Convegno Periplo Qualità della Cura in Oncologia · cordoma, sarcoma, linfoma, melanoma mucoso,...
Transcript of Convegno Periplo Qualità della Cura in Oncologia · cordoma, sarcoma, linfoma, melanoma mucoso,...
Convegno Periplo
Qualità della Cura in Oncologia(IOV, Padova 23.3.16)
L’appropriatezza del percorso di cura nel
Paziente con tumore colon retto
� Bruno Andreoni P.O. Chirurgia Generale (Università degli Studi di Milano)
� Antonio ChiappaChirurgia Generale digestiva (Istituto Europeo di Oncologia)
1
� Modello di continuità assistenziale Ospedale-Territorio che vuole garantire i L.E.A. per tutti i Cittadini.
� Le Agenzie di Tutela della Salute (A.T.S., ex ASL) valutano i bisogni, programmano e stipulano i contratti con i Soggetti erogatori pubblici e privati, controllano l’appropriatezza dei percorsi di cura con le relative prestazioni.
� Le Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (A.S.S.T.) garantiscono la presa in carico dei Pazienti mediante percorsi di cura (PDTA) nelle Reti socio sanitarielocali.
� L’ Assistenza sanitaria primaria, organizzata in AFT e UCCP, opera nelle Reti e prevede la presa in carico di tutti i Cittadini e in particolare delle Persone fragili con malattie croniche inguaribili. Le AFT garantiscono la continuità con prestazioni appropriate in percorsi di cura condivisi.
Legge 23/2015
«Evoluzione Sistema sociosanitario lombardo»
2
� Modello organizzativo basato non più su prestazioni isolate, ma
su percorsi di cura (PDTA) da garantire nella continuità
assistenziale Ospedale-Territorio.
� Monitoraggio con tracciabilità di un percorso governato dalle
A.T.S. con presa in carico da parte dei MMG, con le A.F.T. della
Medicina primaria.
� Sistema di rimborso agli erogatori non più come singole
prestazioni, ma come percorso di cura complessivo.
in futuro:
3
Il PDTA si articola in diverse fasi senza soluzione di continuo. Per ciascuna fase deve essere identificato un
Responsabile che ne controlla l’efficacia e l’appropriatezza, con indicatori significativi e facilmente misurabili.
Gli Indicatori (di volume, di processo, di risultato) devono essere calcolati con metodologia trasparente, riproducibile e
condivisa.
Se validati, gli Indicatori registrano le prestazioni eseguite realmente nella pratica clinica, mentre il percorso di cura ideale è
tracciabile avendo come riferimento le Linee guida condivise dalla Comunità scientifica dei Professionisti che operano nella
Rete socio-sanitaria regionale e locale.
4
Il SSR ha istituito il Portale “Reti di Patologia - Valutazione
PDTA” per il monitoraggio delle prestazioni nel percorso di
cura dei tumori del colon-retto
8
9
Campi del
PDTAFasi principali del PDTA Requisiti
Indicatori
regionali
Indicatori
proponibili
Modalità di
calcolo
Deve essere identificato un Responsabile clinico del percorso diagnostico che sia garante
dell'appropriatezza degli esami richiesti e della tempistica della diagnosi. E' possibile che i
Responsabili siano diversi a seconda delle modalità di accesso dei pazienti al percorso nella
fase diagnostica, ma quanto prima in presenza di neoplasia accertata o francamente
sospetta il percorso va ricondotto alla valutazione multidisciplinare.
