce la spiri-tualità della nostra vocazione, perchéin questo modo il nostro cuore potràmettersi di fronte all'amore di Cristocon molta profondità e ricevere la gra-zia di un aiuto per la nostra conversio-ne e il nostro cammino vocazionale nelPiccolo Gruppo di Cristo.Cristo si è fatto uomo per salvarci e noidesideriamo salvarci. Lui è il nostrorifugio, la sorgente d'acqua per la vitaeterna, la luce che vince le tenebre."Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio .È in Te la sorgente della vita, alla tualuce vediamo la luce". Sal. 35Cristo ci chiede l'amore senza misuraper il più debole, il più povero, il più dif-ficile. E non ce lo chiede come se noiavessimo il diritto di stare piegati sulleferite dei fratelli dalla vetta delle nostreperfezioni raggiunte, ma come poveriaccanto ad altri poveri.Cristo ci offre il perdono e la guarigio-ne e vuole elevare questi doni a fontedi gioia.Dobbiamo imparare a gioire di appar-tenere alla famiglia di Dio, dobbiamofarci piccoli, umili e poveri, puri e obbe-dienti figli di un Padre che ci amaimmensamente.Donami Signore di vivere con carità eamore per ricomporre la comunione,l'unità da te implorata prima della pas-sione: "perché siano una cosa solacon noi". (Giov.17)

Rosalba Beatrice

Oltre alla parola dalla Bibbia (citata nell'articolo),ho letto e preso spunto anche dal libro "L'ora dellaconversione" di Valerio Mannucci e "Una sola cosanecessaria : Vivere una vita di preghiera" di HenriJ.M. Nouwen.

Una stanza del mio ufficio è statasoprannominata: la stanza del "biancoe nero", a motivo della presenza didiversi quadri su tela bianca con mac-chie nere e su tela nera con macchiebianche.Questi quadri mi hanno sempre fattopensare al cuore di ciascuno origina-riamente puro, senza peccato origina-le, che gradualmente, quotidianamentesi macchia di peccati. Se il cuore di carne si lascia conquista-re dalla concupiscenza, man mano inostri cuori diventano come le telenere, sulle quali si trovano piccole trac-ce bianche, che ricordano come in ori-gine era il nostro cuore. Uno di questiquadri, di arte moderna e contempora-nea, è molto particolare: vi è rappre-sentato un vero e proprio scarabocchiosu un'enorme tela bianca; un semplicescarabocchio a cerchi concentrici, diquelli che si tende a fare quando si hauna penna e un pezzo di carta sottomano e si è sulla propria scrivania apensare o al telefono in attesa chequalcuno risponda. La particolarità èche è fatto di piccoli spilli, posti l'unoaccanto all'altro, inseriti ed uniti dallemani dell'artista, con esattezza, concura, con pazienza, con precisione,con fiducia e passione nel voler darevita ad un'opera, la sua opera. Anche questo quadro mi fa pensare acome il peccato, rappresentato daquesti spilli raccolti di seguito, ad unoad uno, modifichi la nostra anima, ilnostro cuore.Il bello è avvenuto un giorno quandoun bimbo piccolo tra le braccia del suopapà, che era in attesa in questa sala,

con la sua spontaneità e semplicità siè avvicinato a quel quadro e toccando-lo con le sue manine cercava di toglie-re quelle rotondità che sentiva sotto lesue dita…non sapendo infatti chequelle palline nascondevano uno spillolungo che perforava la tela, da parte aparte. Era gioioso ed entusiasta nelfare quel nuovo gioco…"Gli spilli", cioè i nostri peccati, ad unoad uno, giorno per giorno, disegnanouno "scarabocchio" sulla nostra animae perforano il nostro cuore, deturpanoil nostro volto e modificano il nostroagire nel mondo. Proprio l'azione di quel bambino inbraccio al suo papà mi ha fatto pensa-re all'azione del sacerdote durante laconfessione e a Gesù, che lo accom-pagna durante il sacramento. Il confessore per grazia, delicatamentee con amore, sostenuto da Gesù, si fastrumento e canale di Amore, ci acco-glie e ci ascolta, toglie e cancella inostri peccati, con gli stessi sentimentiche l'artista ha avuto nel creare la suaopera.La confessione è per me un'incontrod'amore, è il parlare faccia a faccia conil Signore, è l'avvicinarsi della miaanima in "bianco e nero", del miocuore "scarabocchiato" al suo, chevuole ardentemente che io ridiventi asua immagine e somiglianza, ridiventicome una tela bianca…senza segniche deturpino il mio volto, senza buchi,senza macchie. Il Signore cerca contutto il suo Amore di sanarmi e liberar-mi dal peccato. La mia fragilità umanami porta a peccare ogni giorno in pic-cole e grandi cose, ma la gioia e la

10 Esperienze di vita

Riflessioni

Lo scarabocchio

pace che sento ogni volta che vado almio "incontro" con Lui nel confessiona-le mi danno la forza di essere puntualeal mio appuntamento quindicinale.Sento la sua mano (come quella delpiccolo bimbo nella stanza "bianco enero") delicata ed ansiosa ad "allegge-rire" il mio cuore affaticato, a liberarmidal dolore e dalla pena, per donarmi ilsuo Amore.Dono immenso per noi sono i sacerdo-ti, che durante il nostro cammino ciamministrano il sacramento della con-fessione, grande grazia è trovarne unoche conoscendoci nel nostro percorsoquotidiano diventa il nostro Confessoreabituale, perché ci aiuta a crescere nelcammino spirituale.Spesso nella mia Parrocchia si recita

una preghiera per i confessori: si affi-dano a Maria Vergine e Madre i primiconfessori, gli attuali confessori e quel-li che ci confesseranno nella nostraultima ora."Pietà di me o Dio, nel tuo grandeamore cancella il mio peccato, lava-mi…mondami…purificami…Fammisentire gioia e letizia…Crea in me oDio un cuore puro, non respingermidalla tua presenza e non privarmi deltuo santo Spirito…Uno spirito contritoè sacrificio a Dio, un cuore affranto eumiliato tu o Dio non disprezzi.." (dalSalmo 50)

