Convegno Geotecnico "I cedimenti differenziali dei terreni" - intervento Modoni
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Transcript of Convegno Geotecnico "I cedimenti differenziali dei terreni" - intervento Modoni
Prof. Giuseppe Modoni – DIC&M – Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
Workshop - Forte dei Marmi (LU) – 18 maggio 2012
SEMINARIO
Dissesti dei fabbricati indotti da cedimenti delle fondazioni
I CEDIMENTI DIFFERENZIALI DEI TERRENI: CAUSE, INTERPRETAZIONE DELLE LESIONI E
SOLUZIONI INNOVATIVE DI INTERVENTO”
Maurits Cornelis Escher (1898-1972)
Caspar David Friedrich (1774-1840)
Tipologie di edifici: fabbricati di antica costruzione
Rizzi, G. (1991)
Duomo di Pienza (1459-1462)Tipologie di edifici: chiese
Firenze - Ponte Vecchio (1170)
Tipologie di edifici: ponti
Campanile di Burano XVI sec.
Minareto di Al-Hadba (Mosul -Iraq) XII sec.
Torre di Pisa XII sec.
Tipologie di edifici: torri
R. Pucinotti, C. Siciliano (2009)
J.Burland (2001)
Tipologie di edifici: fabbricati moderni
Tipologie di edifici: fabbricati troppo ….. moderni
CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE• I materiali maggiormente impiegati nelle costruzioni (pietra naturale, laterizio,
cemento) garantiscono basse deformabilità ed elevata resistenze a compressione, e durevolezza (“SOLIDITA’ ”)
• Tuttavia sono materiali poco duttili e praticamente privi di resistenza a trazione.
• Nel nostro paese vi sono numerosi edifici di pregio architettonico e valore storico/monumentale, diversi da regione a regione per caratteristiche costruttive:
• funzioni e tipologia edilizie• schemi strutturali (solai piani, archi, volte ecc.)
• materiali (legno, pietra, muratura, cemento armato)• tecniche costruttive
• L’assetto strutturale è spesso assai complesso, essendo il frutto di interventi succedutisi nel tempo.
STRATEGIA DI INTERVENTO
II. Rilievo dei dissesti
III. Individuazione delle cause
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento
I. Rilievo strutturale e storico dell’edificio
RILIEVO STORICO:
• Mirato a determinare gli eventi cha hanno caratterizzato la storia del fabbricato:
Periodo di costruzione
Identificazione e datazione di eventuali parti aggiunte
Destinazioni d’uso (iniziale e successiva)
Anamnesi dei dissesti precedentemente osservati
Identificazione del valore storico, architettonico e monumentale
I. RILIEVO STRUTTURALE E STORICO DELL’EDIFICIO
RILIEVO STRUTTURALE:
• Mirato a determinare gli elementi portanti ed il loro legame statico-funzionale:
o Tipologia delle fondazioni
o Elementi di trasmissione verticale dei carichi (murature portanti, piloni, colonne)
o Elementi di trasmissione orizzontale dei carichi (solai piani, volte, archi)
I. RILIEVO STRUTTURALE E STORICO DELL’EDIFICIO
Di tutti questi elementi occorre determinare:
• I materiali impiegati
• La tecnica di posa in opera
• Lo stato di conservazione
a) pietrame a getto b) muratura riempita a sacco
c) muratura a conci squadrati
TIPOLOGIE DI FONDAZIONE DIRETTA (H < 5÷6 m)
I. RILIEVO STRUTTURALE E STORICO DELL’EDIFICIO
Edifici in muratura
a) plinti isolati b) travi rovesce c) platee
TIPOLOGIE DI FONDAZIONE DIRETTA (H < 5÷6 m)I. RILIEVO STRUTTURALE E STORICO DELL’EDIFICIO
Edifici in cemento armato
FUNZIONAMENTO IN CASO DI CEDIMENTII. RILIEVO STRUTTURALE E STORICO DELL’EDIFICIO
δ
Rigidezza flessionale crescente
I. RILIEVO STRUTTURALE E STORICO DELL’EDIFICIO
a) pietrame a getto b) muratura riempita a sacco
c) muratura a conci squadrati
Strutture snelle Strutture tozze
Edifici in muraturaFUNZIONAMENTO IN CASO DI CEDIMENTI
I. RILIEVO STRUTTURALE E STORICO DELL’EDIFICIO