In presenza di paziente sintomatico vanno attivati canali preferenziali per un accesso rapido
agli esami diagnostici e che garantisca un iter diagnostico organico
Se l'accesso del paziente avviene attraverso lo screening vanno rispettati gli indicatori di
percorso previsti dallo screening stesso
Tutta la fase diagnostica deve rispettare i criteri di appropriatezza definiti dalle Società
Scientifiche per i vari esami e deve essere conclusa nel minor tempo possibile per avviare
quanto prima il paziente alla fase del percorso successiva
Il paziente che esegue un esame endoscopico fortemente sospetto o positivo per neoplasia
deve essere avviato direttamente dall'Endoscopista alle fasi successive dell'iter, attraverso
un percorso facilitato ed organizzato
Alla comunicazione della diagnosi (che deve essere fatta dal clinico in un setting dedicato),
il paziente deve essere avviato al successivo percorso terapeutico programmato dal team
multidisciplinare
In presenza di sospetto o positività per neoplasia del retto è fondamentale che alla
pianificazione del percorso terapeutico partecipino sia l'Oncologo che il Chirurgo ed il
Radioterapista (e ove necessario coinvolgendo anche il Radiologo)
E' auspicabile una stretta collaborazione tra chi esegue la manovra e l'anatomopatologo
per la pianificazione ottimale dell'iter successivo, che deve avvenire attraverso modalità di
comunicazione evidenti per l'invio appropriato del materiale bioptico e la pianificazione
dell'iter successivo
In caso di avvio del paziente al trattamento neoadiuvante deve essere eseguito in fase
diagnostica un prelievo suffciente alla definizione dei fattori prognostici e predittivi di
malattia
Il referto anatomopatologico deve rispondere ai requisiti richiesti dal Gruppo di lavoro
regionale dedicato
La diagnostica radiologica (fase diagnostica o di stadiazione) deve rispondere ai requisiti di
appropriatezza ed essere eseguita attraverso un percorso facilitato ed in tempi adeguati
In presenza di neoplasia del retto, se il Paziente deve essere avviato ad un programma di
terapia neoadiuvante, la stadiazione radiologica deve rispettare standard condivisi e
tempistiche predefinite (ecoendoscopia e/o RMN)
Avvio della fase
diagnostica
Diagnostica endoscopicaFase
diagnostica
Diagnostica patologica
Diagnostica Radiologica
12
Ambiti generali Ambiti specifici Definizioni, raccomandazioni e requisiti Possibili Indicatori BDA Possibili indicatori non BDA
1.1. Scopo del
documento
Lo scopo del presente documento è quello di favorire, presso le Aziende sanitarie della Regione
Lombardia che assistono i pazienti di cui al punto 1.3., la redazione di PDTA (Percorsi Diagnostico-
Terapeutico-Assistenziali) locali (aziendali o di DIPO) che siano strutturalmente omogenei e
rispondenti ad alcune raccomandazioni e requisiti minimi regionali
Numero di PDTA testa-collo
aziendali redatti entro 31-12-
2016
L'ambito di riferimento del PDTA deve essere quello aziendale; all'interno di uno stesso DIPO le
Aziende possono decidere se definire un PDTA distinto per ogni Azienda oppure un PDTA unico
per tutte le Aziende del DIPO, purchè nel rispetto dei requisiti regionali
In caso di PDTA di DIPO, devono essere indicate le Aziende pubbliche e private coinvolte e l'area
territoriale di riferimento (ATS)
La popolazione di riferimento è quella dei pazienti con tumore del distretto Testa-collo (TeC). Per
distretto Testa-collo si intende il raggruppamento delle seguenti sedi anatomiche: faringe (rino-,
oro- e ipo-faringe), laringe, cavo orale, fosse nasali e seni paranasali, ghiandole salivari,
metastasi linfonodali latero-cervicali da tumore primitivo ignoto. Per i tumori della tiroide si
consiglia la redazione di un PDTA distinto a causa del coinvolgimento di professionalità diverse
(es. chirurgo generale, endocrinologo, medico nucleare) e quindi della verosimile esistenza di
percorsi differenti
Le tipologie di pazienti interessati dal PDTA sono: 1) paziente con sospetto significativo di tumore
del distretto TeC; 2) paziente con diagnosi istologica già acquisita di tumore del distretto TeC, già
trattato oppure mai trattato per il tumore in oggetto
Nei casi in cui al termine della fase diagnostica si riscontri un tipo tumorale che per sede
anatomica e/o istologia non rientra nella casistica convenzionale dei "tumori testa-collo" (es.
cordoma, sarcoma, linfoma, melanoma mucoso, carcinoma della cute, ecc.), devono essere
descritti i principali percorsi a cui il paziente possa essere indirizzato per proseguire l'iter
terapeutico nei modi e nei tempi adeguati.
2. Attori
coinvolti e
responsabilità
2.1. Professionalità
coinvolte
Nel PDTA deve essere descritto dettagliatamente il coinvolgimento delle figure professionali
indicate dalle Linee Guida di riferimento (vedi punto 3.1.). Deve in particolare essere specificata
la composizione del Gruppo MultiDisciplinare (GMD), distinguendo i vari livelli di partecipazione
alle riunioni periodiche (obbligatoria vs facoltativa). Se i professionisti coinvolti lavorano
trasversalmente su più Aziende (e/o su più DIPO) devono essere descritte le modalità della loro
partecipazione al GMD, specificando le convenzioni o gli accordi sottoscritti formalmente dalle
Aziende coinvolte. I professionisti che partecipano all'attività devono essere chiaramente
identificabili dal paziente (vedi anche 2.4.)