Nadia Quattrucci

11Esperienze di vita

Nei cinque anni in cui sono stato Inca-ricato generale dell'aspirantato, hoavuto modo di fare molti colloqui spiri-tuali con le tante persone che si sonoavvicinate alla nostra Comunità.Una delle difficoltà che ho riscontratonella maggior parte delle persone conle quali sono entrato in relazione èl'approccio al sacramento della riconci-liazione.Anzitutto la difficoltà di trovare un con-fessore stabile e spiritualmente attentoal cammino del penitente, poi la diffi-coltà ad aprirsi al confessore, non ulti-ma la fatica di comprendere il significa-to della confessione.Personalmente considero il sacramen-to della riconciliazione come un rien-trare nella vasca battesimale con ilcapo piegato in segno di umiltà, comeun ritorno alla casa del Padre, come illuogo concreto nel quale faccio espe-rienza dell'amore misericordioso delPadre. Supero la difficoltà di aprirmi al confes-sore considerando che nel confessio-nale non c'è l'uomo-sacerdote, maGesù. Gesù si identifica totalmentecon il confessore, ha scritto suor Fau-stina Kowalska nel suo "Diario". Allorasto molto attento a cogliere che cosa ilSacerdote mi dice, pensando che queisuggerimenti sono i suggerimenti diGesù per me.Tanto più mi accuso, tanto più confes-so i miei peccati e tanto più Gesù faluce negli angoli bui del mio cuore,dove nascondo la mia inclinazione almale.Tanto più mi rendo conto della mia fra-gilità e della mia pochezza, tanto più la

grazia di Dio opera in me e fa grandicose.Per ottenere la grazia di un confessoreche sappia far volare la nostra animaincontro al Signore occorre pregaremolto e avere molta pazienza: così èstato per i santi e così sarà anche pernoi poveri peccatori.Nei tempi forti della vita cristiana per-sonalmente mi confesso una volta allasettimana. La confessione mi aiuta acrescere nella sensibilità spirituale.Dalla confessione traggo l'aiuto persuperare le mie fragilità, che sonoquasi sempre le stesse e che mi umi-liano nell'accusarle ogni volta.Più mi confesso e più scopro l'amoredi Dio per me, che ogni volta mi farealtà nuova.

Giancarlo Bassanini

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Riflessioni

Il sacramento della riconciliazione

13Esperienze di vita

" I l Signore Gesù Cristo, medicode l le nost re an ime e de i nost r icorpi, colui che ha rimesso i pec-cati al paralit ico e gli ha reso lasalute del corpo, ha voluto che lasua Chiesa cont inui, nel la forzadello Spirito Santo, la sua opera diguarigione e di salvezza, anchepresso le proprie membra".Così rec i ta i l Catech ismo de l laChiesa Cattolica al n.1421.Rileggendo questo passo, ciò chemi commuove è proprio il miracoloesistenziale di guarigione e di sal-vezza che accompagna tu t ta lanostra vita di credenti che ci acco-stiamo alla confessione, perché miparla di amore infinito, incommen-surabi le de l S ignore per le suecrea ture , cos ì p rez iose a i suo iocchi, per le quali continua a darela vita.Vivere il sacramento della riconci-liazione o penitenza è incontrare ilPadre della misericordia che gua-risce, risana, libera, trasforma lanostra esistenza.Di fronte a questo dono di Cristo,la cui grandezza e bellezza forsenon riusciremo mai ad approfondi-re e apprezzare pienamente, c'èsolo da contemplare, ringraziare,rendere lode.Di confessione in confessione, nelcorso del tempo, possiamo coglie-re come l 'Amore miser icordiosoabbracci la nostra vita e ci att ir isempre p iù a sé, a t t raverso uncammino d i spogl iaz ione d i no istessi e di affidamento a Lui sem-

pre più totale, per incontrarci inquello spazio del cuore dove piùintense sono le nostre contraddi-zioni e fragilità.È lì, infatti, nello spazio del cuoreche t u t t o avv i ene : i l p rez i ososcambio tra la nostra povertà, i lmale che noi confessiamo, e lasua Onnipotenza che lo brucia nelsuo amore, spezza le nostre cate-ne, ridona la pace e la libertà difigli di Dio.Certo è importante confessare sin-golarmente i peccati, ciò che nonva nella nostra vita alla luce deicomandamenti e dei precetti evan-ge l i c i ma , come c i r i co rdava i lsace rdo te ne l l ' u l t i mo co r so d ieserc iz i sp i r i tua l i , è impor tanteconcentrarci non tanto sugl i att iesterior i quanto piuttosto su ciòche non è immediatamente visibi-le, e sta a monte, chiedendo a Diola luce necessaria per verif icarel'orientamento del cuore, la nostradisposizione intima. È necessarioch i ede rc i ad ogn i esame d icoscienza: che cosa, chi st iamocercando, quale posto occupa Dionella nostra vita. È Lui il Signore?E noi s t iamo cercando pr ima ditutto il suo regno?L 'evange l is ta Marco c i r i corda:"Da l d i den t ro , in fa t t i , c ioè da lcuo re deg l i uom i n i , escono l eintenzioni cat t ive…Tutte questecose cattive vengono fuori dal diden t r o e con tam i nano l ' uomo"(Mc.7,21-23) perché sono radicatenell 'amore di sé, nel l 'amore al la

Confessione, incontro con la misericordiadel Padre

propria volontà; per questo dob-b iamo fa r c i ba t t ezza re ne l p i ùprofondo di noi stessi. Accennavoprima al lo spazio del cuore: l ì i lSignore ci incontra, ci illumina, cidona i suoi occhi, ci corregge, "fala piaga e la fascia, ferisce e lasua mano risana".La radice del male è nel cuore diogni uomo, è in me. Solo coglien-dola, con l'aiuto della grazia pos-siamo scoprirla e liberarcene."Dammi il tuo cuore" dice il Signo-re . Donarg l i i l cuore , la nos t rarealtà più profonda, che solo Luiconosce, significa consentirgli dicompiere in noi l'opera sua perchésempre più possiamo essere suapresenza nel mondo.Noi siamo suoi e coloro che Cristoama Egli anche purif ica da tuttociò che non è Lui. Rendiamo gra-

zie alla divina misericordia per ildono della Confessione, sorgentedi libertà, di pace e di gioia.Gesù m i t e e um i l e d i cuo re c iguida in questo cammino, viene innoi con la sua grazia e c i d ice:" Imparate da me…Sono con voitutti i giorni…"Sì, è accanto, è dentro la nostrastoria di debolezza e di miseria,risponde al grido del nostro cuore,non si allontana e non si stancaperché ci ama di amore eterno.

Rosa Pozzobon

Riflessioni

14 Esperienze di vita

15Esperienze di vita

Pensieri su il bene e il male, sui peccati ela confessione tratti liberamente dal librodi Carlo Maria Martini "LLee aallii ddeellllaalliibbeerrttàà""

Il Cardinale in questi esercizi spiritualiimpostati sulla Lettera ai Romani diSan Paolo e rivolti ai sacerdoti, manon solo a loro, affronta in due capitoliil tema del male e del bene e distinguei peccati in: peccati sociali (sperequazioni econo-miche, culturali e sociali, frutto di unsistema ingiusto di cui facciamo parte;peccati collettivi (indotti dalla moda edalla mentalità corrente: ciò che dicela gente, la televisione e i mass media;indotti dalle tradizioni di famiglia odalla cultura quando ci obbligano arispettare convenzioni e abitudini con-trarie al Vangelo. Vi rientrano anche ilfatto di dire ciò che alla gente fa piace-re sentire e le cosiddette nevrosi,peccati difficili da individuare);peccati personali( cioè quelli di cui ciaccusiamo normalmente nella nostraconfessione e che troviamo elencati inMarco 7, 21-22: fornicazioni e impudi-cizia, adulteri, furti, omicidi, cupidigie,invidie e calunnie, malvagità, inganni efinzioni, stoltezza). Il Cardinale dà su questi ultimi dueavvertimenti: 1) dentro di noi c'è la possibilità dicompierli tutti, quindi non diciamo chenon ci riguardano; 2) nella storia del mondo e anche dellaChiesa sono stati commessi tutti, quin-di ci toccano, sono possibili.Ma, e qui sta la prospettiva positiva