Edifici in cemento armatoa) plinti isolati b) travi rovesce c) platee, zattere
Strutture isolate Strutture continue
FUNZIONAMENTO IN CASO DI CEDIMENTI
I. RILIEVO STRUTTURALE E STORICO DELL’EDIFICIO
Strutture isolateStrutture snelle
INTERAZIONE TERRENO-FONDAZIONE-STRUTTURA
FUNZIONAMENTO IN CASO DI CEDIMENTI
STRATEGIA DI INTERVENTO
II. Rilievo dei dissesti
III. Individuazione delle cause
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento
I. Rilievo strutturale e storico dell’edificio
II. RILIEVO DEI DISSESTIESAME DEL QUADRO FESSURATIVO
τ
σσmaxσmin
Riduzione tensione
principale minima
(trazione)
Aumento tensione
principale massima
(Schiacciamento)
ESAME DEL QUADRO FESSURATIVO
Cedimento di spigolo Cedimento di una sezione intermedia
II. RILIEVO DEI DISSESTI
ESAME DEL QUADRO FESSURATIVO
Pannelli murari piani
II. RILIEVO DEI DISSESTI
ESAME DEL QUADRO FESSURATIVOArchi e volte
II. RILIEVO DEI DISSESTI
RILIEVO A POSTERIORI DI SPOSTAMENTI E ROTAZIONI
hb
Con metodi empirici e speditivi
ha
hb
II. RILIEVO DEI DISSESTI
Con strumenti di misura
Livelle, giroscopi
elettronici etc.
II. RILIEVO DEI DISSESTI
hahb
RILIEVO A POSTERIORI DI SPOSTAMENTI E ROTAZIONI
RILIEVO A POSTERIORI DI SPOSTAMENTI E ROTAZIONI
Con strumenti di misura
II. RILIEVO DEI DISSESTI
Ferretti et al. (2003)
MONITORAGGIO DI SPOSTAMENTI E ROTAZIONI
Con strumenti di misura
Misure topografiche
II. RILIEVO DEI DISSESTI
Con strumenti di misura
Misuratori elettrici di forze, spostamenti e rotazioni
II. RILIEVO DEI DISSESTIMONITORAGGIO DI SPOSTAMENTI E ROTAZIONI
fessurimetrilivellometro
ENTITA’ DEI DISSESTI DISTORSIONI ANGOLARI LIMITE βmax
Categoria di danno potenziale tanβ•Limite oltre il quale possono sorgere problemi in macchinari sensibili ai cedimenti 1/750
•Limite di pericolo per strutture reticolari 1/600
•Limite di sicurezza per edifici in cui non si ammettono fessurazioni 1/500
•Limite oltre il quale possono apparire fessure nei muri di tamponamento e difficoltà nell’uso dei carri ponte 1/300
•Limite oltre il quale possono essere visibili inclinazioni di edifici alti. 1/250
•Notevoli fessure in muri di tamponamento e muri portanti in laterizio. 1/250
•Limite di sicurezza per muri portanti in laterizio con h/L<1/4. 1/150
•Limite oltre il quale si devono temere danni strutturali negli edifici. 1/150
β
II. RILIEVO DEI DISSESTI
l. Bjerrum (1963)
II. RILIEVO DEI DISSESTIENTITA’ DEI DISSESTI
II. RILIEVO DEI DISSESTI
Strutture intelaiate
Δ/L crit= 1/1000
Muratura portante
Δ/L crit= 1/2000
D/L crit= 1/3000
ENTITA’ DEI DISSESTI
STRATEGIA DI INTERVENTO
II. Rilievo dei dissesti
III. Individuazione delle cause
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento
I. Rilievo strutturale e storico dell’edificio
Errori di progettazione, esecuzione ed esercizio
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
Azioni antropiche adiacenti al fabbricato
Cause ambientali
Fattori talora concomitanti o correlati
Caratterizzazione del sottosuolo imprecisa (stratigrafia poco accurata)
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
Esempi
Errori di progettazione, esecuzione ed esercizio
Caratterizzazione del sottosuolo imprecisa (proprietà meccaniche sottostimate)
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
Cedimenti di consolidazione sottostimati o
ignorati
OPERA ANNO DI COSTRUZIONE
CEDIMENTI OSSERVATI (mm)
Ponte di Chelsea (Londra) 1937 660
Ponte di Waterloo (Londra) 1941 130
Ponte di Aggersund (Danimarca)) 1941 800
Ponte dell’Alma (Parigi) 1854 875
Auditorium di Chicago (USA) 1889 610
Edifici ad Oslo (Norvegia) XX secolo 470-510
Monumento a Washington 1848 152.4