2.2.
Multidisciplinarità
Vi deve essere evidenza della gestione multidisciplinare del paziente nelle varie fasi del
percorso (come requisito minimo: almeno al momento della pianificazione della strategia
terapeutica). Tale gestione deve essere rintracciabile e, se possibile, valorizzata come carico di
lavoro. Deve essere specificato in particolare se l'attività multidisciplinare è realizzata in assenza
e/o in presenza del paziente
1. Campo di
applicazione
1.2. Ambito di
riferimento
territoriale
1.3. Popolazione di
riferimento
13
Ambiti generali Ambiti specifici Definizioni, raccomandazioni e requisiti Possibili Indicatori BDA Possibili indicatori non BDA
2. Attori
coinvolti e
responsabilità
2.3. Responsabilità
organizzativa
Deve essere identificato un Responsabile organizzativo tra i professionisti che compongono il
GMD, specificando se è prevista una rotazione delle professionalità in questa funzione
(consigliato)
2.4. Responsabilità
clinica
Per ogni fase e per ogni professionalità prevista dal percorso deve essere individuato un
Responsabile clinico di riferimento per il paziente, in un modello di integrazione professionale
su base non gerarchica
2.5. Qualificazione
dei professionisti
coinvolti
I professionisti coinvolti devono possedere requisiti di formazione, di esperienza e di casistica
trattata/anno che garantiscano la loro qualificazione. In generale l'esperienza maturata va riferita
allo staff medico nel suo insieme piuttosto che a ogni singolo profesionista
Numero/anno di
prestazioni erogate (es.
> 60-100 interventi
chirurgici "curativi", > 40-
60 trattamenti RT
curativi o adiuvanti)
3. Requisiti
minimi generali
del PDTA
3.1. Linee Guida
Le Linee Guida adottate come riferimento devono essere esplicitate chiaramente nella parte
iniziale del PDTA e devono essere caratterizzate da un approccio multidisciplinare e da un
costante aggiornamento nel tempo (es. AIOCC, NCCN, AIOM). E' consigliabile il riferimento ad
altri documenti di indirizzo, di carattere più tecnico, in relazione a fasi specifiche del percorso (ad
es. decreto 5323/2014 di Regione Lombardia sulla PET, documenti SIRM e AIMN sull'impiego degli
esami di imaging diagnostico e sui criteri minimi per la loro refertazione, documenti SIAPEC su
procedure e refertazione in anatomia-patologica, documenti AIRO sul trattamento radioterapico,
ecc.). E' anche raccomandata la redazione di documenti interni di riferimento quali Linee Guida e
Procedure Operative Standard (POS) aziendali.
3.2.
Funzionamento del
Gruppo
MultiDisciplinare
(GMD)
Il funzionamento del GMD deve essere dettagliatamente descritto, con particolare riferimento a:
meccanismo di convocazione, figure professionali coinvolte, sede, periodicità e svolgimento
delle riunioni e/o delle visite; modalità di identificazione dei casi da discutere; documentazione
scritta e rintracciabilità delle decisioni prese (verbalizzazione e archiviazione)
Numero riunioni del GMD /
anno
3.3. Composizione
del gruppo
MultiDisciplinare
(GMD)
La composizione del Gruppo MultiDisciplinare dovrebbe prevedere alcune figure professionali la
cui presenza alle riunioni periodiche è obbligatoria (chirurgo ORL e/o MXF, radioterapista,
oncologo medico) e altre figure la cui presenza è auspicabile ma non necessariamente
sistematica (es. radiologo, patologo, medico nucleare, palliativista, ecc)
3.4. Tempistica
della presa in
carico
Le modalità e la tempistica della presa in carico del paziente nelle varie fasi del percorso devono
essere esplicitate, con particolare riferimento ad eventuali requisiti temporali minimi nelle fasi
considerate come critiche per la qualità della performance complessiva
Le Società Scientifiche hanno definito Linee guida per i
Tumori del Colon e del Retto, avendo come riferimento le
relative Linee guida nazionali ed internazionali
- Linea guida ROL Colon
- Linea guida ROL retto
- Clinical Practice Guidelines ESMO
(Rectal – Colon Cancer, ESMO)
- Linee guida AIOM
14
Il trattamento standard indicato nelle Linee guida è schematicamente
articolato in rapporto alla stadiazione patologica TNM (7^ edizione UICC) e alle
caratteristiche biomolecolari del tumore.