che evidenzia, accanto al mistero delmale che ha radici dentro il cuore e simanifesta nel mondo è sempre all'ope-ra misteriosamente la Provvidenza diDio e la sua Misericordia, che noi invo-chiamo nella preghiera e nella confes-sione. Sta al cristiano quindi di intuire,con l'aiuto del Signore e la sua grazia,il mistero del male per poterlo fuggirecon orrore e di far prevalere dentro disé la scelta del bene, per una veraconversione. Non è necessario che l'unione con ilSignore sia sensibile. È indispensabilevolerlo amare sempre, anche oltre iltempo dedicato alle pratiche di pre-ghiera. Dobbiamo convincerci che Dio ci amasempre giorno e notte e perciò a noi èchiesto di contraccambiarlo. Restandoavvinti a lui è più difficile tradirlo, men-tre è più facile essere sereni in ognicircostanza, anche quando essa puòessere pesante da portare.Nella tradizione di Sant'Ignazio, Martiniinvita i preti, ma questo vale ancheper noi consacrati, ad esaminarci suldisordine nella vita, che non è veropeccato, ma confusione, per rimettereordine e così rispondere davvero allachiamata ricevuta. Quante volte ce lohanno suggerito Ireos e i nostriresponsabili in Comunità! Il Cardinale evidenzia quattro disordini:nell'orario (invita a fare una program-mazione a rovescio, cioé a partire dal-l'orario serale in cui si va a letto perprevedere l'orario in cui ci si alza, si fameditazione, si va a Messa, ecc.);negli impegni (sono da ordinare,occorre cioè stabilire un ordine di prio-

IL MONDO DIVENTERÀ UN GIARDINO

rità e decidere, con discernimento,quelli importanti e quelli meno e preve-dere una mezza giornata libera allasettimana da dedicare alla solitudine ealla preghiera); negli interessi. Sisuggerisce questo proposito di essereben aggiornati e quindi l'importanza dibuone letture religiose, filosofiche eculturali. Anche Ireos ce le ha consi-gliate ultimamente, perché siamo laicichiamati a operare nel mondo. Bella l’i-dea del Cardinale di un quaderno incui riassumere quotidianamente glistati d'animo, gli avvenimenti, le vittoriee le sconfitte, per mettere davanti alSignore la nostra giornata. Ho pensatosia un modo per fare l 'esame dicoscienzaL'ultimo disordine è relativo alla con-fessione.Il Card. Martini mette in guardia da dueerrori: 1) pensare che una confessionesia più facile se è più rara. A volte lo si può ritenere, anche senella nostra spiritualità siamo invitati aconfessarci una volta ogni quindicigiorni. Ebbene il Cardinale conferma:

una confessione tanto più è frequentetanto più è facile; 2) pensare che unaconfessione sia più efficace quando èpiù breve. "Al contrario è più facilequando è un po' più prolungata e arti-colata; quando non solo ci accusiamodelle colpe formali ma cominciamo colringraziamento a Dio e mettiamo sultavolo anche i nostri disordini, le nostrevanità, le nostre mondanità, le nostreantipatie, le nostre paure, le nostrevigliaccherie e le lasciamo purificaredalla grazia. Questa è una confessioneche aiuta molto perché non è caratte-rizzata dalla fretta e dalla superficia-lità", conclude Martini. "Se cambia qualcosa dentro di noi",sostiene infatti Martini, "allora il cam-biamento si vedrà fuori di noi...e ilmondo diventerà un giardino". È, conaltre parole, il richiamo del PiccoloGruppo a vivere in unione a Cristo perconformarci a lui e testimoniarlo conl'esempio.

Vilma Cazzulani

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Riflessioni

17Esperienze di vita

Spunti di riflessione sulla S. Confessione,sul Bene e il Male, e sulla Conversione

Dal "Dialogo della Divina provviden-za" S.Caterina da Siena Ed. Cantagalli1988 Siena

…La divina carità conosceva l'infer-mità e fragilità dell'uomo, per le qualipecca, non quasi che sia costrettodalla fragilità o da altro a commetterela colpa se non vuole, ma fragile comeegli è, cade nella colpa del peccatomortale, per la quale perde la graziaricevuta nel S.Battesimo in virtù delSangue. Perciò fu bisogno che provve-desse a lasciare agli uomini come uncontinuo Battesimo di sangue. Esso siriceve con la contrizione del cuore econ la santa confessione: confessan-dosi, quando si può, ai miei ministriche tengono la chiave del Sangue….…sicchè tu vedi come sia continuoquesto Battesimo, nel quale l'anima hada battezzarsi fino all'ultimo. In esso tuarrivi a conoscere che la mia sofferen-za in croce fu finita, ma il frutto dellapena, che voi ricevete da me, è infini-to. (Dal capitolo 75 pag.152).

Da "Emergenza educativa e oblio delperdono" di G.Vico (Professore ordi-nario di Pedagogia generale presso l'U-niversità Cattolica di Milano). Ed.Vitae Pensiero 2009 Milano

…Il perdono è l'atto di chi, ingiusta-mente offeso, decide di ristabilire lacomunione con chi lo ha offeso. Il per-dono non cancella la realtà di ciò che èavvenuto …. Più semplicemente rista-

bilisce tra chi ha offeso e chi è statooffeso una tale comunione da doverdire che, tra i due, non vi è realmentepiù alcuna opposizione o contrasto. Il peccato investe il cuore a tal puntoche il suo perdono esige una realeconversione, la comunità cristianainsegnerà la necessità del perdono.Innanzi tutto a livello interpersonale:infatti "se voi non perdonerete agliuomini, neppure il Padre vostro perdo-nerà le vostre colpe" (Mt 6,15; cf.18,21-35); livello più alto, però, è quel-lo sacramentale (Gv 20,23): il potere dirimettere i peccati, proprio di Gesù (Mc2,10; Gv 1,33), passa da lui alla suacomunità (Mt 18,18; Gc 5,16). (pag112)

La riconciliazione con Dio, attraversola mediazione salvifica del VerboIncarnato, porta necessariamente allariconciliazione dell'uomo con se stes-so, cioè a ricostruire in sé l'immaginedi Dio, unico mezzo per ritrovare lapace.Infatti più cresce questa ricostruzionespirituale più l'uomo sperimenta lariconciliazione interiore.Da parte dell'uomo, la riconciliazionesta a significare l'accettazione del pro-getto di Dio… (pag. 114)

Il perdono è profezia del Regno, segnodell'azione dello Spirito, manifestazio-ne delle energie del Risorto, svela-mento dell'amore di Dio Padre. Rifles-so dell'amore trinitario di Dio, il perdo-no è partecipazione alla vittoria di Cri-sto sulla morte: se la resurrezione"dice" che la morte non ha l'ultima

Pensieri inerenti alla confessione

18 Esperienze di vita

Risonanze

parola, il perdono "dice" che il peccatonon ha l'ultima parola, non è la veritàdell'uomo. (pag.185)

"Memorie spirituali" di Pietro Favre(1542-1546) ( primo compagno diIgnazio di Loyola e primo prete for-matosi con la spiritualità Ignaziana).Ediz. Piemme 1990 Milano

…In un momento di elevazione dellamente, meditavo che Cristo siede alladestra di Dio Padre onnipotente evede anche con i suoi occhi umaniquanto male si fa sotto il sole, tutte leingratitudini, le malizie, le bestemmiecontro Dio. E provai una certa meravi-glia della gran pazienza e bontà pro-pria di Cristo, che tanto potere ha incielo e sulla terra. In modo consimilemeditai ciò che significa crocifiggerel'Agnello nella sua carne mortale,senza ponderare, o peggio disprez-zando che egli già regna e trionfa incielo. Perciò mi parve che nella suapazienza, colui che già vive e regna, siespanda nella bontà in proporzione delmale oppostogli.