Errori di progettazione, esecuzione ed esercizio
Fondazioni progettate, eseguite o gestite in maniera non corretta
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
Carichi distribuiti in maniera non omogenea sulle fondazioni
Terreno incoerente
Substrato roccioso
Fondazioni non uniformi
Aumento dei carichi
Errori di progettazione, esecuzione ed esercizio
Z=0
-5-10-15
510152025
-20-25-30
Sol
leva
men
to (m
m)
Ced
imen
to (m
m)
BOLOGNA
FIRENZE
Azioni antropiche svolte in zone adiacentiIII. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
Scavi eseguiti in prossimità delle fondazioni (scavi a cielo aperto, gallerie)
GALLERIA VIA GRAMSCI - COMUNE DI SESTO FIORENTINO
(Croce, Modoni, Russo, 2003)
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSEAzioni antropiche svolte in zone adiacenti
Attività di estrazione mineraria
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSEAzioni antropiche svolte in zone adiacenti
Attività di estrazione mineraria
Azioni antropiche svolte in zone adiacentiPerdite nelle reti idriche sotterranee e/o imperfetto compattamento di terrapieni
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
EDIFICIO PER CIVILE ABITAZIONE PALMARIGGI (LE)
Azioni antropiche svolte in zone adiacenti
Vibrazioni indotte da
macchinari …….
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
……… o da traffico veicolare
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
Città di Napoli
Presenza di cavità
Cause ambientali naturali e/o artificiali
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
Via Luigi Settembrini – cavità n. 618
Cause ambientali naturali e/o artificiali Presenza di cavità
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
Via Luigi Settembrini – cavità n. 618
Cause ambientali naturali e/o artificiali Presenza di cavità
Cause ambientali naturali e/o artificialiAbbassamenti della quota di falda (subsidenza)
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
CITTÀ DEL MESSICO
Cause ambientali naturali e/o artificialiAbbassamenti della quota di falda (subsidenza)
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
CATTEDRALE DI CITTÀ DEL MESSICO (Rossi, Zaldivar e Guerra, 1996)
Cause ambientali naturali e/o artificialiIII. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
Abbassamenti della quota di falda (subsidenza)
TERRITORIO ITALIANO
3000m0
Bologna
Reno
Savena3000m0
Bologna
Reno
Savena
Rete di livellazione dell’Autorità di Bacino del fiume Reno (1972-1997)
Rete di livellazione del Comune di Bologna (1983-1999)
Bologna
Reno
Savena3000m0 3000m0
Bologna
Reno
Savena
TEST DI VERIFICA
cedimenti sperimentali (m)
cedi
men
ti st
imat
i (m
)
cedimenti sperimentali (m)
cedi
men
ti st
imat
i (m
)
Cause ambientali naturali e/o artificialiIII. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
Abbassamenti della quota di falda (subsidenza)
CITTA’ DI BOLOGNA
Cause ambientali naturali e/o artificialiFrane
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
LOCALITÀ PITERNIS- COMUNE DI CERVARO (FR)
Cause ambientali naturali e/o artificialiTerremoti
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
NIGATA (GIAPPONE) - 1966
CITTA’ DI CASTELLO (PG) - 1997
Cause ambientali naturali e/o artificialiErosione fluviale
III. INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE
STRATEGIA DI INTERVENTO
II. Rilievo dei dissesti
III. Individuazione delle cause
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento
I. Rilievo strutturale e storico dell’edificio
Principi definiti nella CARTA INTERNAZIONALE DEL RESTAURO (promulgata a Venezia nel 1964), derivanti dal concorso “di tutte le scienze e tutte le tecniche”:
• per il consolidamento si precisa l’opportunità di servirsi “di tutti i moderni mezzi di struttura e conservazione”, a patto che “ la loro efficienza sia stata dimostrata da dati scientifici e sia garantita l’esperienza”
• il Restauro “non deve alterare la distribuzione e l’aspetto dell’edificio” ma deve mirare a “salvaguardare tanto l’opera d’arte che la sua testimonianza storica” e curare che non si “falsifichi il monumento e risultino rispettate sia l’istanza estetica che quella storica” che quella funzionale.
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento
6.10 CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO DI OPERE ESISTENTI
Le presenti norme riguardano gli interventi sul sistema manufatto-terreno per eliminare o mitigare difetti di comportamento.
6.10.1 CRITERI GENERALI DI PROGETTOIndividuazione delle CAUSE che hanno prodotto il comportamento anomalo dell’opera (sovrastruttura, strutture di fondazione, terreno di fondazione)Il progetto del consolidamento GEOTECNICO deve essere sviluppato unitariamente con quello STRUTTURALE.La descrizione delle modalità esecutive dell’intervento e delle opere provvisionali sono parteintegrante del progetto. Per situazioni geotecniche complesse è possibile il METODO OSSERVAZIONALE.
6.10.2 INDAGINI GEOTECNICHE E CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICAINDAGINI SUL TERRENO e sulle fondazioni esistenti, consultazione della documentazionedisponibile sul manufatto e sul terreno.In presenza di manufatti particolarmente sensibili agli spostamenti del terreno di fondazione,si devono valutare le conseguenze potrebbero indursi nel manufatto.MISURA PROTRATTE NEL TEMPO DI GRANDEZZE SIGNIFICATIVE per individuare i caratteri cinematici dei movimenti in atto, di pressioni interstiziali e di spostamenti del terreno all’interno del volume ritenuto significativo.
“Norme Tecniche per le Costruzioni” D.M. 14.01.2008 CAP. VI PROGETTAZIONE GEOTECNICA
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento“NTC” D.M. 14.01.2008
MIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI TERRENI DI FONDAZIONE
6.10 CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO DI OPERE ESISTENTI
6.10.3 TIPI DI CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO
Hydrofracturing
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento“NTC” D.M. 14.01.2008
MIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI TERRENI DI FONDAZIONE
6.10 CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO DI OPERE ESISTENTI
6.10.3 TIPI DI CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO
MIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI MATERIALI COSTITUENTI LA FONDAZIONE
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento“Norme Tecniche per le Costruzioni” D.M. 14.01.2008
CAP. VI PROGETTAZIONE GEOTECNICA
MIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI TERRENI DI FONDAZIONE
6.10 CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO DI OPERE ESISTENTI
6.10.3 TIPI DI CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO
MIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI MATERIALI COSTITUENTI LA FONDAZIONE
AMPLIAMENTO DELLA BASE DI FONDAZIONE
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento“Norme Tecniche per le Costruzioni” D.M. 14.01.2008
CAP. VI PROGETTAZIONE GEOTECNICA6.10 CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO DI OPERE ESISTENTI
6.10.3 TIPI DI CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO
TRASFERIMENTO DEI CARICHI AGLI STRATI PIU’ PROFONDI
MIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI TERRENI DI FONDAZIONEMIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI MATERIALI COSTITUENTI LA FONDAZIONE
AMPLIAMENTO DELLA BASE DI FONDAZIONE
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento“Norme Tecniche per le Costruzioni” D.M. 14.01.2008
CAP. VI PROGETTAZIONE GEOTECNICA6.10 CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO DI OPERE ESISTENTI
6.10.3 TIPI DI CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO
TRASFERIMENTO DEI CARICHI AGLI STRATI PIU’ PROFONDI
MIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI TERRENI DI FONDAZIONEMIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI MATERIALI COSTITUENTI LA FONDAZIONE
AMPLIAMENTO DELLA BASE DI FONDAZIONE
INTRODUZIONE DI SOSTEGNI LATERALI
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento“Norme Tecniche per le Costruzioni” D.M. 14.01.2008
CAP. VI PROGETTAZIONE GEOTECNICA6.10 CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO DI OPERE ESISTENTI
6.10.3 TIPI DI CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO
TRASFERIMENTO DEI CARICHI AGLI STRATI PIU’ PROFONDI
MIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI TERRENI DI FONDAZIONEMIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI MATERIALI COSTITUENTI LA FONDAZIONE
AMPLIAMENTO DELLA BASE DI FONDAZIONE
INTRODUZIONE DI SOSTEGNI LATERALIRETTIFICA DEGLI SPOSTAMENTI DEL PIANO DI POSA
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento
MIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI TERRENI DI FONDAZIONE
MIGLIORAMENTO E RINFORZO DEI MATERIALI COSTITUENTI LA FONDAZIONEAMPLIAMENTO DELLA BASE DI FONDAZIONETRASFERIMENTO DEI CARICHI AGLI STRATI PIU’ PROFONDI
INTRODUZIONE DI SOSTEGNI LATERALI
RETTIFICA DEGLI SPOSTAMENTI DEL PIANO DI POSA
INIEZIONE DI MISCELE/RESINE CONSOLIDANTI
Burland (2001)
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’interventoINIEZIONE DI MISCELE/RESINE CONSOLIDANTI
ΔV
P sollevamento fabbricato
compressione terreno
ΔV
P
Resina più rigida
ΔV
PTerreno più comprimibile
resina
P*
6.10 CONSOLIDAMENTO GEOTECNICO DI OPERE ESISTENTI
6.10.4 CONTROLLI E MONITORAGGIOIl controllo dell’efficacia del consolidamento è obbligatorio se agli interventi consegue una ridistribuzione delle sollecitazioni al contatto terreno-manufatto. Ampiezza, strumentazioni e modalità diverse in relazione all’importanza dell’opera, al tipo di difetto del manufatto e ai possibili danni per le persone e le cose. Il monitoraggio degli interventi deve essere previsto in progetto e descritto in dettaglio – indicando le grandezze da misurare, gli strumenti impiegati e la cadenza temporale delle misure – nel caso di ricorso al metodo osservazionale. Gli esiti delle misure e dei controlli possono costituire elemento di collaudo dei singoli interventi.
IV. Progettazione, esecuzione e controllo dell’intervento“Norme Tecniche per le Costruzioni” D.M. 14.01.2008
CAP. VI PROGETTAZIONE GEOTECNICA
“Quelle lunghe catene di ragionamenti, tutti semplici e facili, di cui i geometri hanno l’abitudine di servirsi per giungere alle loro difficili dimostrazioni, mi avevano dato l’occasione di immaginare che tutte le cose di cui l’uomo può avere conoscenza si seguono nello stesso modo e che, dato solo che ci si astenga dall’accettare per vera una cosa che non lo sia e che si rispetti sempre l’ordine necessario a dedurre una cosa dall’altra, non vi sarà nulla di così lontano che alla fine non si possa giungervi né di così nascosto che non si possa scoprire”
Renè Descartes (1596 – 1650)
Ferdinando Galli Bibbiena (1657 – 1743)
Caspar David Friedrich (1774-1840)
Grazie per l’attenzione !!