Il trattamento individualizzato dipende dalla complessità (età avanzata,
gravi patologie associate, presentazione in urgenza).
15
Le A.O. hanno prodotto, con analoga metodologia, diversi PDTA aziendali:
� PDTA tumori retto A.O. Treviglio con certificazione di qualità CERMET (G.
Sgroi)
� PDTA CCR A.O. Papa Giovanni 23° (R. Labianca)
� PDTA A.O. Lecco (P. Carzaniga)
� PDTA A.O. Desenzano sul Garda (F. Puccio)
… … …
I PDTA locali (A.O. - ASL / ATS - ASST) hanno come riferimento il PDTA
regionale e le Linee guida tumori colon retto.
PDTA aziendali
17
In ogni fase del percorso deve esserci un responsabile
clinico che sia di riferimento per il Paziente. Nel passaggio da
una fase all’altra, deve essere garantita la continuità
assistenziale.
Necessità di Indicatori significativi e facilmente misurabili per valutare la qualità del percorso.
19
Il PDTA aziendale valorizza le risorse locali (organizzative e
tecnologiche) e i propri Operatori sanitari.
Qualora alcune prestazioni non fossero erogabili per
mancanza di risorse adeguate, la A.O. deve poterle offrire ai
Pazienti, come previsto nelle Linee guida, mediante accordi /
convenzioni con altri «nodi» presenti nella Rete Oncologica.
PDTA aziendali
20
La valutazione di appropriatezza a livello regionale
e locale (ASL, A.O., IRCCS, …) deve essere
eseguita mediante l’uso di Indicatori significativi
e facilmente misurabili:
� Indicatori Piano Nazionale Esiti (Agenas - Ministero Salute)
� Indicatori “Sportello Cancro” (Corriere della Sera)
� Indicatori Progetto “Dove e come mi curo” (www.doveecomemicuro.it)
� Indicatori progetto “Osserva” (Registri tumori di alcune ASL lombarde)
Appropriatezza delle prestazioni nel PDTA
21
Programma Nazionale Esiti
� Valutazione comparativa esiti di tutte le prestazioni
erogate da A.O. e da IRCCS a livello nazionale
� Fonte dati: SDO
� Indicatori: volumi di attività e di esito
Sportello Cancro (Corriere della Sera)� Finalità: facilitare le scelte dei MMG,
dei Pazienti e di tutta la Popolazione
� Classificazione delle Strutture e dei Professionisti?
22
Indicatori Volumi di attività (es. n° di interventi per tumori retto eseguiti da
una A.O. o da una U.O. chirurgica): è un numero derivabile dal flusso
amministrativo SDO.
Indicatori di struttura, di processo, di esito: sono calcolabili mediante una
formula matematica con un numeratore e un denominatore. Utilizzano per il
calcolo i flussi amministrativi di SDO, Specialistica Ambulatoriale (28/SAN), File
F, Esenzioni, ….
23
Studio multicentrico ROL “Percorso di cura
tumori retto operati radicalmente, ricostruito
con Banca Dati Assistiti
(498 Pazienti reclutati da 25 U.O. Chirurgia Generale lombarde)
Validazione Indicatori calcolati con utilizzo dei flussi informativi
della Banca Dati Assistiti.
12 Indicatori per i quali è stata verificata la concordanza tra i dati
derivati dalle cartelle cliniche e i dati nel Database regionale
alimentato da flussi amministrativi.