Da "Quando il maestro parla alcuore", di Gaston Courtois (sacerdote,Figlio della Carità, Parigi 1897-1970).Ediz. San Paolo 2010 Milano

…Sii maggiormente in ascolto. Soltan-to io posso darti quella luce di cui haiun così urgente bisogno. Nella mialuce il tuo spirito si fortificherà, i tuoipensieri si chiariranno, i problemi siavvieranno a soluzione….…Vorrei servirmi di te in modo piùpieno. Per questo, orienta continua-mente la tua volontà verso di me. Spo-gliati di te stesso. Fatti una mentalità dimembro che ha soltanto me come

ragione e scopo della vita.…Raccontami la tua giornata . Certo iogià la conosco, ma mi piace sentirtelanarrare, come alla madre piace ilchiacchierio del suo bambino al ritornoda scuola. Esponimi i tuoi desideri, ituoi progetti, i tuoi fastidi, le tue diffi-coltà. Forse che non sono in grado diaiutarti a superarli?

"Atto di Venerazione all'Immacolata aPiazza di Spagna". Dal discorso delSanto Padre Benedetto XVI a Roma, 8dicembre 2009.

…La città è fatta di volti, ma purtroppole dinamiche collettive possono farcismarrire la percezione della loroprofondità. Vediamo tutto in superficie.Le persone diventano dei corpi, e que-sti corpi perdono l'anima, diventanocose, oggetti senza volto, scambiabilie consumabili. Maria Immacolata ciaiuta a riscoprire e difendere la profon-dità delle persone, perché in lei vi èperfetta trasparenza dell'anima e delcorpo. È la purezza in persona, nelsenso che spirito, anima e corpo sonoin lei pienamente coerenti tra di loro econ la volontà di Dio. La Madonna c'in-segna ad aprirci all'azione di Dio, perguardare gli altri come li guarda lui: apartire dal cuore. E a guardarli conmisericordia , con amore, con tenerez-za infinita, specialmente quelli più soli,disprezzati, sfruttati. "Dove abbondò ilpeccato, sovrabbondò la grazia".Voglio rendere omaggio pubblicamen-te a tutti coloro che in silenzio, non aparole ma con i fatti, si sforzano di pra-ticare questa legge evangelica dell'a-more che manda avanti il mondo.Sono tanti, anche qui a Roma, e rara-mente fanno notizia. Uomini e donne

di ogni età, che hanno capito che nonserve condannare, lamentarsi, recrimi-nare, ma vale di più rispondere al malecon il bene. Questo cambia le cose, omeglio, cambia le persone e, di conse-guenza migliora la società…

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"Voglio però che sappiate che di ogniuomo il capo è Cristo… e capo di Cri-sto è Dio" (1 Cor 11,3). Queste paroledi San Paolo riassumono bene il signi-ficato dell'obbedienza, tema su cui lacomunità romana del Piccolo Gruppodi Cristo si è fermata a riflettere nel riti-ro di inizio Avvento e scelto per iniziati-va di don Leone Messa, sacerdote cheaccompagna a vario titolo persone emomenti della nostra vita comunitaria.Quale senso ha l'obbedienza nellaChiesa e, nello specifico, nel nostrogruppo?

Il senso dell'obbedienza cristianaPer il mondo è molto facile fraintende-re l'obbedienza perché la società lagiudica una sciocca rinuncia alle pro-prie idee o persino alla propria perso-nalità in nome di un'imposizione ester-na forzata. Per dare invece una rispo-sta adeguata dobbiamo anzitutto risali-re alla radice dello scopo del nostrocammino: il senso del Piccolo Gruppodi Cristo, come quello di ogni altrogruppo che lo Spirito Santo suscitanella Chiesa, è aiutare il singolo cri-stiano a incarnare Gesù Cristo nellaconcretezza della propria vita quotidia-na. Altre motivazioni non reggono ilconfronto con questo fine e vannopurificate man mano che il cammino difede progredisce. Ogni uomo, anche ilpiù lontano dalla fede, è chiamato aessere segno di Dio e incarnare il Van-gelo che il Signore ci propone. Perciòè necessario distaccarsi da un'immagi-ne comoda e buonista di un Dio tran-quillo; il nostro è un Dio che provoca eci chiede di vivere i consigli evangelici

di povertà, castità e obbedienza, cisconvolge la vita per un progetto vera-mente alto, perché Egli sa che ci haresi capaci di poterlo fare. È necessa-rio tenere presente che una comunitàcristiana non deve essere idealizzata.In quanto vivente nella storia, la nostracomunità, come ogni altra, per quantosi sforzi di incarnare i valori del Vange-lo, non è immune alla zizzania delladiscordia, dell'invidia o delle mormora-zioni che ne avvinghiano i rapporti e lerelazioni tra i vari membri. Già SanPaolo dovette richiamare con forza lacomunità di Corinto, che appariva divi-sa e disordinata (cfr. 1 Cor 11-14).Quando ci capita di fare esperienzadel peccato all'interno della comunità,dobbiamo ricordare che la Chiesa èsanta non perché sia fatta di uominisanti, bensì perché essa è fondatasulla santità di Dio. È la santità di Cri-sto quella a cui aspiriamo ed è soltan-to Lui il modello della nostra vita spiri-tuale, privata e comunitaria!

Il significato dell'obbedienza nellacomunità del Piccolo Gruppo di CristoQuindi, se Cristo obbediente è il verti-ce della vita del cristiano, è evidenteche le altre due basi su cui essa pog-gia sono l'individuo con il suo IO e lacomunità che rappresenta il NOI, concui ogni membro del corpo della comu-nità interagisce.L'obbedienza non è passiva remissio-ne né rinuncia a prendere una decisio-ne, ma trova fondamento nell'incontrovivo e personale con Gesù. Da quiscaturisce la libertà di affidarsi allamediazione di un fratello maggiore nel

Riflessione

L'obbedienzacome la vede e la vive un giovane in cammino

21Esperienze di vita

cammino di fede per realizzare megliola volontà di Dio. Pur nei reciproci limitiumani, il rapporto tra il singolo e ilresponsabile rimane comunque affida-to all'azione dello Spirito Santo.Perché bisogna affidarsi alla cura diun'altra persona che potrebbe poten-zialmente avere stessi limiti e problemidi chi accompagna?All'interno della comunità una data per-sona, il responsabile, riceve il ministe-ro di consigliare, di aiutare a discerne-re e anche di correggere il fratello cheaccompagna. Quando quest'ultimoobbedisce al suo responsabile, nonrinuncia alla propria volontà per subor-dinarla alle disposizioni di un altro, masi propone di scoprire e realizzare lavolontà di Dio. È infatti evidente che,essendo inserit i nella storia, nonabbiamo una conoscenza diretta dellavolontà del Signore, ma il responsabi-le, svolgendo un ruolo di mediatore, ciaiuta a conoscerla, a capirla, a discer-nerla, perché il rischio di scambiarlacon i propri desideri è molto alto. Que-sto compito di mediazione del respon-sabile è fondamentale ed è riscontrabi-le anche nella struttura gerarchicadella Chiesa.

L'obbedienza nel mio cammino perso-nale e comunitario incontro a CristoQuesta meditazione è servita a interro-garmi personalmente sul mio rapportocon il consiglio evangelico dell'obbe-dienza. È appunto un consiglio, nonuna strada obbligata, ma sento chegradualmente mi aiuta a cercare di vin-cere i miei limiti, anche con degli sfor-zi, che voglio accettare per amore,sebbene non vi riesca sempre. Ricor-do che mio padre, quando piantava glialberelli di ulivo, poneva sempre unpaletto di legno ben conficcato nel ter-

reno accanto al giovane fusto dellapianticella, che non era in grado disostenersi da sé. Ricordo anche chepapà legava le piante con delicatezza,ma con nodi ben stretti: l'ulivo sarebbecresciuto dritto soltanto se aiutato dalpalo e dai nodi che lo assicuravano aesso. Questa è l'immagine che ho del-l'obbedienza evangelica. La mie sceltetendono a prendere numerose direzio-ni, tutte possibili, ma solo se salda-mente assicurata a Cristo la mia vitaporterà frutto. L'obbedienza sta nell'ac-cettare il nodo che il responsabile fa sudi me per legarmi a Dio. Per cercare di capire il progetto di Diosu di me, sto imparando ad avere l'u-miltà di verificare i miei desideri con ilmio responsabile e, per quanto abbiasperimentato ogni volta l'amorevolezzadi Dio nei suoi consigli, certamentenon è facile aprire il cuore. Finora nonmi è mai capitato che ciò che mi èstato chiesto contrastasse in manieraassoluta e inconciliabile con la mia ini-ziativa personale. Però, avverto cheDio sta cercando di fare continuamen-te delle microrivoluzioni nella mia vitapartendo dalla novità delle scelte quo-tidiane, apparentemente piccole e insi-gnificanti, ma che sono l'espressionedella mia persona (del mio cuore, perusare un linguaggio biblico). Se nonsarò stato capace di restare in adora-zione davanti all'Eucaristia per untempo adeguato, ogni giorno, saròcapace di restare concretamente conGesù durante tutta la mia vita in que-sto mondo? Per raggiungere questa costanzasento che sono necessarie fedeltà,pazienza e, naturalmente, obbedienza.Ad esempio, ho dovuto cominciare aimparare che un desiderio o un proget-to, per quanto sinceri mi possano sem-

brare, non sono necessariamentebuoni perché nascono spontanei nelmio cuore. Infatti, Gesù mi dice che"ciò che esce dalla bocca proviene dalcuore" (Mt 15, 18), ma mi ricordaanche che non tutto ciò che provienedal cuore è buono (cfr. Mt 15, 15-20).Discernere ciò che è meglio per la miavita non è semplice, perché il rischio diconfondere la verità con la spontaneitàdel cuore è molto alto. Per questomotivo non può bastare la felicità diun'emozione, spesso momentanea,per garantire che il mio desiderio siaveramente suscitato dalla volontà diDio, ossia il mio massimo bene.Come modello perfetto di obbedienzaa Dio, la Chiesa - e la comunità - mipropone la figura di Maria. Anche sesicuramente ha avuto una fiducia inDio incomparabilmente più grandedella mia, credo che Maria non abbiasempre capito del tutto i progetti e le

azioni di Gesù, come la Sua rispostaspiazzante di quando fu ritrovato ainsegnare tra i dottori del Tempio (Lc 2,48-50). Però Maria si è fidata! Haobbedito per amore: infatti, la sua pre-senza sotto la croce del Figlio, purnella dolorosa tragicità e nell'apparen-te assurdità, è un grande segno diobbedienza. Questo modello sono invi-tato a emulare. A volte credo che siaimpossibile da realizzare per me. Maqui sbaglio: è lo Spirito Santo che dàvita e realizza; a me sta soltanto lafedeltà alla Sua azione, ossia l'obbe-dienza fiduciosa che l'ultimo versodella Preghiera del Cammino mi ricor-da: "Signore, prendimi come sono efammi come tu mi vuoi".

Enrico De Angelis

22 Esperienze di vita

Riflessioni

23Esperienze di vita

Non è certo una novita' che molti di noi,anche secondo lo spirito suggerito dallaIcona Biblica, siano impegnati con discre-zione in attivita' sociali e di promozione eprossimita' umana e spirituale. Ma vor-remmo da questo numero in poi far cono-scere alcune di queste esperienze. Per chile fa ci auguriamo ne tragga incoraggia-mento e aiuto concreto per chi leggespunto per interventi simili.Per tuttiun’occasione di confronto.

Lo scorso 12 dicembre è stata inaugu-rata in via Jommelli 10 a Milano lanuova Accoglienza Notturna per iSenza Fissa Dimora. Ogni sera lacasa si aprirà per quattro Ospiti chetroveranno un Volontario ad accoglierli,una cena calda ed un comodo letto, edove soprattutto riceveranno attenzio-ne, considerazione ed ascolto. In quel-l'occasione la presidente dell'Associa-zione EFFATA' (Anna Pirola) ha rivol-to ai presenti alcune parole di ringra-ziamento e ha spiegato il senso diquesta nuova realtà, che viene adaffiancarsi al Centro Diurno portatoavanti, tra i vari volontari, dal nostrofratello Francesco Corda. "Grazie di essere presenti e di condivi-dere con la nostra Associazione que-sto momento di festa e di gioia", hadetto la Presidente e ha aggiunto:"Effatà-Apriti, sono le parole di Gesù:ci esortano ad aprire la mente ed ilcuore per vedere ed ascoltare larichiesta di aiuto di chi vive emargina-to, in povertà e solitudine. La nostraAssociazione ha fatto proprie questeparole e da ben 25 anni opera al servi-zio di anziani Senza Fissa Dimora.Abbiamo ritenuto e riteniamo tuttora

che le persone anziane siano le piùfragili e deboli, bisognose di aiuto perricostruire relazioni umane e sociali eriprendere ad essere i protagonistidella propria vita.Oggi siamo particolarmente felici, per-ché siamo riusciti a realizzare un pro-getto che ci ha visto tutti molto impe-gnati: il desiderio di offrire un'Acco-glienza Notturna più consona ai biso-gni dei nostri Ospiti e più accoglienteaffinché ciascuno si senta a casa pro-pria, circondato da affetto vero e dacalore sempre più simile a quello fami-liare, che quasi tutti hanno perso oaddirittura non hanno mai avuto".