24
Studio multicentrico ROLConfronto tra dati clinici e amministrativi nel
percorso di cura del tumore del retto:
l’esperienza della Rete Oncologica Lombarda
Carlo Corbellini, MD
B. Andreoni, L. Ansaloni, A. Chiappa, M. Martinotti, G. Sgroi,
I. Scandroglio, P. Carzaniga, M. Longoni, D. Foschi,
P. Dionigi, R. Labianca, M. Agnello
25
1. Adesione al programma regionale di Screening
2. Comorbidità
3. Stadiazione TN
4. Stadiazione M
5. Radioterapia neoadiuvante
6. Chemioterapia neoadiuvante
7. Tecnica chirurgica (mini invasiva)
8. Complicanze postoperatorie
9. Durata della degenza
10. Nuovo ricovero entro 30 giorni
11. Radioterapia adiuvante
12. Chemioterapia adiuvante
Gli indicatoriIndicatori di Struttura
Indicatori di Processo
Indicatori di Esito
26
Preoperatori
Ricovero
Postoperatori
Follow-up
screening
esenzionialtro
International Classification of Diseases, 9 th Revision (ICD-9-
CM)
Il metodo
Banca Dati Assistito
Adenocarcinoma del retto ed intervento
chirurgico - Residenti Regione Lombardia
Criteri di inclusione:
Survey clinica
27
Modalità di presentazione – Screening
Descrizione: adesione al programma regionale di screening
nella popolazione con età compresa tra 50 e 69 anni entro i
nove mesi precedenti l’intervento chirurgico
Fonti dati: programmi screening
Complessità del pazienteDescrizione: presenza di comorbidità che possono potenzialmente spiegare l’impossibilità ad
applicare quanto previsto nelle Linee Guida ROL
BDA SURVEY
Provenienza (emergenza/urgenza) OR Età > 85 anni Regime d’urgenza OR Età > 85 anni OR ASA > 2
Confronto tra dati clinici e amministrativi
FASE DIAGNOSTICA
Concordanza
Totale osservata 0.79
K Cohen 0.11
Concordanza
Totale osservata 0.92
K Cohen 0.84
28
Radioterapia neoadiuvante
Descrizione: esecuzione di radioterapia neoadiuvante nei 6 mesi precedenti
all’intervento chirurgico
Fonti dati: SDO; Specialistica Ambulatoriale (28/SAN)
Chemioterapia neoadiuvante
Descrizione: esecuzione di chemioterapia neoadiuvante nei 6 mesi
precedenti all’intervento chirurgico
Fonti dati: SDO; Specialistica Ambulatoriale (28/SAN); File F
FASE ONCOLOGICA PRE-OPERATORIA
Concordanza
Totale osservata 0.86
K Cohen 0.72
Concordanza
Totale osservata 0.96
K Cohen 0.92
29
Differenti livelli di concordanza tra dati clinici e amministrativi per
i vari Indicatori in rapporto a:
� complessità tecnica degli algoritmi (complessità del paziente, stadiazione,complicanze postoperatorie);
� differenti modalità organizzative tra le varie strutture;
� diversa precisione dei clinici nel riportare le informazioni nella SDO o in cartellaclinica.
Il metodo si dimostra valido nel valutare le prestazioni reali del PDTA, in
particolare per alcuni Indicatori.
Necessità di migliorare le modalità di compilazione della SDO di dimissione.
Integrazione nella scheda SDO di informazioni quali stadiazione patologica
e complessità del paziente, utili ai fini della verifica dell’appropriatezza.
Conclusioni
30
Convegno
PDTA Tumori colon retto in Regione Lombardia
Indicatori significativi e misurabili
per verificare l’appropriatezza delle
prestazioni nel PDTA colon retto
Milano, 26 febbraio 2015 - Grattacielo Pirelli
Comitato Esecutivo ROL
31
Proposta nuovi indicatori
1. Volumi: valore assoluto interventi chirurgici per tumore colon e per tumore retto (Pz regione ed extra-regione) Fonte dati: SDO
2. Intervallo tra FOBT+ in programma di screening e Chirurgia (< 2 mesi)
3. Percentuale Chirurgia mini-invasiva sul totale
4. Durata degenza post-operatoria
5. Re-ricovero dopo intervento chirurgico
6. Percentuale casi con consulto interdisciplinare nei tumori retto
7. Mortalità ospedaliera (<30 gg dall’intervento)
8. Completezza referto patologico (secondo standard regionale)
9. Percentuale di pazienti con tumore colon retto presi in carico dalla Rete di Cure palliative negli ultimi 3 mesi di vita
10. Percentuale di Pazienti con diagnosi di carcinoma colorettale che decedono in Ospedale per Acuti 32
Prospettive future
Qualora esistano Indicatori validati, sarebbe possibile
monitorare l’appropriatezza delle prestazioni eseguite nel PDTA
tumori colon retto.
In base alle Linee guida, potrebbe essere
identificato il percorso teorico mentre con
i dati della BDA verrebbe identificato
il percorso reale.
L’ appropriatezza dipenderebbe dalla concordanza tra
percorso “teorico” (secondo Linee guida condivise) e percorso
“reale”.33