Ma per capire meglio che cosa èEffatà ecco la presentazione fatta daFrancesco Corda durante l'incontrocon il Cardinale di Milano Dionigi Tetta-manzi avvenuto sempre in occasionedell'inaugurazione dell'appartamento divia Jommelli.

NOI CHI SIAMO

"Effatà-Apriti!" è un'Associa-zione ONLUS di volontari che si prefig-ge la promozione umana e sociale deipoveri Senza Fissa Dimora, uominianziani che si trovano in stato di gran-de indigenza.

L'Associazione nasce comeesigenza di solidarietà e di servizi... siprefigge il recupero ed il sostegno dipersone anziane, sole, senza dimora ocon problemi di emarginazione grave,ponendo attenzione innanzi tutto alleloro necessità più vere ed urgenti ericercando quindi soluzioni adeguate

Una finestra sul mondo d’oggi

ed efficaci per la loro promozioneumana e sociale, instaurando, con l'a-zione di gruppo più che del singolovolontario, rapporti di personale amici-zia, in un clima di fraterna collabora-zione, di reciproca fiducia e di solida-rietà. (Statuto, Art. 3)

Abbiamo iniziato ad operare nel 1984.Le nostre attività sono così articolate.

- La Cena del Martedì vuoleessere un momento conviviale, diincontro in amicizia, in un clima diserenità; è un momento fondamentaledi comunicazione con gli Ospiti. È l'oc-casione propizia per iniziare edapprofondire il rapporto di fiducia reci-proca.

- Durante la settimana, i Volonta-ri, secondo le proprie disponibilità ditempo, si impegnano ad essere viciniagli Amici là dove questi vivono, cer-cando di affrontare i loro problemi con-tingenti e di individuare soluzioni dura-ture per il recupero sociale.

- L'Accoglienza Notturna, nellasede dell'Associazione in via Jommelli,offre ricovero a quattro Ospiti per untempo limitato. In questo periodo, iVolontari dell'Associazione e l'Ospitecercano una soluzione al problemaabitativo, secondo un progetto pensatoinsieme, per i l suo reinserimentosociale. La permanenza in Accoglienza con-sente, a coloro che ne fossero sprovvi-sti, di riacquistare la residenza anagra-fica e, con essa lo status di cittadinocon tutti i suoi diritti ( assistenza sani-taria, pensione sociale, od un sussidiominimale di sussistenza, ecc.).

- Il passaggio successivo è l'in-serimento in un Alloggio Protetto (unmonolocale gestito dall'Associazione),che consente al nostro Amico di gestir-si da solo, senza l'assillo degli onerifinanziari, in attesa che maturino lecondizioni per l'ottenimento del minimonecessario per l'autosufficienza. Anchein questa fase continuerà il legamecon l'Associazione, anzi si rafforzerà,incoraggiandolo a vivere in autonomia.

- Il Centro Diurno (aperto 5 annifa) offre agli Ospiti la possibilità di svol-gere durante la giornata attività ricrea-tive e formative e di sviluppare così lerelazioni interpersonali.

- La Piena Autonomia è l'obietti-vo finale del percorso di recupero:essa si ha portando l'Amico all'autosuf-ficienza finanziaria (grazie all'otteni-mento della pensione sociale) e allapiena autogestione (con l'ottenimentodell'alloggio popolare), di una vitasociale "normale", in cui potrà comun-que fare sempre riferimento all'Asso-ciazione come ad una sua famigliaadottiva.

- Il Sabato mattina, alcuni di que-sti Amici accolgono con fedeltà lanostra proposta di meditare insieme ilVangelo della Domenica: è l'occasionenon solo per commentarne il testo, maanche per fare una breve catechesi apersone davvero molto desiderose diconoscere il Signore. Tanti di loro dadecenni non frequentavano la Chiesané i sacramenti mentre oggi sono assi-dui all'Eucarestia domenicale e talvoltaanche infrasettimanale.

- Per concludere, uno dei segniincoraggianti dell'efficacia del percorso

24 Esperienze di vita

Testimoniannza

di recupero proposto dall'Associazioneè che molti degli Amici che già hannoraggiunto la propria autonomia, anchedopo anni continuano a frequentarcicon regolarità, rendendoci felici diaverli come fratelli nell'unica famiglia diDio.

Francesco Corda

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La voce di chi è sempre con me

Ringrazio di cuore la mia cara amicaLucia per avermi un po' "spinto" a par-tecipare a questo convegno per rac-contare qualcosa della forte esperien-za di vita vissuta con la mia amatasposa Manuela nei 4 anni in cui abbia-mo condiviso la sua malattia.E' quindi con un po' di trepidazioneche cercherò di raccontarvi qualchetratto di questo tempo così ricco vissu-to insieme…

Il tumore al colon-retto si è manifestatonel 2003 quando Manuela aveva 33anni.Il primo intervento di resezione in lapa-roscopia, la convalescenza e la che-mioterapia "precauzionale" li abbiamoaffrontati con il coraggio e la forza divivere che hanno sempre contraddi-stinto Manuela e anche i medici del-l'oncologia di Treviso ci sono stati vici-ni, ci hanno convinto che la terapiaprecauzionale prescritta abbinata allaradioterapia era più che sufficiente.La speranza di una possibile guarigio-

ne stava prendendo piede, anche glieffetti collaterali della chemioterapia ela menopausa indotta dalla radiotera-pia sono stati accolti da Manuela e dame come un percorso necessario perguarire…I controlli successivi sono sempreandati bene… Dopo circa due anni però a fine anno2004 un rene si gonfia e non riesce piùa scaricare bene. Capiamo subito chela situazione è grave, sembra proprioche la malattia sia tornata…A fine aprile del 2005 concordiamocon la chirurgia di Treviso un interven-

to esplorativo in laparotomia che pur-troppo conferma la gravità del quadro.L'unica speranza umana di guarigionerimaneva ancorata alla chemioterapiae quindi dopo la convalescenza siamotornati in oncologia a Treviso per defi-nire la terapia chemioterapica.La prima cosa che vi posso confidareè il clima per me diverso che ho subitorespirato. Quando si ha a che fare conun malato grave di cui si sa che laterapia che si propone avrà solo l'effet-to di allungare la vita del paziente manon lo farà mai guarire, il paziente è isuoi familiari si accorgono che spessoc'è uno "SCOLLAMENTO" tra quelloche è l 'atteggiamento del medico(spesso schivo e affrettato) e quelleche sono le sue parole che a me sem-bravano troppo ottimistiche e, anchese Manuela le apprezzava, mancava-no di verità.Per fare la terapia che avevamo con-cordata, mi sembra si chiamasse"FOLFIRI", purtroppo non c'erano postidisponibili in day hospital, quindi dove-va farla in reparto e questo comporta-va il ricovero di Manuela per tre giorniconsecutivi con tutte le difficoltà legateal mio lavoro e alla gestione di nostrofiglio che aveva allora 6 anni.Ma la cosa che più ci ha messo in diffi-coltà era la mancanza di un oncologo"FISSO" sempre lo stesso che si occu-passe di lei, che lei potesse contattarein caso di bisogno per instaurare quel-la intima relazione di fiducia tra medicoe paziente che io ritengo necessariaquando si ha a che fare con malattiegravi.La chemioterapia è proprio strana: per

Segni di speranza

27Esperienze di vita

farti stare meglio ti fa star male, a voltemolto male e in questo passaggio ilmalato oncologico per me deve esseresostenuto soprattutto dal medico chelo cura.A Treviso era tutto lo staff medico chesi occupava di tutti i pazienti e quindiavere un medico fisso sembrava nonfosse possibile, se non in regime dilibera professione…Dopo una lunga e sofferta riflessione,sapendo bene cosa avrebbe compor-tato farci curare in un ospedale piùlontano abbiamo scelto di appoggiarciad un'altra struttura.Avevamo raggiunto l'obiettivo minimodi avere sempre lo stesso oncologo diriferimento ma i 50 chilometri di stradada fare per la chemioterapia non eranopochi..Come mio altro piccolo contributo vivolevo parlare della preparazione allamorte. Tutti vogliamo e speriamo chela terapia ci porti alla guarigione, mapurtroppo, in alcuni casi, come è suc-cesso a noi, ci dobbiamo rassegnare.In questo doloroso passaggio invitotutto il personale medico ad essere ilpiù VERO possibile.Se non fosse stato per alcuni nostriamici, che ci sono stati vicini, noi nonci saremmo preparati in tempo allamorte di Manuela, troppo ottimismoc'era nelle parole del medico che cura-va Manuela.Ma troppo ottimismo non va bene.C'è quel passaggio di resa di fronte ailimiti degli strumenti che la scienzamedica ci dà che, io penso, i medicidebbano fare, almeno con i familiaridel malato, per comunicare loro chepresto il loro amato li lascerà….Voglio qui esprimere col cuore anchela mia solidarietà e un sincero ringra-ziamento a tutte le persone che si

occupano dei malati di tumore. So chespesso si debbono fare i conti con ibilanci, con gli scarsi finanziamenti,con la difficoltà a far fronte a tutti ibisogni per oggettivi limiti di tempo e dipersone, quindi sinceramente dico atutti grazie.Mi avvio a concludere con una dellefrasi dette da Manuela il giorno primadella sua morte. Lei aveva fede in Dio,penso comunque siano parole che val-gono molto anche per chi è in ricerca ola fede non ce l'ha, perché la fede nontoglie nulla di tutto ciò che si provaavvicinandosi alla morte:

"So che mi aspetta l'incontro con unVolto Raggiante e anche se, lo confes-so, sono ancora molto arrabbiata conla vita, so che anche questa è vita. Ionon vorrei questa vita di malattia, disofferenza, ma cosa ci posso fare? Èla mia vita e non posso fare altro cheabbracciarla".

È bellissimo per me questo insegna-mento di Manuela: lei ha davveroabbracciato la vita e la morte faparte della vita, è VITA nella suafase conclusiva ma è profondamen-te vita e noi tutti non ci dobbiamonascondere ma dare ad essa la suagrande dignità.

Per me e Manuela è stato moltoimportante essere consapevoli ecoscienti della verità, cioè che prestoci saremmo salutati su questa terra,verità che abbiamo accettato come uncammino spirituale. Mi permetto ancora di sottolineare cheper me spetta al medico curante, checonosce la prognosi, cercare di nonilludere malati e familiari, ma orientarliad essere guidati anche da chi li può

prendere in cura come persone (comeun medico palliativista o uno psicologodi cure palliative) e costruire per tempouna relazione di accompagnamentofinale.

Auguro ad ognuno di voi, come la miasposa Manuela, di abbracciare consperanza la vostra VITA!

Grazie a tutti.

Eugenio Bardini

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Segni di speranza

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Durante una santa Messa dei passatigiorni natalizi ho ascoltato una omeliache mi ha particolarmente colpito.Il sacerdote si rivolgeva ad un pubbliconon certo giovane e con il suo faremolto dolce quasi chiedeva il consen-so di poter leggere questa storia diNatale che, a suo parere (poi condivi-so da molti dei presenti), ci avrebbeaiutato a vivere un po' più profonda-mente il Mistero del Natale.

Guido Purlini aveva 12 anni e frequen-tava la prima media. Era già statobocciato due volte. Era un ragazzogrande e goffo, lento di riflessi e dicomprendonio, ma benvoluto dai com-pagni. Sempre servizievole, volontero-so e sorridente, era diventato il protet-tore naturale dei bambini più piccoli.L'avvenimento più importante dellascuola, ogni anno, era la recita natali-zia. A Guido sarebbe piaciuto fare il pasto-re con il flauto, ma la signorina Lom-bardi gli diede una parte più impegna-tiva, quella del locandiere, perchécomportava poche battute e il fisico diGuido avrebbe dato più forza al suorifiuto di accogliere Giuseppe e Maria.La sera della rappresentazione c'eraun folto pubblico di genitori e parenti.Nessuno viveva la magia della santanotte più di Guido Purlini.E venne il momento dell'entrata inscena di Giuseppe, che avanzò pianoverso la porta della locanda sorreg-gendo teneramente Maria. Giuseppebussò forte alla porta di legno inseritanello scenario dipinto. Guido il locan-diere era là in attesa."Che cosa volete?" chiese Guido,

aprendo bruscamente la porta."Cerchiamo un alloggio"."Cercatelo altrove, la locanda è al

completo!" La recitazione di Guido eraforse un po' statica, ma il suo tono eramolto deciso."Signore, abbiamo chiesto ovunque

invano, viaggiamo da molto tempo esiamo stanchi morti"."Non c'è posto per voi in questa

locanda" replicò Guido con la facciaburbera."La prego, buon locandiere, mia

moglie Maria, qui, aspetta un bambinoe ha bisogno di un luogo per riposare.Sono certo che riuscirete a trovarle unangolino; non ne può più".A questo punto, per la prima volta, il

Una storiella di Natale

30 Esperienze di vita

locandiere parve addolcirsi e guardòverso Maria. Seguì una lunga pausa,lunga abbastanza da far serpeggiareun filo d'imbarazzo tra il pubblico."No! Andate via!" sussurrò il suggeri-

tore da dietro le quinte."No!" Ripetè Guido automaticamente.

" Andate via!".Rattristato, Giuseppe strinse a séMaria, che gli appoggiò sconsolata-mente la testa sulla spalla, e cominciòad allontanarsi con lei.Invece di chiudere la porta, però,Guido il locandiere rimase sulla sogliacon lo sguardo fisso sulla miserandacoppia. Aveva la bocca aperta, la fron-te solcata da rughe di preoccupazione,ed i suoi occhi si stavano riempiendodi lacrime.Tutt'a un tratto, quella recita divennedifferente da tutte le altre." Non andare via Giusepppe" gridò

Guido. " Riporta qui Maria". E, con ilvolto illuminato da un grande sorriso,aggiunse: " potete prendere la miastanza".Secondo alcuni, quel rimbambito diGuido Purlini aveva mandato a pallinola rappresentazione.Ma per gli altri, per la maggior parte, fula più natalizia di tutte le rappresenta-zioni che avessero mai visto.

Questo racconto oltre a commuovermimi ha fatto fare alcune brevi considera-zioni.- Non sempre la "parte" chevogliamo recitare noi è quella più utilenel disegno del Regista (con la Rmaiuscola)- Dobbiamo vivere intensamente(come Guido nel racconto) l'attesa dipoter condividere con gli amici il ruolo

che ci viene assegnato.- Dobbiamo interpretare fino infondo il nostro compito, ma restareaperti a che cosa il cuore ci suggeri-sce, sempre, in ogni occasione.- Non dobbiamo avere paura di"uscire dal seminato", di farci distrarredalle critiche che potrebbero (anzisicuramente) arrivare da qualcuno.

Renato Rossi

In ascolto

"Voi sarete testimoni di tutto ciò" (Luca24, 45-49) è il tema scelto per l'anno2010 per la Settimana di preghiera perl'unità dei cristiani, che si è celebratadal 18 al 25 gennaio scorso.Ritrovandoci insieme per l'appunta-mento annuale ci si ripropongono itemi cari e pressanti del dialogo tra leChiese e comunità cristiane.Sorge di nuovo la domanda: a chepunto siamo? Passano gli anni e sipossono elencare successi, risultatipositivi, frutti persino insperati di con-vergenza, incontri fraterni, preghierecomuni, ma anche brusche frenate,sospetti, incomprensioni, insofferenze,impazienze.Una cosa è certa comunque: l'appun-tamento di gennaio, divenuto un cro-cevia di cristiani diversi, sta ad indica-re che la "via" non è interrotta, che lasperanza non è venuta meno e che loSpirito continua a indicare la meta e asuscitare la spinta verso la pienacomunione.Ringraziamo lo Spirito Santo del donodella preghiera che unisce e cambia ilcuore degli uomini, anche di quelli chesi dicono uomini di Dio, se il loro cuorenon è indurito. Ringraziamo per avercifatto capire che la "via" è un processosenza limite prevedibile, e che l'unità ègià in atto nel momento in cui si cam-mina insieme verso il regno di Dio.La direzione del cammino è segnata,perché la Chiesa è guidata infallibil-mente dal suo Signore:"Io sono con voi tutti i giorni, fino allafine dei mondo" (Mt. 28,20).Ai cristiani compete di progredire nelprocesso storico verso il Regno pro-messo con pazienza, fedeltà, tenacia

e serenità. Il cammino ecumenico, poi,non è fine a se stesso, ma è stretta-mente collegato al tema della pace eal rapporto con l'Islam.Alla luce di queste due realtà risultaparticolarmente "scandalosa" la divi-sione dei cristiani.Come potranno, infatti, i Cristianiessere credibili testimoni del Vangelo,della pace, della riconciliazione, delperdono se tra loro permangonoasprezze incomprensioni e conflitti?Questa, dunque, è l'urgenza per laChiesa ed è la condizione essenzialedella sua presenza nel mondo.Questo è i l comando del SignoreGesù: "Fa’ che siano tutti una cosasola: come tu, Padre, sei in me e iosono in te. Anch'essi siano in noi: cosìil mondo crederà che tu mi hai manda-to" (Gv. 17,21).Ci accompagni in questo cammino lapreghiera di Padre David Maria Turol-do:"Ama, saluta la gente, dona, perdona.Ama e ancora e saluta.Dai la mano, aiuta, comprendi, dimenti-ca e ricorda solo il bene.E del bene degli altri godi e faí godere.Godi del nulla che hai, del poco che bastagiorno dopo giorno.Eppure quel poco se necessario dividi.E vai, vai leggero dietro il vento e il solee canta.Vai di paese in paese e saluta.Saluta tutti, il nero l'olivastro e perfino ilbianco.Canta il sogno del mondo:"Che tutti si riconoscano creature di Dio"!

Augusto Galliani

31Esperienze di vita

Quanta strada ancora?Settimana per l'unità dei Cristiani

32 Esperienze di vita

In chiusura del Giornale due avveni-menti ci colpiscono come un pugnoallo stomaco perché coinvolgono tantinostri fratelli e anche noi: le violenze diRosarno e i l terremoto di Hait i .Ecco una prima riflessione a caldo. Qui in Occidente abbiamo fortementeridotto la consapevolezza che, al diqua (cioè prima) delle differenze cultu-rali, religiose, degli usi e costumi, quel-lo che ci unisce a tutti gli esseri umaniche vivono e abitano questa terra è lacomune umanità. Ci arrabbiamo tuttiallo stesso modo, ci intristiamo e amia-mo per le medesime ragioni. La formache prende questa umanità condivisa,nella sua dimensione psicologica e

quotidiana è dovuta alle culture e allastratificazione delle tradizioni. È inquesto semplice principio la ragioneper la quale la Chiesa ricorda sempreai propri figli la dignità di ogni essereumano, la necessità di salvaguardarlae rispettarla sempre e comunque. IlPapa nell'ultima Enciclica ha sottoli-neato la necessità di un mondo piùgiusto, nel quale non avvenga cheogni trenta secondi un bambino sotto icinque anni muoia per fame, violenza,guerra, mancanza di farmaci o diacqua.Siamo talmente assuefatti alle immagi-ni di violenza e appagati del nostrobenessere che fatichiamo a vedere,dietro le tragedie rappresentate daimedia, esseri umani fatti della nostrastessa carne.Ma quando vi sono catastrofi comequella di Haiti o drammi come quelli diRosarno siamo messi di fronte, dram-maticamente, alla verità dell'uomo edobbiamo decidere dove ci collochia-mo, cosa ci unisce all'altro.I nostri fratelli di Haiti visti da vicino,quando arrivano in casa nostra, posso-no sembrare fastidiosi come i nostrifratelli di Rosarno, come tutti gli immi-grati che attraversano le nostre strade.Preghiamo perché il Signore aiuti inostri politici a costruire vere politichedi inclusione sociale finalizzate allaconvivenza delle diversità e ci aiuti aguardare ogni situazione e personacon gli occhi dell'amore, per quellacomune umanità con cui Dio ci ha pen-sati e voluti.La solidarietà che ci viene richiestadeve aiutarci ad aprire gli occhi e a

Attualità

Una luce nel buio

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illuminare alla luce della fede tutti gliangoli bui delle società, a interrogarcisulle nostre responsabilità e a cercaredi capire come rendere più giusto que-sto mondo a partire da quel pezzettinodi realtà in cui ognuno di noi è posto. Le morti di Haiti sono pezzi dellanostra carne che viene strappata, amaggior ragione se pensiamo allapovertà di quel Paese: si apprendeche l'ottanta per cento degli haitianivive (viveva) con meno di un dollaro al

giorno. Che il novanta per cento abita(abitava) in baracche senza acquapotabile né elettricità. Che l'aspettativadi vita è (era) di 50 anni. Che un bam-bino su tre non raggiunge (raggiunge-va) i 5 anni. E che, degli altri due, unoha (aveva) la certezza pressochéassoluta di essere venduto comeschiavo.

Sandro Venturoli

in redazione:Donatella Bergamini, Adriana Bertoni, Giorgio Casiraghi, Paolo Cattaneo, Rosanna Ceccattoni, Adriana Bertoni,

Vilma Cazzulani, Antonio Ficara, Angela Gironi, Renato RossiProgetto grafico: Francesca Ficara

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